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Intervista esclusiva con la Dott.ssa Pnina Shor<br />

“Parole che<br />

hanno mutato il mondo”<br />

Frammenti dei celebri manoscr<strong>it</strong>ti del Mar Morto, insieme ad altri oggetti di<br />

incalcolabile valore archeologico, compongono l’esposizione “Parole che hanno<br />

mutato il mondo”, attualmente esposta nel Royal Ontario Museum, a Toronto.<br />

Per conoscere meglio questi preziosissimi documenti, intervistiamo in esclusiva<br />

la dott.ssa Pnina Shor, capo di Sezione di Artefatti del Dipartimento di Antich<strong>it</strong>à<br />

di Israele.<br />

Gustavo Adolfo Kralj<br />

Una delle scoperte archeologiche<br />

più significative<br />

del XX secolo è avvenuta<br />

60 anni fa, quando un beduino,<br />

Muhammed edh-Dhib Hassan,<br />

alla ricerca di una capra perduta, scoprì,<br />

nascosti in una caverna nel deserto,<br />

rotoli di pergamene scr<strong>it</strong>te duemila<br />

anni fa. Erano conservati in brocche<br />

e sorprendentemente ben conservati.<br />

Da quel momento, tra il 1947 e il<br />

1956, furono scoperti quasi 900 testi,<br />

la maggior parte in pergamena,<br />

una piccola parte in papiro e uno<br />

inciso in rame. Il prezioso materiale<br />

era nascosto in undici caverne nei<br />

dintorni di Wadi Qumran, vicino alle<br />

rovine dell’antico insediamento di<br />

Khirbert Qumran, a nordovest del<br />

Mar Morto, nome che più tardi venne<br />

associato ai documenti.<br />

Attestata la loro autentic<strong>it</strong>à nel<br />

1948, fu possibile determinare che<br />

la loro origine rimonta a un periodo<br />

che si estende dal terzo secolo a.C.<br />

al primo secolo dell’era cristiana.<br />

Alcuni sono scr<strong>it</strong>ti in ebraico, altri in<br />

aramaico e altri ancora in greco.<br />

Dopo decenni di ricerca, con<br />

l’utilizzo di una tecnologia sviluppata<br />

da scienziati <strong>della</strong> NASA è stato<br />

possibile recuperare il testo dei manoscr<strong>it</strong>ti,<br />

che con il tempo si stavano<br />

disintegrando. Una volta analizzato,<br />

ogni frammento è passato a far parte<br />

di un enorme rompicapo non interamente<br />

risolto fino ad oggi.<br />

L’incarico di conservare questo<br />

preziosissimo fondo tocca alla Dott.<br />

ssa Pnina Shor, capo <strong>della</strong> Sezione<br />

di Conservazione di Artefatti del<br />

Dipartimento di Antich<strong>it</strong>à di Israe-<br />

Frammento 11Q14,<br />

appartenente al Libro <strong>della</strong><br />

Guerra (fra 20 e 50 d. C.)<br />

48 Salvami Regina · Settembre 2009

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