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460 Aleksander Panjek imprenditore italiano (Veneto); una centrale del gas era presente anche a Pirano 26 . Già prima della guerra la distribuzione dell’energia elettrica a Trieste e in Istria veniva gestita dalla società per azioni italiana Selveg (Società Elettrica Venezia Giulia). Dopo la guerra la sede della società Selveg di Trieste divenne referenziale per tutto il TLT; la società era proprietaria degli impianti per la distribuzione dell’energia elettrica anche nella zona B del TLT che veniva rifornita attraverso Trieste. L’erogazione di energia elettrica veniva effettuata in parte dall’Italia in parte dalla Jugoslavia, ma la fornitura veniva comunque erogata dalla Selveg, anche se nella zona B del TLT era stata istituita la società Elte che forniva energia elettrica alla Selveg dalla Jugoslavia. Per diminuire la dipendenza energetica dalle fonti elettriche italiane vennero costruiti elettrodotti che non passavano per le stazioni di trasformazione triestine. La dipendenza dalla società Selveg era tanto più incresciosa per le autorità della zona B del TLT perché comportava un complicato sistema di conteggio dell’erogazione elettrica e poiché la società non permetteva il controllo sulla sua gestione, mentre il suo personale tecnico aveva libero accesso alle infrastrutture e agli impianti nella zona B durante le opere di manutenzione della rete. Solo poco prima della fine del TLT, all’inizio del 1954, la Selveg accettò l’apertura di una sua succursale con sede a Capodistria 27 . Gli scambi commerciali e i rifornimenti alimentari Entro la fine del XIX secolo l’agricoltura dell’Istria settentrionale, specie dell’area litoranea, si convertì alla produzione di ortaggi per rispondere alla crescente domanda dovuta alla veloce crescita urbana di Trieste 28 . Nella prima metà del XX secolo gli abitanti delle campagne dell’Istria settentrionale, specie le donne, andavano più o meno regolarmente a Trieste per vendere i propri prodotti, fornire lavoro domestico o per fare acquisti 29 . Il TLT non era autosufficiente per ciò che concerneva gli approvvigionamenti delle derrate alimentari, poiché l’agricoltura di queste aree non poteva soddisfare tutte le necessità della popolazione di entrambe le zone 30 . Per questa ragione una delle priorità del primo periodo dell’ERP fu, nella zona A del TLT, proprio il rifornimento alimentare 31 . Le autorità jugoslave istituirono invece nella zona B un sistema controllato di interscambi con la zona A. Nel febbraio 1947 fu costituita la società Fructus Koper-Capodistria che si occupava di commercio all’ingrosso, importazione ed esportazione di frutta, verdura, legumi e altri prodotti agricoli. A metà luglio 1947 fu costituita un’azienda cooperativa, l’Uivod (Uvozni izvozni zavod-Società di import ed export s.p.a.), il cui compito specifico era quello di monitorare i flussi di merci, di tenere il bilancio dell’import-export e il conto del fondo di bilanciamento dell’interscambio commerciale tra le zone A e B del TLT 32 . Gli scambi tra zona A e B del TLT, in base all’accordo bilaterale triestino-capodistriano firmato nel maggio 1948, si basavano sul sistema del clearing. Questo prevedeva una lista di merci con cui era possibile commerciare e ne stabiliva il valore complessivo nelle due direzioni, che ammontava a 600 milioni di lire (pari a 288 milioni di dinari) di export annuo da una zona all’altra. Il GMA emetteva però ulteriori licenze per l’esportazione dalla zona A alla zona B. L’accordo permetteva soprattutto l’importazione di materiale tecnico per le imprese industriali e per i servizi comunali verso la zona B e l’importazione di prodotti agricoli nella zona A 33 . Parallelamente con il controllo dei flussi delle merci tra le zone, le autorità jugoslave nella zona B e quelle alleate nella zona A cominciarono gradualmente a collegare, rispettivamente, la zona B con il mercato jugoslavo e la zona A con quello italiano. Nel marzo 1950 nella zona B furono aboliti i dazi con la Jugoslavia e introdotte le tariffe doganali jugoslave, mentre con il

La disintegrazione fra Trieste e Capodistria 461 gennaio 1952 fu introdotto un normale sistema dei pagamenti, che aboliva il precedente regime di clearing, e nel febbraio dello stesso anno vennero introdotti i dazi doganali per il commercio con la zona A del TLT 34 . Assicurazioni, trasporti, turismo All’inizio del 1947 vennero costituite nella zona B una serie di nuove imprese attive nel settore terziario. Venne costituita l’azienda trasporti Adria Koper s.p.a. che prese in seguito il nome Galeb, e poi, nel 1954, quello di Avtopodjetje Slavnik Koper, che assicurava regolari linee di autobus per il traffico «nazionale ed estero». Il 10 febbraio 1947 furono costituite l’AGMArit Agenzia Marittima-Agenzia marittima internazionale, l’Intereuropa-Azienda di spedizioni e trasporti s.r.l. che operava nel campo dei trasporti internazionali, l’Adriaturist s.r.l. che si occupava della vendita di biglietti, del turismo nel paese e all’estero e di provvedere alloggi, nonché la Riviera turist hotel s.p.a. che gestiva esercizi alberghieri e di ristorazione 35 . Nel contempo si verificarono delle trasformazioni anche nel settore assicurativo. Fino alla fine della guerra operavano nel Capodistriano l’INA (Istituto Nazionale delle Assicurazioni) e le triestine Assicurazioni Generali e RAS (Riunione Adriatica di Sicurtà) che avevano qui i loro rappresentanti, ma non agenzie o rappresentanze, così la gestione e la stipula dei contratti era prerogativa delle agenzie di Trieste. Dopo la ratifica del Trattato di Pace la loro attività in questo territorio si interruppe, solo le Generali continuarono ad operare, poi sia la RAS che le Generali trasferirono le loro sedi da Trieste in Italia. Contemporaneamente, all’inizio del 1947, la direzione dell’Istituto nazionale delle assicurazioni della Repubblica federativa popolare di Jugoslavia istituì una sua rappresentanza nella zona B del TLT a Capodistria, mentre a Pirano venne costituita nel febbraio 1947 la Tr‘a{ka zavarovalnica d.d.-Assicurazione Triestina s.p.a. Lo scopo era quello di trasferire la sua sede, dopo la ratifica del Trattato di Pace, dalla zona B a Trieste e di allargare la sua attività a tutto il Territorio Libero di Trieste, ma il GMA respinse la richiesta, per cui la sede dell’Assicurazione Triestina rimase a Pirano e la sua attività limitata alla zona B del TLT 36 . Prima della guerra le attività turistiche nell’Istria settentrionale rappresentavano un’importante attività economica il cui centro era Portorose, ma che disponeva di importanti strutture e offerte anche in altre località. Negli anni 1946-1947 e poi nel periodo del TLT le imprese turistiche furono sottoposte alle stesse trasformazioni di proprietà e di gestione subite dalle altre imprese industriali e del settore immobiliare e fondiario. Vale invece la pena citare il mutamento dei flussi turistici. Prima della guerra gli ospiti erano in specie triestini, che nel periodo del TLT diminuirono nonostante gli sforzi di attrarre gli operai triestini a fare vacanza nella zona B. Assieme alla ricostruzione delle infrastrutture danneggiate e con il ripristino delle attività crebbe il numero degli ospiti dalla Slovenia, un flusso che rappresentava gli inizi del turismo sindacale sulla costa slovena 37 . Dopo il 1954 il processo di creazione delle condizioni per un’autonomia slovena nel campo dei traffici marittimi e delle attività portuali, che significava anche l’autonomia da Trieste, ebbe nuovo slancio: nell’ottobre 1954 fu costituita la società di navigazione Splo{na plovba, che rilevò il patrimonio delle imprese che l’avevano preceduta in via sperimentale divenendo l’unica società di trasporti marittimi del Litorale sloveno; nel 1958 furono completati nel porto di Capodistria i lavori dell’ormeggio per navi di lungo corso, mentre il collegamento ferroviario fu portato a termine nel 1967 38 .

460 Aleksander Panjek<br />

imprenditore italiano (Veneto); una centrale del gas era presente anche a Pirano 26 .<br />

Già prima della guerra la distribuzione dell’energia elettrica a Trieste e in Istria veniva gestita<br />

dalla società per azioni italiana Selveg (Società Elettrica Venezia Giulia). Dopo la guerra la<br />

sede della società Selveg di Trieste divenne referenziale per tutto il TLT; la società era<br />

proprietaria degli impianti per la distribuzione dell’energia elettrica anche nella zona B del TLT<br />

che veniva rifornita attraverso Trieste. L’erogazione di energia elettrica veniva effettuata in<br />

parte dall’Italia in parte dalla Jugoslavia, ma la fornitura veniva comunque erogata dalla Selveg,<br />

anche se nella zona B del TLT era stata istituita la società Elte che forniva energia elettrica alla<br />

Selveg dalla Jugoslavia. Per diminuire la dipendenza energetica dalle fonti elettriche italiane<br />

vennero costruiti elettrodotti che non passavano per le stazioni di trasformazione triestine. La<br />

dipendenza dalla società Selveg era tanto più incresciosa per le autorità della zona B del TLT<br />

perché comportava un complicato sistema di conteggio dell’erogazione elettrica e poiché la<br />

società non permetteva il controllo sulla sua gestione, mentre il suo personale tecnico aveva<br />

libero accesso alle infrastrutture e agli impianti nella zona B durante le opere di manutenzione<br />

della rete. Solo poco prima della fine del TLT, all’inizio del 1954, la Selveg accettò l’apertura<br />

di una sua succursale con sede a Capodistria 27 .<br />

Gli scambi commerciali e i rifornimenti alimentari<br />

Entro la fine del XIX secolo l’agricoltura dell’Istria settentrionale, specie dell’area litoranea,<br />

si convertì alla produzione di ortaggi per rispondere alla crescente domanda dovuta alla veloce<br />

crescita urbana di Trieste 28 . Nella prima metà del XX secolo gli abitanti delle campagne<br />

dell’Istria settentrionale, specie le donne, andavano più o meno regolarmente a Trieste per<br />

vendere i propri prodotti, fornire lavoro domestico o per fare acquisti 29 . Il TLT non era<br />

autosufficiente per ciò che concerneva gli approvvigionamenti delle derrate alimentari, poiché<br />

l’agricoltura di queste aree non poteva soddisfare tutte le necessità della popolazione di<br />

entrambe le zone 30 . Per questa ragione una delle priorità del primo periodo dell’ERP fu, nella<br />

zona A del TLT, proprio il rifornimento alimentare 31 . Le autorità jugoslave istituirono invece<br />

nella zona B un sistema controllato di interscambi con la zona A.<br />

Nel febbraio 1947 fu costituita la società Fructus Koper-Capodistria che si occupava di<br />

commercio all’ingrosso, importazione ed esportazione di frutta, verdura, legumi e altri prodotti<br />

agricoli. A metà luglio 1947 fu costituita un’azienda cooperativa, l’Uivod (Uvozni izvozni<br />

zavod-Società di import ed export s.p.a.), il cui compito specifico era quello di monitorare i<br />

flussi di merci, di tenere il bilancio dell’import-export e il conto del fondo di bilanciamento<br />

dell’interscambio commerciale tra le zone A e B del TLT 32 . Gli scambi tra zona A e B del TLT,<br />

in base all’accordo bilaterale triestino-capodistriano firmato nel maggio 1948, si basavano sul<br />

sistema del clearing. Questo prevedeva una lista di merci con cui era possibile commerciare e<br />

ne stabiliva il valore complessivo nelle due direzioni, che ammontava a 600 milioni di lire (pari<br />

a 288 milioni di dinari) di export annuo da una zona all’altra. Il GMA emetteva però ulteriori<br />

licenze per l’esportazione dalla zona A alla zona B. L’accordo permetteva soprattutto l’importazione<br />

di materiale tecnico per le imprese industriali e per i servizi comunali verso la zona B e<br />

l’importazione di prodotti agricoli nella zona A 33 .<br />

Parallelamente con il controllo dei flussi delle merci tra le zone, le autorità jugoslave nella<br />

zona B e quelle alleate nella zona A cominciarono gradualmente a collegare, rispettivamente,<br />

la zona B con il mercato jugoslavo e la zona A con quello italiano. Nel marzo 1950 nella zona<br />

B furono aboliti i dazi con la Jugoslavia e introdotte le tariffe doganali jugoslave, mentre con il

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