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114 Monica Rebeschini che caratterizzavano i percorsi delle gerarchie più alte rispetto a quelle di grado inferiore, nonché tra quelli del personale americano rispetto a quello inglese. Non da ultimo, saranno considerati i criteri che guidarono, soprattutto dopo il 1952, la selezione del funzionariato italiano. La ricerca è stata svolta attraverso una disamina incrociata di fonti edite (Reports, «Gazzetta Ufficiale del GMA», «Il Giornale Alleato», «Giornale di Trieste») e inedite conservate presso i National Archives di Washington, il Public Record Office di Londra, l’Archivio Centrale dello Stato di Roma, l’Archivio Generale del Comune di Trieste, l’Archivio di Stato di Trieste, il Pokrajinski Arhiv di Capodistria, l’Arhiv Republike Slovenije di Lubiana. La storiografia esistente sull’amministrazione angloamericana in Italia ha inoltre svolto un ruolo fondamentale nel contestualizzare e soprattutto nell’orientare questa ricerca attorno ad alcuni nodi interpretativi. Utile per uno sguardo d’insieme sulla struttura amministrativa del GMA nelle zone di occupazione italiana è stata la letteratura, anche se ormai datata su un piano interpretativo, prodotta in ambito anglosassone da Charles R. S. Harris, Allied Administration of Italy (1957) ed Allison A. Conrad, Allied Military Government of Venezia Giulia and Trieste - Its history and organization (1960). Un contributo determinante, in questo caso anche a livello interpretativo, è arrivato dai lavori di David W. Ellwood che ne ha indagato gli equilibri interni, soffermandosi principalmente sui contrasti spesso amari e sulla spietata concorrenza geopolitica che contrassegnavano i rapporti tra ufficiali inglesi e americani, impegnati nell’organizzazione di quello che spesso si configurava solo in via teorica come un governo militare congiunto, incidendo poi negativamente sullo stesso controllo alleato «la cui storia, in sé considerata, può essere definita come il prodotto di un conflitto tra la dura forza dei fatti e un progetto intimamente contraddittorio» 4 . Il secondo approccio dopo quello di Harris sulla pianificazione amministrativa del GMA nella zona A della Venezia Giulia si deve invece a Diego de Castro, già rappresentante diplomatico dell’Italia presso il GMA a Trieste e consigliere politico del comandante di zona dal 1952 al 1954, per avervi dedicato ampio spazio nel suo studio La questione di Trieste (1981). Ma è alla storiografia degli anni Ottanta e Novanta che si è guardato con maggior interesse e in particolare ai fondamentali contributi sul GMA nella Venezia Giulia di Giampaolo Valdevit che assieme ai lavori sulla questione di Trieste di Raoul Pupo hanno inaugurato una nuova e proficua stagione di studi sulla vicenda giuliana, interpretandola in una prospettiva antilocalistica all’interno di una complessa struttura di interdipendenze tra contesto locale, contesto nazionale e contesto internazionale 5 . Valdevit, in particolare, ha dimostrato come l’interrelazione fra il contesto della politica internazionale e quello costituito dalla realtà locale agisca tra il 1945 e il 1954 con continuità nelle decisioni che vennero prese da parte alleata sia in merito al futuro assetto territoriale della Venezia Giulia che al modello di governo. La presente ricerca ha potuto inoltre avvalersi di tutti quei lavori che hanno passato al vaglio l’esperienza del GMA nella Venezia Giulia attraverso singoli settori di ricerca quali l’epurazione (Spazzali), le istituzioni scolastiche (Andri, Mellinato), la letteratura giuridico istituzionale (Balzarini, Gerin, Miceli), la quotidianità (Spirito) e la memorialistica (Bowman, de Castro, Cecovini, Lisiani) ma anche su quelli prodotti dalla storiografia slovena volti ad approfondire la struttura del PNOO (Pokrajinski narodnoosvobodilni odbor za Slovensko primorje in Trst - Comitato di liberazione nazionale per il Litorale) ovvero di quella che fu in regione fino al 1947 l’unica amministrazione parallela al GMA gestita dai poteri popolari, e i suoi rapporti con l’amministrazione angloamericana (Gomba~, Vidmar) 6 . Un’ultima osservazione deve venir fatta sul significato storiografico attribuibile alla periodizzazione dell’organigramma alleato. Se gli studi sopra citati sono tutti concordi nel suddividere

Organigrammi e carriere nel GMA della Venezia Giulia 115 la sua esistenza in tre stagioni e nel collocare l’avvio dell’esperienza di governo militare nella zona A della Venezia Giulia alla data del 12 giugno 1945 e la sua fine al 26 ottobre 1954, discordanti risultano essere invece le opzioni scelte per delimitarne le diverse fasi. Alcuni autori, in particolare quelli che si rifanno o che rappresentano direttamente quella che potremmo definire la prima generazione di studi sulla questione giuliana (de Castro, Novak, Miceli) risultano essere fortemente ancorati ad un’ottica interpretativa che tende a mettere in luce i cambiamenti apportati alla struttura alleata dopo il Trattato di Pace di Parigi, assunto quale primo spartiacque. Si tratta di una visione che, nel porre l’accento sulla trasformazione del fondamento giuridico della presenza del GMA nella zona A, a nostro avviso rischia di rimanere inevitabilmente intrappolata in se stessa poiché pone al centro dell’attenzione le due parti interessate, l’Italia e la Jugoslavia, piuttosto che le reali motivazioni delle potenze alleate. Come scrive ad esempio Sebastiano Miceli, tutti i cambiamenti strutturali apportati all’organigramma alleato dopo il Trattato di Pace dimostrerebbero «la ferma intenzione e lo zelo delle autorità alleate di procedere speditamente alla costituzione del TLT e quindi alla rescissione completa di ogni superstite legame con lo Stato italiano» 7 . Il proficuo interesse dimostrato dai rappresentanti della seconda fase della produzione storiografica sulla questione di Trieste per le vicende della politica estera americana e inglese ha fatto sì che ciò avesse delle ricadute anche sulla periodizzazione dell’organigramma alleato nella Venezia Giulia. Tenendo conto dell’interrelazione fra il contesto della politica internazionale e quello costituito dalla realtà locale lo spartiacque tra la prima e la seconda stagione è stato posto in stretta relazione all’orientamento delineatosi nella seconda metà del 1947 per cui il controllo della zona A era diventato il fondamento della politica americana sulla questione di Trieste nel quadro della strategia del contenimento e quindi fissato alla metà del 1946 (Valdevit). C’è inoltre chi l’ha fatto slittare alla Nota Tripartita del 20 marzo 1948, che impegnava gli alleati occidentali a chiudere la questione del confine orientale in modo favorevole all’Italia (Spazzali). Meno problematico è stato altresì attribuire un inizio alla terza ed ultima stagione dell’organigramma alleato che è stata all’unanimità fissata al 9 maggio 1952, data del primo Accordo di Londra che rivoluzionò nella sostanza la struttura amministrativa con l’immissione del personale italiano. Consapevoli pertanto del significato storiografico della periodizzazione in questione, di seguito passeremo in rassegna le tre stagioni della presenza alleata nella Venezia Giulia, cercando di individuarne l’evoluzione nel tempo: 1ª. (12 giugno 1945-25 giugno 1948), 2ª. (25 giugno 1948-9 maggio 1952), 3ª. (9 maggio 1952-26 ottobre 1954). La tipologia del personale angloamericano Nell’ottobre 1954, tra americani e inglesi, furono circa 7.000 gli uomini che lasciarono la zona A della Venezia Giulia dopo il passaggio dei poteri tra il generale britannico Sir John Winterton e il generale italiano Edmondo De Renzi, atto finale di una lunga trattativa che sancì il ricongiungimento di Trieste all’Italia dopo quasi nove anni di amministrazione angloamericana 8 . Il transito degli ufficiali alleati che si alternarono in questi nove anni fu particolarmente fluttuante oltre che di notevole portata, basti pensare che una delle disposizioni sancite dal Trattato di Pace stabiliva che le truppe stazionanti nel Territorio Libero di Trieste non dovessero superare i 5.000 uomini per ognuno dei tre eserciti (inglese, americano e, nel caso della zona B, jugoslavo) 9 . La maggior parte di loro faceva parte dei contingenti del TRUST (Trieste United States Troops) e del BETFOR (British Element Trieste Force), di fatto, solo una

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che caratterizzavano i percorsi delle gerarchie più alte rispetto a quelle di grado inferiore,<br />

nonché tra quelli del personale americano rispetto a quello inglese. Non da ultimo, saranno<br />

considerati i criteri che guidarono, soprattutto dopo il 1952, la selezione del funzionariato<br />

italiano.<br />

La ricerca è stata svolta attraverso una disamina incrociata di fonti edite (Reports, «Gazzetta<br />

Ufficiale del GMA», «Il Giornale Alleato», «Giornale di Trieste») e inedite conservate presso<br />

i National Archives di Washington, il Public Record Office di Londra, l’Archivio Centrale dello<br />

Stato di Roma, l’Archivio Generale del Comune di Trieste, l’Archivio di Stato di Trieste, il<br />

Pokrajinski Arhiv di Capodistria, l’Arhiv Republike Slovenije di Lubiana.<br />

La storiografia esistente sull’amministrazione angloamericana in Italia ha inoltre svolto un<br />

ruolo fondamentale nel contestualizzare e soprattutto nell’orientare questa ricerca attorno ad<br />

alcuni nodi interpretativi.<br />

Utile per uno sguardo d’insieme sulla struttura amministrativa del GMA nelle zone di<br />

occupazione italiana è stata la letteratura, anche se ormai datata su un piano interpretativo,<br />

prodotta in ambito anglosassone da Charles R. S. Harris, Allied Administration of Italy (1957)<br />

ed Allison A. Conrad, Allied Military Government of Venezia Giulia and Trieste - Its history and<br />

organization (1960). Un contributo determinante, in questo caso anche a livello interpretativo,<br />

è arrivato dai lavori di David W. Ellwood che ne ha indagato gli equilibri interni, soffermandosi<br />

principalmente sui contrasti spesso amari e sulla spietata concorrenza geopolitica che contrassegnavano<br />

i rapporti tra ufficiali inglesi e americani, impegnati nell’organizzazione di quello che<br />

spesso si configurava solo in via teorica come un governo militare congiunto, incidendo poi<br />

negativamente sullo stesso controllo alleato «la cui storia, in sé considerata, può essere definita<br />

come il prodotto di un conflitto tra la dura forza dei fatti e un progetto intimamente contraddittorio»<br />

4 . Il secondo approccio dopo quello di Harris sulla pianificazione amministrativa del<br />

GMA nella zona A della Venezia Giulia si deve invece a Diego de Castro, già rappresentante<br />

diplomatico dell’Italia presso il GMA a Trieste e consigliere politico del comandante di zona<br />

dal 1952 al 1954, per avervi dedicato ampio spazio nel suo studio La questione di Trieste (1981).<br />

Ma è alla storiografia degli anni Ottanta e Novanta che si è guardato con maggior interesse e<br />

in particolare ai fondamentali contributi sul GMA nella Venezia Giulia di Giampaolo Valdevit<br />

che assieme ai lavori sulla questione di Trieste di Raoul Pupo hanno inaugurato una nuova e<br />

proficua stagione di studi sulla vicenda giuliana, interpretandola in una prospettiva antilocalistica<br />

all’interno di una complessa struttura di interdipendenze tra contesto locale, contesto<br />

nazionale e contesto internazionale 5 . Valdevit, in particolare, ha dimostrato come l’interrelazione<br />

fra il contesto della politica internazionale e quello costituito dalla realtà locale agisca tra<br />

il 1945 e il 1954 con continuità nelle decisioni che vennero prese da parte alleata sia in merito<br />

al futuro assetto territoriale della Venezia Giulia che al modello di governo.<br />

La presente ricerca ha potuto inoltre avvalersi di tutti quei lavori che hanno passato al vaglio<br />

l’esperienza del GMA nella Venezia Giulia attraverso singoli settori di ricerca quali l’epurazione<br />

(Spazzali), le istituzioni scolastiche (Andri, Mellinato), la letteratura giuridico istituzionale<br />

(Balzarini, Gerin, Miceli), la quotidianità (Spirito) e la memorialistica (Bowman, de Castro,<br />

Cecovini, Lisiani) ma anche su quelli prodotti dalla storiografia slovena volti ad approfondire<br />

la struttura del PNOO (Pokrajinski narodnoosvobodilni odbor za Slovensko primorje in Trst -<br />

Comitato di liberazione nazionale per il Litorale) ovvero di quella che fu in regione fino al 1947<br />

l’unica amministrazione parallela al GMA gestita dai poteri popolari, e i suoi rapporti con<br />

l’amministrazione angloamericana (Gomba~, Vidmar) 6 .<br />

Un’ultima osservazione deve venir fatta sul significato storiografico attribuibile alla periodizzazione<br />

dell’organigramma alleato. Se gli studi sopra citati sono tutti concordi nel suddividere

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