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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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410 Paolo Iancis<br />

lati del Versa). Dell’irrigazione beneficerebbero i fondi a mais, patate, frumento e, nelle annate<br />

più siccitose, le colture arboree oltre a quelle ortive. Ma su tutto le foraggiere e questo si<br />

tradurrebbe in un impulso all’allevamento specializzato. Con argomentazioni che descrivono<br />

una persistente coltura promiscua che evoca scenari pesantemente tradizionali, si invoca il ciclo<br />

virtuoso: più stalla equivale a più concime, quindi più fertilità e maggiore produttività delle<br />

colture. Non solo: l’irrigazione come via per l’applicazione razionale delle rotazioni e approdo<br />

a una «vera e propria agricoltura intensiva» 26 .<br />

Il 1947<br />

L’anno del Trattato di Pace si apre all’insegna del passaggio all’incasso. Nel gennaio sono già<br />

pronti due schemi di decreto legge da presentare al governo nazionale per l’ottenimento in<br />

provincia di Gorizia di una zona industriale e di una zona franca, autore l’ingegner Guido<br />

Depoli, ex direttore della Camera di Commercio di Fiume.<br />

La costituzione di una zona industriale goriziana si muove in una prospettiva decennale. Fino<br />

al 1957 i nuovi stabilimenti industriali che si insediassero nel comune di Gorizia e gli ampliamenti<br />

di quelli esistenti potrebbero contare su una esenzione totale dal dazio doganale per tutto<br />

il capitale fisso impiegato e di un regime di deposito franco per le merci oltre che di una<br />

esenzione dall’imposta di ricchezza mobile sui redditi industriali conseguiti 27 .<br />

Il progetto di zona franca invece punta a porre Gorizia «fuori dalla linea doganale dello<br />

Stato», garantendo alle imprese che ne fanno parte l’esenzione dalle imposte di fabbricazione<br />

e di vendita 28 .<br />

Due filosofie a confronto, più industrialista la prima, e ha inizio il dibattito. La zona franca<br />

è più imprevedibile. A quali comuni estenderla? L’esperienza del Carnaro insegna che la<br />

dimensione del bacino d’utenza incide sull’efficacia. E la cerealicoltura goriziana? Che fine<br />

farebbe il protezionismo che la ripara dai grani esteri? Per non dire della lettura «separatista»<br />

che il provvedimento potrebbe avere e a cui la fascia confinaria jugoslava potrebbe reagire con<br />

una richiesta di «reciprocità» 29 . I troppi dubbi favoriscono pertanto la convergenza sulla zona<br />

industriale, magari arricchita da agevolazioni tariffarie nel trasporto ferroviario e da un periodo<br />

di esonero dall’imposta di ricchezza mobile e della sovrimposta sui profitti di guerra 30 .<br />

La prospettiva di conclusione del periodo di Governo Militare Alleato a Gorizia è ora più<br />

tangibile e le carte istituzionali cominciano a restituire con pudore sempre meno celato una<br />

persistente distanza tra le rappresentanze economiche territoriali e gli organi del GMA. Nel<br />

gennaio del 1947 ad esempio filtra l’esistenza di un piccolo fondo presso la Camera di<br />

Commercio goriziana utile per «vivere di vita autonoma e […] poter attuare iniziative di<br />

carattere economico e più ancora patriottico» da concertare con il Comitato di Liberazione<br />

Nazionale «ed alla insaputa del GMA» 31 .<br />

Fervono intanto i contatti con la capitale, dove si è avviato il dibattito decisivo attorno al<br />

futuro del confine orientale. Una delegazione goriziana di ritorno da Roma ha affrontato il<br />

problema della zona industriale di Gorizia (700 i milioni necessari) direttamente con il governatore<br />

della Banca d’Italia Luigi Einaudi e ha sottoposto, di concerto con i comuni del<br />

Monfalconese, al ministro dei Lavori pubblici proposte per un ammontare di circa 11 miliardi 32 .<br />

Si avviano anche i primi sondaggi sull’ipotesi e le modalità di costituzione dell’ente regionale.<br />

L’iniziativa è del governo italiano, in bilico tra l’inclusione delle province di Udine e Pordenone<br />

nel Veneto e la costituzione invece di una regione friulano-giuliana. A Gorizia il dibattito<br />

approda in Camera di Commercio quando ancora il concetto stesso di ente regionale sfugge

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