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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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Economia della zona B (1945-1954) 435<br />

il custode del patrimonio nazionale 11 . Nel 1945 ebbe inizio la fondazione delle cooperative di<br />

fornitura-vendita e di risanamento, che si assunsero l’onere di ricostruire le case danneggiate<br />

nelle campagne. Si dedicarono inoltre al settore finanziario, uno dei più sensibili nel processo<br />

di rafforzamento del «potere del popolo». Nel settembre del 1945, quando le banche italiane<br />

interruppero i legami con le filiali nella zona B e tentarono di provocare la crisi finanziaria<br />

diminuendo il flusso di denaro, la VUJA fondò la Banca commerciale per l’Istria, Fiume e il<br />

Litorale sloveno (Gospodarska banka za Istro, Reko in Slovensko Primorje). Questa istituzione<br />

bancaria, con sede a Fiume, ricevette l’incarico di far rifiorire la vita commerciale nella zona B,<br />

di assumere la funzione di cassa ed emissione e di tenere il conto del traffico di clearing fra le<br />

due zone. Il dinaro jugoslavo non doveva costituire un mezzo di pagamento, quindi nell’ottobre<br />

del 1945 la VUJA, in conformità alle deleghe internazionali, immise nel flusso economico la sua<br />

valuta «di occupazione», ovvero la lira «B». L’introduzione della propria unità monetaria, per<br />

cui fu coniato il nome jugolira, rappresentò un’importante svolta nella vita economica della<br />

zona B. Ciò permise all’autorità militare di migliorare la liquidità del denaro, di assumere il<br />

controllo sui flussi di denaro e merci e tagliò il legame con il sistema monetario italiano. La<br />

metrolira rimase in circolazione, in quanto non poteva essere vietata 12 , ma veniva comunque<br />

ostacolata la sua introduzione nel territorio. Fino all’ottobre del 1946 la jugolira era equivalente<br />

alla metrolira, successivamente il rapporto fra le due si spostò sullo 1 a 2 a favore della<br />

jugolira 13 . L’introduzione della jugolira scatenò le proteste della popolazione italiana, soprattutto<br />

a Capodistria, dove venne organizzato uno sciopero generale 14 .<br />

Nel 1946 nella zona B cominciarono i preparativi per l’introduzione dell’economia pianificata.<br />

Nel luglio del 1946 entrò in vigore l’ordinanza sul traffico di cereali che legalizzò il controllo<br />

della produzione, introdusse la cessione obbligatoria della produzione in eccesso dei cereali e<br />

la loro distribuzione pianificata. Inoltre venne diminuito il numero di coloro che avevano diritto<br />

ai buoni alimentari. In ottobre alla Commissione venne affidata la competenza di «controllare»<br />

e indirizzare il commercio delle aziende private e statali più importanti. Le rimanenti aziende<br />

furono incluse nella gestione e sotto il controllo delle NOO distrettuali e regionali 15 . Nell’ottobre<br />

del 1946 la Commissione fondò un nuovo istituto finanziario, la banca Istrska Banka d.d.,<br />

con sede a Capodistria, con lo scopo di ravvivare lo sviluppo economico nel distretto di<br />

Capodistria e a Buie, due zone per cui non era prevista l’annessione alla Jugoslavia. La banca<br />

fu fondata secondo le norme italiane e quindi assunse la forma di una società per azioni. In<br />

verità si trattava di un’azienda statale jugoslava, in quanto il capitale principale per il funzionamento<br />

regolare, iniziato nel febbraio del 1947, venne versato interamente dal governo jugoslavo<br />

16 . Nella prima metà del 1947 la Istrska banka fece un passo avanti nello sviluppo del settore<br />

economico statale diventando azionista in più di trenta aziende, fondate da gennaio ad aprile<br />

del 1947 dalla Commissione del PNOO. Queste imprese industriali, di artigianato, commerciali,<br />

di trasporti, comunali e di altro genere, che avevano i propri stabilimenti nel territorio della<br />

zona B o in Jugoslavia, assunsero l’onere di garantire alla popolazione gli alimenti e le materie<br />

prime e di garantire e attuare vari servizi e prestazioni. Proprio come l’Istrska banka, anche<br />

queste imprese avevano la forma di una società per azioni o di società a responsabilità limitata,<br />

ma in verità erano aziende statali, fondate con il capitale di 220 jugolire, derivate dal flusso nel<br />

territorio annesso. La sezione commerciale dell’Istrska banka, che gestiva queste aziende,<br />

investiva nelle imprese anche mezzi materiali delle aziende confiscate e/o abbandonate. Il suo<br />

compito era quello di nascondere l’effettiva situazione finanziaria delle aziende, in modo da<br />

poter recuperare la maggior parte delle risorse investite in maniera veloce e senza problemi, in<br />

caso di peggioramento della situazione.<br />

In alcuni campi della vita economica l’autorità della zona B non poteva rifarsi alla legislazio-

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