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La sedazione palliativa

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PROBLEMI ETICI NELLE CURE<br />

PALLIATIVE :<br />

LA SEDAZIONE IN FASE<br />

TERMINALE<br />

Dr Carmela De Fusco<br />

SOC Anestesia e Rianimazione<br />

Direttore Dr Ugo Cugini


The Righ to die<br />

Hans Jonas<br />

«È singolare che oggi si debba<br />

parlare di un diritto di<br />

morire, quando da sempre il<br />

discorso sui diritti si è riferito<br />

a quello che è il più<br />

fondamentale di<br />

tutti: il diritto di vivere»


Evento naturale della<br />

vita<br />

<strong>La</strong> medicina e la morte<br />

“<strong>La</strong> medicina contemporanea spesso ha visto nella<br />

morte il nemico supremo, quello con cui non si può<br />

mai venire a patti. Lo ha fatto non solo assegnando<br />

una percentuale decisamente sproporzionata di fondi<br />

alla ricerca sulle malattie che portano alla morte, ma<br />

anche, a volte, prolungando la vita umana oltre ogni<br />

limite di ragionevole beneficio e trascurando<br />

l’assistenza dei morenti “ Prof Carlo Alberto Defanti


Cicely Sandeurs<br />

“<strong>La</strong> scienza e l'umanità debbano<br />

procedere insieme e questo è ciò<br />

su cui si fondano gli Hospice “


Elisabeth Kubler-Ross<br />

Fasi del “Processo del morire”


“Chi sta per morire è estremamente vulnerabile : si sente debole<br />

fisicamente , emotivamente esposto, solo e a volte molto<br />

confuso. Se si trova in ospedale , sarà portato a percepire il<br />

contatto come violento , alieno e intruso. Inoltre il dolore fisico è<br />

pressochè continuo. Le funzioni fisiche sono alterate, e la<br />

dipendenza fisica che ne consegue può facilmente dare adito a<br />

sentimenti di espropriazione.”<br />

“Il problema è ulteriormente<br />

aggravato dai tabù sociali sulla<br />

malattia da cui l’individuo è<br />

affetto o dal suo aspetto fisico<br />

in trasformazione. Alcuni<br />

riferiscono di sentirsi traditi<br />

dal proprio corpo, intoccabili<br />

e indegni d’amore.”<br />

F. Ostaseski SAPER ACCOMPAGNARE


Componente fisica<br />

fatigue<br />

effetti collaterali terapie<br />

cancro<br />

Rabbia<br />

irritabilità<br />

difficoltà burocratiche<br />

ritardi diagnostici<br />

fallimenti terapieutici<br />

irreperibilità dei medici<br />

Ansia<br />

paura ospedale/ricovero<br />

paura dolore/morte<br />

preoccupazione per la<br />

famiglia<br />

inquitudine spirituale<br />

perdita di dignità e del<br />

controllo del proprio<br />

corpo<br />

problemi finanziari<br />

incertezze del futuro<br />

Dolore<br />

globale<br />

Depressione<br />

stanchezza cronica<br />

insonnia<br />

alterazioni somatiche<br />

perdita ruolo familiare<br />

perdita posizione/ruolo sociale<br />

senso di abbandono


Carta dei diritti dei morenti<br />

1<br />

A essere considerato come<br />

persona sino alla morte<br />

A non subire interventi<br />

che prolungano il morire<br />

23<br />

4<br />

5<br />

6<br />

A essere informato sulle<br />

sue condizioni se lo vuole<br />

A non essere ingannato<br />

e a ricevere risposte veritiere<br />

A partecipare alle decisioni<br />

che lo riguardano e al<br />

rispetto della sua volontà<br />

Al sollievo del dolore e della<br />

sofferenza<br />

A cure ed assistenza<br />

continue<br />

nell’ambiente desiderato<br />

789<br />

10<br />

11<br />

12<br />

A esprimere le sue<br />

emozioni<br />

All’aiuto psicologico e al<br />

conforto spirituale, secondo le sue<br />

convinzioni e la sua fede<br />

Alla vicinanza dei suoi<br />

cari<br />

A non morire nell’isolamento<br />

e in solitudine<br />

A morire in pace e con dignità<br />

Il Comitato Etico presso la Fondazione Floriani


CARTA EUROPEA DEI DIRITTI DEL<br />

MALATO<br />

Art. 11 (Diritto a evitare le sofferenze e il<br />

dolore non necessari)<br />

Ogni individuo ha il diritto di evitare<br />

quanta più sofferenza possibile, in ogni<br />

fase della sua malattia.


CODICE DI DEONTOLOGIA<br />

MEDICA<br />

Art. 3<br />

- Doveri del medico –<br />

Dovere del medico è la tutela della vita, della<br />

salute fisica e psichica dell'Uomo e il sollievo<br />

dalla sofferenza nel rispetto della libertà e della<br />

dignità della persona umana, senza distinzioni<br />

di età, di sesso, di etnia, di religione, di<br />

nazionalità, di condizione sociale, di<br />

ideologia,in tempo di pace e in tempo di<br />

guerra, quali che siano le condizioni<br />

istituzionali o sociali nelle quali opera. <strong>La</strong><br />

salute è intesa nell'accezione più ampia del<br />

termine, come condizione cioè di benessere<br />

fisico e psichico della persona.


Sofferenza del fine vita: terapia<br />

Data reported emphasize the clinical<br />

relevance of physical symptoms in the<br />

last days of life in terminal cancer<br />

patients and how these serve to indicate<br />

imminent death. More than 50% of these<br />

patients die with physical suffering that is<br />

controllable only by means of sedation.


<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong>


<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong>:<br />

definizione<br />

riduzione intenzionale della vigilanza con mezzi<br />

farmacologici, fino alla perdita di coscienza, allo scopo di<br />

ridurre o abolire la percezione di un sintomo, altrimenti<br />

intollerabile per il paziente, nonostante siano stati messi in<br />

opera i mezzi più adeguati per il controllo del sintomo, che<br />

risulta, quindi, refrattario<br />

Uso monitorizzato di farmaci intenso a indurre uno<br />

stato di diminuita o assente consapevolezza<br />

(inconsapevolezza) allo scopo di alleviare il carico di<br />

diverse intrattabile sofferenze in maniera che sia<br />

accettata eticamente dal paziente, dalla famiglia e dal<br />

personale sanitario


<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong><br />

Cherny NI, Portenoy RK.<br />

Sedation in the<br />

management of<br />

refractory symptoms:<br />

guidelines for evaluation<br />

and treatment.<br />

Nathan I Cherny<br />

J Palliat Care 1994;10:31–38.<br />

Russell K Portenoy


<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong>:<br />

sintomi refrattari<br />

Il sintomo refrattario è un sintomo che non è<br />

controllato in modo adeguato, malgrado sforzi<br />

tesi a identificare un trattamento che sia<br />

tollerabile, efficace, praticato da un esperto e che<br />

non comprometta lo stato di coscienza.”<br />

Prevalenza : più spesso associati a tumori del polmone, del<br />

tratto gastro-enterico, del tratto testa-collo e della mammella


<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong>:<br />

sintomi refrattari<br />

Fisici<br />

•dispnea<br />

•delirium/agitazione psicomotoria<br />

•dolore<br />

•nausea/vomito incoercibile<br />

•stato di male epilettico<br />

•sofferenza totale


<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong>:<br />

Psichici<br />

sintomi refrattari<br />

•perdita del senso e del valore della vita<br />

•sensazione di dipendenza /essere di peso per altri<br />

•ansia, panico, paura della morte<br />

•desiderio di controllare il tempo della propria<br />

morte<br />

•senso di abbandono<br />

•perdita della speranza,<br />

•delusione<br />

•distruzione dell’identità personale<br />

•rimorso.<br />

Angoscia mentale


<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong>:<br />

Situazioni cliniche acute<br />

con rischio di morte imminente<br />

•distress respiratorio refrattario<br />

ingravescente, caratterizzato da sensazione<br />

di morte imminente per soffocamento,<br />

accompagnato da crisi di panico<br />

angosciante;<br />

•sanguinamenti massivi giudicati refrattari al<br />

trattamento chirurgico o con altri mezzi, in<br />

particolare quelli esterni e visibili,<br />

soprattutto a carico delle vie digestive e<br />

respiratorie.


<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong><br />

scopo<br />

Sollievo della sofferenza


Benzodiazepine<br />

<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong><br />

•midazolam (ev-sc)<br />

•lorazepam (ev-sc)<br />

•Flunitrazepam (ev)<br />

•Diazepam (ev-rettale)<br />

•Clonazepam (sc)<br />

strumenti<br />

Neurolettici<br />

Ipnotici<br />

Oppioidi<br />

•clorpromaziona (ev-im)<br />

•aloperidolo (ev-sc)<br />

•propofol (ev)<br />

•morfina (ev-sc-im-rettale)<br />

•fentanil (ev)<br />

•Remifentanil (ev)<br />

•Sulfentanil (ev)


<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong><br />

Quanto sedare?<br />

“Il livello di <strong>sedazione</strong> dovrebbe essere il più<br />

basso necessario a provvedere un adeguato<br />

sollievo dalla sofferenza.”<br />

Chi: medico ed infermiere<br />

Come: titraggio farmacologico<br />

monitoraggio end-point


<strong>La</strong> <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong><br />

Quanto sedare?<br />

Grado di <strong>sedazione</strong> (scala di Rudkin):<br />

1. Sveglio e orientato.<br />

2. Sonnolente ma risvegliabile.<br />

3. Occhi chiusi, risvegliabile alla chiamata.<br />

4. Occhi chiusi, risvegliabile a stimolo tattile<br />

(non doloroso).<br />

5. Occhi chiusi, non risponde a stimolo tattile.


Eutanasia<br />

vs<br />

Sedazione<br />

<strong>palliativa</strong><br />

<br />

<br />

<br />

Obiettivo: morte<br />

del paziente<br />

Farmaci e dosaggi:<br />

adeguati a<br />

provocare la morte<br />

del paziente<br />

Risultato: morte<br />

del paziente<br />

<br />

<br />

<br />

Obiettivo: controllo<br />

dei sintomi<br />

refrattari<br />

Farmaci e dosaggi:<br />

adeguati al<br />

controllo dei<br />

sintomi<br />

Risultato: grado di<br />

controllo dei<br />

sintomi<br />

la <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong>, al contrario dell’eutanasia,<br />

è una procedura tecnicamente reversibile


Sedazione <strong>palliativa</strong> e bioetica<br />

“ si può affermare che la ST/SP è una procedura<br />

terapeutica che appartiene alle cure palliative da<br />

praticare alla fine della vita e che è eticamente lecita in<br />

entrambe le principali prospettive etiche presenti<br />

nell’attuale dibattito bioetico.”


Modello principialista<br />

Principio del rispetto dell’autonomia<br />

Rispetto dell’autodeterminazione della<br />

persona malata e quindi rispetto della<br />

sua dignità di persona passa attraverso il<br />

riconoscimento del diritto di essere<br />

adeguatamento informato; solo così il<br />

paziente è in grado di effettuare con<br />

consapevolezza le scelte inerenti la sua<br />

vita ed il suo fine vita


PROBLEMA<br />

LA CONGIURA DEL SILENZIO


Modello principialista<br />

Principio della beneficialità<br />

il raggiungimento del controllo dei<br />

sintomi refrattari è un atto di<br />

beneficialità che può ridare dignità alla<br />

persona morente nella fragilità tipica del<br />

fine vita


PROBLEMA<br />

L’INVOLUCRO VUOTO


Modello principialista<br />

Principio della non maleficità<br />

Nell’ottica della medicina <strong>palliativa</strong><br />

che pone il malato al centro della<br />

cura, la <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong> attende<br />

al controllo della sofferenza psico-<br />

fisica, prevenendo ed evitando il<br />

danno.


PROBLEMA<br />

CONFUSIONE


<strong>La</strong> letteratura<br />

Annals of Oncology 20: 1163–1169, 2009


Principo del doppio effetto<br />

"Nulla impedisce a un atto<br />

di avere due effetti, uno solo<br />

dei quali è destinato, mentre<br />

l'altro è accanto l'intenzione.<br />

…... Di conseguenza, l'atto<br />

di legittima difesa può avere<br />

due effetti:. Uno, il<br />

salvataggio della propria vita,<br />

l'altro, l'uccisione<br />

dell'aggressore "<br />

Tommaso d’Aquino d<br />

Summa Theologica


Domenica 24 febbraio del 1957, discorso agli anestesisti passato<br />

alla storia ed intitolato: “DISCORSO DI PIO XII INTORNO<br />

A TRE QUESITI RELIGIOSI E MORALI<br />

CONCERNENTI L’ANALGESIA”<br />

“E’ LECITO da parte del medico l’uso l<br />

di<br />

tecniche che tolgano il dolore e la<br />

coscienza (e quindi la sofferenza totale,<br />

n.d.s.) se anche ciò dovesse abbreviare la<br />

vita del paziente morente”…


Modello principialista<br />

Principio di giustizia<br />

Tutti hanno il diritto sancito dalla<br />

Costituzione della Repubblica Italiana<br />

(art. 3 e 32), dalla Carta dei diritti del<br />

Morente (art. 5) e Carta Europea dei<br />

Diritti del Malato (art. 11) di poter<br />

scegliere di essere sottoposti a<br />

trattamenti che riducano le sofferenze<br />

inutili, attraverso strumenti quali la<br />

<strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong>.


PROBLEMA<br />

RISORSE FINITE<br />

BISOGNI INFINITI


Hospice:<br />

18 mesi di lavoro<br />

Pazienti Femmine n°<br />

(n%)<br />

Maschi n°<br />

(n%)<br />

ammessi 88 ( 50,2%) 87 (49,8%) 175<br />

Totale n°<br />

dimessi 16 (9,1%) 8 (4,5%) 24 (13,7%)<br />

sedati 7 (4%) 11 (6.2%) 18 (10,2%)


Hospice:<br />

Il protocollo attuato<br />

Midazolam fiale a 15 mg/3 ml (pari a 5 mg/ml)<br />

Dose iniziale per <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong><br />

0.03 mg/kg (Diluizione : 0.5 mg/ml)<br />

Peso/ kg 40 50 60 70 80 90<br />

Dose 1.25 mg/2.5 ml 1.5 mg/ 3ml 1.75 mg/3.5 ml 2 mg/ 4 ml 2.5 mg/ 5 ml 2.75 mg/5.5 ml<br />

mg/ml<br />

Dose di mantenimento<br />

0.03mg/kg/h (Diluizione : 0.25 mg/ml)<br />

Peso/ kg 40 50 60 70 80 90<br />

Dose 1.25 mg/5 ml 1.5 mg/ 6ml 1.75 mg/7 ml 2 mg/ 8 ml 2.5 mg/10 ml 2.75 mg/11 ml<br />

mg/ml<br />

Ad ogni rescue di midazolam (pari alla dose di induzione) aumentare are la dose di<br />

0.015 mg/kg/h, (pari in millilitri ai millilitri della dose rescue )


Le difficoltà della quotidianità<br />

nella pratica:<br />

Quando il midazolam fallisce<br />

1. Variazioni e alterazioni nella<br />

struttura, funzione e numero dei<br />

recettori GABAa (eterogeneità delle<br />

subunità alfa e gamma, alcool e farmaci che<br />

possono causare «down regulation»)<br />

2. Alterazioni della concentrazione<br />

del midazolam a livello<br />

recettoriale (età, alcool, fumo, disfunzioni<br />

d’organo, interazioni farmacologiche)


Le difficoltà della quotidianità<br />

Quando il midazolam fallisce<br />

la letteratura (J Pain Sympt Management: 23 (3); 2002: 256-265)


Le difficoltà della quotidianità<br />

<strong>La</strong> scelta più rispettosa della dignità umana<br />

Conoscere la tecnica<br />

e presentarla come l’atto<br />

terapeutico per il controllo della sofferenza estrema<br />

Nei colloqui con il malato terminale è necessario raccogliere quelle<br />

che sono le sue aspettative e le sue paure ( ho״ paura di soffrire; non voglio<br />

morire soffocato; e se poi mi manca l’aria? ״ ), al fine di garantirgli l’opzione<br />

terapeutica della <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong> per alleviare le sofferenze dal<br />

paziente stesso giudicate inutili.


Le difficoltà della quotidianità<br />

la scelta più rispettosa della dignità umana<br />

<strong>La</strong> persona e i suoi sintomi: unico punto di partenza<br />

<strong>La</strong> sofferenza ed il distress sono criteri soggettivi, così che<br />

solamente il paziente può definire la sua sofferenza intollerabile, al<br />

punto tale da prendere in considerazione un atto terapeutico quale<br />

la <strong>sedazione</strong> <strong>palliativa</strong>.<br />

Ma spesso le situazioni sono più complicate<br />

Nel caso in cui vi sia impossibilità da parte del paziente ad<br />

esprimere il grado disconfort e/o sofferenza dovrebbe essere<br />

raccolto il giudizio del rappresentane della famiglia o del care-giver.<br />

Il team di cura dovrebbe essere sicuro che i desideri espressi siano<br />

quelli del malato e non quelli di chi li ha espressi.


Le difficoltà della quotidianità<br />

<strong>La</strong> scelta più rispettosa della dignità umana<br />

<strong>La</strong> persona e i suoi sintomi: multidisciplinarietà<br />

Un sintomo è definito refrattario quando il clinico si accorge che<br />

ulteriori interventi invasivi o non invasivi sono:<br />

1. incapaci di garantire un adeguato sollievo,<br />

2.possono essere gravati da effetti collaterali intollerabili,<br />

3.inadatti a controllare il sintomo in un tempo tollerabile.<br />

Questo implica un rigoroso approccio diagnostico, che ponga<br />

attenzione alla dimensione fisica, psicologica, sociale ed emozionale<br />

del sintomo, garantito solo da un team multidisciplinare.<br />

Questo allontana il rischio<br />

di un giudizio di refrattarietà<br />

condizionato dalla fatigue emotiva della famiglia e dei sanitari, da<br />

fattori filosofici/culturali/religiosi.


Le difficoltà della quotidianità<br />

<strong>La</strong> scelta più rispettosa della dignità umana<br />

Quindi il giudizio del<br />

paziente in quale<br />

senso, quando e perché<br />

la sofferenza diventa<br />

intollerabile e i sintomi<br />

sono refrattari guiderà<br />

il processo<br />

decisionale nel fine<br />

vita.

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