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394 Stefano Balestra
L’approssimarsi del passaggio di consegne tra GMA e Stato italiano riaprì i termini del
rapporto tra Trieste e Roma, e mise in luce un certo ritardo locale sugli assetti politici ed
economici che si andavano consolidando a livello nazionale. Né la dirigenza politica né quella
economica seppero mettere bene a fuoco quel delicato passaggio, dando per scontato – nel
riproporre larghe autonomie sia in campo economico sia politico – di rientrare necessariamente
in una «eccezione» rispetto al resto d’Italia. Fu così che le nuove forze democristiane – nuove
anche perché sottoposte alla metà degli anni Cinquanta ad un deciso rinnovamento generazionale
e di linea politica – capaci di una più precisa comprensione del mutare degli equilibri
politici nazionali, riuscirono a sciogliere a proprio vantaggio il locale intreccio tra politica ed
economia che inizialmente faceva riferimento al PLI. Parallelamente l’élite economica triestina
– fragile perché priva di autonome risorse e dipendente dagli aiuti statali – non riuscì ad opporre
efficaci resistenze e cedette così definitivamente il passo alla politica, adeguandosi alle esigenze
nazionali.
In definitiva, la risposta al quesito che ci eravamo posti sta proprio qui, nelle condizioni di
inferiorità intrinseca rispetto ai propri principali interlocutori in cui si trovarono non solo la
Camera di Commercio e la sua classe dirigente di riferimento, ma necessariamente anche tutta
la classe politica locale che aveva attraversato quei nove anni di amministrazione alleata. Infatti
i tentativi di contrastare il processo razionalizzatore che stava concentrando i traffici nazionali
lontano da Trieste fallì. Con esso fallì anche la speranza di una strada alternativa che potesse
portare la città vicino a quegli schemi risalenti all’impero austro-ungarico, che convogliavano
con particolare benevolenza risorse per infrastrutture, larghi privilegi e franchigie, verso il porto
triestino.
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1 Rapporto economico settimanale 1 settembre 1945, n. 1858/1945, e Rapporto quindicinale 7 novembre
1945, n. 2717/1945, della CCIA di Trieste in cartella: 1945 cat XII, faldone: Cam Com Cat III-IV/VII –
X/XII 1945, scat. 67, anno 1945, Archivio di Stato di Trieste (in seguito AST), fondo Camera di
Commercio (in seguito fondo CCIA); cfr. Relazione del Gen. TS Airey al Consiglio di Sicurezza dell’ONU
sull’Amministrazione della Zona Anglo-Americana del TLT, 24/2/1948.
2 Nomina Sig. Presidente e Giunta camerale, busta Cat I – II, cartella 1945 Cat II, scat. 120, in AST, fondo
CCIA; Problemi per la ripresa economica di Trieste (giugno 1945), inAtti vari non protocollati anni 1947 –
48 – 50 – 51, cartella XVIII/9, scat. 100, AST, fondo CCIA.
3 Gino Palutan Vice Presidente di Zona, oggetto: Congedo del Col. Bowman, n. 031/478 di protocollo/Gabinetto,
in cartella: 1947 Cat II – III, faldone: Cam Com 1947 Cat I - III, scat. 70, anno 1947, in
AST,fondo CCIA.
4 Verbale della riunione dell’8 luglio 1947 per l’insediamento del Comitato di emergenza, in cartella: 1947
Cat II – III, faldone: Cam Com 1947 Cat I - III, scat. 70, anno 1947, in AST, fondo CCIA.
5 Cfr. ad esempio: Comitato di Studio per il Territorio Libero di Trieste, Note, (Riunione del 27 gennaio
1947), in cartella: Atti vari non protocollati 1947 – 48 – 50 – 51, Cat. XVIII/9, ex scatola n. 100, anni 1953
– 54, in AST, fondo CCIA.
6 Cfr. James F. Keim Capt. CMP Chief Commerce Officer, Headquarters Allied Military Government
British-United States Zone Free Territory of Trieste, subj. Report on the Trieste Chamber of Commerce,to
HQ AMG FTT, Chief Economics Officer, for info Chief Finance Officer, reference
AMG/FTT/COM/1608, 10 th November 1947, in cartella: 1947 Cat II – III, faldone: Cam Com 1947 Cat I
- III, scat. 70, anno 1947, in AST, fondo CCIA.
7 R. Pupo, Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l’esilio, Rizzoli, Milano 2005, pp 158 e ss.
8 Verbale di data 13 novembre, sottocartella: Comitato Economico Consultivo (Ricostituzione), cartella: