IL CINEMA GIAPPONESE OGGI Un gruppo di persone si imbarca su un autobus, partendo per un viaggio con l’intenzione di salvare i familiari dai debiti o altri problemi irresolvibili. Quando una ragazza si unisce a loro usando il biglietto <strong>del</strong>o zio, il viaggio prende una svolta inaspettata. Il titolo Ikinai (letteralmente, “Non vivere”), il lungometraggio con cui debutta Shimizu Hiroshi, può essere un gioco sul titolo <strong>del</strong> capolavoro di Kurosawa Akira Ikuru (Vivere), ma Ikinai è un film di Kitano Takeshi per procura. Non sorprende: Shimizu ha lavorato come aiuto regista di Kitano nei suoi ultimi tre film, e Ikinai è il primo film non di Kitano a essere realizzato dalla casa di produzione <strong>del</strong> regista. E non c’è nulla di cui vergognarsi. Se nell’umorismo maligno da faccia di bronzo, nella scarna struttura narrativa e nell’economia insensata evoca lo stile di Kitano, Ikinai non è sfacciatamente imitativo. Mi ha ricordato Suo Masayuki, un altro regista che ha imparato il mestiere ai piedi di un maestro – nel suo caso Itami Yuzo – ma i cui film addolcivano gli aspetti più aspri <strong>del</strong>lo stile <strong>del</strong> sensei, compreso il suo stridente senso <strong>del</strong> grottesco. Ikinai somiglia a Kitano senza bordi scabrosi, tra cui la violenza sadica e le battute da ragazzaccio sul sesso e le funzioni corporali. A Shimizu manca anche il talento che ha Kitano nel mostrarci attraverso uno shock nuovi modi di guardare e di provare emozioni, ma ha un’abilità tutta sua nel sostenere la narrazione con il minimo di smancerie, come l’uso <strong>del</strong>la semplice ma evocativa musica per flauto peruviano, <strong>del</strong> compositore Maya, che è la colonna sonora di Ikinai. Il suo è un minimalismo che, in assenza di un ego direttoriale, risulta in un certo qual modo più piacevole di quello <strong>del</strong> suo mae- SHIMIZU HIROSHI IKINAI sceneggiatura/screenplay: Dankan fotografia/photography (35mm, col.): Yanagishima Katsumi montaggio/editing: Ota Yoshinori musica/music: Maya suono/sound: Take Susumu scenografia/art direction: Isoda Norihiro interpreti/cast: Dankan, Okouchi Nanano, Omi Toshinori, Soda Ippei, Nukumizu Youichi, Gidayu Great, Kishi Hiroyuki, Mitsuhashi Takashi, Togioka Mitsuo, Haruki Misayo, Ogura Ichiro, Ishida Taro, Murano Takenori produzione/production: Mori Masauyki per Office Kitano, Bandai Visual, TBS, Tokyo FM, Nippon Herald distribuzione/distributed by: Celluloid Dreams durata/running time: 101’ origine/country: Giappone 1998 A busload of people embark on a trip to end their lives with the intention of saving their families from their debts or other unresolvable problems. When a young girl joins them using her uncle’s ticket, their journey takes an unexpected twist. The title of Ikinai (literally, “Not to Live”) the debut feature by Shimizu Hiroshi, may be a play on the title of the Kurosawa Akira masterpiece Ikuru (To Live), but Ikinai is a Kitano Takeshi film by proxy. This is not surprising: Shimizu worked as Kitano’s first assistant director on his last three films and Ikinai is the first non-Kitano film to be made by the director’s Office Kitano production company. This is also nothing to be ashamed of. While recalling the Kitano style in its puckish deadpan humor, spare narrative structure, and shotmaking economy, Ikinai is not baldly imitative. I was reminded of Suo Masayuki, another director who learned his trade at the feet of a master – in his case Itami Yuzo – but whose own films softened the harsher aspects of his sensei’s style, including his strident grotesquerie. Ikinai is likewise Kitano without the rough edges, including the sadistic violence and bad-boy jokes about sex and bodily functions. Shimizu also lacks Kitano’s talent for shocking us into new ways of seeing and feeling, but has his own knack for making his narrative points with the least possible fuss, much like the simple but evocative Peruvian flute music of Ikinai soundtrack composer Maya. His is a minimalism that, with its absence of directorial ego, is in some ways more palatable than his master’s. (Mark Schilling, Contemporary Japanese Film, Weatherhill, Trumbull 1999, p. 211) BIOGRAPHY After graduating from the Yokohama Film School, Shimizu 100
stro. (Mark Schilling, Contemporary Japanese Film, Weatherhill, Trumbull 1999, p. 211) BIOGRAFIA Dopo essersi diplomato alla Yokohama Film School, Shimizu Hiroshi iniziò la sua carriera come aiuto regista. Nel 1993, con Sonatine, Shimizu diventa membro fisso <strong>del</strong>la troupe di Kitano Takeshi, con cui lavora anche per Getting Any?, Kids Return e Hana-bi. Hiroshi launched his career as a free-assistant director. With Sonatine in 1993, Shimizu became an established member of Kitano Takeshi’s crew. From 1995 on, he worked as chief assistant director on Getting Any?, Kids Return and Hana-bi. IL CINEMA GIAPPONESE OGGI FILMOGRAFIA/FILMOGRAPHY Ikinai (1998) 101
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