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118 Monica Rebeschini del personale responsabile per i settori più caldi, come ad esempio quello dei rifornimenti alla popolazione civile, la riorganizzazione della rete di trasporti, il ripristino delle strutture portuali, l’occupazione. Di conseguenza, furono chiamati ufficiali che avevano già sperimentato analoghe iniziative in altre parti d’Italia. Il maggiore H. F. J. Myatt veniva ad esempio proposto nel novembre del 1945 dal Quartier generale del GMA per la direzione della Sezione Alimentazione nella Venezia Giulia, forte di numerose esperienze maturate nel settore dell’approvvigionamento in Eritrea, Egitto e in tutte le colonie italiane. Prima di venir assegnato alla zona A, Myatt aveva prestato servizio a Genova, come ufficiale responsabile dell’approvvigionamento e tra le sue credenziali, il maggiore V.R.A. Cooper, direttore esecutivo della sotto-commissione Alimentazione del quartier generale del GMA, ne metteva in risalto l’ottimo servizio effettuato a Roma, dove subito dopo la Liberazione, «aveva fatto un lavoro eccellente, predisponendo che l’approvvigionamento fosse immediatamente distribuito in città» 18 . Anche il maggiore inglese Edward Scicluna, membro della sottocommissione al Lavoro della Commissione Alleata di Controllo, fu chiamato a dirigere nel febbraio 1946 la divisione Lavoro dopo un’esperienza particolarmente tesa vissuta negli ambienti dell’industria piemontese 19 . L’elevato stato di conflittualità sociale portò a Trieste il professore universitario americano John Simoni, chiamato nell’agosto 1945 a dirigere la sezione per l’Educazione, questa volta su suggerimento della Commissione di Controllo, dopo essersi già occupato di educazione nell’ambito del GMA nell’Italia meridionale ed aver collaborato con il noto pedagogista americano Carleton Washburne nell’opera di riorganizzazione della scuola in Italia. Vale la pena ricordare che tra i principi di «politica scolastica democratica» fissati dal Governo Militare nel novembre 1945 vi era il divieto di includere nei programmi la storia della guerra di liberazione italiana o slovena 20 . L’elevato grado di conflittualità fra le forze locali (politiche e nazionali) che si manifestò in tutta la sua virulenza nell’estate del 1945 e l’ingestibilità ad esso connessa portarono l’Ufficiale Superiore per gli Affari Civili Alfred Bowman a nominare come direttore della pubblica sicurezza il colonnello britannico Gerald Richardson, funzionario della Criminal Investigation Division di Scotland Yard 21 , ma soprattutto a ricercare un modello di governo fondato sul direct rule, attraverso il quale il GMA avrebbe assunto la totalità delle competenze di governo e al quale si sarebbe attenuto con lievi concessioni fino al momento della sua cessazione nell’ottobre 1954. Che il direct rule della Venezia Giulia fosse stato concepito a livello locale, ovvero dal secondo Ufficiale Superiore per gli Affari Civili Alfred Bowman e dal suo staff, o meglio ancora, come è stato opportunamente scritto, nascesse come una risposta alle peculiarità della realtà politica locale è un dato ormai ampiamente accettato dalla storiografia 22 . Con il citato Ordine Generale n. 11 dell’11 agosto 1945, definito dalla storiografia militare come «un’interessante esempio dello sviluppo di un importante piano in loco piuttosto che ai più alti livelli militari» 23 , il territorio occupato venne diviso nelle zone di Trieste e di Gorizia e nel Comune di Pola. L’Ordine andò innanzitutto a sostituire quegli istituti amministrativi che erano stati creati sotto il regime fascista: i Presidi delle Province e i Rettorati provinciali venivano sostituiti dai Consigli di Zona mentre dalle Consulte municipali si passava ai Consigli comunali. Un ruolo fondamentale di controllo provinciale in sede amministrativa sarebbe d’ora innanzi spettato al Presidente di Zona, che andava a sostituire la figura del Prefetto. Al Presidente di Zona, spettava non solo un potere generico di controllo ma quello più specifico di dare o negare il «visto di esecutività» alle deliberazioni dell’amministrazione provinciale autonoma e delle amministrazioni comunali 24 . Naturalmente, i Presidenti di Zona sarebbero stati nominati e revocati dal GMA verso il quale erano responsabili ed a cui dovevano sottomettere, per la preventiva approvazione, tutti gli ordini e i decreti. Ad esplicare le funzioni del Consiglio di Zona furono chiamati, oltre al
Organigrammi e carriere nel GMA della Venezia Giulia 119 Presidente, 17 membri per la zona di Trieste 25 e 14 membri per quella di Gorizia 26 scelti «tra i cittadini più autorevoli della Zona, – recitava l’Ordine – della massima probità morale e politica i quali, in quanto possibile, dovranno rappresentare tutti i gruppi e le categorie razziali, politiche ed economiche della Zona secondo la loro rispettiva importanza locale» 27 . Oltre ai due Consigli di Zona venivano nominati anche 37 consigli comunali, tra cui quello di Pola 28 . Come ha messo in evidenza la letteratura giuridico-amministrativa, l’Ordine Generale n. 11 aveva apportato una profonda innovazione al sistema di amministrazione periferica dello Stato, richiamandosi alle organizzazioni esistenti nell’amministrazione dei paesi anglosassoni (contee), dove funzioni statali venivano esercitate da organi locali elettivi 29 . In linea con la pratica tradizionale britannica, la provincia fu scelta come il livello più basso, e quindi più maneggevole del controllo alleato. I Presidenti di Zona, pur nella loro limitata funzione esecutiva, di fatto giocarono un importante ruolo di mediazione tra il GMA e gli interessi economico-politici della cittadinanza. Accanto ad ogni Presidente di Zona vi era un Ufficio del Commissario di Zona 30 e presso ogni Comune un Ufficio dell’Ufficiale Alleato che avevano funzioni di controllo diretto e di collegamento tra il GMA e la Presidenza di Zona e i Comuni. I primi Presidenti di Zona nominati a Trieste, Gorizia e Pola furono rispettivamente Edmondo Puecher, Guido Hugues e Albino Magnarin. Nel decidere queste nomine gli Alleati furono molto attenti a far rispettare la regola dell’equilibrio della rappresentanza politica. Nel caso di Trieste, ad esempio, il primo Presidente Edmondo Puecher, avvocato di area socialista, fu affiancato da un vice di area democristiana, Gioacchino Palutan, e quando questo venne nominato Presidente al posto di Puecher fu a sua volta coadiuvato dal socialista Carlo Schiffrer. Una breve parentesi deve venir fatta sulle modalità che orientarono gli Alleati nella scelta del personale italiano da nominare negli organismi locali. Molti di loro furono figure rappresentative dell’antifascismo giuliano come i triestini Edmondo Puecher, Fernando Gandusio, Pietro Robba, Bruno Pincherle oppure i goriziani Luigi Poterzio 31 e Angelo Culot, tutti promotori o membri del CLN di Trieste o Gorizia. Alcuni erano ben inseriti nei circuiti nazionali della politica italiana dove vantavano talvolta, come nel caso del medico azionista Bruno Pincherle, legami con gli ambienti azionisti del governo Parri 32 , oppure come il diplomatico Diego de Castro – chiamato solo nel 1952 a far parte dell’amministrazione alleata nella veste di Consigliere politico italiano – contatti con Roma e in particolare con la Presidenza del Consiglio, talvolta con De Gasperi e con il ministro degli Esteri conte Sforza 33 . Gli alleati scelsero rappresentanti dell’area democristiana, socialista, liberale e in particolare azionista, il cui programma federalista deve essere sembrato loro particolarmente congeniale. I contatti del GMA con il personale italiano non erano limitati naturalmente ai rappresentanti degli organi di governo locali, ma come attestano le numerose interviste riportate dai Daily Reports stilati dall’Allied Information Service a partire dal luglio 1945 coinvolsero tutte le personalità più rappresentative del mondo politico, economico e sociale di Trieste, Gorizia e Pola di cui gli angloamericani si servirono come una sorta di finestra sul mondo (forse microcosmo) che li circondava 34 . Nel diffondere capillarmente i loro contatti con il territorio gli Alleati si rivolsero anche agli ambienti della massoneria triestina promuovendo la ricostruzione delle due logge abbattute dal fascismo, la «Alpi Giulie» e la «Guglielmo Oberdan», di cui erano Maestri Venerabili rispettivamente Fernando Gandusio (Presidente del Consiglio di Zona di Trieste) e Alessandro Costantinides 35 . Se la tipologia del personale che abbiamo finora descritto presenta caratteristiche ben precise come la prevalenza di militari, in maggioranza britannici, e orientati alla contingenza piuttosto che ad una logica gestionale di lungo periodo, lo sviluppo della situazione locale ed
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Organigrammi e carriere nel GMA della Venezia Giulia 119<br />
Presidente, 17 membri per la zona di Trieste 25 e 14 membri per quella di Gorizia 26 scelti «tra i<br />
cittadini più autorevoli della Zona, – recitava l’Ordine – della massima probità morale e politica<br />
i quali, in quanto possibile, dovranno rappresentare tutti i gruppi e le categorie razziali,<br />
politiche ed economiche della Zona secondo la loro rispettiva importanza locale» 27 . Oltre ai<br />
due Consigli di Zona venivano nominati anche 37 consigli comunali, tra cui quello di Pola 28 .<br />
Come ha messo in evidenza la letteratura giuridico-amministrativa, l’Ordine Generale n. 11<br />
aveva apportato una profonda innovazione al sistema di amministrazione periferica dello Stato,<br />
richiamandosi alle organizzazioni esistenti nell’amministrazione dei paesi anglosassoni (contee),<br />
dove funzioni statali venivano esercitate da organi locali elettivi 29 . In linea con la pratica<br />
tradizionale britannica, la provincia fu scelta come il livello più basso, e quindi più maneggevole<br />
del controllo alleato.<br />
I Presidenti di Zona, pur nella loro limitata funzione esecutiva, di fatto giocarono un<br />
importante ruolo di mediazione tra il GMA e gli interessi economico-politici della cittadinanza.<br />
Accanto ad ogni Presidente di Zona vi era un Ufficio del Commissario di Zona 30 e presso ogni<br />
Comune un Ufficio dell’Ufficiale Alleato che avevano funzioni di controllo diretto e di collegamento<br />
tra il GMA e la Presidenza di Zona e i Comuni.<br />
I primi Presidenti di Zona nominati a Trieste, Gorizia e Pola furono rispettivamente<br />
Edmondo Puecher, Guido Hugues e Albino Magnarin. Nel decidere queste nomine gli Alleati<br />
furono molto attenti a far rispettare la regola dell’equilibrio della rappresentanza politica. Nel<br />
caso di Trieste, ad esempio, il primo Presidente Edmondo Puecher, avvocato di area socialista,<br />
fu affiancato da un vice di area democristiana, Gioacchino Palutan, e quando questo venne<br />
nominato Presidente al posto di Puecher fu a sua volta coadiuvato dal socialista Carlo Schiffrer.<br />
Una breve parentesi deve venir fatta sulle modalità che orientarono gli Alleati nella scelta<br />
del personale italiano da nominare negli organismi locali. Molti di loro furono figure rappresentative<br />
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Pietro Robba, Bruno Pincherle oppure i goriziani Luigi Poterzio 31 e Angelo Culot, tutti<br />
promotori o membri del CLN di Trieste o Gorizia. Alcuni erano ben inseriti nei circuiti<br />
nazionali della politica italiana dove vantavano talvolta, come nel caso del medico azionista<br />
Bruno Pincherle, legami con gli ambienti azionisti del governo Parri 32 , oppure come il diplomatico<br />
Diego de Castro – chiamato solo nel 1952 a far parte dell’amministrazione alleata nella<br />
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Consiglio, talvolta con De Gasperi e con il ministro degli Esteri conte Sforza 33 . Gli alleati<br />
scelsero rappresentanti dell’area democristiana, socialista, liberale e in particolare azionista, il<br />
cui programma federalista deve essere sembrato loro particolarmente congeniale.<br />
I contatti del GMA con il personale italiano non erano limitati naturalmente ai rappresentanti<br />
degli organi di governo locali, ma come attestano le numerose interviste riportate dai Daily<br />
Reports stilati dall’Allied Information Service a partire dal luglio 1945 coinvolsero tutte le<br />
personalità più rappresentative del mondo politico, economico e sociale di Trieste, Gorizia e<br />
Pola di cui gli angloamericani si servirono come una sorta di finestra sul mondo (forse<br />
microcosmo) che li circondava 34 . Nel diffondere capillarmente i loro contatti con il territorio<br />
gli Alleati si rivolsero anche agli ambienti della massoneria triestina promuovendo la ricostruzione<br />
delle due logge abbattute dal fascismo, la «Alpi Giulie» e la «Guglielmo Oberdan», di cui<br />
erano Maestri Venerabili rispettivamente Fernando Gandusio (Presidente del Consiglio di<br />
Zona di Trieste) e Alessandro Costantinides 35 .<br />
Se la tipologia del personale che abbiamo finora descritto presenta caratteristiche ben<br />
precise come la prevalenza di militari, in maggioranza britannici, e orientati alla contingenza<br />
piuttosto che ad una logica gestionale di lungo periodo, lo sviluppo della situazione locale ed