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preme1.chp:Corel VENTURA - TRIESTE Books

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120 Monica Rebeschini<br />

internazionale avrebbe concorso già a partire dagli ultimi mesi del 1945 a modificare radicalmente<br />

questo quadro.<br />

Accanto all’inconcludenza dei risultati raggiunti nel corso delle trattative di Pace, che<br />

prospettarono un prolungamento della presenza alleata nella Venezia Giulia, già a partire dalla<br />

metà del 1946, ma a pieno titolo tra il 1947 e il 1948, la questione della Venezia Giulia venne<br />

inserita nel contesto della nuova condotta americana di contenimento dell’influenza sovietica.<br />

A fronte di questo nuovo orientamento non solo Trieste iniziò a rivestire centralità nella<br />

pianificazione americana sull’Europa occidentale ma, aspetto fondamentale ai fini del nostro<br />

discorso, la presenza angloamericana nella zona A iniziò a venir prospettata come una garanzia<br />

di stabilità non più soltanto del contesto locale ma dell’intero scacchiere europeo, trasformandosi<br />

in una sorta di test sulle capacità della politica estera americana 36 .<br />

Va da sé che questo stato di cose si ripercosse direttamente sull’organigramma alleato della<br />

zona A, in primo luogo trasformando le autorità alleate presenti in regione in osservatori<br />

privilegiati e avviando così una fase in cui ambienti militari e diplomatici iniziarono per la prima<br />

volta a cooperare.<br />

La collaborazione tra gerarchie militari e comandi locali da una parte e le diplomazie,<br />

dall’altra, trovò espressione immediata nell’inserimento del personale diplomatico nell’organigramma<br />

della «seconda stagione» (vedi Allegato 2), che prevedeva accanto alla figura del<br />

Comandante di Zona (prima denominato Ufficiale Superiore per gli Affari Civili), un consigliere<br />

politico inglese e uno americano. La diplomazia americana sarebbe stata rappresentata<br />

prima dal funzionario Joyce e poi da Randolph Higgs, mentre nel caso di quella britannica a un<br />

certo Sullivan sarebbe subentrato Philip Broad, un diplomatico di carriera, nonché primo<br />

segretario del Foreign Office, che durante la guerra era stato paracadutato con i membri della<br />

Missione inglese presso il Comando supremo del Maresciallo Tito 37 .<br />

Agli ambienti diplomatici inglesi porta anche il nome di Terence Airey, il Comandante di<br />

Zona succeduto a Bowman e presente a Trieste dal 15 settembre 1947 fino al 19 marzo 1951.<br />

Durante la guerra anche Airey era stato nominato dal War Office prima Direttore degli Special<br />

Operations e poi dell’Intelligence militare presso il Quartier generale alleato a il Cairo. Terminato<br />

il mandato a Trieste, avrebbe continuato la sua carriera nei servizi segreti britannici come<br />

Capo della squadra di Intelligence del Generale Dwight Eisenhower presso il Supremo quartier<br />

generale alleato 38 .<br />

Il nuovo governo «dei diplomatici» prevedeva a fronte della nuova posizione internazionale<br />

della Venezia Giulia un pieno controllo della situazione locale e quindi una radicalizzazione<br />

del direct rule, utilizzato ormai come una vera e propria prassi di governo. Airey sin da subito<br />

accentrò su di sé tutti i poteri di governo e amministrativi nella Zona. A partire dall’aprile 1948,<br />

il Comandante di Zona assunse non solo i poteri di un Capo dello Stato ma accentrò su di sé<br />

tutti i poteri statuali, affidando invece al Direttore Generale degli Affari Civili le mansioni<br />

esecutive in base alle sue direttive.<br />

Se osserviamo con attenzione le nomine del personale effettuate in questa fase (Allegato 2)<br />

notiamo che la pregiudiziale nazionale tra britannici e americani sembra accompagnarsi, senza<br />

però sostituirsi del tutto, ad un gioco di equilibri tra personale militare e personale civile.<br />

L’esempio più emblematico, a nostro avviso, del significato che ciò rappresentava è il trasferimento<br />

dei poteri all’interno della Direzione della Finanza ed Economia, passato nel 1948 dalla<br />

gestione militare inglese di D. S. Bickersteh a quella civile di Ivan B. White, un ufficiale del<br />

Foreign Service che prima di essere mandato a Trieste aveva servito come ufficiale finanziario<br />

presso l’ambasciata USA a Parigi 39 . Se da una parte la presenza di White può essere letta come<br />

un chiaro indizio dell’assunzione da parte della politica americana del contenimento di una

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