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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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Organigrammi e carriere nel GMA della Venezia Giulia 121<br />

dimensione economica, dall’altra essa suggella anche il passaggio dei poteri da parte britannica<br />

a quella americana nella conduzione della questione di Trieste, processo che alla fine del 1947<br />

era ormai pienamente compiuto. Nel luglio del 1947 la Gran Bretagna aveva infatti smesso di<br />

erogare finanziamenti a favore del risanamento economico triestino facendo ricadere il peso<br />

interamente sull’amministrazione americana. L’inserimento di personale americano anche nei<br />

dipartimenti fino a quel momento di competenza inglese come l’economia e l’assistenza può<br />

essere letta come la chiara volontà di esercitare una supervisione sull’erogazione dei finanziamenti<br />

più che sulle politiche amministrative dei suoi ufficiali, ai quali invece sembra fosse<br />

concessa una certa libertà di movimento. Nonostante la preminente posizione americana, il<br />

personale ufficiale britannico infatti superò tra il 1948 e il 1952 di due unità quello statunitense.<br />

La centralità di Trieste nel contesto americano iniziò tuttavia a sfumare dopo l’uscita della<br />

Jugoslavia dalla costellazione sovietica nel giugno 1948, perdendo di fatto qualsiasi ragione<br />

d’essere. La volontà di risolvere al più presto la questione giuliana avrebbe indotto gli angloamericani<br />

ad allargare progressivamente la presenza italiana nell’apparato amministrativo.<br />

Inizialmente le autorità alleate nominarono funzionari locali a capo dei Dipartimenti della<br />

Pubblica Istruzione (passato da J. Simoni ad Antonio Andri), dell’Agricoltura e Pesca (da L.H.<br />

Weil a Gualfardo Piccoli) e dei Servizi Pubblici.<br />

La presenza italiana nell’amministrazione alleata fu sancita dall’Accordo di Londra del 9<br />

maggio 1952, che rivoluzionò l’apparato amministrativo esistente con l’inserimento di funzionari<br />

italiani nominati dal ministero dell‘Interno di Roma. L’accordo prevedeva che il Comandante<br />

delle truppe avrebbe conservato tutti i poteri di governo nella Zona; che fosse istituita la<br />

carica di Consigliere politico italiano presso il Comandante della Zona; che fosse istituita la<br />

carica di Direttore Superiore dell’Amministrazione, coperta da un funzionario italiano, che<br />

avrebbe avuto alle sue dipendenze un Direttore dell’Interno ed un Direttore delle Finanze ed<br />

Economia, ambedue funzionari italiani, e da cui avrebbero dovuto dipendere un certo numero<br />

di dipartimenti ed uffici, tutti con personale italiano (vedi Allegato 3); che un numero adeguato<br />

di italiani per il funzionamento delle Direzioni, Dipartimenti e Uffici sarebbe stato proposto<br />

dal Governo italiano, il quale avrebbe potuto a sua volta richiamare le persone scelte 40 .<br />

L’Accordo di Londra trovò un’applicazione concreta nell’Ordine n. 165, emesso il 13 settembre<br />

1952. A partire da quella data, fino al 26 ottobre 1954, in mano americana sarebbero rimasti:<br />

il Capo di Stato Maggiore (V.F. Burger/H.R. Emery/F.C. Lough), il Dip. Affari Legali (N.R.<br />

Voohris/R. Mc Donald Gray/F.C. Lough/R.W. Reynolds) e l’Ufficio Informazioni Pubbliche<br />

(D. Dunham); mentre in quella inglese: il Comando della Zona (con T. J. W. Winterton), il<br />

Dipartimento di Pubblica Sicurezza (J.E. Foden) con le Forze di Polizia della Venezia Giulia<br />

(G. Richardson), il Dip. delle Poste e Telecomunicazioni (H.A. Hayward) e il Dip. attrezzature<br />

portuali (C.S.D. Noakes).<br />

Il passaggio dei poteri al funzionariato italiano, come tutte le transizioni, rappresenta<br />

indubbiamente un passaggio cardine nella complessa problematica della mediazione dei rapporti<br />

tra il GMA e il Governo italiano.<br />

Come ricorda Diego de Castro, la scelta dei funzionari da mandare a Trieste non creò grosse<br />

preoccupazioni a Roma e fece cadere la scelta su una serie di funzionari già dipendenti dei<br />

ministeri romani. A svolgere la funzione di Direttore dell’Amministrazione fu chiamato l’allora<br />

Prefetto di Genova Gian Augusto Vitelli, mentre la Direzione dell’Interno andò al viceprefetto<br />

Adolfo Memmo 41 , figura che in futuro avrebbe svolto l’incarico di Prefetto a Napoli e a Roma<br />

oltre che quello di presidente di sezione del Consiglio di Stato 42 . Al Dipartimento dell’Economia<br />

fu designato invece Livio Sartori, economista di fama internazionale con numerosi incarichi<br />

governativi alle spalle presso la «Compagnia finanziaria di Partecipazioni» (1949), l’INA e

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