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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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248 Gorazd Bajc<br />

Nel campo filojugoslavo ci si accorse ben presto che venivano accantonate proprio quelle<br />

trasmissioni che erano loro ideologicamente più vicine 8 . Nell’aprile 1946 venne poi pubblicato<br />

il primo articolo che apertamente criticava i notiziari in lingua slovena e che sottolineava<br />

l’esistenza di subdole critiche alla Jugoslavia e al grande alleato – l’Unione Sovietica – celate<br />

sotto la veste dell’obiettività. Si consigliava l’Ufficio per la propaganda alleato l’Allied Information<br />

Services (AIS) di documentarsi anche presso le altre agenzie che seguivano fedelmente la<br />

lotta filojugoslava. Ovviamente gli ascoltatori erano disgustati 9 .<br />

III) In giugno 1946 la stazione radiofonica slovena venne rinominata e divenne in parte<br />

indipendente. Allora gli alleati cambiarono la dirigenza, trasferendo il responsabile delle<br />

trasmissioni Gojmir Dem{ar (collegato alle organizzazioni filojugoslave) alla dirigenza di<br />

una sezione assai meno importante, quella per la musica. Al suo posto vennero nominati<br />

degli emigrati politici (provenienti dalla Jugoslavia) che avversavano la sinistra.<br />

Dopo l’instaurazione della seconda stazione triestina, la Radio Trst II, la delusione del blocco<br />

filojugoslavo fu totale. «Le notizie sono tendenziose», scriveva il «Primorski dnevnik», e<br />

sorgeva anche il seguente dubbio: «Poiché la nuova stazione viene seguita molto bene anche in<br />

Jugoslavia, ci viene da pensare che il diffondere degli slogan a favore della ‘democrazia<br />

occidentale’ non si limita alla sola zona A» 10 . Il quotidiano sloveno non si risparmiava. Alla fine<br />

di luglio 1946 rifletteva sul fatto che aveva ricevuto parecchi reclami. Da essi il giornale<br />

concludeva che le trasmissioni della radio non erano per niente interessanti. Le lamentele si<br />

riferivano anche al fatto che le trasmissioni in italiano avevano a disposizione una stazione<br />

migliore 11 . Inoltre veniva messo in risalto che l’emittente per i programmi sloveni non era poi<br />

tanto adatta per i possessori di apparecchi semplici nella zona A – cioè per gli stessi sloveni –<br />

mentre le ricezione nella zona B era più che buona 12 .<br />

Le difficoltà di ricezione della seconda stazione di Trieste evidentemente per un po’ non<br />

vennero risolte. Persino il giornale «Demokracija», portavoce della Slovenska demokratska<br />

zveza (SDZ) – il primo partito sloveno non controllato dai comunisti sloveni, ossia anticomunista<br />

– ancora nell’estate e nell’autunno 1947, e l’anno successivo, chiese a più riprese 13 ai<br />

responsabili del GMA di provvedere a migliorare la situazione poiché la stazione di Trieste era<br />

di immensa importanza per tutti gli sloveni.<br />

Naturalmente, le critiche al GMA riguardavano anche le sue decisioni di assumere alla radio<br />

degli emigrati anticomunisti: gli appartenenti al blocco filojugoslavo si sentivano messi da parte<br />

e l’atmosfera alla radio stava diventando per loro incandescente. I nuovi arrivati erano giudicati<br />

inaffidabili e il divieto di usare il titolo tovari{ (compagno) era uno dei più difficili da digerire.<br />

Inoltre la compagnia «Radijski oder» (Ribalta radiofonica), composta da 12 membri e fondata<br />

dall’emigrato Jo‘e Peterlin, veniva considerata una concorrente pericolosa per gli attori filojugoslavi<br />

14 . In effetti le iniziative di Peterlin ebbero un grande successo, non solo alla radio, ma<br />

in generale nel campo culturale; oltretutto tali iniziative gettarono le basi formative per molti<br />

giovani sloveni, che non avevano avuto alcuna, o solamente una scarsa istruzione nella madre<br />

lingua.<br />

Secondo gli informatori jugoslavi questi emigrati politici e alcuni anticomunisti locali sarebbero<br />

stati in contatto con la Slovenia, da dove spesso ricevevano delle notizie, ed erano bene<br />

informati anche sulla situazione nella regione. Alcuni di loro si recavano spesso a Kobarid/Caporetto,<br />

che veniva considerato dai servizi di sicurezza jugoslavi (l’Organizacija za za{~ito naroda<br />

– OZNA poi Uprava za dr‘avno bezbednost – UDBA) uno dei centri maggiori di spionaggio<br />

antijugoslavo, collegato anche con la Carinzia austriaca. La stazione radiofonica sarebbe<br />

diventata anche punto di ritrovo di altri oppositori 15 .<br />

Nell’agosto 1946 le pagine del «Primorski dnevnik» riportavano un’altra questione cruciale

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