COPIA OMAGGIO ⢠COMPLIMENTARY COPY EDIZIONI PRC
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[Tradizioni]<br />
Un corallo ha preso<br />
le forme di una suggestiva<br />
rosa nella collana<br />
protagonista della<br />
collezione “Scintille<br />
di fuoco” di Dorotea<br />
Liguori.<br />
A piece of coral has<br />
taken the shape of a<br />
rose in bloom, in this<br />
necklace that is one of<br />
the highlights of Dorotea<br />
Liguori’s collection<br />
named “Scintille di<br />
fuoco” (sparks of fire).<br />
L’arte del corallo<br />
La parola corallo deriva molto probabilmente<br />
dal greco korallion cioè “scheletro<br />
duro”. Altri fanno invece derivare il nome<br />
dall’ebraico goral termine con il quale venivano<br />
indicate le pietre utilizzate per gli<br />
oracoli in Asia Minore e nel Mediterraneo,<br />
tra le quali un ruolo preponderante era<br />
appunto quello svolto dai coralli. Secondo<br />
i Greci e i Romani il corallo era “il miglior<br />
frutto del mare” e Ovidio nelle Metamorfosi<br />
scrive: «È come erba molle che nasce non<br />
sulla terra ma nel mare, la cui salsedine<br />
fa marcire la pianticella quindi le foglie si<br />
staccano e la spuma del mare la porta a riva.<br />
L’aria la indurisce e chi la tocca direbbe che<br />
è pietra ciò che poco prima era erba».<br />
È ai piedi del Vesuvio, nell’antico borgo<br />
marinaio di Torre del Greco che si è scritta<br />
gran parte delle lunga storia di questo prezioso<br />
gioiello del mare. La pesca del corallo<br />
T. OSTOJIC<br />
all’esazione della decima sul pesce pescato<br />
nel mare pertinente la Certosa, concesse<br />
anche la decima sul corallo suscitando, nel<br />
tempo, una sequela di rancori e controversie<br />
tra il Clero, il Vescovado e l’Università<br />
per il fatto che in alcune annate i corallini<br />
versavano ai monaci, sui diritti della pesca<br />
del corallo, migliaia di ducati.<br />
I “banchi” presso la Maddalena in Sardegna<br />
e quelli nelle Bocche di Bonifacio,<br />
furono un’altra grande risorsa per i pescatori<br />
capresi alcuni dei quali, col tempo, si<br />
stabilirono definitivamente su quell’isola.<br />
La secca delle vedove<br />
Racconta Eugenio Aprea, che alcuni di essi,<br />
alla fine del Settecento si erano imbattuti,<br />
fra la Sicilia e Capri, in una “secca” inesauribile<br />
di corallo e di pesci di<br />
tutte le specie intorno alla quale<br />
tutti i pescatori del Golfo di Napoli ed altri<br />
provenienti da mari lontani si recavano attratti<br />
dalla prospettiva di grandi guadagni.<br />
In quella pesca lontana dalla propria isola,<br />
con tutti i rischi derivanti dallo scatenarsi<br />
di improvvise tempeste in mare aperto,<br />
vi era quel senso di avventura insito nell’impresa.<br />
Una notte, infatti, mentre tutto<br />
faceva prevedere una copiosa pesca, un<br />
grande fortunale estivo, di quelli che non<br />
effettuata dai marinai di Torre del Greco è<br />
infatti documentata fin dal XV secolo e nel<br />
1790 viene costituita la Reale compagnia<br />
del corallo. Il 22 dicembre 1798 Ferdinando<br />
IV di Borbone promulga poi il Codice<br />
corallino con l’intento di regolamentarne<br />
la pesca.<br />
Durante la seconda metà dell’Ottocento le<br />
coralline che salpavano da Torre del Greco<br />
erano circa 290 all’anno e nel 1878 viene<br />
fondata la Scuola per la lavorazione del<br />
corallo presso la quale, nel 1993, è stato<br />
realizzato il Museo del corallo. Quello che<br />
era un piccolo borgo di pescatori si trasforma<br />
così poco alla volta nell’epicentro<br />
della lavorazione dell’oro rosso. Oggi, a<br />
Torre del Greco non viene più praticata<br />
la pesca del corallo ma la città è tuttora il<br />
più importante centro mondiale per la sua<br />
lavorazione.<br />
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