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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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La costruzione del sistema politico a Trieste nel secondo dopoguerra 27<br />

funzioni: essere per i cittadini la risultante del suffragio universale, della rappresentanza, del<br />

conflitto iscritto in uno spazio politico.<br />

Da quanto abbiamo detto emerge come la transizione ad un assetto democratico e dei partiti<br />

politici presenti tanto nei tempi che nei modi delle profonde anomalie rispetto al caso italiano.<br />

Anzitutto a partire dalla periodizzazione, in ragione del significativo ritardo con cui nel caso<br />

locale essa trova realizzazione, ovvero a distanza di quattro anni dalla fine della guerra. In<br />

termini generali, ciò che al momento interessa sottolineare è come il processo di costruzione<br />

della democrazia mostri nei suoi stessi caratteri genetici delle profonde anomalie rispetto a<br />

quello italiano. La ricostruzione del sistema politico non avveniva tanto nel segno del ruolo<br />

svolto dai partiti, come nel resto del paese, quanto attraverso le spinte che derivavano dal<br />

riassetto tra Est e Ovest europeo. Da questo punto di vista, il 1948 si presenta come data<br />

periodizzante, l’anno in cui si realizza la svolta verso la costruzione di un sistema politico e dei<br />

partiti in grado di garantire le condizioni per una sua progressiva stabilizzazione e integrazione<br />

in quello nazionale.<br />

Subculture politiche e processo di impianto elettorale dei partiti politici a Trieste nel periodo<br />

anglo-americano. Limiti e inadeguatezze di un modello.<br />

Applicato al caso locale, il modello classico delle subculture politiche territoriali non risulta<br />

essere in grado di spiegare, se non con molte lacune e inadeguatezze, il processo di impianto<br />

elettorale dei moderni partiti politici a Trieste nella prima fase del secondo dopoguerra 13 . Tale<br />

deficit interpretativo emerge con grande chiarezza di fronte al successo elettorale ottenuto<br />

dalla Democrazia cristiana alle elezioni amministrative del 1949, che la vedono primo partito<br />

con il 39,1% dei suffragi. Nel caso della DC triestina, interessa sottolineare come non risulti<br />

rispettato il rapporto di correlazione tra comportamento elettorale e livello di radicamento<br />

della subcultura politica. Più precisamente, l’assenza di una significativa mobilitazione e presenza<br />

organizzata cattolica a Trieste in età prefascista implica che le ragioni della sua affermazione<br />

elettorale nel secondo dopoguerra vadano diversamente ricercate. Rispetto a ciò si rivela<br />

necessaria una riformulazione del modello stesso, a partire dall’introduzione di fattori diversi,<br />

non esclusivamente derivati dal rapporto tra voto e livello di radicamento della subcultura<br />

politica. Più precisamente, dall’introduzione di quei fattori rappresentati dalle cosiddette<br />

«tradizioni civiche», intese come culture politiche territoriali capaci di riprodursi, senza fratture<br />

significative, per più generazioni 14 . Da questo punto di vista, interessa sottolineare come, nel<br />

processo di ricostruzione del sistema politico locale, la presenza di una tradizione di lungo<br />

periodo quale l’autonomismo e l’indipendentismo risultino svolgere un ruolo di primo piano.<br />

Le prime due tornate elettorali mostrano l’esistenza di schieramenti dove la componente<br />

favorevole al TLT risulta occupare porzioni di voti tutt’altro che marginali, pari al 33,9% nel<br />

1949 e al 38,7% nel 1952. Il suo incremento alle seconde consultazioni è anzitutto dovuto alla<br />

crescita del Fronte dell’indipendenza che vede quasi raddoppiare i suoi voti, passando dal 6,8%<br />

al 12,5%. Si spiega, inoltre, con il confluire dei suffragi provenienti dallo Slovansko-italianska<br />

ljudska fronta - Fronte popolare italo-slavo, sorto nel 1948 in seguito alla scissione del Partito<br />

comunista, il quale ottiene più o meno lo stesso risultato alle elezioni del 1949 e del 1952 (2,4%<br />

e 2,7%). Nell’ambito dei gruppi politici sloveni, va rilevato come in sede elettorale riesce a<br />

trovare espressione una linea politica unitaria che si fa autonomamente sostenitrice delle<br />

richieste slovene sul TLT e in materia di diritti nazionali. Si tratta del partito della Slovenska<br />

narodna lista - Lega nazionale slovena, che ottiene alle prime consultazioni un discreto consen-

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