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COLORAZIONI<br />

ISTOMORFOLOGICHE


CLASSIFICAZIONE DELLE COLORAZIONI:<br />

Le colorazioni, indipendentemente dal meccanismo d’azione del<br />

colorante, possono essere divise in due gruppi:<br />

1.colorazioni istomorfologiche (nucleo, citoplasma, tessuto nervoso,<br />

collagene, ecc...);<br />

2. colorazioni istochimiche (per mettere in evidenza le sostanze<br />

chimiche contenute nei tessuti e la loro posizione).


COLORAZIONE EMATOSSILINA/EOSINA (EE):<br />

L’ematossilina è una sostanza vegetale isolata da un estratto di legno azzurro<br />

(legno di campeggio, Haematoxylum campechianum ) un albero originario del<br />

centro America. Questa è di per sé incolore (o si presenta sotto forma di<br />

cristalli giallo-bruni) incapace di colorare. Il vero colorante non è<br />

l’ematossilina, ma il suo prodotto di ossidazione: l’emateina (per questo<br />

all’ematossilina vanno aggiunte sostanze ossidanti come il permanganato di<br />

potassio, l’idrato di potassio, iodato di sodio, ecc.).<br />

Ematossilina<br />

Emateina


COLORAZIONE EMATOSSILINA/EOSINA (EE):<br />

L’emateina è colorata e costituisce il cromoforo, è anionica e non ha particolari<br />

affinità con gli acidi nucleici. Per conferire al composto una carica positiva è<br />

necessario aggiungere un mordente (ad es. l’allume potassico: KAl(SO 4<br />

) 2<br />

·<br />

12H 2<br />

O) che costituirà con l’emateina, una lacca relativamente insolubile:<br />

l’emallume. L’ematossilina più usata nel laboratorio e’ quella di Mayer, ed e’ così<br />

costituita:<br />

-ALLUME DI POTASSIO;<br />

-EMATOSSILINA;<br />

-IODATO DI SODIO;<br />

-ACIDO CITRICO;<br />

-CLORALIO (tossico; corrosivo).<br />

Alcuni metodi di colorazione comportano una mordenzatura. Questa operazione consiste nel trattare<br />

il tessuto con un composto capace di fissare su di esso dei gruppi acidi o basici, i quali a loro volta,<br />

potranno legarsi con un colorante basico o acido. Il composto che costituisce questo termine di<br />

collegamento fra il tessuto e il colorante è detto mordente .


COLORANTI COMPLESSATI CON METALLI (Lacche)<br />

EMATEINA<br />

ossidazione di ematossilina<br />

Compl. con Al EMALLUME (Mayer - Carazzi)<br />

Fe EMAT. HARRIS (Lillie)<br />

Ematossiline<br />

progressive<br />

regressive<br />

- Differenziazione<br />

- pH


COLORAZIONE EMATOSSILINA/EOSINA (EE):<br />

A seconda del mordente usato, alluminio, ferro, cromo, ecc..., si<br />

distinguono ematossiline alluminiche (o emallumi), ematossiline<br />

ferriche, ematossiline cromiche, ecc... .<br />

Le soluzioni ematossiliniche emalluminiche più usate in istologia sono:<br />

1. Ematossilina di Mayer;<br />

2. Ematossilina di Harris;<br />

3. Ematossilina di Delafield;<br />

4. Ematossilina di Carazzi;<br />

5. Ematossilina di Ehrlich.<br />

1. Ematossilina di Weigert;<br />

2. Ematossilina di Heidenhain.


COLORAZIONE EMATOSSILINA/EOSINA (EE):<br />

L’eosina è un colorante artificiale debolmente acido, di cui esistono<br />

varie forme, che colora i citoplasmi, il tessuto connettivo e la<br />

sostanza intercellulare in varie tonalità di rosa. L'eosina è<br />

chimicamente una tetrabromofluoresceina. Più precisamente, sono di<br />

comune utilizzo due molecole di eosina denominate Y e B.<br />

Eosina Y<br />

Eosina B


COLORAZIONE EMATOSSILINA/EOSINA (EE):<br />

• sezioni in H 2<br />

O distillata<br />

• Emallume acido di Mayer, filtrato ( 7’)<br />

• lavare H 2<br />

O corrente (10’)<br />

• Eosina [0.25 %], acidificata con qualche<br />

goccia di CH 3<br />

COOH (1’)<br />

• lavare in H 2<br />

O distillata (2’)<br />

<strong>Risultati</strong>:<br />

Nucleo Blu - viola<br />

Citoplasma Rosa - rosso<br />

• disidratare in etanolo 95° (4’)<br />

• disidratare in etanolo 100° (4’) (3 cambi)<br />

• chiarificare in xilolo (3 cambi)<br />

• montare in mezzo d’inclusione (Entellan<br />

o balsamo Canada)


EMATOSSILINA DI EHRLICH


METODI CITOLOGICI<br />

La colorazione EE può essere descritta come un metodo che si<br />

utilizza per lo studio topografico e generale per tessuti e organi.<br />

Ci sono però alcuni metodi in grado di mettere in evidenza strutture<br />

specifiche: ci sono quindi metodi che evidenzieranno il connettivo<br />

piuttosto che il tessuto nervoso, ma anche tecniche per lo studio<br />

fine di organuli cellulari.


METODI CITOLOGICI CON COLORAZIONE<br />

REGRESSIVA DI LACCHE DI EMATOSSILINA<br />

Si tratta di metodi di cui non si conosce ancora appieno il<br />

meccanismo di azione.<br />

EMATOSSILINA FERRICA (Metodo di Heidenhain)<br />

Metodo di elezione per lo studio della cariocinesi. Regolando la<br />

differenziazione si possono mettere in evidenza anche i centrioli o<br />

inclusioni citoplasmatiche.


EMATOSSILINA FERRICA


STUDIO DEI TESSUTI E<br />

DEGLI ORGANI


TESSUTO<br />

NERVOSO


TESSUTO NERVOSO<br />

Tra le prime tecniche per lo studio del tessuto nervoso vanno<br />

ricordate quelle per mettere in evidenza i Corpi di Nissl.<br />

Uno di questi metodi prevede l’uso del Cresyl Violet. Si tratta di un<br />

colorante basico che lega rapidamente le componenti acide del<br />

citoplasma dei neuroni (soprattutto l’RNA dei ribosomi, compresi i<br />

nuclei). Questo colorante mette ben in evidenza i Corpi di Nissl che<br />

sono appunto aggregazioni del RER tipiche dei neuroni.<br />

<strong>Risultati</strong>:<br />

RNA nero<br />

Altre strutture viola<br />

Altri metodi impiegano l’uso del Blu di Toluidina.


Metodo di GOLGI-CAJAL<br />

Per quanto riguarda lo studio della forma dei neuroni si possono<br />

usare alcuni metodi colorimetrici sia vitali che non (un esempio di<br />

colorazione vitale usata nei vertebrati è quella con il Blu di<br />

Metilene). <strong>Risultati</strong> migliori si ottengono mediante impregnazioni<br />

metalliche elettive. Fra questi metodi il più noto è quello<br />

dell’impregnazione cromoargentica di Golgi (sec. Cajal) che utilizza la<br />

precipitazione elettiva di cromato di argento sulle cellule nervose<br />

quando queste sono state preventivamente fissate con tetraossido<br />

di osmio e bicromato di potassio. Oltre l’argento si può usare anche<br />

l’oro.


Metodo di BIELSCHOWSKY per neurofibrille<br />

Metodo di elezione per la visualizzazione di neurofibrille, assoni,<br />

dendriti, placca senile. I metodi di impregnazione argentica sono fra<br />

i metodi più comunemente usati in neuroistologia.<br />

Il principio su cui si basano le tecniche di impregnazione è il<br />

seguente: l’argento, presente in alcuni composti allo stato di<br />

ossidazione +1 (es. AgNO 3<br />

), può essere ridotto da alcune componenti<br />

tissutali allo stato metallico insolubile.<br />

Selettività del metodo Bielschowsky: il diverso grado di argirofilia<br />

degli elementi cellulari presenti del tessuto nervoso permette<br />

attraverso una opportuna calibrazione della soluzione riducente di<br />

evidenziare selettivamente neurofibrille, assoni, dendriti, placca<br />

senile.


TESSUTO NERVOSO<br />

(Luxol Fast Blue)<br />

Tale colorazione, sebbene poco specifica per i fosfolipidi, li<br />

colora in modo soddisfacente, specie se disciolti in alcool<br />

isopropilico e quindi fornisce ottima colorazione della mielina<br />

integra (costituita dalla membrana cellulare della cellula di<br />

Schwann). Tale colorazione è spesso associata al Cresyl Violet<br />

(Metodo di Klüver-Barrera).<br />

<strong>Risultati</strong>:<br />

Mielina blu-azzurro<br />

Luxol Fast Blue:<br />

Rame ftalocianina<br />

solfonata<br />

(X=SO 3-<br />

)


Klüver-Barrera


TESSUTO<br />

CONNETTIVO


AZAN-MALLORY (AM)<br />

Colorazione AZAN (acronimo di AZocarmine-ANilin blue) modificata da Mallory. E’<br />

una delle tecniche di colorazione utilizzate per mettere in evidenza le fibre collagene<br />

del tessuto connettivo.<br />

Il metodo associa una colorazione citologica ottenuta tramite un colorante acido<br />

(azocarminio) ad una colorazione di contrasto effettuata con blu di anilina dopo<br />

mordenzatura con acido fosfotungstico. Per ottenere buoni risultati occorre<br />

sovracolorare con azocarminio, quindi differenziare lentamente con alcol-anilina, al<br />

fine di evitare che la colorazione di contrasto predomini<br />

Azocarminio<br />

Blu di anilina


AZAN-MALLORY (AM)<br />

Si utilizzano in sequenza due coloranti:<br />

-Azocarminio (colora i nuclei in rosso vivo ed il citoplasma in rosso<br />

chiaro)<br />

-Miscela di Mallory (Blu d’anilina, Orange G e acido ossalico, evidenzia<br />

il connettivo in azzurro).<br />

<strong>Risultati</strong>:<br />

Collagene, reticolo, granuli basofili (ipofisi) blu-azzurro<br />

Neurofibrille rossastro<br />

Muscolo arancio<br />

Nuclei, eritrociti e granuli acidofili (ipofisi) rosso<br />

Granuli citoplasmatici delle cellule delta dell’ ipofisi azzurro<br />

Il meccanismo di colorazione non è ancora completamente compreso. Alcune<br />

spiegazioni propongono che l'acido fosfotungstico funga da mordente per<br />

legare i colori basici al tessuto.


COLORAZIONE MAY-GRÜNWALD-GIEMSA (MGG):


COLORAZIONE MAY-GRÜNWALD-GIEMSA:<br />

È una doppia colorazione utilizzata normalmente per colorare gli<br />

strisci di sangue (simile al metodo Wright-Giemsa). Il sangue viene<br />

strisciato su un vetrino portaoggetto, fissato per almeno 30 min.<br />

all’aria e colorato prima con la miscela di May-Grüwald (blu di<br />

metilene, colorante basico, e eosina, colorante acido). Segue poi un<br />

lavaggio e una colorazione con l’eosinato azzurro (colorante di<br />

Giemsa) composto da eosina giallastra, blu di metilene, azzurro A e B<br />

e violetto di metilene.<br />

<strong>Risultati</strong>:<br />

Globuli rossi rosa-arancio<br />

Nuclei dei leucociti blu-porpora<br />

Granuli eosinofili rosso brillante<br />

Granuli basofili blu<br />

Blu di metilene


Acidofilo<br />

Neutrofilo<br />

Piastrine<br />

Linfocita<br />

Basofilo<br />

Monocita


VERHOEFF – VAN GIESON (VVG)<br />

Si tratta di un metodo combinato. Il metodo di Verhoeff è una colorazione<br />

specifica per le fibre elastiche (in particolare per la proteina elastina). La<br />

colorazione di Van Gieson è specifica per il collagene. In questo metodo le<br />

sezioni sono colorate regressivamente con ematossilina (usando un eccesso<br />

di mordente, il cloruro ferrico, in modo da avere una maggiore affinità della<br />

stessa ematossilina ferrica per le fibre elastiche rispetto agli altri<br />

elementi).<br />

<strong>Risultati</strong>:<br />

Fibre elastiche blu-nero<br />

Nuclei blu-nero<br />

Collagene rosso<br />

Altri elementi giallo


WEIGERT - VAN GIESON (WvG):<br />

Metodo combinato per la visualizzazione sul medesimo preparato delle<br />

fibre elastiche, del connettivo, del collagene e dei nuclei.<br />

Il metodo (Weigert “metodo lungo”) sfrutta l’ affinità per le fibre<br />

elastiche del precipitato (cresofucsina) ottenuto facendo reagire<br />

resorcina, fucsina basica e cristalvioletto con perclorato di ferro. La<br />

specificità del metodo non è assoluta, altre strutture quali collagene e<br />

membrane basali possono colorarsi; è quindi importante una accurata<br />

differenziazione per ottenere una colorazione marcata e selettiva delle<br />

fibre elastiche. Il contrasto con la colorazione tricromica di Van Gieson<br />

permette di differenziare il collagene dal connettivo visualizzando nel<br />

contempo anche i nuclei.<br />

Applicazione : fibre elastiche.


Weigert - Van Gieson:<br />

Resorcina<br />

Fucsina basica<br />

Cristalvioletto<br />

<strong>Risultati</strong><br />

Fibre elastiche da blu scuro a nero<br />

Nuclei neri<br />

Collagene rosso,<br />

Connettivo, eritrociti, ecc giallo


TRICROMICA DI GOLDNER:<br />

Una colorazione è detta tricromica quando si usano due o più coloranti per<br />

tingere differenzialmente diverse strutture istologiche.<br />

Il metodo della tricromica di Goldner (conosciuto anche come Masson-<br />

Goldner) utilizza l’ematossilina, rosso Ponçeau, orange G e light green.<br />

<strong>Risultati</strong>:<br />

Strutture basofile (come la cromatina) marrone-nero<br />

Strutture debolmente acidofile (cartilagine) rosso-arancio<br />

Strutture fortemente acidofile (fibre collagene, osso) azzurro-verde<br />

Rosso Ponceau Orange G Light green


TRICROMICA DI MASSON:<br />

Metodo di elezione per il tessuto connettivo, particolarmente<br />

indicato per gameti, nuclei, neurofibrille, nevroglia, collagene,<br />

cheratina, fibrille intracellulari e immagini in negativo dell’ apparato<br />

di Golgi.<br />

Il metodo associa una colorazione nucleare ottenuta con ematossilina<br />

ferrica di Weigert, una colorazione delle emazie con acido picrico e<br />

una colorazione del connettivo con due differenti coloranti acidi<br />

(Light Green oppure blu di anilina/blu di metilene)<br />

<strong>Risultati</strong> :<br />

Nuclei e gameti nero<br />

Citoplasma, cheratina, fibre muscolari, granuli acidofili rosso<br />

Collagene, muco, granuli basofili dell’ipofisi blu /verde<br />

Eritrociti giallo


PENTACROMICA DI MOVAT:<br />

Questo metodo, piuttosto lungo e laborioso, consente di rivelare<br />

contemporaneamente le mucosostanze acide e i diversi componenti<br />

del connettivo. Coloranti utilizzati: alcian blu, resorcifucsina, blu di<br />

celestina sec Culling, ematossilina di Weigert e miscela di Van<br />

Gieson.<br />

<strong>Risultati</strong>:<br />

Mucine acide e sostanza fondamentale blu<br />

Collagene rosso<br />

Elastina rosso purpureo<br />

Muscolo giallo<br />

Neclei neri


Tessuto osseo<br />

Per l’osservazione microscopica del tessuto osseo si<br />

utilizzano tecniche particolari che tengono conto della<br />

struttura dura e mineralizzata dell’osso stesso. Per<br />

allestire un preparato sottile di tessuto osseo per<br />

l’osservazione microscopica vengono generalmente<br />

impiegate delle varianti delle procedure tradizionali<br />

che possono essere schematizzate come segue:<br />

1) METODI PER DECALCIFICAZIONE<br />

2) METODI PER USURA


Osso – Metodo per decalcificazione<br />

I metodi per decalcificazione servono per mantenere la componente<br />

organica dell’osso, a scapito tuttavia della componente minerale che viene<br />

più o meno completamente rimossa. Il frammento di osso da esaminare<br />

viene fissato subito dopo il prelievo, al fine di preservare al meglio la<br />

morfologia delle cellule e l’integrità delle molecole organiche della sostanza<br />

intercellulare. Successivamente si procede alla rimozione della componente<br />

minerale, che viene dissolta chimicamente mediante il soggiorno del<br />

frammento in una soluzione acida. Per queste tecniche si possono usare o<br />

soluzioni di acidi organici (es. acido citrico, acido ascorbico) o di chelanti<br />

del calcio (es. acido etilendiamminotetraacetico o EDTA, acido<br />

etilenglicoltetraacetico o EGTA), che rimuovono la parte inorganica senza<br />

troppo danneggiare la parte organica. Una volta rimosso il minerale, il<br />

campione viene trattato come qualunque altro campione molle: inclusione in<br />

paraffina, sezionamento con microtomo e colorazione.


Osso – Metodo per usura<br />

I metodi per usura sono utilizzati quando si vuole preservare la componente<br />

minerale (ma anche la componente organica – collagene – mineralizzata). La<br />

componente cellulare (componente organica non mineralizzata) viene<br />

eliminata facendo macerare in acqua (per un tempo sufficiente) il<br />

frammento osseo prelevato. Successivamente dal frammento macerato<br />

viene tagliata manualmente una sezione piuttosto spessa che viene fatta<br />

asciugare e poi aderire ad un vetrino portaoggetto tramite una goccia di<br />

mezzo di montaggio (es. balsamo del Canadà o balsami sintetici). Una volta<br />

che questo si è solidificato, la sezione di osso viene lavorata con carta<br />

abrasiva a grana decrescente, fino a ridurla per usura ad uno spessore<br />

sufficientemente sottile da renderla attraversabile dalla luce. Viene poi<br />

messo sopra il montante e il vetrino coprioggetto.

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