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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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480 Deborah Rogoznica<br />

La proprietà delle azioni passò inizialmente al Fondo I e quindi al Fondo II, mentre la gestione<br />

delle rimanenti quote azionarie fu affidata alla commissione per l’amministrazione provvisoria<br />

del patrimonio delle persone assenti presso la IOLO. Analogamente a quanto era avvenuto nel<br />

caso dell’Ampelea, le autorità militari trasferirono nel febbraio del 1947 la maggior parte del<br />

patrimonio dello stabilimento dell’Arrigoni, evacuandolo dall’area della costituenda zona B del<br />

TLT.<br />

Un passo in direzione dell’acquisizione diretta delle imprese da parte degli organismi di<br />

potere fu compiuto nel 1951 con l’adozione del decreto sulla gestione delle imprese economiche<br />

da parte dei collettivi operai ed in base alle successive modifiche ad esso apportate 24 . Nello<br />

stesso periodo fu liquidato il Fondo II, mentre il suo patrimonio fu trasferito, a titolo di<br />

patrimonio popolare generale, alla gestione dei comitati popolari distrettuali e locali 25 . Nonostante<br />

l’istituzione della «gestione operaia» ed il controllo totale esercitato sulle imprese, la<br />

soluzione formale dei nodi giuridico - patrimoniale e dello statuto economico degli stabilimenti<br />

di Isola si protrasse per alcuni decenni, fino alla loro definitiva nazionalizzazione in base alla<br />

legislazione jugoslava 26 .<br />

La nuova politica economica e le sue contraddizioni<br />

A seguito dell’istituzione della linea di demarcazione, gli stabilimenti industriali nella zona<br />

B rimasero «scissi» dalle loro sedi amministrative e commerciali nella zona A ed in Italia, ciò<br />

che ebbe per immediata conseguenza la cessazione del sistema di gestione sino ad allora in<br />

vigore. L’istituzione della linea di demarcazione costituì sotto il profilo gestionale un aggravio<br />

che incise sulle tradizionali correnti mercantili, riconvertite di conseguenza, in base a nuove<br />

norme economiche, ai nuovi ambiti di mercato. La direttrice di fondo della politica economica<br />

degli organismi di potere popolare nel primo periodo postbellico mirò al ripristino, o in altre<br />

parole, alla ricostituzione delle capacità produttive prebelliche degli stabilimenti industriali.<br />

Essendo stati tali stabilimenti legati, sia sotto il profilo dell’approvvigionamento di materie<br />

prime sia sotto quello del collocamento del prodotto, soprattutto al mercato italiano ed<br />

occidentale, la questione del raggiungimento dei livelli di produzione prebellici nelle mutate<br />

condizioni politico-territoriali della zona B della Venezia Giulia si fece problematica. Nonostante<br />

gli stabilimenti fossero stati di fatto acquisiti, le autorità dovettero ben presto affrontare<br />

una caterva di problemi gestionali, determinati soprattutto dal fatto che gli stabilimenti operanti<br />

nella zona B non disponevano in proprio del capitale necessario per la gestione corrente<br />

dell’impresa.<br />

Benché nel corso della guerra gli stabilimenti avessero subito diverse avarie, le imprese di<br />

Isola non subirono danni di rilievo. La Arrigoni riuscì a ricostituire la produzione in base alle<br />

proprie scorte e mantenne il legame gestionale con la sede triestina della società 27 . Nel caso<br />

dell’Ampelea, soggetta alla gestione provvisoria della KUNI, i rapporti con la società madre si<br />

rivelarono più problematici. L’amministrazione della società resistette al sequestro e minacciò<br />

la serrata delle vendite della produzione isolana sui mercati esteri 28 . Nella seconda metà del<br />

1945 fu raggiunta un’intesa sull’introduzione del sistema della vendita compensativa, in base<br />

alla quale entrambi gli stabilimenti cedevano i propri prodotti alle proprie centrali triestine,<br />

ottenendone in cambio diverse materie prime. La vendita sul mercato jugoslavo avveniva<br />

attraverso la Gospodarska banka za Istro, Reko in Slovensko primorje (Banca economica per<br />

l’Istria, Fiume ed il Litorale sloveno) e veniva regolata in moneta 29 .<br />

La gestione degli stabilimenti di Isola fu caratterizzata da più ampie implicazioni sociali,

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