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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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Fonti, contesto e congiunture. Una riflessione sulla storia economica di Trieste 359<br />

resse ad altri rami oltre quello marittimo, come vita, incendi e danni agricoli – cominciò il<br />

processo che portò le compagnie assicurative a costituirsi come economia «separata» rispetto<br />

alla città 8 . Nel contempo, poiché a lungo l’investimento immobiliare fu uno strumento particolarmente<br />

utilizzato dalle élites triestine per investire i propri capitali nelle assicurazioni, le<br />

compagnie furono di fatto interessate alla crescita del centro urbano, senza per altro poter<br />

sostenere l’aumento demografico attraverso l’erogazione di un monte salari adeguato. Questo<br />

compito fu svolto dal settore commerciale, dal terziario e da quello industriale.<br />

In ogni caso, tali dinamiche locali interagivano con quelle, altrettanto complesse, dello spazio<br />

economico cui Trieste era sempre più strettamente integrata: quello imperiale. Se non si<br />

possono, qui, ripercorrere le vicende che interessarono tale spazio, è necessario indicarne<br />

alcuni importanti aspetti. L’Ottocento fu caratterizzato da una lenta modernizzazione senza<br />

veri e propri periodi di decollo, ma con alcune discontinuità: attorno agli anni Venti e Trenta<br />

si formò un consistente settore industriale; dalla metà degli anni Sessanta ai primi anni Settanta<br />

si ebbe un forte periodo di crescita, seguito da una profonda crisi, e poi dalla metà degli anni<br />

Novanta si innestò una nuova fase di sviluppo. Nel corso di questi cicli congiunturali si formò<br />

un sistema economico dalle precise caratteristiche strutturali: forte ruolo dello Stato e delle<br />

banche, strettissime relazioni tra banche e industria, assenza di concorrenza e scarso sviluppo<br />

del mercato, limitata diffusione dei beni di consumo, lieve peso dell’industria leggera, politiche<br />

protezionistiche, predominio dell’industria pesante, pervasiva presenza di cartelli e monopoli,<br />

crescenti dimensioni delle imprese. Negli ultimi decenni del secolo i maggiori stimoli alla<br />

crescita provenivano dagli investimenti nei settori delle ferrovie, delle costruzioni e degli<br />

armamenti.<br />

Ritorniamo a Trieste. Qui i tempi dello sviluppo industriale coincisero sostanzialmente con<br />

quelli dell’area imperiale. Negli anni Trenta la modernizzazione del settore secondario era<br />

avviata: le industrie di trasformazione nel settore alimentare e chimico, la cantieristica e il suo<br />

indotto, il comparto meccanico e l’edile costituivano un tessuto produttivo fertile e denso di<br />

iniziative. Un tessuto formato da imprese medie e piccole – affiancate e confuse da/con un vasto<br />

settore artigianale, ad esempio nel legno e nel tessile, e volte a sostenere i bisogni del<br />

commercio e dello sviluppo del centro urbano –, non ancora dominato dalla cantieristica e in<br />

cui la produzione di beni di consumo aveva un ruolo considerevole.<br />

A partire dalla metà del secolo, però, l’espansione impetuosa del comparto delle costruzioni<br />

navali modificò profondamente tale assetto. Il numero delle unità produttive e le loro dimensioni<br />

aumentarono, crebbe il tonnellaggio delle navi varate e la forza lavoro occupata, la<br />

tecnologia impiegata e l’organizzazione del lavoro si fecero più complesse e la meccanizzazione<br />

più spinta, i capitali investiti lievitarono. I cantieri divennero grandi stabilimenti con migliaia di<br />

occupati, stabilimenti da cui uscivano navi di dimensioni sempre maggiori e tecnologicamente<br />

all’avanguardia. In città, dove esercitavano una sorta di supremazia sociale e politica, rappresentavano<br />

la modernità e – anche se tali aspetti meritano ulteriori chiarimenti – è probabile che<br />

in seguito alla loro crescita mutassero sia la composizione del settore secondario, sia i meccanismi<br />

che ne regolavano il funzionamento interno con la subordinazione di molte delle piccole<br />

imprese e di parte consistente dell’artigianato alla cantieristica.<br />

In tal modo, la produzione di beni strumentali divenne l’elemento trainante dell’economia<br />

cittadina e la grande impresa l’elemento che caratterizzava il tessuto industriale. Non solo. Se<br />

il ruolo delle banche divenne rilevante nella raccolta dei capitali necessari per la costruzione e<br />

l’ampliamento dei cantieri, l’azione dello stato fu sostegno essenziale della crescita del comparto<br />

delle costruzioni navali. Infatti lo stato sia – attraverso le proprie commesse – sostenne<br />

l’aumento della capacità produttiva dei cantieri, diventando uno dei loro clienti migliori, sia -

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