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204 Nevenka Troha partito, l’organizzazione comune dell’Unità Operaia che vide militare dai dieci ai venti mila operai d’entrambe le nazionalità 19 . Fu invece istituito solo a Trieste, a metà aprile del 1945, il comitato esecutivo antifascista italo - sloveno (SIAIO), che funse da direzione congiunta delle organizzazioni slovene ed italiane. Dalla liberazione in poi esso assunse anche funzioni d’esercizio del potere ed il 7 maggio 1945 esso si ristrutturò nel Consiglio di liberazione cittadino di Trieste (Mestni osvobodilni svet Trst - MOS Trst) 20 . Nel corso dell’occupazione, nel mese di maggio del 1945, le autorità jugoslave a Trieste cercarono di dar vita il prima possibile a proprie autorità civili, convocando fra l’altro l’assemblea della Città di Trieste, alla quale furono eletti, fra quanti se ne fecero fautori, 1.384 delegati 21 . La sua seduta, svoltasi il 17 maggio, ebbe, a detta del presidente del PNOO France Bevk, una valenza storica, essendo l’esercito jugoslavo entrato in città non da forza d’occupazione, bensì da liberatore e non per recar vendetta ed odio bensì la convivenza pacifica 22 .In quella sede, il Comitato di liberazione cittadino di Trieste fu ampliato a 27 membri, 18 dei quali italiani. Fu pure eletto un organo consultivo – la consulta –, che contava 120 membri, 82 dei quali italiani e 38 sloveni. Ne divenne presidente Umberto Zoratti, il quale tuttavia rassegnò da lì a poco le dimissioni, passando la mano a Giuseppe Pogassi 23 . Poco dopo furono inseriti nella consulta per la città di Trieste anche alcuni esponenti di correnti italiane indipendenti, rappresentati da Narcisio Smidlichen 24 . Sorsero pressioni nei riguardi degli italiani, attivi negli organi di potere degli organismi politici jugoslavi, in forza delle quali molti di essi rassegnarono le dimissioni. Fu questo il caso di Umberto Zoratti, già presidente della consulta triestina e vicepresidente del PNOO per il Litorale sloveno e Trieste, il 30 maggio 1945 quello di F. Forti, segretario del Consiglio di liberazione cittadino di Trieste (MOS Trst). È lecito tuttavia chiedersi in che misura tali dimissioni siano attribuibili alle pressioni delle organizzazioni filo-italiane o non siano invece da attribuire al dissenso espresso dalle persone che le avevano rassegnate, nei riguardi della politica di repressione jugoslava 25 . L’8 maggio si riunirono a Gorizia gli esponenti dei tre precedenti distretti per eleggere il nuovo comitato esecutivo per il distretto di Gorizia nonché la nuova segreteria dell’OF per il distretto di Gorizia ed il comitato distrettuale del KPS. La carica di presidente del comitato esecutivo di liberazione nazionale fu ricoperta da Jo‘ef [trukelj, quella di vicepresidente da Ivan Sirk, quella di segretario da Bogomil Vi‘intin. Segretario del comitato distrettuale dell’OF divenne Julij Beltram, il quale ricoprì al tempo stesso anche il ruolo di segretario del comitato distrettuale del KPS per il Goriziano 26 . A differenza della città di Trieste, dove le autorità jugoslave riconoscevano la maggioranza italiana e con ciò una particolare autonomia della città, la composizione del gruppo dirigente del comitato di liberazione nazionale distrettuale (NOO) fu esclusivamente slovena. Il comitato di liberazione cittadino di Gorizia fu eletto il 13 maggio 1945 in una riunione congiunta dell’OF e del Fronte di Liberazione (italiano), assumendo le redini del potere cittadino fino alle prime regolari elezioni. Il 29 maggio 1945 la sua composizione fu sancita dall’assemblea degli esponenti di tutte le organizzazioni antifasciste, la quale elesse pure i membri del tribunale popolare ed i deputati all’assemblea regionale 27 . All’assemblea, svoltasi il 5 giugno 1945, fu adottato un decreto d’ampliamento del PNOO.Vi furono eletti 60 membri, due terzi dei quali sloveni. Ne rimase presidente France Bevk, ma furono eletti tre vicepresidenti nelle persone di Boris Kraigher, Umberto Zoratti e Luigi Petarin, e due segretari nelle persone di Bogdan Brecelj e Dragotin Ben~i~. IlPNOO per il Litorale sloveno e Trieste fu l’organo nazionale legislativo ed al tempo stesso esecutivo supremo per il Litorale sloveno e Trieste 28 . Divenuto evidente che nell’area occidentale della Venezia Giulia l’amministrazione sarebbe

Le organizzazioni filo-jugoslave della zona A della Venezia Giulia 205 stata assunta dagli alleati occidentali, si rivelò sempre più cruciale, per le autorità jugoslave, stabilire quali sarebbero state la forza e l’influenza delle organizzazioni politiche filo-jugoslave. La loro attività andava rafforzata allo scopo di mantenere e corroborare per il loro tramite la propria influenza fra la popolazione, in primis l’italiana 29 . Accanto al partito unitario, tale ruolo sarebbe dovuto spettare all’Unione antifascista italo – slava, istituita in qualità di movimento unitario di massa, ossia di un’organizzazione politica in grado di prestare sostegno ai poteri popolari nell’opera di «mobilitazione delle masse» oppure assumendo tale ruolo direttamente su di sé 30 . Il programma dell’UAIS dovette essere sufficientemente ampio, al fine di rendersi «accettabile per ogni democratico», nozione questa ultima che implicava rendersi fautore di una democrazia popolare nell’accezione vigente nei paesi socialisti. L’UAIS doveva inoltre, se voleva conservare la propria influenza specie nella zona A della Venezia Giulia, integrare, oltre alla popolazione slovena, anche «tutte le forze sane autenticamente democratiche per forgiarle in una salda fratellanza». I comitati andavano pertanto costituiti ovunque, ossia «un comitato per ciascuna località, insediamento, villaggio, in cui fossero rappresentati davvero tutti i gruppi ed i partiti che aspiravano ad una democrazia autentica nonché ad una lotta senza quartiere contro i residui del fascismo» 31 . Per ragioni tattiche, l’annessione alla Jugoslavia non figurò, fino all’autunno del 1945, nel programma, benché fosse del tutto palese che fosse quello uno dei suoi obiettivi centrali. L’UAIS - SIAU fu costituita gradualmente, dapprima nel distretto di Trieste, quindi a livello regionale e solo dopo il ritiro dell’esercito jugoslavo dalla zona A, anche nel distretto di Gorizia e nella città di Trieste. Alla conferenza costitutiva per il distretto di Trieste, svoltasi il 4 giugno 1945, furono invitati 78 sloveni e 39 italiani. Il rapporto di 2 a 1 era stato adottato in sede di costituzione degli organismi regionali anche nel distretto di Gorizia mentre a Trieste esso fu specularmente ribaltato a favore degli italiani 32 . In alcune località si riscontrarono difficoltà in sede d’istituzione di comitati dell’UAIS fra gli sloveni, contrari a forme di collegamento con gli italiani 33 . Rimase pure aperta la questione dell’inclusione del clero, specie di quello sloveno e croato, mentre quello italiano professava nella sua stragrande maggioranza un orientamento filo-italiano. Furono proposte un’organizzazione congiunta dei sacerdoti su entrambi i versanti della linea di demarcazione e la predisposizione di un’apposita conferenza per i sacerdoti che avessero optato o che fossero già fautori dell’annessione alla Jugoslavia 34 . Sulla scorta delle linee adottate il 18 luglio 1945 dal Comitato Centrale del partito sloveno, fu convocato, il 12 agosto 1945, a Trieste, il primo congresso dell’UAIS, al quale parteciparono ben 1.131 delegati. Secondo le parole di Boris Kraigher, il quale vi svolse la relazione centrale, l’UAIS sarebbe dovuta divenire «un ponte d’amicizia fra la Jugoslavia e l’Italia, fra l’Italia e l’Oriente» 35 . Boris Puc rilevò che la sua costituzione era «il risultato del nuovo spirito che animava la popolazione slovena, croata ed italiana della Venezia Giulia», mentre Giuseppe Pogassi rimarcò come queste terre «fossero state sempre teatro di guerre fratricide. Ciò non doveva più ripetersi, perciò andava affermata la politica di fratellanza» 36 . Fra i punti salienti del programma vi furono la battaglia contro la divisione della Venezia Giulia, l’annientamento di tutti i residui del fascismo, una democrazia coerente fondata sulla fratellanza italo - slava ed il sostegno ai poteri popolari. Potevano aderire all’UAIS tutti gli abitanti della Venezia Giulia che non agivano a danno del popolo e che ne accettavano i principi di fondo. Potevano aderirvi collettivamente partiti ed organizzazioni, se le loro posizioni politiche non erano in contrasto con i principi di fondo dell’UAIS. Il ruolo di presidente del Comitato Centrale fu assunto da France Bevk, quelli di vicepresidente da Giuseppe Pogassi,

Le organizzazioni filo-jugoslave della zona A della Venezia Giulia 205<br />

stata assunta dagli alleati occidentali, si rivelò sempre più cruciale, per le autorità jugoslave,<br />

stabilire quali sarebbero state la forza e l’influenza delle organizzazioni politiche filo-jugoslave.<br />

La loro attività andava rafforzata allo scopo di mantenere e corroborare per il loro tramite la<br />

propria influenza fra la popolazione, in primis l’italiana 29 . Accanto al partito unitario, tale ruolo<br />

sarebbe dovuto spettare all’Unione antifascista italo – slava, istituita in qualità di movimento<br />

unitario di massa, ossia di un’organizzazione politica in grado di prestare sostegno ai poteri<br />

popolari nell’opera di «mobilitazione delle masse» oppure assumendo tale ruolo direttamente<br />

su di sé 30 .<br />

Il programma dell’UAIS dovette essere sufficientemente ampio, al fine di rendersi «accettabile<br />

per ogni democratico», nozione questa ultima che implicava rendersi fautore di una<br />

democrazia popolare nell’accezione vigente nei paesi socialisti. L’UAIS doveva inoltre, se<br />

voleva conservare la propria influenza specie nella zona A della Venezia Giulia, integrare, oltre<br />

alla popolazione slovena, anche «tutte le forze sane autenticamente democratiche per forgiarle<br />

in una salda fratellanza». I comitati andavano pertanto costituiti ovunque, ossia «un comitato<br />

per ciascuna località, insediamento, villaggio, in cui fossero rappresentati davvero tutti i gruppi<br />

ed i partiti che aspiravano ad una democrazia autentica nonché ad una lotta senza quartiere<br />

contro i residui del fascismo» 31 . Per ragioni tattiche, l’annessione alla Jugoslavia non figurò, fino<br />

all’autunno del 1945, nel programma, benché fosse del tutto palese che fosse quello uno dei suoi<br />

obiettivi centrali.<br />

L’UAIS - SIAU fu costituita gradualmente, dapprima nel distretto di Trieste, quindi a livello<br />

regionale e solo dopo il ritiro dell’esercito jugoslavo dalla zona A, anche nel distretto di Gorizia<br />

e nella città di Trieste. Alla conferenza costitutiva per il distretto di Trieste, svoltasi il 4 giugno<br />

1945, furono invitati 78 sloveni e 39 italiani. Il rapporto di 2 a 1 era stato adottato in sede di<br />

costituzione degli organismi regionali anche nel distretto di Gorizia mentre a Trieste esso fu<br />

specularmente ribaltato a favore degli italiani 32 .<br />

In alcune località si riscontrarono difficoltà in sede d’istituzione di comitati dell’UAIS fra gli<br />

sloveni, contrari a forme di collegamento con gli italiani 33 . Rimase pure aperta la questione<br />

dell’inclusione del clero, specie di quello sloveno e croato, mentre quello italiano professava<br />

nella sua stragrande maggioranza un orientamento filo-italiano. Furono proposte un’organizzazione<br />

congiunta dei sacerdoti su entrambi i versanti della linea di demarcazione e la predisposizione<br />

di un’apposita conferenza per i sacerdoti che avessero optato o che fossero già<br />

fautori dell’annessione alla Jugoslavia 34 .<br />

Sulla scorta delle linee adottate il 18 luglio 1945 dal Comitato Centrale del partito sloveno,<br />

fu convocato, il 12 agosto 1945, a Trieste, il primo congresso dell’UAIS, al quale parteciparono<br />

ben 1.131 delegati. Secondo le parole di Boris Kraigher, il quale vi svolse la relazione centrale,<br />

l’UAIS sarebbe dovuta divenire «un ponte d’amicizia fra la Jugoslavia e l’Italia, fra l’Italia e<br />

l’Oriente» 35 . Boris Puc rilevò che la sua costituzione era «il risultato del nuovo spirito che<br />

animava la popolazione slovena, croata ed italiana della Venezia Giulia», mentre Giuseppe<br />

Pogassi rimarcò come queste terre «fossero state sempre teatro di guerre fratricide. Ciò non<br />

doveva più ripetersi, perciò andava affermata la politica di fratellanza» 36 .<br />

Fra i punti salienti del programma vi furono la battaglia contro la divisione della Venezia<br />

Giulia, l’annientamento di tutti i residui del fascismo, una democrazia coerente fondata sulla<br />

fratellanza italo - slava ed il sostegno ai poteri popolari. Potevano aderire all’UAIS tutti gli<br />

abitanti della Venezia Giulia che non agivano a danno del popolo e che ne accettavano i principi<br />

di fondo. Potevano aderirvi collettivamente partiti ed organizzazioni, se le loro posizioni<br />

politiche non erano in contrasto con i principi di fondo dell’UAIS. Il ruolo di presidente del<br />

Comitato Centrale fu assunto da France Bevk, quelli di vicepresidente da Giuseppe Pogassi,

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