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Weidmannsheil (02/2012) - Bignami

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SPECIALE CANNA RIGATA<br />

Mauser M03 Extreme cal. 7x64<br />

sti tempi, la Extreme con calcio sintetico,<br />

mentre il mio primo pensiero andava al<br />

turbolento ma glorioso passato della casa<br />

di Oberndorf, le mie mani e i miei occhi<br />

posati sull’arma, tentavano di comprendere<br />

il senso di questo passaggio.<br />

Sì perché costruire un Mito è un’impresa<br />

titanica. Mantenerlo vivo, un compito<br />

arduo. Ma tentare di costruirne uno nuovo,<br />

soprattutto sull’onda di un passato<br />

glorioso è una missione, se non impossibile,<br />

alquanto improbabile.<br />

Ma se c’è una cosa che davvero non si<br />

possa proprio imputare ai tedeschi, questa<br />

è la mancanza di tenace perseveranza.<br />

Dopo la grande prova offerta con la realizzazione<br />

dell’M98 in versione Original<br />

e M98 Magnum nel 1999, la Mauser presenta<br />

all’IWA 2003 il suo nuovo modello<br />

denominato M03, acronimo abbreviato<br />

di Mauser 2003. Tale modello, entrerà<br />

però in produzione soltanto nel corso del<br />

2004, per raggiungere i magazzini della<br />

<strong>Bignami</strong> di Ora (Bolzano), da una vita<br />

importatore ufficiale Mauser in Italia,<br />

soltanto a metà 2005.<br />

Nel 2008, Mauser confeziona delle versioni<br />

Light dell’M03 su pressante richiesta<br />

dei cacciatori alla cerca. Io ho deciso<br />

di testare la versione standard poiché<br />

per il 70% la caccia di selezione in Italia<br />

è fatta da appostamento, quindi il peso<br />

dell’arma è a tutto favore della precisione.<br />

L’aspetto estetico dell’arma è piacevolmente<br />

classico ma il suo cuore meccanico,<br />

seppur d’ispirazione teutonica,<br />

racchiude notevoli innovazioni tecniche<br />

e tecnologiche, frutto di un attento studio<br />

in fase di progettazione e di una accurata<br />

scelta dei materiali di costruzione<br />

e assemblaggio. Vediamolo insieme, questo<br />

cuore impavido.<br />

CARATTERISTICHE TECNICHE<br />

Innanzitutto, l’M03 è stata progettata<br />

attorno ad un moderno principio, quello<br />

della versatilità estrema che le proviene<br />

dalla possibilità di sostituire la canna<br />

e la testa dell’otturatore senza bisogno<br />

alcuno di attrezzi, modernità che, come<br />

ormai accade troppo spesso nel nostro<br />

Paese, gli è stata tarpata e negata dal<br />

Catalogo Nazionale. In pratica, all’importatore<br />

<strong>Bignami</strong> è stata negata la possibilità<br />

di offrire l’arma nell’originale configurazione<br />

modulare, ovvero con canne<br />

intercambiabili. L’arma della prova, reca<br />

matricola n. M0<strong>02</strong>257 con numero di<br />

catalogo nazionale 14.688 ed è camerata<br />

nell’eccellente calibro 7x64 Brenneke.<br />

L’azione presenta un otturatore con<br />

ben sei tenoni frontali di chiusura, disposti<br />

su due serie di tre ciascuna, poste<br />

a 120 gradi. Uno speciale innesto a<br />

T, consente la sostituzione della testa<br />

dell’otturatore, per il’eventuale cambio<br />

di classe di calibri – Mini, 222 e 223<br />

Rem; Standard, dal 22-250 al 9,3x62, e<br />

Magnum, dal .270 WSM al 404 Jeffery,<br />

per un totale di ben 27 calibri.<br />

L’angolo di azionamento del nuovo otturatore<br />

Mauser M03 è di soli 60°, realtà<br />

tecnica che presenta due vantaggi: rapidità<br />

di ripetizione del colpo, e possibilità<br />

di montaggio dell’ottica più bassa.<br />

L’intera manovra di azionamento<br />

dell’otturatore, grazie anche alla pratica<br />

manetta con generoso pomolo, è velocissima,<br />

sicura, e silenziosa: rispetto al vecchio<br />

M98, quindi, abbiamo più velocità<br />

di riarmamento e minor rumore.<br />

Il corpo dell’otturatore presenta una sezione<br />

prismatica, e si svincola dall’azione,<br />

semplicemente abbassando il piccolo ritegno<br />

situato sul lato sinistro posteriore<br />

del castello: in tal modo, la manutenzione<br />

viene facilitata moltissimo. I tenoni<br />

dell’otturatore si impegnano entro apposite<br />

sedi ricavate nel prolungamento<br />

della canna, e non all’interno dell’azione.<br />

La canna, visto il progetto di modularità,<br />

viene fissata all’azione mediante due<br />

robustissime boccole filettate, dotate di<br />

appositi anelli prigionieri Sieger, così la<br />

sua sostituzione, non solo è rapidissima e<br />

sicura, ma è possibile senza dover necessariamente<br />

smontare l’intera calciatura.<br />

L’estrattore, a unghia, è montato su una<br />

delle alette frontali, mentre l’espulsore è<br />

del tipo classico a piolo posto sulla faccia<br />

recessa dell’otturatore.<br />

Per i calibri Mini e Standard è prevista<br />

una lunghezza di canna di 60 cm, mentre<br />

per i Magnum si sale a 65 cm, misure che<br />

garantiscono, a qualsiasi calibro, prestazioni<br />

balistiche esterne ottimali, sia con<br />

munizioni commerciali che con munizionamenti<br />

di ricarica.<br />

Pertanto, la canna dell’arma in prova,<br />

è lunga 60 cm: presenta una bella brunitura<br />

nera opaca che fa ottimo tris con il<br />

colore grigio fumo della calciatura e con<br />

la satinatura dell’otturatore prismatico.<br />

Il passo di rigatura per il 7x64 mm Brenneke<br />

è pari a 1:8.66, piuttosto “veloce”,<br />

quindi, ideale per la stabilizzazione di<br />

palle dai 140 ai 175 grani. La rigatura è<br />

a sei principi.<br />

Il serbatoio, del tipo estraibile, bifilare, è<br />

di ben 5 cartucce cui si aggiunge la sesta<br />

in camera di scoppio, possibilità questa<br />

che la rende molto appetibile anche nella<br />

caccia in battuta nei Paesi nei quali le<br />

semiautomatiche sono vietate. Il serbatoio<br />

si disimpegna dall’azione, mediante<br />

un robusto e pratico bottone, situato in<br />

posizione anteriore al guardamano, perfettamente<br />

incassato a filo di calciatura<br />

e di chassis dell’azione: pertanto, è quasi<br />

impossibile il suo azionamento involon-<br />

tario. Tuttavia, se l’utente decide di bloccare<br />

il serbatoio, in modo tale da scongiurare<br />

al 100% la perdita dello stesso e delle<br />

munizioni – operazione obbligatoria nella<br />

caccia ai dangerous game e in condizioni<br />

ambientali molto difficili, quali frequenti<br />

passaggi nella fitta vegetazione -, lo può<br />

fare agendo su un piccolo foro posto al<br />

centro del pulsante che prevede una vite<br />

Allen di bloccaggio. Geniale e molto utile.<br />

In tal modo, però, il suo riempimento<br />

può esser fatto solo dall’alto, secondo lo<br />

schema standard del “serbatoio cieco”.<br />

Durante il test, ho apprezzato moltissimo<br />

la precisa esecuzione del serbatoio e<br />

della sua sede sull’azione, un bocchettone<br />

liscio, facile da pulire. Tale accuratezza<br />

costruttiva, si ripercuote positivamente<br />

sulla precisione di alimentazione dell’arma.<br />

La sicura, a levetta con azione orizzontale,<br />

è posta sulla coda dell’otturatore. Si<br />

tratta di un meccanismo a sole due posizioni,<br />

S, ovvero “Safe” a sinistra, e F, cioè<br />

“Fire”, a destra. La corsa dalla S all’F è lineare,<br />

mentre il contrario, da F a S, vede<br />

il disimpegno mediante un pulsante centrale.<br />

Tale operazione, specie con mano<br />

guantata, non è agevole e, a dito nudo,<br />

capita di pizzicarsi. In più, l’intera operazione<br />

è un po’ rumorosa. Sinceramente,<br />

si poteva fare di molto meglio, soprattutto<br />

riguardo la mancanza della terza posizione,<br />

ovvero quella di Safe con possibilità<br />

di apertura dell’otturatore. Non è né<br />

bello, né pratico, né privo di rischi, specie<br />

oggi, nel Terzo Millennio, dover ancora<br />

aprire l’otturatore di un bolt action da<br />

caccia, per scaricare l’arma, in posizione<br />

di Fuoco…<br />

A sua parziale virtù, va detto che una<br />

volta in Safe, l’arma è in sicura sul serio,<br />

nel senso che la levetta non soltanto agisce<br />

sul blocco dello scatto e dell’otturatore,<br />

ma pone in riposo anche la molla del<br />

percussore, scongiurando così, anche in<br />

caso di violenti urti, l’accidentale partenza<br />

del colpo.<br />

La calciatura di questa M03 Extreme<br />

non è un semplice simulacro sintetico<br />

di una calciatura in legno, bensì una seria<br />

realizzazione in polimeri ad altissima<br />

resistenza, di un bel colore grigio fumo,<br />

con innovativi inserti in gomma speciale<br />

antisdrucciolo per un perfetto grip, in<br />

qualsiasi condizione meteo, e utili rinforzi<br />

sull’apice dell’astina per l’eventuale<br />

montaggio di un bipede. Le magliette<br />

portacinghia sono due, più è stato inserito<br />

un terzo piolo ad un terzo dell’astina,<br />

per il montaggio, appunto, del bipede.<br />

Al tatto, questa calciatura è davvero un<br />

piacere, sembra velluto. Anche la sua ergonomia,<br />

curiosamente fuori dello stile<br />

tedesco (è molto “dritta”, ovvero “americana”,<br />

ma con pistola piuttosto pronunciata),<br />

mi ha convinto pienamente poiché<br />

non stanca minimamente anche dopo<br />

lunghissimi minuti in attesa di un tiro.<br />

Quello che mi ha convinto meno è il<br />

calciolo, sottile e in gomma piena, anche<br />

se, a dir il vero, rinculo e rilevamento<br />

dell’arma, grazie alla calciatura dritta e<br />

alla pesantezza della meccanica, è minimo.<br />

Spero che nei calibri più potenti, il<br />

costruttore abbia previsto un calciolo un<br />

po’ più efficiente.<br />

52 <strong>Weidmannsheil</strong><br />

febbraio <strong>2012</strong> febbraio <strong>2012</strong><br />

<strong>Weidmannsheil</strong> 53

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