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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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Il ruolo della C.C. di Trieste come riferimento per l’economia locale e soggetto politico 391<br />

in un organo appositamente creato, l’Economic Advisory Commitee, istituito nel giugno del 1948<br />

quale organismo collegiale di «collegamento tra i dipartimenti tecnico economici del GMA e<br />

le principali rappresentanze cittadine dei pubblici interessi nei problemi dell’economia e del<br />

lavoro» 8 .<br />

Una nuova opportunità sembrò aprirsi per la Camera di Commercio con l’evoluzione dei<br />

negoziati che convinsero gli Alleati a riconsegnare gradualmente l’amministrazione della zona<br />

A all’Italia. Con gli accordi di Londra del maggio 1952 il GMA incorporò nell’Amministrazione<br />

della zona A alcuni funzionari inviati dal Governo di Roma. Ciò rappresentò un vero e proprio<br />

punto di svolta nei rapporti tra il Governo Militare Alleato e le associazioni economiche<br />

triestine, con i ministeri romani. In particolare, l’affidamento ad un funzionario italiano – Lino<br />

Sartori – del Direttorato delle Finanze e dell’Economia del GMA fu sicuramente un segnale<br />

concreto della volontà di riavvicinamento dell’economia italiana a quella triestina. Secondo il<br />

Presidente della Camera di Commercio Antonio Cosulich il riavvio dei rapporti avrebbe dovuto<br />

riprendere «i concetti e gli indirizzi già posti in atto fin dal 1919» 9 . In realtà Cosulich intendeva<br />

riproporre quale interlocutrice privilegiata tra il Governo italiano e l’imprenditoria triestina la<br />

vecchia dirigenza economica locale facente in gran parte riferimento al PLI e della quale egli<br />

stesso era eminente rappresentante 10 . È interessante notare che anche le associazioni economiche<br />

intendevano sfruttare l’opportunità offerta dai funzionari italiani inseriti nel GMA per<br />

intessere più stretti legami con i ministeri romani: per questo motivo fu ripristinato il Comitato<br />

Economico Consultivo (Economic Advisory Commitee) 11 .<br />

Nel dibattito che portò alla ricostituzione del Comitato emersero però alcune significative<br />

contrarietà: quelle di Sartori – timoroso che il nuovo organismo potesse trasformarsi più che<br />

altro in un impaccio burocratico –, del Presidente di Zona Palutan e dello stesso Cosulich, che<br />

trovavano superfluo ripristinare un organismo legato all’ormai esaurita attività dell’ERP, e<br />

viceversa auspicavano un ritorno alla centralità della CCIA quale normale strumento di<br />

intermediazione tra le associazioni economiche locali e le autorità di governo 12 . In quel<br />

momento inoltre il rafforzamento del ruolo della CCIA presieduta da Cosulich sembrava porsi<br />

in linea con la già accennata restaurazione della vecchia dirigenza economica.<br />

A ben vedere, la richiesta di ripristinare il Comitato Economico Consultivo tradiva in fondo<br />

anche una certa disaffezione di alcune categorie economiche – specie quelle legate alla piccola<br />

industria – per l’istituto camerale e per le sue massime cariche, da troppo tempo ormai<br />

sostanzialmente bloccate dalle scelte del GMA nel loro necessario ricambio democratico 13 . Più<br />

diffuso – anche all’interno della Giunta camerale – era il timore che i nuovi funzionari italiani<br />

si sarebbero trovati in una situazione di sostanziale inferiorità, perché sarebbero stati gerarchicamente<br />

sottoposti alle autorità anglo-americane. Questa ambigua posizione dei funzionari<br />

italiani stretti tra i vertici del GMA e i ministeri romani – sempre secondo i rappresentanti<br />

economici locali – era potenzialmente dannosa per l’economia locale 14 .<br />

Il ripristino del collegio consultivo venne quindi inteso dai suoi promotori come una risposta<br />

all’esigenza di creare un punto d’incontro per meglio coordinare le forze economiche, anche se<br />

la composizione del Comitato – che contava una netta preponderanza delle rappresentanze di<br />

Comune e Provincia – sembrava però confermare che questo organo collegiale dovette anche,<br />

in qualche modo, farsi carico del collegamento tra i nuovi funzionari italiani, il Governo e<br />

Trieste, caricandosi in definitiva anche di un ruolo politico.<br />

Tappa fondamentale per la preparazione del rientro in Italia fu la riunione organizzata a<br />

Portogruaro il 7 dicembre 1953 fra il Sottosegretario al bilancio, il democristiano Mario Ferrari<br />

Aggradi, ed i massimi livelli della rappresentanza politica, amministrativa ed economica di<br />

Trieste 15 . Tale incontro fu convocato dopo una lunga fase di preparazione e venne deciso

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