CATERINA VARZI by DONNA IMPRESA MAGAZINE
http://www.donnaimpresa.com L’AFFASCINANTE,BELLISSIMA PSICANALISTA-AVVOCATO CATERINA VARZI CI PARLA DI SÉ E DEL SUO RAPPORTO CON IL MAESTRO DELL’EROTISMO PER ECCELLENZA:GIOVANNI BRASS DETTO TINTO CHE AMA DEFINIRE “UN INTELLETTUALE VERO CON I MODI DI UN GENTILUOMO D'ALTRI TEMPI CHE CONSERVA LA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI STUPIRSI E LA DISPONIBILITÀ A FARSI ANCORA SEDURRE DALLA VITA”. L’INCONTRO CASUALE FRA I DUE, DOTATI DI RARI QUANTO VIVACI INTELLETTI E DI UNA ALTRETTANTO INCONSUETA, STRAORDINARIA SENSIBILITÀ SI È TRASFORMATO IN BREVE IN UNA RECIPROCA SEDUZIONE “IO CERCAVO LEI, L'EROS - CI DICE L’INTELLETTUALE VENEZIANO - CATERINA È JUNGHIANA E IN ME INVECE CERCAVA UN’ANIMA ...
http://www.donnaimpresa.com
L’AFFASCINANTE,BELLISSIMA PSICANALISTA-AVVOCATO CATERINA VARZI CI PARLA DI SÉ E DEL SUO RAPPORTO CON IL MAESTRO DELL’EROTISMO PER ECCELLENZA:GIOVANNI BRASS DETTO TINTO CHE AMA DEFINIRE “UN INTELLETTUALE VERO CON I MODI DI UN GENTILUOMO D'ALTRI TEMPI CHE CONSERVA LA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI STUPIRSI E LA DISPONIBILITÀ A FARSI ANCORA SEDURRE DALLA VITA”. L’INCONTRO CASUALE FRA I DUE, DOTATI DI RARI QUANTO VIVACI INTELLETTI E DI UNA ALTRETTANTO INCONSUETA, STRAORDINARIA SENSIBILITÀ SI È TRASFORMATO IN BREVE IN UNA RECIPROCA SEDUZIONE “IO CERCAVO LEI, L'EROS - CI DICE L’INTELLETTUALE VENEZIANO - CATERINA È JUNGHIANA E IN ME INVECE CERCAVA UN’ANIMA ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Di<br />
WINTER 2008/09<br />
donna impresa magazine<br />
www.donnaimpresa.com<br />
DOSSIER<br />
CULT-URA: SPOSTAMENTI<br />
PROGRESSIVI DEL “PANIERE”<br />
SPECIALE<br />
donne<br />
nessuno tocchi i sogni<br />
Proprietà editoriale e progetto grafico <strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong><br />
PUBBLICO&<br />
PRIVATO<br />
a tu per tu con Nicholas Carè<br />
ATTUALITA ’<br />
FRANCO BIXIO<br />
storie di pirati e libertà<br />
EVENTI<br />
i premi alla carriera<br />
CAVALIERI D’ITALIA<br />
AEREC<br />
40°KEY AWARD<br />
JACKBELLAVITA<br />
l’altro roma cinema festival<br />
storia di<br />
copertina<br />
<strong>CATERINA</strong><br />
<strong>VARZI</strong>
I testi e le foto sono coperti da copyright. E’ vietata la riproduzione parziale o totale salvo espresso consenso degli autori. Info: baldassarri2013@gmail.com<br />
NEL PROSSIMO<br />
NUMERO DIETRO LE<br />
QUINTE DI<br />
il magazine è on-line su www.donnaimpresa.com<br />
SOMMARIO<br />
BARCELLONA<br />
20 GENNAIO 2009<br />
4 STORIA DI COPERTINA Caterina Varzi<br />
Caterina, Brass ed “Io”... a cura di Valeriana Mariani<br />
15 DOSSIER<br />
Cul-tura: spostamenti progressivi del “paniere”<br />
19 SPECIALE DONNE<br />
Nessuno tocchi i sogni<br />
26 BELLE SCOPERTE<br />
Rimettersi in gioco: Mary e Francesca si raccontano<br />
31 PUBBLICO E PRIVATO: Camera di Commercio di Sidney<br />
a tu per tu con il Segretario Generale Nicholas Carè<br />
37 IN PRIMO PIANO<br />
Bioos:Congresso internazionale di Oftalmologia<br />
39 EVENTI<br />
Quirinale:cerimonia di consegna delle insegne dell’Ordine<br />
“Al Merito del Lavoro” ai Cavalieri del Lavoro<br />
49 Aerec:tra internazionalizzazione economica e solidarietà<br />
61 Milano:le notti i degli Oscar di Media Key<br />
67 ATTUALITA’<br />
Storie di pirati e libertà:Intervista a Franco Bixio<br />
71 LETTERE AL DIRETTORE<br />
73 LIBRI E ARTE<br />
L’alfabeto immaginario in mostra di Dick Adelaar<br />
75 ABITARE IL TEMPO<br />
Alfredo Gattafoni:Il guru degli ascensori<br />
Metropoli contemporanee e spazi abitativi privati<br />
81 OBIETTIVO BELLEZZA 2009<br />
89 JACK /BELLA VITA<br />
Gossippando fra modelle, musica ed eventi speciali<br />
98 PROVOCAZIONI<br />
Donne emerse dal nulla<br />
Si ringraziano<br />
per il materiale fornito e la preziosa<br />
collaborazione prestata a Donna<br />
Impresa magazine<br />
Il dott. Paolo Pisani Segreteria<br />
del Ministro Claudio Scajola ed<br />
il dott. Foschi Ufficio stampa per<br />
il Ministero dello Sviluppo<br />
Economico; il dott.Pasquale<br />
Cascella Consigliere del<br />
Presidente della Repubblica per<br />
la stampa e l’informazione; la<br />
segreteria del dott. Franco<br />
Caramazza Segretario Generale<br />
della Federazione Nazionale<br />
Cavalieri del Lavoro; il giudice<br />
drammaturgo Gennaro<br />
Francione EUGIUS (Unione<br />
Europea Giudici Scrittori); la<br />
dott.ssa Meryem Benchenane<br />
General Manager Press<br />
Departement EPAM; Luigi<br />
Mariani Media Liaison Officer<br />
Camera di Commercio di Sidney;<br />
Gianfranco Salis fotografo.<br />
partner ufficiale:<br />
DI.<strong>DONNA</strong><br />
international<br />
www.donnainpresa.com
** T. 0734 671419 ** F. 0734 440277 ** MOBILE 333 8999379 - 339 1309721<br />
PICCOLE<br />
www.donnaimpresa.com<br />
DONNE<br />
CRESCONO<br />
** PER IL TUO ABBONAMENTO ANNUALE: MAIL info@donnaimpresa.com<br />
** MILANO milano@dimagazine.com ** ROMA roma@donnaimpresa.com ** PORTO SAN GIORGIO redazione@donnaimpresa.com
>>>>><br />
ASCENSORI<br />
SALIRE E SCENDERE IN UN BATTITO D'ALI<br />
Di<br />
WINTER 2008/09<br />
donna impresa magazine<br />
DOSSIER<br />
CULT-URA: SPOSTAMENTI<br />
PROGRESSIVI DEL “PANIERE”<br />
www.donnaimpresa.com<br />
TECNOLIFTsrl<br />
porto san giorgio (ap/fm)<br />
Proprietà editoriale e progetto grafico <strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong><br />
SPECIALE<br />
donne<br />
nessuno tocchi i sogni<br />
PUBBLICO&<br />
PRIVATO<br />
a tu per tu con Nicholas Carè<br />
ATTUALITA ’<br />
FRANCO BIXIO<br />
storie di pirati e libertà<br />
EVENTI<br />
i premi alla carriera<br />
CAVALIERI D’ITALIA<br />
AEREC<br />
40°KEY AWARD<br />
JACKBELLAVITA<br />
l’altro roma cinema festival<br />
storia di<br />
copertina<br />
<strong>CATERINA</strong><br />
<strong>VARZI</strong>
Caterina,<br />
Brass<br />
ed “Io”…<br />
di Valeriana Mariani<br />
L’AFFASCINANTE,<br />
BELLISSIMA<br />
PSICANALISTA-AVVOCATO<br />
<strong>CATERINA</strong> <strong>VARZI</strong> CI PARLA<br />
DI SÉ E DEL SUO<br />
RAPPORTO CON IL<br />
MAESTRO DELL’EROTISMO<br />
PER ECCELLENZA:<br />
GIOVANNI BRASS DETTO<br />
TINTO CHE AMA DEFINIRE<br />
“UN INTELLETTUALE VERO<br />
CON I MODI DI UN<br />
GENTILUOMO D'ALTRI<br />
TEMPI CHE CONSERVA LA<br />
STRAORDINARIA CAPACITÀ<br />
DI STUPIRSI E LA<br />
DISPONIBILITÀ A FARSI<br />
ANCORA SEDURRE DALLA<br />
VITA”. L’INCONTRO<br />
CASUALE FRA I DUE,<br />
DOTATI DI RARI QUANTO<br />
VIVACI INTELLETTI E DI<br />
<strong>CATERINA</strong><br />
<strong>VARZI</strong><br />
MAGNIFICA INTERPRETE DI “ZIVA. L’ISOLA CHE NON C’È” DI BRASS<br />
DIVENTA LA REGINA DELL’IMMAGINARIO EROTICO DEGLI ITALIANI.<br />
Storia di<br />
copertina<br />
foto Gianfranco Salis<br />
UNA ALTRETTANTO INCONSUETA, STRAORDINARIA<br />
SENSIBILITÀ SI È TRASFORMATO IN BREVE IN UNA<br />
RECIPROCA SEDUZIONE “IO CERCAVO LEI, L'EROS<br />
- CI DICE L’INTELLETTUALE VENEZIANO -<br />
<strong>CATERINA</strong> È JUNGHIANA E IN ME INVECE CERCAVA<br />
UN’ANIMA…QUELL’ANIMA CHE PERÒ IO NON MI<br />
SONO MAI SENTITO DI POSSEDERE..” EPPURE<br />
BRASS RIVELA, UNITAMENTE AD UNA SPICCATA<br />
QUANTO INDISCUTIBILE MASCOLINITÀ, UN LATO<br />
FEMMINILE ASSOLUTAMENTE APPREZZABILE E<br />
L’ANIMA IN PSICOLOGIA, LO RICORDIAMO, NON È<br />
ALTRO CHE LA FEMMINILITÀ INCONSCIA<br />
CONTENUTA NELLA PSICHE DELL’UOMO, OVVERO<br />
L’EQUIVALENTE PSICOLOGICO DEI GENI FEMMINILI<br />
PRESENTI NEL SUO PATRIMONIO GENETICO…<br />
“NESSUN UOMO - SOSTIENE JUNG - E’ TANTO<br />
VIRILE DA NON AVERE IN SÉ NULLA DI FEMMINILE”<br />
Ho incontrato Caterina<br />
Varzi e Tinto Brass<br />
a Roma nella bellissima residenza storica oggi<br />
Hotel Lord Bayron, in un pomeriggio umido e grigio<br />
minacciato da nubi ostili prossime alla pioggia.<br />
Scendendo dal taxi intravedo le sagome dei miei<br />
interlocutori chiamati ad una intervista ed<br />
immediatamente mi accingo a raggiungerli per<br />
quello che poi si è rivelato un inconsueto,<br />
piacevolissimo, incontro informale. Lui si rivela da<br />
subito una interessante conferma alle mie<br />
aspettative sia dal punto di vista estetico che<br />
caratteriale, rivelando una personalità autentica,<br />
vivace ed una cultura quasi ingombrante,<br />
nonostante continuasse a palesare sogghignando<br />
il suo non esemplare patrimonio di saperi ed a<br />
giustificare la mancanza di attenzione alle cose di<br />
tipo immateriale perché troppo concentrato a<br />
soddisfare desideri più terreni. Lei semplice ed<br />
elegantemente avvolta in un tailleur pantalone dal<br />
taglio ricercato e dalle linee morbide che non<br />
lasciavano intravedere alcun particolare del suo<br />
corpo. L’assenza di trucco, se non per le labbra di<br />
un rosso deciso a porre in risalto un sorriso quasi<br />
fanciullesco, valorizzava oltremodo i lineamenti<br />
delicati, la pelle chiara e vellutata, gli occhi attenti e<br />
vivaci. Unico elemento volutamente e<br />
garbatamente sexy, i soffici capelli mossi biondo<br />
scuro dai riflessi dorati a sfiorarle le spalle e ad<br />
incorniciarle il volto dai lineamenti minuti. Caterina<br />
è bella, di quella bellezza non ostentata che<br />
incanta le donne e rapisce gli uomini. A conferma<br />
di ciò i miei apprezzamenti e lo sguardo di Tinto, il<br />
cui coinvolgimento lasciava intuire un trasporto che<br />
andava certamente oltre l’ovvia seduzione fisica.<br />
Brass e Caterina: carnalità e ascetismo a<br />
confronto; due opposti modi di essere che proprio<br />
nella diversità trovano il principale elemento di<br />
attrazione. Caterina è una donna spirituale, attenta,<br />
matura ed oggi anche piacevolmente consapevole<br />
del potere seduttivo del suo corpo per troppo<br />
tempo celato, o peggio ancora “mortificato”, come<br />
precisa Brass quando mi parla del loro primo<br />
incontro, da vesti che ne occultavano l’autentica<br />
5<br />
www.donnaimpresa.com
“Fate l’amore e non fate la guerra”<br />
DISERZIONE, PACE E GUERRA NEL NUOVO FILM DEL MAESTRO<br />
DELL'EROS SU PELLICOLA<br />
“Rifuggire dalla drammaticità della guerra che ha distrutto i cuori e ribellarsi. Opporre al non valore<br />
di ogni tipo di patriottismo il valore della diserzione. Grazie soprattutto all'amore. La diserzione<br />
viene promossa, agitata come un miraggio, da questa donna, la guardiana del faro, attraverso i<br />
contatti che ha con gli uomini che via via arrivano sull'isola, aiutandoli, curandoli e amandoli. E'<br />
l'amore che si fa strumento per convincere questi uomini ad abbandonare l'ideologia di guerra, di<br />
violenza, di odio e di morte e abbracciare quella dell'amore e della vita”.<br />
Tinto Brass<br />
foto Gianfranco Salis<br />
bellezza…quasi a nascondere una avvenenza fisica che<br />
temeva potesse, in una qualche misura, eclissare le sue<br />
indubbie, oltre modo apprezzabili, capacità intellettive. Oggi,<br />
affermata professionista, può liberare quel suo innato sex<br />
appeal, certa di non essere fraintesa.<br />
conoscere<br />
Caterina<br />
significa avere l’immediata consapevolezza di trovarsi di fronte<br />
ad una donna anticonformista, assolutamente libera se non,<br />
forse, della parte più romantica di sé; una donna dotata di forte<br />
empatia, ovvero capace di quell’ascolto attivo che è la vera e<br />
propria “chiave di accesso” ai sentimenti, agli stati d'animo, alle<br />
motivazioni e più in generale al mondo dell'altro sintonizzandosi<br />
sulla sua stessa “lunghezza d'onda” psico-emotiva. Una sorta di<br />
capacità di leggere fra le righe, di captare le spie emozionali, di<br />
cogliere anche i segnali non verbali senza lasciarsi guidare dai<br />
propri schemi di attribuzione di significato, di sperimentare i<br />
sentimenti di un‘altra persona, sia pure temporaneamente. La<br />
fiducia d’altronde non necessita di grandi dichiarazioni: la si<br />
legge nella qualità e nella quantità del dire, o anche nella<br />
profondità dei silenzi e in una piacevole, preziosa complicità. Ed<br />
è stato proprio quel tacito condividere le emozioni a solleticare<br />
la mia naturale curiosità tanto da indurmi, complice la<br />
suggestione dello sguardo sagace di Brass, a non seguire la<br />
rigida scaletta di domande che avevo diligentemente ordinato al<br />
fine di non sciupare la piacevolezza di quell’incontro che si<br />
delineava un “autentico” e condiviso piacere di raccontarsi,<br />
nonostante avessi la consapevolezza di trovarmi di fronte ad<br />
una donna incline professionalmente a stabilire con i suoi<br />
interlocutori un clima di reciprocità e affidamento. Con Caterina<br />
abbiamo parlato della sua infanzia e di come avesse respirato<br />
da sempre in casa i valori legati a quel progetto di vita di un<br />
uomo, suo padre, che ha visto nell’imprenditoria il “compimento<br />
di un sogno” in una terra come la Calabria. Quella Calabria più<br />
vera: quella viva, colta ed intraprendente, ancora troppo in<br />
ombra nel nostro Paese, perché, è bene ricordarlo, esiste un<br />
altro Sud, che purtroppo non appare nelle cronache dei media<br />
nazionali, fatto di persone tenaci che lavorano in silenzio e con<br />
duro sacrificio; persone che mantengono un legame speciale<br />
con la loro terra, che ne conservano il dna nell’anima e<br />
trasmettono questo amore ai loro figli, quell’amore che a lei è<br />
stato trasferito e che serba gelosamente. Abbiamo poi disquisito<br />
di tematiche relative l’universo femminile che tocca contesti<br />
ampi e complessi. In primo luogo, evidentemente, tocca<br />
questioni inerenti le caratteristiche del mercato del lavoro, ma<br />
una riflessione circa le pari opportunità coinvolge tutto<br />
quell'insieme dell'esistenza degli individui che concerne le<br />
relazioni familiari, la sfera privata, le dimensioni della<br />
soggettività: tutto ciò che associamo all'emancipazione, come<br />
processo storico, come orizzonte di vita individuale, come<br />
dimensione esistenziale. Abbiamo ragionato su come i nuovi<br />
livelli di autonomia femminili siano sì generalmente accettati, ma<br />
più come idea generale che come prassi concreta e<br />
dell'opposizione tra maschile e femminile che ha dominato da<br />
sempre il paesaggio del nostro pensiero e ha caricato su di sé<br />
l'evocazione di altre opposizioni fondamentali, come quella tra<br />
ragione e passione, tra pubblico e privato, ed ancora di come la<br />
donna abbia visto depositarsi sulla propria immagine ruoli<br />
definiti: quello di madre che si cura della prole e quello di<br />
amante avvinta dalle passioni, in antitesi con il ruolo maschile<br />
che è sempre stato quello del potere pubblico, guidato dalla<br />
legge e capace di sottrarsi ai richiami del cuore.<br />
“La rappresentazione dei generi sta andando incontro a una<br />
crisi profonda che deriva anche da una critica al sistema dei<br />
valori che essa incorpora–mi dice Caterina- con la egemonia<br />
del ruolo maschile e la subordinazione di quello femminile. Le<br />
società contemporanee hanno cominciato a mettere in<br />
discussione non solo questo modello, bensì la stessa necessità<br />
di vivere con identità di genere definite che pure davano<br />
sicurezze e guidavano più facilmente le vite, ma producevano<br />
repressione e soprattutto limitavano le possibilità di vita, aperte<br />
a ciascuno. Quello che appare oggi, è un’ampia elaborazione<br />
dei generi sessuali, le immagini molteplici, che del maschile e<br />
del femminile sono state prodotte, sono modelli a disposizione<br />
di chiunque per delineare la propria vita con maggiore<br />
libertà…tuttavia, dovremmo chiederci se la scomparsa dei<br />
concetti tradizionali di maschile e di femminile costituiscono una<br />
perdita o una conquista di nuove possibilità per l'immaginazione<br />
e la vita. Questa sorta di passaggio epocale tra ruoli maschili e<br />
ruoli femminili in effetti potrebbe, da una parte, essere<br />
un'acquisizione, qualcosa di nuovo che potrà rendere realmente<br />
pari le opportunità tra i due sessi ma al contrario,<br />
semplicemente caratterizzarsi, come uno degli esiti del<br />
ripiegamento del sesso maschile oggettivamente in difficoltà in<br />
una società in cui si assiste ad un profondo mutando<br />
dell'immagine della virilità e della femminilità verso una sempre<br />
crescente androginia. Virilità e femminilità che sono<br />
compresenti nello stesso sesso…- precisa - la maggioranza<br />
delle persone corrisponde nel genere, cioè nell'atteggiamento<br />
conscio, più o meno a quella che è la propria struttura sessuale,<br />
dimostrandosi al tempo stesso femmina e femminile o maschio<br />
e maschile…quello che è assai meno evidente è invece<br />
l'aspetto controsessuale, e cioè la componente psicologica che<br />
non corrisponde al sesso anatomico, cioè l'elemento maschile<br />
nella donna e quello femminile nell'uomo. I nostri tempi<br />
permettono alla donna di entrare in contatto con il suo<br />
potenziale maschile interiore in modo assai meno restrittivo di<br />
una volta. Man mano che le donne abbandonano il lavoro<br />
domestico come unica attività ed assumono modi è funzioni<br />
tradizionalmente riservati agli uomini, gli uomini cominciano ad<br />
assumere modi di vita che prima erano loro negati per ragioni di<br />
convenienza o di convenzione. Albeggia una coscienza nuova<br />
che prende nota del declino di una società polarizzata sul<br />
razionalismo, la tecnologia, l'acquisizione dei potere attraverso<br />
la competizione sfrenata. La nostra società denuncia uno<br />
squilibrio nato dall'eccesso dei cosiddetti elementi “virili”, al<br />
tempo stesso notiamo l'affermazione graduale di un<br />
orientamento nuovo che sottolinea i valori femminili o i valori<br />
che, almeno in passato, si associavano più all'elemento<br />
femminile che a quello maschile. Se vogliamo evitare di essere<br />
coinvolti una volta di più in una guerra tra i sessi o se vogliamo<br />
vincere la battaglia che ci troviamo adesso a fronteggiare,<br />
dovremo rivedere accuratamente le nostre nozioni polarizzate<br />
del maschile e del femminile nel quadro della nostra società e,<br />
parallelamente, la polarizzazione dell'Animus e dell'Anima a<br />
livello inconscio. Io penso che donne, invece di cercare di<br />
imitare gli uomini, debbano in primo luogo cercare di diventare<br />
consapevoli di se stesse come donne, ma anche come persone<br />
complete perché solo attraverso la interazione dinamica di due<br />
persone che sono divenute più “intere” potrà essere concepito<br />
un nuovo livello di coscienza, una nuova androgina raffinata e<br />
differenziata. Da un lato l'androgino femmina, una donna la cui<br />
umanità prevalentemente femminile è in grado di dare i suoi<br />
frutti a seguito della fecondazione continua di cui il suo Animus<br />
è portatore, dall'altro l'androgino maschio, una persona<br />
maschile che ha trovato il luogo di maturazione per i semi della
propria creatività nelle profondità umide e oscure della sua<br />
stessa anima. In questo processo di integrazione della<br />
propria controparte sessuale, esistono però anche gravi<br />
rischi perché quando l'Anima o l'Animus diventano<br />
accessibili alla coscienza, la relativa libido, a lungo<br />
rimossa, dà all'individuo un senso di potere che può<br />
essere distruttivo: alcune donne che cominciano ad avere<br />
successo nel mondo esterno, si formano l'idea che gli<br />
uomini non sono molto importanti per loro o per la loro<br />
immagine di sé ed in questo suo cercare di conseguire<br />
l'indipendenza, può trovarsi a rifiutare e a negare la sua<br />
naturale femminilità respingendo l'uomo. Se è vero che la<br />
supremazia dell’uomo sulla donna era un primato basato<br />
su un equivoco e su dei ruoli reciprocamente mutilati, è pur<br />
vero che la ricerca di una autentica parità deve oggigiorno<br />
necessariamente passare attraverso una ridefinizione<br />
delle identità di genere, in modo da arrivare a permettere<br />
lo svolgimento di ambedue dei ruoli, e di entrambi le<br />
funzioni di tutti e due i sessi.. ecco dunque il bisogno di<br />
una nuova prospettiva di genere riflettente i mutati rapporti<br />
fra uomo e donna, intesi come una costruzione<br />
relazionale, che si espande e cresce proprio nel<br />
riconoscimento delle differenze e della natura sessuata dei<br />
saperi. E’ evidente allora che il rapporto con il proprio<br />
corpo necessita di riflessione, non nel senso letterale di<br />
volgersi indietro o dentro, ma di rispecchiare la propria<br />
esposizione nel mondo, di «percepire» la propria<br />
immagine in rapporto agli altri”. Ed è proprio in relazione al<br />
corpo come dimensione soggettiva e relazionale, che<br />
chiedo a Caterina di spiegarmi le motivazioni che l’hanno<br />
indotta ad interpretare il personaggio di Ziva nell’ultimo film<br />
di Brass, un ruolo non facile per una donna che ha visto<br />
nella austerità un valore da perseguire “Ho accettato la<br />
proposta di Tinto fondamentalmente per due motivi. Il<br />
primo è indubbiamente legato al tema del soggetto che mi<br />
ha sottoposto e che ho trovato straordinariamente<br />
interessante in quanto si evince una centralità della donna<br />
non soltanto all’interno della sfera privata ma, più in<br />
generale, all’interno della società; e poi perché, volevo<br />
mettermi alla prova, consapevole di essere in buone<br />
mani. Accettare quel ruolo significava denudarmi anche<br />
metaforicamente, dal punto di vista più propriamente<br />
legato agli aspetti più intimi della mia personalità, del mio<br />
femminile. Ho cominciato così pian piano ad ascoltare il<br />
mio corpo, a guardarlo con occhi diversi, a toccarlo e a<br />
conoscerlo meglio…insomma, ad accettarlo. La scoperta<br />
del mio corpo è stato il fondamentale punto di partenza<br />
nell’accettazione di un’altra me stessa. Con questa<br />
consapevolezza il rapporto con l’altro, il rapporto tra il mio<br />
corpo e il corpo dell’altro, è diventato meno difficile, più<br />
maturo e di conseguenza più bello e piacevole. Questa<br />
esperienza mi ha aiutata ad essere maggiormente<br />
consapevole del mio “Io” interiore, a capire bene in fondo<br />
chi sono: Anima, Corpo, la loro relazione. Perché non<br />
riuscendo a rispondere chiaramente a questo dilemma mi<br />
sono rifugiata nell’idea di un Io pensante, non dando<br />
importanza al corpo o comunque ritenendolo inferiore in<br />
qualche modo al vero essere. E così per molto tempo non<br />
l’ho conosciuto, l’ho nascosto, non l’ho ascoltato.<br />
Paradossalmente solo grazie all’incontro con Tinto ho<br />
conosciuto una parte nascosta di me stessa, me stessa<br />
intesa come corpo..”. Disinvolta, sicura di sé, dolcemente<br />
carismatica e morbidamente femmina, Caterina rivela una<br />
personalità matura ed una formazione intellettuale<br />
eccellente. Brass l’ha voluta al suo fianco per interpretare<br />
Ziva, un film ancora in produzione ma presto nelle sale, la<br />
cui ambizione è quella di solleticare, attraverso il piacere<br />
dell’erotismo, le coscienze individuali portandole a<br />
ragionare su uno degli orrori del mondo: la guerra. Sarà lei<br />
a raccontare il dramma dei popoli belligeranti attraverso la<br />
storia di una donna che, attraverso l’amore, lotta per<br />
opporre al non valore di ogni tipo di patriottismo il valore<br />
della diserzione. Un invito a deporre le armi. Un apologo<br />
della vitalità delle donne e della loro attitudine alla<br />
conciliazione, alla pace. Quelle donne che rappresentano<br />
in molti casi l’aspirazione ad un mondo più giusto e meno<br />
violento, che paiono promettere una gestione del potere<br />
più equilibrata e meno soggetta ai poteri forti e nella cui<br />
“grandezza” Brass sembra riporre il riscatto dell’uomo.<br />
dedicato a<br />
Caterina<br />
“è fondamentale bilanciare la parte cosciente con<br />
quella inconscia così che l'individuo possa<br />
raggiungere la propria totalità”.<br />
Il Dr. Jeckyll e Mr. Hyde<br />
Per Jung è importante che un individuo abbia a che fare<br />
con gli aspetti nascosti della sua persona. A questo<br />
proposito egli parla di «ombra», e vuole indicare una<br />
dimensione sempre presente che però è fuori dagli aspetti<br />
evidenti della vita. Per sintetizzare il suo pensiero<br />
l'esempio più interessante è forse dato dal romanzo Lo<br />
strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde di Robert L.<br />
Stevenson. Il dottor Jeckyll, medico rinomato nella Londra<br />
del tempo, che devolveva le sue ricchezze per aiutare i<br />
poveri, era contemporaneamente portatore di una parte<br />
violenta e assassina della quale non era consapevole: non<br />
si rendeva infatti conto della trasformazione improvvisa cui<br />
era soggetto. Tutti hanno un mister Hyde, quell'ombra in<br />
cui sono racchiusi gli aspetti problematici, quelli di cui ci si<br />
vergogna. Questa dimensione che si critica e che si valuta<br />
negativamente può essere anche fonte di potenza. Si<br />
diventerà forti solo quando si riuscirà a smascherare<br />
questa ombra e ci si renderà conto della malvagità di cui si<br />
è o si potrà essere responsabili. Più rimane nascosta e più<br />
questa immagine prende il sopravvento. Per Jung è<br />
fondamentale quindi bilanciare la parte cosciente con<br />
quella inconscia così che l'individuo possa raggiungere la<br />
propria totalità.<br />
Interpretazione Esoterica<br />
Il Dr. Jeckyll e Mr. Hyde<br />
Nel suo fascino discreto dell'orrore Carotenuto si occupa<br />
abbondantemente del noto romanzo di Stevenson. Fra le<br />
tante interessantissime cose dice: " L'incontro con l'ombra<br />
porta a un reale ampliamento della personalità solo lì dove<br />
vi sia riconoscimento e confronto: l' esperimento del nostro<br />
scienziato, al contrario, origina dal bisogno di espellere da<br />
sé, di negare, di allontanare, offrendole l'appagamento di<br />
una vita propria, la parte 'deviante di sé. Si tratta di<br />
un'operazione sostanzialmente analoga alla repressione,<br />
culturale e psicologica, che ha presieduto alla formazione<br />
dell'Ombra". E più avanti "l'oscurità dell'ombra può essere<br />
integrata senza effetti nocivi soltanto se diventiamo<br />
sufficientemente coscienti della luce". Dal punto di vista<br />
psicologico, quanto detto è molto illuminante. Cerchiamo di<br />
andare un tantino oltre cominciando col chiederci: se l'ombra rappresenta<br />
il rimosso, l'inaccettato, e se mister Hyde è tutto questo, cos'è il dott.<br />
Jekyll? Una sedimentazione di abitudini, il non rimosso, l'accettato? Se<br />
cos' fosse, la vera identità di Stevenson (e di tutti noi) consisterebbe di<br />
rimosso e non rimosso, con qualche sbuffatina di archetipi d'inconscio<br />
collettivo! Da questo particolare punto di vista "Newtoniano" è proprio<br />
così: supponendo che esista davvero un 'io' o un 'ego' che rappresenti il<br />
centro, il fulcro, l'essenza dell'uomo, tutto il ragionamento è perfetto. Ma<br />
dal punto di vista "Einsteiniano" , questa è, e rimane, una realtà relativa ad<br />
un solo 'punto di riferimento'. Noi dubitiamo fortemente che esista un<br />
cosiddetto 'io' e crediamo che la psicanalisi (con Freud) sia caduta nel più<br />
grosso degli equivoci, prendendo lucciole per lanterne: laddove lucciola è<br />
l'io e lanterna l'inconscio (e ciò in senso molto lato). E quando qualche<br />
anno fa ci siamo imbattuti in Un corso in miracoli , la nostra gioia è stata<br />
grande. Pensate, ad una psicologa americana, Helen Schucman, un bel<br />
giorno successe una cosa insolita: in lei, donna di scienza, materialista,<br />
una voce cominciò a “dettare” , per un arco di tempo di sette anni, delle<br />
frasi o periodi, che alla fine formarono un voluminoso corso di<br />
autoconoscenza, di spiritualità. Una laica non credente ( e parecchio<br />
imbarazzata) era stata “costretta” a scrivere sotto 'dettatura mentale' uno<br />
dei più interessanti testi di misticismo degli ultimi decenni. La tesi del<br />
corso, da Kenneth Wapnick, nel suo Introdusione a Un corso in miracoli, è<br />
stata riassunta così: Quel falso sé che è l’ego ha interesse a farci sentire<br />
in colpa. Fino a che riesco a vedere in me o in altri una colpa e a<br />
considerarla reale, l’ego è reale; se si è senza colpa o senza peccato,<br />
l’ego non esiste. Ora, questo falso sé ci suggerisce lui come fare a<br />
liberarci della colpa (una colpa verissima a suo dire): negarla in noi,<br />
proiettarla in altri e poi attaccare questi ultimi, i veri colpevoli! Il mondo, che<br />
è basato sull’egoità, gira tutto attorno alla proiezione. Però, se riesco a<br />
perdonare la colpa tua, perdono me stesso. “ Disfare la nostra colpa è il<br />
lavoro di una vita perché la colpa in noi è enorme e se dovessimo<br />
affrontarla tutta in una volta ne saremmo sopraffatti…” A nostro parere, ciò<br />
è quanto accaduto al povero dott. Jekyll: il suo mister Hyde è solo il sogno<br />
di un sogno, l'ego di un ego, una doppia illusione. Ma in un mondo<br />
illusorio, un male illusorio può fare tanto, ma tanto male! Torniamo quindi a<br />
introduzione a Un Corso in Miracoli, per conciliare le due cose (misticismo<br />
e psicanalisi) con una frase di K. Wapnick: "……Nel momento in cui si<br />
prova rabbia, giudizio o critica, è sempre perché si è visto in un’altra<br />
persona qualcosa che si è negato in se stessi” . A questo punto sorge<br />
spontanea la domanda: come visitare la propria interiorità senza pericoli?<br />
L'alchimista di ogni epoca e di ogni confessione religiosa lo ripete da<br />
secoli, forse da millenni: segui la natura, prega e lavora. Seguire la natura<br />
vuol dire seguire la propria vera natura: l'essenza dell'uomo non è l'ego<br />
ma l'Uno; pregare vuol dire tendere con tutte le forze dell'anima verso se<br />
stessi, verso di Sé; lavorare vuol dire prodigarsi per abbattere quelle false<br />
pareti egoiche che fanno di questo mondo un inferno di competizioni, di<br />
odi, di settarismi, ecc., dimorando nella mente corretta, per dirla con Un<br />
corso in miracoli. E per concluderla in maniera allegra, l'occultum<br />
lapidem che scopriremo visitando l'interno della nostra terra, potrebbe<br />
essere rappresentata dalla pietra tombale dell'ego con inciso epitaffio: qui<br />
giace la più grande illusione dell'umanita, l'ego: mai nato, mai morto, figlio<br />
di una madre sterile (Maharaj). Partendo da Stevenson e dai problemi<br />
dell'ombra siamo arrivati al problema fondamentale dell'uomo riassumibile<br />
nelle tre classiche domande: chi siamo? Da dove veniamo? Dove<br />
andiamo? Che siamo anche un corpo, ce lo disse il primo specchio; che<br />
siamo anche una mente, ce lo disse il primo filosofo; che siamo altro, ci è<br />
stato ripetuto da millenni da tutti i mistici del mondo. Poiché noi dobbiamo<br />
avere la massima cura e il massimo rispetto per i nostri veicoli, dobbiamo<br />
tenere puliti il fisico e il mentale. Come mantenersi puliti nel corpo e'<br />
notorio, come mantenersi puliti nella mente lo è un po' meno. Visto che<br />
abbiamo sposato la tesi di Un corso in miracoli, la quale parla di<br />
proiezioni, tenuto conto che il film parla di ombra, considerato che Robert<br />
A. Johnson, nel suo piccolo ma interessante libro Metti in luce la tua<br />
ombra ci suggerisce come schermare la mente da proiezioni d'ombra, non<br />
ci rimane che riportarne il brano, dopo avere ricordato che le esperienze di
minatori che hanno visitato la propria interiorità possono essere di<br />
enorme aiuto: " Di solito, quando ricevete la proiezione di un'ombra,<br />
la vostra ombra reagisce e la guerra è inevitabile. Quando la vostra<br />
ombra è come un bidone di benzina che aspetta solo un fiammifero<br />
acceso, voi siete caccia libera per tutti quelli che vogliono irritarvi.<br />
Per rifiutare l'ombra di un altro voi non dovete combattere, ma, come<br />
un bravo torero, dovete semplicemente lasciare che il toro vi passi<br />
accanto…C'è una meravigliosa citazione attribuita al Mahatma<br />
Gandhi: ' Se segui il vecchio codice di giustizia - occhio per occhio e<br />
dente per dente - finisci con il ritrovarti con un mondo cieco e senza<br />
denti". Con l'inceneritore della nostra consapevolezza dobbiamo a<br />
qualunque costo recuperare tutta l'energia investita in istinti mai<br />
soddisfatti, in desideri mai realizzati, in sogni mai concretizzati, e<br />
poi, con mente creativa, darci all'arte o all'artigianato. Pensate a<br />
quello che è riuscito a fare Shakespeare con tale energia! Ma<br />
l'ombra e' proprio inevitabile? Lao-tze ci dice di no nel capitolo 64<br />
del Tao Te Ching:” …Cio' che non e' ancora apparso si previene<br />
facilmente…agisci prima che qualcosa sia; crea l'ordine prima che ci<br />
sia disordine.Un albero dello spessore di due braccia e' nato da un<br />
pezzetto di filo; una torre di nove piani e' uscita da un mucchio di<br />
terra; un viaggio di mille leghe ha inizio da cio' che sta sotto i<br />
piedi…”Una cosa da tenere presente è che il dott. Jeckyll, resosi<br />
conto che il bene e il male convivono in lui, vuole fare in modo, con i<br />
suoi esperimenti, di staccarli uno dall’altro, e soprattutto di riuscire a<br />
isolare il male. Ma cos’è il bene, e cosa il male? Se il primo è<br />
l’immagine di Dio in noi, dobbiamo presupporre che un principio<br />
metafisico del male abbia creato una parte di noi a sua immagine e<br />
somiglianza? Noi escludiamo a priori tale ipotesi, e pensiamo<br />
piuttosto che il male cui si riferisce il nostro stimato dottore abbia a<br />
che vedere con quello che nella Psicologia Analitica junghiana viene<br />
chiamato “Ombra”, quindi una sorta di “male” personale. Noi<br />
rimproveriamo a Jeckyll di non avere assorbito la sua ombra nel<br />
momento in cui ne ha preso coscienza, gli rimproveriamo l’aver<br />
rilasciato ad essa una patente di impunità, che le ha consentito di<br />
scorazzare indisturbata con tutte quelle energie che andavano<br />
recuperate e impiegate in una ricerca più responsabile. Gli animali<br />
gli avevano già fornito preziose indicazioni sugli effetti collaterali<br />
della “bevanda”. Egli ha preferito proiettare la sua ombra su un suo<br />
doppio regredito e nanizzato. Non va dimenticato che “ quando<br />
mettiamo nel sacco una parte di noi stessi, quella parte regredisce”<br />
verso primitive parti di noi che diventano ostili verso colui che<br />
dovesse aprire il sacco: ogni parte della nostra personalità che non<br />
“amiamo” (le virgolette sono mie) ci diventa ostile (Bly – il piccolo<br />
libro dell’ombra). Jeckyll non ha tenuto conto di ciò ed ha cominciato<br />
a provare un graduale infiacchimento, ha cominciato a perdere<br />
sempre più energia, a tutto vantaggio di Hyde:“più grosso èil sacco,<br />
meno energia abbiamo” (idem). Egli in effetti aveva cominciato<br />
come un buon alchimista: aveva visitato la sua interiorità,<br />
scopertone i lati negativi e ombrosi, e li aveva persino “recuperati”<br />
riconoscendoli come suoi. Cosa che aveva scatenato in lui<br />
dapprima solitudine e malinconia(èilmomento della comparsa di<br />
Saturno nell’opera alchemica, come ci ricorda ancora Bly) e poi<br />
filantropia. Ma dopo, decidendo di continuare gli esperimenti,<br />
bevendo l’intruglio, consegna tutto il suo essere a quelle antiche e<br />
istintive forze distruttive dai neri contorni. Ecco perché parla di male<br />
e non di ombra: Jeckyll sa benissimo che il male è doloso, cosciente<br />
atto di volontà: egli si è guardato allo specchio, si è riconosciuto<br />
nelle sue due potenzialità, e poi ha scelto con freddezza di essere<br />
Hyde. Il nostro dottore è carente in una funzione, quella istintuale,<br />
perché la funzione pensiero è ben sviluppata, quella del sentimento<br />
anche, e così pure per l’intuizione. Avrebbe dovuto dar sfogo ai suoi<br />
istinti in maniera artistica, artigianale, creativa in genere, e far sì che<br />
tutta l’energia da essi rubata venisse utilizzata per alimentare la<br />
creatività. I suoi istinti bestiali repressi nel tempo hanno assunto una<br />
forte autonomia e lo hanno posseduto al punto da renderlo schiavo.<br />
Se posso usare un termine poco psicanalitico, egli ha giocato<br />
troppo con un’ombra, la sua, che non è una placida notte<br />
complementare del giorno, ma qualcosa che, mancando della terza<br />
dimensione, ha sviluppato odio per ciò che, tridimensionale (il corpo<br />
che l’ha emanata), ha qualcosa che lei non ha. I contenuti<br />
dell’ombra hanno natura emotiva – dirà Jung – hanno una certa<br />
autonomia, e sono di tipo ossessivo, o meglio ‘ possessivo’. A<br />
questo punto, per il nostro dott. Jeckyll non c’è via di scampo: come<br />
un magnete attirerà a sé tutto ciò che vibra in simpatia con Hyde ( i<br />
simili si uniscono). Una sorta di contagio psichico sottile lo investe<br />
di energia negativa e distruttiva, e così, anziché trasformare il vile<br />
piombo in oro, è costretto ad assistere alla trasformazione del<br />
piombo in veleno.<br />
Per concludere, alcune citazioni<br />
sull’ombra.<br />
*“Per esser disposti a distaccare dal loro oggetto proiezioni di<br />
tonalità affettiva, bisogna prima esser convinti di potere,<br />
all’occasione, aver anche torto”<br />
*Leggere Atti degli Apostoli 5, 12-16: Pietro guariva con la sua<br />
ombra!…<br />
*“Nessuno sta fuori dalla nera ombra collettiva dell’umanità. Che il<br />
crimine sia vecchio di molte generazioni, o si sia prodotto ai nostri<br />
giorni, esso rimane il sintomo di una disposizione sempre e<br />
dovunque presente” (Jung)<br />
conoscere<br />
Brass<br />
N.M.<br />
Vuol dire avere il desiderio di addentrarsi nel suo mondo, significa<br />
voler arrivare a comprenderne l'essenza attraverso questa sua<br />
ricerca del piacere, quel suo interesse per tutto ciò che non è<br />
mistificato, così come il suo amore ed il rispetto per le donne tanto<br />
forte da riporre in esse il destino dell'umanità, questo suo quasi<br />
“assoggettarsi” senza riserve alla concupiscenza, alla carnalità, alle<br />
pulsioni erotiche, alla lussuria. Cercare di comprenderlo significa<br />
interrogarsi, malgrado il nostro credo, sul senso delle cose, su<br />
quella esperienza comune così preziosa che chiamiamo “vita”.<br />
Significa guardare senza paraocchi recuperando forse anche un<br />
pizzico di irrazionalità, significa imporsi una riflessione su alcuni<br />
concetti fondamentali del nostro “essere” spirituale e biologico "Io<br />
sono tutto corpo, e nient'altro" scriveva Nietzsche "Il corpo è una<br />
grande ragione, una moltitudine unanime, uno stato di pace e di<br />
guerra, un gregge e il suo pastore". Il fatto è che Brass,<br />
diversamente da Caterina che tende ad identificare l'anima (“anima”<br />
per i maschi ed “animus” per le femmine) con ciò che permette<br />
all'individuo di interagire con il proprio mondo interiore e che in<br />
psicologia viene definito “ inconscio”, si attiene alle leggi della<br />
comunità scientifica secondo la quale è il cervello a svolgere tutte le<br />
funzioni che si attribuiscono all'anima. “ E poi l'anima serve per<br />
consolarsi delle frustrazioni della vita, sperando in un futuro extra<br />
corporale, senza contare tutti coloro che sfruttano il concetto di<br />
anima per immaginare di essere qualcosa di più di una semplice<br />
macchina biologica. Non esiste nessun elemento minimamente<br />
concreto grazie al quale l'anima dovrebbe esistere, e il fatto che<br />
quasi tutti credano alla sua esistenza non vuol dire che essa esista<br />
realmente. E comunque la mancanza di un'anima è un motivo in più<br />
per rispettare ulteriormente la vita e godere dei suoi piaceri terreni”.<br />
E' la sintesi di quanto io abbia percepito in una breve “disquisizione<br />
sull'anima” da quello che è considerato uno dei più controversi<br />
registi italiani, così apprezzato all'estero, che nel 2002 la<br />
Cinémathèque Française di Parigi (una delle più prestigiose<br />
istituzioni del cinema mondiale) gli dedica addirittura una rassegna-<br />
omaggio dal titolo “Elogio della carne”, quanto sottovalutato in Italia, liquidato<br />
tout court come autore di B-movie. Non che Brass abituato com'è ad andare<br />
controcorrente se ne faccia una preoccupazione, consapevole di aver<br />
contribuito invece a modernizzare il costume nazionale con le sue pellicole,<br />
certo è però che dalle sue parole emerge un pizzico di amarezza per quella<br />
élite culturale ancora troppo bigotta e falsamente perbenista che già a partire<br />
dagli anni sessanta censura i contenuti provocatori dei suoi soggetti<br />
ritenendoli, in alcuni casi, addirittura sovversivi e comunque, sempre, troppo<br />
espliciti e volgari…come se la volgarità fosse in correlazione con la nudità e<br />
non fosse invece, come egli dichiara, pensiero che mi sento pienamente di<br />
condividere, la diretta conseguenza dell'ipocrisia. D'altronde ogni epoca<br />
storica ha espresso artisticamente il corpo maschile e femminile senza tante<br />
storie o falsi pudori. Picasso s'era già accorto che il punto rispettabile del<br />
nudo era nel rapporto modella-artista, nel suo essere voyeur, e difatti alcuni<br />
grandi pittori hanno ritratto la donna amata, cogliendola nuda, senza veli,<br />
oscena e madonna, erotica e idealizzante, ad iniziare dai nudi di Tiziano,<br />
dalla "Bethsabea al bagno" di Rembrandt con la sua pancia flaccida e la<br />
"Helene Fourment" di Rubens con la pelliccia che le scivola via dalle spalle e<br />
le gambe un po' divaricate, fino a Guttuso, a Grosz, Albert Penot, Henry<br />
Moore, Richard Avedon, Gibson, Man Ray e perfino Minayoski Takada. Ed<br />
ancora nella letteratura D'Annunzio, Baudelaire, Giorgione, Tiziano,<br />
Courbet…e con ciò abbiamo toccato solo alcune delle infinite questioni,<br />
filosofiche, morali, giuridiche, che l'erotismo ancora oggi pone. Ma in funzione<br />
di quali principi morali si stabilisce che cosa è volgare e che cosa non lo è o<br />
che cosa è osceno e censurabile? Sono volgari, per esempio, le scene,<br />
descritte in ogni particolare, spesso con humour e ironia, dagli scrittori<br />
spagnoli tra cui Javier Cercas e Leonardo Padura, gli scatti del giovane<br />
toscano Francesco Caruso, degli statunitensi Terry Richardson, Richard Kern<br />
e del cecoslovacco Jan Saudek noti per il loro stile provocatorio e<br />
trasgressivo o i lavori di Eric Kroll divenuto famoso proprio per i suoi<br />
cortometraggi in super8 le cui proiezioni al pubblico sono state spesso<br />
interrotte a causa di risse e proteste, sfociando in alcuni casi in denunce e<br />
processi a tutela di quello che normalmente viene definito il comune senso<br />
del pudore“Ciò che fotografo probabilmente offenderà qualcuno- dichiara<br />
Kroll - l'unica cosa che posso dire è di evitare di guardare…” . Alcuni<br />
riterranno questi lavori offensivi, altri no…e comunque come sostiene Oliviero<br />
Toscani, certamente uno dei più significativi esponenti di casa nostra per<br />
quello che concerne la fotografia d'autore i cui scatti sono spesso stati<br />
oggetto di agguerrite polemiche “ E' compito dell'arte portare avanti delle<br />
nuove idee in quanto rappresenta l'espressione più alta della comunicazione.<br />
Ritengo sia fondamentale colpire l'attenzione. Chi non colpisce non è un<br />
artista. Trasgredire alla morale comune è un obbligo dell'arte. La sovversione<br />
appartiene all'arte, e senza non può considerarsi tale. La responsabilità<br />
dell'artista è proprio questa. Chi non trasgredisce non è un vero artista” .<br />
Tesi condivise da autorevoli voci contemporanee, prima fra tutte quella di<br />
Vittorio Sgarbi che non risparmia parole di stima nei riguardi di Brass “mi<br />
piace il suo entusiasmo dice- la sua assenza di ipocrisia, l'uso del sesso<br />
come strumento di libertà e non solo come compimento di un desiderio”così<br />
come non manca di sostenere le ragioni di Toscani che ha voluto all'interno<br />
della giunta del comune di Salemi, città di cui è sindaco, a ribadire e<br />
sostenere le cause della libertà di pensiero e di espressione in netta<br />
contrapposizione ai poteri coercitivi che si ergono in nome, e per conto, di<br />
quell'etica di cui ne denuncia da sempre le aberrazioni e della quale anche<br />
egli è stato più volte vittima. Censura che non tiene conto del valore<br />
intrinseco “del messaggio” qualsiasi esso sia. Che si tratti della mostra datata<br />
2007 “ Vade retro-Arte e omosessualità” autorizzata dallo stesso Sgarbi in<br />
qualità di assessore alla cultura di Milano ma bloccata dalla stessa giunta<br />
comunale perché ritenuta blasfema piuttosto che del diniego di affissione del<br />
manifesto realizzato dall'agenzia Arnold Italy in occasione della giornata<br />
mondiale contro la violenza sulle donne il cui “contendere” era l'uso allegorico<br />
della croce di Cristo a significare l'annientamento graduale che passa dalla<br />
violazione della personalità e arriva spesso alla distruzione della vita stessa,<br />
l'esito non cambia. In entrambi i casi facili e forse (??!!) non qualificate<br />
interpretazioni, hanno fatto sì che ne fosse occultata la visione. Così, come<br />
accade con i film di Brass. Eppure il suo erotismo è riconosciuto in campo
internazionale come un'arte sottile che coinvolge l'istinto e tutti i<br />
sensi, e anche l'intelligenza, la cultura; è un erotismo che parla, che<br />
si lascia guardare, che cattura i sensi, che trascina lo spettatore in<br />
una sorta di sublimazione erotica stimolandone le più intime fantasie<br />
che, per Brass non sono altro che desideri inappagati “Ogni singola<br />
fantasia mi dice- è la realizzazione di un desiderio, la correzione di<br />
una realtà insoddisfacente”. I suoi film sono cult, vere e proprie oasi<br />
di sensualità, un gioco di sensazioni, di sguardi, di corpi svelati e<br />
conturbanti esplorati in tutte le sue possibili angolazioni espressione<br />
di un eros che va ben oltre alla mera bellezza fisica delle interpreti.<br />
Quella sensualità che a volte si perde nella dolcezza di un sorriso o<br />
nella sfrontatezza di uno sguardo. Le sue donne non sono mai<br />
"prede", ma cacciatrici, anche quando non lo sembrano. Sono il<br />
"centro del mondo", giocatrici, furbe, intelligenti, amanti della vita e<br />
dei suoi divertimenti. “Sono loro infatti e solo loro a condurre i<br />
giochi, le protagoniste assolute dentro e fuori dal letto. Niente<br />
maschilismo dunque, niente volgarità commenta Brass - solo voglia<br />
di stupire e di stupirsi, di divertirsi con un po' di “sano” e giocoso<br />
sesso finalmente liberato dai pregiudizi che lo incatenano alla<br />
vergogna, al segreto, alla devianza, all'immoralità e percepito<br />
ancora troppo spesso in modo negativo e colpevolizzante. Vi è una<br />
chiara volontà di promuovere una sessualità “buona” in opposizione<br />
a una sessualità libera, corruttrice. Ancora una volta attraverso le<br />
leggi in vigore vediamo la diffidenza della società nei confronti della<br />
sfera sessuale considerata un territorio pericoloso, negativo,<br />
riprovevole. Ma soprattutto queste leggi rivelano la volontà moralista<br />
dello Stato che ti dice: puoi fare sesso ma solo alle condizioni che<br />
considero buone per te…” Sarebbe opportuno allora tornare a<br />
riflettere sul concetto di libertà, così come sarebbe utile pensare alla<br />
morale come ad una legge non fissa, statica, predefinita ma coniata,<br />
creata, modellata ad immagine e somiglianza dell'uomo stesso o<br />
meglio dettata dall'individuo e quindi mobile, indefinibile e legata al<br />
cambiamento stesso della coscienza individuale. A riconoscere<br />
come opinabile il giudizio “etico” e di “valore” delle cose: di un<br />
pensiero, uno scritto, un'opera d'arte o più semplicemente un gesto.<br />
A Chiedersi se, come sostiene Giulio Mozzi“Un giorno ideale per i<br />
pescibanana di Salinger e ciò che ogni giorno mia madre appunta<br />
con estrema diligenza e lascia in cucina accanto al telefono, prima<br />
di infilarselo nella tasca del cappotto insieme alle chiavi della<br />
macchina, sono la stessa cosa. La questione di fondo è che dice -<br />
non si può pretendere di decidere che cosaèechecosanonè<br />
letteratura sulla base di criteri qualitativi. Qualunque cosa scritta è<br />
letteratura, anche la lista della spesa..”. A domandarsi perché ci<br />
sono voluti trent'anni per “riabilitare” l'originale serie di fotografie in<br />
bianco e nero del fotografo giapponese Kohei Yoshiyuki che<br />
immortalano scene di sesso clandestino nell'oscurità di un parco di<br />
Tokyo la cui esposizione, vietata sin dagli anni '70, è oggi ospitata in<br />
tutto il mondo Italia compresa. La verità è forse che questo paese<br />
non è pronto, come già scrisse Nietzsche in “Al di là del bene e del<br />
male: Preludio di una filosofia dell'avvenire” in cui denunciava la<br />
vacuità morale dei pensatori del suo secolo, la mancanza di senso<br />
critico dei filosofi e la loro passiva accettazione della morale “I più<br />
grandi avvenimenti e le più grandi idee e le idee più grandi sono<br />
anche i più grandi avvenimenti sono gli ultimi ad esser compresi: le<br />
generazioni contemporanee non li vivono, vivendo passano accanto<br />
a loro. Avviene nella vita come nel regno degli astri. La luce delle<br />
stelle più lontane giunge più tardi a noi; e sino a tanto che l'uomo<br />
non l'abbia percepita, egli nega che quelle stelle esistano” Ciò a<br />
significare che siamo spaventati da quello che non conosciamo o<br />
non comprendiamo. Gridiamo allo scandalo per quello che<br />
generazioni future acquisiranno come “prezioso” e non ci<br />
scandalizziamo invece per tutte quelle cose che ledono fortemente<br />
la dignità di ogni essere umano o ne mettono in discussione la<br />
stessa sopravvivenza. La fame nel mondo, lo sfruttamento di esseri<br />
umani, per la compra-vendita di bambini, la corruzione..(ecc.),<br />
sembrerebbero solo presi in considerazione a fini strumentali da<br />
quella “informazione”che invece di stimolare la coscienza collettiva<br />
a riappropriarsi del senso di “bene” attraverso l'esempio di<br />
comportamenti virtuosi, fa scempio del progressivo decadimento<br />
sociale accusandone ed amplificandone solo i lati deplorevoli. Il fine,<br />
si sa, è quello di contendersi il primato di una lotta di potere giocata<br />
sui numeri, comunemente definita “odiens”. Nulla di male, in fondo<br />
la fidelizzazione del “cliente” è una delle più importanti chance a<br />
livello di business, anche quando questa passi attraverso la<br />
spettacolarizzazione e la mercificazione esasperata di tutto, sfera<br />
affettiva compresa. Ma se tutto questo è lecito, o comunque<br />
accettabile, fa riflettere il fatto che ci si scandalizzi per uno spot<br />
piuttosto che per una mostra e che si definisca il cinema di Brass “<br />
la rappresentazione di un voyeurismo esasperato”…Il voyeurismo<br />
vero, quello patologico, sta ormai, drammaticamente, altrove. Sta,<br />
per l'appunto, in TV, nell'oscenità e nella morbosità con la quale ci<br />
viene quotidianamente somministrato, e quotidianamente<br />
cerchiamo, la nostra dose giornaliera di morboso, ed a prescindere<br />
dalla connotazione più o meno esplicitamente “sessuale” della<br />
morbosità cui si indugia. Sta nelle varie piazze e piazzette televisive<br />
che ci propinano incessantemente le lacrime ed i sentimenti (più o<br />
meno fasulli) altrui, nei talk shows che altrettanto incessantemente<br />
si occupano e ci propinano malsani dettagli dei crimini più efferati e<br />
sanguinosi, nelle quotidiane e violente risse televisive tra il<br />
sedicente etrosessuale ed il sedicente bisex di turno, in chi li invita<br />
ed in chi li guarda, nel microfono del giornalista che intervista il<br />
fratello-olasorella - della vittima di turno chiedendogli cosa si<br />
prova di fronte alla morte della persona amata. Oggi non è più<br />
opportuno, credo, parlare del classico voyeurismo come di una<br />
perversione; rispetto alla cultura imperante, i voyeurs stile Brass<br />
sono solo dei poveri dilettanti, destinati a scomparire sopraffatti dalla<br />
“cultura del voyeurismo” che ormai ci appartiene. Quando<br />
l'assuefazione alla violenza viene percepita come “pratica abituale”<br />
e il un nichilismo come un inesorabile percorso al quale non<br />
possiamo sottrarci; quando accettiamo di essere passivi di fronte ad<br />
una realtà che viola i nostri diritti ed infrange i sogni dei nostri figli;<br />
quando accettiamo il profanare di un credo religioso non tanto per il<br />
fatto di rinchiudere un crocifisso, simbolo centennale di cristianità,<br />
nei cassetti di una cattedra scolastica, bensì per il commento“non<br />
serve” pronunciato da un docente metodista di Bologna il quale<br />
sostiene di aver insegnato per molti anni con il crocifisso alle spalle,<br />
senza mai notare che la presenza di questo suscitasse negli alunni<br />
riflessioni profonde sul destino umano o sul senso della vita o<br />
peggio ancora si ammettono dichiarazioni come quelle di Adel Smith<br />
e seguaci..“<br />
Quel cadavere in miniatura turba l'animo sensibile dei<br />
bambini”…significa che possiamo soprassedere su tutto. Anche sui<br />
lavori cinematografici dello “scandaloso” ed irriverente Brass...<br />
interrogato recentemente da Marzullo su che cosa preferisse si<br />
scrivesse sulla sua tomba dopo il trapasso risponde “ Ai posteriori<br />
l'ardua sentenza..”<br />
dedicato a<br />
Brass<br />
ovvero l'impossibilità di avere una visione unica e<br />
certa della realtà “Vi vedo affannati a cercar di<br />
sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi<br />
che gli altri e le cose per se stessi fossero così o<br />
così”.<br />
Così è (se vi pare)<br />
Luigi Pirandello<br />
è tratto dalla novella La Signora Frola e il Signor Ponza, suo genero<br />
contenuta nella raccolta Una giornata. Il titolo, dal sapore ironico,<br />
racchiude la problematica esistenziale che Pirandello affronta nella<br />
storia: l'impossibilità di avere una visione unica e certa della<br />
realtà.<br />
Il tema sarà attentamente sviscerato nel romanzo del 1926, Uno,<br />
nessuno e centomila, ma appare già chiaro in questa commedia nelle<br />
parole proferite da Lamberto Laudisi: «Io sono realmente come mi<br />
vede lei. Ma ciò non toglie, cara signora mia, che io non sia anche<br />
realmente come mi vede suo marito, mia sorella, mia nipote e la<br />
signora qua…vi vedo affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le<br />
cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi fossero<br />
così o così». Queste battute poste a inizio commedia, quasi<br />
un'introduzione fatta dall'autore stesso per chiarire quale sia il punto<br />
cruciale di tutta la vicenda, mettono subito il lettore o lo spettatore di<br />
fronte a una prospettiva diversa che li allontana dal banale<br />
pettegolezzo. Tutto un paese si affanna per sapere quale sia la verità<br />
intorno allo strano comportamento della famiglia Ponza. La curiosità<br />
nasce dal fatto che la sedicente madre della Signora Ponza, la<br />
Signora Frola, non vive con la figlia e il marito, anzi non entra<br />
neanche in casa loro, comunica con la figlia solo attraverso dei<br />
bigliettini scambiati per mezzo di un cestino calato dalla finestra. Alla<br />
Signora Frola la gente pone insistenti domande, e la poveretta si<br />
vede costretta ad asserire che il Signor Ponza, avendo perso nel<br />
terremoto tutti i suoi parenti, ha un amore ossessivo per la moglie che<br />
gli impedisce di farla uscire di casa e di far incontrare madre e figlia.<br />
Dal canto suo il Signor Ponza sostiene, invece, che la Signora Frola<br />
sia impazzita, poiché crede che la figlia morta, la prima signora<br />
Ponza, sia ancora in vita, scambiandola con la sua seconda moglie:<br />
per non deludere la suocera e per non importunare la nuova Signora<br />
Ponza, non permette che le due donne s'incontrino. Poiché non c'è<br />
maniera di confutare nessuna delle due affermazioni, la gente,<br />
smaniosa di dover a tutti costi attribuire una maschera e un ruolo ben<br />
definito ai componenti di questa famiglia, non può fare altro che<br />
interrogare la Signora Ponza, convinta che solo così finalmente si<br />
possa venire a capo del ginepraio. Ma la donna, che entra in scena<br />
velata, a simboleggiare l'impenetrabilità della verità, afferma di essere<br />
la seconda moglie del Signor Ponza, per il marito, e la figlia della<br />
Signora Frola, per la madre, ma per se stessa nessuna: «Io sono<br />
colei che mi si crede». Per Pirandello quindi l'uomo non ha una<br />
propria essenza a priori, l'uomo diventa una persona solo sotto lo<br />
sguardo degli altri, assumendo tanti ruoli e tante maschere, quante<br />
sono le persone che lo vedono.<br />
Reinterpretazione<br />
Così è se vi pare - di L. Pirandello<br />
La bellissima parabola in tre atti che ci accingiamo a commentare,<br />
potrebbe essere nata così come ve la raccontiamo in prima persona,<br />
fingendo di essere Pirandello.<br />
Un giorno, la mia immaginazione era particolarmente accesa, e sullo<br />
schermo della mia mente apparve una porta posta alla sommità di<br />
sette scalini. Era chiusa. Sullo stipite di essa c'era scritto<br />
"FILOSOFIA". Non era una casa, non era un castello, ma solo<br />
un'apertura luminosa su un fondo nero. Là dentro dovevano<br />
certamente esservi tutti i filosofi che nel corso dei secoli avevano<br />
dedicato la loro vita alla ricerca delle Cause Prime, alla ricerca della<br />
Verità ultima. Improvvisamente uscirono tre personaggi strani.<br />
Avevano un'aria distratta, come se la loro mente fosse distante da<br />
loro mille miglia. Erano sicuramente tre filosofi greci che discutevano<br />
animatamente. Appena mi videro, si avvicinarono, e uno di loro mi<br />
disse: "Perché non entri? Là dentro ci si diverte da morire. Pensa,<br />
siamo tantissimi, e per ognuno di noi,il Principio di tutte le cose è<br />
diverso. Per me, per esempio, è "l'Acqua" (Talete), per lui è "l'Infinito"<br />
(Anassimandro), e per quest' altro è "l'Aria" (Anassimene). Ma in<br />
quella grande sala c'è chi pensa che l'essenza di tutte le cose sia il<br />
"Numero" (Pitagora), chi dice che la sola realtà è "l'Essere"<br />
(Parmenide), chi vede il principio di ogni cosa nel "Fuoco" (Eraclito),<br />
oppure nei "Quattro Elementi" spinti ad aggregarsi o a disgregarsi<br />
sotto la spinta di "Amicizia" oppure "Odio" (Empedocle). Poi c'è chi<br />
parla di particelle invisibili dette "Omeomerie" (Anassagora), chi di<br />
"Atomi" (Democrito). Per non dire poi di certi Scettici, secondo cui la<br />
verità non può essere oggettiva, e la scienza non ha principi<br />
universali. Per essi, il pensiero è tutto. Credimi, se entri, ti divertirai".<br />
Ciò detto, andarono via. Mi ero quasi convinto, e stavo per mettere<br />
piede sul primo scalino, quando qualcuno mi posò una mano sulla<br />
spalla, mi superò, salì sul secondo gradino, e da lì mi disse: " Non ho<br />
potuto fare a meno di ascoltare: non dare retta a quei tre, là dentro<br />
nessuno ragiona, quindi non entrare. Ti basti sapere questo: "La vera<br />
natura dell' uomo è 'Ragione', e con essa puoi conoscere te stesso e<br />
il mondo" (Socrate). Detto questo, salì gli altri gradini e scomparve<br />
dentro. A questo punto da quella apertura sbucò una specie di<br />
cameriere con camicia bianca, pantaloni neri, papillon, un tovagliolo<br />
bianco ad un braccio, ed un rotolo di pergamena in una mano. "Di tipi<br />
come lei, signore, a queste scale, se ne presentano tanti - mi disse -.<br />
Rimangono lì come imbambolati, e non si decidono mai ad entrare. Il<br />
mio compito è di stimolarli a farlo. Io, signore sono un…butta dentro.<br />
Mio compito è di stimolare il suo appetito intellettuale e di<br />
"costringerla" al pasto filosofico". Srotolò la pergamena e prima di<br />
cominciare a leggere, "questo è il menù" -disse- "abbiamo:<br />
Trascendenzidealismo gratinato,<br />
con contorno di anima prigioniera<br />
al forno (Platone);<br />
Frittura mista di dualismo al macero di anima e corpo<br />
(Aristotele);<br />
Atomi tritati alla Ben=Piacere e Mal=Dolore (Epicuro);<br />
Materia e Forza alla brace (Democrito);<br />
Uno in salmì, con insalata di Idee, Anima Mundi et Materia<br />
(Plotino);<br />
Minestrone romano parafilosofico alla parolaia bullonesca;<br />
Patristica alla Buona Novella,<br />
con Madre=Nonna et Figlio=Padre<br />
dogmati con panna;<br />
Agostino alla platonesca;<br />
Panteismo neo-Platonico al cartoccio (Giovanni Scoto Eriugena) ;<br />
Dimostratio Dei alla griglia (Anselmo);<br />
Qui lo dico e qui lo nego all'aquinate (Tommaso);<br />
Provare per credere alla Ruggero (Bacone);<br />
Coincidentia Oppositorum alla Nicolò (Da Cusa) ;<br />
Arrosto alla Campo de' Fiori in terra tunda et sole fermo,<br />
oa<br />
scelta, Monadi pre- Leibniz al sugo,<br />
con contorno d'inquisitio<br />
sadicato alla cainesca (G. Bruno).”<br />
Stava per srotolare ulteriormente quell'infinito, strano menù filosofico,<br />
ma con un cenno deciso lo invitai a tacere: "no, grazie - gli dissi - per<br />
ora non ho appetito".<br />
"Il mio dovere, signore, io l'ho fatto. Non mi resta, pertanto, che<br />
rientrare ed aspettare fino al prossimo titubante. Buona sera". E<br />
andò. Io stetti un po’ lì davanti alla piccola scalinata. Poi dissi fra me<br />
e me: " Di certo fame non ho, ma conoscere gli autori di così prelibate<br />
pietanze, non mi dispiacerebbe affatto." Salii le scale in fretta, ma<br />
giunto all'ultimo gradino, sulla soglia apparve un uomo robusto, con<br />
dei baffi enormi. La sua statura ed il suo aspetto mi intimorirono, ma<br />
quando posò i suoi occhi sui miei, un senso di grande pietà mi<br />
inondò. Il suo sguardo mi ricordava quello di mia moglie, ma c'era in<br />
più qualcosa di strano, di misterioso, come se la sua follia non fosse<br />
una malattia ma una "benattia" (mi si perdoni il conio): come se a<br />
causarla fosse stato un eccesso incontenibile di Bene. Di solito si<br />
ammattisce per male, quello lì era diventato folle, per bene. Era<br />
Nietzsche con tutta la sua fragile potenza, con tutta la sua potente<br />
fragilità, con tutta la sua "sana" follia. Avrei voluto dirgli subito che il<br />
suo pensiero era stato frainteso, che le sue parole non erano state<br />
capite da nessuno o quasi, ma prima che potessi aprir bocca, disse<br />
fra sé, ma non tanto da non farsi sentire:”Eccone un’altro”. Nemmeno
a questo, dunque, hanno detto che la Verità è morta?". Abbassò il<br />
capo, mi guardò per un attimo, e poi rientrò. Varcai quella soglia con<br />
molta tristezza nel cuore e col proposito di non aprir bocca ma di solo<br />
ascoltare. L'ambiente era un enorme "parlatorio" immerso nella luce.<br />
Ognuno dei filosofi stava davanti a uno specchio e ripeteva a se<br />
stesso le proprie convinzioni. Cartesio cantilenava il suo "Cogito ergo<br />
sum", compiacendosi della consapevolezza che il proprio pensiero<br />
aveva di sé. Quando gli fui vicino, mi scrutò e disse: "Dio esiste, fra<br />
un cogito e un altro, nel concetto che noi abbiamo della Sua<br />
Esistenza", dopo di che si rivolse alla sua immagine riflessa,<br />
continuando nel suo potente cogitare. Invece Pascal non mi guardò<br />
direttamente, ma attraverso la sua immagine speculare: " Oltre il<br />
pensiero - mi disse - va il cuore con le sue intuizioni e le sue<br />
certezze. Non dimenticarlo: la Verità , passando per il cuore, diventa<br />
'sentimento', certezza". Si aggiustò il vecchio cappotto con un'alzata<br />
di spalle, e tornò a se stesso. Intanto, una voce particolarmente<br />
appassionata, quella di Spinoza, così sentenziava: "Una è la<br />
Sostanza, con due attributi: Pensiero ed Estensione, Spirito e Corpo.<br />
Le singolarità sono 'modi' della Sostanza". Ma non facevo in tempo<br />
ad afferrare una voce, che subito un'altra catturava la mia attenzione.<br />
Erano tutte da ascoltare e da condividere, perché tutte avevano<br />
quella particolare profondità capace di raggiungerti nel profondo e di<br />
scuoterti. Quei personaggi, quei filosofi erano tutti ammirevoli per il<br />
loro estremo sacrificio, quello della propria vita per la ricerca.<br />
Quando ognuno di loro parlava a se stesso allo specchio lo faceva<br />
per uno scopo ben preciso: per raddoppiare gli sforzi che la mente<br />
operava al fine di impregnare di Verità ogni atomo di quella forma<br />
innamorata di Sofia. Era un vero e proprio lavoro alchemico<br />
tendente a corporificare lo Spirito, e così facendo a sottilizzare il<br />
corpo. Quello che più di tutti c'era andato vicino era stato<br />
sicuramente Nietzsche, ma nel corso del suo lavoro, nel suo<br />
laboratorio era accaduto qualcosa che aveva a che fare col regime<br />
dei fuochi. Lo Spirito scese con tutta la sua Potenza, con tutto il suo<br />
Amore, con tutta la sua Saggezza, ma nel momento in cui il corpo lo<br />
accolse, un non domato ego offrì ad esso quel conbustibile che<br />
qualificò la fiamma secondo principi scorretti. L'Opera era fallita, ma<br />
briciole di Sapienza erano rimaste qua e là nella poesia<br />
dell'ammirevole folle. Ma ecco un'altra voce, quella di Leibniz: "Non<br />
dissolverti nell'infinito, individualizza la sostanza e sarai 'Monade',<br />
una Unità unica"; e poi un' altra ancora: "L'immaginazione è<br />
creazione; attraverso la poesia sapiente, o la sapienza poetica, puoi<br />
contattare la Verità più che col pensiero" (Vico). Alla fine decisi di<br />
ascoltare le ultime tre, perché se no rischiavo un'indigestione: quella<br />
di Kant che criticava la ragione che ragiona di metafisica, e che<br />
affermava essere il soggetto pensante il vero sole del sistema<br />
conoscitivo; quella di Hegel: "Il mondo è tutto pensiero, Logos"; e<br />
quella di Schopehauer: "Il mondo è la mia rappresentazione".<br />
Ovviamente, ogni filosofo non si limitava a ripetere quelle scarne<br />
frasi, corrispondenti all' appena il 10% delle loro tesi, ed era per<br />
questo che ero saturo di concetti e idee. Ero stanco nel corpo e nella<br />
mente, e non vedevo l'ora di andar via da quel posto così<br />
"intossicante" per chi non è abituato a quelle pietanze. No, quello<br />
non era posto per me, né da vivo, né da morto. Lasciai quel luogo e<br />
guadagnai la città più vicina. Decisi di perdermi per un po' nelle le<br />
vetrine dei negozi. Fui catturato da ognuna di esse. Improvvisamente<br />
però, una vetrina a specchio riflettente, anziché farmi "entrare" ,<br />
ripropose me a me stesso. Per qualche attimo mi osservai , e la<br />
figura riflessa mi osservò. Ma dopo un po' quella immagine riflessa<br />
cominciò a parlare senza alcuna autorizzazione da parte mia:<br />
"Ognuno, su questa terra - disse solennemente - più che ricercare la<br />
Verità, può nuotarvi dentro, e nel farlo, schiumando, 'sentirla' per<br />
consapevole contatto. Di Essa, tutti i fondatori di religioni, hanno<br />
parlato, ma i loro seguaci ne hanno frainteso le parole, ed anziché<br />
pace, armonia e amore, sono riusciti solo a seminare odio e<br />
disarmonia. I Grandi filosofi hanno "visto" un aspetto di Essa, ed<br />
hanno dato vita a scuole di pensiero in lotta fra loro. Ma possibile<br />
(per dirla Nietzschianamente) che nessuno abbia detto a tutti costoro<br />
che la Verità è quell'Immenso Mare che li accoglie tutti, che li nutre?<br />
Possibile che nessuno si accorga che il poeta poetando, lo scultore<br />
scolpendo, la colf colfando, e la nonna nonnando, tutti non fanno<br />
altro che cantarLA? Fin tanto che facciamo quanto ci tocca di fare<br />
con la convinzione che la strada della ricerca sia diversa dal dovere<br />
richiesto dal nostro stato, la Verità sarà altrove. Ma nel momento in<br />
cui scorgeremo nella nostra vita quotidiana la strada maestra "verso"<br />
la Verità, il mondo diventerà vero ed ogni cosa LA canterà nel modo<br />
che gli compete. Tu sei un commediografo e non un filosofo, dunque<br />
scrivi le tue brave commedie per il teatro. Quella è la tua strada. Che<br />
ognuno faccia quello che deve, quella è la sua strada ."Non potevo<br />
che prendere atto di questo strano settimo personaggio che era un<br />
me stesso inatteso (ma non tanto…), e delle sue sagge parole. Mi<br />
diressi subito verso casa. Guadagnai il mio studio, e cominciai a<br />
scrivere quello che andava accadendo in un salotto borghese d'una<br />
città di provincia, qui, nella mia mente, grazie ad una sfrenata<br />
immaginazione, che mi suggeriva il modo teatrale migliore per dire la<br />
mia (?) sulla Verità. Il discorso fluiva in modo comprensibile,<br />
popolare, semplice, attraverso i dialoghi di personaggi che, carne<br />
della mia carne e mente della mia mente, guadagnavano la loro<br />
autonomia nel momento stesso in cui li osservavo e li ascoltavo.<br />
Ubbidiente alla mia "fantasia", scrissi tutto come doveva esser<br />
scritto, ed alla fine cercai anche di capire il senso profondo, il<br />
messaggio subliminale dell'intera parabola. La Verità è fatta di Cielo<br />
e Terra. Se il solo Cielo o la sola Terra volessero definirla, Essa non<br />
sarebbe che mezza Verità. Non può essere solo dare (Cielo) o solo<br />
avere (Terra) essa è paradossale: dare e avere allo stesso tempo,<br />
Spirito e corpo, sottile e denso, figlia della signora Frola e seconda<br />
moglie del signor Ponza allo stesso tempo. Quei patetici salottieri<br />
rappresentano i soffiatori, i falsi filosofi che vorrebbero<br />
comprenderLA a chiacchiereea"sidiceche…".Essivorrebbero<br />
vedere la Verità, con un solo occhio. La loro mente razionale ha<br />
completamente escluso il cuore e quindi l'intuizione, e pertanto si<br />
perde in un labirinto di discorsi inutili, ed alla fine non può che essere<br />
divorata dal minotauro della superficialità. La sventura di cui alla fine<br />
parla la velata Verità-Ponza, va riferita proprio a quel claudicante<br />
laboratorio alchemico che è quel salotto: quel modo di ricercare è da<br />
compatire, e porta con sé la sventura della follia: "Qui c'è una<br />
sventura, come vedono, che deve restar nascosta". Nessuno di quei<br />
"solo pelle" può comprendere che Lei, Ponza-Verità, pur essendo<br />
Una, è allo stesso tempo figlia-terra-avere per la signora Frola, e<br />
seconda moglie-cielo-dare per il signor Ponza. Essa è solo ciò che<br />
comprende entrambi, non può pertanto avere un suo volto, una sua<br />
forma. La Verità è oltre ogni dualità, oltre ogni forma, oltre ogni<br />
parola, fatto, atto. E' oltre…Adesso, approfittando della pazienza di<br />
Nat, cercherò di spendere due parole sulla regia di De Lullo e sulla<br />
Compagnia dei (sempre) Giovani. I salottieri, venendo presentati<br />
come burattini sia nella faccia che nella mente-voce, ben<br />
rappresentano tali falsi filosofi. La loro parola è frutto di fredda<br />
curiosità e di pettegolezzo (non parlare, ma s-parlare: parole a cui<br />
manca qualcosa, l'anima…). Laudisi è l'unico a parlare come un<br />
uomo, l'unico che oltre alla superficiale ragione usa anche il cuore e il<br />
buon senso. I burattini salottieri proiettando ombre con quel geniale<br />
gioco di luci, mostrano la loro intima natura: il buio pesto nel quale<br />
calano le loro lenze con finti ami, con la speranza di pescare qualche<br />
pesciolino di luce: cosa impossibile. Quanto agli attori: tutti<br />
protagonisti. Anche chi nella commedia-parabola dice poche parole,<br />
riesce a mettere tutto se stesso. Primus inter pares, Romolo<br />
Valli.Anche la trovata dello specchio sottolinea che, in quel salotto, il<br />
solo in grado di poter colloquiare con se stesso è Laudisi, per cui tale<br />
specchio viene dato in prestito solo a lui per qualche attimo, e poi<br />
vien subito tirato su.<br />
NAT<br />
LA CRITICA RUSSA<br />
INTANTO DEFINISCE<br />
BRASS IL “BOCCACCIO<br />
CONTEMPORANEO”, VOCI<br />
AUTOREVOLI NEL<br />
MONDO DELLA<br />
LETTERATURA MODERNA<br />
“IL POETA DEL<br />
DERRIÈRE” PERCHÉ<br />
“CULO”, COME DIREBBE<br />
LUI, “NON È SOLO UNA<br />
QUESTIONE SEMANTICO-<br />
LINGUISTICA, È UNA<br />
QUESTIONE DI<br />
CONTENUTI”<br />
SOFFERMANDOSI ANCHE<br />
SULL'IDEA PIÙ<br />
ANTROPOLOGICO-<br />
CULTURALE CHE LE<br />
NATICHE DELL'UOMO<br />
SAREBBERO, PER<br />
QUALCHE VERSO,<br />
ALL'ORIGINE<br />
DELL'EVOLUZIONE<br />
IMPETUOSA DEL SUO<br />
CERVELLO, TESI<br />
INSINUATA NEL<br />
MAGISTRALE SAGGIO<br />
SULLE NATICHE DI<br />
JEAN-LUC HENNI. IN<br />
ITALIA PERÒ, A<br />
CONFERMA DEL DETTO<br />
“NESSUNO È PROFETA<br />
IN PATRIA” BRASS<br />
PRODUCE I SUOI FILM<br />
CON NON POCHE<br />
DIFFICOLTÀ. NON MOLTI<br />
SONO I “SIGNORI” DELLE<br />
PRODUZIONI CHE<br />
RISPONDONO AI SUOI<br />
ACCORATI APPELLI OGNI<br />
VOLTA CHE LA SUA<br />
CREATIVITÀ PRENDE<br />
FORMA…CONFORMISMO<br />
E PURITANESIMO, SUI<br />
NEMICI DA SEMPRE,<br />
DOVRANNO PRIMA O POI<br />
CHINARSI AD<br />
OMAGGIARLO...NOI<br />
ASPETTIAMO IMPAZIENTI<br />
QUEL GIORNO…<br />
La storia<br />
“E' indubbiamente il sedere più famoso del mondo.<br />
Deve trattarsi dell'unico sedere a essere divenuto<br />
oggetto di culto. E' ovunque, sui giornali musicali, sulle<br />
copertine delle riviste, tappezzato sui muri dell'intera<br />
città, perché è l'unico sedere che ride ! ”. Quando, nel<br />
1927, Georges Simenon scrisse delle esclusive<br />
capacità espressive del fondoschiena di Josephine<br />
Baker - e c'è da credergli visto che, essendo uno degli<br />
amanti della straordinaria diva americana, ebbe certo<br />
modo di verificare “de visu” le espressioni del soggetto<br />
trattato - la disinibita metropoli francese all'interno della<br />
quale viveva, pur essendo a suo dire satura delle<br />
immagini del posteriore della ballerina di St.Louis era<br />
certo ben lontana dalla proliferazione esponenziale di<br />
nudità cui l'universo di immagini occidentale ci ha ormai<br />
abituati; in una sorta di fruizione ineluttabilmente<br />
narcotizzata, organizzata tra edicole rutilanti di<br />
calendari scontatamente nudi e altezzosi settimanali<br />
che, per ogni inchiesta, dall'aumento delle tasse<br />
all'ultima tendenza “intellettuale”, trovano il modo di<br />
mostrarci le terga sferiche o le giberne siliconate di<br />
qualche ninfetta catodizzata. La tristezza del terzo<br />
millennio sta proprio nella fine dei sederi che sorridono<br />
(con una certa discrezione, funzionale all'evocazione<br />
del desiderio, con manifesti d'antan dai colori pastello<br />
ingenuamente allusivi e proprio per questo capaci di<br />
consentire appaganti astrazioni) e nell'esplosione dei<br />
culi-che-parlano…fino a frastornarci. Natiche patinate e<br />
palestrate, che ottundono in realtà il desiderio, che<br />
nell'ostentare non rappresentano né evocano più nulla,<br />
che-nello strusciarsi da manifesti stradali, nel finto<br />
offrirsi dai lividi riflessi azzurrini dei video notturni saturi<br />
di numeri telefonici, nell'incontenibile tristezza delle<br />
guaine contenitive strillate dagli imbonitori in canali dai<br />
nomi orrendi, nel falso ammiccare di reality shows che<br />
non hanno neppure la schiettezza della pornografiadiventano<br />
paradossali sagome di costrizione più che di<br />
liberazione. A furia di vedere ovunque ciò che era bello<br />
scoprire, intuire, cercare, finiamo col non osservarlo<br />
più, reagendo tutti con un pavloviano interesse di pochi<br />
istanti, subito distratto da altri segnali assolutamente<br />
simili, quindi dimenticabili, come quando col carrello<br />
scorriamo al supermercato metri e metri di scatolette<br />
colorate, senza davvero notare quella che ci serve,<br />
quella che cercavamo, finendo col comprare nulla o<br />
peggio, prendendo ciò che non volevamo. C'è<br />
probabilmente un dolente interagire tra i troppi culi che<br />
“si sprecano” in giro e l'insostenibile proliferare di facce<br />
da culo che, fiere della loro protervia, adorati gran<br />
sacerdoti di quel plafond di ovvietà che oggi si spaccia<br />
per intelligenza, spettacolo o creatività, tracimano dagli<br />
schermi serializzati, dai libri e dai giornali, spiegandoci<br />
la vita, ciò che noi siamo e dobbiamo voler essere e<br />
avere. Eppure il fondoschiena è nato per certi aspetti<br />
proprio come uno degli elementi evoluzionistici, cioè di<br />
genialità, di “progresso”, dell'Umanità. Prima ancora<br />
diquella cottura del cibo che Levi Strauss ci ha spiegato<br />
essere il primo passaggio da uno stato istintuale a uno<br />
di riflessione, di intelletto, è stato lo sviluppo dei glutei a<br />
dare il via a un vertiginoso gioco di neuroni che ha<br />
realizzato prima il perfezionamento della posizione<br />
SPOSTAMENTI PROGRESSIVI DEL “PANIERE”<br />
Cult-ura<br />
di Gianluca Trivero<br />
www.donnaimpresa.com 15
eretta e poi tutte le consequenziali trasformazioni, dall'australopithecus afarensis di quattro milioni di anni fa, fino a Voi che state leggendo. Il<br />
disidratamento della regione orientale africana fece sì che si sviluppassero immensi altipiani d'erba secca, mentre nella zona centro-occidentale<br />
equatoriale restassero le giungle, con scimmie che non avevano nessuna intenzione di scendere dalle loro confortevoli frasche. Chi viveva invece<br />
nell'alta erba arida delle savane etiopiche doveva correre; non solo, doveva guardare anche dove andava a “finire”. Nel senso che la corsa-e<br />
l'esistenza-potevano anche concludersi tra le fauci di qualche fiera dai denti a sciabola acquattata nella secca erba giallastra. Rizzarsi sugli arti<br />
posteriori diede più possibilità, sia di sguardo che di vita, mentre le mani acquistavano nuove funzionalità e la saldatura tra cranio e spina<br />
dorsale–come conseguenza della nuova postura-veniva modificandosi, rendendo possibile anche un maggiore sviluppo della massa cerebrale:<br />
“soffermiamoci su quest’idea interessante: le natiche dell’uomo sarebbero, per qualche verso, all’origine dell’evoluzione impetuosa del suo<br />
cervello”insinua nel suo magistrale saggio sulle natiche Jean-Luc Hennig. Anche se il grande caos oggi esistente sui modi e contenuti<br />
dell’evoluzione umana, che mette in discussione le stesse teorie darwiniane, tende oggi a negare questo rapporto di causa ed effetto, è<br />
indiscutibile che esista un originario legame tra la parte in qualche modo più materiale, “bassa”, palpabile del nostro corpo e la componente più<br />
immateriale, astratta dello stesso, il pensiero, l’energia mentale e le sue infinite direzioni. Sui glutei l’uomo cominciò a immaginare e a produrre<br />
metafore magiche e propiziatorie–dunque artistiche-in epoche remotissime. Le più antiche statuette muliebri del primo paleolitico, risalenti ad<br />
almeno 20 millenni fa, esaltano in modo centrifugo la rotondità delle terga, sono deretani debordanti, smisurati bulbi lardosi che evidenziavano un<br />
richiamo sessuale che era venuto collegandosi allo sviluppo stesso delle natiche, come elemento di attrazione, si pensi-anche oggi-alle donne<br />
boscimani. Come avviene ancora in certe culture africane o mediterranee, più il fondoschiena era voluminoso più il segnale di richiamo<br />
all’accoppiamento era evidente. L’accoppiamento dei primati, come della quasi totalità degli animali - e degli esseri umani del paleolitico -<br />
avveniva da dietro, e la grandezza del sedere doveva avere un potere seduttivo irresistibile… Quanto impacciante. Fu dunque l’ingombro di<br />
cuscini di adipe preponderanti a portare - come sostiene Desmond Morris - al coito frontale? O fu una scelta etica prima ancora che pratica, come<br />
mette in scena nel suo la Guerra del Fuoco il regista francese Jean Jacques Annaud, che nella posizione avanti individua suggestivamente (e<br />
piuttosto fantasiosamente) la ricerca di una maggiore parità tra i sessi, sancita dall’incrociarsi degli sguardi prima ancora che degli umori corporei.<br />
Nel corso della storia sociale la sagoma del sedere, e l’energia vitale che la permea, hanno conosciuto alterne fortune, le trasformazioni del<br />
costume occidentale lo hanno visto ora nascondere sotto rigide tuniche o gonne a cupola, ora esagerare – recuperando stereotipi preistorici –<br />
quando si diffusero strutture posteriori che trasformavano le gonne delle matrone borghesi di metà ottocento in vere molgolfiere – ora tornare a un<br />
minimalismo discreto, si pensi ai vestiti lineari a tubo dei “roaring twenties” - ma resta indimenticabile la riflessione della più grande artista della<br />
moda del primo Novecento, Madeleine Vionnet, a Bruce Chatwin, ricordando con nostalgia i corpi delle sue clienti argentine “con le loro natiche<br />
ondeggianti da carnivore”, fulminea sintesi di ancestrale, spontanea bellezza ferina di un movimento ed estetizzazione del desiderio -. La fruizione<br />
del sedere, se in epoche lontanissime ebbe probabilmente ben poco a vedere con “la bellezza”, intesa come ricerca di una forma, di un canone di<br />
proporzioni e linee adeguate, svolgendo meramente un preciso, prosaico ruolo di segnale, di richiamo sessuale simile a quello degli altri primati,<br />
trovò una decisiva fondazione/riorganizzazione estetico-spaziale nella cultura ellenica e romana, ma subì un drammatico annichilimento nel<br />
medioevo cristiano, con la sua apocalittica condanna della carne generata primariamente degli scritti di San Paolo, poi dalla Patristica - ma<br />
Agostino fece in tempo a togliersi alcune soddisfazioni prima di approdare alla castità – per poi risorgere con l’immaginario rinascimentale e –<br />
naturalmente – autocelebrarsi “en plein air” col libertinaggio settecentesco. E’ davvero emblematico-pur senza dimenticare la cultura indiana, con<br />
le sue danze sacre e i suoi arditi bassorilievi - che la civiltà che ha in qualche modo fondato la cultura dell’Occidente abbia dedicato così tanto<br />
interesse all’armonia delle natiche, dall’Afrodite Kallipigia ai bronzi di Riace, generando al tempo stesso quella sovrapposizione attrazionale tra<br />
maschile e femminile che era una delle costanti della quotidianità del desiderio dell’età classica. Il fondoschiena ipertonico, di chiara architettura<br />
virile, che oggi, almeno nella sua esposizione consumistica, sembra averla avuta vinta sul gluteo più antropologicamente femmineo, morbido e<br />
grasso, ampio e più soggiacente alla tirannide gravitazionale, che tanta fortuna ha avuto nella creatività artistica, da Tiziano a Rubens, da Ingres a<br />
Fellini, sembra quasi conformarsi a quell’ideale biomeccanico, industrializzato, velocizzato, da cuscinetti a sfera, che pare essere la costante del<br />
nostro tempo, dove si scambia la fretta col progresso, la superficialità con la modernità. E’ tipico che alla definizione di queste natiche della “donna<br />
d’oggi”, assemblata da spot che la inventano autonoma, aggressiva, androgina, volitiva, sia venuta affiancandosi–ma ciò riguarda un po’ tutto il<br />
corpo-una dimensione del sedere assolutamente innocua, asettica, di puro nitore alogeno, circondata da deodoranti, creme rassodanti, depilanti, il<br />
cui compito è esorcizzare l’indicibile: quell’ano che attira e disgusta, che evacua lordure e contemporaneamente allude a un’opzione sessuale.<br />
Parallelamente si è venuto organizzando, specie sulla scia della cosiddetta“liberazione dei costumi” dell’ultimo dopoguerra, e attraverso<br />
l’artificioso tam tam massmediologico contemporaneo, un estenuante antagonismo culo/seno; come se il piacere della fruizione di un corpo fosse<br />
pateticamente unidirezionale, come se, per compiacere l’onanismo sondaggistico dell’ultimo decennio sempre alla caccia di contrapposizioni<br />
bartali/coppi, mazzola/rivera, certi voyeurismi subliminali, certe pulsioni dell’anima prima ancora che dei ventri, potessero essere standardizzate e<br />
incapsulate in numeri e percentuali. Per trovarci oggi a questo punto, era in effetti accaduto alcune decine di millenni fa che, con la locomozione<br />
verticale, quello che prima era “sotto” si fosse trasformato in “davanti”, diventando quindi un’area di vera e propria comunicazione corporea,<br />
sviluppando elementi attrazionali prima ignorati o sottovalutati. Nell’evoluzione umana il seno sarebbe dunque venuto acquisendo turgore e<br />
appeal in quanto mimesi del deretano. Ricordando la rotondità e la pienezza delle natiche, i seni si sarebbero gonfiati per riprodurre le più ampie<br />
mezzelune del fondoschiena. Come i corpetti settecenteschi che spingevano verso l’alto le poppe offerte in generose scollature, o i moderni<br />
wonder bra, che duplicano la fenditura delle chiappe. Che il mostrare il culo si presti a molteplici connotazioni, al di là della mera ostentazione<br />
erotica, è una costante di culture diverse, come segno di spregio o burla, di sfida o sottomissione, dai racconti di Geoffrey Chaucer a quelli di<br />
Francois Rabelais, da Giovanni Boccaccio ad Alvaro Vitali. Negli Stati Uniti si chiama “mooning” l’offrire repentinamente le chiappe, simili appunto<br />
a pallide lune piene, a qualche sprovveduto, o a persone che si vogliono fare oggetto di scherzi. Il cinema ne ha lasciato esempi clamorosi,<br />
impossibile non citare American Graffiti di George Lucas, con l’occhialuto ragazzino linfatico che si vede scherzato da ridenti chappe di teenagers<br />
affacciate dai finestrini di una vettura che gli transita a fianco; e una delle scene iniziali di Fandango, la pellicola che lanciò Kevin Costner come<br />
attore e Kevin Reynolds come regista, con il gruppo di studenti nomadici su una freeway texana, che sottopongono allo stesso trattamento un<br />
esterrefatto camionista che si vede superato dalla loro sgangherata cadillac. Il finestrino dell’auto non è tra l’altro nel “mooning” un elemento<br />
marginale, in qualche modo incornicia il deretano, generando un’operazione paradossale di straniamento, di decontestualizzazione delle terga,<br />
facendole diventare forma pura, fine a se stessa, “arte”: un ready- made surreale. “Questo-non-è-un-culo”! Stessa cosa fanno alcuni dei lavori di<br />
queste pagine, che in modo estremamente variegato ci parlano di culi nel momento stesso in cui ne celebrano l’astrazione, la contaminazione con<br />
altre figure, immagini e territori. L’evoluzione estetica che la modernità ha portato è stata soprattutto di quantità: alla riduzione delle misure siè<br />
contemporaneamente affiancata la ricerca di un’ostentazione basata sulla qualità della forma e sul modo di “porgerla” nell’iconografia,<br />
contemporanea. In francese si chiama infatti Cambrure, (gli inglesi dicono Camber, i tedeschi Krümmung) il gesto che inarca e incurva la parte<br />
posteriore, esasperandone la sinuosità in un’offerta che a ben vedere solo la fotografia, il disegno o la pittura rendono possibile. Il cambrure è di<br />
per sé un atto “d’arte”. Il far sporgere le terga arcuando in modo esasperato la schiena non consente un movimento continuo nel tempo e nello<br />
spazio, non è lo storico ancheggiare ondivago di Marilyn Monroe, è un “fermoimmagine” naturalmente innaturale, un’offerta che solo l’otturatore<br />
della fotocamera o lo scorrere del pennello sulla tela possono bloccare, in una seduzione senza fine. Tendere ad altro da sé pare essere una vera,<br />
antica vocazione delle natiche, il sedere presenta e rappresenta al tempo stesso, e l’arte ne è stata irresistibilmente avvinta, da Neandhertal a<br />
Bacon, da Rubens a Warhol. Tuttavia, e questo libro lo dimostra in modo eterogeneo quanto esauriente, il sedere, così pieno e apparentemente<br />
bastevole a se stesso, pare invece richiamare un’incompletezza, un assenza (a differenza del più autonomo seno). Nella sua narrazione artistica<br />
risulta indispensabile un ornamento, un completamento, una cornice, un’inquadratura, si tratti di una mano, un oggetto, uno specchio, un tessuto,<br />
un velo. Il desiderio è generato dal vuoto, dall’incompiutezza, il bisogno di ornarsi e “completare” il sedere è uno degli elementi fondanti sul ruolo<br />
dell’abbigliamento in relazione al sesso. E in tale contesto che l’abbigliamento intimo, al di là della sua, pur recente, origine di carattere igienicoprotettiva<br />
svolge un ruolo decisamente complementare e propedeutico alla celebrazione estetica e alla messa in scena, spesso incontrollabile,<br />
delle natiche. Caterina de’ Medici, in periodo rinascimentale, tentò di riproporre nella corte transalpina un indumento che sia l’età romana che il<br />
medioevo avevano poco frequentato, dandogli il significativo nome di “briglia delle natiche” e indicandone l’utilità, specie nel particolar modo del<br />
tempo di cavalcare di traverso sulla sella lasciando dunque scoperte le pudenda. Più o meno nello stesso periodo il grande erudito e grecista<br />
francese Henry Estienne rilevò come l’indumento costituisse anche un ultimo riparo dalle aggressioni dei maliziosi giovanotti che avevano<br />
l’abitudine di insinuare le mani sotto le gonne, pur correggendosi subito dopo riflettendo, correttamente, sul fatto che le mutande servissero “ad<br />
attirare i dissoluti più che a difendersi dalla loro impudenza”. Anche se ci sarebbero voluti ancora molti decenni perché tale indumento si<br />
affermasse definitivamente, cominciando a subire anch’esso i capricci della moda, l’intuizione del gentiluomo francese affermava già la seduzione<br />
dell’intimo come ornamento, fonte di offerta proprio nel suo celare, immagine essenziale di feticismo e seduzione. Da secoli “punto” di conflitto tra<br />
decenza e carnalità – si pensi alle celebri “mutande” imposte durante la Controriforma persino al “Giudizio Universale” di Michelangelo - tra pudore<br />
e libido, oggi più che mai esaltate e mostrate, intraviste o meno. In effetti le mutande non hanno conosciuto una reale “evoluzione” nel tempo, ma<br />
sono venute modificandosi secondo i rituali del gusto, le abitudini e le mentalità dominanti nelle diverse epoche storiche e sociali. Inoltre, a<br />
differenza di altri orpelli dell’intimo, le mutande si indossano dai primissimi anni, non sono un indumento che segna l’accesso all'età puberale o<br />
adulta, esse seguono un’intera esistenzae–volendo - possono anche variare pochissimo di forma, dai 6 mesi ai 95 anni: insomma, le<br />
mutande…possono anche non mutare mai, basta si cambino spesso, bien sur! Con probabile grande disperazione di certi appassionati giapponesi<br />
che, come tempo fa i rotocalchi televisivi propagandarono, si fanno incellofanare le mutandine che le metodiche, candide studentesse ginnasiali<br />
nipponiche in divisa indossano coscienziosamente alcuni giorni, per poi venderle ad appositi negozi, specializzati a soddisfare simili esasperazioni<br />
feticistiche. Tuttavia è indiscutibile che se la loro presenza sia comunque un potenziale elemento d’attrazione è indiscusso che la loro sagoma, il<br />
tipo di colore, giochino un ruolo essenziale nell’incorniciare, ricordare ed evidenziare le forme. Se il nero è almeno dall’inizio del novecento il segno<br />
della seduzione femminile esiste una plurisecolare lettura simbolica del rosso: considerato fin dall’antichità come segnale di fertilità ed eccesso, e<br />
benaugurante per i tempi futuri. Le sarabulle rosse indicavano nell’età romana le signore “espansive” e di facilissimi costumi. La Pompadour donò<br />
al sovrano francese delle brache carminio senza gambe, come simbolo della sua attrazione per Luigi XV. Tra una guerra e l’altra Napoleone III,<br />
travolto sessualmente dalle grazie della Contessa di Castiglione, le donò un “cache-sex” rosso fuoco dicendole – “le mutande sono una virtù<br />
elastica, prima di abbassarle, bisogna riflettere”-. Le danzatrici di can-can dei locali parigini vestivano mutande rosse negli spettacoli di fine anno,<br />
con la speranza di un anno nuovo pieno di “soddisfazioni”. Una scelta propiziatoria che oggi il consumismo ha diffuso in modo esponenziale, con<br />
scintillanti boutiques e meste mercerie che espongono nelle feste di fine anno un’inesauribile congerie di slip e tanga rossi, con tanto di carion<br />
musicali e improbabili frasi umoristiche. Certo oggi si assiste, in perfetto parallelismo a ciò che le sta sotto (O intorno? O di fianco?) a<br />
un’ostentazione totale delle mutande, che è più estesa più in proporzione si riduce la superficie del tessuto adoperato. L’inflazione del tanga ne è<br />
un esempio, slip ridotto, per l’appunto, all’essenziale, venne - secondo le leggende metropolitane - "inventato" nei primi settanta da una fanciulla<br />
intraprendente di Rio De Janeiro, tagliuzzando un tradizionale costume da bagno ai minimi termini, per farsi notare in spiaggia. Il successo fu<br />
istantaneo quanto planetario, sapientemente modellato e instradato da vettori pubblicitari, televisivi e cinematografici. I tempi erano ormai maturi<br />
per generare il salace motto -“Un tempo dovevi spostare le mutande per vedere le natiche, oggi deve spostare le natiche per vedere le mutande!”-.<br />
La sgambatura del tanga è tale che il tessuto posteriore è ridotto a un’unica strisciolina sottile, che lascia il fondoschiena scoperto. I glutei sono<br />
separati da una striscia che li divide, ma contemporaneamente li esalta, rendendoli di fatto ancora più nudi. Baudrillard ci ricorda che “certi segni<br />
rendono il corpo più nudo che se fosse nudo”. Segni, cioè elementi, oggetti che agiscono in modo simbolico; le calze che finiscono, tagliano,<br />
incorniciano le natiche e ne sottolineano tutta la vis seduttiva, il reggicalze che ne inquadra la superficie, il busto che stringe e dunque “apre” verso<br />
il basso alla rasserenante rivelazione curvilinea delle natiche. Non è per caso che il film che fece abbandonare il cinema autoriale a Brass e lo<br />
lanciò come agiografo nazional-popolare delle natiche di celluloide, “la Chiave”, sia ricordato nelle nostre retine dall’immagine del culone<br />
rassicurante di una generosa Stefania Sandrelli, “inquadrato” dalle fasce nere delle calze e dai “tralicci” del reggicalze, prima ancora che dalla<br />
cinepresa. Ha scritto nel suo raffinato saggio sul reggicalze il semiologo Giovanni Bottiroli “Interroghiamo il desiderio, ed esso ci dirà che il<br />
reggicalze è una straordinaria architettura sospesa nel vuoto. Infatti, non è tanto la donna che indossa il reggicalze quanto piuttosto il reggicalze<br />
che indossa la donna. C’è un vuoto che attira verso il corpo femminile”. Le natiche, il ventre, vanno a completare il vuoto che il tessuto, i ganci, i<br />
lacci hanno circoscritto, disegnato, ma non saturato. Il sedere, proprio oggi che viene così programmaticamente offerto dalla quotidianità, trova<br />
proprio nell’arte–cioè proprio da ciò che nella sua epifania si stacca dal quotidiano per darsi come evento atemporale, infinito - la possibilità di<br />
recuperare quell’alterità, quel gioco di non finito michelangiolesco che è la ragione della sua forza iconica da millenni, il bisogno di essere<br />
completato da un gesto, una mano, un insidia. Evocato ma non raffigurato, alluso, ma non intruso. Secondo il mito dell’androgino narrato nel<br />
“Simposio”da Platone, ai primordi esistevano creature in cui i sessi erano riuniti. Agili e vigorose, esse furono così ardite da sfidare le divinità. Zeus<br />
li punì tagliandoli in due. Da allora questi esseri divisi vanno alla ricerca della loro metà mancante, verso la quale provano un’inestinguibile<br />
nostalgia. Così uomini e donne si desiderano reciprocamente. Il sedere pare idealmente ricordarci questa comunanza, quest’uguaglianza mitica in<br />
cui la realtà dell’evoluzione si trasfigura nell’evoluzione del reale. Spetta all’Arte, come quella“catturata” da questo libro, alla sua ineffabile<br />
scansione dalla banalità dell’osceno, rappresentarne tutte le inebrianti declinazioni. Connotando piuttosto che denotando, interpretando anziché<br />
illustrando. Con quell’intensità-ora ludica ora ironica-capace di scardinare ogni ripetitiva serialità.<br />
GLI ALTRI SI ACCONTENTINO PURE DEI CALENDARI.
Adele Liana<br />
21 23<br />
Valentina<br />
25<br />
NESSUNO TOCCHI I<br />
sogni<br />
a cura di Valeriana Mariani<br />
Quando si diventa adulti o semplicemente maturi si<br />
sogna ancora...solo che i sogni si preferisce chiamarli<br />
progetti...perchè finalmente si ha la possibilità di fare<br />
qualcosa per porli in essere.<br />
Donne che hanno avuto un sogno vero, l’hanno riconosciuto e l’hanno saputo coltivare,<br />
facendone una passione per tutta la vita, perché i sogni veri “ti restano incollati addosso”<br />
e spesso per riconoscerli “bisogna rinnegarli, cosicché la vita te li rimetta davanti”. Una<br />
passione ti corrode, ti chiama, ti impedisce di vivere se non la affronti e se non le dai lo<br />
spazio che lei reclama. Una passione ti promette la felicità, la realizzazione piena della<br />
Valeriana<br />
Mariani<br />
Titolare<br />
di World Service<br />
la comunicazione pensata<br />
Editore<br />
Donna Impresa Magazine<br />
Presidente Donne Impresa<br />
Uapi Confartigianato<br />
Presidente<br />
di Aziende Associate<br />
Presidente nazionale<br />
DI.Donna<br />
International<br />
BUSINESS AL FEMMINILE<br />
<strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong> <strong>MAGAZINE</strong> MILANO - ROMA<br />
PORTO SAN GIORGIO ITALY<br />
Mary<br />
26<br />
Francesca<br />
27<br />
www.donnaimpresa.com 19
tua natura, indipendentemente dalle contingenze<br />
spazio-temporali che ti vincolano, indipendentemente<br />
dalle tue possibilità economiche o di nascita. Se un<br />
“sogno vero” viene riconosciuto e coltivato, con un po’<br />
di fortuna e tanta energia l’esistenza umana ne viene<br />
illuminata, e il posto dell’individuo nella società diviene<br />
chiaro e imponente, per se stesso e per gli altri. Una<br />
esistenza di questo genere diventa “guida” per le altre,<br />
ed ecco che ciò che in origine era un sogno diviene, in<br />
seguito, “missione”. Ed è proprio sulla base della<br />
profonda convinzione dell’importanza della crescita<br />
delle donne imprenditrici, e di quanto il loro Ruolo sia<br />
un fattore potente per lo sviluppo e la ricchezza di un<br />
paese che Meryem Benchenane (Founder & General<br />
Manager della società EPAM) ha realizzato<br />
“The 100 first european & arabic Managersun”<br />
annuario tradotto anche in lingua italiana di cui mi<br />
onoro di firmare la prefazione, in cui si renderà<br />
omaggio all’ eccellenza femminile dell’Europa e del<br />
mondo arabo. “Lo scopo è quello di mettere in luce il<br />
percorso delle donne Manager al di là del modello<br />
classico di successo-ci dice Meryem- sottolineando la<br />
diversità delle strategie adottate per guidare<br />
un’impresa, sia essa una piccola azienda privata o un<br />
grande ente pubblico, certi che la qualità professionale<br />
e umana che portano al successo hanno un<br />
denominatore comune: la performance. Per celebrare<br />
l’uscita della pubblicazione, in agenda per il giorno 6<br />
marzo, abbiamo organizzato una cerimonia durante la<br />
quale saranno insignite ufficialmente le 100 Manager<br />
che abbiamo selezionato per l’anno 2008” .<br />
IL XXI<br />
SECOLO<br />
sara’ il secolo delle donne nell'economia: parola di<br />
Gary Becker, premio Nobel per l'Economia 1982, che<br />
ha concluso il Festival dell'Economia di Trento. "Le<br />
donne laureate sono sempre piu' numerose - ha detto<br />
lo studioso-einalcunipaesi hanno superato gli<br />
uomini. Anche i loro salari sono in crescita, tanto che in<br />
Usa il 30% delle donne guadagnano piu' dei loro<br />
mariti: per alcuni e' un boccone duro da digerire, ma<br />
bisognera' farlo" . Becker e' stato il primo studioso a<br />
introdurre il concetto di capitale umano, sottolineando<br />
l'importanza di elementi immateriali, come istruzione e<br />
formazione professionale, per la crescita economica.<br />
Sono stati molti gli esempi portati dal professore di<br />
Chicago, che e' l'economista piu' citato dal Social<br />
Science Index, per dimostrare ad esempio che a una<br />
maggiore istruzione corrispondono redditi piu' alti, che<br />
le persone istruite hanno matrimoni piu' stabili,<br />
investono di piu' nella formazione dei figli, pianificano<br />
meglio i loro beni finanziari, si adattano meglio agli<br />
imprevisti, hanno stili di vita piu' sani e si curano<br />
meglio. Becker ha dimostrato che il progresso<br />
tecnologico favorisce i lavoratori qualificati, che il<br />
capitale umano e' un potente motore di crescita e ha<br />
concluso che nel XXI secolo il capitale umano<br />
diventera' piu' decisivo di quanto lo sia stato finora.<br />
" Non sara' il petrolio o le risorse naturali o le macchine,<br />
ma le persone, a determinare la ricchezza dei paesi -<br />
ha detto- e i paesi che sapranno investire nei cittadini<br />
saranno quelli che avranno piu' crescita e successo” .<br />
DA QUARANT’ANNI SUL<br />
PALCOSCENICO DEL<br />
DESIGN, OGGI IL GRUPPO<br />
“YCAMI”<br />
E’ CAPEGGIATO<br />
DALLA GIOVANE<br />
ED ESUBERANTE<br />
ADELE<br />
Nata a Novedrate (Co) nel 1990, Ycami SpA nasce come<br />
divisione di Caimi Export SpA, azienda già consolidata e<br />
presente con quattro realtà produttive sul territorio<br />
italiano. Si specializza nella produzione di mobili e<br />
complementi d'arredo per la casa e per ambienti pubblici,<br />
elementi che colpiscono per la sobrietà delle linee e per<br />
l'eleganza delle forme e che hanno nell'alluminio un<br />
significativo filo conduttore.<br />
Ycami utilizza infatti il grande know-how sviluppato negli anni da Caimi Export<br />
relativamente alla lavorazione di questo materiale, un ambito in cui il marchio è<br />
lungimirante precursore. Materiale estremamente elegante, l'alluminio offre molte<br />
possibilità di impiego e di utilizzo. E' inoltre leggero, resistente, durevole.<br />
Consente una straordinaria libertà alla creatività e allo sviluppo di nuove idee e<br />
rende possibile offrire risposte adeguate alle più svariate necessità. In base alle<br />
variate esigenze del mercato, Ycami è oggi in grado di rendere l'alluminio adatto<br />
ad ogni situazione domestica. Grazie alla lavorazione del materiale con decori a<br />
rilievo che ne rendono piacevoli le linee, l'alluminio diventa elemento caldo anche<br />
grazie all'accostamento con materiali quali il legno e la pelle. Ma alla base della<br />
funzionalità delle creazioni Ycami vi sono anche una tecnologia d'avanguardia e<br />
un rigoroso studio stilistico ed ergonomico, che danno vita ad una linea di<br />
prodotti basati sull'eccellenza della qualità, la particolarità della lavorazione e la<br />
versatilità nell'utilizzo. Il design caratterizzante è frutto della collaborazione con<br />
prestigiosi designer di calibro internazionale. Solo per citarne alcuni: Carlo<br />
Colombo, Ludovica e Roberto Palomba, Raul Barbieri, Antonello Mosca e Tamar<br />
Ben David. Tutti i prodotti della collezione ben si adattano sia ad un utilizzo<br />
privato che ad uno specifico nel settore contract: diverse sono infatti le<br />
realizzazioni firmate Ycami effettuate nel corso degli anni: alcuni Autogrill della<br />
catena, le Navi della Costa Crociere, le sedi Porsche. Il prodotto Ycami è<br />
destinato ad un pubblico evoluto che cerca l'individualità nel proprio ambiente<br />
domestico, una identità spiccata, estetica o emotiva. Per questo Ycami è<br />
tecnologia, progettualità, emozioni.<br />
di Silvia Marinoni<br />
Adele Caimi è laureata in legge con<br />
specializzazione in diritto pubblico di<br />
impresa, inizia la sua esperienza<br />
lavorativa al di fuori dell'impresa di<br />
famiglia, in aziende legate al settore<br />
del mobile, che le permettono di<br />
crescere professionalmente e di<br />
acquisire una buona conoscenza nel<br />
mercato. Mette successivamente le<br />
proprie competenze e conoscenze<br />
all'interno del Gruppo Caimi. In<br />
particolare opera all'interno di Caimi<br />
Export, dove sviluppa un contatto<br />
giornaliero e costante con uffici tecnici<br />
e con lo sviluppo della produzione. Da<br />
tre anni e mezzo è amministratore<br />
delegato del Gruppo Caimi, di cui fa<br />
parte anche Ycami.<br />
ROMA<br />
ITALY<br />
www.donnaimpresa.com 21<br />
YCAMI<br />
COMO - ITALY<br />
Adele Caimi<br />
business al femminile
COME TI<br />
INVENTO LA<br />
DISTRIBUZIONE<br />
DEI FREE PRESS<br />
UNA IDEA NUOVA PER UNA REALTÀ IN CRESCITA<br />
CHE NASCE DALL'INTUITO FEMMINILE DI UNA<br />
MANAGER FIORENTINA. LEI È LILIAN MAMMOLITI,<br />
LA SOCIETÀ LA EXPRESS DELIVERY E IL CAMPO<br />
D'AZIONE LA DISTRIBUZIONE DI EDITORIA FREE<br />
PRESS DALL'ALTO PROFILO TECNOLOGICO. LILIAN<br />
È UNA <strong>DONNA</strong> GIOVANE, MA CON UN BACKGROUND<br />
PROFESSIONALE DI TUTTO RISPETTO. PROVIENE<br />
DALL'EDITORIA FREE PRESS ED È PROPRIO<br />
ANALIZZANDO LE ESIGENZE DEL SETTORE CHE GLI<br />
SÌ È ACCESA LA LAMPADINA. "NON UN AZZARDO<br />
– PUNTUALIZZA - MA LA VOGLIA DI CREDERE<br />
FORTEMENTE IN UN PROGETTO".<br />
TANTO<br />
CORAGGIO<br />
AGGIUNGIAMO NOI, SPECIE IN UN MOMENTO IN<br />
CUI È TUTTO UN PIAGNIUCOLARE INTORNO AL<br />
MONDO DEL LAVORO E DELL'ECONOMIA.<br />
Una donna ed un'azienda giovane che sta andando oggi, ad<br />
occupare una nicchia inesplorata del mercato editoriale: quella<br />
della distribuzione certificata della stampa gratuita.<br />
"Il mondo dei free press vede oggi praticamente ogni giorno nascere<br />
una nuova testata" - ci racconta l'amministratrice della Express<br />
Delivery - ma la distribuzione di questi prodotti non cresce di pari<br />
passo. Ci sono i quotidiani gratuiti (tipo Leggo, Metro, etc...), ci sono<br />
tutta una serie di prodotti editoriali specializzati dall'alto fatturato<br />
pubblicitario e molti giornali distribuiti a livello locale. Ebbene,<br />
ognuna di queste tre diverse tipologie di prodotto editoriale ha<br />
esigenze diverse e necessita quindi di una distribuzione ad hoc.<br />
I quotidiani ad esempio mirano ad un target medio-basso che<br />
difficilmente va in edicola ad acquistare ed adottano il metodo dello<br />
"stillonaggio". Questi quotidiani, non di rado vengono buttati quasi<br />
subito, oppure, nelle mani del lettore hanno vita brevissima: giusto il<br />
breve tragitto sul mezzo pubblico. Noi non è su questo prodotto che<br />
puntiamo, ma sui free press di qualità, quelli su cui spesso scrivono<br />
anche penne famose e che per risultare appetibili agli investitori<br />
devono fornire un'alta profilazione del lettore unita ad una<br />
distribuzione mirata che raggiunga effettivamente il mercato<br />
d'interesse. Non di rado infatti capita che, a parità di qualità con<br />
testate vendute in edicola, questi periodici hanno una diffusione<br />
superiore, grazie al fatto di essere interessanti e al contempo<br />
gratuite e quindi accessibili.<br />
Ma come gli è venuta l'idea di creare una società di<br />
distribuzione editoriale così specializzata?<br />
Siamo nati anni fa come piccola società facente parte di un gruppo<br />
editoriale del settore free press. Poi, dal 2007 abbiamo iniziato a<br />
valutare la possibilità di offrire i nostri servizi anche ad altri editori e<br />
così abbiamo iniziato a studiare le singole esigenze e la<br />
composizione del mercato ed è emerso che il settore è costituito da<br />
una miriade di società che subappaltano il servizio, sui singoli<br />
territori, a padronicini che a loro volta impiegano studenti e cittadini<br />
extracomunitari per distribuire le testate per la strada, nei bar e fuori<br />
dalle metropolitane. Noi invece offriamo un modello diverso, ad alta<br />
tecnologia, che offre vantaggi a tutti: all'editore, ai distributori, ai<br />
punti di distribuzione, al lettore e all'inserzionista.<br />
Ma come funziona esattamente il vostro metodo?<br />
Inanizitutto utilizziamo nostro personale dipendente con vetture di<br />
proprietà e poi sfruttiamo la tecnologia Rfid (radio frequency<br />
identification). Il concetto è semplice: dare l'opportunità di avere le<br />
copie del giornale sempre nel posto giusto, al momento giusto e con<br />
un monitoraggio costante. Quando un editore viene da noi, come<br />
prima cosa studiamo insieme il suo potenziale e il suo profilo ideale<br />
di lettore. Poi analizziamo il territorio ed individuiamo i possibili punti<br />
di distribuzione che contattiamo, uno a uno, per verificare la<br />
disponibilità a distribuire la rivista in un apposito dispenser da noi<br />
fornito. Ed eccoci al nostro cuore tecnologico! L’addetto inserisce le<br />
copie nel dispenser; il palmare di cui è dotato riceve<br />
automaticamente dall’Rfid installato nelle vicinanze il segnale di<br />
conferma della consegna e lo ritrasmette ad un sistema centrale.<br />
Così, in sintesi il servizio e la certezza di far trovare la copia "fresca"<br />
ed offrire all'editore l'opportunità di monitorare tutto il percorso del<br />
suo giornale, in tempo reale, via web.<br />
Il servizio che abbiamo messo a punto - prosegue Lilian Mammoliti -<br />
risolve i problemi di puntualità, precisione e controllo dell’efficienza<br />
nella distribuzione della free press.<br />
Siamo orgogliosi di essere i primi in Italia ad offrire un servizio così<br />
evoluto che sfrutta la radio frequency Identification.<br />
Attualmente quali sono le testate di cui vi occupate?<br />
Blu Magazine (www.blumag.it), Capri Magazine<br />
(www.caprimagazine.com), Firenze Magazine (firenzemagazine.it),<br />
Toscana & Chianti News (www.toscanaechiantinews.com) e il<br />
giornale di annunci economici La Locandina (www.lalocandina.it).<br />
Dove vuole arrivare?<br />
Come imprenditrice e come donna, dopo tanto credere in questo<br />
progetto in cui ho buttato tutte le mie energie e dove non sono<br />
mancati ostacoli e sacrifici, sono felice dei risultati raggiunti, ma<br />
guardo a nuovi traguardi. Nel nostro caso, abbiamo già nel mirino<br />
l'acquisizione di nuovi clienti mirando agli editori nazionali per<br />
posizionarci quali leader tecnologico del settore. Siamo felici di<br />
essere la prima società italiana di questo settore ed una delle prime<br />
al mondo e a poter vantare un progetto di business trasformation<br />
grazie all'adozione della tecnologia Rfid e la sua integrazione con il<br />
web. Essere all'avanguardia per essere competitivi, questo il nostro<br />
motto!<br />
di Nadia Fondelli<br />
AMMINISTRATORE DELEGATO<br />
QUALITY PRESS<br />
FIRENZE - ITALY<br />
Liliana Mammoliti<br />
business al femminile<br />
www.donnaimpresa.com 23
ALLA GUIDA<br />
DI UN“MONDO” DOVE<br />
LE DONNE<br />
SONO INVISIBILI<br />
Valentina è la bellissima dirigente di Elevatori Srl, azienda<br />
di famiglia oggi alla terza generazione, dove lavora dal<br />
1991. Il suo percorso professionale, nonostante fosse la<br />
figlia del titolare non è però molto diverso da tanti giovani<br />
che per raggiungere posizioni di responsabilità sono<br />
sottoposti a lunghe gavette. Nessun privilegio per quella<br />
ragazza appena ventunenne che, per i primi sette anni<br />
lavora come impiegata presso l’ufficio tecnico; una vera e<br />
propria palestra di vita che giova a chi, come lei, è<br />
consapevole di quanto sia importante acquisire quella<br />
abilità e quella competenza necessari ad essere voce<br />
autorevole in un settore prettamente maschile ma<br />
soprattutto per meritare il plauso di un papà che non si<br />
abbandona a facili apprezzamenti. Preparazione non<br />
teorica indispensabile anche alla stabilità di una realtà<br />
imprenditoriale il cui primato di eccellenza è da attribuirsi,<br />
oltre che alla meticolosità dell’assistenza, alla flessibilità di<br />
produzione, al progresso tecnologico ed al know-how,<br />
all’esperienza maturata sul campo che è sinonimo di<br />
affidabilità. Da oltre 55 anni infatti la Elevatori si distingue<br />
sul mercato per serietà e buone prassi progettando,<br />
costruendo, commercializzando e svolgendo manutenzione di impianti conformi alle normative e<br />
soprattutto certificati. Il 1998 segna il passaggio di Valentina in amministrazione dove si occuperà, fino al<br />
giorno della sua promozione a mansioni di tipo manageriale, di quelle che in gergo vengono definite “di<br />
ordinaria quotinianità”.<br />
Come è cambiato il rapporto con suo padre negli anni?<br />
cui avevo l’impressione di non essere ascoltata, o meglio non presa in<br />
Io sono una figlia innamorata di mio padre, idealmente è sempre stato la considerazione così come avrei voluto in quanto abituati, fino al mio<br />
mia figura di riferimento. Un punto fermo, un esempio che ho cercato di arrivo, a confrontarsi esclusivamente tra uomini. Con il tempo però le<br />
prendere a modello. L’impegno profuso negli anni, la diligenza con la cose sono radicalmente cambiate, e questo progressivo mutamento<br />
quale ho sempre cercato di svolgere le mie mansioni e la tenacia potevo valutarlo attraverso una serie di indizi: primo fra tutti il cominciare<br />
nell’acquisizione delle competenze sono certamente in parte dovute al a rivolgersi a me come fossi un uomo. Sta a noi, in ogni caso, sempre,<br />
mio intimo desiderio di sentirmi sempre maggiormente apprezzata da lui. dimostrare quello che sappiamo fare, criterio essenziale affinché la<br />
Sei entrata in azienda da giovanissima Valentina…<br />
relazione professionale si basi sulla reciproca stima.<br />
Normalmente ci si laurea, si fa il master, poi si lavora. Per me è stato il Che cosa le piace sentirsi dire?<br />
contrario.<br />
Che sono brava…aspetto soprattutto che lo faccia papà. Io sono certa di<br />
Che cosa significa essere donna all’interno di un settore così godere della sua stima nonostante non lo esprima così ricorrentemente,<br />
fortemente maschile?<br />
anzi per lo più quando siamo in pubblico tende a riprendermi...(sorride).<br />
Ci sono fondamentalmente due aspetti che devono essere considerati. Quale il vantaggio competitivo della sua azienda?<br />
Da una parte essere donna conferisce dei privilegi, sarebbe un’ipocrisia Il nostro prodotto oggi altamente richiesto, fornito e manutenuto da un<br />
non riconoscere che una gonna ed un paio di tacchi non abbiano il loro efficiente team di collaboratori,eèilrisultato di un binomio vincente:<br />
peso in termini di chance in un settore come il nostro, proprio in funzione innovazione tecnologica e cura artigianale. Siamo inoltre orgogliosi di<br />
di quella connotazione fortemente maschile cui prima accennava; d’altro essere un'azienda indipendente, in crescita e aperta ai giovani.<br />
canto però si fatica maggiormente ad imporsi, nel momento in cui Crediamo nella qualità, professionalità e cura del cliente: la serietà, la<br />
soprattutto si assurga a ruoli di tipo manageriale, perchè culturalmente vi competenza e la correttezza con le quali ci occupiamo di ascensori sono<br />
è ancora una sorta di pregiudizio nel riconoscere autorità ad una donna. il risultato di anni di professionalità e dedizione e di una preziosa squadra<br />
Ci sono state anche nel mio caso delle iniziali difficoltà…dei momenti in capace di fornire un prodotto a “regola d' arte”.<br />
BARI<br />
ITALY<br />
foto realizzate presso il Tanka Village (CA) in occasione del<br />
Congresso naz.le ANACAM<br />
business al femminile
MARY CAMPANELLI<br />
TRATTORIA LA ROCCA<br />
PORTO SAN GIORGIO<br />
ITALY<br />
BELLE<br />
SCOPERTE<br />
DUE DONNE CHE HANNO DECISO<br />
DI RIMETTERSI IN GIOCO<br />
CAMBIANDO PROFESSIONE,<br />
MALGRADO FOSSERO IN UN’ETÀ<br />
IN CUI IL RAZIOCINIO TENDE AD<br />
ANNULLARE I SOGNI...<br />
La conduzione familiare porta in tavola le<br />
tradizioni e una scelta di prodotti esclusivamente<br />
genuini e freschi, materie prime che esaltano la<br />
freschezza di ogni singolo piatto. L’esigenza di<br />
reperire sul mercato prodotti ad elevato valore<br />
salutistico è la loro principale missione perché<br />
non vi è dubbio che il senso di benessere prodotto<br />
dal cibo si accompagna con la certezza della<br />
genuinità del cibo stesso. Ma in realtà non è solo<br />
la cucina che crea una similitudine nella storia di<br />
Mary e Francesca; ad accomunarle, una dolcezza<br />
disarmante ed una personalità talmente forte da<br />
sfidare “quel destino” a cui spesso attribuiamo la<br />
responsabilità dei nostri fallimenti.<br />
l cibo è una delle esperienze che accompagnano i primi giorni<br />
della nostra vita e che è diventato occasione di incontro, di<br />
riflessione e naturalmente di piacere. Consumarlo poi in posti in<br />
cui non è richiesta alcuna norma se non il doveroso saluto alle<br />
padrone di casa, è una esperienza che tutti dovrebbero<br />
provare. Le trattorie “Non conosco nulla che vellichi così<br />
voluttuosamente lo stomaco e la testa quanto i vapori di quei<br />
piatti saporiti che vanno ad accarezzare la mente preparandola<br />
alla lussuria”. Così De Sade descrive uno dei più grandi piaceri<br />
della vita: il cibo. Iperonimo di ingordigia, la gola, divenne per<br />
Dante peccato capitale.<br />
MARE, MONTI E TERRENI<br />
FORNISCONO UNA RICCA<br />
E VARIEGATA DISPENSA<br />
CHE LASCIA SPAZIO ALLA<br />
CREATIVITÀ.<br />
DI PESCE<br />
Riservare un tavolo alla trattoria la Rocca, nel cuore della<br />
parte storica della cittadina rivierasca, significa gustare i sapori<br />
migliori del Mar Adriatico, serviti, dall’antipasto ai secondi<br />
piatti, in tante proposte appetitose. Un ambiente elegante e<br />
raffinato, ideale in ogni momento, dove assaporare il gusto<br />
vero del mare accompagnato da un’<br />
ottima lista di vini. Tra le<br />
specialità, da non perdere la crudità di pesce, il fritto misto con<br />
il pescato del giorno e poi mazzancolle, patate e baccalà, vongole e cozze in guazzetto, gamberoni rossi, mezze maniche allo scoglio,<br />
stringozzi bianchi e rossi, risotti e, per concludere, una lista di desserts rigorosamente fatti in casa. Il menù, organizzato in funzione del<br />
pescato giornaliero, solitamente propone anche piatti semplici che fanno parte della tradizione marinara locale: ottime le grigliate di pesce. In<br />
sala troverete i consigli e la simpatia della titolare, Mary, che saprà guidarvi nella scelta dei piatti più prelibati, abilmente preparati anche grazie<br />
al “contributo preziosissimo” di Umberto, il maggiore dei suoi due fratelli che, assieme alla moglie, di sovente si reca a darle una mano. “Mia<br />
cognata è una donna splendida a cui devo moltissimo - mi confida Mary - così come sono grata a tutti gli altri componenti della famiglia per<br />
l’affetto ed il sostegno morale che mi hanno sempre dato. Se oggi sono qui lo devo innanzitutto a loro perché sono riusciti, ancora una volta,<br />
ad infondermi sicurezza. Un grazie che nasce dal profondo del cuore è rivolto pertanto a mia madre, a mio padre ed ai miei fratelli: Umberto e<br />
Vincent, che sono sempre stati motivo di grande orgoglio. Benedico infine il giorno in cui mi sono detta “perché no!” pensando di poter anch’io,<br />
come tutti, aspirare alla felicità” . Quella felicità nata sulla scia di un’incontro occasionale con i titolari della passata gestione che, essendo a<br />
conoscenza della professionalità acquisita da Mary nel settore, sia per mezzo di sua mamma con la quale ha lavorato per tanti anni in sala<br />
nella trattoria di famiglia, quanto per l’esperienza successiva in cucina presso il ristorante dello zio, le hanno proposto di rilevare la struttura.<br />
E DI CARNE<br />
Trattoria Marmetta, una gestione familiare per uno dei<br />
locali più caratteristici di Porto San Giorgio che nasce<br />
dalla volontà di creare un’attività in cui i coniugi<br />
Francesca e Luigi potessero esprimere, al di là dell’ovvia<br />
passione per la cucina e l’esperienza di entrambi<br />
maturata nel settore, il desiderio di ritrovarsi<br />
quotidianamente con i giovanissimi figli a condividere<br />
quel progetto di vita che, fino a qualche anno fa,<br />
sembrava dover rimanere un’utopia. La qualità è<br />
l’elemento distintivo sul quale la coppia ha puntato sin<br />
dall’inizio. Paste fatte con la trafila di bronzo, gnocchi<br />
lavorati a mano, ragù cotti a fuoco lento come da<br />
tradizione, verdure, pinzimoni, carne “scottona”di<br />
primissima scelta, olio, aceto, tartufi, lardo di colonnata,<br />
formaggi e salumi DOP che ricercano personalmente<br />
recandosi nelle zone di produzione più caratteristiche<br />
d’Italia, sono da ritenersi, unitamente ad una selezione di<br />
vini, acquaviti e distillati fra i più rari e pregiati in ambito<br />
nazionale, il punto forte della trattoria. Francesca mi<br />
racconta la storia della sua vita e di quando, ancora<br />
giovanissima, decide di non seguire la sua famiglia<br />
nell’ennesima sofferta migrazione dall’Italia (terra natia<br />
del papà nella quale si erano stabiliti) verso l’Australia,<br />
per restare vicina a quell’uomo dal viso mite e sereno<br />
con il quale è sposata da più di un ventennio; distacco<br />
non facile che ancora oggi le provoca grande<br />
commozione. Mamma di due splendidi ragazzi, il<br />
primogenito Roberto che si occupa della gestione della<br />
sala insieme a lei con molta diligenza e Francesco,<br />
appena diciassettenne, che apprende l’arte non facile<br />
“dei fornelli” dietro l’abile insegnamento di papà Luigi, mi<br />
confessa “E’ un lavoro che non cambierei con<br />
nessun’altro al mondo perché ci tiene uniti e soddisfa la<br />
mia naturale inclinazione a stare in mezzo alla gente.<br />
Il locale poi, date le piccole dimensione, mi consente di<br />
prendermi cura del cliente in maniera scrupolosa,<br />
consigliandolo e appagandolo in tutte le sue richieste…<br />
l’ospitalità, il calore, la cortesia in fondo, sono cose a cui<br />
nessuno, se potesse, vorrebbe rinunciare” . La Marmetta,<br />
uno di quei posti in cui mangiare diventa un piacere<br />
perchè insieme al gusto del cibo c'è l'allegria del convivio<br />
e la preziosa semplicità dei titolari.<br />
Quando sarete usciti dal loro<br />
locale, provate per un’istante a chiudere gli<br />
occhi, mettete alla prova il palato affinchè<br />
sentiate ancora il sapore e la qualità di ciò<br />
che avete mangiato e allo stesso tempo<br />
mettete alla prova anche il cuore; se<br />
ripensando alla serata vi viene spontaneo<br />
accennare ad un sorriso significa che vi<br />
siete trovati bene, questo vuol dire che<br />
Mery e Francesca non saranno più<br />
dimenticat e…<br />
27<br />
www.donnaimpresa.com<br />
FRANCESCA FRANCESCA FIOCCHI<br />
TRATTORIA MARMETTA<br />
Roberto e Francesco (a destra nella foto)<br />
con il papà Luigi
Sulla bocca di tutti<br />
L’arte del cucinare è la semplicità<br />
Sicuramente uno dei ristoranti migliori per una cena di qualità nel cuore di Porto San<br />
Giorgio, dove poter gustare una cucina ricercata e creativa, basata sull’utilizzo di<br />
prodotti freschissimi scelti personalmente ogni giorno dallo Chef. Il menù vario e<br />
raffinato, coniuga sapientemente il colore ed il sapore in un’esplosione di profumi decisi<br />
e particolari, che sanno di spezie, di campagna, di tradizione. Ottimi gli antipasti caldi<br />
e freddi, indimenticabili il profumo intenso e la bontà del prosciutto tagliato a mano e<br />
dei salumi nostrani, tutti rigorosamente selezionati fra le migliori produzioni artigianali<br />
locali. Non mancano prelibatezze di carne, memorabili primi piatti e dessert.<br />
L’abbinamento a vini di qualità è consigliato in sala dalla titolare, Patrizia Valori, una<br />
giovane donna che possiede la straordinaria capacità di farti sentire bene, come a casa.<br />
Il servizio è accurato e l’ambiente è elegante ed intimo. Il ristorante disposto su due sale<br />
di cui una all’interno di una veranda, è indicato anche per colazioni di lavoro, cene di<br />
rappresentanza, banchetti, cene tra amici.
a tu per tu con...<br />
Ernesto Carpintieri<br />
PRESIDENTE DELL’AEREC<br />
Una Compagine strutturata come un collegio internazionale, soluzione privilegiata e gradita a chi desidera<br />
interagire e non isolarsi, in un'era di mercato sempre più dinamico, globale e aperto a tutte le persone,<br />
senza distinzione di sesso, di razza, di nazionalità o etnia, di religione o di lingua, di opinioni, idee,<br />
appartenenza politica, demografica e sociale. Una rete internazionale di persone, uomini e donne, il cui<br />
interesse è quello di giovarsi delle opportunità di business da cogliere in diverse aree geografiche e Paesi<br />
del mondo.<br />
Come è nata AEREC e perché?<br />
L’Accademia Europea per le Relazioni Economiche e Culturali, da anni impegnata nello sviluppo di progetti sia di ordine economico che<br />
umanitario a livello internazionale, annovera tra i suoi Accademici illustri professionisti, operatori economici, imprenditori, nonché personaggi<br />
L’ACCADEMIA EUROPEA PER LE<br />
RELAZIONI ECONOMICHE E CULTURALI<br />
NASCE COME DIPARTIMENTO DELL’ENTE<br />
NAZIONALE PER LA VALORIZZAZIONE<br />
DELL’INDUSTRIA, COMMERCIO ED<br />
ARTIGIANATO FONDATO NEL 1981 CON<br />
LO SCOPO DI PROMUOVERE L’OPEROSITÀ<br />
ITALIANA NEL MONDO ATTRAVERSO<br />
SCAMBI ECONOMICI E CULTURALI CON<br />
ENTI ED ISTITUZIONI INTERNAZIONALI.<br />
IN TALE OTTICA, L’ACCADEMIA SI PONE<br />
COME PUNTO DI SNODO E DI<br />
PROMOZIONE DI INCONTRI ED EVENTI<br />
TESI A FAVORIRE LO SCAMBIO DI IDEE E<br />
PROGETTI PROFESSIONALI ED<br />
IMPRENDITORIALI IN ITALIA E<br />
ALL’ESTERO, DIRETTAMENTE O<br />
MEDIANTE LA COLLABORAZIONE CON<br />
ISTITUZIONI ITALIANE ED ESTERE COME<br />
UNIVERSITÀ ED ENTI DI SVILUPPO E DI<br />
PROMOZIONE ECONOMICA. DALLA SUA<br />
COSTITUZIONE L’ACCADEMIA È<br />
DIVENUTA UN PUNTO DI RIFERIMENTO<br />
PER QUEI PROFESSIONISTI ED<br />
IMPRENDITORI CHE INTENDANO<br />
AMPLIARE I PROPRI ORIZZONTI OLTRE I<br />
CONFINI NAZIONALI, FAVORENDO LA<br />
CREAZIONE DI JOINT-VENTURES CON<br />
OPERATORI ECONOMICI DI ALTRI PAESI,<br />
L’ACCADEMIA HA L’ORGOGLIO DI<br />
ANNOVERARE TRA I PROPRI MEMBRI<br />
EVENTI<br />
AEREC<br />
TRA INTERNAZIONALIZZAZIONE ECONOMICA E SOLIDARIETA’<br />
www.donnaimpresa.com 49
PERSONAGGI DI ALTO PROFILO CULTURALE,<br />
UMANO, SCIENTIFICO E PROFESSIONALE<br />
INDIVIDUATI MEDIANTE UNO SCRUPOLOSO<br />
LAVORO DI SELEZIONE E PROVENIENTI DA<br />
DIVERSI SETTORI ECONOMICI. CIÒ HA<br />
PERMESSO UN CONFRONTO TRA GLI<br />
ACCADEMICI SU SVARIATE TEMATICHE<br />
PROFESSIONALI ED IMPRENDITORIALI CON<br />
L’OBIETTIVO DI SVILUPPARE OPPORTUNITÀ DI<br />
BUSINESS CHE, RICORDANDO LO SLOGAN<br />
LANCIATO DAL PRESIDENTE ERNESTO<br />
CARPINTIERI, POSSANO CREARE LE<br />
CONDIZIONI DI “FARE DEL BENE FACENDOSI<br />
DEL BENE! ” PROPRIO IL TEMA DELLA<br />
SOLIDARIETÀ È LA SECONDA, MA NON PER<br />
IMPORTANZA, DELLE FINALITÀ CHE PERSEGUE<br />
L’ACCADEMIA MEDIANTE L’ORGANIZZAZIONE<br />
ONG “MISSIONE FUTURO” CHE PROMUOVE<br />
CON IL SUPPORTO DEGLI ACCADEMICI<br />
PROGETTI SOCIALI E UMANITARI,<br />
FINANZIANDO TRA L’ALTRO IMPORTANTI<br />
INIZIATIVE NEI PAESI DEL TERZO MONDO.<br />
TERZO OBIETTIVO PERSEGUITO<br />
DALL’ACCADEMIA È QUELLO DELLA COSTANTE<br />
RICERCA DELL’ELEVAZIONE MORALE E<br />
CULTURALE DEI PROPRI MEMBRI OFFRENDO<br />
LORO OPPORTUNITÀ DI INCONTRO E<br />
CONFRONTO SU VARIE TEMATICHE CHE PER<br />
LE LORO CARATTERISTICHE SFIDANTI<br />
AIUTANO A TENERE ALTO E COSTANTE<br />
L’IMPEGNO PERSONALE E PROFESSIONALE<br />
DEGLI ACCADEMICI.<br />
del mondo culturale, scientifico, politico ed<br />
ecclesiastico. L’Accademia è inoltre sostenuta da<br />
alte personalità politiche e diplomatiche. Scopo<br />
precipuo dell’AEREC è quello di favorire lo<br />
scambio di idee e progetti professionali ed<br />
imprenditoriali, promuovendo incontri, convegni e<br />
missioni in Italia ed all’estero, favorendo contatti<br />
con istituzioni politiche, diplomatiche, finanziarie<br />
e culturali a livello internazionale. La salvaguardia<br />
del bene comune e l’incentivo allo sviluppo<br />
economico e culturale è da sempre al centro del<br />
lavoro che la nostra Accademia svolge da molti<br />
anni, insieme alla promozione di iniziative di<br />
solidarietà verso popolazioni meno fortunate della<br />
nostra. Tale lavoro, fin dal 1999, è stato<br />
riconosciuto e lodato dalle Istituzioni. Tra le<br />
finalità dell’Accademia Europea per le Relazioni<br />
Economiche e Culturali, c’è quella di stimolare<br />
l’aggregazione in una fitta rete di relazioni,<br />
ponendosi come un punto di riferimento per tutti i<br />
professoinisti, imprenditori, uomini di scienza e di<br />
cultura che desiderano allargare i propri orizzonti,<br />
anche oltre i confini nazionali. AEREC ha istituito<br />
la Commissione Affari Internazionali per<br />
intensificare l’opera di mediazione tra i membri<br />
dell’ AEREC e le realtà produttive in diversi Paesi<br />
del mondo; sono stati promossi diversi Convegni,<br />
tutti di altissimo livello, dai quali sono emersi<br />
spunti di grande interesse per investimenti e<br />
consulenze professionali internazionali.<br />
Qual è essenzialmente il vostro compito?<br />
La mission della nostra Accademia è orientata<br />
alla ricerca dell’eccellenza attraverso tutte le sue<br />
espressioni ed alla promozione di essa attraverso<br />
una comunicazione dinamica e flessibile, alla<br />
selezione di interlocutori qualificati, al problem<br />
solving ed allo screening di strategie e strumenti<br />
all’avanguardia capaci di raccogliere la sfida di un<br />
mercato globale. Fra i nostri principali obiettivi, vi<br />
è anche quello di alimentare la vivacità del<br />
dialogo e stimolare la coesione fra tutti i nostri<br />
membri affinché permanga quel clima di<br />
familiarità e di reciprocità che da sempre ci<br />
caratterizza. L’Aerec è una grande famiglia in cui<br />
vigono benevolenza e rispetto; i suoi “fratelli”<br />
sono cittadini del mondo che sanno guardare al<br />
futuro con fiducia ed ottimismo, che si<br />
confrontano al fine di ricercare elementi e<br />
traguardi comuni su cui poggiare le basi di<br />
un’alleanza, per condividere benefici e<br />
moltiplicare insieme le opportunità.<br />
Un processo impegnativo volto ad<br />
incrementare relazioni di business che si<br />
svolge come?<br />
Sono molteplici le responsabilità alle quali<br />
adempiere perché vi sono dei principi sui quali<br />
non dobbiamo transigere ed un procedimento<br />
che si snoda attraverso fasi che si attengono al<br />
criterio di complementarietà. Dalla ricerca delle<br />
condizioni favorevoli, che avviene<br />
essenzialmente attraverso lo studio dei processi<br />
economico-culturali a livello globale e per mezzo<br />
della capacità di instaurare relazioni di fiducia e di<br />
reciprocità con enti, associazioni, organismi<br />
istituzionali e/o corpi diplomatici internazionali, si<br />
passa a quella che possiamo definire la fase operativa,<br />
che presuppone il costante accompagnamento in tutto il<br />
percorso di internazionalizzazione.<br />
Cosa significa aderire alla community<br />
dell’Accademia?<br />
Significa comprendere che la crescita di ognuno equivale<br />
allo sviluppo dell’intero corpo accademico, in quanto passa<br />
attraverso la condivisione di valori e la consapevole<br />
appartenenza a un’area sociale e culturale comuni che si<br />
radica in una comprensione allargata, fondata sull’attiva<br />
solidarietà e sulla mutua comprensione delle diversità<br />
culturali che costituiscono l’originalità e la ricchezza<br />
dell’Europa. Vuol dire ancora cooperare al fine di<br />
sviluppare relazioni culturali ed economiche appaganti sia<br />
dal punto di vista strettamente personale che nell’interesse<br />
del Paese. Essere membro dell’AEREC vuol dire avere la<br />
capacità di vivere il concetto di solidarietà come valore<br />
universale, di coesione sociale. Implica il rigetto dei<br />
pregiudizi discriminatori nei confronti di ogni diversità e<br />
l’affermazione del valore dell’uguaglianza basata sul<br />
riconoscimento del valore della difformità, sull’apertura a<br />
un mondo pluralistico nel rispetto delle differenti culture e<br />
della legittimità d’espressione dei diritti collettivi, della<br />
tolleranza e dell’attivo interesse per la ricchezza culturale<br />
altrui, dell’appartenenza all’Europa e al mondo.Valori intesi<br />
come diritti dell’uomo: la dignità umana, la legittimità<br />
democratica, la pace e il rigetto della violenza come mezzo<br />
o metodo, il rispetto degli altri, la solidarietà umana<br />
(all’interno dell’Europa e verso il mondo nel suo insieme),<br />
lo sviluppo equo, la parità delle opportunità, la<br />
preservazione dell’ecosistema, la responsabilità<br />
individuale. È sulla base di essi che vorremmo maturasse<br />
l’idea di una società più moderna che eccellesse nel<br />
rispetto dei principi di giustizia e di solidarietà ed in cui la<br />
conoscenza dell’altro fosse compresa come il miglior<br />
antidoto all’intolleranza.<br />
Lei poc’ anzi accennava alla necessità di riflettere sul<br />
senso della vita e su quanto fosse importante<br />
riappropriarsi di tutte quelle piccole cose che abbiamo<br />
smarrito nel tempo o delle quali, per diversa<br />
disposizione dell'animo, ci siamo liberati. Convengo<br />
sulla necessità di riappropriarsi della capacità di gioire<br />
anche di un “semplice” sorriso in quanto, oltre che<br />
per esprimere agli altri le nostre emozioni e i nostri<br />
sentimenti, ad esso viene riconosciuta una grande<br />
funzione sociale…ovvero quella di assolvere, nello<br />
stesso modo nelle diverse culture, alla prima funzione<br />
di ogni società: la comunicazione…<br />
Il sorriso è indiscutibilmente una delle prime espressioni<br />
dell’uomo, rivelandosi uno strumento indispensabile della<br />
comunicazione interpersonale, consentendo all’individuo di<br />
esprimere ai suoi simili sentimenti di felicità e<br />
soddisfazione e al tempo stesso, veicolo di comunicazioni<br />
intenzionali molto personali e profonde. Spesso si suol dire<br />
che un sorriso valga più di mille parole. Ed è vero. Esso fa<br />
parte di quelle acquisizioni culturali tese a sublimare e a<br />
sfumare i conflitti. Davanti a un sorriso l’aggressività<br />
scema quasi completamente, il sorriso diviene un<br />
fortissimo messaggio antiaggressivo e mira all’instaurarsi<br />
di una relazione alla pari. Dovremmo prendere un po’ più<br />
seriamente il sorriso. Dovremmo divenire fautori di<br />
un’apertura incondizionata al sorriso cercando di vivere la<br />
quotidianità con un maggiore senso dell’umorismo, quella<br />
quotidianità che facilmente ci rende cinici e insensibili.<br />
Dovremmo promuovere il sorriso per noi stessi, sfidando le<br />
frustrazioni della vita.<br />
C.M.
CONVEGNO DEL 5 DICEMBRE 2008 ORGANIZZATO DALL'AEREC -ACCADEMIA EUROPEA PER LE RELAZIONI<br />
ECONOMICHE E CULTURALI- PRESSO LA SALA DELLE COLONNE DI PALAZZO MARINI, CAMERA DEI DEPUTATI.<br />
LA LUCE DELL'EST<br />
LE NUOVE FRONTIERE OLTRE IL TUNNEL DELLA CRISI.<br />
INVESTIMENTI ED OPPORTUNITÀ IN MOLDAVIA E ROMANIA<br />
Dopo il benvenuto del Presidente Ernesto Carpintieri, sono intervenuti i relatori al convegno: Pino Galati, Onorevole e Membro<br />
Commissione Parlamentare per le attività produttive e della delegazione Italiana al Consiglio d'Europa e della UEO; Stefano Mercuri,<br />
Presidente Associazione Imprenditori Italiani in Moldavia; Remo Facchinello, Membro del Collegio sindacale di Veneto Banca; Davide<br />
Bernardini, Prossimo Console Onorario di Moldavia a Milano, Neculai Ontanu, Sindaco di Bucarest Settore 2; Corneliu Dinu, Ministro<br />
Consigliere Economico e Commerciale Ambasciata Romania; Daniel Rekitar, Presidente Gruppo DGL Land Holding; Gheorghe Rusnac,<br />
Ambasciatore della Moldavia in Italia e Monsignor Vittorio Formenti della Segreteria di Stato Vaticana.<br />
nell'edilizia. Anche la Romania ha una posizione centrale e ha un grande<br />
potenziale da spendere nella cooperazione con altri partner europei” .Ma<br />
in tutto ciò, l'onorevole Galati si chiede che cosa può fare l'Italia per<br />
riuscire a sfruttare questa grande miniera nell'Est: “Per gli imprenditori<br />
italiani, i paesi dell'Est rappresentano una vera opportunità, una luce, un<br />
mercato in evoluzione con enormi potenzialità. I fattori principali sono i<br />
costi bassi della manodopera, una nuova utenza, investimenti ad alta<br />
capitalizzazione e gli imprenditori devono prendere atto di questo -<br />
risponde Galati - In particolare il tessile, l'abbigliamento e il calzaturiero<br />
sono ambiti di forte interesse così come le attività di import export per<br />
tutti gli imprenditori ai quali consiglio vivamente di investire nei paesi<br />
suddetti. Un altro aspetto rilevante è anche quello della finanza<br />
agevolata, in quanto ognuno di questi paesi ha previsto, per l'anno in<br />
corso, vari aliquote contributive a seconda dell'investimento. Alcuni<br />
temono che la delocalizzazione possa impoverire l'economia nazionale,<br />
con perdita di posti di lavoro e valore aggiunto;mentre altri pensano che<br />
si tratti di un rafforzamento delle imprese italiane e un importante<br />
strumento competitivo. Le maggiori regioni cheinvestono all'estero,<br />
soprattutto all'Est, sono la Lombardia, seguita dal Piemonte, Emilia<br />
neanche difficoltà di lingua” . Mercuri sostiene che si vuole “ trasformare la<br />
Moldavia in una < piccola Svizzera2 > per la sua posizione, per tutti gli<br />
investimenti russi che attualmente invece vanno a Malta o a<br />
Lussemburgo. Dal momento che appunto non ci sono problemi di lingua<br />
e che gli interessi passivi sono al 18 e 19%, all'investitore russo<br />
converrebbe mettere il proprio capitale in Moldavia” . Durante il convegno<br />
si è parlato anche dell'economia e dei possibili investimenti in un altro<br />
paese, la Romania. A tal proposito, è intervenuto il sindaco di Bucarest<br />
settore 2, Neculai Ontanu, che ha innanzitutto ringraziato l'Aerec per<br />
l'opportunità datagli per parlare del proprio paese: “Secondo uno studio<br />
dell'economia, il totale degli invest in Romania è al 31% pari a 37 miliardi<br />
di dollari, soprattutto nell'industria di trasformazione, intermediazione<br />
finanziaria e assicurazioni, commercio al dettaglio e telecomunicazioni.<br />
Attualmente ci sono 26 mila società con capitale italiano che offrono 800<br />
mila posti di lavoro in Romania. E per quanto riguarda gli interscambi<br />
commerciali con l'Italia, nel 2004 gli investimenti erano di 5 miliardi di<br />
euro e nel 2007 di ben 12 miliardi. A Bucarest - prosegue Ontani - ci<br />
sono molti cantieri aperti soprattutto nelle infrastrutture e si prevede che,<br />
nei prossimi anni, la città avrà 5 milioni di abitanti. Quindi, ci sarà molto<br />
IL TAVOLO DEI RELATORI da sinistra:<br />
* Neculai Ontanu Sindaco di Bucarest 2 * Corneliu Dinu Ministro Consigliere Economico e Commerciale<br />
dell'Ambasciata Romania in Italia * Patrizia Marin moderatrice * Gheorghe Rusnac Ambasciatore della<br />
Moldavia in Italia * Carmen Seidel Presidente Missione Fururo ONG e Vice Presidente AEREC<br />
Ernesto Carpintieri Presidente AEREC * L’ Onorevole Pino Galati * Monsignor Vittorio Formenti della<br />
Segreteria di Stato Vaticana<br />
Ernesto Carpintieri, Presidente dell'Aerec, ringrazia “l'Onorevole Fini per<br />
aver concesso questa prestigiosa sede, la Sala delle Colonne,<br />
solitamente sede delle nostre convocazioni accademiche” .<br />
Dopo i ringraziamenti ai relatori e alla moderatrice Patrizia Marin e alla<br />
vicepresidente di Aerec, Carmen Seidel, presenta l'organizzazione: “Il<br />
nostro impegno istituzionale è individuare personalità di spicco nel mondo<br />
della cultura, dell'imprenditoria, della professionalità, aggregarli e far sì<br />
che si possano sviluppare opportunità imprenditoriali.<br />
Abbiamo organizzato diverse conferenze sulle tematiche della<br />
internazionalizzazione con le ambasciate dei paesi dello scacchiere del<br />
Mediterraneo, dell’India e dell’Oman e organizzato due convegni molto<br />
importanti cofinanziati dall'Unione Europea in Romania e Bulgaria, sui<br />
temi della sicurezza alimentare per indicare in che modo i nuovi Paesi<br />
Membri si debbano allineare, essendo entrati a far parte della Comunità<br />
Europea. Insomma, affari e cultura, ma abbiamo anche un braccio<br />
“umanitario” rappresentato da Missione Futuro, una organizzazione non<br />
governativa riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri, la cui Presidente<br />
è Carmen Seidel. Al nostro attivo, la costruzione di un presidio sanitario in<br />
Costa d'Avorio ed il sostentamento di un orfanotrofio in Camerun ed in<br />
programma il sostegno ad una cooperativa di 500 donne per la<br />
lavorazione della manioca. Un impegno importante per generare lavoro in<br />
quelle terre”. Il primo a intervenire all'interessante convegno, che vuole<br />
mettere in luce le nuove frontiere dell'est per l'economia italiana, è stato<br />
l'Onorevole Pino Galati, che dopo i doverosi ringraziamenti e saluti ai<br />
presenti, accademici e non, affronta l'argomento della crisi economica<br />
mondiale in atto. “Mi sento di dire però che l'ottimismo è la benzina del<br />
motore dell'economia – esordisce Galati – perciò bisogna pensare che la<br />
crisi finirà. Sarà il tempo di una nuova etica nel capitalismo mondiale che<br />
saprà ristabilire i giusti valori. Negli anni recenti, l'economia mondiale è<br />
sempre più aperta e integrata e i flussi di capitali sono più liberi di<br />
muoversi rispetto al passato. La realtà dell'Unione Europea è nel corso<br />
degli anni radicalmente mutata, si è passati da 15 a 27 stati in pochi anni<br />
e, nel contesto attuale di crisi economica e finanziaria, questa evoluzione<br />
richiede grande attenzione. Gli attuali confini tra gli Stati non<br />
rappresentano più chiusura e separazione, ma punti di contatto tra<br />
individui e entità nazionali e tra sistemi amministrativi, politici e culturali<br />
diversi. L'Est dell'Europa rappresenta in questo momento per la nostra<br />
nazione - ha proseguito l'onorevole – una grande opportunità di sviluppo<br />
e un'importante possibilità di investimento con l'obiettivo di armonizzare<br />
l'economia e la realtà strutturale di questi Paesi con il resto dell'unione<br />
Europea. Appaiono, quindi, evidenti le opportunità che possono cogliere<br />
l'economia e la realtà strutturale di questi Paesi con il resto dell'unione<br />
Europea. Appaiono, quindi, evidenti le opportunità che possono cogliere<br />
sia le Piccole e Medie sia le Grandi aziende che si accingono a investire<br />
nei paesi dell'Est. La Moldavia, per esempio, spicca fra tutte per la sua<br />
posizione centrale e strategica fra Europa e Est Europa. Qui, i settori che<br />
possono fare moltissimo sono l'agricoltura, il tessile, il manifatturiero e lo<br />
sfruttamento del territorio, ricco di argilla e altre risorse utili soprattutto<br />
Romagna, Lazio, Veneto e Toscana. Perciò – conclude Galati – sviluppo e una permanente crescita. Lo sviluppo di transazioni territoriali<br />
confronto, interscambio culturale e economico, qualità dei prodotti e inoltre permette di investire soprattutto nelle zone del Nord con nuovi<br />
valore professionale del capitale umano possono essere delle<br />
quartieri residenziali e sempre più collegamenti” . Corneliu Dinu, Ministro<br />
opportunità per uno sviluppo equo e solidale” . Concorde all'Onorevole Consigliere Economico e Commerciale dell'Ambasciata Romania in<br />
Pino Galati, anche Stefano Mercuri, Presidente dell'Associazione Italia, afferma poco prima della conclusione del convegno, che:<br />
Imprenditori Italiani in Moldavia, spiega quali sono i motivi e i settori per i “Tornando al concetto di asilo politico, che dobbiamo cambiare in asilo<br />
quali gli imprenditori italiani devono investire all'Est: “Il settore<br />
economico. Tutti quelli che verranno in Romania avranno asilo<br />
immobiliare è un buon investimento in Moldavia, al 20% e al 30%, ma economico per fare gli investimenti. Nel dossier del nostro settimanale, ci<br />
non basta. Nel paese molte parti sono arretrate, mentre Chisinau si sta sono due articoli in cui pensiamo di far nascere una filiera di Piccole e<br />
sviluppando a ritmi elevati - da poco, è stata proprio qui aperta la sede Medie Imprese, non solo di grandi aziende, per sviluppare l'economia e<br />
dell'Ambasciata italiana - ma due sono le lacune più grandi: la mancanza l'internazionalizzazione del paese” . E' intervenuto successivamente<br />
di manodopera specializzata e di infrastrutture. In Moldavia, c'è lo Daniel Rekitar, che dirige una compagnia californiana di San Francisco<br />
sbocco sul Danubio e sul mar Nero, per questo sarebbe utile costruire specializzata in costruzioni, palazzi residenziali e centri commerciali: “Nel<br />
una fitta rete di porti. Inoltre, gli imprenditori devono delocalizzare le 2003, abbiamo scelto di investire al di fuori degli Stati Uniti e attualmente<br />
imprese verso i confini con la Romania e l'Ucraina. Devono poi siamo in Romania, Moldavia e Ucraina, dove proprio ultimamente<br />
intervenire nell'agricoltura, il vino soprattutto (anche se un investitore avviato dei progetti residenziali e centri commerciali. Vogliamo, inoltre,<br />
estero non può intervenire secondo una legge,<br />
precisamente la legge, diversificare i settori nei quali investire, anche se abbiamo avuto diverse<br />
simile alla nostra 488,<br />
dice che “La richiesta di contributo da parte di difficoltà iniziali. Secondo me - conclude Rekitar - ci sono comunque<br />
un'azienda estera deve essere fatta attraverso l'utilizzo di leggi locali che grandi opportunità per gli uomini d'affari italiani e per i loro investimenti” .<br />
regolino l'erogazione dei fondi comunitari e tali finanziamenti sono Gheorghe Rusnac Ambasciatore della Moldavia in Italia, che parla del<br />
indicati solo per quelle imprese che intendono effettuare investimenti suo paese: “La Repubblica Moldova nel 1991 crea uno stato unitario<br />
superiori ai 300 mila euro in tali paesi dell'est ”). Un altro motivo indipendente. Nel 1992 il paese diventa Repubblica e entra a far parte<br />
importante è perchè la Moldavia è un paese in un punto strategico per dell'Onu. Attualmente siamo 4 milioni di abitanti, 1 milione sta in diaspora<br />
colloquiare con l'Europa e con la Russia, con la quale non ci sono soprattutto in Russia (250 mila) e 200 mila circa sono in Italia. I moldavi
NELLE FOTO:<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
8<br />
9<br />
- Platea degli ospiti<br />
- Gli accademici 2008<br />
- L’Onorevole Pino Galati<br />
- Gheorghe Rusnac Ambasciatore della Moldavia in<br />
...... Italia<br />
- Neculai Ontanu Sindaco di Bucarest settore 2<br />
- Corneliu Dinu Ministro Consigliere Economico<br />
...... Commerciale dell'Ambasciata Romania in Italia<br />
7 - Stefano Mercuri Presidente dell'Associazione<br />
...... Imprenditori Italiani in Moldavia<br />
- Remo Facchinello Sindaco di Veneto Banca<br />
- Davide Bernardini Prossimo Console Onorario a<br />
...... Milano di Moldavia<br />
2<br />
3 4 5 6 7 8 9<br />
1<br />
si trasferiscono in Russia perché qui non è<br />
rischiesto il visto e non ci sono problemi di lingua,<br />
mentre vanno in Italia perché sostengono di<br />
in quanto i moldavi erano<br />
già stati sotto l'impero romano ”.<br />
Rusnac afferma<br />
che “dovete venire in Moldavia perchè è un paese<br />
attraente e le terre sono ricche (e cita un passo<br />
della Bibbia). Se visitate la Moldavia - prosegue -<br />
e la Romania sarete convinti della vostra scelta.<br />
Inoltre, la Moldavia dal 1° gennaio 2007<br />
appartiene all'Unione Europea, che attualmente<br />
investe molti fondi in progetti di crescita del paese,<br />
come la costruzione di strade. Inoltre, in Moldavia<br />
non esistono tasse doganali e il paese ha stretto<br />
con l'UE un patto che va dal 2007 al 2012.<br />
Pertanto, è necessario accelerare l'entrata<br />
dell'Italia in Moldavia poiché le condizioni sono<br />
ancora molto buone per gli investimenti” .<br />
Remo Facchinello Sindaco di Veneto Banca è<br />
d'accordo con quanto detto dai precedenti relatori<br />
per gli investimenti italiani nei paesi dell'Est. Dopo<br />
una breve presentazione dell'Istituto di Veneto<br />
Banca, parla del suo sviluppo: “Nel Nord est, vi<br />
sono molte imprese ben affermate con spiccata<br />
tendenza all'internazionalizzazione, soprattutto<br />
all'Est, tra queste anche Veneto Banca. Essa<br />
nasce a Montebelluna (TV), e attualmente è una<br />
delle 20 realtà bancarie più importanti in Italia.<br />
Esistono 260 filiali di veneto Banca nel Nord Est,<br />
oltre a filiali nel Sud, in Puglia e Basilicata, e nel<br />
Nord Ovest. Da oltre nove anni, Veneto Banca,<br />
che è anche assicurazione, è presente in<br />
Romania e anche in Moldavia, dove il nostro<br />
Amministratore delegato è Nicola Damiani. In<br />
Croazia ci sono 14 filiali, fra poco saremo presenti<br />
anche in Albania” , conclude Facchinello,<br />
affermando l'importanza dello sviluppo del<br />
mercato verso Est anche per Veneto Banca.<br />
Davide Bernardini, prossimo Console Onorario a<br />
Milano di Moldavia, ringrazia i presenti e i relatori:<br />
“Da imprenditore, invito gli imprenditori a investire<br />
in Romania e in Moldavia. I reali mercati per<br />
espandere l'economia italiana in questi paesi sono<br />
molti: dall'energetico, alle costruzioni, alle strade e<br />
alle autostrade per ampliare le comunicazioni.<br />
Le strutture economiche finanziare sono presenti<br />
così come quelle governative basta solo iniziare” .<br />
Infine, interviene Monsignor Vittorio Formenti:<br />
“Il Vaticano ha rapporti con 180 stati nel mondo,<br />
ma con essi non fa affari. Però colgo l'occasione<br />
per salutare i due paesi che sono legati alla<br />
miafamiglia poiché i miei genitori avevano due<br />
badanti, anche se non mi piace il termine,<br />
provenienti da Romania e Moldovia. Sono popoli<br />
di grande cultura, di prestanza fisica e di grandi<br />
lavoratori. lo sviluppo non è solo questione di<br />
logistica e tecnica, ma di moralità. Lo sviluppo<br />
economico e sociale va valutato mettendo la<br />
persona umana al centro di tutte le discussioni.<br />
Insisto su questo punto perché allo stato attuale<br />
troppe persone non hanno assistenza economica<br />
e sociale di base e molte non hanno un lavoro.<br />
Dobbiamo quindi muoverci verso non solo la<br />
crescita economica, ma anche, e soprattutto,<br />
verso il sostegno sociale e sanitario delle<br />
popolazioni” .
14<br />
Valeriana Mariani,<br />
Mario Monicelli<br />
e l’agente letterario Lino Valente<br />
10<br />
11<br />
12<br />
13<br />
15<br />
GRAN GALA<br />
CON CONFERIMENTO<br />
DEI PREMI<br />
INTERNAZIONALI:<br />
SPECIALI E<br />
ALLA CARRIERA<br />
AEREC 2008<br />
. . . . .<br />
NELLE FOTO<br />
CARMEN SEIDEL ED ERNESTO CARPINTIERI PREMIANO:<br />
- Don Backy cantante-autore<br />
- Vira Carbone giornalista e conduttrice<br />
......... televisiva di Rai Uno.<br />
10<br />
11<br />
12<br />
13<br />
15<br />
16<br />
18 -<br />
19<br />
......<br />
- Jimmy Fontana cantante-attore<br />
- Gabriele Cirilli attore e comico<br />
- Mario Monicelli regista e sceneggiatore<br />
- Valeriana Mariani Direttore di“Donna Impresa<br />
......... Magazine”, Presidente naz.le Di.Donna international<br />
e di Donne Impresa Uapi Confartigianato<br />
17 - Mauro Moretti amministratore delegato del<br />
......... Gruppo Ferrovie dello Stato<br />
Alda Boscaro Pittrice<br />
- Alina Costina Barbulescu project manager<br />
Gruppo Dynamica Italia spa<br />
NELLA PAGINA SUCCESSIVA:<br />
20 - Aperitivo a Palazzo Brancaccio<br />
21 - Ernesto Carpintiericon<br />
Fred Buongusto in<br />
una foto della passata edizione<br />
22 - Stefano Balsamo Direttore J.P.Morgan Italia<br />
23 - Maria Rita Gismondo Presidente Fondazione<br />
......... Donna a Milano che ha presentato il suo ultimo<br />
16<br />
17<br />
18<br />
19
20<br />
21<br />
THE EUROPEAN ACADEMY FOR<br />
ECONOMIC AND CULTURAL RELATIONS<br />
The European Academy for Economic and Cultural<br />
Relations was founded as a department of the National Body for<br />
the Development of Industry, Commerce and Handicraft constituted<br />
in 1981 with the key purpose to promote the Italian effort in the<br />
world in co-operation with International bodies and institutions.<br />
Its members<br />
include distinguished professionals and<br />
representatives of the cultural, political. financial, scientific,<br />
ecclesiastical and academic communities. The Academy has<br />
fostered the exchange of professional and entrepreneurial ideas<br />
and projects for them promoting meetings and organizing<br />
ceremonies in Italy and abroad autonomously as welt as in<br />
cooperation with other Italian and International Institutions, such as<br />
Universities, Cultural Institutes, Embassies and, Bodies.<br />
Its Committee for International Affairs promises to be a<br />
solid buttress for all those professionals and entrepreneurs who<br />
wish to widen their horizons beyond the national borders<br />
stimulating dynamic partnerships and the creation of joint-ventures<br />
with foreign entrepreneurs. High personalities of the political and<br />
diplomatic societies sustain AEREC.<br />
AEREC sustains and finances important social and humanitarian<br />
projects implemented <strong>by</strong> the Ong Missione Futuro.<br />
24<br />
22<br />
23<br />
TESTO<br />
MISSIONE FUTURO ONG
IL GRUPPO EDITORIALE MEDIA KEY:<br />
DA 26 ANNI AL SERVIZIO DI CHI COMUNICA<br />
Il Gruppo Media Key rappresenta da 26 anni un punto di<br />
riferimento per chi opera nel mercato della pubblicità e della<br />
comunicazione d’impresa. Nato nel 1982, ha sviluppato la<br />
propria attività in tre aree: quella editoriale, attraverso due<br />
testate: Media Key (che propone due edizioni speciali annuali<br />
di grande formato ovvero il Media Key Annual e Genio Italiano)<br />
e Tv Key; quella relativa agli eventi, curando a cadenza<br />
annuale l’organizzazione del Key Award che premia i migliori<br />
spot pubblicitari, l’Interactive Key Award dedicato al mondo del<br />
web e del mobile e il Press & Outdoor Key Award, dedicato alle<br />
migliori campagne stampa e affissione; l’area online, con la<br />
web tv www.mediakey.tv e la newsletter Mediakey.TVinforma.<br />
Media Key rappresenta il magazine di riferimento per direttori<br />
marketing e responsabili della comunicazione, per i gestori di<br />
media relations, per il top management delle imprese che<br />
investono in pubblicità, per le agenzie, gli studi e gli operatori<br />
della comunicazione. I contenuti editoriali di Media Key<br />
forniscono una panoramica completa su quanto accade nel<br />
mondo del marketing, della comunicazione, dei media e dei<br />
new media. Pubblicato in dieci numeri l’anno più l’Annual, che<br />
costituisce una guida completa al mercato della pubblicità, e i<br />
numeri speciali, legati agli eventi da noi organizzati (Interactive<br />
Key Award e Press & Outdoor Key Award), ha una diffusione di<br />
10.500 copie, aumentate di 1.000 in occasione del Press &<br />
Outdoor Key Award (maggio), del Festival dell’advertising di<br />
Cannes (giugno), dell’Interactive Key Award (ottobre) e del<br />
Ponte Vecchio Challenge (dicembre). Tv Key è invece il<br />
Roberto Albano<br />
PRESIDENTE MEDIA KEY MILANO<br />
EVENTI<br />
MEDIA KEY<br />
MILANO: LE NOTTI DEGLI OSCAR<br />
www.donnaimpresa.com 61
veicolo più adatto per raggiungere chi conta nel<br />
mondo della televisione: dai manager ai creativi che<br />
intervengono nello studio e nella realizzazione degli<br />
spot, dai media planner ai media buyer che<br />
pianificano e acquistano gli spazi televisivi, dai<br />
produttori ai compratori di programmi televisivi, dai<br />
manager delle tv satellitari, generaliste e locali ai<br />
responsabili delle case di produzione e di servizi, agli<br />
operatori dell’home video e dell’hardware tv. Informa<br />
esaurientemente sul mondo della televisione, dalla<br />
creatività pubblicitaria al mercato della produzione e<br />
della post produzione di spot televisivi, dal panorama<br />
delle emittenti televisive ai dati sulle audience.<br />
Anch’esso pubblicato in dieci numeri l’anno, ha una<br />
diffusione in 9.500 copie, standard incrementato di<br />
1.000 unità in occasione del Sat Expo di Roma<br />
(marzo), del Festival dell’advertising di Cannes<br />
(giugno) e del Key Award (settembre). Media Key<br />
organizza inoltre alcuni tra i più importanti<br />
appuntamenti del settore, con la conduzione di<br />
celebri personalità del mondo dello spettacolo. Primo<br />
fra tutti il Key Award che, ormai giunto alla 41ª<br />
edizione, premia i migliori spot pubblicitari prodotti in<br />
Italia ponendosi come uno dei più autorevoli<br />
strumenti per conoscere le novità e le ultime<br />
tendenze della produzione pubblicitaria. A seguire,<br />
ma solo in relazione all’ordine temporale in quanto<br />
festeggerà il decimo compleanno il prossimo<br />
novembre 2009, l’Interactive Key Award pensato per<br />
premiare la creatività e l’innovazione tecnologica nel<br />
web, nella viral communication, nella mobile<br />
communication e nella comunicazione interattiva.<br />
Ultimo, perchè datato maggio 2004, il “Press &<br />
Outdoor Key Award”, ovvero il premio dedicato alle<br />
campagne stampa e affissione ‘made in Italy’. Per ciò<br />
che concerne l’area relativa alla comunicazione in<br />
rete è importante precisare che www.mediakey.tv<br />
lanciata a giugno 2007, è l’unica web tv in full screen<br />
dedicata al mondo della comunicazione.<br />
Numerosissime le interviste video ai protagonisti del<br />
mondo delle case di produzione, delle emittenti tv<br />
digitali e satellitari, delle agenzie e delle aziende. Non<br />
mancano le showreel di registi, location, case di<br />
produzione e post produzione ed i contributi speciali<br />
sugli eventi di Media Key Events, come il 5° Press &<br />
Outdoor Key Award, il 40° Key Award e l’edizione<br />
2008 dell’Interactive Key Award. Il mese di gennaio<br />
2009 ha segnato una importante tappa sia per ciò<br />
che concerne la promozione delle aziende che<br />
figurano negli Annual di Media Key e TV Key, in<br />
quanto esse saranno ora dotate di una scheda<br />
attraverso la quale avranno la possibilità di<br />
evidenziare le individuali peculiarità, che in relazione<br />
alla nascita di Mediakey.TVinforma, una newsletter<br />
interamente dedicata al mondo della comunicazione,<br />
dell’advertising, delle aziende, della televisione, dei<br />
media, che avrà cadenza bisettimanale. Ogni lunedì<br />
e ogni giovedì mattina gli oltre 10mila iscritti alla<br />
mailing list riceveranno infatti gli ultimi aggiornamenti<br />
sul mondo della pubblicità, con tante notizie di<br />
straordinario rilievo per chi lavora in questo ambito.<br />
La newsletter inoltre metterà in risalto le principali<br />
interviste video realizzate quotidianamente dai<br />
giornalisti della redazione di Media Key, anch’esse<br />
ospitate nella home page di www.mediakey.tv.<br />
UN TEMPO,<br />
“COMUNICARE” ERA<br />
SINONIMO DI “VIAGGIO”<br />
I canali di comunicazione erano le<br />
strade, le vie d’acqua e le ferrovie. La<br />
velocità di comunicazione era limitata<br />
alla velocità di viaggio umana.<br />
L’invenzione del telegrafo provocò la<br />
prima rottura tra movimento<br />
informativo e movimento fisico. Per la<br />
prima<br />
volta infatti, la velocità di un<br />
messaggio complesso riuscì a superare<br />
quella di un messaggio in carne e ossa.<br />
L’invenzione e l’uso del telegrafo<br />
inaugurarono il processo di<br />
appiattimento delle differenze<br />
informative fra i vari luoghi.<br />
Accorciando le “distanze comunicative”,<br />
si cominciò a superare sia le distanze<br />
fisiche che le barriere sociali.<br />
L’osservazione reciproca tra Est e Ovest<br />
parve ridurre le dimensioni del paese e<br />
avvicinare maggiormente luoghi e<br />
persone. I messaggi elettronici non<br />
creano ingressi sociali; si muovono<br />
furtivamente nei luoghi come ladri<br />
notturni…si infiltrano attraverso le<br />
pareti e coprono istantaneamente grandi<br />
distanze trasportando informazioni ed<br />
esperienze in ogni luogo e da ogni luogo.<br />
Funerali di Stato, guerre, scambi di<br />
ostaggi e voli spaziali sono spettacoli<br />
ormai recitati sul palcoscenico di<br />
qualunque salotto e i personaggi di questi<br />
spettacoli sono vissuti quasi come se<br />
fossero abituali frequentazioni .<br />
Comunicare con i media elettronici non è<br />
certamente come viaggiare da un posto<br />
all’altro e interagire con altre persone in<br />
incontri dal vivo, ma le informazioni<br />
trasmesse sono molto più simili<br />
all’interazione faccia a faccia rispetto alle<br />
informazioni contenute nei libri o nelle<br />
lettere. Inoltre, i “rapporti” con gli altri<br />
attraverso essi sono praticamente<br />
accessibili a chiunque, a prescindere dalla<br />
collocazione fisica e dalla “posizione”<br />
sociale.<br />
di Bruno Baldassarri<br />
LA BELLA E BRAVA GIORGIA SURINA (NELLA FOTO),<br />
CONDUTTRICE D'ECCEZIONE NELLA SERATA DI GALA DELLA<br />
PRESTIGIOSA MANIFESTAZIONE CHE COINVOLGE E PREMIA I<br />
PROFESSIONISTI DEL WEB, DEL WIRELESS E DELLA<br />
COMUNICAZIONE DIGITALE CHE SI SONO MAGGIORMENTE<br />
DISTINTI NELLA COMUNICAZIONE ONLINE PER CREATIVITÀ,<br />
ORIGINALITÀ E INNOVAZIONE TECNOLOGICA.<br />
Interactive<br />
9ª<br />
Key Award<br />
edizione<br />
Nella cornice prestigiosa dell' Aula Magna dell’Università IULM di Milano si è svolta la<br />
manifestazione dedicata al web, al mobile e al social marketing che premia i professionisti della<br />
comunicazione digitale. Alla serata hanno partecipato alcuni esponenti del mondo della<br />
comunicazione, delle aziende e dello spettacolo: tra questi L’A.D di Treccani Francesco Tatò,<br />
l’Amm. Unico di Le Fablier Michela Barona insieme al comico Paolo Migone e al deejay<br />
Federico Russo da Radio Deejay. Tra i premi di categoria si segnalano quelli conferiti ai siti di<br />
Maserati (categoria "Trasporto ed energia"), di Treccani (categoria Siti Corporate), Kraft Foods<br />
Italia ("email Communication), di Deutsche Bank ("mobile communication") e di Lufthansa<br />
("Tempo libero"), mentre nella categoria social marketing, novità di questa edizione che<br />
comprende i progetti di comunicazione attraverso gli strumenti del "Web 2.0", social network,<br />
l'award è stato vinto dal blog “AlfaMito” di Alfa Romeo. Di prestigio pure i premi speciali<br />
assegnati dal Gruppo Media Key. Wellnesstv di Technogym ha vinto come Best web tv,<br />
Le Fablier come Best spot on line. Il premio per la migliore Performance è stato consegnato<br />
all’agenzia A-Tono nella persona di Orazio Granato, mentre Iveco Origin 100% si è aggiudicato<br />
il Cross Media Interactive Key Award. La giuria dell'Interactive Key Award è composta da<br />
esperti del web e delle nuove tecnologie, da account manager, creative director e giornalisti di<br />
settore. I criteri in base ai quali i giurati hanno valutato i lavori iscritti sono la creatività, la qualità<br />
dei contenuti, l'innovazione e la facilità di fruizione.<br />
media key celebra il<br />
“genio italiano”www.mediakey.tv<br />
Media Key va in stampa con lo specialissimo volume di oltre 250 pagine "Capitani d'Impresa e<br />
Protagonisti della Comunicazione" Media Key chiude in bellezza il 2008 celebrando in un<br />
volume speciale le carriere di successo di molti fra i più importanti imprenditori e top manager<br />
italiani e una "Communication Story" ovvero la cronologia degli eventi più importanti accaduti nel<br />
mondo della comunicazione dal 1982 ad oggi. Nel volume di oltre 250 pagine da leggere e<br />
conservare, sono presenti gli esempi dell’eccellenza manageriale che hanno conquistato le vette<br />
più importanti del successo nell’Economia, nella Moda e nell’Industria: Giorgio Armani,<br />
Guido<br />
Barilla, Leonardo Del Vecchio, Guido Confalonieri, Sergio Marchionne,<br />
Luca Cordero di<br />
Montezemolo, Emma Marcegaglia, Giorgina Gallo, Franco Tatò, Carlo De Benedetti,<br />
Luciano Benetton sono alcuni dei personaggi che compaiono nelle pagine di questo importante<br />
numero di Media Key. Nel volume speciale figura anche una sezione dedicata alla<br />
‘comunicazione’ con le interviste ai protagonisti della marketing communication italiana.
QUARANTESIMA EDIZIONE DEL KEY AWARD, L’UNICO PREMIO<br />
NAZIONALE INTERAMENTE DEDICATO AL MONDO DEGLI SPOT,<br />
CHE HA RAGGIUNTO L’ATTESO TRAGUARDO DEI VENT’ANNI DI<br />
VITA. TANTI I FILM ISCRITTI E LE NOVITÀ CHE HANNO RESO<br />
INTERESSANTE LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE AL CINEMA<br />
ORFEO DI MILANO MAGISTRALMENTE PRESENTATA DA<br />
MASSIMO LOPEZ<br />
Key Award<br />
Il Key Award festeggia 40 edizioni con una<br />
super giuria: sul palco Massimo Lopez e<br />
Valeriana Mariani testimonial 2008 per le<br />
“campagne istituzionali e sociali:<br />
comunicazione pubblica e politica” in qualità<br />
di editore di “Donna Impresa Magazine” ,<br />
presidente “Uapi Confartigianato Donne<br />
Impresa” e presidente nazionale “Di Donna<br />
International”<br />
40ªedizione<br />
215 le campagne iscritte a quello che si conferma<br />
ancora punto di riferimento e significativo momento di<br />
incontro e confronto per coloro che operano nella<br />
creatività pubblicitaria italiana.<br />
Durante la cerimonia di premiazione sono stati assegnati oltre ai classici premi di categoria, fra cui<br />
spiccano i film pubblicitari di Orogel, Berloni, Telecom Italia, Citroen, Geox, Intesa Sanpaolo,<br />
RCS Gazzetta dello Sport, Antonio Merloni, Volkswagen, Caffè Kimbo, anche i premi speciali<br />
fra cui il Kodak Vision Award, per la migliore fotografia, alla campagna "Beghelli Pianeta Sole<br />
Abbracci "; l' Innovation Key Award per l'innovazione nel linguaggio pubblicitario, conferito al film di<br />
Arena - "Audience";<br />
il Premiere Key Award assegnato a Cirio ÒTengo o' core italianoÓ che ha<br />
avuto come testimonial Gerard Depardieu e l'Editor's Choice, vale a dire la migliore campagna per<br />
la redazione di TV Key assegnato a Sara Assicurazioni "Sara Free" prodotto da Movie Magic<br />
International). La serata è stata caratterizzata dalla verve e dall'humour raffinato di Massimo Lopez,<br />
capace di ironizzare con garbo sul mondo della pubblicità con un guru come Lorenzo Marini<br />
(direttore creativo della Lorenzo Marini & Associati) dalla comicità dissacrante di Dario Vergassola<br />
e dalla presenza di Anna Carlucci, al Key Award in veste di madrina d'eccezione della giuria<br />
(composta da giornalisti appartenenti a importanti media italiani, pubblicitari di grande esperienza, e<br />
un ristretto gruppo di professionisti). La regista è stata inoltre direttamente coinvolta nelle votazioni<br />
della categoria "product placement" , importante novità di questa edizione che mirava a premiare i<br />
migliori collocamenti di brand all'interno di pellicole cinematografiche e videoclip. Il riconoscimento è<br />
andato alla promozione della Gazzetta dello Sport all'interno del film “ L'allenatore nel pallone 2” .<br />
Alla serata hanno partecipato alcuni importanti esponenti del giornalismo e della comunicazione: tra<br />
questi Michele Goettsche, Layla Pavone,Walter Pancini, Pasquale Barbella, Fabrizio Russo, Andrea<br />
Castellari. Il Galà dei Winner è organizzato da Media Key Events in collaborazione con Kodak,<br />
Event Management, Rai Trade e Mediakey.Tv<br />
LA GIURIA: Assante Ernesto La Repubblica, Belli Katia Top Girl, Ciccola Marzia Posh, Coretti Alberto<br />
Urban (City Italia), Di Matteo Gabriele Affari & Finanza di Repubblica, Fatiguso Rita Il sole 24 ore, Fugnoli<br />
Laura All music- All news, Greco Andrea A-Anna, Guslandi Valerio Ciak, Magliocco Paolo Eva tremila,<br />
Mancini Gabriella La Gazzetta dello sport, Mariani Valeriana Donna Impresa Magazine /testimonial 2008<br />
comunicazioni istituzionali e sociali, Mortara Ariela docente comunicazione Iulm, Picardi Biagio Soprattutto,<br />
Pini Giancarlo Panorama travel, Pronzato Luisa Corriere magazine, Schieppati Mattia GQ, Sebastiani<br />
Massimo Ansa, Serra Silvestro Gente Viaggi, Stafuzza Silvio Vodu Srl, Zanelli Danilo Enjoy Milano,<br />
Zilio<br />
Maria Tilde Amica, Carlucci Anna regista tv e cinema,<br />
De Micheli Andrea Pres.Casta Diva Pictures,<br />
Florindia Salvatore General Manager di Staff-B, Guidone Silvano Pres. 'Silvano Guidone & associati’,<br />
Guslandi Matteo Ciak, Marini Lorenzo Pres. e dir. creativo 'Lorenzo Marini & associati', Pontiggia Federico<br />
Rivista del cinematografo, Pratesi Paolo dir. creativo Bottegacinema, Sias Gianni executive producer Made<br />
Group, Zanardi Landi Federico Avv. Studio Legale SJ Berwin, Badiani Maurizio Expansion, Betti Van Der<br />
Noot Dino B Communications, Bonomini Enrico On, Cacciapaglia Roberto Glance, Calvi Chiara McCann<br />
Erickson IT, Canti Antonio Planet Service, Concato Andrea Life Longari & Loman/Andrea Concato, Godi<br />
Franco Best Sound, Guarnera Bruno Fono Video Sync Ibba Flavio Top Digital
Le politiche a favore del cosiddetto sesso debole risalgono ai primi decenni del secolo<br />
scorso. Erano in realtà interventi mirati ad agevolare il ruolo delle donne al di fuori della<br />
famiglia e nascevano soprattutto dalla spinta del movimento femminista. In molti casi, le<br />
donne erano assimilate da leggi ad hoc ad altre categorie disagiate, quali i portatori di handicap,<br />
gli ex detenuti o le minoranze etniche, da aiutare in qualche modo perché potessero fare le cose<br />
tradizionalmente riservate all’altro sesso. Adesso molti economisti propongono un approccio<br />
diverso. Non si tratta solo di soddisfare la domanda delle donne che vogliono una presenza<br />
maggiore anche al di fuori della famiglia, pur senza essere troppo sacrificate dal doppio ruolo,<br />
bensì di considerare che senza un maggior apporto alla produzione di ricchezza dell’altra metà<br />
della popolazione mondiale, l’economia non cresce abbastanza. “Women are now the most<br />
powerful engine of global growth” , scrive l’Economist: “le donne sono ora il più potente motore<br />
dello sviluppo mondiale” . Non solo,<br />
in molti Paesi, unicamente quando le donne lavorano (a<br />
condizione di avere servizi sociali di supporto e condivisione di ruoli da parte degli uomini) è<br />
possibile fare il secondo figlio o addirittura il primo, ad assolvere il problema della bassa natalità<br />
soprattutto legato agli Stati più sviluppati. Ma in economia la crescita del potere femminile fatica a<br />
superare il cosiddetto “soffitto di cristallo”. La percentuale di donne nei consigli di<br />
amministrazione delle società quotate è del 7% nel mondo, del 15% in Usa, meno dell’1% in<br />
Giappone. In parte è una loro scelta prediligere impieghi meno competitivi e che consentono una<br />
miglior conciliazione con la famiglia, in molti altri casi è un limite imposto dalla società. Realtà<br />
destinata a cambiare anche perché diversi studi dimostrano che in molte attività le donne<br />
riescono meglio degli uomini. Metamorfosi che in Italia si realizza a ritmi più sostenuti grazie ad<br />
una sistema produttivo fatto essenzialmente di aziende di piccole e medie dimensioni nelle quali<br />
le donne hanno un peso crescente, ma anche dovuto al loro coraggio di mettersi in gioco con<br />
tutto quanto attiene l'impresa, collegando i bisogni dell’azienda, non ultimo l’utile, alla capacità di<br />
ispirare fiducia sia nei clienti quanto ai propri dipendenti dei quali non trascura le attese e<br />
considerando il principio di responsabilità come non eludibile. Ad affermarlo è il Censis che, nel<br />
Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2008, definisce l’imprenditoria femminile “Un<br />
fenomeno che cresce con ritmi più sostenuti di quelli dell'imprenditoria maschile, tanto che oggi<br />
le donne reggono - secondo dati di Unioncamere - il 25% del totale delle aziende italiane” .<br />
Successi pure confermati attraverso quei riconoscimenti ufficiali in cui le donne hanno<br />
incrementato significativamente la loro presenza, grazie anche alla politica effettuata dal<br />
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a cui va il plauso di sostenere, promuovendole,<br />
le politiche di genere.<br />
INTERVENTO DEL<br />
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA<br />
di Valeriana Mariani<br />
GIORGIO NAPOLITANO<br />
IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA DELLE INSEGNE DI<br />
CAVALIERE DELL'ORDINE "AL MERITO DEL LAVORO"<br />
Palazzo del Quirinale, 30 ottobre 2008<br />
Partecipo con grande piacere per il terzo anno a questa tradizionale, sempre<br />
significativa cerimonia. E' per me un'occasione d'incontro col mondo delle imprese,<br />
rappresentato da figure che ne incarnano la carica di dinamismo e la funzione<br />
sociale, e teso ad accogliere nuove promettenti energie, quelle dei giovani Alfieri.<br />
Anche nel corso dell'ultimo anno, ho cercato di dare particolare spazio - nel corso<br />
delle mie visite in varie regioni del paese - a prese di contatto con realtà<br />
imprenditoriali che esprimono le eccellenze raggiunte dal nostro sistema produttivo<br />
in molteplici campi e i processi di ristrutturazione e di avanzamento tecnologico<br />
che hanno consentito crescente competitività nel contesto internazionale. Vorrei<br />
aggiungere che ho nei miei viaggi all'estero trovato dovunque rappresentanze<br />
nutrite e qualificate dell'imprenditoria italiana, vere e proprie business community<br />
bene inserite nella rete dei rapporti economici e istituzionali: così in paesi<br />
importanti dalla Russia all'Egitto. E' stato per me un motivo di speciale<br />
soddisfazione vedere quanto siano apprezzate le presenze dei nostri operatori, le<br />
tradizioni e le capacità di cui sono portatori. E spero di aver potuto contribuire<br />
- come è mio dovere - allo sviluppo delle loro attività facendo sentire il nostro<br />
EVENTI<br />
QUIRINALE<br />
CONSEGNA DELLE INSEGNE DI CAVALIERE: SETTE LE DONNE<br />
www.donnaimpresa.com 39
sostegno nel rapporto con le autorità dei paesi in cui mi<br />
sono recato in visita di Stato. Guardare alle opportunità<br />
che ci offrono soprattutto le economie emergenti, è<br />
oggi particolarmente importate. Mi riferisco ad<br />
economie da anni in forte e addirittura impetuosa<br />
ascesa, che si può prevedere reagiscano meglio - pur<br />
risentendone anch'esse - alle conseguenze del disordine<br />
finanziario mondiale originato dalla crisi americana e ai<br />
rischi di recessione, ai venti di recessione che<br />
avvertiamo con tanta preoccupazione in Italia e in<br />
Europa. Penso che da parte di quanti hanno<br />
responsabilità di governo, in varii ambiti, nel nostro<br />
paese, si presterà attenzione, non si lesineranno sforzi,<br />
iniziative e risorse da destinare alla proiezione<br />
internazionale del nostro sistema di imprese e anche, in<br />
questo quadro, al settore della cooperazione allo<br />
sviluppo. Non occorre sottolineare quanto critico si sia<br />
fatto rispetto a un anno fa, il quadro globale in cui<br />
anche la nostra economia e i suoi pilastri - il mondo<br />
delle imprese e del lavoro, il risparmio e i consumi<br />
delle famiglie - sono immersi. Richiamo a questo<br />
proposito - senza la pretesa di sintetizzarli né<br />
tantomeno di integrarli - gli elementi di analisi e di<br />
giudizio espressi pochi giorni fa, in termini aggiornati e<br />
con l'abituale rigore e obbiettività, dal Governatore<br />
della Banca d'Italia in Parlamento. Gli effetti sull'Italia<br />
della crisi finanziaria internazionale sono stati lì<br />
puntualmente indicati, sottolineandosi come essi si<br />
sommino a debolezze strutturali preesistenti; e nello<br />
stesso tempo si è, nell'esposizione del Governatore,<br />
offerta una puntuale motivazione delle misure adottate<br />
dal governo. Ulteriori elementi saranno di certo<br />
pubblicamente offerti con gli interventi delle autorità<br />
che parteciperanno alla Giornata mondiale del<br />
risparmio. Mi basti rilevare come vincoli già molto<br />
stringenti posti alle politiche pubbliche e alle decisioni<br />
di bilancio dall'impegno e comunque dalla necessità<br />
obbiettiva cui il nostro paese deve rispondere, di<br />
riduzione costante e sensibile del debito pubblico -<br />
come a detti vincoli si sia venuta aggiungendo l'ipoteca<br />
che di fronte al divampare della crisi non si poteva non<br />
accendere sulle risorse finanziarie dello Stato per<br />
procedere a interventi di sostegno del sistema creditizio<br />
e anche delle imprese industriali in difficoltà. E' stato<br />
essenziale muoversi a questo proposito in sintonia con<br />
l'Unione europea e segnatamente con l'Eurogruppo:<br />
guai se la spesso bistrattata Europa non avesse<br />
confermato, e più fortemente espresso, il suo<br />
insostituibile ruolo. Ma spetta alle nostre istituzioni<br />
nazionali compiere le difficili scelte che riguardano la<br />
distribuzione delle misure di contenimento della spesa<br />
pubblica corrente, la definizione di priorità strategiche<br />
da osservare anche in questa fase di ristrettezze se<br />
vogliamo mantenere aperte per l'Italia prospettive di<br />
più intensa ed equilibrata crescita economica e di<br />
maggiore coesione sociale. Si tratta di scelte che<br />
dovrebbero scaturire da un confronto aperto, ponderato<br />
e costruttivo tra le forze politiche e tra le forze sociali. Ho confidato che tale confronto si potesse avviare dopo le elezioni<br />
dello scorso aprile: i fatti non hanno confortato questa aspettativa, mi auguro ancora e ritengo possibile che la forza delle<br />
cose faccia maturare un clima di reciproco ascolto, di attenzione, senza rigidità preclusive, alle rispettive ragioni e proposte.<br />
Questo io auspico e sollecito avendo, da qualche tempo, abbandonato il ricorso ad una parola oramai logorata e troppo vaga<br />
come quella "dialogo". Puntiamo intanto, qui oggi, sui motivi di fiducia che ci vengono dalle prove superate da imprese e<br />
imprenditori, che trovano riconoscimento nelle nomine dei nuovi Cavalieri del Lavoro. Abbiamo lavorato anche quest'anno<br />
col ministro per lo sviluppo economico - sulla base della lunga fase istruttoria imperniata sull'Ordine e sulla Fondazione dei<br />
Cavalieri del Lavoro - ad una selezione finale che corrispondesse agli indirizzi della legge del 1986 e anche ai criteri da me<br />
suggeriti per le ultime edizioni; ad una selezione finale che rispecchiasse realtà di tutte le ultime edizioni; ad una selezione<br />
finale che rispecchiasse realtà di tutte le parti del paese, che incoraggiasse l'imprenditore meridionale chiamato ad operare in<br />
condizioni difficili, che valorizzasse l'apporto delle donne - prescelte quest'anno nel numero di 7, una in più del 2007 - e che<br />
premiasse comportamenti virtuosi sul piano sociale e della sicurezza del lavoro. Ringrazio per il risultato ottenuto il nuovo<br />
Presidente dott. Benedini - cui auguro pieno successo nello svolgimento del suo mandato e a cui desidero esprimere il mio<br />
vivo apprezzamento per le considerazioni che ha svolto questa mattina e per l'enfasi che ha voluto porre su iniziative volte a<br />
valorizzareeamettereinluceleeccellenze e gli sforzi di Napoli e del Mezzogiorno. E rivolgo un affettuoso incitamento<br />
agli Alfieri del Lavoro: ragazzi, contiamo molto sulla vostra passione e sul vostro impegno.
INTERVENTO DEL MINISTRO<br />
ALLE ATTIVITA’ PRODUTTIVE<br />
ON. CLAUDIO SCAJOLA<br />
Signor Presidente della Repubblica, Donna Clio, Signor Presidente del Senato, Signor Presidente della Camera, Autorità,<br />
Signore e Signori il conferimento delle insegne di Cavaliere del Lavoro costituisce, da oltre un secolo, l’occasione per tributare<br />
all’imprenditoria italiana un solenne riconoscimento per l’attività svolta e per il prezioso contributo reso al progresso<br />
economico e civile del Paese. Questa onorificenza ha conservato, intatta nel tempo, la sua importanza e il suo alto valore<br />
simbolico e rappresenta, oggi, uno dei titoli di maggior prestigio della nostra Repubblica: una Repubblica, che è<br />
costituzionalmente “fondata sul lavoro” e che, della cultura e dell’etica del lavoro, deve continuare a fare il pilastro del proprio<br />
sviluppo. Proprio sulla base di questi alti valori è possibile costruire una società migliore, premiare il merito, promuovere la<br />
crescita e il benessere dell’intera comunità nazionale. Lo testimonia la grande tradizione imprenditoriale italiana, che trova<br />
un’ennesima, positiva conferma nelle donne e negli uomini di impresa, che, oggi, ricevono le insegne di Cavalieri del Lavoro.<br />
Le loro storie professionali sono costellate non solo di brillanti risultati aziendali, ma anche di straordinarie qualità umane e<br />
sociali: senso di responsabilità, spirito di sacrificio, passione per la propria attività, dedizione al lavoro e rigore nei<br />
comportamenti. Sono queste le qualità, di cui il Paese ha bisogno, soprattutto nella difficile congiuntura che stiamo<br />
attraversando. La tempesta finanziaria che si è abbattuta sui mercati internazionali - infatti – comincia a far sentire i propri<br />
effetti anche sull’economia reale, aprendo scenari ricchi di difficoltà. In realtà, il tessuto produttivo italiano, solidamente<br />
ancorato alla tradizione manifatturiera, appare meno esposto, rispetto ad altri Paesi, alle conseguenze della crisi, e mostra anzi<br />
segnali di confortante dinamismo e vitalità, attestati dal recente dato sull’export, che segna un incremento dell’8,3% nelle<br />
esportazioni verso i Paesi extraeuropei. È necessario, tuttavia, mantenere alto il livello di attenzione. Il Governo Berlusconi è<br />
determinato nell’adottare tutte le misure che possano contribuire a rilanciare la crescita, attenuando l’impatto della crisi<br />
internazionale sull’economia italiana. Per conseguire questo obbiettivo è necessario agire secondo tre direttrici principali:<br />
l’aumento della competitività, il rilancio della domanda, la stabilità del credito. Se la competitività è un obiettivo strategico,<br />
di fronte alle sfide dell’economia globalizzata, che richiede anche grandi interventi infrastrutturali di medio periodo, tuttavia essa<br />
dipende per gran parte proprio dalla capacità degli imprenditori, di quegli imprenditori dei quali è qui rappresentata l’eccellenza.<br />
La sfida della competitività si vince con l’innovazione, con la capacità creativa, con lo spirito di sacrificio delle imprese e dei<br />
lavoratori. Ma si vince anche assicurando alle imprese la possibilità di finanziare l’innovazione. Questo significa che il sistema<br />
bancario deve fare la sua parte, pur in questo momento difficile. E che il governo deve mettere le banche in condizione di farlo.<br />
Il credito alle aziende, e anche il credito al consumo, non può interrompersi, per evitare l’avviarsi di una spirale recessiva che<br />
potrebbe avere gravi conseguenze. Il sistema delle garanzie sul credito verrà quindi rafforzato con risorse adeguate, che aiutino il<br />
sistema bancario a svolgere la sua funzione positiva, che non è solo quella di raccogliere il risparmio, ma anche quella di<br />
assicurare i finanziamenti al mercato. Tutto questo va anche nella prospettiva di assicurare un adeguato sostegno alla domanda<br />
interna, fatta di consumi e di investimenti, essenziale per l’industria, per il commercio, per tutte le attività produttive.<br />
Signor Presidente, in questa stagione difficile tutti coloro che hanno responsabilità istituzionali o politiche non possono essere<br />
sordi ai Suoi autorevoli e ripetuti richiami al senso dello Stato, alla necessità di individuare – al di là della naturale dialettica fra le<br />
forze politiche – quella solidarietà e quell’omogeneità di intenti che nei momenti difficili una classe dirigente deve saper trovare.<br />
L’impegno dell’imprenditoria italiana, del quale i Cavalieri del Lavoro sono simbolo e testimonianza, e con esso l’impegno di<br />
tutto il mondo del lavoro, merita uno sforzo altrettanto costruttivo e responsabile da parte della politica e delle istituzioni.<br />
Il Governo farà la sua parte, e si augura di trovare nel Parlamento e in tutte le forze politiche in esso rappresentate lo stesso spirito<br />
di responsabilità. Signori Cavalieri del Lavoro, l’Italia può contare su di uno straordinario patrimonio imprenditoriale, di cui Voi<br />
rappresentate i campioni di eccellenza. Istituzioni, mondo dell’impresa e mondo del lavoro debbono lavorare insieme, dialogare<br />
ed agire concordemente nell’interesse generale. In questo modo, ne sono certo, riusciremo a superare anche le difficoltà di questi<br />
mesi e potremo guardare con fiducia ad un futuro di rinnovata crescita per il Paese!
IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE NAZIONALE<br />
DEI CAVALIERI DEL LAVORO<br />
BENITO BENEDINI<br />
Palazzo del Quirinale, 30 ottobre 2008<br />
Signor Presidente, è per noi tutti un onore, e per me personalmente un grande privilegio, prendere parte alla cerimonia<br />
solenne che vede oggi insigniti 25 nuovi Cavalieri del Lavoro. Per loro, come per ciascuno di noi, essere prescelti e insigniti<br />
della più alta onorificenza al Merito del Lavoro è motivo di legittimo orgoglio. Ma sappiamo che questo atto non esprime<br />
solo un riconoscimento per il contributo portato al mondo dell’impresa, dell’economia e del lavoro. È, soprattutto,<br />
un’investitura, l’assegnazione di un compito e di una responsabilità importanti: rinnovare il nostro impegno, con spirito di<br />
servizio, per concorrere a costruire il progresso e lo sviluppo del Paese. Noi Cavalieri del Lavoro, Signor Presidente,<br />
troviamo in Lei un imprescindibile punto di riferimento. Così come lo troviamo nella Costituzione della Repubblica Italiana,<br />
che compie sessant’anni in questo 2008 e che Lei stesso ha recentemente richiamato come un fondamento che “è vivo e ha<br />
un futuro: una tavola di principi e di valori, di diritti e di doveri, di regole e di equilibri, che costituisce la base del nostro<br />
stare insieme animando una competizione democratica senza mettere a repentaglio il bene comune”. Avvertiamo una grande<br />
sintonia con queste Sue parole. Dove leggiamo, nel Suo citare il bene comune, la garanzia e la misura dei diritti della<br />
persona; e, nella competizione democratica, il luogo in cui la<br />
libertà di iniziativa economica trova la propria espressione più<br />
alta e il proprio significato più pieno. Oggi, il Paese ha bisogno<br />
di riferimenti forti come questi, perché la crisi della finanza<br />
mondiale coinvolge anche noi e i riferimenti alla recessione,<br />
per la nostra economia, sono sempre più espliciti e autorevoli:<br />
non ultimo, quello del Governatore della Banca d’Italia, Mario<br />
Draghi. Tracciare un quadro realistico della situazione e dei<br />
suoi effetti è senz’altro prematuro. Ma è evidente l’opportunità<br />
di attivare al più presto misure a favore delle imprese, richieste<br />
più volte, anche nei giorni scorsi, dalla Presidente di<br />
Confindustria, Emma Marcegaglia. Così come è stata buona,<br />
opportuna e tempestiva l’azione del Governo fin dai primi<br />
segnali della crisi finanziaria, insieme alle sue prese di<br />
posizione in sede europea. È proprio in momenti come questi,<br />
a nostro avviso, che bisogna raccogliere le energie migliori per<br />
reagire, con la consapevolezza che qualunque crisi può e<br />
deve essere generatrice di rinnovamento. Tra queste energie<br />
ci sono sicuramente la ricerca e l’innovazione, temi ai quali,<br />
circa un mese fa, la nostra Federazione ha dedicato l’ultimo<br />
convegno nazionale. La ricerca sfida il sapere consolidato e<br />
le sue frontiere per produrre nuova conoscenza.<br />
L’innovazione è la capacità di gestire la conoscenza per<br />
generare vantaggi competitivi attraverso la produzione di<br />
nuovi beni, processi e sistemi organizzativi. Entrambe hanno<br />
per fondamento la circolazione delle idee. Ed entrambe<br />
sono, prima di tutto, una risorsa: in una stagione in cui<br />
l’economia mondiale è scossa da turbolenze così forti,<br />
promuovere la cultura della ricerca e dell’innovazione, la<br />
sua diffusione pervasiva, è forse il modo più efficace di<br />
interpretare il diritto-dovere di difendere e promuovere<br />
l’impresa e i suoi valori: gli stessi in cui crede ciascuno di<br />
noi. Un’altra risorsa, un’altra energia positiva di cui cogliere<br />
il potenziale come fattore di sviluppo, è la migrazione.<br />
L’Italia ne ha un bisogno strutturale, non solo per alimentare<br />
la crescita economica, ma anche per ricostruire un equilibrio<br />
demografico da cui si allontana giorno dopo giorno. Così<br />
come ha un bisogno sostanziale di immigrazione di lavoro<br />
qualificato, se non vuole restare fuori dai flussi di<br />
circolazione mondiale della conoscenza, essenziali per lo<br />
sviluppo della ricerca, dell’innovazione, della competitività.<br />
Gli stranieri regolari – ha detto qualcuno – sono il<br />
lubrificante del mercato del lavoro; possiamo aggiungere<br />
senz’altro che sono la benzina dell’economia. La condizione<br />
è che vi sia integrazione: uno scambio tra concessione di<br />
libertà e di diritti, e assunzione di responsabilità e rispetto di<br />
doveri; uno scambio fondato sul riconoscimento reciproco,<br />
sullo sforzo di conoscere e di comprendere, anche se questo<br />
non porta necessariamente a pensarla sempre e su tutto allo<br />
stesso modo. Reciproco, perché non può che essere un<br />
processo a due direzioni. Un tema al quale la nostra<br />
Federazione ha dedicato ampio spazio nelle proprie attività,<br />
portando il proprio impegno all’attenzione dell’opinione<br />
pubblica con il convegno del maggio 2007, sotto il Suo Alto<br />
Patrocinio. Un’ulteriore azione per mettere in circolo<br />
energie positive, per concorrere a ricostruire un clima di<br />
fiducia indispensabile per superare le difficoltà del momento<br />
attuale, è dare visibilità e valorizzazione alle esperienze<br />
esemplari: il modo più efficace per combattere i pregiudizi e<br />
sconfiggere gli atteggiamenti negativi, vittimistici o<br />
disfattisti che siano. È la strada che ha imboccato diversi<br />
mesi fa il Gruppo del Mezzogiorno della Federazione dei<br />
Cavalieri del Lavoro, portando all’attenzione della stampa<br />
nazionale e internazionale le esperienze imprenditoriali di<br />
eccellenza nell’area di Napoli, per ridimensionare con fatti<br />
oggettivi un’immagine enfaticamente negativa che<br />
danneggia la città e l’intera Italia: l’inizio di un percorso che<br />
intendiamo proseguire, per dare un segnale incisivo e per<br />
stimolare proposte di rilancio del nostro Sud. Un’area,<br />
peraltro, dove in questi mesi il Governo ha lavorato bene e<br />
ha dato segnali concreti di volontà e di capacità di<br />
intervento, rispondendo a una necessità condivisa da tutti gli<br />
italiani: più presenza dello Stato per meglio combattere la<br />
criminalità organizzata. Signor Presidente, le Sue<br />
sollecitazioni chiare e puntuali su questi temi e sui tanti altri<br />
problemi che gravano sul Paese, sono per noi uno stimolo<br />
quanto mai incisivo a esprimere una partecipazione<br />
responsabile. Così come è uno stimolo la Sua attenzione<br />
costante e vigile alla tutela della salute e della sicurezza nei<br />
luoghi di lavoro: un fattore che è, insieme, indice del livello<br />
di civiltà di un Paese ed elemento di competitività e di<br />
sviluppo. Le nostre esperienze aziendali, per quanto<br />
ciascuna abbia una propria unicità distintiva, sono
accomunate da una convinzione: le imprese sono<br />
fatte di persone, e la prima forma di responsabilità<br />
sociale d’impresa è quella che un imprenditore<br />
assume verso i propri collaboratori. Per le imprese,<br />
perseguire la prevenzione degli infortuni e la<br />
sicurezza sul lavoro è prima di tutto un fatto di<br />
responsabilità sociale, che deve esprimersi nella<br />
tensione continua al miglioramento della sicurezza<br />
sul luogo di lavoro e deve coinvolgere la<br />
formazione delle risorse umane, l’organizzazione<br />
del lavoro, l’innovazione tecnologica. La<br />
formazione, non solo costituisce la risposta corretta<br />
al problema della sicurezza sul lavoro, ma<br />
rappresenta uno strumento decisivo per poter dare<br />
una risposta efficace alle esigenze di<br />
riqualificazione e di sviluppo della capacità<br />
produttiva e competitiva del sistema delle imprese.<br />
Ma il contrasto al fenomeno degli incidenti sul<br />
lavoro sarà pienamente efficace solo quando lo<br />
sforzo di creare una cultura diffusa della sicurezza<br />
investirà integralmente la comunità sociale; quando<br />
il messaggio di cui questo sforzo è portatore<br />
raggiungerà il cittadino prima ancora che diventi un<br />
lavoratore, entrando nelle case, nelle scuole e in tutti<br />
i luoghi e i contesti che hanno il compito di far<br />
crescere nelle persone la consapevolezza di sé e del<br />
proprio valore, la propria coscienza civile, il proprio<br />
essere parte di una comunità. Ambiti, ancora una<br />
volta, in cui i Cavalieri del Lavoro potranno mettere<br />
a disposizione le proprie competenze e la propria<br />
esperienza per il raggiungimento di un obiettivo<br />
condiviso e irrinunciabile.<br />
Signor Presidente, a conclusione di questo incontro<br />
– che molto ci onora – l’auspicio che riteniamo di<br />
poter formulare per il nostro Paese è che esso riesca<br />
a superare, con equilibrio, la fase assai complessa e<br />
impegnativa che sta attraversando. Ma, prima<br />
ancora che un augurio, questo è per noi un obiettivo<br />
al quale rivolgere uno sforzo concreto. In momenti<br />
come questi, infatti, l’attenzione torna a<br />
concentrarsi sulle imprese, sulla loro capacità di<br />
competere sui mercati e di creare sviluppo: su<br />
questo fronte, noi Cavalieri del Lavoro, con le<br />
nostre aziende, siamo impegnati in prima persona.<br />
Con la consapevolezza che un’assunzione di<br />
responsabilità da parte di tutti gli attori in gioco, un<br />
impegno corale, è tanto più strategico quanto più è<br />
complessa la situazione da affrontare. Per quella che<br />
dobbiamo gestire oggi, in particolare, realizzare un<br />
rapporto virtuoso tra il fare impresa e il fare credito<br />
è un passaggio obbligato. Più in generale, è<br />
soprattutto nei momenti di crisi che occorre creare<br />
un legame profondo tra l’etica della società, quella<br />
dell’economia e i comportamenti delle<br />
organizzazioni e degli individui che fanno parte<br />
dell’una e dell’altra. Proprio oggi, insieme a un<br />
nuovo Statuto, la nostra Federazione approverà per<br />
la prima volta il proprio Codice Etico. Per noi è il<br />
coronamento di un percorso che porta a rendere<br />
espliciti i valori nei quali ci riconosciamo, i principi<br />
che ispirano le nostre azioni e le responsabilità che<br />
abbiamo scelto di assumere nei confronti dei nostri<br />
interlocutori. Ma è anche un modo per affermare<br />
quanto sia necessario recuperare a tutto campo<br />
quell’etica, quel modo di interagire basato sulla<br />
fiducia e sull’onestà, che è premessa indispensabile<br />
per la competitività, per il mercato e per lo sviluppo.<br />
Patrizia Bambi<br />
Direttore creativo<br />
di Tessilform,<br />
azienda di famiglia<br />
all’interno della<br />
quale crea, nel<br />
1993 il brand<br />
“Patrizia Pepe”<br />
Paola<br />
Michelacci<br />
Imprenditrice nel<br />
settore turistico<br />
alberghiero. E’<br />
proprietaria e<br />
gestisce 10 hotel, 4<br />
residence ed una<br />
beauty farm: la<br />
“Maison D’O”<br />
Raffaella Braga<br />
Radice<br />
Presidente di Sessa<br />
Marine una delle<br />
realtà di maggior<br />
successo del<br />
panorama nautico<br />
europeo<br />
Angela<br />
D’Onghia<br />
Amm. unico della<br />
Nocese Manifatture<br />
titolare del<br />
marchio “Harry e<br />
Sons”. Valore<br />
aggiunto della<br />
Nocese una<br />
produzione tutta<br />
italiana<br />
Giovanna<br />
Furnaletto<br />
Amministratore<br />
delegato e<br />
Presidente di<br />
Furla, Amm. unico<br />
di Furla Holding<br />
spa, Furla Real<br />
Estate srl e Furla<br />
Leasing srl<br />
Cesara<br />
Garbarino<br />
Mazzola<br />
Presidente di Abet<br />
spa, azienda<br />
leader in europa e<br />
tra le prime del<br />
mondo nel settore<br />
dei materiali edili<br />
Maria G.<br />
Mazzocchi<br />
Presidente di<br />
Editoriale Domus,<br />
attività imp.le di<br />
famiglia in cui,<br />
oltre a mantenere<br />
la leadership di<br />
riviste storiche,<br />
avvia nuove<br />
iniziative editoriali<br />
FEDERAZIONE NAZIONALE DEI CAVALIERI DEL LAVORO<br />
La Federazione<br />
Nazionale dei Cavalieri<br />
del Lavoro è<br />
l'associazione alla quale<br />
i Cavalieri del Lavoro<br />
aderiscono dopo essere<br />
stati insigniti<br />
dell'Ordine al "Merito<br />
del Lavoro", istituito<br />
nel 1901 da Vittorio<br />
Emanuele III come<br />
segno del riconoscimento pubblico agli<br />
imprenditori che, all'inizio del secolo<br />
scorso, crearono le basi per lo sviluppo<br />
economico dell'Italia. Dal punto di vista<br />
giuridico la Federazione, nata nel 1923, è<br />
un ente morale, riconosciuto come<br />
associazione senza scopo di lucro sin dal<br />
1925. Concorre, con la partecipazione al<br />
Consiglio dell’Ordine al Merito del<br />
Lavoro, alla nomina dei Cavalieri del<br />
Lavoro. Dal 24 ottobre 2007 è presieduta<br />
da Benito Benedini, nominato Cavaliere<br />
del Lavoro nel 1994.<br />
La totale indipendenza economica e la<br />
natura apolitica, ne garantiscono obiettività<br />
e imparzialità dei suoi impegni, volti<br />
premiare i valori umani del lavoro,<br />
dell'ingegno e della realizzazione<br />
dell'individuo ad essi connessa, così come<br />
riportato nello Statuto riveduto ed<br />
approvato dall'Assemblea del 12 ottobre<br />
2001. Il titolo viene concesso il giorno del<br />
2 giugno di ogni anno dal Capo dello<br />
Stato, in occasione della festa della<br />
Repubblica, a venticinque imprenditori che<br />
si sono distinti nei settori dell'industria,<br />
dell'agricoltura, del commercio, del<br />
turismo e dei servizi, dell'artigianato e<br />
delle attività creditizie e assicurative, con<br />
importanti ricadute nel sociale e in<br />
particolare nell'occupazione.<br />
Le onorificenze vengono consegnate nel<br />
mese di ottobre al Quirinale. A scorrere<br />
l'Albo dell'Ordine "al merito del lavoro",<br />
dove sono iscritti tutti gli insigniti, si<br />
ritrovano nomi che consentono di<br />
ripercorrere le tappe evolutive<br />
dell'economia italiana e dei suoi maggiori<br />
protagonisti. Vi figurano i pionieri della<br />
prima industrializzazione, i grandi<br />
personaggi del mondo economico italiano<br />
dalla prima metà del '900, tecnici e<br />
scienziati come Guglielmo Marconi e<br />
Angelo Salmoiraghi e, nella seconda metà<br />
del '900, i protagonisti del miracolo<br />
economico e dello sviluppo industriale del<br />
Paese. Tra costoro, anche quanti, pur non<br />
partecipando al capitale d’impresa, hanno<br />
assunto decisioni strategiche o comunque<br />
hanno svolto funzioni di direzione<br />
manageriale.<br />
Le Attività<br />
La Federazione Nazionale dei Cavalieri del<br />
Lavoro non si limita a una pura funzione di<br />
rappresentanza associativa, ma costituisce<br />
uno strumento di presenza dei Cavalieri del<br />
Lavoro nella società.<br />
01<br />
02<br />
03<br />
04<br />
05<br />
06<br />
07<br />
08<br />
09<br />
10<br />
11<br />
12<br />
13<br />
14<br />
15<br />
16<br />
17<br />
18<br />
Luigi Artoni<br />
Presidente Amministratore<br />
Artoni trasporti spa<br />
Giannantonio Brugola<br />
Presidente e Consigliere<br />
delegato di OEB<br />
E. Tommaso Cucchiani<br />
Membro del Vorstand di<br />
Allianz SE; CEO e Amm.<br />
delegato Allianz spa<br />
O. Spagnoletti Zeuli<br />
Imprenditore Agricolo e<br />
Accademico Onorario dei<br />
Georgofili<br />
Roberto Poli<br />
Presidente Eni spa<br />
Aurelio De Laurentis<br />
Produttore Cinematografico<br />
Ernesto Gismondi<br />
Presidente di Artemide<br />
Group spa<br />
Antonello Montante<br />
Presidente MSA spa,<br />
Mediterr Shock Absorbers<br />
Mario Nencini<br />
Presidente Incom spa<br />
Giuseppe Ramonda<br />
Presidente Sorelle<br />
Ramonda spa<br />
Michele Paolo Levi<br />
Presidente di Nilit Ltd, di<br />
SN Fibers j.v. e MCA Ltd<br />
Jannotti Pecci<br />
Amm. delegato Impresa<br />
A. Minieri spa,<br />
Titolare<br />
Terme di Telese, GH Telese<br />
e dello stabilimento di<br />
imb. acqua Telese<br />
Giancarlo Selci<br />
Fondatore e Amm. delegato<br />
Biesse spa<br />
Fiorindo Stroppiana<br />
Amm. delegato Mondo spa<br />
e di Mondo Fin spa<br />
Orazio Boccia<br />
Pres. di Arti Grafiche spa<br />
Enrico Salsa<br />
Pres. del Consiglio di<br />
Gestione Intesa SanPaolo<br />
Pres. Italconsult spa e Amm.<br />
delegato Tecno Holding spa<br />
Giandomenico Di Sante<br />
Amm. e Coordinatore di<br />
numerose attività imprenditoriali<br />
tra cui EXPO 2000 e<br />
Mobilificio Di Sante<br />
Adriano Calvini<br />
Presidente MadiVentura spa<br />
Presidente ALCE e Ass.<br />
Utenti Portuali<br />
1 2 3<br />
4 5 6<br />
7 8 9<br />
10 11 12<br />
13 14 15<br />
16 17 18
Nel distretto affaristico di<br />
Sydney batte un cuore<br />
italiano. Level 20, 44<br />
Market Street: qui si trova<br />
il quartier generale della<br />
Camera di Commercio e<br />
Industria Italiana a<br />
Sydney,unufficio<br />
composto da oltre dieci<br />
persone che lavorano<br />
instancabilmente per<br />
avvicinare il piú possibile<br />
Italia e Australia.<br />
di Luigi Mariani<br />
La Chamber of Commerce é una societá no profit operativa dal 1922,<br />
che, oltre a offrire servizi commerciali alle aziende italiane e<br />
australiane, organizza eventi promozionali e anima un network che<br />
incorpora non solo la business comunity locale, ma anche i media e le<br />
autoritá politiche. La pubblicazione camerale, Voi Tutti (trimestrale in<br />
lingua inglese), da semplice bollettino per i soci é divenuta la prima<br />
rivista di lifestyle italiano in Australia, tanto che si appresta ad uscire<br />
presso edicole selezionate in allegato al popolare magazine Vogue<br />
Living. Con un fatturato di cinque milioni di dollari australiani, la<br />
Camera di Sydney si é confermata per il quarto anno consecutivo la<br />
prima nel suo circuito. Un successo che non si basa solo sui numeri,<br />
naturalmente, ma su un’idea, su una vision alternativa del ruolo di<br />
Camera di Commercio all’estero. E dietro un’idea vincente, come<br />
avviene nella maggior parte dei casi, c’é un uomo ispirato, sostenuto da<br />
un team affiatato. Nicola “Nicholas” Caré, 49 anni, ingegnere, nel 1983<br />
si é trasferito a Sydney, dopo aver trascorso la sua infanzia tra<br />
Catanzaro e Roma, e dal 1999 é Segretario Generale della Camera.<br />
La bontá del suo lavoro gli é valsa un posto nel Consiglio di<br />
Amministrazione di Assocamerestero, in rappresentanza di tutti i<br />
segretari generali, e negli organi di altre aziende australiane, pubbliche<br />
e private, oltre al titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana.<br />
NICHOLAS<br />
CARÉ<br />
Segretario Generale<br />
THE ITALIAN CHAMBER OF COMMERCE<br />
AND INDUSTRY IN AUSTRALIA INC.<br />
PUBBLICO&PRIVATO<br />
A TU PER TU CON<br />
www.donnaimpresa.com 31
“Da italiano,<br />
poi, non posso<br />
non citare la<br />
mamma: é lei<br />
che mi ha<br />
educato, é lei la<br />
persona alla<br />
quale devo quel<br />
che sono. Non<br />
scordiamoci<br />
che essere una<br />
buona madre,<br />
in fondo, é<br />
l’impresa delle<br />
imprese”.<br />
Era un ragazzo quando si trasferí in Australia: cosa la<br />
spinse a dare questa svolta radicale alla sua vita?<br />
La prima volta venni in vacanza e rimasi immediatamente<br />
colpito dalla semplicitá dello stile di vita australiano.<br />
Ai tempi realizzai subito che l’Australia era la Valle<br />
dell’Eden dove avrei voluto spendere il resto della mia<br />
vita; oggi, a distanza di venticinque anni, devo dire che é<br />
rimasto un paese a misura d’uomo, in cui si vive bene.<br />
Qui le differenze di classe non si avvertono, a differenza<br />
di quanto accade in altre societá piú antiche e tradizionali,<br />
come quelle europee; le opportunitá di lavoro sono<br />
numerose e soprattutto c’é la possibilitá di crescere<br />
professionalmente in qualsiasi campo. Io fui fortunato,<br />
quando arrivai, a inizio anni ottanta, perché anche le<br />
ultime forme di discriminazione nei confronti degli<br />
italiani stavano svanendo: la popolazione cominciava<br />
finalmente ad apprezzare il contributo dei migranti<br />
italiani allo sviluppo del paese. Ricordo ancora il mio<br />
primo lavoro, per ripagarmi gli studi di ingegneria: ero<br />
addetto alla filatura in un’azienda che produceva tappeti.<br />
Ai tempi non parlavo quasi una parola d’inglese, ma<br />
quando il manager, durante il colloquio d’assunzione, mi<br />
chiese se conoscessi la lingua, io risposi solamente “yes!”<br />
e cosí ottenni il posto. Non ho mai lavorato tanto<br />
duramente come in quel periodo, ma la considero ancora<br />
come una delle esperienze piú intense e formative della<br />
mia vita: ho imparato a condividere le gioie e i sacrifici<br />
quotidiani degli emigrati, non solo italiani, che<br />
lavoravano insieme a me, e coi quali comunicavo<br />
attraverso un idioma del tutto particolare, un misto tra<br />
calabrese, inglese, croato e lingue di altre comunitá<br />
rappresentate in fabbrica. Fuori dal lavoro preferivo<br />
frequentare australiani, per questioni di adattamento,<br />
anche se questo significava rimpinzarsi di hamburger e<br />
patatine e rinunciare alla pasta.<br />
Come é cambiata l’Australia, da allora?<br />
E’ cambiata in maniera considerevole. Negli anni ottanta<br />
il paese era ancora isolato dal resto del mondo, poi é<br />
arrivata la globalizzazione dei mercati e delle<br />
comunicazioni, l’evoluzione dei mezzi di trasporto e la<br />
maggior facilitá negli spostamenti, che hanno avvicinato<br />
l’Australia agli altri paesi industrializzati. Il fatto di essere<br />
una nazione relativamente giovane, dal punto di vista<br />
storico, e quindi particolarmente aperta al confronto con<br />
altre realtá, ha fatto sí che s’integrasse efficacemente con<br />
culture diverse da quella anglosassone, dando vita a<br />
quello che ritengo essere un modello di societá<br />
multiculturale vincente e senza eguali al mondo.<br />
Dall’ingegneria al commercio: cosa ha ispirato la sua<br />
carriera professionale?<br />
Il passaggio dagli studi d’ingegneria al network delle<br />
Camere di Commercio all’estero é profondamente legato<br />
alla mia personalitá. Dopo piú di dieci anni di vita<br />
trascorsi a Sydney, durante i quali l’unico legame con<br />
l’Italia era la mia famiglia, ho sentito l’esigenza di<br />
realizzare qualcosa di utile per gli italiani residenti in<br />
Australia. Grazie al mio carattere estroverso,<br />
all’esperienza e alle conoscenze maturate sino ad allora,<br />
ho cominciato a porre le basi per realizzare un ponte che<br />
mettesse in contatto la business community australiana<br />
con la societá d’affari italiana.<br />
Quando fu nominato Segretario Generale della<br />
Camera, aveva giá una un’idea dell’impronta<br />
personale che avrebbe dato alla societá?<br />
La mia intenzione era quella di creare non solo un<br />
soggetto a cui tutti coloro che interagivano con l’Italia per<br />
motivi d’affari potessero rivolgersi per un sostegno, ma<br />
un punto di riferimento per rafforzare l’immagine<br />
dell’Italia e del Made in Italy, che, come sappiamo,<br />
costituisce la marcia in piú dell’italiano rispetto al resto<br />
del mondo. Sono stati anni duri, ma con l’aiuto della<br />
Provvidenza e la collaborazione di quanti, intorno a me,<br />
hanno creduto in questo progetto, abbiamo dato vita a un<br />
ufficio che oggi promuove con successo l’italianitá non<br />
solo presso la comunitá d’affari italo-australiana, ma<br />
anche la grande industria australiana, e che si propone sul<br />
mercato come una vera e propria azienda. Sotto altro<br />
aspetto, ho cercato di costruire un ambiente di lavoro nel<br />
quale le persone potessero esprimere il meglio di se<br />
stesse, dove passione per la vita e professione<br />
s’integrassero fra loro. Dal punto di vista istituzionale,<br />
invece, ho sempre creduto nel confronto e nella<br />
collaborazione con gli altri soggetti del Sistema Italia, in<br />
particolare con l’ICE: questa strada, finora, ha sempre<br />
dato ottimi risultati.<br />
La sua idea di Camera di Commercio dunque sembra<br />
andare oltre l’offerta di servizi commerciali e la<br />
promozione degli scambi tra Italia e Australia.<br />
Promuovere il made in Italy, a mio modo di vedere, non<br />
consiste solamente nel promuovere dei prodotti di<br />
derivazione italiana. Significa promuovere un’idea, un<br />
concetto, una cultura che appartiene alla storia di un<br />
popolo. Allo stesso tempo, peró, occorre farlo in maniera<br />
sempre nuova, con un taglio avvincente e giovanile. Da<br />
qui sono nati l’ Aperitivo Club e Voi Tutti. Il primo é un<br />
evento importantissimo, perché mira ad aggregare il<br />
meglio della gioventú imprenditoriale locale, che si<br />
ritrova per parlare, per scambiarsi idee, per fare network.<br />
All’italiana, naturalmente, davanti a un cocktail e a delle<br />
tartine. Davvero un successo eccezionale, di cui sono<br />
orgoglioso. Attraverso Voi Tutti, il nostro magazine<br />
camerale, vogliamo invece diffondere la passione e<br />
l’amore per la vita che da sempre contraddistinguono gli<br />
italiani, dar voce a quei personaggi che tanto hanno fatto<br />
e continuano a fare per la business community locale,<br />
sotto il profilo del sostegno all’italianitá. Sono convinto<br />
che uno dei compiti principali delle camere di commercio<br />
italiane all’estero sia proprio quello di creare un legame<br />
forte tra il paese di riferimento e l’Italia: la cultura e le<br />
tradizioni viaggiano anche attraverso il commercio. In<br />
fondo é questo che ci distingue dalle altre 73 camere nel<br />
mondo e che ci ha reso leader del network: la capacitá di<br />
investire nei giovani e di saperci adeguare al continuo,<br />
repentino cambiamento della societá. Basti pensare che il<br />
nostro staff si compone di ragazzi al di sotto dei<br />
trentacinque anni e lo stesso Consiglio di<br />
Amministrazione non supera la media dei cinquanta.<br />
Inoltre ospitiamo periodicamente stagisti di alto profilo,<br />
selezionati sulla base di una convezione con il CRUI<br />
(Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) e<br />
l’Universitá Bocconi.<br />
Come hanno influito negli anni le congiunture
economiche internazionali sui suoi progetti? L’attuale crisi finanziaria globale, ad esempio, compromette in qualche<br />
modo la piena operativitá della Camera, che peraltro gode di sussidi governativi?<br />
Quando i soldi non ci sono, non ci sono, c’é poco da fare. Di periodi difficili ce ne sono stati, in passato, ma quello attuale<br />
forse é uno dei peggiori; d’altro canto non possiamo certo strapparci i capelli e starcene a guardare. Non sono i successi, a<br />
mio modo di vedere, che formano un uomo, ma le avversitá che é riuscito a superare. L’essenziale é sapersi rinnovare,<br />
rimettersi in discussione e trovare sempre vie alternative, che ci possano garantire la realizzazione dei nostri obiettivi e<br />
delle idee in cui crediamo.<br />
Indichi il motivo principale per il quale un’impresa italiana in cerca di fortuna in Australia dovrebbe rivolgersi alla<br />
Camera di Commercio Italiana di Sydney...<br />
Semplice: la profittabilitá. Se un cliente investe con noi mille, noi gli garantiamo un ritorno di diecimila. Naturalmente<br />
questa garanzia poggia sulla professionalitá dei servizi che forniamo: a prezzi assai competitivi sul mercato, assicuriamo<br />
alle aziende un’assistenza scrupolosa, che si tratti della ricerca di agenti e distributori, dell’organizzazione di missioni<br />
commerciali, appuntamenti B2B ed eventi promozionali. La lista di clienti che hanno sfondato nel mercato australiano<br />
grazie al nostro aiuto é lunga.<br />
Le donne: che posto hanno avuto e hanno tuttora nella sua vita?<br />
Le donne hanno avuto molta importanza nella mia vita: sono convinto che a fianco di un grande uomo ci sia sempre una<br />
grande donna. E di grandi donne, oltre alla mia attuale compagna, sono circondato ogni giorno, anche per motivi di lavoro.<br />
Penso alle tante imprenditrici e manager nostre socie, una su tutte Carla Zampatti, stilista italiana che non solo gestisce con<br />
successo la sua azienda, ma ricopre la carica di Presidente dell’SBS, la radiotelevisione di stato Australiana, e siede presso i<br />
consigli di amministrazione di societá molto importanti. Da italiano, poi, non posso non citare “la mamma”: é lei che mi ha<br />
educato, é lei la persona alla quale devo quel che sono. Non scordiamoci che essere una buona madre, in fondo, é l’impresa<br />
delle imprese.<br />
The Italian Chamber of Commerce is committed to promoting and extending business relations between<br />
Australia and Italy. Since our beginnings in 1922, the Italian Chamber of Commerce has helped countless<br />
companies in both Italy and Australia succeed in business, has fostered a range of trade developments, and has<br />
helped relations between our two great countries grow.<br />
3<br />
1<br />
1- Ingresso della Italian Chamber di Sydney<br />
2- Il team camerale in una foto scattata in<br />
occasione dell’Aperitivo Club organizzato<br />
con Barilla Australia e denominato “La<br />
cucina povera”. Da sinistra: Federica Guidi<br />
(Sales and Membership Manager), Dario<br />
Privitera (Trade Coordinator), Silvia Selmo<br />
(Events & Trade Fairs Coordinator), Marco<br />
Moretti (Trade Manager), Katherine<br />
Stevenson (Communications Manager),<br />
Nicola Rossi (Trade Assistant), Elisa Costoli<br />
(Events Assistant), Vincenzo Pagano<br />
(Trade Assistant), Luigi Mariani (Media<br />
Liaison Officer);<br />
3- La rivista “Voi Tutti”<br />
2
Il diritto d’autore risulta essenziale per la politica culturale attraverso “l’industria culturale” termine introdotto nel ’47 da<br />
Adorno per indicare il processo di erosione da parte dell’industria verso l’arte e della massificazione della cultura. Esso<br />
diventa un concetto dominante nell’industria creativa a partire dalla stampa a caratteri mobili (riproducibilità) ed esprime<br />
il diritto dell’autore di escludere altri dalla copia o alla rappresentazione del loro lavoro senza un’autorizzazione; oltre alla<br />
protezione costituisce un incentivo alla creatività. Con il progresso tecnico la riproduzione dell’arte è divenuta banale,<br />
con costi di riproduzione sempre più bassi e qualità delle copie sempre più alta; per questo si cerca di aumentare anche<br />
il grado di protezione, ma il mercato culturale (in particolare quello musicale) sembra entrato in una situazione<br />
pericolosamente stagnante.<br />
I pirati sono tra noi. O meglio, i<br />
pirati siamo noi.<br />
Il download (cioè il prelievo di file) di musica e video sulla Rete è ormai pratica ampiamente diffusa e consolidata, e, soprattutto, socialmente<br />
accettata. A fianco della pirateria “fisica” consumata nelle strade attraverso la vendita di cd masterizzati, spopola infatti il download illegale di<br />
musica via Internet, le cui cifre, a livello mondiale, si attestano sui 20 miliardi di brani musicali scaricati l’anno e punte di 10 milioni di utenti attivi<br />
contemporaneamente. Gli ultimi dati Eurispes stimano che il 25 per cento degli italiani che hanno accesso a Internet scarichi abitualmente file<br />
illegali. “Uploader” così vengono definiti coloro i quali mettono a disposizione di altri utenti della comunità virtuale contenuti di vario genere.<br />
L'operazione di contrasto dello scambio illegale di file di opere musicali, video ed informatiche - effettuato mediante condivisione delle stesse in<br />
rete, il cosiddetto peer to peer - quasi sempre in grado di anticipare la diffusione dei brani musicali prima ancora che arrivino negli scaffali dei<br />
negozi, è da inquadrarsi in un contesto di prevenzione e repressione del fenomeno della illecita diffusione di materiale coperto da copyright, che<br />
costituisce una grave turbativa del mercato legale e genera mancati introiti all'Erario per milioni di euro all'anno. l'Italia tra i Paesi con i livelli più<br />
preoccupanti di contraffazione. L’Ifpi (l’organizzazione che rappresenta a livello mondiale l’industria discografica) ha collocato, infatti, il nostro<br />
paese nella lista delle dieci nazioni più vessate dal fenomeno conferendole la medaglia d’oro per quanto riguarda l’Europa occidentale. Per quanto<br />
lontano dalle punte di Indonesia (dove l’88% del mercato è nelle mani del crimine), Cina (85%), Russia (67%) o Grecia (50%).<br />
(14 GENNAIO 2009 PALAZZO CHIGI)<br />
Il mercato discografico è sempre stato uno dei più ricchi e rigogliosi, tuttavia, oggi, sta attraversando un periodo di forte crisi dovuto al crollo delle<br />
vendite dei CD e alla contemporanea diffusione di nuove tecnologie e applicazioni illegali che permettono di acquisire prodotti musicali<br />
gratuitamente ed istantaneamente. Colpire i grandi spacciatori di musica illegale, costituisce un segnale di fermezza contro una crescente attività<br />
organizzata che causa notevoli danni ai nuovi business model della musica in rete. Ma l’offensiva giudiziaria non basta a fermare i milioni di<br />
consumatori, soprattutto giovani che ormai ritengono superato il problema della proprietà privata in campo musicale. Oltre cinque miliardi di euro<br />
l'anno, due dei quali per la violazione del diritto d'autore, sono i danni totali subiti dallo stato italiano a causa della pirateria e della contraffazione.<br />
Un fenomeno in crescita secondo il Sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Paolo Bonaiuti che pone il<br />
problema di affrontare l’infausto, rovinoso, primato dell'Italia nel ristretto gruppo dei paesi più industrializzati in il cui il danno è più marcato. Ed è<br />
proprio per questo che si è insediato alla presidenza del Consiglio dei ministri lo specifico comitato tecnico - chiesto dal ministero dei beni culturali<br />
e coordinato dal Segretario Generale del dipartimento informazione ed editoria di Palazzo Chigi e delegato italiano all'Onu per la proprietà<br />
intellettuale Mauro Masi – che nell’arco massimo di un trimestre incontrerà tutti i rappresentanti del settore, compreso il mondo di Internet, per<br />
raccogliere idee e trovare una strategia efficace nella lotta al fenomeno specificando che “Non c'è alcun intento repressivo dei confronti del fenomeno di<br />
Internet: sarebbe tecnicamente impossibile ma anche culturalmente sbagliato” . Masi e con lui il ministro per i Beni culturali Sandro Bondi hanno poi<br />
evidenziato la necessità di “trovare un punto di equilibrio fra libertà individuali, interesse pubblico, diritti d'autore e sviluppo economico del Paese” e<br />
sottolineando come l'Italia sia nella «watch list» del governo americano per quanto riguarda la pirateria multimediale. La presentazione del progetto<br />
è stata accompagnata dai numeri che fotografano il fenomeno della pirateria in Italia: 1.400.000 CD sequestrati solo nel 2004, denunce e arresti<br />
solo in sensibile calo e venditori ambulanti che la fanno da padrona nei dati relativi alle retate che hanno portato al sequestro del materiale illegale.<br />
Importante, soprattutto, il dato secondo cui la pirateria rappresenterebbe ad oggi circa il 25% del mercato musicale italiano, percentuale che le<br />
istituzioni intendono ora scalfire partendo dalla comunicazione mediatica. Infatti la Presidenza del Consiglio ha anche finanziato con 131.000 euro<br />
una campagna promozionale contro la pirateria firmata Alan Bates che presto attraverserà i media italiani. Faletti il testimonial inchiodato al muro<br />
da cd sputati fuori da un masterizzatore. La pirateria è un crimine: è questo il concetto che emerge dalle immagini che uno spot di prossima visione<br />
porterà in tv e non solo, in quanto accompagnato da una pubblicazione quadrimestrale denominata "Crimes & computer" . Il plauso all'iniziativa<br />
trova l'immediato accorato assenso da quanti attendevano che si riparasse all’equivoco secondo il quale in internet tutto sarebbe lecito e/o fruibile<br />
gratuitamente.<br />
IL MERCATO DEL DISCO È ATTUALMENTE DOMINATO DA GRANDI SOCIETÀ MULTINAZIONALI, COMUNEMENTE<br />
CHIAMATE "MAJORS". ESSE CONTROLLANO OLTRE L'80% DEL MERCATO MONDIALE DELLA MUSICA RIPRODOTTA<br />
(77% NEL 1999), IL RESTO È APPANNAGGIO DELLE COSIDDETTE ETICHETTE INDIPENDENTI, CHE PERÒ SPESSO<br />
DEVONO AVERE ACCORDI CON LE MAJOR PER LA DISTRIBUZIONE DEI DISCHI AI PUNTI VENDITA.<br />
Lotta alla pirateria musicale, le<br />
major e le etichette indipendenti<br />
cambiano strategia?<br />
Creare, distribuire ed acquisire i contenuti in rete: tra economia e libertà, quale paradigma per il futuro? Internet ha radicalmente modificato le realtà<br />
pratiche ed economiche del patrimonio culturale e della diffusione del sapere. Siamo di fronte ad un fenomeno del tutto nuovo nella nostra specie: per<br />
la prima volta la Rete offre l'opportunità di costruire un'istanza globale, interattiva ed universalmente accessibile della conoscenza e dell'eredità<br />
culturale umana. Si apre in questo contesto lo spazio del cosiddetto "dilemma digitale", ossia il delicato equilibrio che necessariamente il legislatore<br />
deve assicurare tra "il diritto di ciascuno di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso<br />
scientifico ed ai suoi benefici" e "il diritto in capo all'autore alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica,<br />
letteraria ed artistica" (Dichiarazione Universale dei Diritti dell'uomo, art. 27). continua a pagina 68-69<br />
“La vita senza<br />
musica sarebbe<br />
un errore”<br />
(Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli)<br />
LA MUSICA È STATA DEFINITA<br />
LINGUAGGIO DEGLI AFFETTI.<br />
NIETZSCHE È COLUI IL QUALE<br />
PIÙ DI ALTRI HA COMPRESO<br />
COME ESSA CELASSE IL<br />
SEGRETO PROFONDO DEL<br />
LINGUAGGIO UMANO, IN CUI<br />
L’ORIZZONTE DEL SENSO SI<br />
APRE QUANDO LA LOGICA SI<br />
BAGNA NELLA PURA<br />
SONORITÀ DELLE PAROLE.<br />
Che la musica rappresentasse una disciplina fortemente educativa lo avevano<br />
già scoperto i filosofi greci. Platone aveva della musica una visione etica<br />
fortemente legata all’educazione morale e civile. Pitagora ne ricercò invece le<br />
regole scientifiche e matematiche. Nei secoli, oltre al sistema educativo, la<br />
musica è stata accostata addirittura al principio del “Buon Governo”. Secondo<br />
alcuni pensatori del XV secolo infatti, per ottenere la massima armonia dai loro<br />
strumenti, i regnanti dovevano comportarsi come i musicisti. Già per Platone i<br />
sovrani dovevano avere le stesse qualità dei musicisti. Nel 1531 Andrea Alciati<br />
nel suo Emblemata gioca sull’ambiguità dei termini “chorda” (corda) e cor,<br />
cordis (cuore) per sottolineare l’importanza di “accordo”e “concordia”, intese sia<br />
come armonia di suoni, sia come alleanza. L’accordo rimanda<br />
contemporaneamente all’unità dei sentimenti (cuore) e all’unità dei suoni<br />
(corde). I sovrani illuminati dovevano imparare dai musicisti. Nei dipinti del<br />
Rinascimento è frequente trovare strumenti musicali a corde, accostati a figure<br />
di regnanti: il governante usava la scienza musicale per imparare a “governare”<br />
i suoi “strumenti”. Nel 1907, Jules Combarieu, musicologo francese di area<br />
positivista, nel saggio “La musica, sue leggi, sua evoluzione” vede la musica<br />
come fenomeno articolato e complesso, comprensibile attraverso il ricorso a<br />
sette discipline tra loro correlate: acustica (scienza del suono), fisiologia (come<br />
reagiamo fisicamente quando percepiamo i suoni), matematica (le regole che<br />
governano armonia, ritmo e melodia), la psicologia (l’influenza della musica sul<br />
nostro stato d’animo), l’estetica (il valore intrinseco dell’opera musicale), la<br />
storia(evoluzione delle forme di espressione musicale), la sociologia (il ruolo<br />
della vita collettiva nella formazione dei vari tipi di musica).<br />
ATTUALITA’<br />
Storie di pirati e libertà<br />
LE NUOVE FRONTIERE DEL DIRITTO D’AUTORE<br />
www.donnaimpresa.com 67
Nasce il grande progetto musicale<br />
in rete “HAVE A SYNC!”<br />
firmato CinevoxRecord a dimostrazione che “essere vivi nel proprio tempo” implica,<br />
come ci spiega il Presidente della storica casa editoriale Bixio, l’accettazione<br />
consapevole di talune irreversibili trasformazioni sociali alle quali dobbiamo<br />
necessariamente conformarci…come dire "Eu danço conforme a musica" citando<br />
un proverbio brasiliano la cui traduzione è: "Ballo a seconda di quello che sta suonando".<br />
Franco Bixio lei è uomo dotato di grandissima competenza musicale. La musica, come sappiamo, è il linguaggio dell’uomo più universale,<br />
capace di far riflettere e di modificare le motivazioni immediate, capace di riportare al centro dell’esistenza (anche per solo un attimo) il<br />
rapporto tra essere e significato; ciò prende corpo nel confronto che si realizza, dopo il silenzio, tra il flusso musicale e il pensiero (o<br />
riflessione). La composizione musicale si configura come una produzione autonoma dalle altri arti, è antica quanto il bisogno dell’uomo di<br />
comunicare e rappresenta le inquietudini dell’evoluzione<br />
umana. La musica unifica e aggrega le persone.<br />
Appartiene a tutte le culture, a tutte religioni, a tutte le<br />
lingue. Tutti riescono a intuirne e coglierne i significati.<br />
Tutti riescono a sperimentarla direttamente. Non vi sono<br />
barriere fisiche. Può suonare e cantare chiunque perché<br />
essa, a differenza di molte metodologie didattiche<br />
praticate in outdoor, non discrimina. La musica è<br />
accessibile a tutti e rappresenta un’esperienza formativa<br />
a 360°. In modo “soft” coinvolge corpo, mente e spirito<br />
in quanto attiva il sistema sensoriale: udito, vista, tatto;<br />
stimola l’emisfero sinistro e l’emisfero destro; sollecita<br />
la sfera emozionale intervenendo sul nostro sistema<br />
limbico. La musica scatena emozioni ed energia; àncora<br />
l’esperienza ai suoni, al sistema spazio-temporale<br />
condiviso, alla gestualità del proprio corpo, creando<br />
un’unità di apprendimento unica e compatta. Attraverso<br />
la musica si può sperimentare la disciplina, la creatività,<br />
il lavoro individuale e quello di squadra. La vibrazione<br />
musicale alza i toni dell’esperienza verso l’intimità di<br />
ciascun individuo esorta a condividere un valore<br />
universale comune al di sopra delle parti: quello della<br />
persona. Con essa si ritrovano atmosfere, profumi,<br />
odori, voci, luci, ma soprattutto "sensazioni" che non si<br />
possono descrivere a parole ma che, sembra incredibile,<br />
si radicano dentro di noi, in chissà quale angolo del<br />
nostro cervello… “L'uomo nel cui cuore la musica è<br />
senza eco, che non si commuove ad un bell'accordo di<br />
suoni, è capace di tutto, di ferire, di tradire di rubare.<br />
Non fidarti di lui, ascolta la musica!” diceva Nietzsche a<br />
sostenere la sensibilità, quasi la soavità, di un animo<br />
che di essa si nutra. Questo in un tempo in cui il<br />
concetto di “digitale” era ben lungi dall’essere scoperto<br />
ed interpretato e la diffusione della cultura musicale<br />
avveniva esclusivamente “vis a vis” attraverso le<br />
performance nei teatri. Astrazione divenuta una realtà di<br />
tale indiscutibile potenza da porre il problema della<br />
regolamentazione, come essenziale per la longevità di<br />
un settore fortemente in crisi quale il vostro. La<br />
Federazione contro la pirateria musicale (Fpm),<br />
denuncia infatti che il valore della musica scaricata da<br />
Internet in Italia senza pagare i diritti è di 300 milioni di<br />
euro, più dell'intero mercato che nel 2007 aveva fatturato<br />
266 milioni. Il fenomeno rallenta sul fronte musicale<br />
grazie alla crescita dell'offerta legale di chi, come lei, ha<br />
deciso di cambiare strategia ricercando nuovi modelli di<br />
Franco Bixio<br />
PRESIDENTE DEL GRUPPO<br />
EDITORIALE BIXIO<br />
Il Gruppo Bixio, fondato da Cesare Andrea Bixio negli anni venti, si è imposto nel mondo<br />
musicale internazionale, abbracciando il repertorio delle canzoni celebri del passato<br />
insieme alle più note colonne sonore del cinema italiano, fino ai grandi successi della<br />
musica leggera e del Festival di Sanremo.<br />
FRANCO BIXIO<br />
business. Sto parlando naturalmente di “HAVE A SYNC!” il grande progetto multimediale di cui è titolare, in cui sono pubblicati vecchi e<br />
nuovi titoli del ricco catalogo di cui il Gruppo Editoriale Bixio dispone, in edizioni cd digipak arricchite da bonus track (la cui distribuzione<br />
italiana è a cura della Deltadischi ), pensato al fine di rispondere sia all’esigenza di un mercato profondamente mutato dall’avvento della<br />
tecnologia digitale che privilegia il web sia per le relazioni interpersonali quanto per l’acquisizione della cultura in senso ampio, che per ciò<br />
che concerne la necessità di promuovere una nuova cultura che rifugga l’illegalità come principio e che privilegi l’ascolto di “qualità”. I<br />
nomi inseriti nel vostro catalogo sono V.M. prestigiosi e la richiesta giunge da ogni parte del mondo, non solo da semplici appassionati ma<br />
anche dagli addetti ai lavori che di fatto oggi rappresentano i suoi principali interlocutori…<br />
Nel nostro catalogo si trovano i più svariati generi musicali, dal drammatico alla comedy, dall’horror all’evergreen; motivo per il quale sempre più spesso<br />
a noi si rivolge anche la pubblicità: con “Parlami d’amore Mariù” inserita in uno spot di Dolce & Gabbana, quest’anno abbiamo addirittura vinto un Key<br />
Award. E intanto, contemporaneamente ai titoli più noti, cerchiamo anche di valorizzare quelli che erano finiti un po’ nel dimenticatoio. Novità, titoli<br />
storici e compilation trovano nuove vetrine promozionali e opportunità commerciali in rete rompendo gli schemi dellasolida routine promozionale a cui<br />
eravamo abituati. Abbiamo creato nuove figure professionali specializzate nel web marketing e, nel prossimo futuro, lanceremo delle iniziative<br />
finalizzate a innescare un’interazione con il pubblico. Il nostro principale obiettivo è invogliare la gente a “giocare” con il nostro catalogo rovesciando la<br />
nostra prospettiva tradizionale: stimolare la creazione di immagini per la musica, oltre che di musica per le immagini. E poi, trattandosi nella maggior<br />
parte dei casi di brani strumentali, si evitano gli ostacoli legati alla lingua e diventa più facile farsi apprezzare anche all’estero. Grazie a questo, oggi<br />
siamo una delle etichette italiane più note in tutto il mondo. In Giappone, soprattutto, che rimane il mercato più fiorente per le colonne sonore, italiane in<br />
particolare, ma anche negli Stati Uniti, da cui arrivano molte richieste di musiche per la sonorizzazione di film e telefilm. La domanda è vivace anche in<br />
Francia e in Germania, un po’ meno in Inghilterra. E in Italia, dopo anni di torpore, ci sono fortunatamente segnali di risveglio. L’operazione di ristampa,<br />
intanto, è ancora in essere…abbiamo iniziato con i titoli più famosi, ma con 700 film e 8 mila ore di musica registrata a disposizione è ovviamente lunga<br />
la strada da percorrere.<br />
Produzione, distribuzione e condivisione dei contenuti in rete: analisi del paradigma economico, della tutela autoriale, dell'accesso e<br />
dell'accessibilità dei contenuti…La riflessione sui modelli di produzione e distribuzione dei contenuti da una parte, e su quelli di<br />
apprendimento dall'altra si è resa urgente anche per le istituzioni, l’abbiamo appurato con l’insediamento di una speciale commissione di<br />
vigilanza presso la Presidenza del Consiglio alla quale è stato demandato il compito di trovare soluzioni normative e politiche, nonché<br />
proposte programmatiche, che tutelino i produttori di conoscenza, ma al contempo consentano “l'accesso” alla conoscenza.<br />
Il settore dell’industria discografica è stato influenzato negli ultimi decenni dallo sviluppo delle tecnologie che hanno cambiato radicalmente i parametri<br />
commerciali, come anche le attitudini dei consumatori. Prima il walkman, poi l'iPod sono diventati non solo potenti mezzi per portare la musica nella<br />
propria quotidianità camminando, viaggiando…ma soprattutto sono sempre più simboli di uno stile di vita dinamico, curioso, attivo. Esistono ormai<br />
autorevoli ricerche che parlano di "generazione iPod",..e la prova più immediata di questo cambiamento è nella quantità di cuffiette bianche che si<br />
vedono in giro, e non solo nei grandi centri urbani. Da tempo si esibiscono anche gli appartenenti allo "star System". Inoltre, proprio le tecnologie<br />
hanno ampliato i confini stessi del mercato consentendo l’ingresso a nuovi attori estranei al settore. E’ il caso, ad esempio, delle imprese informatiche e<br />
di telecomunicazioni. Gli strumenti fino ad oggi adottati dalle case discografiche per contenere la concorrenza e per mantenere quote di mercato non<br />
sono stati efficaci, mentre appare fondamentale, per superare i limiti strutturali del settore, un deciso rinnovamento organizzativo di marketing e, più in<br />
generale, culturale, sia nei processi produttivi, sia nei confronti della concorrenza, sia verso il consumatore. Quest’ultimo, infatti, ha assunto e riveste un<br />
ruolo sempre più attivo e decisivo anche alla luce degli attuali strumenti di comunicazione, più accessibili, più veloci, più globali. In modo particolare<br />
l’avvento e l’accesso a Internet, oltre a incidere significativamente sulla filiera e sui costi, consente all’acquirente finale di intervenire talvolta addirittura<br />
nella definizione del prezzo d’acquisto e, spesso, di sancire il successo o il fallimento di un prodotto. Che il sistema della comunicazione musicale sia<br />
stato modificato radicalmente dall'avvento del digitale, è un dato innegabile sul quale noi operatori dobbiamo riflettere; palese che si necessitasse<br />
anche di una regolamentazione che da una parte non limitasse la diffusione della musica in quanto cultura, ma dall’altra tutelasse la longevità dei<br />
settori produttivi coinvolti e la creatività degli autori. Per quanto riguarda noi il “creare” un contenitore attraverso il quale si sia resa legittima l’operazione<br />
di scaricare musica con pochi centesimi, ha fatto sì che potessimo essere riammessi all’interno di un mercato che, lo ricordiamo, seppure fortemente<br />
compromesso dal punto di vista delle garanzie, ha però grandissime chance in termini “universalità”.<br />
L'anonimato, l'immediata disponibilità dei file desiderati, l'assenza di barriere fisiche, la rapidità, concetti base tanto della rete quanto dei<br />
software di file-sharing, hanno provocato un aumento esponenziale nella diffusione di musica illegale…<br />
Il problema è che esperienze come quella di Napster, e successivamente come quella dei suoi vari cloni, hanno creato l'opinione diffusa che la musica<br />
debba essere gratuita, in particolare in rete. Ormai l'equazione musica online = musica gratuita è stata fatta propria da gran parte dei frequentatori<br />
abituali di internet. Come è ovvio immaginare, il web offre grandi opportunità di business per le aziende del settore ma tale business non potrà<br />
svilupparsi in maniera compiuta finchè quell'equazione sarà accettata come pratica abituale e finchè la "competizione" non sarà bilanciata. Aziende che<br />
spendono cifre enormi in ricerca, in promozione, in produzione, che pagano royalties ad artisti e alle società degli autori ed editori, che pagano tasse e<br />
devono mantenere strutture presso le quali lavorano decine, se non addirittura centinaia e migliaia, di persone non possono competere con chi non<br />
sostiene gli stessi costi..<br />
Quali strategie ritiene debbano essere adottate nel breve e nel lungo termine per porre definitivamente fine a questa piaga?<br />
E' necessario insistere sulle due strade della lotta alla pirateria: sensibilizzazione e controllo. E' necessario che si riporti la legalità nel Web, a quel<br />
punto gli investimenti sulla vendita di musica on line non rischieranno più di essere un’utopia, così come bisogna continuare a informare i consumatori<br />
sui danni provocati dalla pirateria e sui rischi (molto alti) che si corrono producendo e anche acquistando CD falsi. E’indispensabile che la soglia di<br />
attenzione delle forze dell'ordine nei confronti del problema rimanga alta al fine di debellare tanto la produzione quanto la vendita al dettaglio deiCD<br />
masterizzati; dove questo è stato fatto con continuità la situazione è notevolmente migliorata.<br />
Quali invece le attività che svolgete al fine di sensibilizzare la collettività ed in particolare i giovani, che sono i maggiori fruitori di musica?<br />
Numerose sono state le campagne sul tema, i dibattiti nelle aule scolastiche. La sensibilizzazione del consumatore è una priorità assoluta…in fondo i<br />
soggetti coinvolti sono sempre due, il produttore del falso e colui che lo acquista. Troppo spesso il consumatore di prodotti contraffatti non sa (o non<br />
vuole sapere...) ciò che realmente si cela dietro la pirateria musicale, l'impatto che questa ha sulla nostra economia, e l'allarme sociale che desta in<br />
termini di arricchimento dei network criminali (troppo spesso sottovalutato). Personalmente sono impegnato con la Associazione dei Fonografici Italiani<br />
(A.F.I.), alla quale è iscritta la mia società, insieme alla SIAE e all’IMAIE nel progetto “Rispettiamo la creatività”, campagna di sensibilizzazione nelle<br />
scuole medie italiane sul valore della musica e dei suoi protagonisti. L’iniziativa si propone di illustrare ai giovani e ai loro insegnanti l’importanza della<br />
proprietà intellettuale nella musica e il suo ruolo nella difesa della creatività e nel progresso delle arti, senza affrontare questi temi dal punto di vista<br />
delle conseguenze legali repressive previste per gli atti di pirateria, ma con l’obiettivo di far capire quanto, perché e come questi temi possono<br />
coinvolgere la nostra vita e il nostro futuro. Il progetto fa parte delle iniziative di E.M.C.A. Italia un’alleanza tra gli enti che rappresentano gli autori, gli<br />
editori. i produttori e gli artisti nata con lo scopo di promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai giovani sul valore della creatività. Finoadora<br />
abbiamo coinvolto circa 1.600 scuole e stiamo preparando, con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione, la nuova campagna 2009 con<br />
l’obiettivo di estendere il progetto a tutte le scuole italiane. Ritengo che questa iniziativa sia perfettamente in linea con quanto annunciato dal Ministro<br />
Bondi in merito agli interventi, anche di prevenzione, di cui si occuperà il Comitato Tecnico del quale fa parte anche il Presidente della SIAE, Giorgio<br />
Assumma, che avrà l’importante compito di rappresentare tutte le istanze degli operatori culturali.<br />
Un appello alle nostre lettrici e lettori titolari di aziende affinché non utilizzino incautamente brani dei quali non hanno legittimità di<br />
diffusione...<br />
Non posso che scongiurare loro di rivolgersi alla casa detentrice del copyright nel momento in cui si decidesse di utilizzare un qualsivoglia brano<br />
musicale da diffondere a mo’ di colonna sonora in un messaggio pubblicitario, onde evitare onerosi risarcimenti in quanto rivendicabile il diritto di<br />
proprietà.<br />
Un ringraziamento particolare a Jiulian Borghesan, Paola Sangiorgio ed Enzo Parrino per il coordinamento tecnico
Discipline orientali, cibo biologico e<br />
tendenze new age: tutti noi cerchiamo<br />
costantemente il benessere di mente e<br />
spirito attraverso elementi che del<br />
benessere fanno il loro principale<br />
obiettivo. Spesso però trascuriamo delle<br />
parti più importanti del nostro corpo,<br />
specchio di tutti i nostri stati d’animo e di<br />
salute: la pelle. Sottoposta<br />
quotidianamente a stress di ogni tipo, la<br />
pelle ha bisogno di ritrovare il proprio<br />
benessere in modo delicato e naturale,<br />
con prodotti che nascono dall’incontro tra<br />
elementi primordiali ricchi di virtù.<br />
IDRATARE E NUTRIRE:<br />
gli agenti<br />
atmosferici a cui la pelle quotidianamente<br />
è esposta sono i principali responsabili<br />
della secchezza e della desquamazione.<br />
Per questo è importante ogni giorno<br />
nutrire viso e corpo con prodotti che<br />
idratano in profondità, dissetando la pelle<br />
e rispettandone il suo equilibrio naturale.<br />
LEVIGARE:<br />
avere la pelle liscia e ben<br />
levigata è un risultato che si può ottenere<br />
facilmente ogni giorno. Esfoliare le<br />
cellule cutanee morte con un prodotto<br />
che stimoli il processo di rinnovamento<br />
epidermico è la prima regola<br />
fondamentale. Lo step successivo è una<br />
corretta idratazione corporea unita<br />
all’utilizzo di prodotti lifting che<br />
consentano di ridurre la profondità delle<br />
increspature cutanee.<br />
DETERGERE: Qualsiasi risultato si<br />
voglia ottenere sulla propria pelle, il<br />
primo passo da compiere è la<br />
detersione. Una pelle pulita in profondità<br />
è estremamente ricettiva a tutti i tipi di<br />
trattamenti cosmetici, acquista tono e<br />
risulta luminosa.<br />
RILASSARE: stress, stanchezza,<br />
aggressioni esterne: il nostro ha bisogno<br />
di una quotidiana pausa relax. E’<br />
fondamentale che, ogni giorno, la pelle<br />
del corpo e del viso venga riossigenata,<br />
rinfrescata e decongestionata, perché<br />
possa riacquistare elasticità e tonicità.<br />
ILLUMINARE: esposizione al sole e<br />
l’abbronzatura conferiscono<br />
naturalmente alla pelle un aspetto sano e<br />
radioso. Scegliendo il giusto prodotto<br />
cosmetico, possiamo esaltare la naturale<br />
luminosità della pelle non solo nei mesi<br />
estivi ma anche durante l’anno.<br />
5<br />
REGOLE PER UNA PELLE SANA<br />
81<br />
www.donnaimpresa.com<br />
LA PELLE NON È SOLTANTO SINONIMO<br />
DI BELLEZZA, È ANCHE RIVELATRICE DEL NOSTRO STATO DI<br />
SALUTE, PERCHÉ LA PELLE PARLA DI NOI, DELLA NOSTRA VITA PRESENTE<br />
E PASSATA. E’ IL NOSTRO SPECCHIO DI BENESSERE<br />
OBIETTIVO<br />
BELLEZZA<br />
IMPARARE A SALVARSI LA PELLE<br />
2009
BeautyServices<br />
via torino 5/7 grottammare (ap) 0735.587643<br />
www.beautyservices.it<br />
CURE INTEGRATIVE OSSIDANTI PERSONALIZZATE<br />
AKTIVE 4 NAILS<br />
E’ il primo sistema antietà globale che affronta<br />
l’invecchiamento cutaneo tenendo in<br />
considerazione i diversi bioritmi stagionali. Il<br />
metodo consente all’estetista di individuare, per<br />
ogni cliente ed in qualunque momento dell’anno,<br />
una serie di trattamenti specifici per contrastare<br />
l’invecchiamento cutaneo in tutte le sue fasi. Per<br />
ottenere i massimi risultati estetici nei confronti<br />
del passare del tempo, il progetto prevede la<br />
rotazione integrata di 4 linee d’avanguardia,<br />
studiate sulla base di sistemi di rilascio controllato<br />
altamente sofisticati e contenenti principi attivi di<br />
ultima generazione.<br />
42<br />
Collagen<br />
BodyWave<br />
La 42 Collagen<br />
BodyWave emette una<br />
luce rossa a 633nm,<br />
selettiva. La tecnologia<br />
sulla quale si basa<br />
l’efficacia e la<br />
funzionalità della 42<br />
Collagen BodyWave viene definita fotobiostimolazione ad una specifica<br />
lunghezza d’onda, nel nostro caso a 633nm. A 633nm la luce rossa viene<br />
assorbita dai mitocondri delle cellule e stimola la produzione di ATP<br />
(molecola di riserva energetica) che porta ad un potenziamento dell’attività<br />
cellulare e aumenta la vitalità delle cellule. Infatti numerosi studi sono stati<br />
fatti sulla luce rossa a 633 nm, la quale viene assorbita dai fibroblasti con<br />
un conseguente aumento della sintesi di nuovo collagene. In questo modo<br />
viene stimola una risposta biologica senza aumento di temperatura e<br />
senza trasmettere energia sufficiente per danneggiare il tessuto a<br />
differenza di laser, radio frequenza e luce pulsata che lavorano con elevate<br />
energie per cm2 e con un aumento della temperatura che produce una<br />
fototermolisi selettiva. I programmi di Beauty Vibro PlatePLUS sono<br />
studiati per combinarsi con le sessioni di foto-ringiovanimento.<br />
LE PROCEDURE DI<br />
TRATTAMENTO<br />
ANTICELL/SLIMMING/<br />
TONING HANNO<br />
INFATTI UNA DURATA<br />
DI 15 MINUTI CON<br />
OSCILLAZIONI A<br />
FREQUENZA PULSATA.<br />
Unghiedi un’altro<br />
PIANETA<br />
La vastissima gamma di prodotti della linea<br />
Aktive 4 Nails, racchiusa in un elegante contenitore a forma di diamante, è il risultato di anni di ricerca<br />
nel campo e della continua innovazione richiesta da un mercato esigente come quello tedesco. A questa valida linea cosmetologica in grado di<br />
soddisfare le esigenze più diversificate, si affianca il supporto del team tecnico Beauty Services, sempre a disposizione sia per corsi personalizzati<br />
che per consulenze sul miglior utilizzo dei prodotti forniti che, nelle normali e prevedibili condizioni di utilizzo, sono sicuri e realizzati con sostanze<br />
che non aggrediscono l’unghia naturale, bensì la arricchiscono di sostanze idratanti e rinforzanti.
1<br />
nelle foto:<br />
1- Aktive 4 Nails<br />
2/3 Momenti del corso<br />
A4N che si è tenuto al<br />
Parco dei Principi a<br />
Grottammare (ap) ITALY<br />
BeautyServices E’ ESCLUSIVISTA DEI PRODOTTI<br />
BIOLINE - AKTIVE 4 NAILS - CERRI-MURAD. M - STEFANO ANSELMO - ROGNONI DIVISIONE SALUTE - Q-MED<br />
2<br />
3<br />
UNGHIE SHOCK<br />
LA SEDUZIONE? È<br />
SOPRATTUTTO UNA<br />
QUESTIONE DI MANI<br />
O MEGLIO…DI<br />
UNGHIE. LE DONNE LE AMANO; LE LIMANO E LE LUCIDANO<br />
ALLA PERFEZIONE. VANNO NEI CENTRI DI ESTETICA PER MANICURE E PEDICURE. DAL<br />
MODO IN CUI VENGONO TRATTATE VERREBBE DA PENSARE CHE SIANO DELLE PARTI<br />
SUPERFLUE DEL CORPO, DESTINATE AD ESSERE DECORATE PER VANITÀ. E’ ANCHE<br />
COSI’...MA NON SOLO. LE UNGHIE NASCONO COME PROTEZIONE PER LE DITA DELLE<br />
MANI E DEI PIEDI, E’ INDISPENSABILE PERTANTO PRESERVARNE LO STATO DI SALUTE<br />
La moda della Nail Art imperversa in tutto il mondo e un numero sempre maggiore di donne ricorre a trattamenti di<br />
ricopertura o di ricostruzione artificiale delle proprie unghie. Dopo anni bui, in cui l'attenzione per le mani passava in<br />
secondo piano, anche in Italia il fenomeno sta prendendo piede tanto che termini come gel, acrilico, ricoperture o<br />
french tips sono diventati di uso comune tra le donne. Il mercato offre un numero incredibile di prodotti e di tecniche<br />
di allungamento ormai collaudate. Anche il livello dei servizi offerti sta aumentando progressivamente tanto che il<br />
nostro paese, Cenerentola del settore sino a pochi anni fa, è ormai diventato il terzo mercato europeo per<br />
importanza. Mentre la "Nail Mania" dilaga, anche il settore estetico dei servizi di manicure e pedicure conosce nuovi<br />
stimoli. Quindi non soltanto il pubblico femminile amante del "french perfetto" sembra aver preso coscienza<br />
dell'aspetto delle proprie mani ma anche le amanti dell'unghia naturale e gli uomini sono diventati assidui<br />
frequentatori di istituti estetici e centri benessere.<br />
PER SAPERNE<br />
DI PIU’SULLE TERAPIE<br />
NATURALI DEL BENESSERE<br />
L'AROMATERAPIA<br />
E’ il trattamento dei disturbi (terapia) attraverso l'impiego degli oli essenziali delle piante<br />
aromatiche, ed è una delle tecniche della medicina naturale, alternativa o olistica, ad essersi guadagnata una<br />
posizione importante nella cura di molti disturbi psicosomatici o psicologici. Sin dagli albori dell'umanità, la natura è<br />
sempre stata un toccasana per l'uomo e la pianta in particolare, madre di sostanze quasi magiche per uso culinario,<br />
medicinale e anche religioso, continua ad affascinare ancor'oggi. La passione dell'uomo per le erbe risale addirittura<br />
al periodo paleolitico, ai tempi antichi, si narra che esse erano già conosciute e apprezzate 5.000 anni fa in Cina,<br />
Tibet, India ed Egitto. Tra i nostri sensi, l’olfatto è quello più intimamente legato alle emozioni ed è collegato alla<br />
memoria, fatto che spiega lo straordinario potere evocativo degli odori.<br />
MUSICOTERAPIA Ogni popolo ha organizzato, in ogni tempo ed in ogni angolo del pianeta Terra, manifestazioni<br />
musicali che confermano il potere del suono, e quindi della musica, sull’essere umano. Tutti hanno riconosciuto e<br />
riconoscono alla musica il potere di influire sulle emozioni. Utilizzare l'ascolto musicale per guarire e prevenire<br />
significa, tra l'altro, nutrire letteralmente il corpo con il suono e servirsi del suono per scoprire le dimensioni nascoste<br />
nel profondo e per accelerare il processo di evoluzione della coscienza. Gli effetti terapeutici del suono e della<br />
musica sono in grado di modificare l'attività del sistema nervoso vegetativo, tanto da essere un'efficace aggiunta<br />
terapeutica in varie condizioni, specie quelle caratterizzate dal dolore cronico in quanto capace di modulare<br />
complesse attività nervose che si esprimono in quantificabili alterazioni neurovegetative. Risalgono al secolo
Fai spazio in casa tua e goditi un bagno di sole rigenerante e rivitalizzante insieme a tutta la tua<br />
famiglia per ritrovare buonumore e vitalità.<br />
Rilassa i tuoi sensi e stimola la tua energia interna eliminando dolori, stress, tensioni , ansia e<br />
angoscia.<br />
Ritrova il buon umore mentre leggi un libro o ascolti musica all’ interno delle cabine di ALGI<br />
Saune, nella pausa che ti meriti dopo una giornata di lavoro!<br />
SHOW ROOM A CIVITANOVA MARCHE<br />
IN VIA MARTIRI DI BELFIORE, 72 (USCITA SUPERSTRADA A14)<br />
info:<br />
* Tel. 0733 773020 * mobile 333.4689835 * info@algisaune.it<br />
* www.algisaune.it<br />
BENEFICI<br />
RISCONTRATI CON<br />
L'USO CONTINUO<br />
DELLE SAUNE “ALGI”<br />
-Purifica la pelle e la rende più elastica<br />
-Genera un’ intensa sudorazione reale<br />
e continua<br />
-Ha un effetto dimagrante e<br />
anticellulite<br />
-Produce l’espulsione di molte tossine<br />
sottocutanee<br />
-Aumenta il fattore metabolico<br />
-Rafforza il sistema immunitario e<br />
combatte germi e virus<br />
-Migliora la respirazione e favorisce<br />
l’eliminazione di muco e catarro<br />
-Stimola la funzionalità dei reni<br />
-Riduce la pressione sanguigna<br />
-Migliora la circolazione sanguigna<br />
-Allena il muscolo cardiaco senza<br />
sforzarlo<br />
-Produce un effetto benefico su tutti i<br />
tipi di problemi articolari e muscolari<br />
-Riduce stress, fatica,tensione,<br />
insonnia<br />
-Genera senso di tranquillità, calma e<br />
relax<br />
-Predispone il corpo al massaggio e<br />
all’assorbimento di essenze<br />
PERCHÉ COMPRARE LE<br />
NOSTRE SAUNE<br />
Le saune ad infrarossi che si trovano<br />
in commercio o proposte on-line,<br />
utilizzano tutte o quasi irradiatori di<br />
tipo ceramico, un tipo di lampada<br />
oramai superata nel panorama degli<br />
infrarossi e meno efficaci perché<br />
irradiano con uno spettro più ristretto e<br />
ad una temperatura più bassa, rispetto<br />
alle nostre lampade al magnesio e al<br />
quarzo. In special modo queste ultime<br />
lavorano a temperature molto più alte<br />
con uno spettro d'onda più ampio ,<br />
conferendo un notevole incremento<br />
della circolazione sanguigna.<br />
TUTTE LE CABINE<br />
POSSONO ESSERE<br />
EQUIPAGGIATE CON LE<br />
OPZIONI :<br />
AROMATERAPIA,<br />
MUSICOTERAPIA,<br />
CROMOTERAPIA.<br />
scorso, invece, le vere e<br />
proprie ricerche<br />
scientifiche sulle<br />
modificazioni fisiologiche<br />
indotte dalla musica<br />
attraverso la misurazione<br />
dei suoi effetti sulla<br />
respirazione, il ritmo<br />
cardiaco, la circolazione e<br />
la pressione sanguigna.<br />
Ma oltre a questi effetti<br />
fisiologici, essa può<br />
sollecitare l'immaginario e<br />
provocare risposte<br />
creative.<br />
CROMOTERAPIA<br />
La cromoterapia è un<br />
metodo terapeutico che<br />
usa i differenti colori per<br />
far sì che le "vibrazioni",<br />
possano penetrare<br />
nell'organismo a varie<br />
profondità causando<br />
variazioni biochimiche<br />
nelle cellule e nel sangue.<br />
La vibrazione che ciascun<br />
colore genera dentro un<br />
organismo rende<br />
possibile, quindi, il<br />
riequilibrio di condizioni<br />
psico-fisiche alterate (sia<br />
da errori nel quotidiano<br />
stile di vita, alimentazione<br />
errata, mancanza di<br />
esercizio, fumo ed alcool,<br />
etc. che originate da<br />
fattori estranei alla nostra<br />
volontà - incidenti,<br />
dispiaceri, emozioni<br />
negative, etc.) : in questo<br />
modo, il naturale<br />
processo di<br />
autoguarigione<br />
dell’organismo viene<br />
stimolato. Studi e ricerche<br />
a livello mondiale hanno<br />
evidenziato che le<br />
persone che passano la<br />
maggior parte della sua<br />
giornata in ambienti chiusi<br />
con una quantità e<br />
tonalità della luce<br />
insufficiente sono<br />
maggiormente esposte a<br />
depressione, stanchezza<br />
ed ansia, causa<br />
l’indebolimento<br />
dell'efficienza del sistema<br />
immunitario. L'idea che il<br />
colore influenzi<br />
positivamente il<br />
benessere, sia fisico che<br />
psichico, è vecchia<br />
quanto la stessa storia<br />
della medicina naturale.
IL GURU<br />
DEGLI<br />
ASCENSORI<br />
MARKETING & ADVISING,<br />
GATTAFONI GROUP<br />
PROPRIETARIO<br />
di<br />
(Tecnolift srl e Professionalift)<br />
Alfredo<br />
Gattafoni<br />
ABITARE IL TEMPO<br />
PORTO SAN GIORGIO<br />
ITALY<br />
I LUOGHI PUBBLICI E PRIVATI ANALIZZATI AT-<br />
TRAVERSO LO SCENARIO ARTIFICIALE IN CUI<br />
L'UOMO QUOTIDIANAMENTE OPERA E VIVE.<br />
Il progetto non come pura dimensione dello spazio decontestualizzata, bensì di fronte a paesaggi dotati di direzioni di senso, legati a culture di<br />
appartenenza, a simboli e a segni.<br />
GATTAFONI GROUP LEADER<br />
TECNOLOGICO DI MERCATO NEL<br />
SETTORE DEGLI ASCENSORI E<br />
DELLE SCALE MOBILI, OFFRE ALLE<br />
PERSONE LA MIGLIORE<br />
ESPERIENZA DI FLUSSO NEGLI<br />
EDIFICI, SVILUPPANDO E<br />
FORNENDO SOLUZIONI CHE<br />
CONSENTONO LORO DI<br />
MUOVERSI DA UN POSTO<br />
ALL'ALTRO IN MODO SICURO,<br />
CONFORTEVOLE E SENZAATTESE.<br />
SVILUPPO SOSTENIBILE,<br />
SICUREZZA, QUALITÀ ED<br />
ECCELLENZA DEL SERVIZIO, SONO<br />
DA SEMPRE LE SUE PRIORITÀ; IL<br />
MIGLIORAMENTO CONTINUO È IL<br />
SUO CREDO E LA MISURA DEI<br />
RISULTATI LA BASE PER<br />
OTTENERLO. LE DUE AZIENDE DEL<br />
GRUPPO: TECNOLIFT E<br />
PROFESSIONALFT, CHE VANTANO<br />
UNA CARRIERA CINQUANTENNALE<br />
DI PROGETTAZIONE E<br />
MONTAGGIO ATTRAVERSO<br />
L’UTILIZZO DI MACCHINARI<br />
RISPONDENTI ALL'EVOLVERSI<br />
DELLA TECNOLOGIA E<br />
RICERCANDO GLI STRUMENTI<br />
MIGLIORI PER PORTARE<br />
L’ENERGIAAL SERVIZIO<br />
DELL'UOMO E DEL SUO<br />
BENESSERE CON PROPOSTE<br />
ESCLUSIVE E PERSONALIZZATE<br />
SENZA MAI TRASCURARE I VALORI<br />
IN CUI HANNO SEMPRE CREDUTO,<br />
SI PROPONGONO OGGI,<br />
SIGLANDO UN ACCORDO CON 10<br />
GRANDI AZIENDE A LIVELLO<br />
NAZIONALE, DI IMPORRE SUL<br />
MERCATO UN ASCENSORE<br />
ALTAMENTE INNOVATIVO CHE<br />
PRENDE IL NOME DI “PROGETTO<br />
900” . UNICO NEL SUO GENERE SIA<br />
IN TERMINI DI CARATTERISTICHE<br />
TECNICHE CHE IN RELAZIONE AL<br />
CONSUMO, QUESTO INNOVATIVO<br />
ASCENSORE OLEODINAMICO CON<br />
ASSORBIMENTO INFERIORE AI 3<br />
KW, (CON OPZIONE A 220 WOLT<br />
MONOFASE O 380 WOLT TRIFASE)<br />
GARANTISCE UN FORTISSIMO<br />
RISPARMIO ENERGETICO<br />
RISPETTO AGLI STANDARD CHE<br />
ATTUALMENTE “VIAGGIANO” CON<br />
NON MENO DI 10KW.<br />
ULTERIORI INFORMAZIONI SU<br />
www.tecnoliftascensori.it<br />
innovationhome<br />
PROGETTO<br />
casa<br />
900<br />
ascensore<br />
ASSORBIMENTO<br />
MAX 3KW<br />
distribuito da:<br />
TECNOLIFT<br />
elevators<br />
PROFESSIONALIFT<br />
24/24h.<br />
assistenza_servizi professionali<br />
Come raccogliere la sfida di un’urbanizzazione ecocompatibile<br />
METROPOLI CONTEMPORANEE E SPAZI ABITATIVI PRIVATI<br />
Nel 2050 la popolazione mondiale arriverà addirittura a 9 miliardi, dei quali i 2/3 abiteranno nelle città. Con la sempre maggior crescita delle aree<br />
urbane e dei costi dell’energia, si pone la sfida di progettare edifici efficienti dal punto di vista ambientale e capaci di assicurare la fluidità di<br />
movimento delle persone. Il tasso di crescita atteso della popolazione determina un problema: dove abiteranno? E’possibile far vivere un<br />
numero sempre crescente di persone sulla stessa superficie se all’interno dei piani urbanistici si prevedono la costruzione di edifici di altezza<br />
media ed elevata. Questo è il solo modo per risparmiare la terra destinata ad usi agricoli o ricreativi. Lo sviluppo in verticale, differentemente che<br />
75<br />
www.donnaimpresa.com
info@torquatitecnoimpianti.it<br />
WWW.TORQUATITECNOIMPIANTI.IT<br />
IMPIANTI TERMICI. IDRICI. DI<br />
CONDIZIONAMENTO<br />
per aziende e privati sfruttando<br />
le più moderne tecnologie per il<br />
risparmio energetico.<br />
via a.kulisciof 64 tel/fax 0734.892542<br />
montegranaro ITALY<br />
impianti tecnologici civili ed industriali<br />
a casa o in azienda avrai sempre la necessità di collegare controllare<br />
muovere connettere...<br />
> Impianti elettrici > Impianti fotovoltaici > Sistemi di automazione > Controllo accessi<br />
> Sistemi di sicurezza e per la comunicazione > Sistemi di domotica<br />
Piero Scoccia mobile 337.789221<br />
via camposanto 11_torchiaro_63020_ponzano di fermo_ap/fm ITALY tel. e fax 0734.630209_infosytec@libero.it<br />
R<br />
in orizzontale dell’edilizia, consente inoltre una migliore<br />
razionalizzazione dei costi, in termini di traffico e<br />
infrastrutture, e la logistica per l'erogazione di servizi alle<br />
persone risulta semplificata. La pianificazione degli spazi ha<br />
un ruolo importante anche per gli spostamenti all'interno delle<br />
città, una delle principali fonti di emissione dei gas serra.<br />
E’importante notare in tal senso come le città densamente<br />
costruite utilizzino una quantità pro capite di combustibili<br />
fossili per il trasporto di molto inferiore a quella di città con<br />
strutture decentralizzate. Ciò è dovuto in parte al fatto che le<br />
persone si spostano principalmente in verticale e solo per<br />
brevi distanze in orizzontale, senza la necessità di percorrere<br />
lunghi tratti. Gli ascensori, le scale mobili e i tappeti mobili<br />
saranno il principale mezzo di spostamento a breve raggio e<br />
forniranno accesso ai trasporti pubblici e ad altri mezzi di<br />
trasporto a lunga percorrenza che saranno disponibili ai<br />
margini delle aree residenziali e lavorative. Nell’ottica di una<br />
nuova visione che rappresenta la visione del futuro, nascono<br />
strumenti e strategie finalizzati a soddisfare nuovi bisogni sia<br />
in termini di “capacità di trasporto” locale sufficiente per il<br />
60–70% della popolazione mondiale che si prevede vivrà in<br />
centri urbani, quanto per migliorare la sicurezza e la qualità<br />
della vita degli uomini, soprattutto di anziani e disabili,<br />
limitando ed eliminando gli eventuali effetti dannosi derivati<br />
dagli strumenti e tecnologie normalmente utilizzati che oggi<br />
appaiono obsoleti, ma anche per risparmiare energia,<br />
contenendo gli sprechi e riducendo i consumi con vantaggi di<br />
ordine economico.<br />
UN NUOVO MODO DI ABITARE LA CASA: LA DOMOTICA<br />
Come per magia, il salotto diventa un cinema; mentre si<br />
è seduti comodamente sul divano, si chiude il portone,<br />
si imposta l'allarme di sicurezza e antintrusione, si<br />
abbassano le tapparelle, la temperatura e l'intensità delle<br />
luci vengono impostate al valore desiderato e l'impianto<br />
audio-video si accende. Cambiano i tempi, cambia il modo<br />
di pensare, cambia il modo di vivere la propria casa. Nel<br />
nuovo contesto, l'integrazione e la coesistenza tra i dispositivi<br />
elettronici, gli elettrodomestici, i sistemi di comunicazione e<br />
controllo ed i servizi abitativi che non devono essere più<br />
considerati come parti singole e isolate dalle altre, creano un<br />
nuovo scenario abitativo. Il controllo domotico si preoccupa<br />
di attuare, all’interno dell’abitazione, uno stato ottimale di<br />
benessere e comfort, di sicurezza e controllo, di risparmio<br />
energetico, di assistenza e molto altro ancora: temperatura<br />
ideale in ogni stanza (gestione del riscaldamento e comfort<br />
ambientale); luci d’atmosfera per il relax o luci tecniche per il<br />
lavoro, apertura o chiusura di persiane in caso di luce<br />
eccessiva o di pioggia (gestione dell'illuminazione e<br />
apparecchi elettrici); rilevamento di presenza di persone<br />
all’interno delle stanze, sorveglianza di bimbi attraverso<br />
l’occhio vigile delle telecamere (gestione della sicurezza);<br />
regolazione e controllo di impianti audio-video (gestione degli<br />
impianti audio-video e di comunicazioni e trasferimento dati).<br />
Tutti gli impianti sono integrati e controllati tramite un<br />
software personalizzato; in tal modo è possibile verificare e<br />
assistere al funzionamento delle varie utenze domotiche nei<br />
diversi ambienti dell’abitazione, visualizzandole in tempo<br />
reale su un monitor o sullo schermo della tv/touch-screen: le<br />
tende d’arredo del salone si abbasseranno in caso di troppo<br />
sole e si posizioneranno tutte alla stessa altezza; al<br />
passaggio si attiverà una musica di sottofondo che<br />
accompagnerà discretamente la conversazione; quasi<br />
inconsapevolmente si percepirà il dolce profumo dell’ambra<br />
nel salone o si avvertirà l’odore della salsedine nella piscina<br />
coperta (domotica olfattiva); appena giunti in veranda, il<br />
sensore intercetterà la nostra presenza ed attiverà il<br />
termoconvettore, per creare in pochi minuti la temperatura<br />
ideale; l’ascensore ci condurrà nella zona sotterranea e<br />
gradualmente le luci si posizioneranno ad un intensità adatta<br />
a creare l’atmosfera.<br />
R.T.F.<br />
MARGHERA<br />
ITALY<br />
PIZZO<br />
diLAMP<br />
Sofisticata eleganza<br />
Protagonista in passerella,<br />
preferito dalle dive, must<br />
della stagione invernale: la<br />
moda saluta il ritorno del<br />
pizzo. Elemento ormai<br />
irrinunciabile per gli amanti<br />
di tutto ciò che è trendy, il<br />
macramé entra<br />
prepotentemente anche in<br />
casa, in hotel o in Spa, con<br />
le nuove creazioni firmate<br />
LAMP. Ricercata e<br />
preziosa, l’interpretazione<br />
LAMP delle ultime<br />
tendenze in fatto di stile dà<br />
vita ad una collezione di<br />
grande fascino ed<br />
eleganza, che riesce a<br />
fondere in perfetta armonia<br />
l’anima romantica del pizzo<br />
con linee sobrie ed<br />
essenziali. Raffinati giochi<br />
di trasparenze prendono<br />
forma grazie al particolare<br />
procedimento<br />
dell’INCAMICIATURA, la<br />
tecnica di lavorazione del<br />
vetro che permette di<br />
sovrapporre diverse tonalità<br />
di colore intervallate da<br />
vetro trasparente. In questo<br />
caso l’accostamento dei<br />
due strati si ottiene<br />
immergendo il soffiato allo<br />
stadio iniziale (bianco) in un<br />
crogiolo di differente colore<br />
e, successivamente, in uno<br />
trasparente. Il tutto viene<br />
poi dilatato ottenendo così<br />
la sovrapposizione.<br />
L’effetto pizzo si ottiene con<br />
una particolare lavorazione<br />
esclusiva di Lamp.
www.miamcucine.it<br />
& cucine<br />
arredamenti<br />
MIAM SEDE VIA F.EGIDI 123 - FERMO - TEL. 0734/223543 ESPOSIZIONE VIA SIMONETTI 10 - PORTO SAN GIORGIO<br />
FERMO<br />
ITALY<br />
DENTRO<br />
CASA<br />
Anche l’Abitare è un linguaggio e come tale evolve e<br />
si modifica.<br />
Negli ANNI 50 la cucina<br />
era un locale di servizio.<br />
. Negli ANNI 80 diventa una<br />
status symbol.<br />
Negli ANNI 90 è sinonimo<br />
di una riscoperta voglia di<br />
cucinare.<br />
OGGI la cucina acquista il<br />
nuovo significato di luogo<br />
dove vivere insieme agli<br />
affetti, secondo i propri<br />
valori e riti<br />
I linguaggi cambiano in base alla cultura, ai<br />
Miam<br />
costumi e ai tempi<br />
autorevoli<br />
esponenti dell’eccellenza italiana contemporanea<br />
La casa è quel posto dove, quando ci andate, vi<br />
accolgono sempre. (David Frost)
IN PRIMO PIANO<br />
IL PRESIDENTE DI CONFARTIGIANATO GIORGIO<br />
GUERRINI (nella foto) ritiene “indispensabile<br />
inserire tra le misure allo studio del Governo<br />
per fronteggiare la crisi il principio che il<br />
versamento dell’ IVA avviene solo al momento<br />
dell’effettivo pagamento della fattura da parte<br />
del committente. Con questo intervento<br />
contenuto peraltro nel programma elettorale<br />
della maggioranza verrà evitato l’esborso anticipato di somme prima che si siano<br />
verificati i correlativi flussi finanziari. Inoltre, avrà un ulteriore effetto positivo:<br />
indurrà i committenti a pagare in tempi più brevi per poter detrarsi l’imposta versata<br />
ai fornitori. Si tratta di uno strumento efficace contro il malcostume dei ritardi di<br />
pagamento tra imprese che penalizza soprattutto le aziende di piccole dimensioni<br />
che operano per conto terzi”.<br />
PALAZZO CHIGI: è stato firmato dal<br />
Ministro<br />
della Difesa, Ignazio La Russa, e dal Ministro<br />
per le Pari Opportunità, Maria Rosaria<br />
Carfagna, un Protocollo d’intesa che intende<br />
realizzare un rapporto di collaborazione tra le<br />
parti per rendere più efficace sia l’azione di<br />
prevenzione e di contrasto nei confronti di atti<br />
persecutori, violenti, sessualmente finalizzati o<br />
vessativi verso vittime vulnerabili, sia il raccordo<br />
tra i soggetti competenti ad intervenire.<br />
Roma 16 gennaio 2009<br />
A CONCLUSIONE DEL PROGETTO “COAST TO<br />
COAST: Il territorio preso in esame e sul quale si<br />
sono incentrate le varie azioni previste dal<br />
progetto è quello che va dalla costa emilianoromagnola<br />
alla zona del Delta del Po (province<br />
di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Ferrara e<br />
Rovigo) per la parte italiana e dall'Istria, il golfo<br />
del Quarnaro alla Dalmazia settentrionale<br />
(Contee di Rijeka, Pula e Zadar) per la parte<br />
croata. Gli obiettivi di carattere generale, alla<br />
base del presente progetto, sono riconducibili<br />
alla volontà, fortemente condivisa su entrambe<br />
le coste, di procedere ad una valorizzazione del<br />
bacino del medio-alto Adriatico da un punto di vista economico, facendo leva in<br />
particolare sul turismo quale fattore di sviluppo. L’area in questione infatti, pur<br />
essendo caratterizzata da una forte vocazione turistica su entrambi i litorali,<br />
costituisce, a parere dei partner di progetto, uno degli anelli deboli nelle relazioni<br />
transadriatiche tra Italia e Croazia, sia per la carenza di progetti di promozione<br />
turistica integrata che per l’insufficienza di collegamenti diretti (aerei e marittimi)<br />
che possano facilitare il commercio e la cooperazione internazionale fra le PMI<br />
delle due coste. Interpretando lo spirito della Legge 84/2001, il Progetto “Coast to<br />
Coast” ha inteso quindi porre il turismo, visto come veicolo di conoscenza ed<br />
integrazione tra i popoli e di crescita economica dei territori e dei rispettivi sistemi<br />
di piccole e medie imprese, come fondamentale ed imprescindibile motore<br />
dell’integrazione di questa parte di Europa. Nell’idea del progetto le due coste<br />
dell’Adriatico devono, quindi, crescere insieme e diventare insieme un polo di<br />
attrazione turistica importante, senza alcuno spirito competitivo. L'accordo è stato<br />
sottoscritto dal Presidente della Camera di Commercio di Rimini, Manlio<br />
Maggioli, (a destra nella foto, in rappresentanza delle Camere di FC, FE, RA, RO),<br />
e dal presidente della Camera della Contea di Rijeka Vinko Micetic. Il Segretario<br />
Generale Dott. Maurizio Temeroli<br />
EXPORT: I PAESI EMERGENTI SPINGERANNO IL MADE IN ITALY NEL I°<br />
TRIMESTRE 2009. Nonostante i venti di crisi il Made in Italy continuerà a segnare<br />
un andamento positivo sui mercati internazionali.<br />
E’ questa la previsione che<br />
emerge da un’indagine Unioncamere-Assocamerestero sull’andamento<br />
tendenziale delle esportazioni italiane nei primi 3 mesi dell’anno in corso. A<br />
sostenere l’export dei nostri prodotti di punta saranno principalmente i Paesi<br />
petroliferi e le economie emergenti, la cui domanda tenderà a contrastare il<br />
rallentamento delle vendite verso i paesi industrializzati. Sistema Moda, mobili,<br />
agroalimentare, meccanica e elettronica si<br />
configurano in particolare tra i comparti con le<br />
dinamiche più positive, a conferma del<br />
cambiamento in atto dei modelli di<br />
specializzazione del sistema produttivo e dei<br />
processi di ristrutturazione e riqualificazione<br />
della nostra industria. Nella foto: il Presidente<br />
Unioncamere Andrea Mondello<br />
intervista a Marcello Stagni (socio BIOOS)<br />
diabete e<br />
retinopatia<br />
diabetica<br />
di Sonia Amaolo (giornalista e conduttrice TV)<br />
Che cosa è il diabete?<br />
Il diabete è una malattia causata da un insufficiente azione<br />
dell’insulina, un ormone secreto dal pancreas che permette<br />
al glucosio (zucchero) del sangue di entrare nelle cellule<br />
dell’organismo per essere trasformato in energia. Se lo<br />
zucchero non viene utilizzato al meglio questo si accumula<br />
nel sangue disturbando complessi processi vitali e<br />
comportando col tempo dei danni gravi all’organismo,<br />
specialmente all’apparato circolatorio ed a quello nervoso. Si<br />
conoscono due principali tipi di diabete: Il Tipo 1 colpisce<br />
soggetti adolescenti o giovani ed è legato ad un danno del<br />
pancreas su base immunitaria. Il Tipo 2, è la forma più<br />
comune della malattia, colpisce in genere soggetti oltre i 40<br />
anni di età, si associa ad obesità ed iperalimentazione che<br />
determinano un progressivo indebolimento dell’effetto<br />
dell’insulina.<br />
Quali sono le complicanze oculari del diabete?<br />
I pazienti con diabete, come è stato dimostrato, sono i più<br />
soggetti a sviluppare malattie oculari, come la cataratta, il<br />
glaucoma o alterazioni della cornea, ma la malattia che<br />
colpisce la retina, e cioè la retinopatia diabetica, è quella più<br />
grave per le conseguenze invalidanti che comporta. Questa<br />
malattia si manifesta in genere entro 20 anni dall’inizio del<br />
diabete e costituisce un problema di rilevanza sociale poiché<br />
essa costituisce la maggiore causa di perdita della vista in<br />
soggetti affetti da diabete.<br />
Che cosa è la retinopatia diabetica?<br />
La microangiopatia diabetica è una grave complicanza del<br />
diabete che colpisce i piccoli vasi di diversi organi. Quando<br />
vengono interessati quelli della retina si parla di retinopatia<br />
diabetica che è la complicanza più temuta tra le complicanze<br />
oculari poiché risulta potenzialmente pericolosa tanto da<br />
portare fino alla perdita della vista. Secondo i dati<br />
epidemiologici più recenti, dopo circa 20 anni di malattia, il<br />
70% dei pazienti diabetici sviluppa una forma di retinopatia.<br />
Come si scopre la retinopatia diabetica?<br />
In caso di diabete l’occhio può ammalarsi di nascosto! Chi è<br />
affetto da diabete, anche in assenza di disturbi della vista,<br />
deve sottoporsi a regolari visite oculistiche perché la RD<br />
inizia prima di dare compromissione della vista ed è<br />
fondamentale scoprirla e trattarla il prima possibile. L’<br />
Oculista, guardando la retina, saprà descrivere se sono<br />
iniziate delle alterazioni e in che fase esse si trovano.<br />
Chièarischio?<br />
Tutti i pazienti diabetici sono a rischio di sviluppare una<br />
retinopatia diabetica ma il rischio maggiore si corre quando il<br />
diabete non è ben controllato con i farmaci e con la dieta.<br />
Con il passare del tempo le probabilità che si sviluppi una<br />
RD aumentano ma una diminuzione della vista si ha solo<br />
quando le alterazioni della retina coinvolgono la sua parte<br />
centrale, e cioè la macula, dove si percepiscono e si<br />
mettono a fuoco le immagini.<br />
Che cosa si deve fare per evitare la retinopatia<br />
diabetica?<br />
Anche se nel corso degli anni i pazienti diabetici possono<br />
sviluppare come complicanza la retinopatia diabetica, tale<br />
rischio si riduce in maniera elevata se si mantiene la<br />
glicemia sotto controllo attraverso i farmaci, la dieta e<br />
l’esercizio fisico. Uno scrupoloso auotomonitoraggio della<br />
glicemia con apparecchi adeguati è fondamentale ai fini di<br />
un buon controllo glicemico. La riduzione del rischio di avere<br />
complicanze si ottiene anche attraverso sistematici controlli<br />
da parte del Diabetologo e dell’Oculista.<br />
CONGRESSO INTERNAZIONALE<br />
DI OFTALMOLOGIA<br />
organizzato da Bioos<br />
Bioos azienda leader nazionale nel settore oftalmico è oggi un gruppo guidato da una Holding spa che gestisce 10<br />
aziende operative rappresentate da 5 commerciali ed altrettante di ricerca, produzione e logistica. Sooft e Bioos<br />
Italia (industria oftalminica) Potoox (ottica), Oofta hi-yech (innovazione tecnico-chirurgica) , Glaucoon<br />
(Glaucoma), Bioosoft (ricerca), Neoox (neo-natale) ed Oox (logistica).<br />
TEATRO DELL’AQUILA<br />
FERMO-ITALY<br />
Quale terapia per la Retinopatia diabetica è oggi disponibile?<br />
Una cura per far regredire la retinopatia diabetica purtroppo non esiste. Una terapia molto utile a contrastare la progressione della retinopatia e quella<br />
Laser. Il raggio luminoso crea delle piccole bruciature della retina. Le zone colpite dopo il trattamento funzionano meno ma questo è un “sacrificio”<br />
necessario per consentire un controllo della malattia. Nei casi ancora più gravi (emorragie estese, distacco di retina) occorre un vero e proprio<br />
intervento chirurgico: la vitrectomia. Recentemente si è dimostrato molto interessante l’impiego di iniezioni all’interno dell’occhio di preparati a base di<br />
cortisone utili nel controllare l’edema maculare.<br />
Possono specifici nutraceutici aiutare nel rallentamento della patologia?<br />
Naturalmente ci sono diversi preparati attivi sul microcircolo che sono stati proposti per la retinopatia diabetica. Sono principi che ostacolano la<br />
fuoriuscita dei liquidi dai capillari rafforzando l’integrità della parete e che nello stesso tempo tendono a migliorano il flusso ematico garantendo il miglior<br />
metabolismo della retina. Questi preparati, se da un lato rappresentano un valido approccio nella prevenzione del danno retinico, dall’altro non sono<br />
risolutivi quando la patologia retinica è già conclamata. Ma se associati alla terapia Laser e a quella generale per il diabete essi possono costituire un<br />
valido rimedio nel controllare la progressione delle alterazioni della retina. Inoltre sostanze a forte azione antiossidante, come l’acido lipoico, si sono<br />
dimostrati utili nel proteggere i tessuti oculari limitando principalmente i danni provocati dai radicali liberi.<br />
www.donnaimpresa.com 37
NEL PROSSIMO NUMERO “normativa antiriciclaggio e segnalazione di operazioni sospette” di Ermanno Cappa - “Sponsoring dalla A alla Z- Manuale Operativo” dI Elisa Bortoluzzi Dubach<br />
DOPO IL SUCCESSO IN EUROPA DI<br />
PERCHÉ “GLI UOMINI PICCHIANO LE<br />
DONNE”, ESCE IN ITALIA IL NUOVO<br />
LIBRO INCHIESTA DI ALDO ROCCO<br />
Troppo forte era la tentazione di tornare<br />
sull’argomento delle violenze<br />
domestiche, per questo scrittore che ha<br />
fatto dell’impegno il motore principale<br />
della propria ispirazione. Dopo aver<br />
sviscerato le ragioni dell’impulso<br />
maschile al maltrattamento dei propri<br />
cari, e in particolare della donna, in<br />
“Perché gli uomini picchiano le donne” , tema peraltro drammaticamente<br />
presente nel libro immediatamente successivo, “GHB – La droga dello<br />
stupro” , Aldo Rocco torna a guardare in faccia lividi e percosse inferte<br />
al gentil sesso, spinto forse da un desiderio di rivalsa. Un affresco scuro<br />
a tinte rosa poiché, anche se agrodolce, il finale d’ogni racconto vede<br />
migliorate le sorti di queste eroine.<br />
di Meryem Benchenane<br />
“LE PRIME 100 DONNE IMPRENDITRICI<br />
ARABE E EUROPEE” è una pubblicazione<br />
che offre una varietà di analisi sullo<br />
sviluppo e la crescita delle imprese,<br />
attraverso reportage, interviste e<br />
soprattutto crea la prima top delle<br />
imprese guidate da donne, a livello sia<br />
nazionale che regionale nel mondo<br />
Arabo e in Europa. Inoltre dedica un<br />
dossier speciale alla rete delle<br />
imprenditrici in Quebec. L’uscita,<br />
prevista a marzo, sarà seguita da una<br />
cerimonia per i trofei delle prime donne<br />
che si sono distinte nel percorso<br />
dell’anno 2008 e l’inizio dell’ 2009.<br />
Approfondimento a pag. 20<br />
IL NUOVO VOLUME DI DOLCE & GABBANA, “ DIAMONDS & PEARLS ”,<br />
APPARE SIN DALLA SUA VESTE GRAFICA, IDEATA DA ALEX WIEDERIN,<br />
UNO “SCRIGNO” EDITORIALE PER UNICITÀ E ORIGINALITÀ. La ricerca<br />
della perfezione e della bellezza sono al<br />
centro del lavoro di Domenico Dolce e<br />
di Stefano Gabbana, che hanno<br />
selezionato appositamente per il libro<br />
abiti e accessori, accomunati dalla<br />
presenza di gemme e pietre multicolor,<br />
macro o micro paillettes, perle di svariate<br />
dimensioni, foglie d’oro e Swarovski.<br />
Quello delle applicazioni è l’elemento che<br />
caratterizzava le prime sfilate degli anni<br />
’80 e ’90 e che periodicamente ricompare<br />
nelle collezioni della donna.<br />
di Lino Valente<br />
di Elena Gramatica<br />
YARIS, IL PICCOLO GENIO<br />
L’autore, Antonio Dini, giornalista e<br />
saggista del Sole 24Ore che collabora<br />
con l’Università Cattolica di Milano e<br />
l’Osservatorio sulla Comunicazione,<br />
nel<br />
suo libro ricostruisce, svelandone i<br />
segreti, la storia del primo grande<br />
successo commerciale di Toyota in Italia.<br />
Il nostro Paese infatti è, dopo il<br />
Giappone, il mercato in cui il “ piccolo<br />
Genio” ha incontrato il maggior favore al<br />
mondo. Il merito di questa storia<br />
straordinaria, che ha permesso in meno<br />
di dieci anni a Toyota di vendere più di<br />
mezzo milione di vetture e proiettare un<br />
marchio praticamente sconosciuto in Italia al vertice delle classifiche, è<br />
soprattutto del management italiano dell’azienda.<br />
Amministrazione di<br />
cui Dini ci racconta attraverso interviste e analisi dei dati di mercato.<br />
Pablo Echaurren “Cina addio” 1989,<br />
tecnica mista su carta esposto al MIAAO<br />
Museo Internazionale delle Arti Applicate<br />
Oggi. Torino - ITALY<br />
Prorogata al 15 febbraio 2009 la personale<br />
di Italo Zuffi. Ospitata presso Monotono, il<br />
nuovo spazio per il contemporaneo da poco<br />
inaugurato a Vicenza, la mostra propone<br />
una riflessione sul concetto<br />
dell’ “esportabilità” di uno stile e delle sue<br />
successive alterazioni, alla ricerca di una<br />
perenne adattabilità. Attraverso una<br />
spiccata versatilità e l’uso di diversi<br />
linguaggi (dalla scultura, alla fotografia, alla<br />
performance), Zuffi è riuscito così a fare di<br />
Erased Palladio un progetto frutto di diverse<br />
ricerche e suggestioni.<br />
In mostra a Roma le opere di rara<br />
delicatezza del cosiddetto "Maestro della<br />
natura" , Utagawa Hiroshige: paesaggi,<br />
atmosfere, animali, interpretati dalla tecnica<br />
e dalla raffinatissima sensibilità di uno dei<br />
maggiori artisti giapponesi del XIX secolo.<br />
IL Diavolo e l’Acquasanta “ Museo<br />
Archeologico”<br />
fino al 31 maggio 2009<br />
Sarsina (FC) ITALY. Ventidue artisti di fama<br />
internazionale interpretano gli Arcani<br />
Maggiori dei Tarocchi, sotto l'egida di un<br />
decano d'eccezione, l'architetto-scultore<br />
Ilario Fioravanti. Arte, magia, esoterismo.<br />
Passato, presente, futuro.<br />
SI E’CONCLUSA IL 18 DICEMBRE CON GRANDISSIMO SUCCESSO DI PUBLICO E CRITICA LA<br />
MOSTRA DI PAOLO SISTILLI, PITTORE E GOVERT HEIKOOP, SCULTORE PRESSO IL<br />
RIJKSINSTITUUT VOOR VOLKSGEZONDHEID EN MILIEU (RIVM) IN BILTHOVEN OLANDA.<br />
Dal catalogo della mostra,<br />
curata da Dick Adelaar, le recenti opere di Paolo sono parlanti<br />
nel vero senso letterario della parola. Dal 2005 infatti, l’artista lavora ad una ricerca<br />
sull’ “alfabeto immaginario”, un motivo sulla comunicazione non verbale. Tutto quello che<br />
viene lasciato sui muri: scritte, caratteri, manifesti, messaggi, dalla politica all’amore e alla comunicazione in<br />
generale, sbiaditi, strappati testimoni oramai non più legati al contemporaneo e lontani dal loro originale<br />
significato. Nel suo atelier Paolo ricostruisce, scoprendo nuovi significati ed emozioni ed applicando diverse<br />
tecniche pittoriche, i colori dati strato su strato: grigi, mummia, neri con accenti finali dal rosso vermiglio al<br />
pompeiano e con elementi che richiamano le forme organiche della corteccia. E’ chiaro l’interesse dell’artista<br />
per la patafisica, una filosofia che guarda oltre la metafisica, una parodia alle teorie e ai metodi delle moderne<br />
scienze, in un assurdo creativo e diverso uso della lingua. Alcuni suoi lavori ci richiamano ai miti, ai simboli di<br />
un mondo magico...dai totem agli spiriti protettori di popoli primitivi in una ricerca sempre condivisa dalle<br />
avanguardie europee; le surrealistiche fotografie di Brassai (1899-1984) presentate negli anni 30 sotto il titolo<br />
grafiti o “muro con scritte” (1945 moma museum) di Jean Dubuffet artista dell ArtBrut e perchè no, Max Ernest<br />
(1891-1976). Paolo prosegue la ricerca usando in maniera originale vecchie e nuove tecniche pittoriche e<br />
grafiche. Nel 2050 organizzerà de “Tate Modern” una retrospettiva sui lavori tratti dall’alfabeto immaginario<br />
con il critico che chiuderà la sua presentazione pronunciando le parole: it is amazing !...<br />
di Dick Adelaar<br />
WWW.PAOLOSISTILLI.NL<br />
PAOLO SISTILLI<br />
UTRECHT<br />
NEDERLAND<br />
www.donnaimpresa.com 73
lettere<br />
al DIRETTORE<br />
Riflessioni digitali<br />
Il più grande difetto nei discorsi legati ai social<br />
network è che se ne parla sempre come di un<br />
fenomeno globale.<br />
In questo atteggiamento<br />
ovviamente c’è del vero, ma<br />
pensandolo sempre in questo<br />
modo si perde un dato<br />
fondamentale. Sicuramente l’uso<br />
dei social network è un fenomeno<br />
globale, ma il loro significato, il<br />
modo in cui come sono usati e<br />
perché, credo non sia affatto un<br />
fenomeno uguale né fra stato e<br />
stato, tantomeno fra Europa e<br />
America. E’ come se uno stesso<br />
strumento, abbastanza elastico,<br />
rispondesse a bisogni e pulsioni<br />
personali diverse. Per capire come<br />
MARINA MACCHI e perché è usato il social network<br />
DIRETTORE GENERALE RDM in America è utile tornare ai<br />
discorsi di Bourdieu sul capitale.<br />
Un individuo ha tre tipologie di capitale che definiscono il suo status<br />
sociale: il capitale monetario, culturale e relazionale. Il primo<br />
ovviamente sono i soldi, il secondo è un patrimonio di conoscenze, il<br />
terzo è legato alla rete di conoscenti/amici . Tale definizione è vera in<br />
tutto il mondo occidentale, ma in USA ha alcune declinazioni<br />
interessanti. Prima di tutto il patrimonio relazionale è sempre visto in<br />
chiave di business ed è, quindi, molto coerente con le proprie<br />
aspirazioni sociali e, il patrimonio culturale, è molto legato all’idea di<br />
patrimonio storico/culturale. Non avendo gli Stati Uniti una storia<br />
paragonabile a quella Europea, utilizzano come capitale culturale tutto<br />
ciò che a che fare col nostro continente. Fare un corso da sommelier,<br />
un corso di italiano, andare ad una mostra di impressionisti, è legato,<br />
più che a interessi personali, ad un tentativo di ampliare il proprio<br />
capitale culturale in termini di visibilità sociale: è più visibile sapere<br />
l’italiano o sapere distinguere vini, che avere un reale capitale culturale.<br />
Un altro dato importante è che gli USA sono un luogo dove la mobilità è<br />
altissima, e le relazioni sociali “intense” molto rare. Per dirla banalmente<br />
la gente si sente, ed è, molto più sola rispetto all’Europa. I social<br />
network hanno successo, in USA, per questi motivi: rendere le persone<br />
meno sole, rendere visibile il capitale relazionale e culturale di ognuno.<br />
In Europa invece tali bisogni sono molto meno forti, o comunque con<br />
delle distinzioni molto importanti. La peculiarità con cui nasce in<br />
Europa, al di là della moda del social network, è che è un modo per<br />
avere luoghi di conoscenza. Una ricerca che ho condotto all’UCLA<br />
riguardava proprio l’analisi di contenuto di alcuni fra i social network più<br />
importanti: face book, flickr, anobii, linkedin, myspace. Da un lato alcuni<br />
usi dei social network sono molto simili. Tutto ciò che ha un obbiettivo<br />
legato ad una comunità professionale è simile in europa e Usa:<br />
linkedin; le micro comunità di scrittori e musicisti su myspace… Invece<br />
le differenze sono grandi per quanto riguarda l’uso ludico dei SN. La<br />
dimensione ludica è molto più marcata in Europa, mentre in USA è<br />
comunque legata ad una esposizione di ciò che un utente fa sul lavoro,<br />
quali posti visita, cioè come se anche la dimensione ludica dei SN fosse<br />
un modo per rendere visibile il proprio capitale culturale o sociale. Infatti<br />
in USA un utente ha gli stessi “amici” sia su SN professionali, sia su<br />
quelli più amicali, come se ci fosse poca distinzione. Invece gli europei<br />
tendono a tenere distinti i due piani. E’ anche interessante vedere come<br />
in Europa abbiano successo quei social network basati sulla<br />
condivisione della conoscenza, ma non collegata ad ambiti lavorativi.<br />
Due esempi italiani sono 2spaghi.it e anobii. Il primo è un modo per<br />
collettivizzare la conoscenza rispetto a trattorie/ristoranti, il secondo è<br />
un modo per rendere pubblica la propria libreria, dando giudizi e<br />
valutazioni sui romanzi che si stanno leggendo. Ovviamente anche tali<br />
SN possono essere visti come modi per costruire un capitale culturale.<br />
Però gli utenti su tali SN hanno network diversi, più allargati, rispetto ai<br />
SN classici, perché l’obbiettivo è condividere conoscenze, più che<br />
mettere in mostra il proprio capitale culturale. Credo che questa<br />
differenza fra due modi diversi di concepire i SN sia indispensabile per<br />
capire come creare strategie di marketing efficaci. In Europa una parte<br />
di social network sono usati per aumentare il proprio patrimonio di<br />
conoscenza, non per renderlo visibile, sono usati per scherzare con i<br />
propri amici, non per rendere pubblico il proprio status. Di conseguenza<br />
pensare ad una strategia comune sui social newtork che non tenga<br />
conto di tale differenza è destinata a non essere efficace.<br />
Trittico drammaturgico<br />
contro la guerra<br />
L'unica cosa che in questo mondo va combattuta è la guerra.<br />
L'unico impegno, civile e gandhiano, è lottare con tutte le proprie forze<br />
contro la guerra urlando la voglia dei deboli di mettere al bando per<br />
sempre le armi del mondo.In<br />
quest'operazione munchiana un valido<br />
aiuto viene dal teatro dove Francione<br />
sta operando con ben tre messe in<br />
scena – due affreschi e una miniatura<br />
- di sue opere dai sapori e toni diversi;<br />
tutte mosse dall'unico intento di<br />
educare gli uomini ma soprattutto i<br />
giovani a lottare contro la guerra.Si è<br />
partiti il 21 dicembre 2008 dal teatro<br />
Giannelli di Roma con Suoni e luci di<br />
guerra e pace (coautore Francesco de<br />
Cicco), un’opera sostenuta con ardore<br />
dalla Regione Lazio. E’ una pièce<br />
multimediale a collage dove artisti e<br />
ragazzi, uniti insieme, lanciano il loro<br />
urlo contro l'infamia della guerra, di<br />
qualunque guerra, auspicando un<br />
GENNARO FRANCIONE<br />
MAGISTRATO<br />
mondo diverso con un nuovo sole che riscaldi la fratellanza degli<br />
uomini finalmente accomunati dalla pace, dall'emozione e dalla<br />
creatività comuni. In quest'epoca di teatro povero ben 53 tra attori,<br />
danzatori e cantanti in scena, creano un’azione ricca perché mossa<br />
dalla passione drammaturgica che accomuna tutti.Un'opera più<br />
raccolta è La guerra culinaria di monsieur Gurdjieff in un atto, per la<br />
regia di Vincenzo Sartini la cui prima si è avuta nel prestigioso e amico<br />
Hotel Turner, a pochi passi da Porta Pia, il 20 dicembre. Racconta<br />
l'insegnamento di George Ivanovitch Gurdjieff(1877-1949), il maestro<br />
armeno che agli inizi del secolo scorso fondò una scuola<br />
d'insegnamento esoterico volto alla liberazione dell'uomo. Attraverso il<br />
Triagramma Drammaturgico rappresentato dal Maestro Musicale,<br />
dall'Allievo Poeta e dall'Amante Pittrice si dipana la storia di tre anime<br />
nascoste nella casa di una Parigi appena invasa dalle truppe<br />
tedesche. La guerra si fa metafora della condizione umana in sé con<br />
l'insegnamento di Gurdjieff che spinge l'essere lungo la Quarta Via<br />
della consapevolezza e della fratellanza operosa. Nel maggio 2009 si<br />
ritornerà al maestoso con Unkaya, per la regia di Stefano Loconte e la<br />
coreografia di Rocio Neri che guida il gruppo di danzatori messicani<br />
"Sesto sole". Si tratta appunto di teatro-Danza descrivente l'epopea<br />
azteca con una nuova visione del sacrificio inteso come personale e<br />
volontaria immolazione al dio Sole nel trionfo della forza e del coraggio<br />
del Grande Guerriero. Questa visione, attraverso una storia d'amore e<br />
la ribalta zodiacale di un intero popolo alla ricerca di un senso alle<br />
cose, verrà rivoluzionata dall'Unkaya. E' il "mai più" del sacrificarsi<br />
dell'uomo in una nuova prospettazione vivifica e salvifica della vita che<br />
va vissuta e protetta integralmente, contro la guerra e l'inutile<br />
sacrificio, in ecologia come in rituale. Tre azioni sceniche per tre<br />
momenti in cui gridare tutti in coro: “Mai più la guerra!”. Informazioni:<br />
Suoni e luci di guerra e pace sarà ripresa il 17-18 gennaio al Teatro san<br />
Leonardo di Acilia; La guerra culinaria di monsieur Gurdjieff il 24-25<br />
gennaio al Teatro Stabile di Ostia Antica, il 7-8 marzo al teatro Gassman<br />
di Civitavecchia. Per altre informazioni consultare ADRAMELEK<br />
THEATER: http://www.antiarte.it/adramelekteatro oppure scrivere ad<br />
azuz@inwind.it<br />
L’emancipazione delle<br />
donne, un punto<br />
di non ritorno<br />
Con il riconoscimento dell’uguaglianza<br />
dei sessi niente è più come prima.<br />
I comportamenti violenti, i sistemi culturali<br />
discriminanti possono ormai essere denunciati e<br />
perseguiti. In Francia, solo nel 1938 è stato<br />
modificato il Codice civile del 1804 che sanciva<br />
l’incapacità civile della donna sposata. Nel 1944 è<br />
stato garantito il diritto di voto attivo e passivo alla<br />
donna. Fino al 1942 l’aborto è condannato con la<br />
pena di morte. Nel 1970 sparisce la nozione di<br />
capo-famiglia e l’autorità parentale è così condivisa<br />
dai due coniugi. Nel 1974 la legge Veil autorizza<br />
l’interruzione volontaria della gravidanza. È dei<br />
nostri giorni la proposta di legge sulla parità dei<br />
sessi nella vita politica. Certo l’emancipazione di cui<br />
godono oggi le donne occidentali è passata<br />
attraverso dure lotte e rivendicazioni femministe, a<br />
volte estremiste e non sempre rappresentative di<br />
tutte le donne, ma alla fine barriere considerate<br />
insuperabili sono state eliminate e le donne hanno<br />
cominciato a liberarsi da quelle immagini<br />
stereotipate che le tenevano prigioniere: o «donne<br />
diaboliche», seduttrici e oggetti sessuali maschili o<br />
«madonne» tutte spose e madri, più madri che<br />
spose. Oggi, nessun ruolo è vietato alle donne e lo spazio sociale ritrova<br />
una protagonista a lungo confinata nello spazio privato della casa.<br />
L’emancipazione della donna è così un punto di non ritorno, una vera<br />
rivoluzione sociale, ma non mancano ombre e perplessità. Ogni anno<br />
su 210 milioni di gravidanze nel mondo 22% vengono interrotte da un<br />
aborto, di cui 26 milioni sono aborti legali e circa 20 milioni sono aborti<br />
illegali. I tassi sono simili per i Paesi sviluppati, in cui l’aborto è per lo più<br />
legale, e per quelli in via di sviluppo, in cui l’aborto è illegale. Tuttavia, i<br />
tassi di mortalità in seguito ad aborto sono di 330 morti su 100.000 nei<br />
Paesi in via di sviluppo contro un numero oscillante fra 0,2 e 1,2 su<br />
100.000 nei Paesi sviluppati. Senza entrare nel merito della moralità<br />
dell’aborto, non tutte le donne hanno comunque le stesse possibilità,<br />
neppure quelle minime di vita e di morte. Inoltre la nuova donna<br />
emancipata corre il rischio di farsi ingabbiare da altre immagini e<br />
stereotipi non meno pericolosi dei<br />
precedenti: la superwoman, efficiente,<br />
materna, iperattiva, seducente... e mai<br />
stanca...Infine se è importante<br />
difendere l’uguale dignità tra uomo e<br />
donna, non bisognerà comunque<br />
cancellare o dimenticare la differenza.<br />
Infatti, non è stata la differenza<br />
naturale dei sessi a legittimare<br />
l’ineguaglianza delle donne, ma<br />
piuttosto la negazione di questa<br />
differenza. Nella nostra storia le donne<br />
non sono state veramente considerate<br />
come «diverse» incarnando però<br />
l’umanità allo stesso titolo degli<br />
uomini, ma sono state definite come<br />
uomini incompleti, inferiori e quindi<br />
discriminate. Bisogna allora<br />
comprendere che questa logica della<br />
mancanza e dell’inferiorità non è la<br />
logica della differenza. Quello che<br />
minaccia oggi la relazione uomodonna<br />
è infatti l’indifferenziazione,<br />
l’unisex, l’annullamento dei sessi,<br />
l’androgino... ciò che serve a tutto e a<br />
tutti perché non si preoccupa di alcuna<br />
specificità. Il vero problema è che<br />
dall’indifferenziazione all’indifferenza il<br />
passo è molto breve, lasciando così gli individui, uomini e donne, in una<br />
insanabile solitudine.<br />
di Lorenzo Prencipe<br />
Ssst...!Parla Piunti, Capogruppo An<br />
Comune di S. Benedetto del Tronto<br />
Al giro di boa del mandato amministrativo il bilancio di questa giunta può definirsi,<br />
senza tema di smentita, deludente...<br />
da un sindaco che vanta una esperienza amministrativa ventennale ci si aspettava un’azione più decisa ed<br />
energica, invece si è limitato a portare avanti interventi già messi in atto dalla passata amministrazione di centro<br />
destra senza dare una impronta programmatica a quella attuale, un comportamento più da amministrazione di<br />
condominio che da Sindaco. I vari flop (vedi lungomare a pagamento e corsia preferenziale per i bus) e le<br />
defaillance, clamorosa quella sullo stadio Ballarin, che oltre a fare perdere un contributo di 10 milioni di euro, ci<br />
ha esposti ad una brutta figura internazionale, hanno di fatto isolato il primo cittadino dal resto della giunta e della<br />
sua maggioranza, ma soprattutto ha deluso i cittadini sambenedettesi che hanno creduto in questa politica degli<br />
annunci che prevedeva: la riqualificazione del lungomare nord, la Piazza S. Pio X, il risanamento del Torrente<br />
Albula, l’ampliamento della Sala mensa alla Scuola Caselli e la realizzazione della circonvallazione che avrebbe<br />
in buona parte risolto il problema del traffico sulla Statale 16. Ma a fronte di tante insufficienze, sono stati solerti<br />
nell’ammettere le tasse ICI e addizionale IRPEF (nell’attesa della Tarsu che avverrà a breve). Andando ad<br />
appesantire ancor di più la situazione economica dei cittadini. Più tasse e meno servizi, insomma una gestione al<br />
contrario della cosa pubblica. Infatti il nostro territorio in questi due anni e mezzo è arrivato a contare una<br />
disoccupazione pari al 23%, contro il 7% di media nazionale e regionale, e, come se non bastasse, anche da<br />
regina del turismo marchigiano abbiamo dovuto subire una contrazione consistente nel periodo estivo anche<br />
grazie alla iniziative sbagliate nel campo turistico – culturale. Nel frattempo si continua nell’assegnare incarichi<br />
ad amici e amici degli amici (550 mila euro solo nel 2007) oltre ai 100mila per una fantomatica riorganizzazione<br />
PASQUALINO PIUNTI<br />
VICE PRESIDENTE<br />
PROVINCIALE (AP)<br />
del personale, che in realtà nascondeva solo la volontà di “premiare o punire” il dipendente a seconda della sua appartenenza politica e la ciliegina<br />
sulla torta dei 100mila euro spese in cene e convegni (sempre nel 2007). Un Robin Hood al contrario che è riuscito nel non facile compito di<br />
scontentare tutti con le facili promesse da marinaio. Proprio ciò di cui San Benedetto non ha bisogno.<br />
71<br />
www.donnaimpresa.com
JACKBELLA<br />
VITA-WINTER<br />
2009<br />
IN QUESTA RUBRICA:<br />
Roma Cinema Festival<br />
• Notte speciale<br />
Irene Mezzocapo voce degli AFO4<br />
• Vincent Campanelli<br />
La giovanissima Rima sbarca in Italia<br />
• I migliori anni...70’ !<br />
www.donnaimpresa.com 89<br />
ELLA VITA<br />
www.captainjack.it
Le luci del festival del cinema romano si sono spente.<br />
COSA RESTA...<br />
DA RACCONTARE…<br />
ROMA<br />
ITALY<br />
1<br />
NATA PER RESTITUIRE ALLA<br />
CITTÀ IL SUO TRADIZIONALE<br />
PRIMATO IN AMBITO<br />
CINEMATOGRAFICO, LA<br />
MANIFESTAZIONE SI<br />
PROPONE COME<br />
ALTERNATIVA AI PIÙ FAMOSI<br />
FESTIVAL DEL CINEMA<br />
EUROPEI. IL TUTTO SENZA<br />
RINUNCIARE, PERÒ, A QUEL<br />
TANTO DI MONDANITÀ CHE<br />
BASTA PER POPOLARE LE<br />
STRADE DELLA CAPITALE ED I<br />
“LUOGHI CULT” DI STAR E<br />
STARLETTE IN GRADO DI<br />
CATTURARE L’ATTENZIONE DI<br />
CURIOSI, FAN ED<br />
INSTANCABILI PAPARAZZI IN<br />
CERCA DI SCOOP.<br />
2 3<br />
4<br />
Le luci del festival del cinema si sono spente. Cosa resta da raccontare?<br />
Tutto quello che non avete visto in televisione o nelle fotografie di paparazzi<br />
strapazzati. Partiamo da loro. I nostri eroi ogni sera sono stati sbattuti da<br />
una festa ad un’altra. Le notti del dopo Red Carpet sono state notti dure,<br />
difficili per gli uomini e le donne dallo scatto facile. Sei un attore? Chi sei?<br />
Eh si, perché in queste feste non è sempre stato facile riconoscere l’attore<br />
di grido o quello del momento. Tanti i volti giovani e freschi alla ricerca di un<br />
posto al sole. Tante le fanciulle che hanno fatto di tutto per una “ posaaaaa”.<br />
Nel dopo Red Carpet si ritorna insomma alla parità. Fuori da quel tappeto<br />
rosso tutti possono essere grandi, medi e piccini. Le location delle feste?<br />
Location, si dice cosi adesso.. si? Bene, molte feste sono state fatte alle<br />
Officine del Farneto. Un posto che non è il massimo dell’eleganza, sia<br />
chiaro, ma in questo momento nella capitale è il posto di tendenza. E non si<br />
può andare mai contro tendenza. Specialmente nel mondo del cinema. E<br />
alle Officine del Farneto è arrivata in pompa magna “nientepopodimenochè”<br />
una Monica Bellucci bella più che mai, ma anche un Beppe Fiorello sempre<br />
meno Fiorello e più Beppe. E poi? E “ Poi sarà come morire” canta Giorgia,<br />
ma in questo festival la voce che ha incantato è stata quella di Carmen<br />
Consoli. Anche lei non si è sottratta dal dopo festival e con la comitiva<br />
guidata da Anna Sole Tognazzi hanno brindato fino a notte fonda tra baci e<br />
abbracci. Un brindisi per un film che farà soffrire molto gli uomini. In “<br />
L’uomo che ama” c’è tutta la sofferenza di quegli uomini che non devono<br />
chiedere mai. Uomini, tanti sono stati gli uomini della sicurezza. Autisti,<br />
bodyguard, manager e scrocconi. Oio ioi…quanti ne abbiamo visti in queste<br />
cene di gala. Eh si, perché nel dopo Red Carpet non si balla soltanto, ma si<br />
è “magnato”. E tanto. Cene in ville, in palazzi e in quella sala chiamata<br />
Spazio Etoille ( San Lorenzo in Lucina) che di giornoè“mercato” e la notte<br />
si trasforma in un’elegante salone. In quello spazio, bella, è stata la cena di<br />
gala di Paola Comin. Una cena di gala in beneficenza(èstata dura trovare<br />
beneficenza…) che ha visto come protagonista Brando De Sica. Brando, il<br />
giovane arrivato con la camicia bianca e il codino, il fanciullo che ha<br />
risposto con garbo a tutte le domande di cronisti che hanno aperto la<br />
cartella del suo cuore. Il rapporto con tuo padre? E tuo nonno? Su di lui<br />
ancora poche domande. Il prezzo da pagare del figlio d’arte, un altro figlio<br />
d’arte presente nel festival è stato Davide Rossi. Protagonista del film<br />
Albakiara, Davide, ha regalato spettacolo con Califano nella festa tutta<br />
pazza del Joia. Musica maestro. La notte del dopo red carped non finisce<br />
mai. Chiedetelo a Mikey Rouche che nella notte del Gilda non si è fermato<br />
un attimo. L’unica “follia “ di Alpacino invece è stata quella di fare aprire un<br />
ristorante chiuso a trastevere. Cene, e non è mancato l’apertivo<br />
“strettostretto”, ma “figofigo”. Al Rhom per l’aperitivo in onore di Caterina<br />
Murino e Mena Suvari, le due protagoniste del bacio saffico, arrivano<br />
persino Fausto Bertinotti e la sua Lella e poi… Cecchi Gori con la sua<br />
biondona misteriosa. Tutto qui? Tutto qui… questo è il dopo festival, quella<br />
sana follia di una festa senza fine.<br />
di Marcello Romanelli (in alto nella foto)<br />
GOSSIPPANDO
UNA NOTTE SPECIALE<br />
31 12<br />
2008<br />
IL PRIMO ASSAGGIO DI MONDANITÀ DELLA STAGIONE 2009 STAVOLTA L'HA OFFERTO DAMIANI & ROSSI<br />
CHE HA FESTEGGIATO IL NUOVO ANNO CON UN CARNET DI OSPITI D'ECCEZIONE.<br />
101<br />
.<br />
2009<br />
.<br />
2008<br />
CLUBZEN<br />
Giusy e Lino Vittorio e Lalla Nadia e Raffaele<br />
da sinistra:<br />
Lino ed Alfredo<br />
in basso:<br />
Josè, Giuseppe e Gianni<br />
Bruno e Valeriana<br />
da sinistra: Livia, Irma e Giusy<br />
www.clubzen.it<br />
Wolfrano e Alfredo Wolfrano e Carla Maura e Ganni Marcello e Daniela<br />
Amerigo ed Irma Gianni e Laura Daniela ed Elena<br />
Livia e Arturo<br />
VIA SOLFERINO . PORTO SAN GIORGIO . USCITA A14 . INFOLINE 0734.676312
RIMA<br />
SADAUSKAITE<br />
NATA NELLA SPLENDIDA CITTA’ DI JONAVA (LITUANIA) NEL 1988<br />
PROFESSIONE MODELLA E SHOW GIRL<br />
HA LAVORATO PER LA GRIFFE DI ERMANNO SCERVINO ”Mi piace l’idea dei contrasti tra i<br />
materiali, scoprire equilibrio in un contrasto dà libertà”<br />
HA RAPPRESENTATO LA CAMPAGNA PUBBLICITARIA PER A.B./SOUL<br />
E’ ENTRATA A PIENO TITOLO CON LE MAGGIORI AGENZIE DI MODA MILANESI<br />
E’ STATA FOTOGRAFATA DAL MAGISTRALE MAURIZIO MONTANI uno dei più abili e<br />
creativi fotografi di moda presenti in Italia. Richiestissimo dalle migliori agenzie di moda e pubblicità, Montani nel corso della<br />
sua carriera ha fotografato molti tra i più importanti modelli e modelle del panorama Internazionale.<br />
PROFESSIONE MODELLA/SHOWGIRL<br />
mezzocapo<br />
VOCE DEGLI AFO4<br />
la nuova incisione anche in videoclip (nelle foto) il singolo<br />
“Stupido”<br />
PROFESSIONE CANTANTE<br />
IRENE<br />
Inizio a studiare canto e musica a 14 anni sotto la guida di insegnanti diversi, da<br />
subito mi interesso principalmente al rock, al pop e alla canzone d'autore. Negli<br />
anni studio il metodo Voicecraft with Compulsory Figures con Jo Estill a Firenze,<br />
partecipo a vari seminari tenuti da Fabrizia Barresi sull'improvvisazione, studio e<br />
approfondisco il metodo LA VOCE con Fulvio Tomaino a Roma e frequento la<br />
Berklee Summer School di Umbria Jazz con Donna McElroy e Dennis<br />
Montgomery III. Parallelamente studio pianoforte con la pianista Georgia<br />
Iaconetti, partecipo come uditrice alle lezioni del Maestro Francesco Cipriano al<br />
Conservatorio Mascagni di Livorno, studio teoria musicale e solfeggio con<br />
Elisabetta Bacci. Adoro anche la chitarra acustica, la suono finchè gli altri non si<br />
ribellano...Divento poi insegnante accreditata del metodo LA VOCE e insegno<br />
canto moderno e tecnica vocale a Roma presso l' Accademia Musicale Ladybird<br />
Project-Cherubini, diretta dal chitarrista e grande didatta Paolo Patrignani, in<br />
Toscana a Piombino (Livorno) presso la CROSSROAD MUSIC LAB ed a Lucca<br />
presso la CITY MUSIC ACADEMY. Nel Luglio 2007 sono assistente e<br />
coordinatrice della sezione Voce agli European Master of Music di Lucca, dove ho<br />
l'onore di collaborare con grandi insegnanti quali Albert Hera, Andrea Figallo,<br />
Fulvio Tomaino, Fabrizio Mascolo.(www.citymusicacademy.it). Amo<br />
l’insegnamento ed ho la fortuna di avere allievi molto seri, creativi e musicali che<br />
mi danno grandi soddisfazioni e con i quali ho delle bellissime amicizie. Altra<br />
fortuna sono i musicisti con i quali collaboro ed ho collaborato, Marco Mezzacapo,<br />
chitarrista, Giovanni Germanelli, bassista, Luca Tognoni, batterista, Marco<br />
Bertogna, chitarrista, bassista e produttore soprattutto, Federico Righi, batterista,<br />
Nico Pistolesi, pianista, Egisto Grandi, trombettista, Cinzia Orlandini, chitarrista<br />
e violoncellista, Franco Ceccanti, chitarrista, Nino Pellegrini, contrabbassista,<br />
Andrea Marianelli, bassista e contrabbassista, Luca Silvestri, bassista, Stefano<br />
Carrara, batterista, Simone Marrucci, chitarrista. Lavoro come cantante,<br />
insegnante e vocal trainer in studio. Attualmente il mio progetto principale è la<br />
rockband AFO4, per la quale canto, scrivo e faccio di tutto e di<br />
più...www.myspace.com/afoquattro per chi si vuole render conto del nostro livello<br />
di follia lucida. Con gli AFO4 ho in attivo una produzione con Marco Bertogna,<br />
Roberto Salvadori e Nicolò Fragile per la Cama Records, un videoclip<br />
(“Stupido”) prodotto da Marco Bertogna e Gian Maria Tavanti, per la regia di<br />
Carlo Paramidani e anni, suoni, nottate, concerti, parole, emozioni…insomma un<br />
mondo così grande che a volte mi ci perdo…Nel Gennaio 2007 abbiamo vinto il<br />
premio Miglior Rock Band al Festival Brescia On-Line, Miglior Band del mese di<br />
Febbraio per l'etichetta Strani Suoni di Reggio Emilia e nel Luglio 2007 abbiamo<br />
presentato "Stupido" nel programma Matinèe su Rai2. Un secondo ma importante<br />
progetto è il Quartetto Khorakhanè, formazione con la quale rivisito le canzoni di<br />
Fabrizio De Andrè per chitarre classiche, acustiche,mandolino, violoncello,<br />
bouzouki e voce. Con il Quartetto ho inciso nel 2005 il Cd "A forza di essere<br />
vento" . Amo la canzone d’autore ed è un onore mettere la voce al servizio<br />
dell’opera di De Andrè.
vincent<br />
CAMPANELLI<br />
Come è iniziata la tua avventura nel mondo della musica?<br />
Inizia tanti anni fa...ero piccolino e la nonna volle che io mi iscrivessi ad una scuola di<br />
musica. Iniziai per poco tempo con il pianoforte...la tromba...fino ad approdare al sax<br />
la mia attuale passione. Ho iniziato dal Jazz, per poi convertirmi alla musica leggera,<br />
anche se il mio vero “amore” è il blues, anzi il rhythm blues e la bossa-nova.<br />
Voliamo agli anni 80’, un momento magico per te e i “Mikron”, ti va di raccontarci<br />
quella splendida avventura?<br />
Più che avventura, è stata una sfida, io e Roberto (Trentacarlini) approdammo a<br />
Milano per incidere un disco, era il momento che impazzava nelle discoteche suoni<br />
pop-elettronici, che nulla avevano a che fare con la nostra preparazioni in tema<br />
musicale, in quattro giorni incidemmo “Polynesia” e tornammo a Porto San Giorgio.<br />
Essendo, Klaus Schulze, il produttore del nostro mix lo stesso degli Alphaville (Big in<br />
Japan), dopo tre mesi fummo chiamati di nuovo a Milano per la promozione del nostro<br />
primo disco. In quel breve lasso di tempo, in tutta Europa, avevamo venduto circa<br />
580.000 copie, un trionfo del tutto inaspettato. Dopo questa esperienza, ho continuato<br />
con delle collaborazioni, firmando la sigla del programma RAI “Prisma”, mentre un<br />
nostro passaggio promozionale a “Disco Ring” ci lanciò anche in Italia al settimo<br />
posto nella classifica ufficiale.<br />
Ed oggi?<br />
Roberto è tornato in america da molti anni, attualmente si esibisce a Las Vegas come<br />
sosia di Elvis Presley, con molto successo...mentre io, oggi, collaboro con moltissimi<br />
gruppi avendo aggiunto alle mie performance...oltre al sax...anche la parte vocale oltre<br />
che la batteria elettronica.<br />
Che ne pensi dell’universo in rosa...le donne?<br />
I pensieri sono tanti...sia belli ...che brutti....<br />
La nostra speciale intervista temina sulla sospensione di queste parole....che vogliono<br />
dire molte cose....alla prossima Vince!<br />
di Bruno Baldassarri<br />
AL CAFE’ TORINESE di Porto San Giorgio ITALY<br />
fotoTALK nella RADIO<strong>by</strong> Ettore e Piero<br />
I MIGLIORI<br />
ANNI...<br />
nella foto il Dj Fabio Di Fabio (ex Radio Cosmo International)<br />
La magia della musica anni ‘70 non passa mai di<br />
moda, ne e’ dimostrazione evidente di una festa<br />
riuscitissima “celebrata” a Monsampietro Morico,<br />
un piccolo paese delle marche (italy).<br />
Il motto della notte è quasi un esortazione a tornare<br />
ad essere quelli che eravamo, nel vestire e<br />
nell’ interpretare gli anni che abbiamo vissuto molto<br />
intensamente. Per una notte una sorta di “ritorno al<br />
passato” attraverso le note che hanno fatto da<br />
colonna sonora alla nostra gioventù, quindi tutti in<br />
pista e sotto con i Tramps, Cool & Gang, Chic, Donna<br />
Summer, James Brown, Instant Funk, Cerrone,<br />
Bionic Boogie, CJ and Company, e soprattutto<br />
risvegliando...<br />
IL SETTANTA CHE È IN TE
vincent<br />
CAMPANELLI<br />
Come è iniziata la tua avventura nel mondo della musica?<br />
Inizia tanti anni fa...ero piccolino e la nonna volle che io mi iscrivessi ad una scuola di<br />
musica. Iniziai per poco tempo con il pianoforte...la tromba...fino ad approdare al sax<br />
la mia attuale passione. Ho iniziato dal Jazz, per poi convertirmi alla musica leggera,<br />
anche se il mio vero “amore” è il blues, anzi il rhythm blues e la bossa-nova.<br />
Voliamo agli anni 80’, un momento magico per te e i “Mikron”, ti va di raccontarci<br />
quella splendida avventura?<br />
Più che avventura, è stata una sfida, io e Roberto (Trentacarlini) approdammo a<br />
Milano per incidere un disco, era il momento che impazzava nelle discoteche suoni<br />
pop-elettronici, che nulla avevano a che fare con la nostra preparazioni in tema<br />
musicale, in quattro giorni incidemmo “Polynesia” e tornammo a Porto San Giorgio.<br />
Essendo, Klaus Schulze, il produttore del nostro mix lo stesso degli Alphaville (Big in<br />
Japan), dopo tre mesi fummo chiamati di nuovo a Milano per la promozione del nostro<br />
primo disco. In quel breve lasso di tempo, in tutta Europa, avevamo venduto circa<br />
580.000 copie, un trionfo del tutto inaspettato. Dopo questa esperienza, ho continuato<br />
con delle collaborazioni, firmando la sigla del programma RAI “Prisma”, mentre un<br />
nostro passaggio promozionale a “Disco Ring” ci lanciò anche in Italia al settimo<br />
posto nella classifica ufficiale.<br />
Ed oggi?<br />
Roberto è tornato in america da molti anni, attualmente si esibisce a Las Vegas come<br />
sosia di Elvis Presley, con molto successo...mentre io, oggi, collaboro con moltissimi<br />
gruppi avendo aggiunto alle mie performance...oltre al sax...anche la parte vocale oltre<br />
che la batteria elettronica.<br />
Che ne pensi dell’universo in rosa...le donne?<br />
I pensieri sono tanti...sia belli ...che brutti....<br />
La nostra speciale intervista temina sulla sospensione di queste parole....che<br />
vogliono dire molte cose....alla prossima Vince!<br />
di Bruno Baldassarri<br />
AL CAFE’ TORINESE di Porto San Giorgio ITALY<br />
fotoTALK nella RADIO<strong>by</strong> Ettore e Piero<br />
I MIGLIORI<br />
ANNI...<br />
nella foto il Dj Fabio Di Fabio (ex Radio Cosmo International)<br />
La magia della musica anni ‘70 non passa mai di<br />
moda, ne e’ dimostrazione evidente di una festa<br />
riuscitissima “celebrata” a Monsampietro Morico,<br />
un piccolo paese delle marche (italy).<br />
Il motto della notte è quasi un esortazione a tornare<br />
ad essere quelli che eravamo, nel vestire e<br />
nell’ interpretare gli anni che abbiamo vissuto molto<br />
intensamente. Per una notte una sorta di “ritorno al<br />
passato” attraverso le note che hanno fatto da<br />
colonna sonora alla nostra gioventù, quindi tutti in<br />
pista e sotto con i Tramps, Cool & Gang, Chic, Donna<br />
Summer, James Brown, Instant Funk, Cerrone,<br />
Bionic Boogie, CJ and Company, e soprattutto<br />
risvegliando...<br />
IL SETTANTA CHE È IN TE
PROVOCAZIONI<br />
PICCOLE<br />
DONNE EMERSE<br />
DAL NULLA...<br />
che hanno ricercato l’indipendenza, che sono andate controcorrente per inseguire<br />
un sogno. Donne alle quali non conta cosa si pensi di loro, ma conta essere se<br />
stesse. Donne che piangono, ridono, corrono dai figli all’uscita dell’asilo o di scuola<br />
alle cinque del pomeriggio. Donne manager che scaraventano nei sancta sanctorum<br />
del business sentimenti, emozioni, intuizioni e rumorosità, donne che non barattano<br />
quasi mai la verità con l’omertà, il coraggio con l’ignavia, la lealtà con la<br />
sottomissione. Donne che si mostrano fragili quando sono forti, donne che con un<br />
sorriso vero riescono ad umanizzare cose terribilmente serie e noiosissime come<br />
l’investmentbanking o il recruiting. Ma quante sono, in Italia, le donne così, quelle<br />
che “ce l’hanno fatta?”. Poche, pochissime. Una valanga di cifre e statistiche per<br />
dire che la vita delle donne è sostanzialmente spaccata in due. Nella prima parte,<br />
quella dedicata alla formazione, le donne hanno conquistato il primato, nei modi e<br />
nei tempi, eccellendo pure nelle facoltà tradizionalmente a monopolio maschile.<br />
Supremazia che si trasforma in disfatta quando dalla palestra delle aule universitarie<br />
si passa all’arena della vita vera, ovvero quella scandita dai ritmi quotidiani lavorofiglio-marito;<br />
arena in cui dovrebbe valere il principio sacro che regge tutte le<br />
democrazie compiute: l’uguaglianza delle opportunità. La responsabilità di questa<br />
arretratezza non è però solo di chi detiene il potere: la famiglia italiana è ancora<br />
purtroppo intrappolata in una visione saldamente ferma ad un modello non<br />
partecipativo in cui la donna è costretta ad uno slalom quotidiano tra casa, famiglia e<br />
lavoro, con l’aggravante ancora non risolta, se non in rare eccezioni, di servizi<br />
sociali che non funzionano, o che comunque non soddisfano se non in parte, la<br />
richiesta sempre crescente di “tempo” delle donne lavoratrici. Le donne non solo<br />
aspettano di più per fare il loro ingresso nel mercato del lavoro, ma raramente<br />
raggiungono posizioni di vertice. Le eccezioni, per fortuna, ci sono. Speriamo che la<br />
scelta di Luxottica di affidare alle donne un terzo delle 200 posizioni di vertice del<br />
gruppo entro il 2009, sull’onta di colossi come Nike e Nissan, o di Unicredit che ha<br />
appena promosso un piano per avere un top management composto da uomini e da<br />
donne nella stessa percentuale oppure ancora, come Bankitalia che per la prima<br />
volta nella storia ha assegnato ad Anna Maria Tarantola la vicedirezione, siano<br />
sempre meno casi sporadici.<br />
di Valeriana Mariani<br />
DONNE<br />
CRESCONO<br />
www.donnaimpresa.com 98<br />
foto di Jenni Tapanila<br />
IN COLLABORAZIONE CON:<br />
www.di.donna.it<br />
DI.<strong>DONNA</strong><br />
international<br />
www.donnaimpresa.com