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180 Giulio Mellinato Un’economia aiutodipendente Da parte degli ufficiali alleati, l’elaborazione dell’importanza delle tematiche nazionali, ed i loro profondi legami con le scelte economiche sviluppate durante questo periodo cruciale fu piuttosto lenta, partendo da presupposti (e da un retroterra culturale) talmente distanti dalle tradizioni locali da non consentire l’elaborazione di obiettivi condivisi. Come ebbe a notare il primo responsabile per gli Affari Civili del GMA, dopo il suo ritorno negli Stati Uniti, si trattava di un sentimento locale che, a suo giudizio, ad un esterno sembrava non avere alcun contatto con le reali dimensioni delle cose. Ma rimaneva inequivocabile tutto l’enorme impatto strategico che le decisioni assunte a Trieste avevano sugli equilibri di questa parte d’Europa. «The port wasn’t worth a nickel to either side in this controversy, really, as an economic factor. It is just a thing which meant prestige and honor and importance to both of them» 19 . La questione dei limiti entro i quali l’azione dell’amministrazione alleata avrebbe dovuto essere contenuta, trattandosi di un’amministrazione fiduciaria in attesa della definitiva assegnazione del Territorio, in realtà venne aggirata più volte. Nel caso del Cantiere di Monfalcone si trattava, come abbiamo visto, di «esigenze militari», ma anche su un piano più vasto il GMA operò considerando molto estensivamente il mandato ricevuto, come confermava lo stesso Bowman, tanto da «cambiare faccia» all’economia locale, secondo le esigenze imposte dalle circostanze, e quindi in sostanziale autonomia rispetto alle solite catene di comando, per un impegno in campo economico che raggiunse il 75% delle spese complessive del GMA 20 . La provvisorietà del GMA nel suo primo anno di vita era stato lo schermo dietro il quale gli ufficiali alleati si erano rifugiati per evitare di prendere le decisioni fondamentali in merito al futuro economico dell’area, ma fu dalla tarda primavera del 1946 che emerse la consapevolezza della indilazionabilità delle decisioni fondamentali. The employment situation has deteriorated since the failure of the Paris Conference to reach any decision as to future ownership of the territory. Political feelings run high and the present position which nearly approach Economic Paralysis is used by political opponents to bring discredit upon Allied Military Government. […] reactivation of the territory’s main industries is the only real solution to the problem 21 . Le cifre ormai avevano raggiunto livelli complessivamente insostenibili: 28.577 disoccupati nell’area di Trieste, 5.776 in quella di Gorizia e 3.157 a Pola, per un totale che sfiorava il 50% della mano d’opera operaia presente nella Zona. La costituzione del Territorio Libero di Trieste era vista con favore dal GMA, anche perché assieme al TLT entravano in vigore le numerose clausole del Trattato di Pace con l’Italia che contenevano numerose garanzie per lo sviluppo dell’economia locale. A parte lo Statuto permanente del Territorio (Allegato VI), erano previste norme specifiche per il Porto (Allegato VIII), per le forniture di energia (Allegato IX) e per le questioni finanziarie (Allegato X). L’attenzione inglese ed americana verso l’Adriatico ed il Mediterraneo aveva raggiunto un livello estremamente elevato, tanto da inserire stabilmente le considerazioni riguardanti Trieste all’interno di orizzonti molto più ampi 22 . A Trieste, la situazione era vista con ottimismo, tanto da disegnare un possibile bilancio economico tale da assicurare agli abitanti del Territorio un tenore di vita soddisfacente, nonostante l’esigua estensione ed i numerosi squilibri del suo sistema produttivo. The goods and services which the Free Territory can produce to sell abroad in the coming year

Aiuti e contropartite: tempi e logiche del sostegno alleato all’economia triestina 181 will, it is optimistically estimated, be able to meet the necessary expenses for imports from abroad, if markets can be found for these products. An important source of income from abroad, perhaps 22 per cent, is the sale of products of the shipyards, including the industries related to the Cantieri. ILVA could account for about 9 per cent, and the petroleum and vegetable oil refineries, the canneries, the jute factory, and several smaller entreprises for an additional 40 per cent. The activities of the port earn Trieste 10 per cent more and the shipping lines another 6 per cent. Agricultural and miscellaneous exports contribute another 4 per cent 23 . L’elemento critico era rappresentato dalla necessaria volontà dei numerosi paesi confinanti di non discriminare per motivi politici o nazionali il sistema industriale, portuale e finanziario triestino. Numerosi contatti erano in corso con l’Austria, la Cecoslovacchia, l’Ungheria ed anche la Jugoslavia, ma soltanto una ripresa complessiva dei commerci europei poteva costruire le solide basi necessarie per l’autosufficienza economica di Trieste. Il GMA ostentava ottimismo, ma sottinteso, tra le righe, emergeva dalle parole di Unger un tema che sarebbe diventato importante nel corso del tempo: il destino economico del TLT sarebbe stato prospero, se motivi politici non avessero portato una parte dell’Europa a considerare come un nemico l’economia di mercato, condannando quindi alla fame i triestini, che in quest’ottica diventavano una finestra della superiorità occidentale visibile anche da alcuni paesi del blocco sovietico. Di ritorno dall’Europa, nell’ottobre 1947, un membro del cosiddetto «Herter Commettee» del Congresso statunitense si dichiarò «considerevolmente scosso» dalla situazione osservata a Trieste, dove gli aiuti americani erano assolutamente necessari per fermare l’avanzata del comunismo 24 . La fisionomia economica del Territorio Libero di Trieste corrispondeva quindi in primo luogo alle esigenze politiche che avevano portato alla formazione del nuovo staterello, piuttosto che alle esigenze locali di adattamento alle mutate condizioni dei mercati verso i quali Trieste offriva le sue merci e soprattutto i suoi servizi, in particolare quelli legati ai trasporti. L’eccezionale ampiezza di mezzi che aveva contraddistinto la prima fase della ricostruzione sfociava quindi senza soluzione di continuità nella gestione del Territorio Libero giungendo, quasi inaspettatamente, a godere di una ancor più abbondante dotazione di risorse allorquando il Territorio fu ammesso come partecipante al programma di aiuti all’Europa noto come Piano Marshall. Una ricostruzione quantitativamente opulenta, ma molto più attenta a conquistare al GMA il consenso della popolazione, piuttosto che a costituire stabili premesse per una duratura reinvenzione della struttura economica locale. I convulsi primi mesi di vita del Governo militare alleato, lungo una serie di prove ed errori, avevano prodotto una situazione ben distante dall’obiettivo, che ufficialmente continuava ad essere quello di una «self-sustaining economy», dando invece origine ad una strana sorta di economia parassitaria, dipendente dalla volontà dei paesi finanziatori (ovvero gli Stati Uniti e l’Italia) di sostenere il ruolo simbolico che ormai la città stava rivestendo come una delle capitali della guerra fredda, assieme a Berlino ed a Vienna.

180 Giulio Mellinato<br />

Un’economia aiutodipendente<br />

Da parte degli ufficiali alleati, l’elaborazione dell’importanza delle tematiche nazionali, ed i<br />

loro profondi legami con le scelte economiche sviluppate durante questo periodo cruciale fu<br />

piuttosto lenta, partendo da presupposti (e da un retroterra culturale) talmente distanti dalle<br />

tradizioni locali da non consentire l’elaborazione di obiettivi condivisi. Come ebbe a notare il<br />

primo responsabile per gli Affari Civili del GMA, dopo il suo ritorno negli Stati Uniti, si trattava<br />

di un sentimento locale che, a suo giudizio, ad un esterno sembrava non avere alcun contatto<br />

con le reali dimensioni delle cose. Ma rimaneva inequivocabile tutto l’enorme impatto strategico<br />

che le decisioni assunte a Trieste avevano sugli equilibri di questa parte d’Europa. «The<br />

port wasn’t worth a nickel to either side in this controversy, really, as an economic factor. It is<br />

just a thing which meant prestige and honor and importance to both of them» 19 .<br />

La questione dei limiti entro i quali l’azione dell’amministrazione alleata avrebbe dovuto<br />

essere contenuta, trattandosi di un’amministrazione fiduciaria in attesa della definitiva assegnazione<br />

del Territorio, in realtà venne aggirata più volte. Nel caso del Cantiere di Monfalcone si<br />

trattava, come abbiamo visto, di «esigenze militari», ma anche su un piano più vasto il GMA<br />

operò considerando molto estensivamente il mandato ricevuto, come confermava lo stesso<br />

Bowman, tanto da «cambiare faccia» all’economia locale, secondo le esigenze imposte dalle<br />

circostanze, e quindi in sostanziale autonomia rispetto alle solite catene di comando, per un<br />

impegno in campo economico che raggiunse il 75% delle spese complessive del GMA 20 .<br />

La provvisorietà del GMA nel suo primo anno di vita era stato lo schermo dietro il quale gli<br />

ufficiali alleati si erano rifugiati per evitare di prendere le decisioni fondamentali in merito al<br />

futuro economico dell’area, ma fu dalla tarda primavera del 1946 che emerse la consapevolezza<br />

della indilazionabilità delle decisioni fondamentali.<br />

The employment situation has deteriorated since the failure of the Paris Conference to reach any<br />

decision as to future ownership of the territory. Political feelings run high and the present position<br />

which nearly approach Economic Paralysis is used by political opponents to bring discredit upon<br />

Allied Military Government. […] reactivation of the territory’s main industries is the only real<br />

solution to the problem 21 .<br />

Le cifre ormai avevano raggiunto livelli complessivamente insostenibili: 28.577 disoccupati<br />

nell’area di Trieste, 5.776 in quella di Gorizia e 3.157 a Pola, per un totale che sfiorava il 50%<br />

della mano d’opera operaia presente nella Zona.<br />

La costituzione del Territorio Libero di Trieste era vista con favore dal GMA, anche perché<br />

assieme al TLT entravano in vigore le numerose clausole del Trattato di Pace con l’Italia che<br />

contenevano numerose garanzie per lo sviluppo dell’economia locale. A parte lo Statuto<br />

permanente del Territorio (Allegato VI), erano previste norme specifiche per il Porto (Allegato<br />

VIII), per le forniture di energia (Allegato IX) e per le questioni finanziarie (Allegato X).<br />

L’attenzione inglese ed americana verso l’Adriatico ed il Mediterraneo aveva raggiunto un<br />

livello estremamente elevato, tanto da inserire stabilmente le considerazioni riguardanti Trieste<br />

all’interno di orizzonti molto più ampi 22 . A Trieste, la situazione era vista con ottimismo, tanto<br />

da disegnare un possibile bilancio economico tale da assicurare agli abitanti del Territorio un<br />

tenore di vita soddisfacente, nonostante l’esigua estensione ed i numerosi squilibri del suo<br />

sistema produttivo.<br />

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