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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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26 Ariella Verrocchio<br />

Furono la scomunica di Tito da parte del Cominform nel 1948 e la conseguente modificazione<br />

dell’assetto internazionale ad imprimere un nuovo orientamento alla situazione politica triestina,<br />

consentendo al suo sistema politico di entrare in una fase di progressiva normalizzazione e<br />

omologazione a quello italiano. Da questo punto di vista, si trattava di un processo che si<br />

realizzava con il concorso di spinte diverse, sia interne che esterne. Nel 1949, cadevano le<br />

reticenze che il GMA aveva fino ad allora manifestato a concedere alla città le elezioni<br />

amministrative, reticenze che, come abbiamo visto, erano, tra le altre cose, sorte nei primi anni<br />

del suo governo di fronte all’inadeguatezza funzionale e strutturale mostrata dai locali partiti<br />

antifascisti. Sul finire degli anni Quaranta, il rafforzamento della DC quale partito nazionale<br />

creava le condizioni per la costruzione nella città di una rappresentanza politica fondata<br />

sull’anticomunismo e sulla difesa dell’italianità. Allo stesso tempo, il consolidamento della sua<br />

base elettorale poteva essere favorito, oltre che dalla scissione del locale Partito comunista,<br />

anche dalla recente sconfitta subita dal partito di Togliatti alle politiche del 1948. Basterà in<br />

proposito dire che il significato del voto del 18 aprile, ovvero di svolta epocale e di vittoria sulla<br />

barbarie comunista, costituirà uno dei motivi più ricorrenti della campagna elettorale democristiana<br />

triestina del 1949 11 . Il processo di stabilizzazione del sistema politico non trovava tuttavia<br />

possibilità di realizzazione solo in ragione dell’affermarsi della DC quale «partito egemone».<br />

In proposito, interessa sottolineare come il ruolo giocato dal Partito comunista risulti essere<br />

centrale, sia nel favorire la sua graduale normalizzazione che la progressiva omologazione a<br />

quello italiano. Le ragioni di ciò risiedono nel profondo processo di rinnovamento da cui è<br />

interessato il PCTLT (Partito Comunista del Territorio Libero di Trieste) all’indomani della<br />

sua scissione. Sotto la guida del suo segretario Vittorio Vidali, attraverso un rapido percorso di<br />

superamento del modello leninista e di adozione di quello offerto dal partito nuovo di Togliatti,<br />

esso conosce profonde trasformazioni sia sul piano funzionale che strutturale. Si tratta di un<br />

processo che, come vedremo meglio in seguito, trovava importanti fattori di stimolo e di<br />

accelerazione in spinte di natura diversa e contrapposta, nelle forti esigenze di epurazione e di<br />

rinnovamento dei suoi quadri, da un lato, di allargamento della sua base elettorale e militante<br />

dall’altro. Da questo punto di vista, le elezioni amministrative del 1949 costituiscono la cartina<br />

di tornasole di un processo di democratizzazione e omologazione al partito di Togliatti che<br />

appare alquanto complesso, dove la lotta al deviazionismo titino risulta giocare un ruolo<br />

determinante, condizionandone pesantemente sia i meccanismi di formazione della sua base<br />

elettorale che quelli di costruzione della sua rappresentanza politica. Esse si svolgono all’insegna<br />

di un apprendistato politico ed elettorale fortemente orientato nel senso di un’acculturazione<br />

stalinista, di difesa ampia e incondizionata del ruolo di guida assunto dall’Unione<br />

Sovietica. Diversamente da quanto avviene nel caso italiano, dove questo è invece molto<br />

centrato, nel 1946, sul ruolo del PCI nella costruzione delle basi della democrazia nazionale,<br />

mentre, nel 1948, sulla difesa della Costituzione italiana 12 . Lo stretto intreccio che, in occasione<br />

delle elezioni del 1949, si creava nel locale Partito comunista tra obiettivi di epurazione e lotta<br />

al deviazionismo e, allo stesso tempo, di allargamento della base e di costruzione dell’elettorato<br />

costituisce un’importante spia di un processo di democratizzazione che conosceva tempi e modi<br />

molto diversi da quelli del partito di Togliatti. Tuttavia, ciò che al momento interessa sottolineare<br />

è come tale processo, nonostante le sue molteplici contraddizioni, fu tale da consentire<br />

l’inserimento del Partito comunista triestino nel locale sistema politico. Inserimento da cui, per<br />

molti aspetti, derivavano la possibilità di costruzione di un sistema pluralista e le sue stesse<br />

possibilità di funzionamento. Con le elezioni del 1949, esso entrava in una fase di progressiva<br />

stabilizzazione, a partire dalla condivisione di un comune sistema di regole, come dell’esercizio<br />

da parte dei partiti di pratiche che potessero garantire lo svolgimento delle loro fondamentali

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