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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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Verso il «partito nuovo». Il PCTLT dopo la scomunica di Tito (1948-1951) 59<br />

proprio all’interno del corpo elettorale e militante sloveno risultava essere rispettato 12 .<br />

Le elezioni politiche del 1949 costituiscono per il PCTLT un importante banco di prova,<br />

l’occasione per sperimentare e individuare nuove strategie di reclutamento e formazione dei<br />

suoi quadri 13 , come di allargamento della sua base militante. Nel giro di pochi anni dalla<br />

Risoluzione del 1948, il PCTLT poteva vantare risultati nel complesso abbastanza soddisfacenti.<br />

Nel 1951, il partito contava circa 6.300 tesserati, si articolava in 25 sezioni e 218 cellule delle<br />

quali 36 di fabbrica, raggruppate quasi esclusivamente nei grandi complessi industriali triestini<br />

14 . L’apparato dei funzionari era stato fortemente alleggerito, con una riduzione che li<br />

vedeva passare a 56 stipendiati contro i 159 del periodo precedente la svolta del 1948. A questi<br />

risultati si aggiungevano quelli ottenuti sul piano del raggiungimento di quell’obiettivo di<br />

allargamento della componente italiana che, come abbiamo visto, la nuova dirigenza si era<br />

posto dopo le elezioni del 1949. Sempre nel 1951, la presenza italiana nel partito risultava<br />

attestarsi attorno al 70% circa degli iscritti, mentre la percentuale slovena scendeva al 30% 15 .<br />

Si trattava di un processo di rinnovamento strutturale e funzionale che, come già si diceva,<br />

avrebbe consentito l’inserimento del partito nel sistema politico locale e pertanto la sua<br />

progressiva integrazione in quello nazionale. Tuttavia, esso presentava molteplici contraddizioni,<br />

le quali ruotavano principalmente attorno al tipo di scelte da questo adottate di fronte<br />

ad un corpo elettorale e militante nazionalmente misto. Si trattava di una linea politica che se,<br />

da un lato, mostrava di contenere fattori di crescita civile e democratica, dall’altro segnava<br />

anche molteplici elementi di debolezza e di ambiguità. Elementi che emergevano con chiarezza<br />

al III Congresso del PCTLT del 1951, allorché la lotta al deviazionismo titino, terminata la<br />

fase dell’epurazione, conosceva un altro importante momento di svolta nell’elaborazione<br />

teorica del Titofascismo.<br />

———————————<br />

1 Su questi aspetti rinvio al mio saggio La costruzione del sistema politico a Trieste nel secondo<br />

dopoguerra. Le anomalie del caso locale, contenuto in questo volume.<br />

2 Cfr. Relazione di Vittorio Vidali al Congresso straordinario del PCTLT, 21-23 agosto 1948, Archivio<br />

Fondazione Istituto Gramsci, fondo Mosca, b. 5611, MF 098.<br />

3 Vedi Relazione di Alessandro Destradi al Congresso del PCTLT, 16-18 settembre 1949, Archivio<br />

Fondazione Istituto Gramsci, fondo Mosca, b. 56/2, MF 098.<br />

4 Ibidem.<br />

5 Ibidem.<br />

6 Vedi Verbali del Comitato centrale, 15-17 luglio 1949, Relazione di Alessandro Destradi, Archivio<br />

Fondazione Istituto Gramsci, fondo Mosca, MF 099.<br />

7 Vedi Relazione di Alessandro Destradi al Congresso del PCTLT, 16-18 settembre 1949: Archivio<br />

Fondazione Istituto Gramsci, fondo Mosca, b. 56/2, MF 098.<br />

8 Ibidem.<br />

9 Vedi Verbali del Comitato centrale, 15-17 luglio 1949, Relazione di Alessandro Destradi, Archivio<br />

Fondazione Istituto Gramsci, fondo Mosca, MF 099.<br />

10 Ibidem.<br />

11 Vedi Relazione di Alessandro Destradi al Congresso del PCTLT, 16-18 settembre 1949, Archivio<br />

Fondazione Istituto Gramsci, fondo Mosca, b. 56/2, MF 098.<br />

12 Ibidem.<br />

13 Su questi aspetti vedi A. Verrocchio, Elezioni, eletti, rappresentanza politica a Trieste nel secondo

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