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SHG 28 - Dismamusica

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Supplemento editoriale a DISMAMUSICA MAGAZINE - Organo Ufficiale Associazione <strong>Dismamusica</strong> - Anno VIII n. XXIX - Direttore Resp. Gianni Cameroni<br />

Ricordando<br />

Roberto<br />

Le chitarre di<br />

Donato Begotti<br />

Tutti gli<br />

espositori


<strong>SHG</strong> 85X275 29-05-2006 16:07 Pagina 1<br />

<strong>SHG</strong> <strong>28</strong><br />

S ommario<br />

6 EDITORIALE<br />

Alberto Biraghi - Gianni Cameroni<br />

8 RICORDANDO<br />

ROBERTO<br />

Alberto Biraghi<br />

QUATTRO CHIACCHIERE<br />

CON DONATO BEGOTTI<br />

Cristiano Cameroni<br />

12<br />

Speciale Catalogo <strong>SHG</strong> <strong>28</strong><br />

Supplemento editoriale a <strong>Dismamusica</strong> Magazine<br />

Anno VIII - numero 29 (Giugno 2006)<br />

Redazione: S&G Partners srl<br />

Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo - MI<br />

tel 0362 583672 - fax 0362 544356 - e-mail info@sgstudio.it<br />

Direttore Responsabile: Gianni Cameroni<br />

Progetto grafico e impaginazione: S&G Partners<br />

Stampa: Centro Arti Grafiche - Fino Mornasco (CO)<br />

10<br />

ALLA CHITARRA<br />

CON METODO<br />

Cristiano Cameroni<br />

TEMPO DI<br />

ANNIVERSARI<br />

Silvana Antonioli<br />

19<br />

16<br />

IN VISITA A SOAVE<br />

Gianni Cameroni<br />

APPUNTI DA<br />

SARZANA<br />

Alessio Ambrosi<br />

21 A <strong>SHG</strong><br />

E OLTRE...<br />

A cura della Redazione<br />

20<br />

FB800 - Chitarra<br />

semiacustica a cassa cava<br />

Top: acero figurato (”Quilted”)<br />

Fondo e Fasce:<br />

acero “Birdseye” maculato<br />

Top Binding: Abalone<br />

Back Binding: Acero<br />

Manico: Acero<br />

Tastiera: Palissandro<br />

Inserti: Abalone<br />

Stile: Veneziano<br />

Meccaniche: Grover<br />

Imperial Vintage Gold<br />

Pick up: 2 Humbucking<br />

“Cool Blue” (Alnico)<br />

2 Volumi e 1 Tono<br />

Ponte: Tremolo<br />

“Tune-o-Matic” Gold<br />

22 tasti scala 25,5”<br />

Vintage Sunburst<br />

FB400 - Chitarra<br />

semiacustica a cassa cava<br />

Top: Acero fiammato (”Flamed”)<br />

Fondo e Fasce: Acero fiammato<br />

Top Binding: Abalone<br />

Back Binding: Avorio<br />

Manico: Acero<br />

Tastiera: Palissandro<br />

Inserti: Abalone<br />

Stile: Fiorentino<br />

Meccaniche: Grover<br />

Imperial Vintage Gold<br />

Pick up: singolo<br />

“Humbucking” (Ceramico)<br />

1 Volume e 1 Tono<br />

Ponte: “Tune-o-Matic”<br />

Gold 22 tasti scala 25,5”<br />

Vintage Sunburst<br />

FB- 700 Chitarra<br />

semiacustica a cassa cava<br />

Top: acero fiammato (”Flamed”)<br />

Fondo e Fasce: acero fiammato<br />

Top Binding: Abalone<br />

Back Binding: Acero<br />

Manico: Acero con binding<br />

Tastiera: Palissandro<br />

Inserti: Abalone<br />

Stile: Veneziano “f”<br />

Meccaniche: Grover<br />

Imperial Vintage Gold<br />

Pick up: 2 Humbucking<br />

“Cool Blue” (Alnico 2)<br />

2 Volumi e 1 Tono<br />

Ponte: Stop tail<br />

“Tune-o-Matic” Gold<br />

22 tasti scala 25,5”<br />

Honey Burst<br />

Blue Flame Vintage<br />

Vintage Sunburst<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong>


E ditoriale<br />

GIUGNO 2006<br />

Quando Alberto mi ha detto<br />

della scomparsa di Roberto<br />

Pistolesi, ho balbettato<br />

qualcosa di banale. Non si trovano<br />

mai le espressioni più appropriate<br />

quando servono: ma forse era più appropriato<br />

balbettare il proprio sgomento<br />

e lasciar perdere le formalità<br />

di una bella frase.<br />

Poi, Alberto mi ha fatto sapere che comunque tutto sarebbe<br />

continuato, all’insegna del ricordo di un amico, nella comune<br />

passione per la musica e la chitarra.<br />

E quindi eccoci qui con quello che si sta trasformando in una<br />

piccola tradizione: il Catalogo <strong>SHG</strong>, distribuito a chi entra all’Alcatraz<br />

e a tutti i lettori di <strong>Dismamusica</strong> Magazine.<br />

Anche questa volta vi proponiamo una serie di interventi che<br />

nascono intorno alla chitarra, con un ricordo di Roberto Pistolesi<br />

a firma di Alberto Biraghi, due interviste (una a Donato<br />

Begotti, e una a Antonio Ongarello) che parlano in modo<br />

diverso di didattica della chitarra, e una piccola (ma doverosa)<br />

celebrazione dei sessant’anni di Fender corredati da un<br />

piccolo box dove si celebrano anche i cinquant’anni di Aria.<br />

Curioso l’esito di questi due anniversari sulla produzione di<br />

chitarre celebrative: Fender ha immesso sul mercato una serie<br />

di prodotti che hanno un piccolo brillante incastonato<br />

nella paletta (a sottolineare le nozze di diamante con il mercato,<br />

cioè i 60 anni di vita), mentre Aria ha presentato due<br />

modelli “not for sale” (ma costosissimi...) interamente ricoperti<br />

da una sottile lamina d’oro (a ricordare, appunto, le<br />

nozze d’oro con il mercato, vale a dire 50 anni di vita).<br />

Il richiamo di questa edizione va però al di là degli anniversari.<br />

La grande area dedicata alle “creature” di Pistolesi<br />

sarà certamente uno dei punti di maggiore richiamo di questa<br />

giornata, ma non bisogna dimenticare che, intorno, c’è<br />

tutto <strong>SHG</strong>, un appuntamento al quale partecipano operatori<br />

appassionati e specializzati, che fanno convogliare sull’Alcatraz<br />

l’Universo Mondo della chitarra, con strumenti, amplificatori,<br />

accessori, pedali, componenti, parti costruttive, e via<br />

discorrendo, per il pieno appagamento anche dei collezionisti<br />

e degli appassionati più esigenti.<br />

Poi, alla sera, ci daremo appuntamento ad altre manifestazioni:<br />

ancora <strong>SHG</strong> a Novembre, come tradizione, e il Salone<br />

della Musica a primavera.<br />

A proposito: lo sapevate che il Salone si sposta a Milano? Si<br />

chiamerà MEET (Music, Events and Entertainment Technologies)<br />

e si svolgerà nella nuovissima Fiera di Rho-Pero dal 5<br />

all’8 maggio 2007...<br />

Una premessa importante:<br />

questa edizione di <strong>SHG</strong><br />

stava per essere annullata.<br />

Abbiamo riflettuto a lungo, dopo<br />

la notizia dell’improvvisa morte di<br />

Roberto Pistolesi, sul da farsi. Per<br />

qualche ora abbiamo pensato che<br />

non ce l’avremmo fatta a continuare<br />

come nulla fosse con le telefonate, l’organizzazione degli<br />

eventi, i bilanci e la burocrazia, tanta era la tristezza che ci<br />

portavamo dentro. Poi abbiamo stretto i denti e abbiamo<br />

pensato una cosa forse banale, ma vera (“a Roberto farebbe<br />

più piacere sapere che noi siamo comunque qui in mezzo<br />

alle chitarre”) e abbiamo deciso di andare avanti, sia<br />

pure con fatica, di continuare. Ma potevamo farcela solo<br />

ribaltando la normale programmazione e trasformando<br />

questo appuntamento estivo (che eccezionalmente si<br />

svolge a Milano per l’indisponibilità della Mole di Ancona<br />

per restauri) in un omaggio vivente a Roberto Pistolesi<br />

e a quanto di grandioso il nostro amico scomparso ha<br />

significato per il mondo della chitarra.<br />

Così abbiamo rinunciato a vendere un grande spazio<br />

espositivo al centro della sala, per allestire una zona<br />

dedicata a lui, all’interno della quale la comunità degli<br />

Accordiani si possa dare appuntamento per rendere<br />

omaggio a Pistolesi ricordandolo, parlando della sua vita,<br />

dei suoi strumenti, dei suoi insegnamenti, del suo impegno<br />

per la musica e per <strong>SHG</strong>. Ci saranno alcuni dei suoi pezzi<br />

più antichi, il secondo The Mojo Amp costruito (che è<br />

anche il primo dotato di riverbero), i suoi Mojo Drive e<br />

varie Spacecaster. Al momento di andare in stampa la<br />

comunità è impegnata a recuperare chitarre, amplificatori<br />

ed effetti costruiti da Roberto, con l’idea di allestire una<br />

mostra che possa dare un’immagine chiara della sua<br />

straordinaria abilità di liutaio e al contempo della sua<br />

grande umanità.<br />

Per il resto, tutto come da copione. L’edizione estiva di<br />

<strong>SHG</strong> è un po’ più... intima di quella invernale, ma non<br />

manca di offrire grandi spunti di interesse. In questo senso,<br />

crediamo che la mostra di strumenti d’epoca accostati ad<br />

altrettante rarissime biciclette da collezione costituisca<br />

un’attrattiva per un pubblico che di anno in anno si fa più<br />

grande e affezionato.<br />

Dunque un <strong>SHG</strong> un po’ meno “caciarone” del solito,<br />

ma ricco di valore e contenuti, per trascorrere assieme<br />

un’ultima domenica di chitarra prima delle sospirate<br />

vacanze.<br />

Gianni Cameroni<br />

Alberto Biraghi<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong>


R oberto Pistolesi<br />

Roberto Pistolesi era un genio, ma era anche molto di più. Per noi che<br />

abbiamo avuto il privilegio di averlo come amico è una affermazione<br />

quasi normale, “sai che novità”, ma per il resto del mondo può sembrare<br />

un’affermazione sconcertante.<br />

Invece era proprio così,<br />

a rendere ancora più terribile<br />

la sua prematura<br />

scomparsa. Chi scrive ha conosciuto<br />

Leo Fender e può affermare<br />

che l’approccio allo<br />

strumento di questi due personaggi<br />

era esattamente lo<br />

stesso. Pragmatico, consapevole,<br />

rigoroso, come dicono<br />

gli anglosassoni “no frills”.<br />

L’approccio delle persone che<br />

sanno usare la loro intelligenza<br />

emotiva per fare grandi<br />

cose.<br />

L’INIZIO DEL CAMMINO<br />

Tutto nacque a fine anni ’70,<br />

quando l’allora trentenne Roberto<br />

decise che con la sua<br />

luccicante The Strat (chi se la<br />

ricorda? È la chitarra con cui<br />

Fender avviò il lento cammino<br />

di ritorno alla qualità) non<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

riusciva neanche ad avvicinarsi<br />

ai suoni dei suoi adorati<br />

Shadows. Era bastato poco per<br />

scoprirne i limiti di progettazione<br />

e le magagne costruttive,<br />

ma – a differenza di molti<br />

che se non sono soddisfatti di<br />

una chitarra la vendono e ne<br />

comprano un’altra – Roberto<br />

decise di costruirsela, partendo<br />

dall’idea che il nipote di un<br />

falegname coi fiocchi com’era<br />

suo nonno, avrebbe avuto vita<br />

abbastanza facile.<br />

ALLA RICERCA<br />

DEL SUONO GIUSTO<br />

Per 15 anni Roberto ricercò<br />

“quel” suono, quello della<br />

Fender Stratocaster rossa che<br />

riteneva aver estratto i suoni<br />

degli Shadows dalle abili<br />

mani di Hank Marvin. Studiò<br />

e studiò e sperimentò. Spulciò<br />

i dettagli delle poche foto<br />

d’epoca della Fender Factory<br />

di Fullerton per scoprire<br />

qualche dettaglio costruttivo,<br />

mandò a memoria il libro<br />

di Forrest White, parlò con<br />

chiunque potesse dargli informazioni<br />

sulle sue amatissime<br />

“Fende” (rigorosamente<br />

senza la “r” finale, in toscano<br />

doc, così come per lui le chitarre<br />

elettriche montavano<br />

dei “picuppe”). E finalmente<br />

arrivò a costruire alcune delle<br />

più belle (addirittura miglio-


i degli originali secondo<br />

molti, incluso<br />

chi scrive che<br />

di chitarre<br />

ne ha viste<br />

un bel<br />

po’) repliche<br />

delle<br />

Stratocaster<br />

degli<br />

anni<br />

‘50 e ‘60 a<br />

cui assegnò<br />

un nome ormai<br />

diventato storia:<br />

“Spacecaster”.<br />

LA SPACECASTER<br />

La vedi da lontano e sembra<br />

una Stratocaster come le altre,<br />

con quella paletta piccola<br />

che strizza l’occhio a un<br />

passato glorioso e i colori di<br />

sogno dell’epoca surf. Poi la<br />

prendi in mano e scopri un<br />

mondo. Anche perché la Spacecaster<br />

è un pezzo di te, che<br />

- come un figlio - hai visto<br />

nascere e crescere a partire<br />

da un blocco di legno. Faceva<br />

così Pistolesi: dopo averti<br />

ammesso al privilegio di poterne<br />

custodire una, ti invitava<br />

a Santa Croce sull’Arno,<br />

proprio accanto a Fucecchio,<br />

e cominciava a sciorinarti di<br />

fronte dei blocchi di legno<br />

bellissimi, frassino e ontano<br />

con venature da poesia,<br />

che metteva in evidenza bagnando<br />

appena la superficie.<br />

Quello<br />

sarebbe diventato<br />

il corpo.<br />

Poi passava<br />

a straordinari<br />

parallelepipedi<br />

lunghi e<br />

stretti di<br />

acero fiammato<br />

o<br />

occhio di pernice<br />

per il manico,<br />

al palissandro<br />

per le tastiere. Tutto veniva<br />

soppesato, osservato, accarezzato<br />

e picchiettato con<br />

un martelletto per sentirne il<br />

suono, in un rito voo-doo che<br />

durava fino al momento in cui<br />

capivi che “quella” era la tua<br />

chitarra. Poi si sceglievano<br />

colori, pickup,<br />

hardware e<br />

tutto ciò che<br />

o c c o r r e v a ,<br />

assieme a<br />

tantissima<br />

p a z i e n z a ,<br />

per arrivare<br />

al giorno<br />

in cui tornavi a<br />

Santa Croce per<br />

ritirare la tua Spacecaster.<br />

Credete, quello<br />

era un momento magico. Chi<br />

scrive chiese a Roberto una<br />

copia esatta della sua Stratocaster<br />

classe 1956, arrivata<br />

a valutazioni troppo illogiche<br />

per poter essere portata<br />

in giro, ma ritenuta ineguagliabile<br />

per suoni e suonabilità.<br />

Erano conti fatti senza<br />

l’oste. L’aspettativa era per<br />

una replica, Pistolesi trasformò<br />

l’originale del 1956 in replica<br />

della sua chitarra, che<br />

tanto è bella e suona bene<br />

da poter essere definita opera<br />

d’arte.<br />

L’EREDITÀ DI ROBERTO<br />

Quello che Roberto Pistolesi<br />

lascia, oltre a pochi strumenti<br />

di valore inestimabile,<br />

è l’esempio del suo metodo<br />

di approccio alle cose, un’attitudine<br />

a guardare la realtà<br />

sempre da un punto di vista<br />

diverso e più alto, per scorgerne<br />

i dettagli che<br />

agli altri sfuggono.<br />

Quante volte<br />

è comparsa<br />

quella sua<br />

smorfia furba,<br />

quando<br />

il grande<br />

esperto di<br />

turno gli mostrava<br />

una<br />

chitarra “assolutamente<br />

originale”<br />

che lui smascherava in un<br />

istante, da uno dei mille segnali<br />

che solo lui conosceva e<br />

che purtroppo perdiamo, assieme<br />

al suo sorriso. •<br />

“...Eri la bussola della<br />

mia passione piu’ grande.<br />

Come te ne ho conosciuti<br />

davvero pochi. Grazie di<br />

tutto.”<br />

“...Grazie infinite, spero<br />

di incontrarti in qualche<br />

modo, magari in una tua<br />

creatura.”<br />

“...Resterà per me<br />

indelebile il ricordo<br />

di lui al suo workshop<br />

dell’ultimo <strong>SHG</strong>...<br />

Bravura e dignità<br />

incredibili assumono oggi,<br />

alla luce della malattia<br />

di cui ne apprendo ora,<br />

un valore ancora più<br />

straordinario...”<br />

“Sono commosso. Non<br />

solo perché ricordo un<br />

uomo buono, gentile<br />

e sorridente, non solo<br />

perché so che non lo<br />

incontrerò più su questa<br />

Terra, ma perché i<br />

commenti che leggo<br />

raccontano di un uomo<br />

che si è fatto amare anche<br />

da chi non lo conosceva<br />

di persona. E questo mi<br />

sembra una grande cosa,<br />

che mi dà la certezza che<br />

tutti noi siamo fatti<br />

per cose grandi.<br />

Buon viaggio, Roberto!”<br />

Ho conosciuto personalmente Roberto<br />

Pistolesi ad Ancona durante<br />

un incontro-convegno patrocinato<br />

da Accordo che si tenne il giorno prima<br />

dello svolgimento di <strong>SHG</strong> 25 (30<br />

maggio 2004). Eravamo in uno dei<br />

locali della Mole, con le volte a botte<br />

e la finitura a mattoni a vista. Parlammo<br />

in molti: di mercato, di futuro,<br />

di chitarre e di ruoli, mettendo in discussione<br />

filosofie distributive e scelte<br />

di campo, e molto altro ancora. Moderavano<br />

Stefano Tavernese (Chitarre)<br />

e Piero Chianura (allora SM, oggi<br />

InSound) ed erano presenti liutai, importatori<br />

e distributori, rivenditori e<br />

il sottoscritto, come portavoce dell’Associazione<br />

<strong>Dismamusica</strong>.<br />

Poi prese la parola Roberto Pistolesi,<br />

che per tutto il tempo aveva ascoltato<br />

con una certa irrequietudine<br />

nelle mani, sempre in movimento, e<br />

negli occhi, mobilissimi e decisamente<br />

espressivi. E disse una cosa che non<br />

c’entrava nulla con tutto quello che si<br />

era messo sul tavolo: ma era semplicemente<br />

la cosa più importante. Disse<br />

pressapoco: “Insomma! Si è parlato<br />

di tutto e di nulla in questo pomeriggio.<br />

E si è detto del mercato e di tante<br />

altre cose. Ma solo due di voi hanno<br />

citato la cosa che ci ha chiamati qui<br />

oggi a chiacchierare del nostro passato<br />

e del nostro futuro: la Musica.<br />

Dobbiamo ricordarci sempre che se<br />

siamo qui è alla Musica che dobbiamo<br />

fare riferimento...”.<br />

Grazie, Roberto, per quel richiamo.<br />

E per quel tono speciale con cui pronunciavi<br />

la parola “Musica”, con la<br />

“h” al posto della “c”, e con un grande,<br />

immenso sorriso interiore ammantato<br />

di profondo rispetto.<br />

Gianni Cameroni<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong>


I l personaggio<br />

Incontrare Donato Begotti non è<br />

stato facilissimo. L’agenda del biondo<br />

chitarrista è infatti fittissima; e<br />

fra lezioni, clinics, concerti e sessions in<br />

studio che lo portano da una parte all’altra<br />

d’Italia, trovare una mezz’ora per<br />

chiacchierare del più e del meno può diventare<br />

un compito arduo.<br />

Ma, come si dice, chi la dura la vince... e<br />

alla fine, fra un concerto e una demo in<br />

quel di Caserta, siamo riusciti a incontrarci<br />

per parlare di <strong>SHG</strong>.<br />

UNA GRANDE EMOZIONE<br />

“Ogni volta che attraverso i cancelli di<br />

Second Hand Guitars” esordisce Donato<br />

“provo un’emozione grande. È qualcosa<br />

che ti fa battere forte il cuore, è un<br />

appuntamento al quale ci si presenta<br />

come ad un incontro fra vecchi<br />

amici. Questo, per quanto mi<br />

riguarda, accade in modo<br />

particolare per le edizioni<br />

di Milano, perché la maggior<br />

parte dei miei amici<br />

è proprio di qui e tutte<br />

le volte ci ritroviamo, io a<br />

suonare e loro ad ascoltare<br />

–o viceversa.“<br />

CC: “Sono performance del tutto particolari...”<br />

DB: “Decisamente. Però devo dire che, al<br />

di là di quella che è la mia esperienza,<br />

Second Hand Guitars è un appuntamento<br />

che è comunque in grado di comunicare<br />

emozioni fortissime a qualsiasi<br />

10 Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

persona innamorata della chitarra. Voglio<br />

dire... non esiste niente di simile in<br />

Italia, e anche all’estero non mi è praticamente<br />

mai capitato di imbattermi<br />

in manifestazioni come questa. E credo<br />

che di questo debba essere dato atto ad<br />

Alberto Biraghi e ai suoi più stretti collaboratori.<br />

Loro sono stati capaci di inventarsi<br />

una cosa del tutto nuova, senza<br />

copiare da altri.”<br />

CC: “Fra l’altro, <strong>SHG</strong> è un evento che<br />

funziona benissimo...”<br />

DB: “Altroché! Ormai è una vera e propria<br />

istituzione per il popolo dei chitarristi;<br />

ed è una istituzione per la quale<br />

siamo tutti riconoscenti a chi, insieme<br />

ad Alberto, l’ha inventata.”<br />

CC: “Tornando alla tua esperienza,<br />

c’è qualche aneddoto<br />

in particolare che ricordi<br />

con particolare... emozione?”<br />

DB: “Assolutamente sì.<br />

E non è neanche troppo<br />

lontano, perché risale alla<br />

penultima edizione milanese.<br />

Ricordo che tenevo una<br />

piccola clinic su alcuni fraseggi<br />

di Eddie Van Halen –e si vede che<br />

l’argomento era decisamente “centrato”,<br />

perché ricordo con precisione che,<br />

non appena io sono salito sul palco, l’intero<br />

pubblico dell’Alcatraz si è riversato<br />

di fronte a me! Credimi, è stata davvero<br />

un’emozione fortissima...”<br />

PARLANDO DI DIDATTICA<br />

CC: “Mi ricordo di quel tuo intervento.<br />

Io ero proprio in mezzo a quel pubblico,<br />

e sono rimasto molto impressionato dal<br />

tuo modo di raccontare, con passione e<br />

freschezza, anche i dettagli più... accademici<br />

di un fraseggio musicale. Se non<br />

mi sbaglio, parlavi dell’assolo di Beat<br />

it, e ti divertivi a suonarlo cominciando<br />

da un tempo lentissimo e accelerando<br />

progressivamente... e il pubblico, soprattutto<br />

i ragazzi più giovani, ne era<br />

letteralmente affascinato. ”<br />

DB: “Sì, è vero. Del resto, secondo me il<br />

ruolo di chi insegna è proprio questo. Un<br />

buon insegnante deve essere capace di<br />

schockare l’allievo in senso positivo. Per<br />

insegnare bisogna prima di tutto trasmettere<br />

l’amore viscerale per la musica<br />

e per lo strumento. Se questo non accade,<br />

bastano tre o quattro lezioni perché<br />

qualsiasi studente perda interesse<br />

e motivazione. Sono convinto di questo<br />

al punto che, nei miei corsi del Master<br />

di Chitarra Rock (corso che inizierà il<br />

prossimo ottobre 2006 presso L’Accademia<br />

del Suono –nuova ed unica sede<br />

del mio MCR®), ho adottato una politica<br />

del tutto nuova. In due parole: gli allievi<br />

frequentano per quattro settimane<br />

e, a quel punto, se sono soddisfatti proseguono<br />

negli studi. Viceversa, smettono<br />

di seguire le lezioni e noi restituiamo<br />

loro quello che hanno speso.”<br />

CC: “Notevole... anche se ho l’impressione<br />

che, se le lezioni sono tutte come quella


clinic su Van Halen, saranno decisamente<br />

in pochi a non essere soddisfatti.”<br />

DB: “Ti ringrazio del complimento.<br />

Fra l’altro, quello<br />

che dici fa crescere in<br />

me la convinzione che<br />

l’appuntamento di Second<br />

Hand Guitars dovrebbe<br />

essere preso in<br />

considerazione molto più<br />

seriamente proprio da parte<br />

delle scuole.”<br />

CC: “In che senso?”<br />

DB: “È presto detto. Penso che sarebbe<br />

davvero molto interessante se le scuole<br />

più importanti prendessero a <strong>SHG</strong> un<br />

tavolo a testa. I visitatori della fiera, e<br />

in modo particolare i ragazzi, potrebbero<br />

così prendere visione dei programmi,<br />

dei costi, dell’elenco degli insegnanti... e<br />

magari, se la cosa fosse organizzata per<br />

bene, potrebbero anche ascoltarli suonare<br />

dal vivo, a rotazione, su di un palco<br />

speciale.”<br />

CC: “Una bella idea... una specie di Try<br />

before you buy della didattica. Anche<br />

questo viene dall’impostazione dei corsi<br />

di cui sei coordinatore?”<br />

DB: “Sì e no... Voglio dire, normalmente<br />

chi viene a studiare con me sa già in<br />

partenza che cosa lo aspetta –ma l’idea<br />

di poter ascoltare in anteprima l’insegnante<br />

viene soprattutto dalle riflessioni<br />

sulle esperienze di segno opposto che<br />

ho avuto modo di vivere nei miei primi<br />

anni da studente!”<br />

CC: “Vuoi dire che c’è qualcuno che è riuscito<br />

a farti annoiare con la chitarra?”<br />

DB: “Non esattamente, in realtà mi riferivo<br />

ad una serie di lezioni private di armonia<br />

durante le quali l’insegnante non<br />

faceva altro che sbadigliare... Fra l’altro,<br />

i miei primi passi nella musica non sono<br />

stati alla chitarra, ma con le tastiere.”<br />

CC: “E come sei passato alle sei corde?”<br />

DB: “È un episodio che si ricollega ad<br />

un grande progetto a cui sto lavorando<br />

in questo periodo della mia vita, perciò<br />

ci tengo a raccontartelo come si<br />

deve... Dunque, come ti ho detto, io mi<br />

ero avvicinato alle tastiere, che allora<br />

erano soprattutto i grossi modelli Farfisa.<br />

Mio cugino, all’epoca, era un chi-<br />

tarrista rockabilly che andava davvero<br />

forte, forte, forte... e questo, nel nostro<br />

gergo, voleva dire che<br />

era davvero molto bravo.<br />

Un giorno, nel 1978,<br />

lui mi ha venduto la sua<br />

Eko Kadett per la cifra<br />

di 60.000 lire. Ricordo<br />

che era una giornata<br />

di pioggia e che andai a<br />

prenderla in motorino.”<br />

LA PRIMA CHITARRA...<br />

E L’ULTIMA<br />

“Fu davvero l’inizio di un grande amore.<br />

Con quella chitarra ho cominciato a studiare,<br />

e da allora non ho mai smesso.”<br />

CC: “Immagino che quello strumento sia<br />

un pezzo fondamentale della tua collezione...”<br />

DB: “Sbagliato! Vedi, Donato ama fare<br />

esperimenti; e così quella Kadett è stata<br />

più volte verniciata e riverniciata. Poi ci<br />

ho messo addirittura un perno, per farla<br />

ruotare –con il risultato che una volta<br />

mi sono anche beccato una palettata<br />

in faccia! Insomma, per farla breve, alla<br />

fine la chitarra non ce l’ha fatta più, e<br />

non so neanche che fine abbia fatto.”<br />

CC: “Ti sarai pentito per questo...”<br />

DB: “Nella maniera più assoluta. Anche<br />

perché la chitarra non è uno strumento<br />

qualsiasi. È uno strumento da abbracciare,<br />

da tenere sul corpo... insomma, se<br />

qualcuno la ritrovasse, sarei disposto a<br />

sborsare cifre folli per riaverla!”<br />

CC: “Questo ha qualche cosa a vedere<br />

con il progetto a cui accennavi poco fa?”<br />

DB: “Al cento per cento. Ed è una cosa<br />

che mi riempie di emozione, perché va<br />

molto al di là di qualsiasi normale lavoro<br />

o di qualsiasi logica di business. Pensa:<br />

qualche mese fa, a quasi trent’anni da<br />

quella giornata piovosa, la Eko ha chiesto<br />

a Donato Begotti di realizzare un<br />

modello Signature!”<br />

CC: “Ne sarai orgogliosissimo...”<br />

DB: “Orgogliosissimo è dir poco! Per me<br />

è come una missione, è una questione<br />

di fede... e un doverosissimo tributo alla<br />

mia prima chitarra. Che poi, a conti fatti,<br />

era un vero, meraviglioso strumento...<br />

Second Hand!” •<br />

Si chiama Master di Chitarra<br />

Rock© (o, più in breve, MCR) il<br />

nuovo grande progetto didattico<br />

a cui Donato Begotti ha dedicato<br />

la maggior parte delle proprie<br />

energie nell’ultimo periodo.<br />

Il corso, alla cui struttura Donato<br />

ha lavorato ininterrottamente<br />

dal 1993 ad oggi, è diviso in<br />

tre annualità ed è riservato a<br />

chi vuole fare della chitarra la<br />

propria strada professionale.<br />

Accanto al Master<br />

di Chitarra<br />

Rock, Donato<br />

segue<br />

personalmente gli allievi del<br />

corso RLS - Rhythm, Lead and<br />

Sound©. Si tratta di un percorso<br />

didattico riservato a chi non<br />

può dedicarsi a tempo pieno<br />

allo studio ma desidera comunque<br />

accedere ad un programma<br />

di formazione avanzata.<br />

Il corso RLS, che è attivo in Veneto<br />

presso Boschello Strumenti<br />

Musicali (www.boschello.com)<br />

e in lombardia a Cremona presso<br />

la Scuola di Musica Pontesound<br />

(www.pontesound.it), prevede 8<br />

incontri mensili della durata di<br />

due ore e mezzo l’uno.<br />

Il costante impegno nelle attività<br />

didattiche ha portato Donato<br />

a pubblicare anche diversi metodi<br />

che sono stati accolti con grande<br />

entusiasmo dal pubblico italiano.<br />

Il metodo Private<br />

Lesson - Rhythm<br />

& Lead pubblicato<br />

da BMG, in particolare,<br />

è stato<br />

esaurito nel giro<br />

di pochi giorni, ed<br />

è andato incontro<br />

a diverse ristampe.<br />

Si tratta di un testo particolarmente<br />

stimolante anche solo<br />

nell’organizzazione dei contenuti.<br />

Questi sono infatti strutturati<br />

in quindici capitoli in rigorosa<br />

progressione ascendente e contengono<br />

esempi musicali in stili e<br />

tonalità sempre diversi.<br />

Per ulteriori informazioni sulle<br />

attività didattiche di Donato Begotti:<br />

www.donatobegotti.com<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

11


A nniversari<br />

di Silvana Antonioli<br />

Il 2006 è un anno importante per il<br />

mondo della chitarra, perché vede<br />

diverse aziende leader mondiali impegnate<br />

nel festeggiamento di significativi<br />

anniversari.<br />

Fender e Aria, in particolare, hanno dedicato<br />

al rispettivo<br />

sessantesimo e<br />

cinquantesimo anniversario<br />

una serie<br />

di strumenti in edizione<br />

speciale che,<br />

naturalmente, sono<br />

destinati a passare<br />

alla storia...<br />

60 ANNI<br />

DI FENDER<br />

La grande avventura<br />

Fender comincia<br />

nel 1946, pochi mesi<br />

dopo la fine della Seconda<br />

Guerra Mondiale.<br />

Il mondo sta per<br />

cambiare radicalmente: viene innalzata<br />

la “cortina di ferro”, che codifica la contrapposizione<br />

tra Occidente e stati socialisti<br />

dell’Europa dell’Est. In Italia il<br />

referendum abolisce la monarchia; e per<br />

la prima volta votano anche le donne.<br />

Anche per il mondo<br />

della musica il<br />

1946 è un anno di<br />

svolta. Nella California<br />

del Sud<br />

il trentasettenne<br />

Clarence Leonidas<br />

(“Leo” per<br />

gli amici) Fender<br />

fonda la Fender<br />

Electric Instrument<br />

Company<br />

e inizia a costruire<br />

una serie<br />

di chitarre<br />

che cambieranno<br />

la storia<br />

della musica.<br />

CLARENCE LEONIDAS FENDER<br />

Leo Fender non era un musicista. Aveva<br />

preso forse qualche lezione di pianoforte<br />

e di sax negli anni della scuola, ma<br />

nulla di più. Non era nemmeno un liutaio,<br />

né tanto meno un ingegnere. Aveva<br />

semplicemente una profonda passione<br />

per l’elettronica.<br />

Benché si fosse laureato in Economia e<br />

avesse iniziato a lavorare come contabile<br />

per il California Highway Department,<br />

aveva poi lasciato quell’attività per seguire<br />

la sua passione naturale e aveva<br />

iniziato a occuparsi di riparazione di apparecchi<br />

radio. Dopo avere costruito il<br />

primo amplificatore per strumenti musicali,<br />

era entrato in contatto con diversi<br />

musicisti e così era gradualmente approdato<br />

all’idea di produrre chitarre in<br />

prima persona.<br />

Con la Fender Electric Instrument Company,<br />

nel 1946, abbandona infatti<br />

definitivamente la radio e la piccola<br />

elettronica per dedicarsi esclusivamente<br />

12 Second Hand Guitars <strong>28</strong>


Anniversar i<br />

agli strumenti musicali con pochi fidati<br />

collaboratori, con i quali affina la sua<br />

esperienza e la sua tecnica.<br />

In queste pagine:<br />

una immagine pubblicitaria relativa alle<br />

primissime Strato; il primo stabilimento<br />

Fender; una foto di gruppo con Leo<br />

Fender (al centro con gli occhiali) attorniato<br />

da collaboratori e musicisti;<br />

l’inconfondibile Bob Dylan con una altrettanto<br />

inconfondibile Strato; la Strato<br />

del sessantesimo con brillante incastonato<br />

nella paletta.<br />

A pagina 14:<br />

la Telecaster del sessantesimo<br />

Le sue creazioni<br />

Nel 1951 Fender mette in commercio la<br />

Broadcaster, il prototipo della chitarra<br />

a corpo pieno che sarà poi rinominata<br />

Telecaster: la prima chitarra elettrica<br />

solid-body di tipo spagnolo prodotta di<br />

serie. In effetti Fender intuisce prima di<br />

altri nel settore l’importanza della produzione<br />

in serie degli strumenti musicali<br />

per un emergente mercato di massa.<br />

Non a caso, grazie alle sue innovazioni<br />

in ambito produttivo, viene considerato<br />

un po’ l’Henry Ford degli strumenti<br />

musicali.<br />

Sempre nel 1951, l’imprenditore introduce<br />

sul mercato il rivoluzionario Precision<br />

Bass, che per la prima volta<br />

consente anche ai bassisti di amplificarsi<br />

mentre suonano.<br />

L’importanza di questi due strumenti è<br />

da vedersi nel fatto che, insieme, gettano<br />

le basi di quello che oggi definiamo<br />

rock combo. In sostanza,<br />

nell’epoca in cui a fare musica erano<br />

esclusivamente le grandi orchestre,<br />

quelle alla Glenn Miller per intenderci,<br />

gli strumenti Fender iniziano<br />

a permettere anche alle piccole<br />

formazioni di esibirsi. E<br />

questo determina naturalmente<br />

anche un importante<br />

cambiamento<br />

del gusto musicale.<br />

Arriviamo così al 1954,<br />

un anno fondamentale<br />

nella storia di Fender.<br />

Il 1954 è l’anno in<br />

cui Bill Haley pubblica<br />

la sua famosissima<br />

canzone Rock<br />

around the clock<br />

e Elvis Priesley il<br />

suo primo singolo<br />

That’s all right.<br />

È l’inizio del mito del<br />

rock. Trascinata dal folgorante<br />

esempio delle stelle<br />

emergenti del rock, la<br />

nuova generazione entra<br />

da protagonista nel<br />

mondo della musica.<br />

E proprio il 1954 è l’anno<br />

di produzione della<br />

Stratocaster, che incorpora<br />

molte innovazioni<br />

studiate sulla base<br />

dei suggerimenti dei<br />

musicisti, con i quali<br />

Fender ha sempre un<br />

rapporto molto aperto<br />

e collaborativo, e dello<br />

stesso staff dell’azienda.<br />

Prendono così corpo<br />

le inconfondibili caratteristiche<br />

di uno strumento che<br />

praticamente è rimasto immutato<br />

fino ai nostri giorni: l’adozione<br />

di un terzo pickup single<br />

coil per ottenere effetti sonori<br />

aggiuntivi, il body sagomato<br />

e smussato perché la chitarra possa<br />

essere meglio “tenuta” dal chitarrista<br />

mentre suona, l’eliminazione<br />

della doppia spalla che consente di<br />

raggiungere meglio i tasti delle note<br />

più acute, il manico avvitato al corpo<br />

(con un notevole risparmio dei costi<br />

di produzione rispetto alle chitarre<br />

nelle quali il manico era corpo unico<br />

con lo strumento) e la tastiera ricavata<br />

direttamente su di esso, e infine<br />

la nuovissima leva del vibrato, il ponte<br />

“tremolo”, in origine pensata essenzialmente<br />

per consentire di<br />

curvare le corde e ottenere<br />

un suono simile a quello della<br />

chitarra hawaiana, un suono<br />

molto popolare all’epoca,<br />

soprattutto tra i chitarristi di<br />

musica country.<br />

L’USCITA DI SCENA<br />

DEL FONDATORE<br />

Negli anni ’60 e ’70 nascono<br />

le “Strato” ancora oggi più<br />

apprezzate dai collezionisti:<br />

sono quelle progettate e costruite<br />

sotto la direzione tecnica<br />

dello stesso Leo Fender, che però, nel<br />

1965, forse per ragioni di salute, forse<br />

per permettere alla sua azienda di sviluppare<br />

il proprio impianto industriale e<br />

di entrare sul mercato mondiale, vende<br />

la società alla Columbia Broadcasting<br />

System, una multinazionale apparentemente<br />

interessata a espandersi anche<br />

nel settore degli strumenti musicali.<br />

Tra il 1965 e il 1971 Leo Fender continua<br />

comunque a lavorare come consulente<br />

del settore Ricerca & Sviluppo<br />

della nuova Fender. Quando però l’ultimo<br />

dei suoi vecchi collaboratori lascia<br />

l’azienda per fondare la Music Man e<br />

produrre amplificatori, anche Leo Fender<br />

lo segue. Morirà nel 1991.<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

13


A nniversari<br />

LA NUOVA FENDER MUSICAL<br />

INSTRUMENTS CORPORATION<br />

In realtà si ha presto la sensazione che<br />

la CBS non intenda valorizzare più di<br />

tanto il marchio, per il quale inizia<br />

un periodo poco felice, che dura<br />

fino a quando, nel 1985, un gruppo<br />

di dipendenti e di investitori<br />

guidati da Bill Schultz non acquista<br />

l’azienda da CBS. E così Fender torna<br />

nelle mani di un piccolo gruppo di<br />

appassionati della musica intenzionati<br />

a ridare gloria al marchio.<br />

Il team della nuova Fender Musical<br />

Instruments Corporation riparte da<br />

zero –non ha rilevato né stabilimenti<br />

né macchinari. Possiede solo i nomi,<br />

i brevetti e le parti rimaste a<br />

magazzino. Sostenuto da un<br />

gruppo di fedeli dipendenti,<br />

rivenditori e fornitori –<br />

alcuni dei quali lavoravano<br />

per l’azienda da quando Leo<br />

Fender aveva iniziato a costruire<br />

le sue chitarre e i<br />

suoi amplificatori – Bill<br />

Schultz e i suoi si mettono<br />

all’opera per ricostruire<br />

un’icona americana. E<br />

ce la fanno. Nello stesso<br />

anno della fondazione aprono<br />

uno stabilimento a Corona, in California.<br />

Poi, nel 1987, ne aprono un altro a Ensenada,<br />

in Messico. E nello stesso anno,<br />

sempre a Corona, aprono il Custom Shop,<br />

il regno delle chitarre personalizzate.<br />

Nel 1991, la Fender Musical Instruments<br />

sposta la sede centrale da Corona (dove<br />

rimane lo stabilimento produttivo) a<br />

Scottsdale, in Arizona, dove i responsabili<br />

amministrativi, del marketing, della<br />

pubblicità, delle vendite e dell’export<br />

seguono e coordinano le attività di una<br />

rete di produzione e di distribuzione<br />

sempre più globale. Il catalogo si allarga<br />

a molti nuovi modelli, includendo anche<br />

chitarre acustiche, classiche e jazz.<br />

E l’azienda infatti si sviluppa sempre più<br />

come struttura di vendita e dimensioni.<br />

Nel 2005 Bill Schultz si ritira e il suo posto<br />

viene preso da Bill Mendello, attuale<br />

C.E.O. dell’azienda.<br />

Fender oggi<br />

Fender oggi produce e distribuisce praticamente<br />

tutto quello di cui un musicista<br />

ha bisogno per suonare: dalla chitarra<br />

alle corde, agli accessori, ai prodotti<br />

pro audio, inclusi amplificatori e mixer.<br />

È un’azienda leader a livello mondiale,<br />

un’azienda i cui prodotti hanno plasmato<br />

la forma stessa del suono, definendo<br />

un nuovo standard nella percezione<br />

sonora.<br />

Oggi Fender, che dedica peraltro grande<br />

attenzione anche alla formazione musicale<br />

dei giovani attraverso programmi<br />

di educazione mirati che tiene presso<br />

il suo modernissimo Fender Center a<br />

Corona, produce fondamentalmente<br />

due linee principali, la “Serie American”<br />

e la “Serie Standard”: la prima è<br />

una serie professionale di qualità più<br />

esigente e di costo più elevato, la seconda<br />

è più accessibile ad un pubblico<br />

più allargato. E se gli strumenti della<br />

prima serie escono dagli stabilimenti<br />

statunitensi di Corona, quelli della seconda<br />

arrivano per lo più dal Messico,<br />

ma anche dalla Cina, dal Giappone,<br />

dalla Corea, dove l’ormai multinazionale<br />

Fender ha stabilito i suoi insediamenti<br />

produttivi.<br />

Il prodotto più rappresentativo<br />

della casa rimane<br />

comunque sempre la Stratocaster,<br />

forse in assoluto la<br />

chitarra elettrica più popolare<br />

nella storia della musica:<br />

un mito che ha attraversato<br />

oltre mezzo secolo di<br />

storia e di eventi rimanendo<br />

sostanzialmente sempre<br />

uguale a se stessa grazie<br />

Aria di festa per Aria<br />

alle sorprendenti qualità che Leo Fender<br />

seppe conferirle. Musicisti dediti ai<br />

generi più disparati hanno scelto e continuano<br />

a scegliere questo strumento<br />

– anche bello da guardare - per il<br />

suo suono, per la facilità con cui si suona,<br />

per la sua versatilità. Un elenco degli<br />

artisti che hanno suonato o suonano<br />

la “Strato” non può essere che incompleto,<br />

ma è comunque rappresentativo:<br />

Jimy Hendrix, Eric Clapton, Bob Dylan,<br />

i Beach Boys, i Beatles, Stevie Ray Vaughan,<br />

Mark Knopfler, Frank Zappa, Gorge<br />

Harrison, Bruce Springsteen, gli U2,<br />

Sting, i Pooh…<br />

Tanti grandi artisti, tanti musicisti professionisti<br />

e tanti semplici appassionati<br />

di musica hanno dunque contribuito<br />

a fare grande il nome di Fender in questi<br />

ultimi sessant’anni. Perché Fender ha<br />

saputo fare grande la loro musica.<br />

Per festeggiare l’anniversario l’azienda<br />

ha messo in distribuzione quest’anno<br />

nuovi modelli particolari delle sue<br />

leggendarie chitarre e dei suoi bassi e<br />

anche numerosi divertenti e simpatici<br />

gadget. Per segnare una nuova, importante<br />

tappa di una storia che forse è ancora<br />

solo agli inizi.<br />

Ad multos annos, Fender! •<br />

Il marchio giapponese Aria festeggia<br />

cinquant’anni di presenza sul mercato.<br />

Forse non tutti sanno che questo<br />

marchio è l’anagramma del fondatore<br />

e Presidente della gloriosa azienda<br />

giapponese (la Arai & Company<br />

Inc.): Shiro Arai. Con un anagramma<br />

che corrispondeva al termine italiano<br />

aria, inteso come composizione melodica,<br />

Shiro Arai ha decretato il successo<br />

della sua gamma, che include oggi<br />

chitarre elettriche solid body e hollow<br />

body, bassi elettrici,<br />

chitarre acustiche, chitarre classiche, banjo, mandolini e ukulele,<br />

ma anche elettroniche e accessori.<br />

Anche l’elenco degli artisti che hanno suonato e suonano con<br />

strumenti Aria è lunghissimo e comprende nomi famosissimi:<br />

citiamo a titolo di esempio solo Don Wilson, Bob Bogle<br />

e Gerry McGee dei Ventures; Gary Nuttal, Fil Eisler, Planet<br />

Claire e Alex Dickson della Robbie Williams Band; o ancora<br />

Jeff Blando, degli Slaugter, o Steve Bailey.<br />

Per festeggiare le sue nozze d’oro con la musica, il costruttore<br />

giapponese ha prodotto la chitarra elettrica solid<br />

body PE-50th e il basso neck-through a quattro corde<br />

SB-50th: due modelli (non in vendita) che corrispondono<br />

a due delle serie Aria più prestigiose, per l’appunto la serie<br />

PE e la serie SB. PE-50th e SB-50th hanno un particolarissimo<br />

e preziosissimo top in acero dorato a foglia d’oro che riproduce<br />

raffinati motivi tradizionali giapponesi.<br />

14 Second Hand Guitars <strong>28</strong>


Tutti gli<br />

ESPOSITORI<br />

www.accordo.it<br />

Accordo<br />

Amici di Roberto Pistolesi<br />

Via Moricone, 9 - 00199 Roma - Tel 06 86219922 - www.chitarre.com<br />

via Cascina Bragosa, 6 - 20060 Pessano con Bornago (MI) - Tel 348 8848873 - www.chitarremancine.com<br />

Via Salvador Allende, 5/7 - 06024 Gubbio (PG) - Tel 075 92.20.746 - www.cordovabymichelutti.com<br />

www.crazyparts.de<br />

Via Valdossola 26/G - 40134 Bologna - Tel. 051 434172 - www.creazionisonore.it<br />

Via Bovisasca, 97 - 20157 Milano - Tel 02 3760757 - www.crismusic.it<br />

Via Michelangelo da Caravaggio, 174/A - 80125 Napoli - Tel 081 2401434 - www.dalessandroguitars.com<br />

coedis@libero.it<br />

Corso Venezia, 49 - 20121 Milano - Tel. 02 7750254.5 - www.dismamusica.it<br />

guitar@hotmail.com<br />

C.so Concordia, 6 - 20129 Milano - Tel 02 87388664 - www.insound.it<br />

Via Emilia Est, 885 - 41100 Modena - Tel 059 364114 - www.lenzotti.com<br />

Via Matteotti, 91 - 10073 Ciriè (TO) - Tel. 011 9210227 - steardo@libero.it<br />

crbi@tiscali.it<br />

V.le Cassala, 7/2 - 20143 Milano - Tel 02 58103239 - www.luckymusic.com/ita/<br />

Via Cesare Battisti, 107 - 01010 Farnese (VT) - Tel. 0761 4580876 - www.masottiamp.it<br />

pop.pop@libero.it<br />

Via Vincenzo Monti, 52 - 20017 Rho (MI) - Tel 02 93909372 - www.musicgallery.it<br />

Corso di P.ta Ticinese, 3 - 20123 Milano - Tel 02 89429080 - www.prina.it<br />

gottfried-schmid@t-online.de<br />

Via Venezia Giulia, 7 - 20090 Segrate - Mobile 335 442337 - www.venturiniguitars.com<br />

C.so Vittorio Emanuele II, 123 - 101<strong>28</strong> Torino - Tel 339 762 68 91 - www.vinteck.com<br />

www.zizzetope.it<br />

Chitarre<br />

Chitarre Mancine<br />

Cordova Guitars<br />

Crazy Parts<br />

Creazioni Sonore<br />

Cris Music s.a.s.<br />

D’Alessandro Guitars<br />

Dino’s Guitars<br />

DISMAMUSICA<br />

Riccardo Fornasero<br />

Gemmexpert<br />

Enrico Gosmar<br />

Insound<br />

Lenzotti<br />

Liuteria Alverman<br />

Liuteria Canova<br />

Lucky Music<br />

Masotti Guitar Devices<br />

Memo Mormina<br />

Mr. T (Alberto Dani)<br />

Music Gallery<br />

Giovanni Occhipinti<br />

Prina<br />

Salcuni<br />

Gottfried Schmid<br />

Giampietro Secco<br />

Alberto Venturini<br />

Vinteck<br />

Zizzetope<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

15


Paolo Patrignani - Heritage H 150CM - Randall serie RG<br />

la musica c<br />

Alex Kid Gariazzo (Treves Blues Band) - Heritage H 576<br />

Franco Mussida (PFM) - Randall serie MTS<br />

Patrick Djivas (PFM) - Gallien-Krueger serie Artist<br />

Master Music S.r.l. - Via Papa Giovanni XXIII, 23 - 20090 Rodano (MI) Telefono 02.95


Patrick Abbate - Washburn N4 Vintage - Randall serie MTS<br />

Daniele Bagni - Gallien-Krueger serie Artist Combo<br />

Gigi Cifarelli - Heritage H 575 Custom<br />

Andrea Quartarone - Randall MTS - Washburn X40 Pro<br />

he c’è in te<br />

.32.81.02 - Fax 02.95.32.86.07 - E-mail: info@master-music.it - www.master-music.it


N ote di carta<br />

Parlare di un autore di metodi per<br />

chitarra sulle pagine del catalogo di<br />

una fiera che è fatta soprattutto di<br />

strumenti può sembrare fuori luogo.<br />

Ma le riflessioni che Antonio<br />

Ongarello ci propone vanno ben al<br />

di là di una semplice presentazione<br />

delle ultime novità editoriali. E ci<br />

ricordano che, per ottenere grandi<br />

soddisfazioni dallo strumento,<br />

occorre applicare con costanza un<br />

metodo rigoroso...<br />

È<br />

una tranquilla mattina<br />

di fine maggio quando<br />

raggiungo al telefono<br />

Antonio Ongarello. La voce pacata<br />

e il tono disteso con cui il<br />

Maestro accetta di rispondere<br />

alle mie domande sono il presupposto<br />

ideale per una conversazione<br />

che ben presto si<br />

fa decisamente cordiale. Così,<br />

quando gli chiedo quale sia l’originalità<br />

del suo approccio alla<br />

stesura dei metodi per chitarra,<br />

Antonio Ongarello risponde<br />

con entusiasmo, ripercorrendo i<br />

più importanti crocevia del suo<br />

lungo percorso di ricerca attra-<br />

verso il mondo della didattica<br />

della chitarra jazz.<br />

Cronaca di una passione<br />

“Penso che lo studio di uno<br />

strumento musicale” esordisce<br />

Ongarello “sia di fatto una<br />

disciplina interiore molto rigorosa.<br />

Una attività di ricerca<br />

continua che permette prima<br />

di tutto di conoscere a fondo<br />

se stessi. Perciò, se devo indicare<br />

quali sono gli elementi che<br />

distinguono i miei testi dalla<br />

grande quantità di metodi che<br />

vengono proposti nelle librerie<br />

musicali di tutto il mondo, mi<br />

viene in mente una<br />

sola risposta: la mia<br />

storia.”<br />

CC: “La storia?”<br />

AO: “Sì. E, per la<br />

precisione, quell’insieme<br />

di esperienze<br />

attraverso le quali<br />

mi sono formato nel<br />

corso degli anni. A<br />

cominciare dai primi<br />

passi nella musica<br />

jazz e rock, che<br />

sono avvenuti al di<br />

fuori della realtà<br />

accademica.”<br />

CC: “Vuol dire che<br />

lei ha cominciato a<br />

studiare come autodidatta?”<br />

AO: “Precisamente. In realtà ho<br />

studiato per un anno chitarra<br />

classica, prendendo lezioni su<br />

base regolare e confrontandomi<br />

con tutto il repertorio degli<br />

studi tradizionali. Scale, arpeggi,<br />

gli studi di Sor, Giuliani, e<br />

via dicendo... Ma per quanto riguarda<br />

la musica jazz, la mia<br />

prima formazione è avvenuta in<br />

modo del tutto autonomo. Ed è<br />

partita da molto lontano, perché,<br />

a dire la verità, la mia prima<br />

‘militanza’ come chitarrista<br />

si è situata, per diversi anni, all’interno<br />

di complessi di musica<br />

beat.”<br />

L’IMPORTANZA DEL RITMO<br />

CC: “Suona strano, detto da<br />

un musicista che è riconosciuto<br />

come una delle autorità<br />

indiscusse della didattica per<br />

chitarra jazz.”<br />

AO: “È vero. Anche se sono intimamente<br />

convinto che questa<br />

esperienza, che di fatto è una<br />

delle chiavi di volta della mia<br />

vita, sia uno dei motivi principali<br />

per cui ho avuto successo<br />

come musicista e come insegnante.”<br />

CC: “In che senso?”<br />

AO: “Vede, io ho avuto la fortuna<br />

di vivere da musicista gli<br />

anni Sessanta. Era un’epoca incredibile,<br />

nella quale la musica<br />

era più semplice. Erano anni in<br />

cui intorno alla musica c’era un<br />

entusiasmo collettivo che era<br />

qualcosa di fortissimo, di contagioso.<br />

Tanto per avere un’idea<br />

delle dimensioni del fenomeno,<br />

mi ricordo che solo nella mia<br />

classe, negli anni delle scuole<br />

superiori, si contavano addirittura<br />

quattro complessi!”<br />

CC: “Una realtà lontana anni<br />

luce dalla situazione di oggi...<br />

ma in che modo questo ha fatto<br />

la differenza?”<br />

AO: “È presto detto. Chi, come<br />

me, ha avuto la possibilità di<br />

salire su di un palco solo per<br />

fare yeah yeah con l’obiettivo<br />

dichiarato di conquistare qualche<br />

ragazza, si è poi portato<br />

dietro per tutta la vita l’entusiasmo<br />

di quegli anni e la forza<br />

dirompente di quei ritmi.<br />

Chi è venuto dopo, soprattutto<br />

per quanto riguarda l’ambiente<br />

jazz, si è formato all’interno di<br />

strutture e percorsi più accademici.<br />

I quali, se da un lato hanno<br />

garantito a tutti una solida<br />

preparazione teorica, dall’altro<br />

non sono stati in grado di offrire<br />

la stessa immersione nella<br />

semplicità e nella spontaneità.<br />

Due valori che, a livello di musica<br />

suonata ma soprattutto a<br />

livello di didattica della musica,<br />

io considero fondamentali.”<br />

18 Second Hand Guitars <strong>28</strong>


DAGLI APPUNTI AI METODI<br />

CC: “Molte delle esperienze<br />

di quegli anni, che nascevano<br />

in nome della spontaneità,<br />

si svolgevano però in modo<br />

un po’... naif, nel senso che non<br />

sfociavano sempre in percorsi<br />

strutturati.”<br />

AO: “Sì, per molti è stato così.<br />

Ma io ho avuto la fortuna di<br />

sommare alle esperienze musicali<br />

i miei studi di statistica.”<br />

CC: “Di... statistica?”<br />

AO: “Naturalmente. La statistica<br />

è una materia che richiede<br />

solide conoscenze matematiche,<br />

e che abitua a fare un<br />

grande uso della logica in tutte<br />

le proprie attività. Applicare<br />

questo metodo alla musica<br />

è stato quindi per me perfettamente<br />

naturale. Con il risultato<br />

che ho cominciato da subito<br />

a raccogliere osservazioni, appunti,<br />

piccole annotazioni. Veri<br />

e propri quaderni di studio che<br />

sono nati a mio esclusivo uso e<br />

consumo, e che, un bel giorno,<br />

hanno avuto la ventura di venire<br />

pubblicati.”<br />

CC: “Con sorprendenti risultati<br />

di vendita...”<br />

AO: “Anche qui, forse, c’è un<br />

piccolo segreto. In realtà ho<br />

sempre pensato che, quando<br />

si scrive un libro che deve<br />

essere utilizzato da una persona<br />

raccolta, per così dire,<br />

nell’intimità dello studio, bisogna<br />

fare in modo che ciò che<br />

si scrive risolva i dubbi senza<br />

crearne di nuovi. In particolare,<br />

io mi preoccupo da sempre<br />

che i miei lettori, non importa<br />

di quale livello tecnico, riescano<br />

soprattutto a completare<br />

con successo la lettura dei<br />

miei testi. Se una persona riesce<br />

ad arrivare in fondo ad un<br />

libro, mi sono sempre detto, è<br />

soddisfatta. E se è soddisfatta<br />

sarà invogliata a continuare il<br />

cammino acquistando un nuovo<br />

volume.”<br />

CC: “Una prospettiva che farà<br />

felici gli editori...”<br />

AO: “Dal punto di vista commerciale<br />

senz’altro. Anche perché<br />

se fosse altrimenti non mi<br />

chiederebbero<br />

più<br />

di scrivere<br />

nuovi testi.<br />

Ma questa<br />

s t r a t e g i a<br />

è propria<br />

in realtà<br />

di tutto il<br />

mio metodo didattico. Del resto<br />

non è diversa dal meccanismo<br />

con il quale si scrivono<br />

i romanzi, o dal sistema dell’organizzazione<br />

degli studi<br />

in lezioni ed esami. Superato<br />

l’esame, l’allievo si sente realizzato<br />

ed è invogliato a continuare.”<br />

CC: “Anche nel caso in cui<br />

abbia incontrato grosse difficoltà?”<br />

AO: “Dipende. In ogni caso,<br />

proprio per evitare di scoraggiare<br />

i miei allievi e i miei<br />

lettori, io ho sempre impostato<br />

tutti i miei interventi in<br />

modo da garantire un cammino<br />

estremamente progressivo.<br />

In altre parole, ho sempre dato<br />

alle mie lezioni e ai miei libri<br />

una curva di apprendimento<br />

dalla pendenza molto lieve.<br />

Questo naturalmente non<br />

significa che io non richieda<br />

progressi; ma cerco di suscitare<br />

nell’allievo il desiderio di<br />

riuscire grazie al fatto che, in<br />

ogni occasione, gli indico un<br />

obiettivo alla sua portata.”<br />

CC: “È un meccanismo che<br />

funziona a tutti i livelli?”<br />

AO: “Direi proprio di sì. L’importante,<br />

come sostengo da sempre,<br />

è che sia il maestro a dare<br />

il ritmo, e non l’allievo. Voglio<br />

dire... le scuole, oggi, sono piene<br />

di musicisti che, per il semplice<br />

fatto<br />

che non riescono<br />

ad<br />

esibirsi dal<br />

vivo, si mettono<br />

ad insegnare.<br />

Io<br />

Note di cart a<br />

capisco la<br />

sacrosanta<br />

necessità di procurarsi uno<br />

stipendio, ma se ci si mette ad<br />

insegnare senza un metodo e –<br />

quel che più conta– senza una<br />

precisa vocazione, si fanno solo<br />

danni. Dirò solo questo: mi capita<br />

spesso di imbattermi in insegnanti<br />

che, quando l’allievo<br />

si presenta senza avere studiato,<br />

gli dicono semplicemente:<br />

pazienza! vorrà dire che studieremo<br />

insieme anziché andare<br />

avanti”<br />

CC: “E invece cosa dovrebbero<br />

dirgli?”<br />

AO: “Beh, se io verifico che<br />

dopo tre o quattro settimane<br />

l’allievo non ha fatto registrare<br />

progressi, gli impongo<br />

un periodo di stop. E magari gli<br />

suggerisco di starsene a casa a<br />

guardare la televisione, perché<br />

evidentemente non ha abbastanza<br />

passione per continuare<br />

a studiare seriamente.”<br />

CC: “Una misura forte...”<br />

AO: “Che però è necessaria per<br />

preservare l’autorità dell’insegnante<br />

–la quale è funzionale<br />

al suo ruolo. Insomma, un buon<br />

medico non cambia la medicina<br />

al suo paziente se questi gli<br />

dice che è amara. Così un insegnante<br />

non può seguire un<br />

programma scelto dall’allievo,<br />

né l’allievo può studiare senza<br />

impegnarsi. Anche perché<br />

la musica, come dico sempre ai<br />

miei studenti, restituisce nelle<br />

emozioni quello che le si è<br />

dato in termini di studio...” •<br />

Fra le pubblicazioni più recenti firmate da Antonio<br />

Ongarello c’è una serie di volumi dedicati<br />

agli standard delle diverse tradizioni musicali<br />

che fanno capo al repertorio jazz.<br />

I volumi, che sono pubblicati e distribuiti<br />

in Italia e nel mondo da Carisch, si affiancano<br />

allo storico Chitarra Jazz Tecnica<br />

Armonica del 1978 e al più recente Metodo<br />

per chitarra jazz in tre volumi (BMG, 1998).<br />

Antonio Ongarello tiene anche su base regolare<br />

concerti e lezioni di perfezionamento.<br />

Per informazioni: 049/87.60.377<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

19


E chi da Soave<br />

L’ingresso alla mostra<br />

Lo stand Musical Box<br />

Gli eventi chitarristici<br />

si moltiplicano,<br />

ed è sempre<br />

più complesso riuscire<br />

ad arrivare<br />

dappertutto.<br />

Ma ci si prova,<br />

macinando<br />

chilometri<br />

e spostandosi<br />

in continuazione,<br />

tra una<br />

Fiera e l’altra,<br />

tra un incontro<br />

e l’altro, trovando<br />

ovunque lo stesso entusiasmo,<br />

lo stesso immutato<br />

interesse e la stessa altrettanto<br />

immutata passione.<br />

Lo scorso 30 aprile, dopo<br />

l’ubriacatura del Disma<br />

Music Show di Rimini e<br />

della MusikMesse di Francoforte,<br />

mi sono messo in<br />

macchina e ho raggiunto<br />

Soave, dove si stava svolgendo<br />

la 15esima edizione<br />

del Soave Guitar Festival.<br />

Sono riuscito a vedere Pierpaolo<br />

Adda, anima, patròn<br />

e promotore di questo<br />

evento, solo nel pomeriggio<br />

inoltrato, quando avevo già<br />

potuto gustarmi sia la mostra,<br />

sia un po’ di musicisti<br />

piuttosto capaci... E solo<br />

infilandomi in una lunga<br />

fila di persone che volevano<br />

parlargli. Era davvero<br />

difficile da raggiungere,<br />

e paradossalmente proprio<br />

perché è disponibile con<br />

tutti e non nega la sua<br />

attenzione a nessuno.<br />

Decisamente<br />

di grande<br />

spessore il<br />

calendario<br />

dei concerti<br />

(ai quali,<br />

ahimè, non<br />

ho potuto<br />

assistere –ma<br />

mi rifarò quando<br />

uscirà il DVD 2006,<br />

spero bello quanto il doppio<br />

DVD del 2005) che anche<br />

quest’anno hanno rappresentato<br />

il “fiore all’occhiello”<br />

della manifestazione:<br />

alla sera (e per tre sere<br />

di fila) si sono alternati<br />

nomi straordinari: tra gli<br />

italiani possiamo citare<br />

Pietro Nobile, Massimo<br />

Varini e Franco Morone,<br />

tra gli ospiti stranieri<br />

Valerie Duchateau, Pete<br />

Huttlinger, Laurence Juber,<br />

Steve White, Vichy<br />

Genfan e, al termine di<br />

ogni serata, Tommy Emmanuel<br />

con Lizzie Watkins...<br />

È così che vanno organizzati<br />

gli eventi di più<br />

giorni: momento espositivo<br />

e concerti in continuazione.<br />

Arrivederci al<br />

2007, Pierpaolo!<br />

G.C.<br />

E c’era anche la Telecaster Tex Willer Tribute...<br />

Girando tra gli stand di Soave, mi sono imbattuto in questa “chicca”, che ha attirato<br />

la mia attenzione proprio perché sono un appassionato lettore del Ranger<br />

bonelliano (credo di avere la collezione completa dello scibile texiano, o quasi).<br />

E vedendo tra le chitarre emergere un piccolo omaggio tutto made in Italy, mi<br />

sono fermato. Si tratta di una chitarra con body in ontano e disegno Telecaster,<br />

con manico di tipo Stratocaster in acero con tastiera in palissandro. Il colore<br />

Honey Blonde originale del body è stato mantenuto solo nella parte posteriore,<br />

mentre il top è stato verniciato di bianco. Su di essi i raffinati disegni (iperrealistici,<br />

quasi) dei personaggi della saga di Tex realizzati con roller e pennelli<br />

sottilissimi, e protetti (compresa la greca e le impronte, aerografate) da vernice<br />

poliuretanica trasparente e lucidissima.<br />

Che dire? Bravo Renzo! L’autore è infatti un appassionato aerografista-decoratore,<br />

il suo nome è Renzo Pagliani e, per la cronaca, il suo sito internet (nel quale<br />

si trovano le foto di molti altri modelli) è www.hotguitars.it<br />

Willy Davoli<br />

Daniela Terragni (Music Gallery)<br />

20 Second Hand Guitars <strong>28</strong>


Da Sarzan a<br />

di Alessio Ambrosi<br />

Anche la nona edizione<br />

dell’Acoustic<br />

Guitar International<br />

Meeting di Sarzana è ormai<br />

alle spalle. Dopo cinque giorni<br />

di concerti, corsi di formazione,<br />

mostre e all’indomani<br />

dell’imponente esposizione di<br />

strumenti di liuteria e di strumenti<br />

import, le mura della<br />

Fortezza Firmafede si concedono<br />

un po’ di silenzio.<br />

Gli organizzatori, intanto,<br />

raccolgono i commenti del<br />

pubblico, tutti concordi nell’affermare<br />

che “è veramente<br />

molto difficile trovare un<br />

festival con un cast artistico<br />

così importante, con un’esposizione<br />

così grande ed articolata,<br />

organizzato in modo<br />

efficiente e curato, eppure<br />

ancora capace di generare un<br />

clima pieno di passione e di<br />

familiarità!”.<br />

LA SODDISFAZIONE<br />

DEGLI ORGANIZZATORI<br />

Questo rilievo riempie di<br />

grande soddisfazione l’intero<br />

comitato organizzatore, perché<br />

rappresenta il nostro intento<br />

fin dal primo anno della<br />

nascita del Meeting. I musicisti<br />

intervenuti negli anni ce<br />

ne avevano dato atto in molti<br />

modi, decretando, con i commenti<br />

riportati in giro per il<br />

mondo, la costante espansione<br />

della nostra fama positiva;<br />

oggi, però, siamo davvero sicuri<br />

che tutto il pubblico intervenuto<br />

nel corso degli anni<br />

percepisce queste stesse sensazioni<br />

e le condivide.<br />

I NUMERI DI SARZANA<br />

I numeri della nona edizione<br />

danno l’idea delle importanti dimensioni<br />

ormai raggiunte dal Festival:<br />

più di 50 artisti presentati<br />

sul palco, 70 espositori italiani<br />

e stranieri tra liutai ed aziende<br />

importatrici e costruttrici di chitarre<br />

acustiche ed accessori, più<br />

di 10.000 presenze di pubblico<br />

tra concerti, visite alla fiera,<br />

partecipazione a seminari e corsi<br />

di formazione. Numeri, questi,<br />

che sono finalmente riusciti<br />

a richiamare l’attenzione dei<br />

grossi media, come dimostrano<br />

i servizi del TG1 e delle altre testate<br />

giornalistiche e televisive<br />

accreditate.<br />

GLI APPUNTAMENTI LIVE<br />

I concerti, da sempre momento<br />

centrale della manifestazione,<br />

hanno visto il successo<br />

degli artisti presenti, con una<br />

nota particolare per Bob Brozman<br />

e l’Ensemble di René Lacaille<br />

dalle Isole de La Réunion,<br />

Gabin Dabiré dal Burkina Faso<br />

e poi Steve Howe degli YES,<br />

Clive Carroll, Toni Balocco, i<br />

Red Wine con Paolo Bonfanti.<br />

A testimonianza dell’alto livello<br />

del pubblico, anche la giuria<br />

del concorso New Sounds of<br />

Acoustic Music - Premio Wilder-Davoli<br />

ha faticato prima di<br />

nominare il vincitore.<br />

APPUNTAMENTO AL 2007<br />

Gli espositori al completo si<br />

sono uniti al coro dei consensi,<br />

lieti di constatare che finalmente<br />

esiste nel nostro Paese<br />

un appuntamento importante<br />

per incontrare il pubblico<br />

degli appassionati. E si sono<br />

dati appuntamento al maggio<br />

2007, per il prossimo Acoustic<br />

Guitar International Meeting.<br />

La prossima edizione, che nasce<br />

nel segno del decennale,<br />

riserverà sicuramente grandi<br />

sorprese... •<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

21


Musica per la pac e<br />

Ancora 1. chitarre<br />

per la Pace<br />

pubb per shg 31-05-2006 14:54 Pagina 1<br />

Per il secondo anno consecutivo<br />

il CPM di Milano ha dato vita<br />

a una manifestazione di grande<br />

spessore, riunendo sabato 3 giugno,<br />

in Piazza del Duomo a Milano,<br />

quasi 1.000 chitarristi, ciascuno<br />

con il proprio strumento,<br />

una vera e piena orchestra<br />

di “6 corde” che ha eseguito<br />

la “Sinfonia popolare della<br />

Pace” composta da Franco<br />

Mussida su sollecitazione<br />

di don Antonio Mazzi.<br />

La giornata fattasi splendida, dopo<br />

un avvio incerto, e la grande folla convenuta<br />

sulla grande piazza antistante<br />

il Duomo di Milano, hanno reso pieno<br />

merito dell’iniziativa, che vedeva anche<br />

l’esibizione di alcuni gruppi emergenti<br />

della grande famiglia musicale<br />

del CPM e di alcuni “big” in<br />

forma smagliante: Alberto<br />

Fortis, Dolcenera e Kimberley,<br />

coordinati e presentati<br />

da Maria Teresa Ruta.<br />

I quasi mille chitarristi hanno<br />

ribadito, con la loro presenza e<br />

con la loro festosa e attenta performance,<br />

che la musica è simbolo<br />

di pace, di tolleranza e di amicizia tra le<br />

persone: i valori fondamentali per una serena<br />

e costruttiva convivenza civile.<br />

Per assistere all’esecuzione della Sinfonia<br />

è giunto in Piazza Duomo anche il Presidente<br />

della Provincia di Milano Filippo<br />

Penati (nel tondo, con Franco Mussida),<br />

che ha espresso grande apprezzamento<br />

per l’iniziativa, “che dovrebbe diventare”,<br />

ha affermato tra l’altro, “un appuntamento<br />

fisso con la musica e la chitarra,<br />

una sollecitazione ai giovani a considerare<br />

i valori della pace, attraverso la musica,<br />

in un periodo che precede di poco la<br />

chiusura dell’anno scolastico”.<br />

Arrivederci al prossimo anno! •<br />

il musichiere<br />

via moricone 9<br />

00199 roma<br />

tel 06 86219922<br />

fax 06 86219788<br />

chitarre@chitarre.com<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

23


A <strong>SHG</strong> e oltre<br />

Se volete suonare...<br />

A Cornaredo, il Comune e alcuni volontari<br />

hanno reso possibile un servizio<br />

davvero importante: una Sala Prove<br />

che offre la possibilità di noleggio<br />

a partire da 3,25 Euro all’ora (sì, avete<br />

letto bene –ma con il minimo di due<br />

ore e solo al pomeriggio per minorenni)<br />

per arrivare (alla sera e per maggiorenni)<br />

a 7,5 Euro all’ora, sempre con il<br />

vincolo del minimo di due ore.<br />

Per informazioni su questa straordinaria<br />

opportunità, e per conoscere le dotazioni<br />

tecniche della struttura, si può<br />

contattare il Centro Giovani di Cornaredo<br />

(in Via Imbriani) o telefonare al<br />

numero 02 93263324 (il lunedì dalle<br />

17 alle 19 e dal martedì al giovedì<br />

dalle 15 alle 19), o ancora collegarsi al<br />

sito ufficiale dell’organizzatore; www.<br />

centrogiovanicornaredo.net.<br />

Centro Giovani<br />

Cornaredo<br />

www.centrogiovanicornaredo.net 02 93.26.33.24<br />

Vibracell: tra design e nuovi materiali<br />

Il nome di queste chitarre, Stealth, fa pensare più ad<br />

un caccia che ad uno strumento musicale. Ma la lontananza<br />

è soltanto apparente, perché questi strumenti<br />

dal design e dalle caratteristiche innovative vengono<br />

realizzati con un procedimento che ha ben poco da invidiare<br />

alle complesse fasi di progettazione di un aeroplano<br />

militare.<br />

Alla base del progetto Stealth c’è infatti la creazione<br />

di un nuovo materiale il cui nome, Vibracell, è già<br />

tutto un programma. Si tratta infatti di una materia<br />

sintetica molto simile al legno che è stata sviluppata<br />

con l’obiettivo di fornire all’industria dello strumento<br />

musicale un materiale che<br />

unisse alle migliori qualità di<br />

risonanza anche una grande<br />

uniformità anche su grossi<br />

quantitativi. Il legno, infatti,<br />

pur essendo la materia prima<br />

d’elezione degli strumenti<br />

musicali, è tutto tranne che<br />

uniforme: le venature, la stagionatura,<br />

la porosità e la<br />

“storia” individuale fanno sì che ogni pezzo di legno<br />

sia di fatto un pezzo unico e irriproducibile... come lo<br />

strumento di cui è parte.<br />

Le chitarre costruite con Vibracell, invece, sono tutte<br />

perfettamente uguali, non risentono quasi per nulla<br />

degli sbalzi di temperatura e di umidità e hanno valori<br />

di risonanza paragonabili a quelli ottenuti sui migliori<br />

strumenti in legno del pianeta.<br />

E scusate se è poco...<br />

CARISCH<br />

San Giuliano Milanese<br />

www.carisch.com 02 98221212<br />

Da Modena con... chitarre<br />

Lenzotti è ormai un veterano<br />

di <strong>SHG</strong>: sempre<br />

presente, sempre attento<br />

e sempre dotato di<br />

una gamma di prodotti<br />

davvero impressionante.<br />

Questo è forse dovuto al<br />

fatto che nel suo punto<br />

vendita di Modena, Lenzotti<br />

dispone di un attrezzatissimo laboratorio<br />

di liuteria, dove gli strumenti possono<br />

essere assistiti, riparati, restaurati e mantenuti<br />

al meglio delle loro condizioni, e<br />

dove, soprattutto, abili mani di artigiani<br />

capaci sanno riconsegnare allo strumento<br />

tutto lo splendore dei suoi tempi migliori.<br />

O forse è dovuto alla consolidata passione<br />

che serpeggia da sempre in casa Lenzotti<br />

quando si parla di chitarre.<br />

Nessuna sorpresa quindi se anche a questa<br />

“tornata” di <strong>SHG</strong> Lenzotti si presenta<br />

con molti prodotti interessanti, tra i quali,<br />

però spiccano tre “chicche” che possono<br />

rappresentare il tocco speciale di<br />

questa edizione per lo stand dell’operatore<br />

modenese.<br />

Prima fra tutte una<br />

Stratocaster Monaco<br />

Yellow del 1979, originale<br />

in tutto, con il suo<br />

straordinario e inimitabile<br />

colore, caldo e<br />

aggressivo allo stesso<br />

tempo. A seguire, una<br />

Rickenbaker quasi gemella del modello<br />

reso famoso da John Lennon (nella foto)<br />

e per finire l’agognatissimo modello Gibson<br />

Les Paul SG Junior degli anni ‘60<br />

completo di pickup P 100.<br />

Ma cercando nella foresta di palette e<br />

manici che Lenzotti a ogni edizione riesce<br />

a erigere, forse si trovano altre, preziose<br />

sorprese...<br />

LENZOTTI<br />

Modena<br />

www.lenzotti.com 059 364114<br />

24 Second Hand Guitars <strong>28</strong>


A SGH e oltr e<br />

<strong>SHG</strong> <strong>28</strong> e Lucky Music Network<br />

Al centro dell’attenzione di <strong>SHG</strong><strong>28</strong>, come è<br />

tradizione, ci sono i pezzi più rari e le chitarre<br />

più ricercate, oltre naturalmente a pezzi<br />

importanti di elettroniche essenziali, come<br />

gli amplificatori, gli effetti e via discorrendo.<br />

E ancora una volta Lucky Music si presenta<br />

con una serie di pezzi che ha attentamente<br />

cercato sul mercato, che ha altrettanto attentamente<br />

rimesso in condizioni perfette e<br />

che propone oggi al pubblico “affamatissimo”<br />

di questo appuntamento.<br />

“Siamo come sempre riusciti a portare molti<br />

oggetti particolari e interessanti”, ci ha<br />

detto Mauro De Nadai, titolare del punto<br />

vendita milanese, “ma mi piace sottolieare<br />

soprattutto tre prodotti: una Travis<br />

Bean del 1979 in condizioni eccezionali,<br />

uno spettacolare amplificatore Speedster in<br />

noce, davvero ‘come nuovo’ e una superba<br />

Gibson ES 350T Limited Edition del 1992.<br />

Tre prodotti di riferimento nella lunga storia<br />

della chitarra, che, soprattutto nel caso<br />

della Travis, hanno qualcosa di speciale da<br />

raccontare”.<br />

Con questo accenno Mauro De Nadai ingolosisce<br />

ancora di più gli appassionati. Ed in<br />

effetti il modello di Travis Dean che presenta<br />

ha una particolarità collezionistica importante:<br />

è a soli 40 numeri dall’identico<br />

modello acquistato nel 1979 niente meno<br />

che da Keith Richards. La chitarra di Richards<br />

riporta infatti il numero di serie 1732,<br />

quella di Lucky presente a <strong>SHG</strong> il 1772.<br />

Meditate, gente. Meditate!<br />

LUCKY MUSIC<br />

Milano<br />

www.luckymusic.com 02 58103239<br />

A Bresso si può...<br />

Anche Bresso può contare<br />

su una sala prove che è anche<br />

studio di registrazione.<br />

Si tratta della struttura ONE<br />

STUDIOS di Via Brioschi, 9,<br />

che si trova nientemeno che<br />

al piano semiinterrato di un<br />

condominio. E come è possibile,<br />

direte voi?<br />

Ebbene, i due soci fondatori<br />

hanno pensato che due sale<br />

gemelle, pienamente dotate<br />

di struttura tecnica anche<br />

per la registrazione (naturalmente<br />

sono gemelli anche i<br />

mixer e i registratori) possono<br />

funzionare a pieno regime<br />

se... si suona in cuffia, con<br />

sound pesato e con strumenti<br />

elettronici. Batteria e tastiere<br />

sono già presenti (ma si possono<br />

portare le proprie) e ci<br />

sono attacchi e microfoni per<br />

altri strumenti elettrici, elettronici<br />

e acustici. Il costo?<br />

Circa 15 euro all’ora, con il<br />

CD da portare via...<br />

Per informazioni: il telefono<br />

è 02 61420273, il sito web<br />

www.onestudios.it.<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

25


A <strong>SHG</strong> e oltre<br />

Giuseppe Mazzini: patriota e chitarrista...<br />

La passione del grande patriota genovese<br />

Giuseppe Mazzini per la musica,<br />

il canto e il teatro d’opera è un<br />

fatto assodato e storicamente provato.<br />

Uno scritto dell’amico Aurelio Saffi<br />

ricorda: “Egli era amantissimo delle<br />

ispirazioni dell’arte: amava, sapendosi<br />

solo e non ascoltato, talora fra il giorno,<br />

più spesso a tarda notte, cantare<br />

sottovoce accompagnandosi con la<br />

chitarra; aveva tal voce che, modulata<br />

dal canto, scendeva al cuore”.<br />

Un amore – quello mazziniano – che<br />

non si limitava quindi all’ascolto della<br />

musica, ma affrontava la musica<br />

nella sua interezza, una musica fatta<br />

di spartiti da leggere e strumenti<br />

da suonare, e che spesso era vissuta<br />

come speranza e conforto (come durante<br />

la prigionia nella fortezza di Savona<br />

o l’esilio in Francia, in Svizzera e<br />

a Londra).<br />

Un amore e un interesse che spinsero<br />

Mazzini a identificare nell’arte musicale<br />

“l’immagine del bello e dell’eterna<br />

armonia”, “il profumo dell’universo” in<br />

grado di far progredire l’umanità e rigenerare<br />

le menti, rinnovare la società<br />

anche attraverso l’eleganza. E infondere<br />

in qualche modo negli individui la<br />

passione civile, il bene morale, un senso<br />

dell’etica oltre che dell’estetica.<br />

E queste parole di Mazzini sono ribadite<br />

da un fatto curioso, che si svolge, guarda<br />

caso, proprio in piena contemporaneità<br />

con questa edizione di <strong>SHG</strong>.<br />

Quando l’11 giugno si aprono i battenti<br />

di <strong>SHG</strong> <strong>28</strong>, a Villa Gargantini di Paderno<br />

Dugnano (vicino a Milano) ha<br />

inizio un concerto molto particolare:<br />

il musicista Marco Battaglia suonerà<br />

la chitarra di Mazzini, perfettamente<br />

restaurata dal giovane liutaio padernese<br />

Federico Gabrielli, riproponendo i<br />

brani cari al grande patriota: Paganini,<br />

Verdi, Giuliani, Regondi e Legnani.<br />

Nomi noti e meno noti di una musicalità<br />

chitarristica che precede (e di<br />

molto) il suono attuale della sei corde.<br />

Ma che condivide con l’oggi una<br />

probabilmente identica passione e un<br />

impegno altrettanto paragonabile a<br />

chi dedica alle sei magiche corde dello<br />

strumento gran parte del proprio tempo<br />

libero. •<br />

26 Second Hand Guitars <strong>28</strong>


A SGH e oltr e<br />

Cris propone<br />

Ernie Ball<br />

In occasione di <strong>SHG</strong> <strong>28</strong>, Cris<br />

Music di Milano è presente<br />

con un’offerta composta<br />

soprattutto da accessori per<br />

il mondo della chitarra, una<br />

gamma molto ampia che cerca<br />

di dare una risposta a ogni<br />

esigenza sia dell’appassionato<br />

che del professionista. In effetti<br />

l’attenzione di Cris Music<br />

per il mondo della sei corde<br />

di rango si è esteso in questi<br />

anni a scelte di marchio molto<br />

attente e curate, con l’ampliamento<br />

all’accessoristica vista<br />

proprio come servizio importante<br />

da offrire a chi suona<br />

questo strumento. Ne è testimonianza<br />

anche la scelta di<br />

mercato altrettanto coraggiosa<br />

che tende a dare spazio alle<br />

esperienze di liuteria italiana<br />

di valore, come sottolinea<br />

lo stesso Max Pontrelli, volto<br />

notissimo ai frequentatori di<br />

Chitarre... Stradivari<br />

<strong>SHG</strong>, che non manca di citare<br />

i due liutai che attualmente<br />

Cris Music sta proponendo<br />

con convinzione: Movguitars<br />

e Liuteria Acustica Colombo.<br />

Per la sola giornata di <strong>SHG</strong> <strong>28</strong><br />

Cris propone anche una speciale<br />

offerta sulle corde per<br />

chitarra elettrica e per basso<br />

Ernie Ball: ai visitatori di <strong>SHG</strong><br />

viene infatti garantita la possibilità<br />

di acquistare una muta<br />

di corde per chitarra elettica a<br />

soli 4 Euro e una muta di corde<br />

per basso a soli 20 Euro.<br />

Naturalmente il tutto è valido<br />

solo per la giornata dell’11<br />

giugno... Approfittatene!<br />

CRIS MUSIC<br />

Milano<br />

www.crismusic.it 02 39323911<br />

Le chitarre classiche di alta liuteria<br />

saranno al centro delle attenzioni<br />

di visitatori ed espositori di Mondomusica,<br />

il Salone internazionale degli<br />

strumenti musicali d’artigianato<br />

in programma a Cremona dal 6 all’8<br />

ottobre prossimo.<br />

La manifestazione, che si svolgerà<br />

come sempre all’interno del quartiere<br />

fieristico di Cremona, sarà dedicata<br />

quest’anno proprio al mondo della chitarra, e vedrà<br />

susseguirsi uno dopo l’altro momenti di musica dal vivo, conferenze,<br />

masterclass e incontri con i maggiori esperti mondiali<br />

del settore.<br />

Fra le iniziative in programma ricordiamo la mostra L’Ottocento<br />

in forma di chitarra –curata dal liutaio modenese Lorenzo<br />

Frignani– che vedrà esposte le creazioni di grandi nomi<br />

della liuteria a pizzico dall’inizio del 1800 fino alla metà del<br />

secolo scorso; e l’esposizione, a cura dell’inglese Stephen Barber,<br />

di numerose riproduzioni delle chitarre costruite alla fine<br />

del ‘600 da Antonio Stradivari. Proprio al celeberrimo liutaio<br />

cremonese e alle sue leggendarie chitarre (una delle quali è<br />

riprodotta nella litografia ottocentesca in alto a destra) è dedicato<br />

l’incontro Le chitarre di Antonio Stradivari che avrà<br />

per protagonista lo stesso Stephen Barber. Per informazioni e<br />

contatti è possibile rivolgersi alla segreteria di Mondomusica,<br />

all’indirizzo info@cremonamondomusica.it<br />

MONDOMUSICA<br />

Cremona<br />

www.cremonamondomusica.com 0372 598222<br />

Alla scoperta dei suoni della<br />

chitarra, con Massimo Varini<br />

Come si fa ad ottenere il suono<br />

migliore dalla propria chitarra? Bastano<br />

un buon amplificatore e un<br />

paio di effetti o bisogna ricorrere<br />

a setup più complessi? E qual<br />

è il ruolo dei cavi, dei microfoni,<br />

dei processori di segnale?<br />

A questa e a molte altre domande<br />

risponde Massimo Varini nella<br />

serie di quattro DVD intitolata<br />

“I suoni della chitarra” e pubblicata<br />

da Carisch.<br />

In ciascuno di essi sono contenute<br />

oltre due ore di filmati “rubati”<br />

durante l’attività di Massimo in studio e sul palco.<br />

Ma non si tratta di un semplice filmato di backstage, perché<br />

ogni spezzone è stato catturato con il preciso scopo<br />

di farne un tassello specifico del grande progetto didattico<br />

–con il risultato che l’intero percorso, peraltro suddiviso<br />

a capitoli come se si trattasse di un libro, risulta perfettamente<br />

coerente e decisamente profondo. I primi due volumi<br />

sono dedicati all’effettistica, il terzo prende in esame le<br />

differenze fra i diversi tipi di chitarre e offre una vasta panoramica<br />

sulle casse, sui microfoni e sulle caratteristiche<br />

dei diversi preamplificatori che si possono utilizzare per riprendere<br />

nel modo migliore il suono dello strumento.<br />

I primi due volumi sono dedicati all’effettistica, il terzo<br />

prende in esame le differenze fra i diversi tipi di chitarre e<br />

offre una vasta panoramica sulle casse, sui microfoni e sulle<br />

caratteristiche dei diversi preamplificatori che si possono<br />

utilizzare per riprendere nel modo migliore il suono dello<br />

strumento. Il quarto ed ultimo DVD della collana si intitola<br />

semplicemente Recording!!! ed è interamente dedicato alla<br />

registrazione audio, ovvero al “punto di arrivo” dell’intero<br />

processo di ripresa del suono. Questo dettaglio giustifica la<br />

presenza di un numero davvero imponente di contributi video<br />

(oltre 3 ore e mezza). Dalla scelta di uno specifico strumento<br />

alla regolazione dei parametri di ripresa del suono,<br />

dall’impostazione degli effetti alla cattura vera e propria dei<br />

diversi “take”... Nel lungo percorso che porta dall’esecuzione<br />

strumentale al mixaggio finale si affrontano ad uno ad<br />

uno tutti i piccoli grandi problemi con cui i chitarristi devono<br />

sapersi misurare.<br />

Al termine del percorso, l’unico rammarico<br />

è quello di non avere a disposizione<br />

la grande collezione di<br />

strumenti, amplificatori ed effetti<br />

fra i quali Varini si destreggia<br />

con grande abilità. Ma, a parte<br />

questo, resta il grande vantaggio<br />

di disporre, ad un prezzo decisamente<br />

contenuto, dei consigli<br />

e degli insegnamenti di un grande<br />

della chitarra in un formato<br />

che, oltre ad essere estremamente<br />

“immediato”, è anche riascoltabile...<br />

all’infinito.<br />

CARISCH<br />

San Giuliano Milanese<br />

www.carisch.com 02 98221212<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

27


A <strong>SHG</strong> e oltre<br />

Masotti Guitar Devices<br />

arriva a Second Hand Guitars.<br />

Con molte novità...<br />

Sono molte, e decisamente interessanti,<br />

le novità con le quali Masotti<br />

Guitar Devices si presenta all’appuntamento<br />

di <strong>SHG</strong><strong>28</strong>.<br />

La serie dei nuovi modelli si apre con<br />

la nuova testata Monocanale, che di<br />

fatto rappresenta un omaggio all’essenzialità<br />

e che è stata disegnata con<br />

l’obiettivo di realizzare l’amplificatore<br />

di riferimento per i chitarristi bisognosi<br />

di un set-up semplice e immediato.<br />

La nuova testata mantiene la cura<br />

costruttiva senza compromessi tipica<br />

di casa Masotti ed è disponibile<br />

in numerose varianti liberamente customizzabili:<br />

50 o 100 Watt, con finali<br />

E34L, KT66 o 6L6. La dinamica e il<br />

feel sono quelli tipici degli ampli tradizionali;<br />

e a queste caratteristiche si<br />

aggiunge un ottimo interfacciamento<br />

con i pedali.<br />

Il TB6 (nella foto in basso a destra) è<br />

un looper a pavimento completamente<br />

true bypass che permette la gestione<br />

di sei effetti in modo diretto e via<br />

MIDI. La nuova unità vanta un rumore<br />

di commutazione minimo grazie all’adozione<br />

della tecnologia “clickless”<br />

a microprocessore adottata in tutti i<br />

prodotti MGD. Attraverso i 6 stomp di<br />

cui il TB6 è dotato è possibile inserire<br />

o escludere direttamente gli effetti<br />

nel percorso del segnale. Tramite la<br />

porta MIDI, invece, è possibile richiamare<br />

una qualsiasi combinazione dei<br />

sei loop mediante il semplice invio di<br />

un Program Change; e la combinazione<br />

richiamata può essere immediatamente<br />

modificata agendo su un<br />

qualsiasi pulsante.<br />

Il Loop Rail, infine, true bypass looper<br />

a rack, è ora utilizzabile anche<br />

con i comandi Control Change,<br />

per un maggiore controllo dei<br />

suoi 8 loop.<br />

Novità anche sul fronte dell’endorsement:<br />

a fine giugno avrà inizio il<br />

tour italiano di Brett Garsed, che girerà<br />

lo Stivale in compagnia di William<br />

Stravato e della sua band (tra gli altri,<br />

Pippo Matino). Al loro seguito ci saranno<br />

anche 2 testate X100M.<br />

Tra i professionisti che hanno deciso<br />

in tempi recenti di utilizzare i prodotti<br />

della Masotti Guitar Devices ricordiamo,<br />

fra gli altri, Andrea Rigonat, chitarrista<br />

di Elisa (che ha scelto un X100M<br />

Modern KT66 e uno Switching System)<br />

e Riccardo Onori, chitarrista di Jovanotti<br />

(con un X100M Modern<br />

6L6, MXM, un Loop<br />

Rail e uno Switching<br />

System).<br />

<strong>28</strong> Second Hand Guitars <strong>28</strong>


Vivacità e offerta allo stand Prina<br />

La presenza di Luca Vaghi a <strong>SHG</strong> è già di<br />

per sé una notizia che esalta. La sua scelta<br />

di suonare dal vivo gli strumenti proposti<br />

da Prina (una gamma che è da collocare<br />

tra le più vaste e articolate del mercato,<br />

tra strumenti Vintage, Custom Shop e Limited<br />

Edition) è un ulteriore motivo di richiamo,<br />

perché consente agli appassionati<br />

di ritrovare il sound reale degli strumenti<br />

di riferimento, e di effettuare confronti<br />

importanti all’interno di una kermesse (come <strong>SHG</strong>) che si è da<br />

tempo affermata come il punto di riferimento più importante<br />

per gli appassionati.<br />

Come di consueto, lo stand Prina consente anche quest’anno<br />

di passare in rassegna e di toccare con mano il meglio della<br />

attuale disponibilità in fatto di strumenti (vintage, custom<br />

shop e limited edition) anche di difficile reperibilità. “Sono<br />

tutti strumenti in perfette condizioni”, sottolinea però Ivano,<br />

“che abbiamo selezionato per <strong>SHG</strong> con grande attenzione. È<br />

peraltro noto che noi di Prina siamo in condizioni di reperire<br />

sul mercato anche strumenti vintage su ordinazione: ci siamo<br />

specializzati in queste ricerche che, di solito, danno frutti al di<br />

là delle aspettative”.<br />

Presso Prina prosegue anche<br />

il successo della liuteria<br />

USA, arricchita da una<br />

gamma più ampia (oltre a<br />

Don Grosh e Gerard Melancon<br />

sono ora anche disponibili<br />

Tone Smith e Michael<br />

Spalt), una “scuola” decisamente<br />

di altissimo livello<br />

che può contare sulla disponibilità<br />

di talenti artigianali<br />

di rango uniti alla<br />

straordinaria varietà di legni<br />

musicali che il continente<br />

americano riesce a<br />

produrre. Analogo successo<br />

lo si può accreditare agli amplificatori di<br />

produzione artigianale Carr, Speedster, Toni<br />

Bruno e Komet, già noti agli appassionati,<br />

ai quali si affiancano ora anche i due nuovi<br />

marchi Chicago Blues Box e Sligo.<br />

Ma non è tutto:<br />

in perfetta simbiosi<br />

con questi<br />

amplificatori<br />

Prina offre anche<br />

una raffinatissima gamma di<br />

effettistica professionale: e anche<br />

in questo caso accanto ai già noti Robert Keeley, Menatone,<br />

Rmc, Landgraff, Klon prendono ora posto anche Catalinbread,<br />

Xotic , T-Rex, Emma, Red Witch, Bmf e Option 5. Per i professionisti,<br />

rimanendo in questo ambito, va sottolineato poi che<br />

lo staff di Prina si è ulteriormente specializzato<br />

nel montaggio di pedaliere<br />

professionali con hardware specifico e<br />

prestazioni che definire... superbe sarebbe<br />

quasi riduttivo.<br />

<strong>SHG</strong> 85X275 29-05-2006 16:07 Pagina 2<br />

A SGH e oltr e<br />

Basato sui classici toni caldi “vintage”<br />

delle registrazioni degli anni ‘60, il Proto J ‘60<br />

è caratterizzato dal corpo in Ontano,<br />

manico in Acero con la tastiera in Palissandro,<br />

battipenna a 3 strati in tartaruga<br />

e hardware cromato.<br />

Questo basso performa un vasta gamma<br />

di suoni ma è perfetto per rock, r&b e jazz.<br />

KSD v60j-5 versione 5 corde<br />

Ispirato ai leggendari suoni<br />

degli anni ‘70, il Proto J ‘70<br />

è caratterizzato dal<br />

corpo in Frassino, manico in Acero<br />

con la tastiera in Acero laccato<br />

con inserti segnatasti e binding ,<br />

battipenna nero a 3 strati<br />

e hardware cromato.<br />

Questo basso performa<br />

una vasta gamma di suoni<br />

ma è perfetto per funk, r&b e soul.<br />

KSD v70j-4 versione 4 corde<br />

Se il “sound” del<br />

basso “fretless”<br />

vi ha sempre attratto,<br />

il Proto J LFj<br />

potrebbe essere<br />

perfetto per voi.<br />

Questo strumento è caratterizzato<br />

dal corpo in Ontano,<br />

dal manico in Acero con<br />

tastiera in Ebanite e tasti disegnati.<br />

La versione 5 corde viene<br />

prodotta in finitura nera<br />

con il battipenna nero a tre strati<br />

e l’hardware nero.<br />

KSD vLFj4<br />

La versione 4 corde viene<br />

prodotta in finitura<br />

Tobacco Sunburst con il<br />

battipenna tartarugato<br />

a tre strati e<br />

“hardware” cromato<br />

PRINA<br />

Milano<br />

www.prina.it 02 89.42.90.80<br />

Second Hand Guitars <strong>28</strong><br />

29


A <strong>SHG</strong> e oltre<br />

Chitarristi (e altri) alla sbarra<br />

Lo scorso <strong>28</strong> maggio,<br />

a Meda, si è svolto<br />

il saggio finale degli<br />

oltre 100 allievi<br />

della scuola di musica<br />

gestita da MU-<br />

SIC CENTER, un punto<br />

vendita di riferimento<br />

per l’area nord-Milano,<br />

che sa anche proporsi<br />

come tutor di un<br />

crescente numero di musicisti e come attento<br />

organizzatore di eventi.<br />

Donato Pradolini, che vediamo nella foto<br />

impegnato al mixer, ha costruito tutto questo<br />

attorno alla propria realtà di rivenditore,<br />

intesa però soprattutto come punto di<br />

servizio a chi organizza e di servizio a chi<br />

suona. “Abbiamo una struttura di service<br />

piuttosto efficiente, ed abbiamo potuto costruire<br />

da soli sia la struttura, sia il sistema<br />

di amplificazione e di luci. Questo poi ha<br />

consentito di offrire ai nostri allievi la possibilità<br />

di agire all’interno di un palco professionale,<br />

coadiuvati da tecnici efficienti e<br />

preparati e con dotazioni di palco di sicura<br />

eccellenza”.<br />

Gli allievi hanno peraltro risposto con<br />

grande disponibilità, con grande entusiasmo<br />

e con grinta, a partire dai giovanissimi<br />

(che al primo anno<br />

di chitarra hanno<br />

eseguito pezzi come<br />

Fratello Sole e Sorella<br />

Luna) per arrivare<br />

agli allievi già<br />

più preparati che<br />

hanno sfidato i ritmi,<br />

le sonorità e gli<br />

effetti più complessi,<br />

con repertorio di<br />

Pink Floyd, Gun’s and Roses, Sting e molti<br />

altri ancora.<br />

Encomiabili<br />

i dodici<br />

insegnanti<br />

della scuola<br />

di Meda,<br />

che hanno<br />

saputo<br />

condurre i<br />

rispettivi allievi a comporre gruppi convincenti,<br />

a partire da chitarre, bassi, tastiere<br />

e percussioni, per arrivare ai fiati (che si<br />

sono esibiti ad esempio in una struggente<br />

versione di Garota de Ipanema al sax) e<br />

alla voce, con cantanti altrettanto interessanti<br />

e coraggiosi, capaci anche di cimentarsi<br />

con il repertorio vocale, ad esempio,<br />

di Mia Martini. •<br />

Intel-Fender<br />

Web Guitar<br />

Dalla collaborazione tra Intel<br />

e Fender è nata la prima<br />

“chitarra-web” del mondo:<br />

uno strumento che incorpora<br />

la tecnologia per la connessione<br />

a Internet, dotato di un<br />

grande display computerizzato<br />

posto sul retro del body. Il<br />

sistema non solo permette al<br />

musicista di suonare, ma gli<br />

dà anche la possibilità di inviare<br />

e-mail o navigare su internet<br />

senza filo, via Wi-Fi. Per<br />

non parlare del sistema per la<br />

registrazione e la riproduzione<br />

dei pezzi... Per ora è solo un<br />

prototipo: funziona, ma costa<br />

tantissimo! •<br />

30 Second Hand Guitars <strong>28</strong>


Arrivederci<br />

al prossimo<br />

Second<br />

Hand<br />

Guitars<br />

www.secondhandguitars.com

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