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PALAZZI CON UN POSTO NELLA STORIA Hotel de Crillon ...

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vista dal giardino sul versante che dà sul mare. Nel 1903 un giornalista <strong>de</strong>l New York Times visitò il<br />

palazzo e il suo articolo convinse molti ricchi americani a visitare in inverno la riviera. L’hotel cominciò<br />

ad occupare l’intero palazzo e venne rinominato <strong>Hotel</strong> Caruso Belve<strong>de</strong>re. Durante la ristrutturazione,<br />

sono stati rinvenuti e restaurati alcuni affreschi e dipinti <strong>de</strong>l XVIII° secolo. Di particolare interesse è il<br />

soffitto <strong>de</strong>lla hall, che ha un paio di grifoni l’uno di fronte all’altro, quasi come se facessero la guardia ai<br />

quattro affreschi che riproducono Ravello. C’è anche una cappella che ha un altare di pietra in stile<br />

barocco, dipinto con tempera di marmo e <strong>de</strong>corato con rilievi di stucco. Entrambi i lati <strong>de</strong>lla cappella<br />

sopra l’altare hanno sculture di stucco con l’immagine di santi in preghiera.<br />

Grand <strong>Hotel</strong> Continental<br />

Costruito su ordine di Papa Alessandro 7° nel XVII° secolo per il matrimonio di sua nipote, il Palazzo<br />

Gori Pannilini di Siena si sviluppò nei primi anni <strong>de</strong>l 20° secolo per diventare un hotel chiamato The<br />

Continental e oggi Grand <strong>Hotel</strong> Continental. La facciata maestosa ha un gran<strong>de</strong> portale incoronato con<br />

lo stemma <strong>de</strong>lla famiglia Gori. Nella hall gli ospiti possono ammirare gli alti soffitti affrescati, oggi<br />

illuminati con lampa<strong>de</strong> <strong>de</strong>l XVIII° secolo. Il maestoso salone <strong>de</strong>lle feste è completamente affrescato con<br />

<strong>de</strong>corazioni <strong>de</strong>l XVIII° secolo a tromp l’oeil monocromatiche raffiguranti paesaggi rurali e vedute<br />

architettoniche immaginarie, che culminano sul cimiero <strong>de</strong>lla famiglia Gori Pannilini. Un altro punto di<br />

interesse inclu<strong>de</strong> le due suite San Cristoforo caratterizzate da un dipinto a muro <strong>de</strong>l XV° secolo di<br />

Scuola Senese, che riproduce San Cristoforo e che è stato scoperto e restaurato durante i lavori di<br />

rinnovo. Le cinque camere che si affacciano su Via <strong>de</strong>i Termini hanno soffitti <strong>de</strong>corati dal pittore senese<br />

<strong>de</strong>l XVIII° secolo Giovanni Battista Marchetti.<br />

SULLE COSTE DEL BOSFORO<br />

Ciragan Palace<br />

Il passato vivace <strong>de</strong>l Ciragan Palace ci riporta nel XVII° secolo ai Kazancioglu Gar<strong>de</strong>ns che si<br />

esten<strong>de</strong>vano da Besiktas a Ortakoy. La prima villa sul litorale fu costruita in questi giardini nel 1719 dal<br />

Gran Visir di Nevsehir Ibrahim Pasha per sua moglie Fatma Sultan. Nel 1834 il Sultano Mahmut II<br />

<strong>de</strong>cise di abbattere la villa e sostituirla interamente con un nuovo palazzo. Questa struttura venne<br />

distrutta nel 1857 dal Sultano Abdülmecid in preparazione di un altro nuovo palazzo, ma morì nel 1861<br />

senza aver completato il progetto. Suo fratello, il Sultano Abdülaziz, continuò il sogno di espansione <strong>de</strong>l<br />

fratello e la costruzione <strong>de</strong>l Ciragan Palace che iniziò nel 1863, fu completata nel 1871. Il palazzo<br />

rimase resi<strong>de</strong>nza reale fino ai primi <strong>de</strong>l 1900. Nel 1909 venne selezionato come luogo per un meeting<br />

<strong>de</strong>l Parlamento Turco. Poco tempo dopo la conclusione <strong>de</strong>l meeting nel gennaio 1910, un incendio si<br />

propagò dall’attico e distrusse l’interno <strong>de</strong>l palazzo, incluse anche antiche opere d’arte e libri. Alla fine<br />

<strong>de</strong>lla Prima Guerra Mondiale, durante l’occupazione di Istanbul, le rovine <strong>de</strong>l palazzo furono usate come<br />

quartier generale dai militari francesi. Nel 1987 è iniziato il restauro, così come la costruzione di un hotel<br />

adiacente che aprì nel 1990.<br />

I GIOIELLI DELLA CORONA<br />

Rambagh Palace<br />

Una volta resi<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>l Maharaja Sawai Man Singh II e <strong>de</strong>lla sua bellissima regina, Rajmata Gayatri<br />

Devi, il Rambagh Palace è una vera leggenda sulla storia Rajputana. Costruito nel 1835 in mo<strong>de</strong>sta<br />

scala come da preferenza <strong>de</strong>lla regina e successivamente rimesso a nuovo come albergo reale, il<br />

palazzo venne rinominato Rambagh dopo il regno <strong>de</strong>l Maharaja Sawai Ram Singh II. Suo nipote, il<br />

Principe Sawai Man Singh II, venne allevato qui fino alla sua ascesa al trono nel 1910.<br />

Successivamente si recò in Inghilterra per finire gli studi. Durante il periodo trascorso all’estero ilo<br />

Principe <strong>de</strong>cise di fare <strong>de</strong>l Rambagh la sua resi<strong>de</strong>nza ufficiale. Con il suo ritorno in India iniziò a mettere<br />

in atto il suo sogno e il Rambagh Palace divenne la resi<strong>de</strong>nza ufficiale <strong>de</strong>l Maharaja di Jaipur. Rimase la<br />

resi<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>i Signori <strong>de</strong>l Rajasthan fino al 1957 quando per la prima volta fu convertito in un hotel di<br />

lusso, diretto dalla famiglia reale. Nel 1972 la gestione <strong>de</strong>l palazzo fu presa in mano da Taj <strong>Hotel</strong>s<br />

Resort and Palaces. La Suite Suryavanshi faceva parte <strong>de</strong>lle camere personali <strong>de</strong>lla famiglia reale, e la<br />

Suvarna Mahal, l’originale sala banchetti in stile Rinascimento, ora è la bella sala da pranzo <strong>de</strong>ll’hotel.

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