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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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Aiuti e contropartite: tempi e logiche del sostegno alleato all’economia triestina 181<br />

will, it is optimistically estimated, be able to meet the necessary expenses for imports from abroad,<br />

if markets can be found for these products. An important source of income from abroad, perhaps<br />

22 per cent, is the sale of products of the shipyards, including the industries related to the Cantieri.<br />

ILVA could account for about 9 per cent, and the petroleum and vegetable oil refineries, the<br />

canneries, the jute factory, and several smaller entreprises for an additional 40 per cent. The<br />

activities of the port earn Trieste 10 per cent more and the shipping lines another 6 per cent.<br />

Agricultural and miscellaneous exports contribute another 4 per cent 23 .<br />

L’elemento critico era rappresentato dalla necessaria volontà dei numerosi paesi confinanti<br />

di non discriminare per motivi politici o nazionali il sistema industriale, portuale e finanziario<br />

triestino. Numerosi contatti erano in corso con l’Austria, la Cecoslovacchia, l’Ungheria ed<br />

anche la Jugoslavia, ma soltanto una ripresa complessiva dei commerci europei poteva costruire<br />

le solide basi necessarie per l’autosufficienza economica di Trieste.<br />

Il GMA ostentava ottimismo, ma sottinteso, tra le righe, emergeva dalle parole di Unger un<br />

tema che sarebbe diventato importante nel corso del tempo: il destino economico del TLT<br />

sarebbe stato prospero, se motivi politici non avessero portato una parte dell’Europa a considerare<br />

come un nemico l’economia di mercato, condannando quindi alla fame i triestini, che in<br />

quest’ottica diventavano una finestra della superiorità occidentale visibile anche da alcuni paesi<br />

del blocco sovietico. Di ritorno dall’Europa, nell’ottobre 1947, un membro del cosiddetto<br />

«Herter Commettee» del Congresso statunitense si dichiarò «considerevolmente scosso» dalla<br />

situazione osservata a Trieste, dove gli aiuti americani erano assolutamente necessari per<br />

fermare l’avanzata del comunismo 24 .<br />

La fisionomia economica del Territorio Libero di Trieste corrispondeva quindi in primo<br />

luogo alle esigenze politiche che avevano portato alla formazione del nuovo staterello, piuttosto<br />

che alle esigenze locali di adattamento alle mutate condizioni dei mercati verso i quali Trieste<br />

offriva le sue merci e soprattutto i suoi servizi, in particolare quelli legati ai trasporti. L’eccezionale<br />

ampiezza di mezzi che aveva contraddistinto la prima fase della ricostruzione sfociava<br />

quindi senza soluzione di continuità nella gestione del Territorio Libero giungendo, quasi<br />

inaspettatamente, a godere di una ancor più abbondante dotazione di risorse allorquando il<br />

Territorio fu ammesso come partecipante al programma di aiuti all’Europa noto come Piano<br />

Marshall. Una ricostruzione quantitativamente opulenta, ma molto più attenta a conquistare<br />

al GMA il consenso della popolazione, piuttosto che a costituire stabili premesse per una<br />

duratura reinvenzione della struttura economica locale.<br />

I convulsi primi mesi di vita del Governo militare alleato, lungo una serie di prove ed errori,<br />

avevano prodotto una situazione ben distante dall’obiettivo, che ufficialmente continuava ad<br />

essere quello di una «self-sustaining economy», dando invece origine ad una strana sorta di<br />

economia parassitaria, dipendente dalla volontà dei paesi finanziatori (ovvero gli Stati Uniti e<br />

l’Italia) di sostenere il ruolo simbolico che ormai la città stava rivestendo come una delle capitali<br />

della guerra fredda, assieme a Berlino ed a Vienna.

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