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COPIA OMAGGIO • COMPLIMENTARY COPY EDIZIONI PRC

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[Natura]<br />

un melo di un orto vicino «trasformato<br />

d’improvviso in cascata di stelle odorose»,<br />

a cui i due innamorati si ripropongono<br />

di rubare la notte un ramo fiorito per<br />

portare anche dentro casa la primavera.<br />

Tra le pietre dei muri a secco Neruda<br />

osserva affascinato fiori che non conosce<br />

nella primavera che avanza, li raccoglie in<br />

un erbario o li offre alla sua Matilde. Un<br />

epistolario tra Neruda ed Edwin Cerio,<br />

spuntato a sorpresa molti anni dopo dalla<br />

biblioteca del Centro Caprense Ignazio<br />

Cerio (fondato dallo stesso Edwin), fissa<br />

nel tempo la frenesia di apprendere del<br />

poeta temporaneamente naturalista. Cerio<br />

gli è paziente maestro; gli dona piccoli<br />

frammenti di natura caprese (un insetto,<br />

conchiglie, testi da lui scritti) ed il poeta<br />

assicura che «leggerò tutto, sarò ricco a<br />

causa delle vostre conquiste» e ribadisce<br />

che «devo ancora rileggere il piccolo libro<br />

sui fiori e le piante. È qui che bisogna<br />

leggerlo».<br />

La sera Pablo e Matilde vanno a sedersi<br />

su una panchina alla rotonda-belvedere<br />

di Tragara, beandosi delle<br />

acrobazie dei gabbiani<br />

La veduta<br />

e del mutevole gioco di<br />

dei Faraglioni<br />

colori del mare, anche se dalla terrazza<br />

di Tragara.<br />

l’esule, ricordando le onde<br />

impetuose del Pacifico, Faraglioni from<br />

The view of the<br />

the terrace at<br />

brontola: «Questo mare è Tragara.<br />

Tra uomo e terra<br />

La toccante sobrietà dei versi del Prologo<br />

e dell’Epilogo di Las uvas y el viento<br />

rivela l’anelito di Neruda ad un’armonia<br />

tra uomo e uomo, tra terra e uomo, dove<br />

l’essenziale è molto semplice ed eterno:<br />

«(..) Il meglio di una terra/e un’altra<br />

terra/io innalzai sulla mia bocca/col mio<br />

canto:/la libertà del vento,/la pace tra<br />

l’uva./Sembravano gli uomini/nemici,/<br />

ma la stessa notte/li copriva/ed era un<br />

solo chiarore/quello che li risvegliava:/il<br />

chiarore del mondo./(..) Tutti erano<br />

uguali./Tutti avevano occhi/rivolti alla<br />

luce, cercavano/le strade./Tutti avevano<br />

bocca,/cantavano/verso la primavera./<br />

Tutti./Per questo/io cercai fra l’uva/e il<br />

vento/il meglio degli uomini» 1 .<br />

«Dove sono stato, anche/nelle spine/che<br />

vollero ferirmi,/ho trovato che una colomba/cuciva/nel<br />

suo volo/il mio cuore<br />

con altri/cuori./Ho trovato dovunque/<br />

pane, vino, fuoco, mani,/tenerezza./Io<br />

ho dormito sotto tutte/le bandiere/riunite/come<br />

sotto i rami/di un solo bosco<br />

verde./(..) Come la terra,/io appartengo<br />

a tutti./Non c’è una sola goccia/di odio<br />

nel mio petto. Aperte/vanno le mie<br />

mani/spargendo l’uva/nel vento./(..)<br />

Che l’amore ci difenda./Che la terra/<br />

continui senza fine fiorita/a fiorire./(..)<br />

Che sia distribuito/ogni canto sulla<br />

terra./Che si innalzino i grappoli./Che<br />

li propaghi il vento./Così sia» 2 .<br />

1<br />

“Prologo” (Las uvas y el viento)<br />

2<br />

“Epilogo”(Las uvas y el viento)<br />

M. MASTRORILLO<br />

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