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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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L’altro confine orientale. L’economia goriziana nel secondo dopoguerra 411<br />

alla maggior parte dei componenti 33 e ancora nel gennaio del 1947 il pronunciamento è per la<br />

costituzione di un’unica grande regione veneta del nord-est 34 . Nel maggio un telegramma che<br />

parte da Gorizia indirizzato direttamente all’onorevole Terracini, presidente dell’Assemblea<br />

costituente, è inequivocabile:<br />

Giunta camerale Gorizia interprete voti già espressi da tutte categorie economiche provinciali<br />

qualora intervenga approvazione nuovo ordinamento Stato invoca unione tutte province venete<br />

nello Ente Regione Veneto cui Gorizia, causa dolorose circostanze mai finora interpellata, vuole<br />

essere aggregata punto 35 .<br />

Sul fronte provinciale le notizie provenienti da Roma ancora si affiancano a quella caldeggiata<br />

localmente, vale a dire il mantenimento della provincia di Gorizia aggregando alla stessa<br />

i mandamenti di Cervignano e Monfalcone, altre due ipotesi elaborate dall’Ufficio Zone di<br />

Confine. La prima: soppressione della provincia di Gorizia e aggregazione a quella di Udine di<br />

tutto il territorio della Venezia Giulia che rimarrà all’Italia. La seconda, incoraggiata dallo<br />

stesso Ufficio Zone di Confine: costituzione di due distinte piccole province, una con capoluogo<br />

Gorizia e l’altra, comprendente i mandamenti di Monfalcone e Cervignano, con capoluogo<br />

Monfalcone 36 .<br />

Il ritmo si fa ancora più febbrile. Nel marzo stanno per avviarsi le «conversazioni» dei due<br />

ministeri degli Esteri italiano e jugoslavo sulla ripresa dei rapporti economici tra i due paesi.<br />

Obiettivo il ripristino della circolazione dei prodotti «che hanno sempre costituito il normale<br />

traffico fra il territorio della zona piana della provincia e la zona montana e collinare che<br />

saranno assegnate alla Jugoslavia» 37 . Il «principio del maggior traffico di merci» è talmente<br />

urgente da essere barattabile anche con la riduzione «al minimo del movimento di persone».<br />

Roma sembra assecondare. Sul fronte territoriale invece prende sempre più corpo l’ipotesi<br />

dell’aggregazione a Gorizia del mandamento di Monfalcone, mentre si allontana quella che<br />

riguarda il Cervignanese. Tramonta definitivamente invece, se mai fosse sorta, l’ipotesi della<br />

rinuncia della provincia di Udine al mandamento di Cividale.<br />

Il 14 settembre del 1947 drappelli di soldati americani si affannano a stendere il reticolato<br />

lungo la french line, quella che dalla mezzanotte diventerà la nuova linea di confine che taglierà<br />

lo stesso tessuto urbano della città. Da poco si è conosciuta la decisione della Jugoslavia di<br />

essere pronta ad oltrepassare la linea Morgan e di attestarsi sui nuovi confini previsti dal<br />

Trattato di Pace già ratificato dall’Italia 38 . Dal balcone del palazzo del governo la bandiera<br />

americana è ammainata e il 16 settembre le truppe del 114° fanteria entrano in Gorizia tra due<br />

ali di folla. Si è concluso il biennio di amministrazione alleata che proseguirà ora nel Territorio<br />

Libero di Trieste. Gorizia ritorna all’amministrazione civile italiana, ma diventa capoluogo di<br />

una provincia che perde il 92% della superficie originaria (da 2.701 km quadrati a 215) e in cui<br />

la popolazione passa da 212 mila abitanti a 79 mila, le aziende industriali e artigiane da 3.610 a<br />

1.382 e quelle commerciali da 4.225 a 2.201. Diviene elevatissimo invece il carico della popolazione<br />

sulla superficie agraria 39 . Nel dicembre (decreto legge 26.12.1947, n. 1485) si formalizza<br />

allora l’agognata compensazione territoriale, limitata tuttavia al solo mandamento di Monfalcone<br />

(e alla sua dote cantieristica), in tutto 9 comuni con una superficie di 236 km quadrati, 54<br />

mila anime, 960 ditte industriali ed artigiane e 1.402 aziende commerciali 40 . Nulla da fare per<br />

Cervignano, che rimane in provincia di Udine, nonostante il tentativo disperato del voluminoso<br />

dossier che in extremis prende la via di Roma inutilmente intitolato Ciò che la provincia di<br />

Gorizia ha fatto per il mandamento di Cervignano 41 .<br />

L’assestamento della situazione politica autorizza il rientro, pur guardingo, dei depositi

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