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COPIA OMAGGIO • COMPLIMENTARY COPY EDIZIONI PRC

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[Tradizioni]<br />

prendere questa vita perché per i circa<br />

duecento giovani che ogni anno si<br />

imbarcavano, era l’unico modo per<br />

risparmiare di anno in anno una<br />

somma sufficiente per potersi sposare<br />

ed iniziare una nuova vita. Non li spaventava<br />

nemmeno il pericolo di essere fatti<br />

prigionieri dagli avventurieri o dai<br />

pirati che allora infestavano il Mediterraneo<br />

con le loro scorrerie.<br />

Per cautelarsi, i marinai aprirono una<br />

sottoscrizione per dar vita ad una Congregazione<br />

di Carità o Monte, sia a Capri che<br />

ad Anacapri, con il compito di sostenere le<br />

ragazze povere che non potevano accasarsi<br />

per mancanza di mezzi, ma soprattutto per<br />

avere a disposizione una somma per «…il<br />

riscatto di qualcheduno degli aggregati che<br />

nol permetta Dio, andasse schiavo in mano<br />

ai Turchi… e che se accorresse tale<br />

disgrazia s’abbia da impiegare<br />

tutto quello denaro che si trovava<br />

fruttato da detto capitale; …e non<br />

potendo poi soddisfare a tanti, s’impiegassero<br />

docati cinquanta per ciascheduno comunicando<br />

dal primo che fusse fatto schiavo<br />

e se fussero fatti schiavi tutti insieme sopra<br />

una barca, s’abbiano a bussolare chi ha da<br />

essere il primo, secondo, terzo, quarto, così<br />

man mano… ».<br />

I Monti avevano sede nei due comuni, nelle<br />

piccole chiese dedicate a Santa Maria di<br />

Costantinopoli. È tradizione che l’immagine<br />

di questa Madonna, chiamata anche<br />

“Schiavona”, fosse stata ritrovata nella stiva<br />

di una nave pirata assalita e distrutta da<br />

un vascello di corallini di Torre del Greco<br />

al largo della Sardegna. Essa era anche venerata<br />

dai Turchi a Costantinopoli fin dai<br />

tempi dell’Imperatore Costantino ed ora era<br />

Coralli rossi<br />

del Mediterraneo<br />

per la parure<br />

proposta<br />

da “Don Alfonso”.<br />

A destra in basso,<br />

le vetrine<br />

del negozio<br />

in via Roma e sopra,<br />

Alfonso Alberino<br />

sulla soglia<br />

de “La Fiorente”<br />

in una foto del 1947.<br />

diventata il sacro simbolo dei<br />

pescatori torresi che l’avevano eletta a loro<br />

protettrice.<br />

Anche quelli di Capri nutrivano una particolare<br />

devozione verso la Vergine Maria<br />

e non intraprendevano nessun viaggio per<br />

mare senza recarsi prima a rendere omaggio<br />

a S. Maria del Soccorso nella chiesetta<br />

di Monte Tiberio, già S. Leonardo, patrono<br />

degli schiavi, o in quella di S. Maria a<br />

Cetrella sul Monte Solaro.<br />

Oggi gli abitanti del borgo marinaro di<br />

Marina Grande celebrano, nella seconda<br />

domenica di settembre, la loro più importante<br />

festività dell’anno dedicata alla<br />

Madonna della Libera così invocata, già<br />

nella cappella del Castello di Capri, perché<br />

liberasse i pescatori fatti prigionieri dai<br />

A. SALVIA<br />

A. SALVIA<br />

Turchi.<br />

Red Mediterranean coral for the<br />

parure designed by Don Alfonso.<br />

Above, Alfonso Alberino<br />

in the doorway of La Fiorente,<br />

in a photograph from 1947.<br />

Below, the shop windows<br />

in via Roma.<br />

Pescatori in festa<br />

Nella seconda metà dell’Ottocento ne<br />

veniva celebrata un’altra nel centro di<br />

Capri della quale si è però perduta la<br />

memoria e la tradizione. Lo scrittore<br />

inglese John Richard Green nel 1876<br />

così scriveva descrivendola: «…l’unica<br />

vera pausa nella monotonia dell’inverno<br />

caprese è la Festa dei Pescatori di Corallo<br />

che si celebra ogni anno l’ultima<br />

domenica di gennaio.<br />

Molto prima dell’alba un forte scoppio<br />

di mortaretti desta l’isola dal sonno e la<br />

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