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Siete una KiaviKa - CHIAIA MAGAZINE

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PRIMO PIANO MAGGIO 2009 - <strong>CHIAIA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> 3<br />

Monumenti sfregiati, vandali scatenati<br />

DECORO URBANO. Scritte murali: dilaga lo scempio. Napoli maglia nera dell’arte<br />

oltraggiata. Danni gravi al patrimonio ed al turismo. Una maxiordinanza da burla<br />

IL CORSIVO<br />

di MASSIMILIANO DE FRANCESCO<br />

1 2<br />

Alvaro Mirabelli<br />

Incolumità dei cittadini, sicurezza,<br />

decoro della città: i 3<br />

pilastri di uno scenario urbano<br />

civile. Erosi, però, alla base da<br />

<strong>una</strong> serie di flagelli in apparenza<br />

minori, tipici delle grandi metropoli:<br />

barboni al bivacco, accattoni<br />

seriali con minori al guinzaglio,<br />

imbrattatori armati di<br />

spray, motorini selvaggi, abusivi<br />

del suolo pubblico, parcheggiatori<br />

mafiosi. Un caos tamarro<br />

che negli ultimi anni ha viaggiato<br />

a ritmi esponenziali: e così<br />

l'emergenza, sottovalutata soprattutto<br />

a Napoli da <strong>una</strong> compassione<br />

buonista che ha regalato<br />

solo patenti di strafottenza,<br />

ora si è trasformata in <strong>una</strong> deriva<br />

che fa guasti pesanti. Se n'era<br />

accorto il ministro Maroni quando<br />

con la legge del 24 luglio 2008<br />

ha attribuito più poteri ai sindaci<br />

per consentire loro di intervenire<br />

d'urgenza proprio in queste<br />

materie. E il 6 maggio 2009 si è<br />

svegliata anche la sindaca Iervolino<br />

che, cogliendo l'opportunità<br />

inventata da Maroni, ha varato<br />

l'ordinanza n.483. Dentro di<br />

tutto, di più: compreso il pugno<br />

di ferro. Tra i giri di vite previsti,<br />

ad esempio, c'è quello contro<br />

scritta selvaggia, ormai straripante<br />

e per un mucchio di cause:<br />

impunità garantita, repressione<br />

inesistente, ripulitura dei<br />

muri assente, senso civico sotto<br />

lo zero. Con l'ordinanza di maggio,<br />

invece, il Comune fa la faccia<br />

feroce e aggrava le sanzioni:<br />

5<br />

6<br />

3 4<br />

Chiaia-S. Ferdinando-Posillipo: non<br />

c’è scampo dagli imbecilli armati di<br />

bomboletta spray.<br />

1. Maschio Angioino: il rinascimentale<br />

Arco di Trionfo aragonese. 2.<br />

Chiesa di S. Francesco di Paola in<br />

piazza Plebiscito: il basamento del<br />

leone. 3. Fontana del Gigante a S.<br />

Lucia: scorcio posteriore del fornice<br />

con la statua di un dio marino. 4.<br />

Via Caracciolo: basamento del<br />

monumento equestre al generale<br />

Armando Diaz. 5. Piazza Amendola<br />

riqualificata un anno fa: i nuovi<br />

sedili di marmo. 6. Lungomare:<br />

basamento della celebre Colonna<br />

Spezzata, più volte ripulita e restaurata<br />

anche di recente.<br />

«E' vietato imbrattare o deturpare<br />

edifici pubblici, monumenti,<br />

attrezzi, strumenti ovvero oggetti<br />

e cose di arredo urbano, - dice<br />

il provvedimento - e in caso di<br />

violazione si applica la sanzione<br />

da 200 a 500 euro». 200 se il graffitaro<br />

è beccato la prima volta e<br />

500 se l’infame ci ricasca entro 5<br />

anni. Nulla di nuovo, però, visto<br />

che c’è ancora il vecchio articolo<br />

639 del Codice Penale che i<br />

graffiti già li contempla da un<br />

pezzo come reato, e non è da buttar<br />

via: se il grafomane infatti si<br />

sfoga su un muro qualunque,<br />

scatta la multa di 103 euro e solo<br />

in caso di querela, ma se aggredisce<br />

i monumenti si procede<br />

d'ufficio con <strong>una</strong> multa di 1.032<br />

euro e la reclusione fino ad un<br />

anno. C'è solo un ma: il 639 è lettera<br />

morta da sempre. In ogni caso<br />

sia l'articolo 639 che l'Ordinanza<br />

Iervolino hanno le settimane<br />

contate. In arrivo c'è la<br />

nuova legge sulla sicurezza, ora<br />

al vaglio del Parlamento, che<br />

contro i writer, ad esempio, usa<br />

la mano pesante, inasprendo<br />

multe e reclusioni con procedura<br />

d’ufficio. Una normativa antisfregi<br />

che, però, a Napoli rischia<br />

di restare teoria. La repressione<br />

infatti toccherebbe ai vigili urbani,<br />

di fatto disarmati contro i<br />

lazzari del graffito da <strong>una</strong> tragica<br />

penuria di mezzi. Alla fine<br />

due sole certezze: per ora tocca<br />

tenersi gli orrori murali e continuare<br />

ad abbassare la testa. A<br />

proposito: a Barcellona multa di<br />

7 mila euro per tre graffitari.<br />

I «DIMENTICATORI»<br />

Dal 4 al 28 giugno, con la benedizione<br />

della Regione Campania, c'è il Teatro<br />

Festival Italia, festilenza da 100 milioni di<br />

euro, passerella di operatori culturali che<br />

tra spettacoli sicuramente validi ed eventi<br />

certamente inutili costerà alla nostra già<br />

sgarrupata comunità 4 milioni di euro al<br />

giorno. Avremmo preferito un party<br />

futurista (per i cento anni del movimento<br />

fondato da Marinetti ci saremmo aspettati<br />

a Napoli almeno <strong>una</strong> celebrazione), economico<br />

e strabiliante, rivoluzionario e<br />

spiazzante con, ad esempio, la riproposizione<br />

del Teatro della Sorpresa, ideato dal<br />

napoletanissimo Roberto De Angelis, il cui<br />

battesimo avvenne proprio a Napoli, al<br />

Mercadante, nell'autunno del 1921. Tra le<br />

sorprese e gli incidenti studiati dal De<br />

Angelis per sbalordire lo spettatore c'era la<br />

vendita della stessa poltrona a molti<br />

acquirenti (cosa che in politica avviene<br />

ancora), lo scoppio di dramma nel loggione<br />

con conseguente lancio di due fantocci<br />

avvinghiati e l'istituzione del «dimenticatore»<br />

ovvero un antisuggeritore che aveva il<br />

compito di stravolgere qualsiasi dialogo<br />

suggerendo pazzie a volontà per produrre<br />

inquietudine negli spettatori. Nel teatrino<br />

della politica, soprattutto in piena campagna<br />

elettorale, sembra che si abbia a che<br />

fare esclusivamente con «dimenticatori», i<br />

quali, consapevoli di non essere credibili, si<br />

rifugiano in dichiarazioni incredibili. La<br />

compagnia della dimenticanza è trasversale,<br />

priva di autoironia e fantasia, fischia<br />

per non essere fischiata, suggerisce pazzie<br />

per scordare le proprie, distribuisce ricette<br />

per il futuro non sapendo ancora dove<br />

scovare gli ingredienti. Ciò che ripropone è<br />

un futurismo depresso, finto, senza appeal.<br />

Appilato, suggerirebbe il futurista Totò. I<br />

«dimenticatori» politici, quasi tutti, non<br />

sorprendono nonostante le cose “pazze” che<br />

dicono. La platea, soprattutto la nostra,<br />

non s'inquieta, impegnata com'è a sopravvivere.<br />

«L'homo neapolitanus - scriveva<br />

Max Vairo, autentico dispensatore di<br />

sorprese - inghiottisce, rumina, metabolizza:<br />

scompare per riapparire sempre<br />

uguale e indistruttibile. Egli non è protagonista<br />

ma spettatore: sia l'applauso che il<br />

dissenso sono per lui quelli del pubblico<br />

che torna a casa dopo il teatro, si toglie le<br />

scarpe e cena in cucina».<br />

483, ordinanza sul<br />

filo del tragicomico<br />

L'ordinanza n. 483 inasprisce i<br />

castighi per vandali, parcheggiatori,<br />

grafomani, accattoni, motorini,<br />

abusivi del suolo pubblico e intensifica<br />

il controllo su consumatori di<br />

alcol e spacciatori. Era ora. Ma il<br />

problema è tradurla in pratica. Tutto<br />

ricade su <strong>una</strong> Polizia Municipale<br />

alla canna del gas: 1.400 agenti su<br />

2.135 sono over 50. In media sono<br />

fuori uso 20 auto su 100 e 20 moto<br />

su 60. Su 33 carri gru 19 sono rotti.<br />

Le radio sulle vetture funzionano<br />

solo a motore spento. Le divise<br />

sono le stesse dal 2004. Le auto<br />

sono sporche perché non è previsto<br />

il lavaggio. Le fotocopiatrici degli<br />

uffici spesso sono fuori uso. Etc.

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