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COPIA OMAGGIO • COMPLIMENTARY COPY EDIZIONI PRC

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M. MASTRORILLO<br />

La sua presenza fu subito accettata e molti<br />

erano quelli che lo frequentavano. Passeggiava<br />

per l’isola vestito con abiti ricercati.<br />

Lo stile brillante di cui era dotato, lo faceva<br />

apprezzare da artisti e magnati che gareggiavano<br />

a invitarlo alle loro tavole imbandite.<br />

Lo scrittore, però, occupava le giornate<br />

documentandosi sul conte Fersen nella biblioteca<br />

di Casa Cerio: il vecchio Edwin,<br />

infatti, aveva conosciuto e frequentato Villa<br />

Lysis, la fastosa residenza che Fersen si era<br />

fatto costruire a Capri. Ma cercò soprattutto<br />

di parlare con quanti avessero conosciuto il<br />

conte. Ne rintracciò pochi e quasi nessuno<br />

attendibile. Molte notizie poté ricavarle, per<br />

quanto edulcorate, dalla figlia della sorella di<br />

Fersen, Gaby Capece Minutolo marchesa di<br />

Bugnano, che viveva a Napoli.<br />

Visitò più volte Villa Lysis, da anni ormai<br />

disabitata e senza mobilio, che si trovava<br />

in una condizione di grande deterioramento.<br />

«Ora è, scriveva Norman Douglas nel<br />

1933, come un castello in una fiaba, tutta<br />

vuota e abbandonata, ricoperta o meglio<br />

soffocata in un groviglio d’alberi… perché<br />

egli era talmente affezionato ai suoi pini, ai<br />

lecci, alle mimose, che non permetteva se<br />

ne toccasse il più piccolo ramoscello». Nel<br />

peristilio sopravviveva solo la scritta: Amori<br />

et dolori sacrum, Sacro al dolore e all’amore.<br />

Anche il giardino, al quale Fersen aveva<br />

dedicato grandi risorse economiche, era<br />

completamente abbandonato e invaso dalle<br />

erbacce. Bruce Chtawin, sull’isola molti<br />

anni dopo, visitò quel che restava della casa<br />

entrata nell’immaginario e scrisse: «Casa di<br />

sogno, dove speravano di vivere, amare e<br />

operare prodigi creativi, ma che nonostante<br />

lo scenario idilliaco Il salone di Villa Lysis.<br />

Qui il conte Fersen<br />

erano contaminate<br />

visse fino<br />

alla sua molrte.<br />

da un’atmosfera morbosa<br />

affine a quella<br />

A destra,<br />

Roger Peyrefitte<br />

che su Fersen<br />

dell’Isola dei morti di<br />

scrisse il libro<br />

“L’esule di Capri”.<br />

Bocklin». Era infatti<br />

accaduto che alla Villa Lysis. Count Fersen<br />

The reception room at<br />

lived in the house until<br />

morte di Fersen, gli his death. Right, Roger<br />

Peyrefitte, who wrote the<br />

eredi, dopo aver affittato<br />

la villa per brevi<br />

about Fersen.<br />

book L’Exile de Capri<br />

periodi e averla abitata<br />

dagli anni Trenta ai Quaranta, l’avessero<br />

venduta nel 1950 al miliardario messicano<br />

di origine armena Felix Mechaulan.<br />

I giorni capresi<br />

La vita dello scrittore a Capri era regolata<br />

sui tempi lunghi e improntata al più puro<br />

piacere. La mattina, dopo una bella<br />

<br />

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