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Vetrate della Chiesa di St. Patrick, Roxbury (Stati Uniti) a Vangelo A Gustavo Kralj 30 “Partiti di là, attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. 31 Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: ‘Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà’. 32 Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. 33 Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: ‘Di che cosa stavate discutendo lungo la via?’. 34 Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. 35 Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: ‘Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti’. 36 E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: 37 ‘Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato’” (Mc 9, 30-37). 10 Salvami Regina · Settembre 2009

Commento al Vangelo – XXV Domenica del Tempo Ordinario Una società segnata dall’innocenza Stando con i Suoi discepoli in Galilea, il Divino Maestro parla loro di persecuzione, morte e risurrezione, in contrapposizione all’idea di un Messia semplicemente umano, restauratore del potere temporale di Israele. Davanti a loro si apre un panorama interamente nuovo: l’umiltà, il distacco e il servizio saranno le caratteristiche di coloro che intendono esercitare l’autorità nello spirito di Gesù. Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP I – La società umana in Paradiso Una società che si sviluppasse nel Paradiso Terrestre, composta da un’umanità in stato di giustizia originale, sarebbe regolata dalla grazia divina e favorita da doni preternaturali e soprannaturali concessi da Dio. Qui regnerebbero la piena armonia e la totale comprensione tra tutti gli uomini, senza invidia né rivalità. Al contrario, ognuno ammirerebbe la virtù degli altri, gioendo con loro e augurando loro la maggior santità possibile. È accaduto, invece, che l’uomo ha peccato ed è stato scacciato dal Paradiso. Privata dei doni di cui i nostri progenitori godevano prima, l’umanità è stata assoggettata alla malattia, alla morte, allo squilibrio mentale e a tanti altri problemi. Più grave ancora, l’anima ha perso il dono dell’integrità, con cui aveva dominato i desideri e mantenuto le passioni in perfetto ordine. Senza questo dono, esse sono entrate in ebollizione, obbligando l’essere umano ad una continua lotta interiore per poterle governare. L’innocenza è entrata in uno stato di belligeranza per preservarsi dal peccato. La causa più profonda delle discordie Conseguenze di questo disordine sono l’invidia e le rivalità, principali cause, a loro volta, delle risse e discordie. Insomma, come dice l’apostolo San Giacomo nella seconda lettura di questa 25ª Domenica del Tempo Ordinario, “dove c’è gelosia e spirito di contesa, c’è disordine e ogni sorta di cattive azioni” (GC 3, 16). Infatti, è l’invidia uno dei vizi più perniciosi. Chi si lascia trasportare da essa, non conosce la felicità. L’invidioso è sempre in continuo confronto con gli altri e quando incontra chi lo supera in qualcosa, subito si chiede: “Perché lui è più di me? Perché lui ha e io no?”. Questo atteggiamento rende acida e amara la sua vita, causando ogni specie di dissapori e, talvolta, anche malessere fisico. Settembre 2009 · Salvami Regina 11

Commento al Vangelo – XXV Domenica del Tempo Ordinario<br />

Una società<br />

segnata dall’innocenza<br />

Stando con i Suoi discepoli in Galilea, il Divino Maestro parla loro<br />

di persecuzione, morte e risurrezione, in contrapposizione all’idea di<br />

un Messia semplicemente umano, restauratore del potere temporale<br />

di Israele. Davanti a loro si apre un panorama interamente nuovo:<br />

l’umiltà, il distacco e il servizio saranno le caratteristiche di coloro<br />

che intendono eserc<strong>it</strong>are l’autor<strong>it</strong>à nello spir<strong>it</strong>o di Gesù.<br />

Mons. João Scognamiglio Clá Dias, EP<br />

I – La società umana<br />

in Paradiso<br />

Una società che si sviluppasse<br />

nel Paradiso Terrestre, composta da<br />

un’uman<strong>it</strong>à in stato di giustizia originale,<br />

sarebbe regolata dalla grazia divina<br />

e favor<strong>it</strong>a da doni preternaturali<br />

e soprannaturali concessi da Dio. Qui<br />

regnerebbero la piena armonia e la totale<br />

comprensione tra tutti gli uomini,<br />

senza invidia né rival<strong>it</strong>à. Al contrario,<br />

ognuno ammirerebbe la virtù degli altri,<br />

gioendo con loro e augurando loro<br />

la maggior sant<strong>it</strong>à possibile.<br />

È accaduto, invece, che l’uomo ha<br />

peccato ed è stato scacciato dal Paradiso.<br />

Privata dei doni di cui i nostri<br />

progen<strong>it</strong>ori godevano prima, l’uman<strong>it</strong>à<br />

è stata assoggettata alla malattia,<br />

alla morte, allo squilibrio mentale e a<br />

tanti altri problemi.<br />

Più grave ancora, l’anima ha perso<br />

il dono dell’integr<strong>it</strong>à, con cui aveva<br />

dominato i desideri e mantenuto<br />

le passioni in perfetto ordine. Senza<br />

questo dono, esse sono entrate in<br />

ebollizione, obbligando l’essere umano<br />

ad una continua lotta interiore per<br />

poterle governare. L’innocenza è entrata<br />

in uno stato di belligeranza per<br />

preservarsi dal peccato.<br />

La causa più profonda<br />

delle discordie<br />

Conseguenze di questo disordine<br />

sono l’invidia e le rival<strong>it</strong>à, principali<br />

cause, a loro volta, delle risse e<br />

discordie. Insomma, come dice l’apostolo<br />

San Giacomo nella seconda<br />

lettura di questa 25ª Domenica del<br />

Tempo Ordinario, “dove c’è gelosia e<br />

spir<strong>it</strong>o di contesa, c’è disordine e ogni<br />

sorta di cattive azioni” (GC 3, 16).<br />

Infatti, è l’invidia uno dei vizi più<br />

perniciosi. Chi si lascia trasportare da<br />

essa, non conosce la felic<strong>it</strong>à. L’invidioso<br />

è sempre in continuo confronto<br />

con gli altri e quando incontra chi lo<br />

supera in qualcosa, sub<strong>it</strong>o si chiede:<br />

“Perché lui è più di me? Perché lui ha<br />

e io no?”. Questo atteggiamento rende<br />

acida e amara la sua v<strong>it</strong>a, causando<br />

ogni specie di dissapori e, talvolta,<br />

anche malessere fisico.<br />

Settembre 2009 · Salvami Regina 11

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