MUCOSITI - Evidence Based Nursing

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PREVENZIONE, TRATTAMENTO E CURA DELLE MUCOSITI DEL CAVO ORALE NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO Infermiere Sabbi Vanessa e Gori Erica INTRODUZIONE Individuazione delle evidenze scientifiche in merito alla prevenzione, trattamento e cura delle mucositi del cavo orale. La mucosite del cavo orale, detta anche stomatite, è il risultato dell’effetto sistemico citotossico degli agenti chemioterapici e di quello locale delle radiazioni e si sviluppa nel 40% dei pazienti e puo’ manifestarsi con un semplice rossore sino ad arrivare a severe ulcerazioni. La mucotossicita’ prodotta dalla chemioterapia puo’ essere: • DIRETTA che e’ il comune effetto degli agenti chemioterapici (metotrexate, 5fluorouracile, aracytin, ciclofosfamideifofosfamide, doxorubicina, idarubicina, bleomicina) • INDIRETTA che deriva dalla immunosoppressione causata dalla chemioterapia Naturalmente l’utilizzo di protocolli che prevedono l’utilizzo di polichemioterapia o l’associazione di chemioterapici e terapia radiante provocano una mucotossicita’ maggiore. Esiste una scala di valutazione delle mucositi orali, emanata dall’organizzazione mondiale della salute. GRADO SEGNI E SINTOMI 0 nessun sintomo 1 dolore alla mucosa senza ulcere 2 dolore alla mucosa con ulcere ma il paziente riesce ad alimentarsi normalmente 3 il paziente riesce ad assumere solo dieta liquida 4 il paziente non riesce ne a mangiare ne a bere quindi il paziente necessita di supporto nutrizionale parenterale o enterale

PREVENZIONE, TRATTAMENTO E<br />

CURA DELLE <strong>MUCOSITI</strong> DEL CAVO<br />

ORALE NEI PAZIENTI SOTTOPOSTI A<br />

TRAPIANTO DI MIDOLLO OSSEO<br />

Infermiere Sabbi Vanessa e Gori Erica<br />

INTRODUZIONE<br />

Individuazione delle evidenze scientifiche in merito alla prevenzione, trattamento e cura<br />

delle mucositi del cavo orale.<br />

La mucosite del cavo orale, detta anche stomatite, è il risultato dell’effetto sistemico<br />

citotossico degli agenti chemioterapici e di quello locale delle radiazioni e si sviluppa nel<br />

40% dei pazienti e puo’ manifestarsi con un semplice rossore sino ad arrivare a severe<br />

ulcerazioni.<br />

La mucotossicita’ prodotta dalla chemioterapia puo’ essere:<br />

• DIRETTA che e’ il comune effetto degli agenti chemioterapici (metotrexate,<br />

5fluorouracile, aracytin, ciclofosfamideifofosfamide, doxorubicina, idarubicina, bleomicina)<br />

• INDIRETTA che deriva dalla immunosoppressione causata dalla chemioterapia<br />

Naturalmente l’utilizzo di protocolli che prevedono l’utilizzo di polichemioterapia o<br />

l’associazione di chemioterapici e terapia radiante provocano una mucotossicita’<br />

maggiore.<br />

Esiste una scala di valutazione delle mucositi orali, emanata dall’organizzazione mondiale<br />

della salute.<br />

GRADO<br />

SEGNI E SINTOMI<br />

0 nessun sintomo<br />

1 dolore alla mucosa senza ulcere<br />

2 dolore alla mucosa con ulcere ma il<br />

paziente riesce ad alimentarsi normalmente<br />

3 il paziente riesce ad assumere solo dieta<br />

liquida<br />

4 il paziente non riesce ne a mangiare ne<br />

a bere quindi il paziente necessita di<br />

supporto nutrizionale parenterale o enterale


FATTORI DI RISCHIO<br />

1. Presenza di patologie del cavo orale preesistenti alla somministrazione della<br />

chemioterapia<br />

2. Scarsa igiene del cavo orale durante la chemioterapia e il successivo periodo di<br />

immunosoppressione<br />

3. Tipologia della neoplasia o della leucemia e stadiazione della stessa (un paziente<br />

pluritrattato e’ piu’ a rischio di un paziente con malattia all’esordio)<br />

4. Protocollo di chemioterapia utilizzato,in caso di radioterapia la zona irradiata e la dose<br />

utilizzata<br />

5. La durata e la severita’ del periodo di citopenia<br />

6. L’eta’( i pazienti con eta’ superiore a 20 anni sono piu’ a richio)<br />

7. Il sesso e la razza, infatti sembrano maggiormente a rischio le donne e la razza bianca<br />

PREVENZIONE<br />

Durante la nostra ricerca abbiamo evidenziato l’importanza di questa fase ed e’<br />

supportata da notevoli evidenze scientifiche.<br />

• Sarebbe necessario prima di un qualsiasi protocollo di chemioterapia sottoporsi ad una<br />

accurata visita dentistica per eliminare carie e patologie dentali preesistenti.<br />

• Sciacquo con clorexidina 0,1%: e’ necessario durante tutto il trattamento eseguire<br />

una corretta igiene del cavo orale (EVIDENZA LIVELLO IV);lo sciacquo deve essere<br />

eseguito 4 volte al giorno soprattutto dopo i pasti.<br />

Esistono numerosissimi studi che valutano l’efficacia del collutorio di clorexidina 0,1%<br />

VS semplice lavaggio con acqua o clorexidina 0,1% VS benzydamine che<br />

EVIDENZIANO la migliore efficacia del lavaggio con clorexidina per la prevenzione<br />

delle infezioni orali.(EVIDENZA LIVELLO 3)<br />

Estratto di camomilla: vi sono alcuni studi in corso per valutare l’efficacia come<br />

antinfiammatorio dello sciacquo con estratto di camomilla,ma finora non ci sono risultati<br />

certi che ne raccomandano l’utilizzo.(EVIDENZA LIVELLO 3)<br />

Sodio bicarbonato: alcuni articoli consigliano l’esecuzione di sciacqui con sodio<br />

bicarbonato 4 volte al di’, pero’ NON VI SONO EVIDENZE per validare questo<br />

metodo.<br />

Allopurinolo: i risultati della metanalisi di uno studio del 1998 segnalano l’efficacia<br />

dello sciacquo con allopurinolo nei pazienti sottoposti a chemioterapia con<br />

fluorouracile,lo sciacquo andrebbe eseguito 4 o 6 volte al di’(LIVELLO 1A)<br />

Sucralfato: e’ un sale basico di alluminio non assorbibile che forma una barriera<br />

protettiva ed e’ utilizzato nel trattamento dell’ulcera gastrica.<br />

In questo caso viene usato come sciacquo da espettorare o deglutire, ed e’ stato<br />

riscontrato un modesto beneficio nei pazienti sottoposti a questo<br />

trattamento(EVIDENZA LIVELLO 1B)<br />

Prostaglandine E2: esiste un trial doppio ceco su 60 pazienti leucemici sottoposti a<br />

TMO che hanno eseguito condizionamento con TBI + ciclofosfamide o ciclofosfamide<br />

+busulfano che ha evidenziato che non esistono sostanziali differenze fra il gruppo che<br />

assumeva prostaglandine e quello che assumeva placebo, l’unica differenza<br />

sostanziale e’ risultata una maggiore predisposizione del gruppo con prostaglandine a<br />

sviluppare infezioni da Herpes simplex.( EVIDENZA LIVELLO 1B)


Filgrastim: e’ un fattore stimolante la granulocitosi utilizzato nella prevenzione della<br />

neutropenia severa successiva a chemioterapia mielosoppressiva.<br />

Sull’efficacia del filgrastim nella prevenzione delle mucositi e’ stato osservato che non<br />

ha effetto protettivo ne sulle mucose ne sull’epitelio.<br />

Crioterapia: con questo termine intendiamo la somministrazione di cubetti di ghiaccio<br />

da tenere in bocca per 30 minuti subito dopo la somministrazione di chemioterapia<br />

per provocare una vasocostrizione dei vasi della mucosa orale per ridurre la<br />

distribuzione del chemioterapico alla mucosa orale diminuendo la tossicita’.<br />

Esiste una Cochrane review del 1999 che segnala che VI SONO EVIDENZE che<br />

consigliano l’utilizzo della crioterapia nella prevenzione pero’ solamente per il<br />

fluorouracile eseguito in bolo e invece per quanto riguarda la somministrazione dei<br />

chemioterapici in perfusione continua non serve in quanto il farmaco e’ sempre<br />

presente in circolo.(EVIDENZA LIVELLO 1A )<br />

Acido folinico: viene utilizzato per ridurre la mielotossicita’ successiva a<br />

somministrazione di metotrexate ad alte dosi e quindi di conseguenza per ridurre la<br />

mucosite indotta da questo farmaco altamente tossico per la mucosa orale.<br />

Propantheline: esiste uno studio randomizzato in corso su pazienti affetti da leucemie<br />

che vengono sottoposti a TMO in seguito a condizionamento con etoposide ad alte<br />

dosi che evidenzia che i pazienti che hanno assunto propantheline rispetto al gruppo di<br />

controllo hanno presentato una minore incidenza della mucosite ( lo studio pero’ ha<br />

poca rilevanza in quanto i gruppi controllati sono minimi ed e’ stato eseguito per breve<br />

tempo) (EVIDENZA LIVELLO 1B)<br />

TRATTAMENTO<br />

Non esiste nessun trattamento specifico per le mucosità del cavo orale,si puo’ solamente<br />

ricorrere a trattamenti paliativi per contenere il dolore e a terapie supportive per la<br />

mancanza di alimentazione.<br />

Igiene orale: anche in questo caso e’ necessaria una accurata igiene del cavo orale<br />

utilizzando gli sciacqui , la pulizia o la rimozione delle placche (ove siano presenti)<br />

durante tutto il periodo della citopenia(EVIDENZA DI GRADO IV)<br />

Anestetici locali: i due farmaci maggiormente utilizzati sono la lidocaina viscosa e la<br />

xilocaina che vengono usati per anestetizzare il cavo orale e quindi diminuire il dolore;<br />

possono essere usati singolarmente o in associazione ad altri farmaci quali Benadryl<br />

(antihistamina) e Maalox (magnesio idrossido) come sciacquo da ripetere almeno 3<br />

volte al giorno.<br />

Non vi sono pero’ evidenze che ne supportino l’utilizzo anzi alcuni pazienti non<br />

riescono a tollerare l’uso di anestetici orali per il forte bruciore degli stessi quando<br />

viene utilizzato lo sciacquo.<br />

Capsaicina: che e’ l’ingrediente attivo contenuto nel peperoncino,viene utilizzato sotto<br />

forma di caramelle che dovrebbero attenuare il dolore da mucosite agendo sui recettori<br />

del dolore presenti nella mucosa ma le evidenze presenti NON SONO SUFFICENTI a<br />

portare alla conclusione che la capsaicina sia efficace.<br />

Provitamina A: viene utilizzata per le sue proprieta’ antiossidanti ,ma anche in questo<br />

caso non ci sono evidenze che consigliano il suo utilizzo anche se sono in corso studi<br />

pilota per valutarne l’efficacia.<br />

Antifungini,antibatterici e antivirali: sono usati sia per via orale che sistemica, ma<br />

non vi sono evidenze che raccomandino l’uso di questi farmaci per la prevenzione;<br />

invece nel caso in cui sia presente una infezione virale o fungina la revisione della<br />

Cochrane ne EVIDENZIA l’efficacia. (EVIDENZA LIVELLO 1A)


Antidolorifici sistemici: il farmaco di elezione per ridurre il dolore da mucosite orale<br />

nei pazienti sottoposti a TMO e’ la morfina che puo’ essere somministrata per via<br />

sistemica o topica ed e’ l’unico vero sistema per controllare in parte il<br />

dolore.(EVIDENZA LIVELLO 1A)<br />

Nutrizione parenterale totale: viene utilizzata nei pazienti con mucosite di grado 4 in<br />

quanto non in grado di alimentarsi.<br />

CONCLUSIONI<br />

Analizzando tutti gli articoli trovati durante la nostra ricerca abbiamo riscontrato che gli<br />

studi effettuati per trovare un intervento contro le mucositi sono moltissimi, ma l’efficacia di<br />

alcuni trattamenti non e’ supportata da evidenze; invece qualche trattamento che si e’<br />

dimostrato efficace in corso di studio ha ancora una sperimentazione molto limitata percio’<br />

l’unico trattamento finora riconosciuto (pero’ solo in caso di somministrazione di 5-<br />

fluouracile in bolo) e’ la crioterapia che risulta invece inefficace nelle terapie in infusione<br />

continua.<br />

Sebbene negli interventi che abbiamo analizzato sia presente il livello di raccomandazione<br />

gli studi in questo campo sono ancora frammentari e soppratutto non vi sono risultati certi<br />

perche’ le varianti che devono essere analizzate sono moltissime.<br />

La chemioterapia ad alte dosi cui sono sottoposti i pazienti che devono subire un trapianto<br />

di midollo osseo induce una mucosite severa per cui non vi e’ una cura risolutiva; e’quindi<br />

necessario mettere in atto tutti quei provvedimenti sopradescritti al fine di ridurre il dolore<br />

e la possibilita’ di sovrainfezione sino alla ripresa ematologia.<br />

LIVELLO DELLE EVIDENZE<br />

• LIVELLO 1<br />

• LIVELLO 2<br />

• LIVELLO 3<br />

studi<br />

• LIVELLO 4<br />

A: evidenza da metanalisi di trials clinici randomizzati controllati<br />

B: evidenza da almeno 1 trial clinico randomizzato controllato<br />

A:evidenza da almeno 1 studio controllato non randomizzato<br />

B:evidenza da almeno 1 studio di tipo quasi sperimentale<br />

evidenza da studi descrittivi non sperimentali come studi comparativi<br />

di correlazione o caso-controllo<br />

evidenza da report o opinioni di esperti o risultati di esperienza clinica<br />

o entrambi<br />

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