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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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92 Tommaso Montanari<br />

inaugurata dal ministro Medici), prima fra tutte la costruzione della strada litoranea Monfalcone<br />

- Grado e la canalizzazione dell’agro cormonese.<br />

Così riferiva De Zerbi alla presidenza del Consiglio dei Ministri l’11 dicembre 1953:<br />

In seguito all’aggravamento della situazione economica del Goriziano per l’ulteriore contrazione<br />

prodotta in tutti i settori dalla tensione dei rapporti italo-jugoslavi, ritorna – con sempre maggiore<br />

insistenza – nei voti formulati, da ogni parte, per l’adozione di provvidenze eccezionali a favore di<br />

questa Provincia, la richiesta di un’urgente definizione del problema dell’agro cormonese -<br />

gradiscano, al fine di assicurare non solo un potenziamento dell’economia agricola ma, altresì, un<br />

pronto assorbimento dell’elevatissima disoccupazione 19 .<br />

La lettura della realtà sociale come scontro tra blocchi contrapposti e la paura del nemico<br />

nazionale alimentava il clima di tensione tipico dei primi anni del dopoguerra, senza preoccuparsi<br />

di stemperare i conflitti generati dalla difficile situazione sociale. Inoltre, la visione di due<br />

blocchi nazionali in lotta tra loro impediva il formarsi di una più matura dialettica politica che<br />

concepisse la risoluzione di problemi diversi e complessi – la rinascita economica della zona<br />

all’interno dei nuovi confini – con strumenti più sofisticati della semplice richiesta di aiuti<br />

economici per difendersi dal nemico slavo.<br />

Tuttavia, era proprio il prolungato clima di scontro in una delicatissima area di confine quello<br />

che giustificava il costante afflusso di aiuti che arrivavano dai vari ministeri: per questo, la<br />

pacificazione reale del territorio sarebbe stato un risultato in contraddizione con i cospicui<br />

fondi che arrivavano dal governo. In questo modo si operò uno scambio tra democrazia e aiuti<br />

economici, dove la prima fu senz’altro sacrificata ai secondi. Il conflitto politico e sociale tanto<br />

temuto ed il cui pericolo destabilizzante veniva di continuo fatto presente alle istituzioni<br />

nazionali, in realtà era il motivo per cui il denaro poteva essere legittimamente richiesto alle<br />

autorità governative. L’instabilità, l’insicurezza e la dipendenza dalla capitale divennero in<br />

questo modo le caratteristiche non transitorie del conflitto politico e sociale del territorio per<br />

gli anni a seguire.<br />

Per capire come questa politica prefettizia abbia avuto un riscontro di lunga durata concludo<br />

con una nota prefettizia, redatta dal prefetto Giacinto Nitri nel febbraio 1960. La lettera seguiva<br />

con una certa preoccupazione il cambio generazionale che la Democrazia cristiana locale<br />

andava subendo e l’evoluzione della corrente di sinistra a scapito di quella centrista sostenuta<br />

dagli anziani. La corrente di sinistra era composta da elementi giovani (rappresentati principalmente<br />

dagli esponenti provinciali del partito democristiano e da buona parte degli esponenti<br />

sezionali in provincia, postisi in evidenza, nella corrente dei «fanfaniani», nel periodo delle<br />

elezioni politiche del 1958). Il prefetto annotava che nei confronti del PCI, non solo nel partito,<br />

ma anche nella società esiste un minore mordente nell’azione anticomunista per il diminuito<br />

spirito nazionalistico. E concludeva scrivendo:<br />

è esatto che dopo 12 anni (16.9.1947) dalla cessazione della occupazione jugoslava di Gorizia, con<br />

tutte le deprecate conseguenze e la scomparsa di anziani fra i più elevati spiriti nazionalistici, la<br />

situazione di vigile contrasto su tale piano politico, non incontra più, specie fra i giovani, il<br />

mordente di una volta. Tuttavia, in complesso, lo spirito anticomunista, in funzione nazionalistica,<br />

è tuttora elevato e costituisce un baluardo efficace all’azione dei comunisti 20 .

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