Àncore 11
Pubblicazioni IUAV sul tema della rigenerazione urbana in Italia.
Pubblicazioni IUAV sul tema della rigenerazione urbana in Italia.
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À NCORE <strong>11</strong><br />
Numero edito in occasione della<br />
Summer School IUAV<br />
COMMERCIO E RIGENERAZIONE DEI CENTRI<br />
URBANI<br />
1 > 6 settembre 2014
EvEnto<br />
Università Iuav di Venezia<br />
FACOLTÀ DI PIANIFICAZIONE<br />
DEL TERRITORIO<br />
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA<br />
FACOLTÀ DI DESIGN E ARTI<br />
COMUNE di ESTE<br />
COMMERCI<br />
E RIGENER<br />
DEI CENTR<br />
URBANI<br />
COMUNE DI SAN<br />
DONÀ DI PIAVE<br />
Un’opportunità per la Città, per il Co<br />
Es<br />
1<br />
DiDattica<br />
SUMMER SCHOOL: Commercio e rig<br />
Da lunedì 2 a venerdì 7 settembre dalle 9 alle 18<br />
Sala Nassiryia - Vicolo Mezzaluna
À NCORE <strong>11</strong><br />
Numero edito in occasione della<br />
Summer School IUAV<br />
COMMERCIO E RIGENERAZIONE DEI CENTRI<br />
URBANI<br />
San Donà di Piave 1 > 6 settembre 2014
À NCORE<br />
<strong>11</strong><br />
Perchè À ncore: i territori<br />
hanno bisogno di àncore,<br />
spazi, oggetti, energie<br />
sulle quali fondare la<br />
propria temporanea<br />
costruzione. Il progetto di<br />
À ncore è intercettare e<br />
visualizzare rotte,<br />
direzioni come quelle di un<br />
accento.<br />
Gruppo di lavoro: Laura Fregolent (coordinatrice), Massimiliano<br />
Ciammaichella, Sara Marini, Francesco Gastaldi (Università<br />
IUAV di Venezia); Filippo Farronato (Tutor).<br />
Con l’aiuto e la collaborazione di: Danilo Gerotto, Maria Teresa<br />
Colafrancesco, Roberto Bozzato, Marino Perissinotto, Daniele<br />
Pasian, Gabriele Vazzoler, Paolo Costantini (Comune di San<br />
Donà di Piave), Roberto Barbiero (Confesercenti Venezia).<br />
Interventi e lezioni: Michele Lacchin, Gonçalo Byrne e Paolo<br />
Lucchetta.<br />
Studenti: Evelyn Barcatta, Daniele Bettin, Christian Bigi, Chiara Bortolan,<br />
Michela Corazzola, Giovanni Matteo Cudin, Marco De Nobili, Niccolò Giacchetta,<br />
Paolo Giordani, Irene Marcuz, Chiara Mazzocca, Mosè Menegatti,<br />
Dalia Mercado, Francesca Partis, Valeria Polato, Federico Salvalaio, Miki<br />
Savio, Alessia Zancan, Ilaria Zambon, Armando Zappalà (Università IUAV<br />
di Venezia); Maria Laura Somma (Università Federico II di Napoli); Daniele<br />
Balbiano, Manuela Favale (Università degli Studi di Firenze); Laura Tollis<br />
(Università La Sapienza di Roma); Tommaso Perazzolo, Valentina Zaro<br />
(Politecnico di Milano); Donato Lombardi (Università D’Annunzio di Chieti-<br />
Pescara), Michelle Heloise Vecchia (Politecnico di Torino).
LA SUMMER SCHOOL<br />
COMMERCIO E<br />
RIGENERAZIONE<br />
DEI CENTRI URBANI<br />
INTRODUZIONE
La Summer School “Commercio e rigenerazione dei centri urbani” nasce<br />
grazie alla collaborazione tra Università IUAV di Venezia e Confesercenti<br />
Veneto che nel 20<strong>11</strong> hanno siglato un Protocollo d’Intesa finalizzato alla costruzione<br />
di progetti didattici e di ricerca sul ruolo del commercio nelle politiche<br />
di rigenerazione urbana e di promozione del territorio. In questa terza<br />
edizione a San Donà di Piave, gli studenti si sono misurati con un esercizio<br />
di analisi e progettazione urbana condotto sull’area centrale del capoluogo,<br />
compresa tra il fiume Piave, via Silvio Trentin, via Ancillotto e che comprende<br />
il nuovo Teatro, il Municipio e i servizi che si affacciano su Piazza Indipendenza,<br />
la galleria commerciale Vidussi e l’edificio Bergamin. Alcune analisi e<br />
riflessioni sono state condotte anche alla scala urbana e territoriale.<br />
Il filone conduttore delle tre edizioni della Summer school si è concentrato<br />
sulle problematiche relative alla perdita di attrattività dei centri urbani delle<br />
medie città venete conseguenza della crisi delle attività commerciali e dei<br />
servizi tradizionalmente localizzati nei tessuti consolidati con perdita della<br />
qualità dello spazio urbano. Il tema è stato declinato in maniera diversa<br />
nelle tre esperienze condotte.<br />
Nel caso di San Donà di Piave si è lavorato sulla ricucitura degli spazi<br />
dell’area centrale attraverso la riprogettazione di alcuni spazi commerciali,<br />
il riuso di alcune gallerie in parte non utilizzate o abbandonate, l’apertura di<br />
percorsi di collegamento, la creazione di nuove piazze per lo svago, il tempo<br />
libero e gli eventi culturali.<br />
La città presenta un patrimonio edilizio di qualità, non vive situazioni di abbandono<br />
rilevante, è stata interessata (e lo è tuttora) da alcuni interventi ad<br />
opera di architetti di livello internazionale quali Aurelio Galfetti, Cino Zucchi,<br />
Gonçalo Byrne.<br />
Gli studenti provengono dall’Università IUAV di Venezia e da altre università<br />
italiane.<br />
Essi hanno svolto un’esercitazione di analisi e di progetto con attenzione a<br />
forme di riuso di contenitori urbani; alla base di tutti i lavori svolti la consapevolezza<br />
che le città e i territori, per essere competitivi, devono continuamente<br />
inventare nuovi scenari.<br />
I temi affrontati dagli studenti pongono particolare attenzione alla progettazione<br />
e riqualificazione dello spazio pubblico, a possibili linee di intervento<br />
finalizzate al potenziamento del sistema urbano, ad un miglioramento della<br />
qualità della vita e al riuso di edifici e aree sottoutilizzate, alla costruzione<br />
di percorsi e fisici e immateriali, all’individuazione di scenari di maggiore<br />
fruizione del centro da parte di residenti e visitatori.<br />
Le dinamiche individuate sulle quali si è concentrata l’esercitazione sono<br />
state osservate e nello specifico a partire da alcuni ambiti di intervento per<br />
osservare poi i fenomeni e formulare ipotesi di intervento alla scala urbana.<br />
Il lavoro degli studenti dà vita all’undicesimo numero di <strong>Àncore</strong>, format<br />
editoriale pensato e diretto da Sara Marini, supporto per la restituzione dei<br />
risultati di workshop e laboratori con finalità didattiche.
POLARITÀ COMMERCIALI
La Provincia di Venezia è un territorio che è stato<br />
interessato da una crescita molto rilevante<br />
delle grandi strutture di vendita. Queste si sono<br />
concentrate in modo particolare intorno al capoluogo<br />
e in parte sull’asse Padova-Venezia<br />
tuttora interessato da nuove progettualità.<br />
È evidente come nella parte orientale della<br />
Provincia questi processi sono stati molto più<br />
contenuti e che quindi esistono degli spazi potenziali<br />
per un’evoluzione in senso non tradizionale.<br />
Sono, quindi, necessarie politiche, azioni e strategie<br />
che governino in senso virtuoso gli inevitabili<br />
processi evolutivi e che orientino verso<br />
scelte finalizzate a favorire il commercio, anche<br />
attraverso l’insediamento di medie strutture di<br />
vendita, nella città di San Donà di Piave.<br />
Treviso<br />
20/3<br />
130.<br />
Mestre<br />
BACINI DI UTENZA COMMERCIALE<br />
Venezia
0 min<br />
770<br />
10/20 min<br />
69.306<br />
San Donà di Piave<br />
0/10 min<br />
52.272
ATTIVITÀ
ATTIVITÀ IN DISUSO
IMPARARE DALL’OUTLET<br />
De Nobili/Bettin/Polato/Savio<br />
EFFETTO FALL OUT<br />
Bortolan/Marcuz/Somma/Cudin/Zappalà<br />
VIVERE LA PIAZZA<br />
Mazzocca/Menegatti/Giordani/Giacchetta<br />
LA CITTÀ TEATRO<br />
Corazzola/Zambon/Partis<br />
CORTE 2<br />
Vecchio/Mercado/Balbiano/Favale/Salvalaio<br />
AL PASSO CON I TEMPI<br />
Perazzolo/Zaro/Lombardi/Zancan<br />
CUBIC NETWORK<br />
Bigi/Barcatta/Tollis<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7
IMPARARE DALL’OUTLET<br />
EFFETTO FALL OUT<br />
VIVERE LA PIAZZA<br />
LA CITTÀ TEATRO<br />
CORTE 2<br />
AL PASSO CON I TEMPI<br />
CUBIC NETWORK<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7
IDENTITÀ<br />
ACCESSIBILITA’<br />
“OASI” PEDONALE
VASTA E CONCENTRATA OFFERTA<br />
PORTICATI CONTINUI<br />
IMPARIAMO<br />
DALL’ OUTLET
FRAMMENTARIA<br />
MARGINALIZZATA
ABBANDONATA<br />
IN DISUSO<br />
DISCONTINUA<br />
RIVALUTIAMO<br />
LA CITTÁ
CRITICITÀ<br />
La città di San Dona’ di Piave presenta le medesime caratteristiche fisiche che vengono<br />
utilizzate nei grandi outlet.<br />
Portici e gallerie compongono una successione di spazi coperti che, a differenza<br />
dell’outlet, non indirizzano il pedone a seguire un percorso continuo.<br />
L’elemento critico della città sorge in quanto l’utenza non riesce a percepire la presenza<br />
di questi elementi.
spazi sfitti<br />
continuità vs DISCONTINUITÀ<br />
spazi coperti vs SPAZI SCOPERTI
LA GALLERIA<br />
La proposta progettuale consiste nell’uniformare il materiale di cui sono costituiti i portici e le gallerie<br />
per renderne percepibili le connessioni, anche a livello stradale. Proprio come negli outlet, il pedone<br />
deve intuire che esiste una continuità di spazi dall’identità omogenea in cui egli può muoversi.<br />
L’uniformità degli spazi riqualificati consiste in un intervento a tre dimensioni, sia a livello di<br />
pavimetazione che di copertura.<br />
I vari commercianti insediati negli spazi / negozi creano una sinergia dove il prodotto<br />
venduto può essere personalizzato stimolando quindi una collaborazione creativa.<br />
Il complesso della galleria diventa la risposta locale alla standardizzazione del<br />
prodotto e quindi all’ omologazione dell’individuo.
DISEGNARE UN’UNICA<br />
GRANDE GALLERIA
LA FUNZIONE<br />
Gli spazi commerciale evocano i principi espositivi museali. Le vetrine diventano delle cornici in cui i<br />
prodotti sono esposti come se fossero delle opere d’arte.<br />
L’elemento unificatore di questo sistema è il “red carpet” che lega le varie gallerie “d’arte”.
BUSINESS PLAN PLAN<br />
2014 2015 2016 2017 2018 2014<br />
Artigiano 2.0<br />
Amministrazione<br />
strumenti/<br />
allestimento<br />
contributo/<br />
prestito<br />
affito al 1° anno<br />
NEGOZI<br />
PERSONALIZZAZIONE<br />
PRIVATO E PUBBLICO IN UN<br />
UNICO PARTENARIATO
DIMOSTRAZIONI<br />
EVENTI<br />
LE CORTI<br />
Gli spazi aperti lungo le gallerie diventano luoghi di aggregazione dove<br />
l’artigianato locale può esporre e vendere i propri prodotti o semplicemente<br />
avviare attività dimostrative.<br />
Restiamo quindi nella logica dell’autoproduzione locale.<br />
La corte più ampia può diventare lo spazio degli artisti locali oppure, in<br />
determinati giorni della settimana, genera uno spazio creativo come luogo<br />
d’incontro e di scambio di idee coinvolgendo un pubblico più ampio a livello<br />
territoriale.
spazio LIBERO = attività<br />
SPAZIO<br />
ARTE<br />
ESIBIZIONI
GALLERIA VIDUSSI, OGGI<br />
La galleria Vidussi è un caso esemplare di uno spazio dalle grandi<br />
potenzialità, ma attualmente è in uno stato disuso semi totale.<br />
Nonostante essa possa rappresentare un collegamento coperto tra il centro<br />
culturale ed il corso Silvio Trentin, il suo utilizzo sembra quasi inesistente a<br />
causa della sua scarsa visibilità da entrambi i fronti.
DESOLAZIONE<br />
DESOLAZIONE<br />
DESOLAZIONE
GALLERIA VIDUSSI: AUMENTARE LA GALLERIA<br />
La prima soluzione progettuale propone di liberare lo spazio al piano terra<br />
della galleria sfruttando la sua struttura a pilastri.<br />
In questa ipotesi si propone un’unica attività commerciale che dispone di<br />
una grande superficie frontale per accogliere un’ampia utenza.
70% Galleria<br />
30% Negozio
GALLERIA VIDUSSI: UN UNICO GRANDE NEGOZIO<br />
In contrasto alla prima soluzione progettuale si propone una configurazione<br />
spaziale dove l’attività commerciale occupa quasi interamente la galleria.<br />
Realizzando un blocco commerciale unico e non frammentato come allo<br />
stato di fatto, si consente una maggiore flessibilità e si concede l’occupazione<br />
ad un’unica attività commerciale oppure a più commercianti in sinergia.
20% Galleria<br />
80% Negozio
GALLERIA VIDUSSI: GUARDIAMO IN ALTO<br />
La terza ipotesi progettuale propone di occupare la superficie libera sul<br />
solaio di copertura dell’ area Vidussi costruendo una corte pubblica in quota.<br />
Inoltre l’innesto di un nuovo volume sul prospetto esistente fungerebbe da<br />
riferimento identitario e sarà d’ausilio ad un omogenizzazione formale del<br />
fronte stradale.
SVILUPPO<br />
VERTICALE
UN CORTO-CIRCUITO
PER RIPARTIRE
ARE DALL’OUTLET<br />
EFFETTO FALL OUT<br />
VIVERE LA PIAZZA<br />
LA CITTÀ TEATRO<br />
CORTE 2<br />
AL PASSO CON I TEMPI<br />
CUBIC NETWORK<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7
BERGAMIN<br />
Arch. Gino Valle, 1969<br />
Asse CIT. ALBERTO di connessione<br />
BERGAMIN:<br />
“La città è Bergamin e Duomo”<br />
San Donà di Piave, 1977
DUOMO<br />
Giuseppe Torres, 1923<br />
L’analisi attraverso cui si affronta il tema del rapporto fra<br />
rigenerazione urbana e commercio, prende in considerazione<br />
l’edificio Bergamin e le sue relazioni con il territorio<br />
circostante. Nonostante la realizzazione del manufatto<br />
risalga ad un’epoca recente, si inserisce all’interno<br />
di uno spazio strategico in quanto collocato all’ingresso<br />
della città e può avere valenze simboliche paragonabili<br />
al Duomo di San Donà. Entrambi possono rappresentare<br />
due architetture di riferimento in quanto site sull’asse<br />
principale da cui si è sviluppato l’intero contesto urbano.
L’ECO DELLE ATTIVITÁ
L’inquadramento a scala di quartiere mette in luce le<br />
strette relazioni tra il Duomo di San Donà e l’edificio Bergamin.<br />
Si vanno ad analizzare le attività esistenti sull’asse<br />
principale, con l’obiettivo di prevedere nuovi inserimenti<br />
nell’edificio. Emerge che sui fronti che si affacciano su<br />
Corso Silvio Trentin sono presenti per il 45% attività di<br />
commercio non alimentare, mentre appaiono scarsamente<br />
rappresentati attività di servizio e di vendita per un<br />
pubblico giovanile. Per tale motivo si vuole rendere l’edificio,<br />
un dispositivo in grado di accogliere una pluralità di<br />
funzioni.
1965<br />
CRONOLOGIA<br />
1<br />
Una ricostruzione tridimensionale dello stato<br />
antecedente al progetto del complesso Bergamin.
969<br />
Questa immagine rappresenta lo stato di fatto di<br />
un’area di San Donà al 1965 quando la città viveva di<br />
un’economia locale. L’edificio Bergamin rappresenta<br />
l’emblema dell’evoluzione della città verso una<br />
dimensione non più agricola, ma industriale.
GINO VALLE<br />
Gino Valle (1923-2003) si è formato all’Istituto universitario<br />
di Venezia, dove ha insegnato. Dopo una notevole<br />
attività di designer si è dedicato alla progettazione architettonica,<br />
ponendo un accento particolare nel disegno e<br />
nella continua rielaborazione, verifica e arricchimento<br />
dell’idea fino alla realizzazione.<br />
Nei primi anni Cinquanta, Gino e Nani Valle danno vita<br />
allo Studio Architetti Valle a Udine, proseguendo l’attività<br />
del padre Provino iniziata negli anni Venti.<br />
Dopo la morte di Gino Valle nel 2003, Pietro Valle e Piera<br />
Valle Ricci Menichetti, come membri associati, continuano<br />
l’opera dello studio insieme ai collaboratori che vi avevano<br />
lavorato negli anni precedenti.<br />
Tra le sue opere, che in modo riduttivo sono state inserite<br />
ora nell’ambito del linguaggio regionalista ora in quello<br />
internazionalista, modernista o tradizionalista, si ricordano:<br />
monumento alla resistenza di Udine (1959-69); uffici<br />
Zanussi a Porcia (1966-70); municipio di Casarza (1966-<br />
74); centro direzionale di Pordenone (1972-82); quartiere<br />
di case popolari alla Giudecca, Venezia (1980-86); uffici<br />
IBM e albergo alla Défence, Parigi (1984-88); uffici Olivetti<br />
a Ivrea (1985-88).
Ikea<br />
Centro commerciale Porta di Roma<br />
Progetto urbanistico Bufalotta<br />
1991-98<br />
Centro vendite Bergamin<br />
Istrana di Treviso<br />
1996<br />
Centro servizi e magazzino<br />
centrale Bergamin<br />
Portogruaro<br />
1990<br />
VALLE ARCHITETTI ASSOCIATI<br />
Costruzione industrializzata<br />
In successivi progetti per edifici terziari, commerciali e<br />
industriali, lo Studio Valle ha sviluppato diverse soluzioni<br />
per l’impiego di sistemi edilizi industrializzati che offrono<br />
un’ampia flessibilità a costi contenuti per adattarsi a diversi<br />
layout spaziali e tipi di rivestimenti.
ARCHITETTURE D’AUTORE
PIAZZA INDIPENDENZA<br />
Aurelio Galfetti, 20<strong>11</strong>-2012<br />
La sistemazione della piazza ha come azione principale la pedonalizzazione del lotto. Il progetto prevede la ripavimentazione<br />
e riorganizzazione dello spazio centrale, con lo spostamento del monumento all’aviatore Giannino Ancillotto (1896-<br />
1924) dal centro a fronte strada per omogeneizzare il fronte strada.<br />
Grazie agli interventi realizzati le attività commerciali collocate nel portico che circonda la piazza trovano nuovo respiro,<br />
permettendo di espandere gli esercizi di ristorazione con i plateatici.<br />
Il vuoto dello spazio centrale assume una forte valenza spaziale e concettuale.<br />
Il Palazzo del Municipio, progettato da Camillo Puglisi Allegra, chiude con un fronte di 50 metri il lato ovest di Piazza Indipendenza,<br />
mentre il palazzo del Consorzio di Bonifica, dello stesso architetto, occupa il lato nord.<br />
TEATRO COMUNALE<br />
Gonçalo Byrne, in costruzione (inizio lavori 2014)<br />
Il nuovo teatro si presenterà come un monolite in pietra, privo di partiture architettoniche o elementi tradizionali, la<br />
cui finitura in cemento pigmentato riporta in essere la filosofia del monolite lapideo/roccioso, restituendo la giusta<br />
importanza all'edificio del teatro.<br />
Ospiterà circa 400 spettatori.<br />
L’ architetto ha voluto riservare una notevole importanza fisica all’area del palcoscenico che occuperò 300 mq, circa<br />
un terzo della superficie totale.<br />
PARCO DELLA SCULTURA IN ARCHITETTURA<br />
Il parco è noto agli studiosi ed appassionati d’ arte e architettura perchè accoglie le sculture di importanti artisti del<br />
panorama italiano e internazionale, tra cui Bruno Munari, Marco Ferreri, Aldo Rossi, Toni Follina, Sol LeWitt, Alessandro<br />
Mendini, Riccardo Dalisi, Gabriele Basilico, Mauro Staccioli, Alberto Campo Baenza, Davide Mosconi, Riccardo<br />
Licata, Ettore Sottsass.<br />
Le opere esposte aumentano di anno in anno grazie all’impegno e al lavoro dell’associazione ARCH+ART.<br />
SHOWROOM UFFICIO E FORESTERIA DI DIMENSIONE FUOCO<br />
Alvaro Siza, 1994 (incompiuto)<br />
L’edificio è stato progettato per Adalberto Mestre ed è la prima opera dell’architetto portoghese in Italia.<br />
L’edificio si sviluppa su di un lotto triangolare, spazio di risulta della lottizzazione dei terreni convertiti a zona industriale,<br />
schiacciato tra un giardino privato in zona residenziale e un massiccio edificio industriale.<br />
L’edificio incompiuto si trova nei pressi del Parco della scultura in architettura e viene ad oggi utilizzato per ospitare<br />
riunioni dei cittadini e eventi.<br />
GIARDINO PUBBLICO<br />
Cino Zucchi, 2004<br />
La forma del lotto, circondato da case di due-quattro piani, è stata ridisegnata dall’architetto aprendola verso sud sulla<br />
strada principale.<br />
La superficie della pavimentazione è di ciottoli di fiume gettati in un impasto di cemento bianco che unifica il percorso<br />
pedonale. La larghezza e la forma del percorso si deformano nei livelli per trasformarsi nei vari elementi che occupano<br />
il parco: sedute, auditorium, fontana, punto d’incontro per giovani, pista ciclabile e in un’area pic-nic.<br />
L’acqua è raccolta a quota pavimento in un tranquillo specchio d’acqua a mezzaluna. A sud della fontana una serie di<br />
alberi scherma una delle panchine, offrendo un fresco riparo nelle calde estati.<br />
I movimenti di terra che bordano il parco verso ovest e verso nord costituiscono una sorta di racconto continuo che<br />
determina il senso di protezione del grande prato e lo scherma a nord dal rumore del traffico.
PIANO 4<br />
GIORNO RELAX<br />
PIANO 3<br />
CUCINA<br />
PIANO 2<br />
NOTTE<br />
PIANO 1<br />
GIORNO NOTTE RELAX<br />
PIANO 0<br />
CUCINA GIORNO RELAX NOTTE<br />
PIANO S<br />
PARCHEGGIO<br />
CENTRO MOBILIFICIO VENDITA BERGAMIN
PROSPETTO OVEST<br />
PROSPETTO EST<br />
PROSPETTO SUD<br />
PROSPETTO NORD
IDEA PROGETTUALE DI SUOLO DINAMICO<br />
60% COMMERCIO<br />
40% SPAZI DEL LAVORO
Questa ipotesi considera le attuali necessità di ottimizzare<br />
gli spazi all’interno della struttura. Dover ripensare<br />
allo spazio interno ci porta a lavorare anche su quello<br />
esterno in rapporto alla strada e ai possibili collegamenti<br />
con il centro cittadino e con il fiume Piave. Considerare la<br />
struttura non come un unico blocco separato dalla strada,<br />
ma come continuazione della stessa. Come se fosse<br />
la città stessa ad inserirsi all’interno dell’edificio.
IDEA PROGETTUALE DI MONUMENTALIZZAZIONE
UNA NUOVA GRANDE DIMENSIONE
La soluzione è stata pensata in previsione ad uno sviluppo<br />
futuro della piccola media e impresa sul territorio.<br />
L’obiettivo del progetto è di ampliare l’edificio, mantenendo<br />
comunque l’identità dell’architettura d’autore, enfatizzando<br />
le sue caratteristiche.
L’ARCHITETTURA A PARTIRE “DAL BERGAMIN”
CONCLUSIONI
ARE DALL’OUTLET<br />
EFFETTO FALL OUT<br />
VIVERE LA PIAZZA<br />
LA CITTÀ TEATRO<br />
CORTE 2<br />
AL PASSO CON I TEMPI<br />
CUBIC NETWORK<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7
Piazza del Municipio<br />
PIAZZA DEL COMMERCIO
Piazza del Teatro<br />
PIAZZA DEL DUOMO<br />
VIVERE LE PIAZZE<br />
RIAPPROPRIARSI DEGLI SPAZI
ISOLAMENTO vs VITALIT<br />
DEGRADO vs COMMERCIO<br />
ABBANDONO vs TEMPO LIBERO<br />
LE OPPORTUNITÀ DELLO SPAZIO URBANO<br />
La città di San Dona di Piave è stata distrutta durante la<br />
prima guerra mondiale e pesantemente bombardata durante<br />
la seconda, a causa di questi eventi, non presenta<br />
un centro storico come avviene in molti altri comuni<br />
veneti. La forma urbana delle aree centrali e l’aspetto<br />
attuale degli edifici più importanti dipendono quindi da<br />
scelte intraprese a partire dagli anni venti del Novecento.<br />
INUTILIZZO vs COLLETTIVITA’
A’<br />
PERICOLOSITA’ vs PEDONALITA’
LE 4 PIAZZE DI SAN DONÀ
La conformazione di San Donà di Piave ci permette di<br />
evidenziare quattro centralità che allo stato attuale non<br />
sembrano interconnettersi e dialogare all’interno di un<br />
contesto urbano riconoscibile e coeso. La piazza del Municipio,<br />
da una parte, si presenta come un fatto compiuto<br />
ma quella del nuovo teatro non esiste, lo stesso dicasi<br />
per il vuoto lasciato dall’area circondata dagli edifici del<br />
Consorzio di Bonifica e del grande snodo prospiciente il<br />
Duomo di santa Maria delle Grazie. Il progetto connette<br />
i quattro vuoti attraverso un sistema di percorsi tracciati<br />
da attività commerciali e servizi eterogenei, per ricucire<br />
un tessuto urbano che rilanci il tema della piazza.
VIVERE IL CENTRO STORICO<br />
Svago<br />
EVENTI<br />
Manifestazioni<br />
DIVERTIMENTO<br />
MUSICA<br />
Collettività<br />
Piazza Indipendenza è la piazza principale che fronteggia<br />
il palazzo comunale ed è la piazza di rappresentanza per<br />
San Donà. Ospita loggiati con negozi e bar, la biblioteca<br />
e il monumento dedicato a Giannino Ancillotto. È stata<br />
oggetto di una pedonalizzazione e di un importante ripensamento<br />
progettuale (nuova pavimentazione, giochi<br />
d’acqua, piastra antistante il municipio). La piazza ha una<br />
superficie di 4.800 mq, ed è scarsamente utilizzata per<br />
pubblici eventi e manifestazioni; il mercato, ad esempio,<br />
si svolge in piazza Attilio Rizzo. Un ripensamento di questo<br />
polo, innescherebbe una reazione a catena capace di<br />
rilanciare l’intera area circostante.
PASSEGGIARE IN SICUREZZA
La nuova piazza del Duomo situata in quello che oggi è un<br />
incrocio veicolare congestionato da rilevanti flussi veicolari,<br />
costringe fedeli e passanti a lunghi attraversamenti<br />
pedonali.<br />
Una chiusura al traffico veicolare, regolarmente ripetuta<br />
o stabile, permetterebbe un nuovo rapporto tra la popolazione<br />
e questa emergenza architettonica con valenze<br />
sociali. La nuova area sarà capace di ospitare il piccolo<br />
commercio ambulante e lo spazio pedonale raccoglierà<br />
nuovi clienti per i commercianti locali gravitanti attorno<br />
alla piazza.<br />
Religione<br />
TEMPO LIBERO<br />
SOCIALITÀ<br />
Circolazione<br />
TRANSITO<br />
Pedonalità
UNA PIAZZA PER LA CULTURA<br />
SPETTACOLO<br />
DANZA<br />
Cultura<br />
ARTE<br />
PEDONALITÀ<br />
Intrattenimento<br />
Attualmente, quello che si prospetta essere il centro<br />
culturale della città è rilegato all’interno di un edificato<br />
compatto adagiato su una strada a doppia corsia con<br />
parcheggi ai lati. Nonostante l’arguto espediente utilizzato<br />
dall’architetto Gonçalo Byrne di immaginare un foyer<br />
permeabile con lo spazio esterno è arduo immaginare un<br />
teatro di 500 posti che preveda il deflusso e l’attesa di<br />
fronte all’entrata principale in mezzo al traffico.<br />
Per questo risulta essere fondamentale un intervento di<br />
riorganizzazione degli spazi e di creazione di una piazzetta<br />
antistante il teatro.
RILASSARSI IN CENTRO
Il baricentro delle tre piazze è attualmente in una fase<br />
di profonda sottoutilizzazione. Una zona verde con grandi<br />
alberi, ma avvolta dall’incuria che la rende impraticabile,<br />
un piccolo parcheggio su ghiaino e vari volumi, tra cui le<br />
vecchie officine del Consorzio di Bonifica.<br />
La creazione del nuovo ambiente cittadino, con opportune<br />
soluzioni di arredo e verde urbano, creerà spazi ludici<br />
e garantirà l’occasione per momenti di riposo e rigenerazione.<br />
Il commercio e alcuni alloggi completano la cornice spaziale<br />
all’interno dei nuovi fronti che andranno a schermare<br />
i volumi meno qualificanti del contesto.<br />
RELAX<br />
Attività<br />
TEMPO LIBERO<br />
Commercio<br />
ARTE<br />
Ritrovo
SAN DONÀ 2020
“Per potersi muovere liberamente<br />
in modo sicuro,<br />
passeggiare in città...<br />
Godere degli spazi,<br />
degli edifici e della vita cittadina,<br />
incontrare e stare insieme agli altri...<br />
Sono condizioni fondamentali per la città.”<br />
Jan Gehl
ARE DALL’OUTLET<br />
EFFETTO FALL OUT<br />
VIVERE LA PIAZZA<br />
LA CITTÀ TEATRO<br />
CORTE 2<br />
AL PASSO CON I TEMPI<br />
CUBIC NETWORK<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7
BRANI DI STORIA<br />
Immagini di un secolo: il rispetto e la sacralità del Piave, la forza di volontà e la cooperazione nella<br />
ricostruzione post-bellica, la capacità di trasformare un territorio con la bonifica, il coraggio di<br />
rincominciare.<br />
Recenti fotogrammi di rigenerazione urbana: il centro culturale e la nuova piazza.<br />
Oggi il teatro.
“Parlare oggi dello spazio urbano è un modo molto efficace per parlare della nostra società:<br />
lo spazio è una delle migliori metafore della nostra vita sociale. Come sempre il futuro si<br />
nutre di consapevolezza chiara del passato, simbolo di un futuro per la città di domani e di<br />
un’utopia urbana in grado di riconciliare la società con sé stessa.”<br />
Paolo Lucchetta, 20<strong>11</strong>
500 metri<br />
300 metri<br />
100 metri<br />
TEATRO È CENTRALITÀ<br />
La costruzione del teatro Astra rappresenta un investimento sul futuro che si contrappone alla<br />
tendenza attuale che ne vede la chiusura. La sua straordinarietà lo rende il potenziale nuovo elemento<br />
identitario della città. La struttura si presenta come un contenitore isolato, ma richiama<br />
flussi e dinamiche urbane, stimolando nuove relazioni e vivacità.<br />
La progettazione di attività culturali che lo rendano spazio di rappresentazione, riconoscibile in un<br />
immaginario vitale e contemporaneo, è fondamentale allo sviluppo di un ambiente urbano e all’arricchimento<br />
della comunità che lo vive.
RETROSCENA DEL TEATRO<br />
ABBANDONO<br />
SERVIZI NASCOSTI<br />
MICROCRIMINALITÀ<br />
DISAGIO<br />
MARGINALITÀ
SERVIZI NASCOSTI<br />
OSTACOLI<br />
Articoli bla bla<br />
ABBANDONO<br />
MICROCRIMINALITÀ<br />
DISAGIO
DIALOGO CON IL TEATRO<br />
Il teatro “introverso”.<br />
Al fine di rendere piu efficacie la sua influenza sul contesto si propone la realizzazione di un nuovo<br />
edificio che ospiterà funzioni connesse al teatro.<br />
Due elementi singolari che dialogano tra loro e con la città per innescare nuove dinamiche e vivacità<br />
dei luoghi. Questo potrà mettere in moto processi virtuosi per favorire la tenuta del tessuto<br />
commerciale circostante, dotato di una nuova veste, e attrarre nuove attività.<br />
Il teatro come primo passo di una svolta necessaria orientata verso la cooperazione, una nuova<br />
rete di relazioni e maggiore senso di comunità.
LA CITTÀ DIVENTA TEATRO<br />
La città come spazio scenico.<br />
L’atmosfera teatrale si diffonde nel contesto urbano, come un laboratorio a cielo aperto combinando<br />
differenze e innescando nuove dinamiche e scenari.<br />
I vuoti attuali e le visuali rettrostanti vengono capovolti offrendosi come luoghi di opportunità e<br />
interazione, costituendo un nuovo modo di vivere e gestire gli spazi urbani.
ARE DALL’OUTLET<br />
EFFETTO FALL OUT<br />
VIVERE LA PIAZZA<br />
LA CITTÀ TEATRO<br />
CORTE 2<br />
AL PASSO CON I TEMPI<br />
CUBIC NETWORK<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7
“Si sta tranquilli,<br />
ma è anche molto noiosa, d’estate soprattutto.<br />
I divertimenti li trovo fuori”<br />
“È un bel paesotto,<br />
abbastanza concentrato, tutto sommato ricco, è il tipico paese<br />
di provincia in cui la gente ha un buon tenore di vita.<br />
Si può fare qualsiasi tipo di attività”<br />
SAN DONÀ DI PIAVE: COMMENTI<br />
IL LUOGO<br />
nelle parole delle persone
“Per fare qualche cosa bisogna prendere e<br />
andare fuori. Non c'è neanche un servizio<br />
decente di bus che ti colleghi al centro.<br />
Se non hai la macchina sei morto”<br />
“<br />
Mi lascia indifferente,<br />
è comoda e basta”<br />
“Quando torno a casa la notte non ho paura,<br />
è una città abbastanza tranquilla, è anche abbastanza<br />
accogliente, anche se non ci sono luoghi dove potersi divertire<br />
come in altre città. La gente in generale è buona”
INDIVIDUAZIONE DI POTENZIALI POLARITÀ URBANE
SPAZIO INATTIVO<br />
SISTEMA<br />
CENTRO<br />
NUOVE FUNZIONI<br />
ATTRATTIVITÀ<br />
NETWORK SPONTANEO<br />
La città possiede degli spazi che non vengono utilizzati<br />
dalla comunità. In questo modo si creano dei vuoti urbani<br />
che creano la desertificazione dell’area circostante.<br />
Il progetto non solo si prefissa l’obiettivo di restituire alla<br />
città questi luoghi, ma mira a considerarli punti di partenza<br />
per nuove sinergie fra luoghi e comunità.
MODELLO 1<br />
MODELLO 2<br />
TIPO INTERVENTO 1 TIPO INTERVENTO 2<br />
IL SISTEMA DELLE CORTI<br />
CORTE 2<br />
L’intervento proposto consiste nell’inserire nel tessuto<br />
urbano dei volumi che riprendono la forma e l’ingombro<br />
fisico delle corti presenti all’interno della città.<br />
Questi elementi vengono riproposti nel costruito attraverso<br />
due diverse ipotesi. La prima vede sviluppare tali<br />
volumi secondo la conformazione orizzontale originaria<br />
della corte, la seconda segue un orientamento verticale.<br />
Tali inserimenti non seguono una maglia regolare, tuttavia<br />
sono disposti in modo da collegare i nuovi poli attrattivi<br />
tra di loro creando un nuovo asse vitale della città.
DUOMO<br />
TEATRO<br />
PIAZZA ANGELO TREVISAN<br />
GALLERIA BORTOLOTTO<br />
PIAZZA INDIPENDENZA<br />
GALLERIA LEON BIANCO<br />
GALLERIA VIDUSSI<br />
EDIFICIO BERGAMIN
Laboratori creativi - Brugherio<br />
Climbing - Silea - Tre<br />
Ferrara Busker Festival<br />
USI E FUNZIONI<br />
Questi elementi saranno i contenitori di nuove<br />
funzioni attualmente non presenti all’interno<br />
del centro urbano o decentrate.<br />
Come dimostrato da varie esperienze di altre<br />
città italiane ed europee, tali corti diventeranno<br />
degli attrattori per i cittadini, visitatori e turisti.
viso<br />
Street art - Bassano del Grappa - Vicenza<br />
La Casa del quartiere San Salvario -Torino
VISION
VISION
Roma 2,7milioni ab<br />
Firenze 400mila ab<br />
Biella 45mila ab<br />
Mantova 48mila ab<br />
S. Donà di Piave 40mila ab<br />
Nuoro 30mila ab<br />
Mantova<br />
Nuoro<br />
Biella<br />
San donà di Piave
PEDONALIZZAZIONE<br />
PEDONALIZZAZIONE<br />
PEDONALIZZAZIONE<br />
COME COME CONSEGUENZA<br />
CONSEGUENZA<br />
COME CONSEGUENZA<br />
Firenze<br />
Roma<br />
Le corti creeranno un sistema che avrà come conseguenza diretta la pedonalizzazione dell’area.
ARE DALL’OUTLET<br />
EFFETTO FALL OUT<br />
VIVERE LA PIAZZA<br />
LA CITTÀ TEATRO<br />
CORTE 2<br />
AL PASSO CON I TEMPI<br />
CUBIC NETWORK<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6<br />
7
“Cos’è quella sensazione che si prova quando ci si allontana<br />
in macchina dalle persone e le si vede recedere<br />
nella pianura fino a diventare macchioline e disperdersi?<br />
È il mondo troppo grande che ci sovrasta, è l’Addio.<br />
Ma intanto, ci si proietta in avanti verso una nuova, folle<br />
avventura sotto il cielo.” Quest’immagine raccontata, da<br />
Jack Kerouac nel libro “Sulla strada”, scatena immediatamente<br />
la fantasia: strada che si perde nell’orizzonte,<br />
polvere sui vetri, incontri inaspettati, libertà, insomma il<br />
viaggio come dimensione. L’auto può essere tante cose:<br />
un veicolo per la fantasia, uno status, innegabilmente<br />
un’icona della società. Il libro è del 1957 e racconta il<br />
presente e il futuro di quel tempo. L’auto oggi mantiene<br />
tutte le sue funzioni ma, non è più l’icona della società e<br />
tantomeno l’immagine futura. Oggi ci identifichiamo con<br />
le tecnologie smart, che connettendosi ad un sistema di<br />
reti smaterializzano il tempo e lo spazio, avvicinando o<br />
restringendo il nostro intorno.<br />
Ma allora perché le città soffrono ancora di ingorghi<br />
puzzolenti? Perché non si riesce a trasportare le nuove<br />
tecnologie al sistema con cui ci muoviamo, perché non<br />
aggiorniamo la concezione della mobilità?!
Il ritardo di quest’aggiornamento è frutto di un insieme di<br />
motivi. Le città contengono una società sempre più complessa:<br />
persone con età, abitudini e necessità differenti a<br />
cui offrire soluzioni adatte a tutti è una sfida difficile. Non<br />
sempre le amministrazioni hanno le risorse (economiche,<br />
fisiche e umane) per attivare una trasformazione della<br />
mobilità a scala urbana, privilegiano quindi progetti parziali<br />
e frammentari. La società civile ha visioni differenti<br />
in relazione ad un proprio interesse di parte, tutto questo<br />
porta a progetti unitari sempre più difficili. L’aumento di<br />
complessità non deve spaventare, ma essere uno stimolo<br />
per tutti a innovare e reinventare il proprio modo di vivere<br />
e lavorare: le trasformazioni devono essere intese<br />
come forme di apprendimento di esperienze ripetibili. Il<br />
cambiamento fisico deve essere preceduto da un cambiamento<br />
negli usi dello spazio e nelle azioni degli utenti,<br />
che lo renda desiderabile innescando azioni spontanee<br />
che spingano verso la nuova direzione. Risultati concreti<br />
e tempi brevi delle operazioni sono obiettivi impliciti che<br />
rendono vincente e progressiva la trasformazione.
Noventa (Outlet)<br />
A4<br />
Portogruaro<br />
Venezia<br />
Jesolo<br />
Eraclea<br />
FLUSSI OGGI<br />
Uno dei problemi principali della viabilità di San Donà<br />
di Piave è il forte traffico di attraversamento che oggi<br />
percorre le direttrici nord-sud ed est-ovest. Vi è una<br />
problematica legata alle infrastrutture, a diverse scale<br />
territoriali; le località come Jesolo Lido, Eraclea Mare<br />
e il centro commerciale di Noventa di Piave rendono<br />
San Donà estremamente caotico e trafficato, quasi<br />
esclusivamente a servizio dei flussi veicolari da e per<br />
queste località e l’ingresso dell’autostrada A4.
Noventa (Outlet)<br />
A4<br />
P<br />
P<br />
Portogruaro<br />
P<br />
P<br />
Venezia<br />
Jesolo<br />
Eraclea<br />
ABCDEFGHILMNOPQRSTUVZ<br />
FLUSSI DOMANI<br />
Si prevede un rafforzamento della gerarchia delle strade<br />
per evidenziare, visivamente e fisicamente, i differenti<br />
usi della strada. Nell’ipotesi di zona 30 pedoni, bici e<br />
auto possono quindi coesistere armonicamente.
MEZZO PRIVATO<br />
MEZZO PUBBLICO<br />
CONGESTIONE<br />
Gli spazi sono bloccati, limitati, arginati da un serpente<br />
di automobili che percorrono a velocità lentissima e alterata<br />
le principali vie cittadine. Anche un mezzo pubblico<br />
trova difficoltà nel circolare e quindi nel svolgere la sua<br />
principale funzione. Non si trova spazio per la mobilità<br />
ciclabile, il senso di pericolo lo si percepisce nettamente<br />
anche nei pochi metri ad oggi esistenti lungo Corso Trentin,<br />
non vi è una netta distinzione tra le diverse modalità<br />
dello spostarsi e spesso le automobili sovrastano (fisicamente!)<br />
gli spazi della bici.<br />
La congestione è solo uno degli aspetti negativi di una<br />
mobilità incentrata sull’utilizzo dell’automobile, la quale<br />
comporta una perdita di qualità degli spazi urbani e della<br />
qualità della vita.
A PIEDE LIBERO...<br />
A PIEDE LIBERO...<br />
...IN UNO SPAZIO LIBERATO...<br />
Passeggiare può stimolare la fantasia,<br />
ma senza carta e penna rimane un pensiero.<br />
Passeggiare può stimolare la fantasia, ma senza carta e<br />
penna rimane un pensiero.<br />
Uno spazio liberato-pedonalizzato, se è solo attraversato<br />
può creare isolamento.<br />
Vivere lo spazio significa usarlo: quello che non sempre<br />
fanno le temute pedonalizzazioni è permettere usi ulteriori<br />
di questo spazio.<br />
La nostra strategia è attivare i soggetti che si affacciano<br />
su queste strade dandogli la possibilità di gestire questi<br />
spazi senza limitazioni, ma agevolando l’incontro; in uno<br />
spazio liberato alla gestione cittadina.<br />
Uno spazio liberato-pedonalizzato, se è solo attraversato<br />
può creare isolamento.<br />
Vivere lo spazio significa usarlo: quello che non sempre fanno le<br />
temute pedonalizzazioni è permettere usi ulteriori di questo spazio.
Molto lenta<br />
Lo spazio della strada viene interamente<br />
dedicato alla bici e al pedone.<br />
Lenta<br />
Riduzione della larghezza della carreggiata per ridurre la velocità<br />
(zona 30) ed allargamento delle superfici del pedone e del ciclista.<br />
Rallentata<br />
Viabilità a 50 km/h dove il trasporto privato<br />
automobilistico trova convivenza con la mobilità lenta.<br />
Connessa<br />
Individuazione di itinerari ciclabili,<br />
talvolta veri e propri percorsi, altre<br />
volte semplici indicazioni.<br />
Stazione<br />
Ospedale<br />
Piazza del<br />
Municipio<br />
Bergamin<br />
Teatro<br />
Mercato<br />
Parco<br />
Abbraccio Verde<br />
Parco<br />
Fluviale<br />
Musile<br />
DIVERSE URBANITA’ E MODI DI ABITARE LA STRADA<br />
Molto lenta Lenta Rallentata Connessa
MUSETTA<br />
DI SOTTO<br />
BRUSADE<br />
CONNESSIONI VERDI<br />
Il territorio di San Donà di Piave è segnato da una fitta<br />
presenza di aree naturali: parchi urbani, tematici, argini<br />
e giardini. Questi elementi, dall’alto valore ecologico,<br />
sono slegati tra loro: sono noti i parchi principali (Parchi<br />
Zucchi,dell’ospedale, Fluviale, della Scultura) e i percorsi<br />
che li collegano al centro, ma non è visibile un rapporto<br />
tra questi e le altre aree. Evidenziando l’insieme dei punti<br />
verdi notiamo che è facile definire una traccia che li unisca<br />
e che attualmente è fatta di strade e stradine a tratti<br />
pedonali ed altri misti. Mettere in rete questi elementi<br />
spaziali significa definire chiaramente una struttura: dei<br />
circuiti su cui innestare nuovi attraversamenti e usi alternativi<br />
della città. Questa nuova gerarchia deve essere<br />
valorizzata attraverso elementi di qualità urbana e azioni<br />
e eventi specifici che diventino anche l’elemento distintivo<br />
di questi percorsi.
PISTE CICLABILI ESISTENTI E FUTURE
Du<br />
Teatro<br />
Municipio<br />
Bergamin<br />
bike sharing<br />
CRITICITA’ DELLA MOBILITA’ PRESENTE
omo
connessioni<br />
centralità<br />
accessibilità<br />
commercio<br />
Teatro<br />
Bergamin<br />
Municipio<br />
Duomo<br />
NUOVO SISTEMA DI MOBILITA’ LENTA<br />
La calmierazione del traffico deve diventare, oltre che<br />
un modo per promuovere la sicurezza in bicicletta senza<br />
dover estendere a tantissime strade le piste ciclabili. E’<br />
un’occasione per realizzare qualità degli spazi urbani<br />
costruendo un’alleanza funzionale con altre categorie di<br />
utenti della strada.<br />
Quali vantaggi competitivi in una regolazione del traffico<br />
come questa? L’efficacia è a triplice effetto: ecologica,<br />
sociale e sanitaria. La diminuzione dell’incidentalità,<br />
la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico,<br />
le agevolazioni negli spostamenti a piedi e in bicicletta,<br />
una maggior vivibilità dei quartieri, la possibilità per<br />
i bambini di andare a scuola da soli, l’opportunità di<br />
sconfiggere la sedentarietà.<br />
La moderazione del traffico in città non è però una<br />
politica anti auto ma una politica favorevole per tutti i
modi di trasporto, in particolare nelle aree tipicamente<br />
urbane non sono necessarie infrastrutture prettamente<br />
ciclabili.<br />
La mobilità lenta e le politiche di gestione del traffico<br />
sono quindi una possibilità per riequilibrare i diversi<br />
spostamenti e per dare maggiore libertà nel scegliere le<br />
modalità per muoversi.<br />
Non è certo l’aumento dell’uso della bici che riduce<br />
l’uso dell’auto, ma è la riduzione dell’uso dell’auto che<br />
produce l’aumento dell’uso della bici.<br />
L’esempio MOBILITÀ della “soft LENTA mobility” a Graz SOSTEIBILE<br />
(Austria) in cui il<br />
76% della rete stradale è soggetta al limite dei 30km/h è<br />
un esempio eclatante.
SOSTA ALTERNATIVA<br />
3<br />
*<br />
2<br />
*<br />
1<br />
*
CONTENITORI MULTIFUNZIONALI H24<br />
I parcheggi scambiatori come polarità multifunzionale.<br />
Non solo mero parcheggio auto, ma elemento che<br />
caratterizza l’ambiente urbano per le sue caratteristiche<br />
fisiche, strutturali e ricreative. Con i parcheggi<br />
scambiatori i san donatesi potrebbero scoprire un nuovo<br />
modo di spostarsi, il parcheggio auto diventa centralità<br />
ed elemento distintivo; nel svolgere la sua principale<br />
funzione permette lo scambio di diverse modalità di<br />
trasporto.<br />
Questa formula permette molteplici usi nei diversi<br />
periodi della giornata garantendo un costante utilizzo<br />
degli spazi evitando il generarsi di tipiche situazioni di<br />
incuria e svuotamento di questi luoghi.
VIA BARON
VIA TRENTIN
ARE DALL’OUTLET<br />
EFFETTO FALL OUT<br />
VIVERE LA PIAZZA<br />
LA CITTÀ TEATRO<br />
CORTE 2<br />
AL PASSO CON I TEMPI<br />
CUBIC NETWORK<br />
1<br />
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5<br />
6<br />
7
Da San Donà al Piave<br />
Una sola architettura<br />
Il fiume è una risorsa ambientale nel territorio del comune<br />
di San Donà di Piave scarsamente valorizzata, anche<br />
a causa delle “paure” che, ancor oggi, vengono percepite<br />
dalla popolazione. La vegetazione degli argini, la morfologia<br />
del territorio, la natura geolitologica dei terreni, così<br />
come la scarsa accessibilità, sono fattori di separazione<br />
tra il fiume ed il centro urbano. L’obiettivo del lavoro è<br />
connettere funzionalmente e visivamente acqua e città in<br />
un nuovo rapporto di complementarietà, nuovi meccanismi<br />
e nuove strategie per ripensare la città.
INTRODUZIONE<br />
Una stratificazione di elementi nuovi ed esistenti, dove il<br />
nuovo si inserisce indisturbato nel tessuto consolidato.<br />
Elementi leggeri e versatili si insediano, come in un quadro<br />
futuristico, nello spazio come fossero caduti dal cielo,<br />
ma, allo stesso tempo, il linguaggio formale richiama la<br />
natura circostante.
MATRICE<br />
La proposta sfrutta lo sviluppo urbanistico del centro<br />
come punto di partenza per la costruzione di una matrice<br />
sospesa. Quest’ultima viene definita a partire dalla<br />
giacitura delle principali infrastrutture che connettono<br />
il centro urbano al fiume. L’idea di contesto si traduce<br />
nel caso specifico in una griglia che risulta deformata<br />
e trasformata dall’architettura, generando così nodi dai<br />
quali “precipitano” elementi cubici che solo in parte<br />
riescono a toccare terra.
CONTENUTI<br />
In un rapporto di affinità e indifferenza tra contenuto e<br />
contenitore si svincola il legame tra funzione e forma,<br />
inserendo funzioni differenti volte a generare nei luoghi<br />
pubblici una mixitè fisica e funzionale che rispecchia la<br />
complessità della società contemporanea.
I dispositivi architettonici generano riconoscibilità<br />
e percorsi attraverso colore, funzioni, forme e<br />
localizzazioni strategiche, permettono la continuità<br />
architettonica anche nei luoghi privi di una forte<br />
caratterizzazione urbana.<br />
INTRODUZIONE<br />
FORME E MODELLI<br />
Peter Eisenman<br />
1978 Cannaregio - Venezia
Bernard Tschumi<br />
1983 Parc de La Villette - Parigi
CONTESTI POSSIBILI
INTRODUZIONE<br />
CONTESTI POSSIBILI
INTRODUZIONE<br />
CONTESTI POSSIBILI
RELAZIONI<br />
La connessione fisica e virtuale tra parti di città distinte.<br />
Una rete che innerva dinamiche di movimenti e forme<br />
architettoniche che si espandono a partire dal centro<br />
verso gli spazi esterni alla città. Stazione ferroviaria,<br />
spazi dedicati all’agricoltura e fiume Piave, diventano<br />
elementi vivi, luoghi attivi con funzioni nuove che entrano<br />
nel centro urbano, lo caratterizzano.<br />
Contesto come luogo di relazione, connessioni, possibilità<br />
e flessibilità.
CUBICNETWORK<br />
ESPANDI LA RETE
Un grazie all’Amministrazione comunale, in particolare,<br />
al sindaco Andrea Cereser, all’assessore all’Urbanistica<br />
Francesca Zottis, all’assessore alla Cultura Chiara Polita<br />
e al dirigente settore Sviluppo Economico Pianificazione<br />
e Cultura Danilo Gerotto e a Confesercenti Venezia<br />
nelle persone del direttore Maurizio Franceschi e del<br />
vice direttore Michele Lacchin, che hanno reso possibile<br />
quest’esperienza e a quanti hanno dimostrato interesse<br />
nei confronti delle attività della Summer School, agli<br />
operatori commerciali e ai cittadini che hanno interagito<br />
con noi e risposto alle nostre domande rendendo questa<br />
esperienza ricca e stimolante.<br />
À NCORE<br />
<strong>11</strong>