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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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478 Deborah Rogoznica<br />

produttivo, o meglio ancora, industriale. La transizione al sistema di produzione pianificato<br />

centralizzato fu di fatto effettuata nel 1948, quando la VUJA ricevette l’ordine di innestare la<br />

produzione della zona B del TLT sul tronco dell’«impegno volto al compimento del primo<br />

piano quinquennale», di introdurre l’economia pianificata e di avviare la trasformazione del<br />

settore economico privato in quello statale 5 . A differenza di quanto era avvenuto in Jugoslavia,<br />

nell’area della zona B del TLT furono introdotte forme di pianificazione a breve termine che<br />

poggiavano su piani economici annuali, mentre per ragioni politico-tattiche furono privilegiati,<br />

fino alle soglie degli anni Cinquanta, investimenti che puntarono soprattutto al miglioramento<br />

dello standard sociale di vita della popolazione, percepito dal potere popolare come uno degli<br />

elementi di maggior rilievo ai fini del consolidamento dei nuovi rapporti sociali, nonché di quelli<br />

interetnici, nell’area in oggetto 6 .<br />

Mutamenti chiave nel sistema economico della zona B del TLT si ebbero all’inizio degli anni<br />

Cinquanta mediante l’introduzione «della gestione delle risorse da parte dei produttori diretti»,<br />

vale a dire dei collettivi operai. Gli atti legislativi che istituirono i collettivi operai sottoposero<br />

di fatto al diretto controllo degli organismi di potere tutte le imprese della circoscrizione<br />

istriana soggette a proprietà privata. A tali misure fecero seguito la liberalizzazione del commercio<br />

e l’istituzione di un nuovo sistema finanziario. La svolta definitiva del sistema economico<br />

della zona B avvenne tuttavia nel 1952, quando ebbe definitivamente il sopravvento la<br />

politica mirante alla completa integrazione della zona B del TLT entro il sistema politico-sociale<br />

jugoslavo, alla quale mirò l’avvio dell’applicazione della legislazione jugoslava 7 . In campo<br />

economico fu avviata l’introduzione dei principi politici in base ai quali puntare «in tempi<br />

accelerati» al superamento dell’arretratezza economica dell’area 8 .<br />

Per la formulazione di un chiaro disegno economico per lo sviluppo dell’area in questione si<br />

dovette attendere, da parte jugoslava, quasi un intero decennio, ossia fino alla risoluzione della<br />

contesa territoriale che l’opponeva all’Italia. Il processo di assestamento del nuovo sistema<br />

economico della zona B si ispirò dunque, nei suoi principi di fondo, al modello socialista<br />

jugoslavo. La trasformazione dell’economia nelle condizioni d’incertezza territoriale costituì in<br />

primo luogo un rivolgimento motivato politicamente, il quale nella sua esecuzione oscillò fra le<br />

esigenze del territorio e gli interessi politico-economici della Jugoslavia, il che si rivelò in pratica<br />

un processo spesso contraddittorio che influì direttamente sulla più vasta dinamica sociale del<br />

territorio. Le peculiarità di fondo e le contraddizioni che segnarono il processo di trasformazione<br />

economica della zona B sono trattate, nel presente contributo, applicate alla fattispecie delle<br />

imprese di trasformazione del pesce di Isola d’Istria, l’Ampelea e l’Arrigoni 9 .<br />

L’Ampelea e l’Arrigoni<br />

Gli stabilimenti di Isola d’Istria dell’Ampelea e dell’Arrigoni costituivano i due poli più<br />

importanti dell’industria del pesce nella zona B ed impiegavano da soli, nel periodo prebellico,<br />

fino addirittura a 2.400 operai 10 . Il primo stabilimento di trasformazione del pesce fu costruito<br />

ad Isola nel 1880 da un’impresa a capitale francese, successivamente acquisita dalla sezione<br />

industriale della Banca Anglo-Austriaca. Dopo la Grande guerra l’impresa fu acquistata dalla<br />

società triestina Società Conserviera S. A., la quale, fusasi con la società Ampelea, dette vita<br />

alla società per azioni S. A. Ampelea con sede a Trieste. La società possedeva diversi stabilimenti<br />

di trasformazione del pesce e degli ortaggi, dislocati a Rovigno, Cherso e Lagosta. Sotto<br />

il profilo tecnologico tutti gli stabilimenti erano soggetti al polo industriale centrale di Isola.<br />

Accanto all’infrastruttura necessaria per la produzione e l’inscatolamento del pesce, lo stabili-

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