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Organigrammi e carriere nel GMA della Venezia Giulia 113<br />

Organigrammi e carriere nel GMA della Venezia Giulia<br />

di Monica Rebeschini<br />

Premessa<br />

Come è stato sottolineato da Giampaolo Valdevit, se osservata da una prospettiva delle classi<br />

dirigenti, nell’intero periodo 1943-1954 Trieste (ma possiamo estendere il concetto a buona<br />

parte della Venezia Giulia) è una città «eterodiretta», governata cioè da forze installate da<br />

eventi esterni: prima l’Adriatisches Küstenland e poi il Governo Militare Alleato (GMA) 1 .A<br />

partire dall’agosto 1945, gli angloamericani introdussero infatti nella zona A della Venezia<br />

Giulia strutture di governo improntate al principio del direct rule, cioè dell’assunzione diretta<br />

del complesso delle competenze e delle responsabilità nel governo locale da parte angloamericana.<br />

Esaminare il funzionamento di questa struttura e dei suoi concetti ispiratori significa<br />

fornire un tassello fondamentale alla ricostruzione del sistema politico in questi territori nel<br />

periodo del secondo dopoguerra: l’attenzione critica in genere sottovaluta che con l’esperienza<br />

angloamericana il quadro politico, sociale e culturale dell’epoca si arricchisce di nuovi modelli<br />

che hanno una ricaduta sulla formazione di una nuova dirigenza politica. A partire da queste<br />

premesse, il presente contributo intende soffermarsi sulle modalità con cui il GMA intervenne<br />

nella destrutturazione e riformulazione dell’apparato amministrativo nella Venezia Giulia, nel<br />

periodo compreso tra il giugno del 1945 e il 26 ottobre 1954, data del ricongiungimento di<br />

Trieste all’amministrazione italiana. Naturalmente l’indagine non è fine a se stessa ma, avvalendosi<br />

degli importanti risultati finora raggiunti dalla storiografia, ha l’obiettivo di gettare una<br />

luce in più sul direct rule nella zona A della Venezia Giulia: in primo luogo cercando di<br />

rintracciare i suoi interlocutori e i centri decisionali, ma anche di capire quale rapporto si fosse<br />

stabilito tra questi e i centri che nel meccanismo alleato ebbero invece soltanto un ruolo per<br />

così dire fittizio 2 .<br />

Numerosi sono ancora gli interrogativi in merito alle politiche e ai rapporti del GMA con<br />

l’Italia per quanto riguarda Trieste a cui la storiografia non ha infatti dato finora una risposta.<br />

Il primo riguarda ad esempio la mediazione dei rapporti con l’Italia e il Governo italiano,<br />

poiché non è stato ancora del tutto chiarito se e in quale misura a svolgere tale ruolo fossero gli<br />

angloamericani oppure i personaggi italiani da loro scelti. Il secondo ruota attorno al nodo della<br />

«fiducia», vale a dire se gli angloamericani si fidavano dei personaggi da loro reclutati e, di<br />

conseguenza come terzo ed ulteriore quesito, se i modelli proposti dagli italiani venivano<br />

sempre accettati oppure no.<br />

Quale elemento di novità, rispetto alla letteratura istituzionale che finora si è occupata degli<br />

angloamericani in regione per lo più da una prospettiva di storia diplomatica, si è scelto di<br />

leggerne la presenza attraverso la successione delle varie stagioni che accompagnarono l’organizzazione<br />

degli organigrammi alleati e le presenze degli ufficiali o funzionari alternatisi in<br />

questi nove anni di governo 3 . Il contributo si soffermerà innanzitutto sui cambiamenti apportati<br />

nel tempo alla compilazione nominativa del personale a cui erano strettamente legate le<br />

modalità di scelta tra militari e/o funzionari, inglesi e/o americani e/o italiani. Di seguito si<br />

cercherà di rintracciare i bagagli formativi posseduti dagli ufficiali angloamericani nel momento<br />

in cui si accingevano a svolgere la loro funzione in regione, ponendo l’accento sulle differenze

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