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Cantalìce - Parrocchia San Michele Arcangelo - Calino

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CANTALICE<br />

Il borgo medievale arroccato su una collina, si divide in due parti:<br />

Cantalice Superiore, comprendente il centro storico<br />

Cantalice Inferiore, costituita dalla parte nuova del paese<br />

Il paese è caratterizzato da chiese cinquecentesche che si incontrano lungo le serpeggianti<br />

scalinate in pietra. La zona centrale del paese è per lo più adibita a residenza estiva di molte<br />

famiglie che hanno scelto questa suggestiva località per acquistare una seconda casa.<br />

Cantalice si affaccia sulla piana di Rieti dominandola dall'alto con una vista sui tre laghi che<br />

ricadono nel suo territorio.<br />

Da Cantalice partono molti percorsi naturalistici che inerpicandosi lungo sentieri o sterrate<br />

abbracciano tutta la catena di montagne circostanti il Terminillo sino ad arrivare a Leonessa.<br />

Terreno ideale per gli amanti della mountain bike, permette di effettuare un percorso di 47 km<br />

su un dislivello di oltre 1600 metri attraverso il passo del Lupo tra boschi e panorami notevoli.<br />

Il paese è inserito anche all'interno dell'itinerario noto come cammino di <strong>San</strong> Francesco che<br />

ripercorre lungo i suoi 80 km i luoghi più suggestivi della valle reatina attraversando il paese.<br />

Nel territorio di Cantalice esiste la riserva naturale regionale dei laghi Lungo e Ripa Sottile dove<br />

un percorso naturalistico intorno ai laghi connette alcune cascine su palafitte per<br />

l'avvistamento e la fotografia della fauna lacustre presente sulle rive dei laghi. Questi laghi,<br />

insieme al lago di Piediluco rappresentano ciò che oggi rimane dell'antico lago Velino che nel<br />

periodo pliocenico ricopriva tutta la valle da Rieti a Piediluco alimentato da numerose sorgenti<br />

sotterranee e dai ghiacci della catena del Terminillo.<br />

Nel periodo romano, attorno all'anno 272 a.C. fu scavato un canale di drenaggio (noto come<br />

"cavo curiano") che permise lo svuotamento del lago Velino con la bonifica dell'intero territorio<br />

alluvionale originando in tale tratto il corso del fiume Velino che prima alimentava il lago e le<br />

cascate delle Marmore.<br />

Storia<br />

Cantalice fino al 1927 faceva parte della provincia dell'Aquila, in Abruzzo.<br />

L'abitato nucleo storico di Cantalice sembra esser sorto intorno al XII secolo dalla fusione del<br />

Castello di Rocca di Sopra, della piccola Rocca della Valle e della Rocca di Sotto, elementi<br />

urbanistici disposti, come bene esprimono i nomi, lungo il declivio collinare che scende fino alle<br />

propaggini della piana reatina.<br />

Le prime notizie dell'abitato si hanno a partire dal XII sec. Posta entro i confini del Regno di<br />

Napoli, fu in continua lotta con Rieti. Tra XIV e XVII sec. si susseguirono le guerre tra il piccolo<br />

borgo e il capoluogo.<br />

Nel 774 con l'estensione dell'autorità di Carlo Magno sull’Italia, la Sabina rappresentò una<br />

frontiera lineare "Terminatio Confinorum" tra il Ducato Longobardo ed il nascente Stato<br />

Pontificio. Questa separazione perdurò tra il IX ed il XII secolo dividendo la Sabina in due<br />

componenti "romana" e "reatina".<br />

Nel 1200 dopo l'annessione della Diocesi di Rieti allo Stato Pontificio la Sabina tornò ad<br />

unificarsi lasciando però alcuni territori nord orientali al regno normanno-svevo e poi a quello<br />

Angioino.<br />

Nel 1216 il confine cambiò nuovamente attraversando il gruppo di monti reatini tra Leonessa e<br />

Cantalice che furono assegnate al Regno Angioino. In virtù di questo nuovo confine, Re Carlo II<br />

di Napoli, preoccupato per la vulnerabilità di questo confine ordinò nel 1302 la fondazione di<br />

Cittaducale visti anche i problemi già in essere tra Cantalice e Rieti.<br />

I conflitti di Cantalice con Rieti continuarono per secoli toccando l'apice nel 1577, quando i<br />

reatini assaltarono violentemente il paese che resistette e ricacciò i nemici. All’inizio del 1500<br />

Cantalice usufruì anche dell’aiuto di eserciti inviati dal vice Re Alvarez di Toledo allora duca<br />

1


d’Alba che contribuirono a sconfiggere i Reatini. Fu in occasione di tali battaglie che venne<br />

istituito il motto “Fortis Cantalicia Fides” che è riportato tuttora nello stemma di Cantalice<br />

composto da un'aquila ad ali aperte su una torre fiancheggiata da un leone ed un leccio.<br />

Proprio dal Leccio Cantalice prende il nome. Infatti Cantalice potrebbe derivare dall’evoluzione<br />

di catà ed ilex (presso il leccio), in relazione al fatto allora accaduto e ritenuto miracoloso che<br />

un piccolo leccio nacque improvvisamente dalle fessure di una roccia proprio dietro la sacrestia<br />

all’interno della chiesa di <strong>San</strong>ta Maria delle Grazie in Cantalice.<br />

Da alcune ricerche storiche molto frammentate, sembrerebbe che tale roccia ritenuta<br />

miracolosa per propiziare la fecondità, fu rimossa dalla sua originale posizione intorno al 1200<br />

per ordine di Papa Innocenzo III, preoccupato dalla devozione definita "troppo pagana" verso<br />

questa pietra. Misteriosamente custodita per alcuni secoli, alcune fonti indicano che riapparve<br />

improvvisamente intorno al 1610 dove si trova tutt'oggi sul lato destro della fontana<br />

"Scentella" (visibile lungo la strada tra Cantalice inferiore e Cantalice superiore).<br />

Qui è rimasta per ben 4 secoli dimenticata dalla tradizione popolare riuscendo a superare<br />

anche i restauri che nel 1952 trasformarono questa rudimentale fonte in fontana ampliandola<br />

anche con la costruzione di una vasca rettangolare laterale utilizzata come lavatoio dalle genti<br />

del paese. In quel restauro la pietra venne asportata dal muro a secco di pietre che circondava<br />

la sorgente e reincastonata nuovamente vicino alla fontana ed è tuttora visibile sul lato destro.<br />

Il Borgo Medievale<br />

Cantalice è resa unica dal suo assetto urbanistico, tutto sviluppato in verticale lungo un ripido<br />

sperone di roccia. Il paese è tagliato da una caratteristica scalinata che lo percorre tutto. Al di<br />

sopra domina la cima del Terminillo. Il borgo culmina nella torre difensiva e nell'imponente<br />

chiesa di <strong>San</strong> Felice.<br />

La scalinata di Cantalice dalla cima sino alla piazza di Cantalice inferiore è fatta di case in<br />

pietra, scale, fontane e piccole chiesette o icone di culto. Le diramazioni dalla scala principale<br />

si perdono attraverso strettissimi vicoli pieni di antichi portali e vedute. Lo spazio ristretto dei<br />

vicoli è in netto contrasto con gli improvvisi spazi aperti che si possono godere affacciandosi da<br />

un muro o da una delle antiche porte di accesso del paese che permettono di vedere ripide<br />

montagne boscose alle spalle ed una vasta pianura con tre piccoli laghi sul davanti.<br />

Nelle serate di agosto da qualche anno vengono tenuti per alcune settimane dei piccoli concerti<br />

di musica classica eseguiti all'interno delle antiche chiese medievali o nelle piccole piazze del<br />

borgo antico. In tali occasioni le scalinate dell'intero borgo medievale vengono illuminate da<br />

centinaia di fiaccole a terra che rendono ancora più suggestiva la passeggiata lungo i vicoli.<br />

L'antico paese medievale è sovrastato dalla Chiesa di <strong>San</strong> Felice da Cantalice realizzata<br />

direttamente sull'area dove sorgeva l'antica casa del santo. Di stile barocco, mostra una pianta<br />

a croce latina con raffigurazioni dei miracoli attribuiti al <strong>San</strong>to nella sua cupola. Un organo a<br />

canne del 700 è visibile all'interno. Il 18 maggio ricorre la festa di S. Felice e la statua del<br />

santo, vestito con l’abito tipico dei Cappuccini, viene portata in processione dai confratelli della<br />

confraternita lungo le scale dell'antico paese. Circa a metà del percorso la scalinata che<br />

attraversa il paese si apre su una piccola piazza nei pressi della chiesa di <strong>San</strong>ta Maria costruita<br />

per sancire l’unione delle antiche rocche che costituirono il Castello di Cantalice. Caratteristico<br />

il suo antico portale datato del 1548. Sulla sinistra della chiesa si può ammirare un antico<br />

portico.<br />

Nel novembre 2007 viene costituito in Cantalice il primo insediamento per rifugiati in Italia dal<br />

tempo della crisi Cilena (1973): arrivano in città 40 rifugiati (34 donne, 5 uomini, un bambino)<br />

eritrei, provenienti dal campo di Misratah, "liberati" dopo la visita di una associazione<br />

umanitaria.<br />

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LE CHIESE DI CANTALICE<br />

L’intero territorio è coperto di chiese, alcune celate negli angoli impensabili del centro storico,<br />

altre sono ai piedi del paese o arroccate in vecchi agglomerati urbani…<br />

CHIESA DI S. FELICE<br />

“Il più bel tempio che possiamo vantare è dedicato al concittadino S. Felice”. Così Andrea Fulio<br />

Bragoni ricorda il santuario dedicato all’umile cappuccino, caro alla devozione popolare.<br />

La chiesa, situata in una delle migliori e più elevate posizioni del paese, è sorta sull’area in cui<br />

si trovava la casa del santo; non si conosce l’epoca precisa in cui iniziò la costruzione, che<br />

risale probabilmente alla metà del XVII secolo.<br />

La pianta della chiesa è a croce latina, di impianto barocco; di notevole interesse all’interno<br />

sono la cupola, sulla quale sono rappresentati alcuni dei miracoli attribuiti al santo; la pala<br />

dell’altare maggiore - raffigurante S. Felice con la Vergine Maria e Gesù Bambino- e l’organo<br />

settecentesco. Vi è anche la statua di S. Felice, vestito con l’abito proprio dei Cappuccini, che<br />

viene portata in processione dai confratelli della confraternita, il giorno della festa del santo<br />

(18 maggio).<br />

Torre del Cassero:<br />

La piazza antistante la chiesa di S. Felice, dalla quale si può ammirare il suggestivo panorama<br />

offerto dalla pianura dell’agro reatino e dai laghi, è dominata dalla Torre detta del Cassero (XI<br />

sec.) che fa parte dei resti di un antico castello medievale. Appena sotto si trovano i resti della<br />

chiesa di S. Andrea, la più antica del paese, di cui si conserva ancora la cella campanaria e<br />

parte dell’abside, con affreschi appena visibili.<br />

Dalla stessa piazza parte via Giovan Battista Valentini che congiunge la parte superiore del<br />

paese a quella inferiore. Percorrendo la scalinata si possono ammirare alcuni degli edifici più<br />

antichi.<br />

MADONNA DELLA MISERICORDIA<br />

“Situata tra quella del Popolo e di S. Felice è la piccola chiesa della Misericordia, forse<br />

contemporanea, od almeno non molto posteriore al paese. L’emblema di morte esistente nel<br />

soffitto di essa rammenta lo scopo della confraternita qui esistente sotto lo stesso nome”<br />

(Bragoni).<br />

La chiesa è infatti sede della confraternita della Madonna della Misericordia, originariamente<br />

denominata “Compagnia della Buona Morte”. Al suo interno si conserva la statua della<br />

Madonna che vi è venerata, raffigurata anche in uno stupendo affresco dell’altare.<br />

S. MARIA DEL POPOLO<br />

Nel cuore del paese si trova la chiesa che “per indicarne l’origine fu dedicata a S. Maria del<br />

Popolo”; si legge infatti in Bragoni che la chiesa fu costruita per sancire l’unione delle antiche<br />

rocche che costituirono il Castello di Cantalice.<br />

La facciata è abbellita da un maestoso portale su cui corre un’iscrizione latina recante la dedica<br />

a Maria; al suo interno si ammirano i monumenti funebri dei due più illustri concittadini:<br />

Giovan Battista Valentini – detto il “Cantalicio” – e S. Felice Porri, patrono del paese.<br />

L’altare maggiore è decorato da una pregevole tela del XVII sec. rappresentante “L’ultima<br />

cena”; al centro del soffitto, lo stemma del comune in basso rilievo ricorda ancora la<br />

fondazione di questa chiesa.<br />

Accanto alla chiesa sorse il convento degli Eremitani di S. Agostino che vi compivano i divini<br />

uffici e vi celebravano le messe.<br />

3


MADONNA DELLE GRAZIE<br />

Antica chiesa parrocchiale, una delle più antiche del paese, sovrasta dall’alto di una rupe<br />

l’intero abitato. Conserva all’interno un’antica statua lignea della Madonna, portata in<br />

processione il giorno della sua festa, che sarebbe stata trovata da un pastore in una grotta.<br />

Dietro la sagrestia di tale chiesa sarebbe stato trovato l’elce nato su un sasso che avrebbe dato<br />

il nome al paese.<br />

Accanto alla chiesa ha sede la confraternita che si occupa dell’organizzazione della festa in suo<br />

onore, celebrata la prima domenica dopo pasqua.<br />

MADONNA DELLA PACE<br />

Una chiesa monumentale del paese è quella dedicata alla Madonna della Pace, edificata nel<br />

1571, in ricordo dell’ultima pace tra Cantalice e Rieti.<br />

La chiesa, recentemente restaurata, è interessante per il settecentesco soffitto a cassettoni e<br />

per gli affreschi, di particolare importanza un affresco raffigurante Cristo e <strong>San</strong>ta Giuliana e la<br />

tela settecentesca che rappresenta le “nozze mistiche” di S. Francesco.<br />

In occasione del IV Centenario della morte di S. Felice da Cantalice (1989) nella piazzetta della<br />

chiesa, venne collocato un monumento in bronzo opera dello scultore Bernardino Morsani.<br />

SAN LIBERATO<br />

A circa 1 Km da Cantalice, sorge l’abitato di S. Liberato. Il nome gli deriva dal <strong>San</strong>to Patrono,<br />

al quale è dedicata la chiesa parrocchiale, antico oratorio successivamente elevato a<br />

parrocchia.<br />

Conserva all’interno numerosi e interessanti affreschi, di particolare pregio è quello di probabile<br />

scuola giottesca raffigurante la Madonna con il Bambino. Oltre all’organo a canne del 1600,<br />

restaurato nel 2005, la chiesa conserva l’urna contenente le reliquie del <strong>San</strong>to martire<br />

Liberato.<br />

Sulla campana maggiore è incisa un’epigrafe in latino con la dedica alla “Madonna della<br />

Grandine”, su di essa si legge anche il luogo e la data della fusione.<br />

SAN FELICE ALL’ACQUA<br />

Il santuario che conserva più vivo il ricordo del nostro più illustre concittadino è quello di S.<br />

Felice all’Acqua costruito nel luogo in cui S. Felice avrebbe fatto scaturire una sorgente d’acqua<br />

colpendo il terreno con un bastone, per dissetare i contadini che erano con lui.<br />

All’inizio esisteva solo una nicchia con l’effige del frate cappuccino, solo successivamente fu<br />

costruita la chiesa attigua alla fonte miracolosa che è ogni anno meta di pellegrinaggi.<br />

SAN GREGORIO<br />

L’antico edificio, dedicato al <strong>San</strong>to che fino a qualche anno fa era il patrono del paese, non è<br />

più adibito a luogo di culto, è in pessimo stato di conservazione e l’intera struttura necessita di<br />

interventi immediati. S’innalza sul crinale dei colli di Civitella, a sinistra della strada che<br />

conduce a <strong>San</strong> Felice all’Acqua e a Castelfranco.<br />

Non si conosce l’epoca precisa della costruzione della chiesa, probabilmente contemporanea<br />

alla diffusione della regola benedettina nell’area ai piedi dei monti reatini. Nell’area in cui sorge<br />

la chiesa è stata in passato rinvenuta un’epigrafe romana di età arcaica (anno 581 di Roma),<br />

oggetto di studio dell’illustre archeologo Teodoro Momnsen. È ancora in loco l’antica campana<br />

di bronzo.<br />

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