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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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I tratti specifici del sistema economico della zona B. Il caso dell’Ampelea e dell’Arrigoni 481<br />

posto che la cittadina era un centro operaio che vantava una salda tradizione socialista. Le<br />

autorità facevano forte affidamento sul sostegno del proletariato locale, in prevalenza italiano.<br />

A tal proposito fu avviata in tempi accelerati l’applicazione dei principi della nuova politica<br />

sociale jugoslava, che, sotto il profilo gestionale, costituì per gli stabilimenti di Isola un notevole<br />

aggravio finanziario 30 . La politica occupazionale si attenne alla stessa logica politica e puntò,<br />

almeno fino a quando ciò fu possibile, a mantenere un elevato tasso d’occupazione 31 .Il<br />

controllo della complessa dinamica sociale e politica dell’area, a fronte del deterioramento<br />

delle condizioni economiche, divenne per gli organismi del potere popolare un compito sempre<br />

più arduo 32 . I primi seri disordini sociali fra la popolazione di Isola furono determinati<br />

dall’introduzione delle jugolire, imposte dall’ottobre del 1945 quale unica moneta avente corso<br />

nella zona B. In ragione della copiosa presenza operaia, si ebbe a Isola un’elevata concentrazione<br />

della nuova valuta, per un importo complessivo ammontante approssimativamente a 50<br />

milioni di jugolire. Le scorte razionate di merci erano straordinariamente ridotte, mentre con<br />

le jugolire gli operai non erano in grado di acquistare articoli di prima necessità né a Trieste né<br />

presso gli esercenti privati, i quali rifiutavano il pagamento nella nuova valuta. Per il 21<br />

dicembre fu annunciato nella cittadina uno sciopero che le autorità locali riuscirono a prevenire<br />

al prezzo di gravi difficoltà 33 .<br />

L’introduzione delle jugolire rappresentò per la zona B un allontanamento dall’economia<br />

triestina ed italiana ed una più stretta integrazione entro il sistema produttivo jugoslavo. In<br />

questa ottica anche lo stabilimento dell’Arrigoni fu soggetto, nel dicembre del 1945, alla<br />

gestione della KUNI, mentre nel gennaio del 1946 la PPNOO per il Litorale sloveno decretò la<br />

costituzione della Centrale gestionale per gli stabilimenti di conservazione del pesce nell’area<br />

della PPNOO per il Litorale sloveno (PPNOO za Slovensko primorje) e del Comitato di<br />

liberazione nazionale regionale per l’Istria (Oblastni NOO za Istro). La Centrale gestionale, più<br />

tardi ribattezzata in Centrale delle industrie di conservazione (Centrala industrije konzerv -<br />

CIK), ebbe il compito di coordinare l’attività di tutti gli stabilimenti per la conservazione del<br />

pesce nella zona B 34 .<br />

In quel periodo le autorità cercarono, senza particolare successo, di incrementare la vendita<br />

dei prodotti ittici di Isola sul mercato jugoslavo. Il mercato era infatti saturato dai prodotti<br />

jugoslavi e dai prodotti assai più economici dell’UNRRA 35 . Alcuni prodotti ittici di Isola<br />

inoltre, tradizionalmente destinati al mercato italiano, non soddisfacevano il gusto dei consumatori<br />

delle aree meridionali della Jugoslavia 36 . Venne deteriorandosi anche la qualità stessa<br />

dei prodotti, al punto che nel 1946 si dovette, ad esempio, eliminare la vendita di una notevole<br />

partita di conserve, essendosi la qualità del loro imballaggio rivelata discutibile 37 .<br />

L’istituzione della CIK condusse al deterioramento dei rapporti con le direzioni triestine<br />

delle due imprese, che sospesero la fornitura di risorse e materie prime per gli stabilimenti nella<br />

zona B. Poiché il mercato jugoslavo si rivelò insufficiente per l’approvvigionamento di materie<br />

prime, la produzione iniziò a scemare. Nei magazzini si accumularono scorte di prodotti di<br />

qualità inferiore che non si riusciva a piazzare a prezzo pieno. Poiché ragioni politiche inducevano<br />

all’epoca le autorità a non ricorrere al licenziamento degli esuberi di manodopera, i<br />

consuntivi parziali iniziarono a segnalare le prime perdite di un certo rilievo 38 . Nella seconda<br />

metà del 1946 l’industria del distretto di Capodistria, specie quella soggetta alla gestione della<br />

KUNI, si trovò in una situazione particolarmente difficile per la carenza di risorse. Le condizioni<br />

di liquidità degli stabilimenti si deteriorarono poiché i vari acquirenti, specie quelli jugoslavi,<br />

non si rivelarono in grado di onorare regolarmente le scadenze di pagamento della merce<br />

fornita, mentre il ricorso al credito era pressoché impraticabile 39 . Le condizioni di liquidità<br />

critiche afflissero sia l’Ampelea che l’Arrigoni, che nel 1947 non riuscirono a far fronte né agli

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