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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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434 Jo‘e Prin~i~<br />

Con la costituzione della zona B vennero eliminate le condizioni per la rivitalizzazione della<br />

produzione e per il risanamento generale della vita commerciale. Mancava tutto: dalle materie<br />

prime al materiale di riproduzione e di vario tipo, dai mezzi di trasporto ai mezzi finanziari. Il<br />

capitale si trovava in mano ai proprietari italiani che, giustamente, si erano trasferiti ancora<br />

prima della fine della guerra. Oltre che dagli industriali e dai proprietari terrieri questa zona fu<br />

abbandonata anche da parte della popolazione italiana, così che l’area rimase senza il suo<br />

quadro professionale, e alcuni settori si ritrovarono anche senza più forza lavoro 5 . L’agricoltura<br />

era così in ritardo rispetto ai tempi che non era in grado di produrre cibo a sufficienza nemmeno<br />

per la popolazione locale, per questo motivo il rifornimento della popolazione con cibo e altri<br />

mezzi di sostentamento vitali risultava critico. Non si disponeva di scorte, ciò che si aveva,<br />

veniva recapitato dall’UNRRA (United Nations Relief and Raehabilitation Administration).<br />

Le autorità occupanti, sia l’Amministrazione militare dell’armata jugoslava (Voja{ka uprava<br />

jugoslovanske armade-VUJA), sia la Commissione provinciale del NOO (Lotta di Liberazione)<br />

per il Litorale sloveno (PNOO) prepararono un piano di risanamento commerciale, secondo<br />

cui soltanto per il rinnovo dell’industria sarebbero stati necessari 72,5 milioni di lire di credito.<br />

A causa delle questioni aperte riguardo al confine e all’appartenenza, la politica di questa zona<br />

rimase limitata e passiva fino alla fine del 1946. Non ci fu un rinnovo delle vie commerciali, della<br />

produzione in generale e di quella industriale, ma ci fu soltanto una maggiore cura per la<br />

produzione negli impianti minerari e in poche altre imprese. La rimanente produzione venne<br />

trascurata e non alimentò nuovi finanziamenti. La parte principale di questa politica economica<br />

consisteva nel garantire un ruolo speciale all’esercito nel sistema economico. Questo, infatti, si<br />

appropriò di alcuni stabilimenti per la lavorazione del legno, cominciò a tagliare i boschi, ma<br />

soprattutto non si preoccupava di saldare i debiti 6 . Il lato negativo della gestione militare si<br />

mostrava anche nel trasferimento deciso a tavolino di una parte dell’attrezzatura e dei macchinari<br />

in Jugoslavia 7 . Alla fine del 1946 la situazione economica della zona B era disastrosa 8 .Il<br />

risanamento economico programmato ebbe inizio appena con la sua annessione alla Jugoslavia.<br />

L’economia della zona B non era autosufficiente, le spese erano di gran lunga maggiori delle<br />

entrate, oberate da tasse e imposte 9 . Questo sistema poteva rimanere in vita soltanto grazie<br />

all’aiuto finanziario e materiale della Jugoslavia. La Slovenia, in qualità di Repubblica madre,<br />

si occupava che il sistema di rifornimento razionato funzionasse senza grandi intoppi. Si<br />

occupava di spedire regolarmente lo zucchero, il mais, lo strutto, il sapone, il formaggio, la carne<br />

e altri alimenti e beni che venivano distribuiti in base ai buoni alimentari generali e aggiuntivi.<br />

I prodotti tessili e le calzature venivano generalmente forniti dall’UNRRA. Il rifornimento di<br />

cibo e altri beni di base cominciò a migliorare appena nella seconda metà del 1946 10 .<br />

L’autorità politica nella zona B era molto attiva e perseverante nella formazione del sistema<br />

economico che si rifaceva all’esempio jugoslavo. La situazione giuridica internazionale della<br />

zona e la legislazione italiana non permettevano l’introduzione della legislazione jugoslava, in<br />

quanto questo avrebbe potuto «pregiudicare» la decisione finale sul destino della zona. Per<br />

questo motivo si utilizzò la tattica dell’apparente adeguamento alle richieste della comunità<br />

internazionale e della contemporanea introduzione di un diverso concetto economico. Fino<br />

all’inizio del 1946 le autorità nella zona costiera non potevano fare riferimento ai lavoratori e<br />

ai comunisti italiani. Questi, infatti, si erano dichiarati contrari al fascismo e a favore del<br />

socialismo, ma altri erano contemporaneamente contrari all’annessione alla Jugoslavia. Nella<br />

seconda metà del 1945 ebbe inizio il processo di riforma dell’organizzazione di partito e di<br />

pulizia dei membri, ovvero la sua bolscevizzazione. Questo processo, che ebbe il suo massimo<br />

sviluppo nel distretto di Capodistria, si concluse nella primavera del 1947, quando il Partito<br />

Comunista potè assumere pienamente il ruolo di fattore decisivo nella vita economica e divenne

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