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“Quando i manoscr<strong>it</strong>ti sono stati<br />
trovati, è stato emozionante verificare<br />
l’esattezza delle traduzioni, realmente<br />
ammirevole”<br />
ti che hanno più di duemila anni. Essi<br />
sono nati e si sono preservati in caverne<br />
nel deserto. Grazie al clima, alla<br />
temperatura e alla mancanza di luce,<br />
essi si sono conservati e hanno attraversato<br />
i secoli. Quando sono stati<br />
prelevati dalle caverne, è cominciato<br />
o è continuato il deterioramento naturale<br />
ed essi si sono frammentati in<br />
un’enorme quant<strong>it</strong>à di pezzetti. Sono<br />
900 documenti divisi in migliaia e migliaia<br />
di frammenti.<br />
“Portandoli via dagli scavi, come<br />
lunghi fogli di carta, si è via via tentato<br />
di mettere insieme i pezzi, come se<br />
si trattasse di un enormegioco di incastri.<br />
A quel tempo, gli specialisti erano<br />
interessati a conoscere il contenuto<br />
dei manoscr<strong>it</strong>ti; non c’era alcuna preoccupazione<br />
sulla necess<strong>it</strong>à di conservarli<br />
e preservarli” — spiega la Dott.<br />
ssa. Shor.<br />
Così, è stato usato nastro adesivo<br />
per unire i frammenti, cosa che ha<br />
accelerato il loro deterioramento. I<br />
manoscr<strong>it</strong>ti sono molto fragili: l’80%<br />
è di pergamena organica, mentre l’altro<br />
20% è scr<strong>it</strong>to su papiri. Se non sono<br />
conservati e manipolati con la dovuta<br />
attenzione, essi si riseccano e si<br />
screpolano.<br />
Negli anni 60 e 70 gli studiosi continuarono<br />
a decifrare il contenuto dei<br />
manoscr<strong>it</strong>ti, ma è sorta la preoccupazione<br />
di conservarli, ricorrendo<br />
ai migliori metodi conosciuti<br />
all’epoca.<br />
“Alla fine degl anni 80, il Dipartimento<br />
di Antich<strong>it</strong>à di Israele<br />
è stato cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o con l’obiettivo<br />
di preservare i manoscr<strong>it</strong>ti, come<br />
pure di pubblicarne il contenuto.<br />
All’ inizio, ne sono stati pubblicati<br />
molto pochi, poiché erano<br />
pochi gli specialisti che vi lavoravano,<br />
come oggi sappiamo, sono<br />
più di 900”.<br />
Quello che il Dipartimento<br />
ha fatto, informa la Dott.ssa.<br />
Shor, è stato distribuire il materiale<br />
disponibile tra 80 specialisti<br />
del mondo intero, di diverse<br />
religioni, dando loro un<br />
decennio per pubblicare il materiale<br />
ricevuto.<br />
Conservare quello che si è<br />
preservato per duemila anni<br />
“È bene che tutta la materia sia<br />
pubblicata, ma è anche indispensabile<br />
preservare i manoscr<strong>it</strong>ti per le generazioni<br />
a venire. Questo è il comp<strong>it</strong>o del<br />
Dipartimento di Antich<strong>it</strong>à di Israele”,<br />
afferma la Dott.ssa Shor.<br />
Specialisti esperti, come i responsabili<br />
<strong>della</strong> conservazione <strong>della</strong> Library<br />
of Congress e del Getty Conservation<br />
Inst<strong>it</strong>ute si sono recati in Israele<br />
per aiutare a determinare i migliori<br />
processi da impiegare.<br />
“Il primo e principale comp<strong>it</strong>o è rimuovere<br />
i manoscr<strong>it</strong>ti dai vetri in cui<br />
sono stati posti e togliere i residui di<br />
nastro adesivo, che hanno causato il<br />
danno maggiore. È necessario lavorare<br />
placca per placca, manoscr<strong>it</strong>to<br />
per manoscr<strong>it</strong>to, frammento per frammento...”.<br />
Si tratta di un processo portato<br />
avanti con molta cura, già da18 anni.<br />
Mirando alla sua revisione e perfezionamento,<br />
il Dipartimento di<br />
Antich<strong>it</strong>à ha chiesto la collaborazione<br />
anche del Ministero <strong>della</strong> Cultura<br />
Italiano e dell’Ist<strong>it</strong>uto Centrale per<br />
la Patologia del Libro, tra gli altri.<br />
“Partiamo dal principio che se i Manoscr<strong>it</strong>ti<br />
sono stati preservati per duemila<br />
anni, è nostro dovere conservarli,<br />
per lo meno, per altri duemila” così dice<br />
Pnina Shor.<br />
Infatti, alla fin fine, sono “Parole<br />
che hanno cambiato il mondo!”. <br />
1<br />
Conviene ricordare che, nel 1972,<br />
il papirologo gesu<strong>it</strong>a spagnolo Jiè<br />
O’Callaghan Martínez identificò i<br />
versetti 52 e 53 del cap<strong>it</strong>olo sesto<br />
di San Marco nel frammento 7Q5<br />
Questi manoscr<strong>it</strong>ti, risvegliando nei<br />
circoli dei specialisti un’ enorme polemica,<br />
che perdura fino ad oggi.<br />
2<br />
FUCHS, Aimé. Les manuscr<strong>it</strong>s de la<br />
Mer Morte. Strasbourg: Inst<strong>it</strong>ut de<br />
Recherche Matématique Avancée,<br />
2000, pag. 2 – traduzione nostra.<br />
3<br />
Prof. Eleazar Lipa Sukenik (1899-<br />
1953), archelogo israeliano e professore<br />
dell’Univers<strong>it</strong>à Ebraica di Gerusalemme.<br />
Frammento dell’iscrizione, in greco,<br />
che impediva l’ingresso dei non<br />
giudei oltre al patio dei gentili, nel<br />
Tempio Erodiano (sec. I a.C.)<br />
Settembre 2009 · Salvami Regina 51