25.11.2014 Views

Capitolo III Un nuovo approccio alla relazione d'aiuto: la ...

Capitolo III Un nuovo approccio alla relazione d'aiuto: la ...

Capitolo III Un nuovo approccio alla relazione d'aiuto: la ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

CAPITOLO TRATTO DA: Caffo E., (2003) Consulenza telefonica e<br />

<strong>re<strong>la</strong>zione</strong> d’aiuto. La qualità dell’ascolto e dell’intervento con i bambini e<br />

gli adolescenti. Mi<strong>la</strong>no: McGraw-Hill, pp.53-70<br />

Werner (1984), l’individuo si sviluppa da uno stato semplice, diffuso,<br />

indifferenziato attraverso <strong>la</strong> differenziazione, l’integrazione gerarchica e<br />

l’organizzazione. Lo sviluppo segue, dunque, ad una maggiore<br />

differenziazione dei sistemi biologico, sociale, emozionale, cognitivo,<br />

rappresentazionale e linguistico e contemporaneamente ad un aumento<br />

nell’organizzazione delle parti stesse. È concepito come un processo<br />

discontinuo, che conduce a livelli di funzionamento superiori caratterizzati<br />

da maggiore complessità ed artico<strong>la</strong>zione, esito dell’interazione tra corredo<br />

genetico ed esperienza. Se ne evince che nel corso dello sviluppo le nuove<br />

strutture emergenti non sostituiscono le precedenti, piuttosto le incorporano:<br />

esperienze precoci - positive o negative - che hanno contribuito ad<br />

influenzare le strutture individuali permangono così nelle successive<br />

riorganizzazioni, traducendosi in fattori di vulnerabilità o punti di forza e<br />

contribuendo a rendere più o meno probabili percorsi disadattivi (Cicchetti,<br />

Cohen, 1995).<br />

All’interno del modello del<strong>la</strong> psicopatologia dello sviluppo il processo<br />

ontogenetico viene concepito come costituito da una serie di compiti, che si<br />

presentano in diversi momenti dello sviluppo e che, anche quando siano<br />

stati superati, restano critici per l’adattamento del bambino pur passando in<br />

secondo piano rispetto a quelli emergenti (vedi tav.1) (Cicchetti, Shneider-<br />

Rosen, 1986).<br />

COMPITI EVOLUTIVI<br />

Rego<strong>la</strong>zione degli affetti<br />

Sviluppo dell’attaccamento<br />

Il funzionamento adattivo implica da parte<br />

dell’individuo <strong>la</strong> capacità di dirigere,<br />

control<strong>la</strong>re, modificare i propri affetti. Questa<br />

competenza emerge nel contesto del<strong>la</strong><br />

<strong>re<strong>la</strong>zione</strong> madre-bambino ed influisce sia<br />

sul<strong>la</strong> capacità di intrecciare re<strong>la</strong>zioni positive<br />

nel corso del<strong>la</strong> vita che, più in generale,<br />

sull’adattamento in diverse circostanze e<br />

situazioni.<br />

I bambini e<strong>la</strong>borano nel corso dello sviluppo<br />

rappresentazioni mentali delle figure<br />

d’attaccamento, di se stessi e dell’interazione<br />

con gli altri, sul<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> storia re<strong>la</strong>zionale<br />

con i propri caregivers primari. Tali modelli<br />

influenzano le aspettative circa le re<strong>la</strong>zioni<br />

future e <strong>la</strong> strutturazione di queste.<br />

4

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!