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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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La lunga ricostruzione. Opulenza e debolezza del Piano Marshall nel TLT 375<br />

l’attività di rieducazione del Centro, che comunque rimane (assieme al porto industriale di<br />

Zaule ed a poche altre) un’interessante iniziativa a lungo termine intrapresa dal GMA in quegli<br />

anni.<br />

La prassi operativa seguita nell’uso dei fondi di contropartita era invece molto legata (si<br />

direbbe quasi subordinata) al ristretto ventaglio delle opzioni disponibili nella Zona.<br />

Per quanto riguarda la maggior parte dei prestiti accordati è stata seguita la solita politica del<br />

GMA che tende alla ricostruzione, modernizzazione ed ingrandimento di ditte esistenti ed<br />

affermatesi, comprendenti un vasto raggio d’azione nell’industria di Trieste. È stato fatto ogni<br />

sforzo per promuovere nuove industrie nella Zona atte a procurare nuove possibilità di occupazione<br />

ed una maggiore espansione di attività commerciale ed industriale 15<br />

anche se quest’ultimo sforzo non fu coronato da completo successo. Certo la scelta di privilegiare<br />

l’esistente non può che fare riferimento alla provvisorietà dell’Amministrazione militare<br />

alleata che, lo ricordiamo, svolgeva la propria attività fiduciaria in attesa della nomina del<br />

Governatore del Territorio Libero di Trieste e quindi della costituzione del nuovo Stato. Ma va<br />

anche considerato il complesso gioco di intrecci all’interno dei quali il GMA doveva operare<br />

trovando la propria strada 16 , tra interessi geostrategici che abbracciavano l’intero continente e<br />

le stringenti necessità pratiche connesse con la giustificazione della propria presenza rispetto ai<br />

cittadini amministrati ed alle forze locali che necessariamente rappresentavano la costante<br />

controparte per ogni decisione assunta dagli ufficiali alleati.<br />

La relazione finale, pur non individuando esplicitamente responsabilità precise, metteva<br />

comunque a nudo il deficit di programmazione che stava dietro l’ottica da breve termine sottesa<br />

alla catena di interventi patrocinati dal GMA.<br />

Nel 1948 era stato progettato che contemporaneamente all’immediato inizio delle costruzioni<br />

navali sarebbe stato perseguito un programma di espansione industriale a lunga scadenza.<br />

L’esecuzione del progetto è stata più lenta del previsto. […] A meno che i cantieri non trovino da<br />

soli lavoro supplementare, dovrà venir svolto da parte del Governo Militare Alleato almeno un<br />

minimo programma di finanziamenti 17 .<br />

In altre parole, neanche il Piano Marshall era riuscito a costruire un’alternativa rispetto alla<br />

eccessiva dipendenza dalla navalmeccanica e dall’assistenzialismo. L’uso dei fondi di contropartita<br />

risulta rivelatore: degli oltre 19 miliardi e mezzo di lire concessi sotto forma di prestiti<br />

agevolati all’industria triestina fino al 30 giugno 1951 18 , ben 17 miliardi e mezzo furono destinati<br />

al piano di costruzioni navali, un miliardo e mezzo per la ricostruzione degli impianti danneggiati<br />

dalla guerra e soltanto poco più di 600 milioni furono destinati a finanziare lo sviluppo di<br />

nuove aziende o l’ampliamento delle esistenti. Inoltre, più della metà dei finanziamenti per la<br />

ricostruzione finirono comunque ai cantieri navali, che li utilizzarono anche per l’acquisto negli<br />

Stati Uniti di attrezzature tecnologicamente avanzate 19 .<br />

Più che di un rilancio dell’economia triestina, l’iniezione di risorse veicolate dall’ERP<br />

consentì una sorta di galleggiamento in acque tempestose, rimandando a tempi più tranquilli<br />

(e ad un’amministrazione meno provvisoria del GMA) il compito di adottare le scelte fondamentali<br />

per un riassetto definitivo.

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