COPIA OMAGGIO ⢠COMPLIMENTARY COPY EDIZIONI PRC
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Jacob Philipp Hackert<br />
nel suo atelier<br />
in un ritratto<br />
di Augusto Nicodemo.<br />
A sinistra, la “Veduta<br />
dell’isola di Capri”<br />
realizzata da Hackert<br />
nel 1792.<br />
Jacob Philipp Hackert<br />
in his artist’s studio, in<br />
a portrait by Augusto<br />
Nicodemo. Left, View<br />
of the Island of Capri<br />
painted by Hackert in<br />
1792.<br />
re sulla strada della fede per abbracciare invece<br />
la sua unica e vera passione: la pittura.<br />
Così, a soli 11 anni Philipp aveva mostrato<br />
alla famiglia il ritratto ad olio di un generale<br />
a cavallo, accompagnato da una serie<br />
di disegni dedicati alla collezione di fiori<br />
che il padre coltivava con cura nel giardino<br />
di casa. Una prova tangibile dell’interesse<br />
per la natura che lo avrebbe accompagnato<br />
per tutta la vita, spingendolo a lasciare i<br />
paesaggi nordici, punteggiati di pini e laghi<br />
dalle acque cristalline, per raggiungere<br />
l’Italia, meta principale del Grand Tour, il<br />
viaggio iniziatico che ogni intellettuale che<br />
si rispettasse doveva fare a quel tempo.<br />
Verso le mete del Grand Tour<br />
Dopo aver passato qualche anno a Parigi,<br />
nel 1769 Philipp, accompagnato da suo<br />
fratello Georg, decide di lasciare la terra<br />
natale per raggiungere le mete principali<br />
del Grand Tour: Venezia, Firenze, Roma<br />
e Napoli. Pennelli e tele alla mano, nel<br />
corso del viaggio l’artista ritrae i luoghi<br />
che lo colpiscono di più, come le rovine<br />
dei Fori ma anche<br />
alcune intense vedute<br />
di Tivoli e<br />
della campagna<br />
romana, dipinte a<br />
fil di pennello con<br />
un’attenzione per<br />
i dettagli quasi ossessiva.<br />
Non sarà però la<br />
città eterna a fare<br />
la fortuna di Hackert<br />
ma Napoli, la<br />
capitale del Regno delle Due Sicilie. L’artista<br />
la visita una prima volta per ammirare<br />
Pompei ed Ercolano, i due straordinari siti<br />
archeologici appena scoperti, i verdi paesaggi<br />
dei Campi Flegrei e l’impressionante<br />
cratere del Vesuvio. È una vera e propria<br />
attrazione fatale, che lascia segni indelebili<br />
nella memoria del pittore, che torna in<br />
patria con l’unico desiderio di tornare in<br />
Campania. E lo farà nel 1782, lasciandosi<br />
alle spalle una carriera ben avviata e i favori<br />
di molte teste coronate d’Europa, prima<br />
tra tutte Caterina II di Russia. È lei a mandarlo<br />
in Italia, ordinandogli una veduta<br />
della Reggia di Caserta, quel capolavoro di<br />
Vanvitelli talmente spettacolare da meritare<br />
il soprannome di “Versailles dei<br />
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