Lettera aperta del Presidente del Consiglio di Istituto agli Studenti

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29.11.2014 Views

“L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire” (dal frontone della facciata del Teatro Massimo di Palermo) Carissimi giovani, Desidero complimentarvi con Voi per la rappresentazione teatrale ispirata all’Odissea e messa in scena nel cine‐teatro Aurora il 13 scorso; grazie anche ai vostri docenti che con amore e passione seguono la vostra formazione umana e culturale. Del resto a che cosa serve la Scuola se non a preparare alla vita? Il teatro, la musica, il canto, la recitazione in genere ,in una società multimediale e virtuale come quella in cui viviamo, costituiscono elementi preziosi per lo sviluppo integrale della persona ed ,in particolare, per il superamento degli stadi emotivi, ed il potenziamento delle facoltà psichiche, logopediche e motorie. Fondamentale poi il lavoro di gruppo e lo sforzo di superare le barriere che si frappongono tra il nostro “io” e l’ ”altro”, per il raggiungimento di un medesimo obiettivo. Una Scuola all’avanguardia deve dedicare il giusto spazio alle attività espressive, allo sport e alla musica, materie che concorrono in forma diretta e non nozionistica allo sviluppo intellettuale e fisico della persona. Citando testualmente mio padre, uomo impegnato per il progresso della Scuola: “Ma l’uomo è anche“res cogitans”, fantasia, coscienza, volontà, sentimento, ”cuore”, il che significa che vi è in lui un mondo di valori spirituali che non possono smarrirsi nell’empireo, nelle turbine dei motori, negli ingranaggi della tecnica, nel cemento dei cantieri, vi è nell’uomo l’eternità dello spirito, l’essenza del suo esistere, che si esprimono nella gioia di vivere, di perpetuare,di elevare la dignità della vita. ……….Tutto ciò ci porta a riconoscere come sia fondamentale l’opera formativa della scuola e come sia del tutto anacronistica e superata quella didattica….in uso in molte scuole accasermate in edifici erosi dal tempo che limita la sua pretesa all’apprendimento di quattro regolucce di lingua, di aritmetica, di geometria etc…. con intermezzi noiosi. privi di interesse, tanto per soddisfare le esigenze di un rapporto di impiego……come sia perniciosa la scuola reumatizzata, asmatica, incapace di uscire dal proprio guscio, nel proiettarsi nel mondo operoso che pulsa e si dinamizza giorno per giorno, negata a chiarire, a rendere attiva la domanda ambientale, la scuola mutilata sul piano delle applicazioni di alcune discipline di studio per carenze tecnico‐organizzative, per insufficienza di mezzi ed ambienti…..La scuola o vale o è fonte di male: neutra non è mai (Volpicelli).” ( F. Caldiero ‐ Scuola primaria controluce ‐ 1970). Mi rendo perfettamente conto che la scuola italiana ha compiuto un suo cammino dagli anni ’70 ad oggi, ma poiché sono padre di tre figli che hanno frequentato il Liceo classico, ho seguito la vita della scuola del territorio direttamente, perché impegnato negli organi collegiali e, perché come cittadino attento al problema della formazione/educazione dei giovani, ho potuto notare che, a parte la buona volontà di “qualcuno”, che timidamente si è reso promotore di iniziative degne e prestigiose,non sempre incoraggiate, credo non esista un “discorso” innovativo e propositivo da parte di alcuno, proteso al rinnovamento, nel vero significato del termine, per una scuola d’avanguardia, libera dai mille condizionamenti che la chiudono

“L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita.<br />

Vano <strong>del</strong>le scene il <strong>di</strong>letto ove non miri a preparar l’avvenire”<br />

(dal frontone <strong>del</strong>la facciata <strong>del</strong> Teatro Massimo <strong>di</strong> Palermo)<br />

Carissimi giovani,<br />

Desidero complimentarvi con Voi per la rappresentazione teatrale ispirata all’O<strong>di</strong>ssea e messa in scena nel<br />

cine‐teatro Aurora il 13 scorso; grazie anche ai vostri docenti che con amore e passione seguono la vostra<br />

formazione umana e culturale.<br />

Del resto a che cosa serve la Scuola se non a preparare alla vita?<br />

Il teatro, la musica, il canto, la recitazione in genere ,in una società multime<strong>di</strong>ale e virtuale come quella in<br />

cui viviamo, costituiscono elementi preziosi per lo sviluppo integrale <strong>del</strong>la persona ed ,in particolare, per il<br />

superamento degli sta<strong>di</strong> emotivi, ed il potenziamento <strong>del</strong>le facoltà psichiche, logope<strong>di</strong>che e motorie.<br />

Fondamentale poi il lavoro <strong>di</strong> gruppo e lo sforzo <strong>di</strong> superare le barriere che si frappongono tra il nostro “io”<br />

e l’ ”altro”, per il raggiungimento <strong>di</strong> un medesimo obiettivo.<br />

Una Scuola all’avanguar<strong>di</strong>a deve de<strong>di</strong>care il giusto spazio alle attività espressive, allo sport e alla musica,<br />

materie che concorrono in forma <strong>di</strong>retta e non nozionistica allo sviluppo intellettuale e fisico <strong>del</strong>la persona.<br />

Citando testualmente mio padre, uomo impegnato per il progresso <strong>del</strong>la Scuola: “Ma l’uomo è anche“res<br />

cogitans”, fantasia, coscienza, volontà, sentimento, ”cuore”, il che significa che vi è in lui un mondo <strong>di</strong> valori<br />

spirituali che non possono smarrirsi nell’empireo, nelle turbine dei motori, negli ingranaggi <strong>del</strong>la tecnica,<br />

nel cemento dei cantieri, vi è nell’uomo l’eternità <strong>del</strong>lo spirito, l’essenza <strong>del</strong> suo esistere, che si esprimono<br />

nella gioia <strong>di</strong> vivere, <strong>di</strong> perpetuare,<strong>di</strong> elevare la <strong>di</strong>gnità <strong>del</strong>la vita. ……….Tutto ciò ci porta a riconoscere<br />

come sia fondamentale l’opera formativa <strong>del</strong>la scuola e come sia <strong>del</strong> tutto anacronistica e superata quella<br />

<strong>di</strong>dattica….in uso in molte scuole accasermate in e<strong>di</strong>fici erosi dal tempo che limita la sua pretesa<br />

all’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> quattro regolucce <strong>di</strong> lingua, <strong>di</strong> aritmetica, <strong>di</strong> geometria etc…. con intermezzi noiosi.<br />

privi <strong>di</strong> interesse, tanto per sod<strong>di</strong>sfare le esigenze <strong>di</strong> un rapporto <strong>di</strong> impiego……come sia perniciosa la scuola<br />

reumatizzata, asmatica, incapace <strong>di</strong> uscire dal proprio guscio, nel proiettarsi nel mondo operoso che pulsa e<br />

si <strong>di</strong>namizza giorno per giorno, negata a chiarire, a rendere attiva la domanda ambientale, la scuola<br />

mutilata sul piano <strong>del</strong>le applicazioni <strong>di</strong> alcune <strong>di</strong>scipline <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per carenze tecnico‐organizzative, per<br />

insufficienza <strong>di</strong> mezzi ed ambienti…..La scuola o vale o è fonte <strong>di</strong> male: neutra non è mai (Volpicelli).” ( F.<br />

Cal<strong>di</strong>ero ‐ Scuola primaria controluce ‐ 1970).<br />

Mi rendo perfettamente conto che la scuola italiana ha compiuto un suo cammino d<strong>agli</strong> anni ’70 ad oggi,<br />

ma poiché sono padre <strong>di</strong> tre figli che hanno frequentato il Liceo classico, ho seguito la vita <strong>del</strong>la scuola <strong>del</strong><br />

territorio <strong>di</strong>rettamente, perché impegnato negli organi collegiali e, perché come citta<strong>di</strong>no attento al<br />

problema <strong>del</strong>la formazione/educazione dei giovani, ho potuto notare che, a parte la buona volontà <strong>di</strong><br />

“qualcuno”, che timidamente si è reso promotore <strong>di</strong> iniziative degne e prestigiose,non sempre incoraggiate,<br />

credo non esista un “<strong>di</strong>scorso” innovativo e propositivo da parte <strong>di</strong> alcuno, proteso al rinnovamento, nel<br />

vero significato <strong>del</strong> termine, per una scuola d’avanguar<strong>di</strong>a, libera dai mille con<strong>di</strong>zionamenti che la chiudono


dentro i meandri <strong>di</strong> un “quadrimestre”, “<strong>di</strong> qualche “progetto”, <strong>di</strong> un asfittico “programma”, <strong>di</strong> una<br />

“circolare”, <strong>di</strong> una “legge”.<br />

Gli stessi operatori scolastici, non sembrano felici ‐ mal comune <strong>del</strong>la nostra società ‐ <strong>del</strong>la loro opera e<br />

degli obiettivi che questa scuola si prefigge. La mia naturalmente è una provocazione perché nasca una<br />

coscienza non solo critica ma propositiva, finalizzata ad una programmazione <strong>del</strong>la scuola in ambito<br />

territoriale, viva ed efficace, idonea a sod<strong>di</strong>sfare le esigenze <strong>di</strong> una gioventù sempre più desiderosa <strong>di</strong><br />

sapere ma anche <strong>di</strong> vivere le realtà profonde <strong>del</strong>la Vita, e per quanto riguarda le infrastrutture, soprattutto<br />

<strong>di</strong> una scuola costruita a misura d’uomo, un ambiente <strong>di</strong> lavoro ospitale, caloroso, accogliente non frutto <strong>di</strong><br />

elemosina politica, ma espressione <strong>di</strong> una collettività che colloca al primo posto i servizi essenziali e si<br />

<strong>di</strong>stingue perché sa offrire alle nuove generazioni un mo<strong>del</strong>lo concreto <strong>di</strong> formazione umana e civile.<br />

Mi sono permesso <strong>di</strong> citare mio padre perché egli fu un uomo sempre impegnato, fino alla sua morte<br />

avvenuta nel 2001, per il progresso civile e culturale, in special modo <strong>del</strong> suo “paese” Sant’Agata, che amò<br />

in maniera particolare.<br />

E se è vero che la Storia non <strong>di</strong>mentica, occorre fare memoria <strong>di</strong> chi contribuì a creare le basi perché la<br />

nostra citta<strong>di</strong>na avesse scuole <strong>di</strong> ogni or<strong>di</strong>ne e grado e rappresentasse un polo <strong>di</strong>dattico e sperimentale per<br />

tutto il territorio. Per tale realizzazione non c’erano fazioni politiche, poiché l’obiettivo era unico: la<br />

<strong>di</strong>ffusione <strong>del</strong>la cultura.<br />

E così uomini come mio padre, Sebastiano Portale, Rosalia Montalto, Benedetto Virzì, Mons. Giuseppe<br />

Zappalà, i padri Salesiani, le Figlie <strong>di</strong> Maria Ausiliatrice, e tanti altri crearono le basi perché fossero garantiti<br />

i presupposti <strong>di</strong> una scuola moderna, al passo con i tempi. Anche l’On. Annibale Bianco contribuì, da uomo<br />

politico avveduto e lungimirante, alla costruzione <strong>di</strong> una realtà scolastica <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni più ampie,<br />

attraverso la realizzazione <strong>del</strong>la – la Colonia permanente <strong>di</strong> Iria; A.R.P.I. (Ass. Reg. Pubblica Istruzione) ‐<br />

oggi ridotta ad un mero ricordo.<br />

Un sogno <strong>di</strong> mio padre era la costruzione <strong>di</strong> una citta<strong>del</strong>la scolastica, capace <strong>di</strong> ospitare tutte le scuole, nel<br />

terreno c.d. dei Salesiani. Ma allora era ritenuto un sacrilegio togliere un metro quadrato ai religiosi<br />

che,poi, sapientemente, hanno lasciato il campo. Oggi è sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti che fine hanno fatto i terreni<br />

destinati dalla Famiglia Zito per il “bene <strong>del</strong>la gioventù”. In vero resistono le Suore salesiane ed è presente<br />

all’interno <strong>di</strong> “quei terreni” una efficientissima scuola professionale per elettricisti, gestita dall’Ente “Sacro<br />

Cuore” e affidata ai padri Giuseppini <strong>di</strong> Acquedolci. Ma forse mio padre era <strong>di</strong> larghe vedute e da vero<br />

allievo dei salesiano, pensava, che i salesiani per primi, stante la loro vocazione educativa e formativa,<br />

dovessero collaborare e favorire la crescita spirituale e culturale <strong>del</strong>la gioventù attraverso la creazione <strong>di</strong><br />

strutture scolastiche in tempi in cui la pubblica amministrazione non aveva mezzi sufficienti? Mi spiace se<br />

parlando <strong>di</strong> queste cose ho urtato la suscettibilità <strong>di</strong> qualche “ambiente”, ma ritengo che la verità sia anche<br />

questa e vada scritta insieme alle altre che vengono <strong>di</strong> tanto in tanto enunciate nei <strong>di</strong>scorsi ufficiali.<br />

Ma non dobbiamo demoralizzarci e dobbiamo continuare ad a essere presenti – carissimi giovani – nella<br />

gestione <strong>del</strong>la cosa pubblica, facendo prevalere le nostre scelte che scaturiscono dalle esigenze collettive e<br />

non personali.<br />

La scuola deve fare sentire la sua “Voce” come la bacchetta <strong>del</strong>la vecchia maestra “sig.ra Cristina” che<br />

bastonava Peppone e don Camillo, ma soprattutto Peppone perché rappresentava il potere politico ma<br />

aveva poca cultura, la quale anche in punto <strong>di</strong> morte, dettava il suo programma ideale <strong>di</strong> vita ispirato <strong>agli</strong>


ideali <strong>del</strong>la patria, ai valori morali e religiosi, <strong>agli</strong> ideali eterni ed immutabili, come quello <strong>del</strong>la Cultura e<br />

<strong>del</strong>la Scuola.<br />

Grazie ancora per il vostro impegno che mi auguro aumenti sempre e progre<strong>di</strong>sca con la vostra crescita<br />

personale. Voi rappresentate un monito per noi “adulti” che, senza la vostra freschezza e il vostro vigore, i<br />

vostri dubbi e i perché, le critiche e le contestazioni,sicuramente vegeteremmo e saremmo privi <strong>di</strong> quella<br />

ventata <strong>di</strong> nuovo tipica <strong>del</strong>la vostra età.<br />

Grazie anche ai tanti universitari presenti che tengono vivo il loro rapporto con la Scuola che li ha formati e<br />

a quanti con<strong>di</strong>vidono con me questo impegno.

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