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PALAZZI CON UN POSTO NELLA STORIA Hotel de Crillon ...

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<strong>PALAZZI</strong> <strong>CON</strong> <strong>UN</strong> <strong>POSTO</strong> <strong>NELLA</strong> <strong>STORIA</strong><br />

Alcuni palazzi o castelli, che sono stati riconvertiti in alberghi e che fanno parte di The Leading <strong>Hotel</strong>s of<br />

the World, sono stati location di eventi e avvenimenti <strong>de</strong>l passato ... E possono quindi raccontare una<br />

storia! Ecco a seguire alcuni esempi…<br />

C’ERA <strong>UN</strong>A VOLTA A PARIGI…<br />

<strong>Hotel</strong> <strong>de</strong> <strong>Crillon</strong><br />

Commissionato da Luigi XV, l’<strong>Hotel</strong> <strong>de</strong> <strong>Crillon</strong> è stato costruito nel 1758 dal noto architetto<br />

Jacques-Ange Gabriel per Louis Fracois Trouard. Per un periodo l’affittò al Duca D’Aumont,<br />

prima che passasse alla famiglia <strong>Crillon</strong> che mantenne la proprietà fino al 1907. Dal 1909 è<br />

diventato hotel. Fin dall’inizio il <strong>Crillon</strong> ha giocato parti fondamentali nella storia francese: Maria<br />

Antonietta prese lezioni di piano in una <strong>de</strong>lle maestose suite al primo piano che ora, infatti, è<br />

<strong>de</strong>nominata Suite Maria Antonietta. Tutti gli incontri che portarono alla formazione <strong>de</strong>lla Lega<br />

<strong>de</strong>lle Nazioni, nel 1919, si tennero nell’hotel; inoltre è stato quartier generale <strong>de</strong>gli Alleati<br />

durante la Prima Guerra Mondiale e fu resi<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>i comandanti <strong>de</strong>lle forze britanniche e<br />

francesi durante la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la liberazione nel 1944, divenne base per<br />

i comandanti militari e i diplomatici in missione a Parigi. Tracce <strong>de</strong>l suo passato aristocratico<br />

sono ancora visibili nei medaglioni di porcellana Wedgewood sul soffitto <strong>de</strong>l Salon <strong>de</strong>s Aigles e<br />

nel ristorante Ambassa<strong>de</strong>ur, ex sala da ballo <strong>de</strong>lla casa, con i lampadari di cristallo e i<br />

pavimenti in marmo.<br />

SUI PENDII DEL SUD DELLA FRANCIA<br />

Château <strong>Hotel</strong> <strong>de</strong> la Messardière<br />

Costruito nel IXX° secolo, il castello fu donato a Henri Brisson <strong>de</strong> la Messardière, un brillante<br />

ufficiale <strong>de</strong>lla cavalleria, e a Louise Dupuy d’Anjac, giovane artista e musicista, per il loro<br />

matrimonio. A seguito <strong>de</strong>lla prematura morte di Henri, Louise affrontò un periodo di povertà,<br />

ma la giovane e <strong>de</strong>terminata vedova <strong>de</strong>cise di pren<strong>de</strong>rsi cura <strong>de</strong>l castello e di adibirlo ad<br />

alloggio per ospiti prestigiosi.<br />

Più tardi, durante i ruggenti anni venti, le sale <strong>de</strong> la Messardière divennero palcoscenico per<br />

feste e ricevimenti stravaganti. Purtroppo la sca<strong>de</strong>nte direzione di Louise portò lentamente lo<br />

Château al <strong>de</strong>clino. Dopo il passaggio a diversi proprietari, il castello affrontò un altro periodo<br />

rovinoso. Per la sua posizione sulla collina, esposto alla furia <strong>de</strong>gli elementi e alla<br />

<strong>de</strong>vastazione, si guadagnò la reputazione di essere infestato dai fantasmi. Finalmente, nel<br />

1989, la Château fu ristrutturato e ingrandito sotto la supervisione <strong>de</strong>l sovrinten<strong>de</strong>nte ai<br />

monumenti storici, JC Rochette e fu aperto come hotel nel 1990. La memoria <strong>de</strong>lla famiglia<br />

Messardière è onorata dai lavori artistici <strong>de</strong>ll’ultima discen<strong>de</strong>nte, Victoire <strong>de</strong> la Messardière,<br />

che adornano i muri <strong>de</strong>llo Château.<br />

NATO DALLE CENERI<br />

<strong>Hotel</strong> Taschenbergpalais Kempinski Dres<strong>de</strong>n<br />

Nel 1705 il Taschenbergpalais fu costruito dall’Elettore di Sassonia e dal re di Polonia August the


Strong, per la sua amante preferita Anna Constantia, contessa di Cosel. Dopo la separazione <strong>de</strong>i due,<br />

nel 1713, il palazzo venne utilizzato come resi<strong>de</strong>nza per i loro eredi legittimi, Saxon Electors e la<br />

principessa Wettin Crown. Sempre consi<strong>de</strong>rato uno <strong>de</strong>i più significativi edifici barocchi <strong>de</strong>lla capitale<br />

<strong>de</strong>lla Sassonia, il palazzo giocò un ruolo nella vita e nella cultura di Dresda e molti <strong>de</strong>i suoi inquilini<br />

contribuirono a creare la storia <strong>de</strong>lla regione. Il palazzo originale sopravvisse fino a febbraio 1945,<br />

quando fu distrutto durante il bombardamento di Dresda. Mezzo secolo dopo venne ricostruito con un<br />

investimento di 130 milioni di Euro. Le parti storiche <strong>de</strong>l palazzo vennero abilmente collegate con<br />

strutture mo<strong>de</strong>rne e diverse sculture in arenaria, che furono recuperate dalle rovine <strong>de</strong>l palazzo originale<br />

per essere ristrutturate, <strong>de</strong>corano ora l’entrata principale <strong>de</strong>ll’<strong>Hotel</strong>.<br />

ANNIDATO IN <strong>UN</strong>A VALLE<br />

Schlosshotel Hugenpoet<br />

Schlosshotel Hugenpoet è un castello con fossato situato nella valle <strong>de</strong>lla Ruhr in Germania. I primi<br />

proprietari furono i baroni di Nesselro<strong>de</strong>, chiamati Hugenpoet. Come molti altri cavalieri <strong>de</strong>i loro tempi<br />

rimasero frequentemente immischiati in fai<strong>de</strong> e imboscate tese ai loro carri merce. Anche gli Hugenpoet<br />

non vennero risparmiati durante i tumultuosi anni <strong>de</strong>l Medioevo. Nel 1478 il castello fu preso d’assalto e<br />

bruciato e solo alcune parti rimasero in piedi fino al 1756. Gli interni includono la magnifica scalinata,<br />

scolpita in marmo nero e i tre camini, creati fra il 1577 e il 1578, e si ritiene siano fra i più bei lavori <strong>de</strong>l<br />

tardo rinascimento, tratti da dipinti di Raffaello.<br />

Dopo la Seconda Guerra Mondiale il pianterreno <strong>de</strong>l castello fu affittato al Museo Folkwang, il cui<br />

edificio era stato distrutto dalle bombe. Parte <strong>de</strong>lla famosa collezione rimase esposta al castello fino a<br />

quando il museo fu riportato a Essen nel 1954.<br />

Quello stesso anno un albergatore di Düsseldorf, Kurt Neumann, <strong>de</strong>cise di partecipare al progetto per<br />

trasformare il castello in hotel, che aprì poi nella Pasqua <strong>de</strong>l 1955. Negli ultimi anni, diversi meeting e<br />

conferenze di gran<strong>de</strong> importanza politica si sono tenuti a Hugenpoet; il più importante è stato il G7 <strong>de</strong>l<br />

1994.<br />

<strong>UN</strong>’ISOLA DI SMERALDO<br />

Ashford Castle<br />

Datato intorno al XIII° secolo, Ashford Castel fu costruito originariamente come monastero dalla famiglia<br />

anglo- normanna De Burgos. Più tardi divenne la resi<strong>de</strong>nza di Lord e Lady Ardilaun e, nel 1855, di Sir<br />

Benjamin Lee Guinness, <strong>de</strong>lla dinastia <strong>de</strong>i birrai, che comprò la proprietà e la trasformò in resi<strong>de</strong>nza di<br />

campagna <strong>de</strong>lla famiglia. La sua struttura sconnessa spiega l’espansione negli anni, e gli ospiti di oggi<br />

possono ammirare torrette, grandi camini, passaggi e cantine. Ovviamente nessuna stanza è uguale<br />

all’altra. Il castello è ricco di pezzi d’antiquariato e la maggior parte <strong>de</strong>ll’architettura originale è rimasta<br />

intatta. Nel 1939, l’albergatore Noel Huggard comprò Ashford Castle e lo trasformò in hotel, offrendo<br />

anche agli ospiti amanti <strong>de</strong>lla pesca la miglior pesca alla trota bruna sul lago Corrib. Durante la sua<br />

storia Ashford ha ospitato lea<strong>de</strong>r internazionali, figure politiche e celebrità come il Principe Edoardo,<br />

Giorgio V di Inghilterra, il presi<strong>de</strong>nte Ronald Reagan, il senatore Edward Kennedy, il primo ministro<br />

Tony Blair e John Major, gli U2, Rod Stewart, John Travolta, Omar Sharif, Bop Hope, Sharon Stone,<br />

Brad Pitt, Barbra Streisand, James Brolin e Pierce Brosnan che si sposò proprio ad Ashford nel 2001.<br />

Nel 2009 si festeggiano i 70 anni di attività alberghiera di Ashford: festeggiamenti ed eventi si<br />

susseguiranno per tutto l’anno.<br />

<strong>UN</strong>A LEGGENDA DI LISBONA<br />

Lapa Palace<br />

Costruito nel 1870 e meticolosamente restaurato successivamente, il Lapa Palace, con la sua vista sui<br />

pendii circostanti e sul fiume Tago, fu resi<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>l conte di Valenza. Fra i noti artisti che hanno<br />

partecipato alla <strong>de</strong>corazione <strong>de</strong>l palazzo, ci furono Rafael Bordalo Pinheiro, uno <strong>de</strong>i più grandi ceramisti<br />

portoghesi <strong>de</strong>l IXX° secolo che creò complementi d’arredo e piastrelle, e Columbano, un famoso<br />

ritrattista che dipinse i soffitti e le pareti <strong>de</strong>lla sala da ballo originale, ora chiamata Sala Columbano.<br />

L’attuale quinto piano <strong>de</strong>ll’hotel era il piano nobile <strong>de</strong>l palazzo, vi si trovavano la sala da pranzo, il<br />

salone e la sala da ballo. Ora ci sono la Suite Conte di Valenza e altre cinque stanze, ognuna <strong>de</strong>lle quali


è stata accuratamente <strong>de</strong>corata con lampa<strong>de</strong>, specchi e mobili ritrovati nel palazzo originale. La Torre,<br />

ora parte <strong>de</strong>lla Tower Room, era lo spogliatoio <strong>de</strong>l Conte che amava guardare il panorama mentre si<br />

preparava per la giornata. La stanza Luigi XV era il boudoir dove le signore potevano socializzare<br />

seguendo lo stile <strong>de</strong>lla corte francese. Il Palazzo rimase casa privata fino al 1992, quando fu venduto<br />

alla famiglia Simões <strong>de</strong> Almeida che lo trasformò in hotel.<br />

<strong>NELLA</strong> CITTÀ IMPERIALE DELLO ZAR PIETRO<br />

Taleon Imperial <strong>Hotel</strong><br />

Il Taleon Imperial <strong>Hotel</strong> a San Pietroburgo ha le sue radici nel tardo XVIII° secolo, quando fu costruito<br />

come resi<strong>de</strong>nza temporanea di Elisabetta, la figlia <strong>de</strong>llo Zar Pietro il Gran<strong>de</strong>. Più tardi fu il regalo di<br />

Caterina la Gran<strong>de</strong> a Nikolas Chicherin, Generale di Polizia. Dopo la sua morte, appartenne a numerosi<br />

personaggi significativi <strong>de</strong>lla società di San Pietroburgo: il duca Kurakin, i mercanti Perets e Kosikovsky,<br />

e il banchiere Stepan Eliseev. Passato a privati, è stato anche un istituto di coreografia, una se<strong>de</strong><br />

<strong>de</strong>ll’univerità Marxista-Leninista e un cinema, per poi finalmente riaprire come hotel nel 2003. Tracce <strong>de</strong>l<br />

suo illustre passato: la suite Eliseev, con quadri e mobili originali – fu la camera dal letto <strong>de</strong>gli Eliseevs;<br />

il ristorante Taleon – <strong>de</strong>corato in stile Impero e Luigi XVI- era la sala d’attesa e lo studio; il Casinò era la<br />

sala da ballo; la cigar room era usata come sala da pranzo, mentre la biblioteca di famiglia esiste<br />

ancora, malgrado i soffitti originali siano andati persi.<br />

ITALIA: LE RESIDENZE PRIVATE<br />

Villa d’Este<br />

La villa fu costruita nel 1568 come resi<strong>de</strong>nza estiva <strong>de</strong>l Cardinale Tolomeo Gallio. Dopo la sua morte la<br />

villa passò nelle mani <strong>de</strong>l nipote Tolomeo, Duca di Alvito. Nel 1784 divenne di proprietà <strong>de</strong>l marchese<br />

Bartolomeo Cal<strong>de</strong>rara e <strong>de</strong>lla moglie Vittoria. Dopo la morte <strong>de</strong>l marchese, Donna Vittoria si risposò con<br />

un generale <strong>de</strong>ll’esercito napoleonico. Per evitare che il generale sentisse nostalgia <strong>de</strong>lla battaglia,<br />

Vittoria fece costruire una serie di fortezze e torrette sui <strong>de</strong>clivi che <strong>de</strong>gradano al giardino e che si<br />

possono ammirare anche oggi. Il generale, estasiato dal risultato, reclutò un gruppo di ca<strong>de</strong>tti per<br />

simulare battaglie. Tra il 1815 e il 1820 Carolina Brunswick, principessa <strong>de</strong>l Galles e moglie separata di<br />

Re Giorgio IV d’Inghilterra, visse in questa dimora. Trent’anni dopo venne eretto dal proprietario, il<br />

barone Ippolito Ciani, un padiglione in suo onore, il Queen’s pavilion. Nel 1868 l’imperatrice Maria<br />

Feodorovna di Russia affittò la villa per due mesi… e ci restò due anni. Uomini d’affari milanesi<br />

trasformarono poi la villa in hotel di lusso nel 1873. Con la sua posizione meravigliosa sul lago di Como,<br />

Villa D’Este è circondata da un bellissimo parco al centro <strong>de</strong>l quale si trova il famoso muro a mosaico<br />

eretto da Pellegrino Pellegrini, che fu anche l’architetto <strong>de</strong>lla villa principale.<br />

Castello <strong>de</strong>l Nero<br />

Le origini <strong>de</strong>l Castello <strong>de</strong>l Nero risalgono al 12° secolo quando divenne la resi<strong>de</strong>nza di campagna di una<br />

nobile famiglia fiorentina il cui stemma si può ancora ve<strong>de</strong>re sugli affreschi che furono realizzati durante<br />

i vari periodi storici.<br />

Fra le varie peculiarità <strong>de</strong>l castello ci sono la torre <strong>de</strong>ll’orologio, tre enormi camini, porte segrete,<br />

passaggi e due differenti cimieri di famiglia. La cappella privata, <strong>de</strong>dicata a San Michele e San Filippo<br />

Neri, fu costruita nel tardo 1700, periodo in cui furono installati anche i meccanismi <strong>de</strong>ll’orologio nella<br />

torre. Dopo l’estinzione <strong>de</strong>lla famiglia Del Nero la proprietà passò alla famiglia Torrigiani. Carlo Torrigiani<br />

fece grandi sforzi per aumentare le attività <strong>de</strong>ll’azienda, e anche sua moglie, Anna Frey, era così <strong>de</strong>dita<br />

al Castello che chiese di essere sepolta nella cappella dopo la sua morte avvenuta nel 1917. Nel 2006<br />

la proprietà riaprì come hotel che mostra ora con orgoglio un numero di manufatti storici: mobili,<br />

lampa<strong>de</strong>, dipinti e una libreria di registri di contabilità <strong>de</strong>l XVIII° secolo attinente al patrimonio<br />

<strong>de</strong>ll’azienda.<br />

<strong>Hotel</strong> Caruso<br />

L’<strong>Hotel</strong> Caruso di Ravello fu costruito nell’XI° secolo da una famiglia aristocratica di Roma. Gran parte<br />

<strong>de</strong>l palazzo originale fu distrutto dalla Repubblica di Pisa e lasciato abbandonato fino alla metà <strong>de</strong>l 1500<br />

quando iniziò il periodo <strong>de</strong>lla ricostruzione. L’attuale palazzo fu completato nel 1600. Seguì un ulteriore<br />

periodo di abbandono fino al 1893 quando Pantaleone Caruso e sua moglie Emilia Cicalese affittarono<br />

cinque camere di un’ala <strong>de</strong>l palazzo. Aprirono la Pensione Belve<strong>de</strong>re, facendo riferimento alla splendida


vista dal giardino sul versante che dà sul mare. Nel 1903 un giornalista <strong>de</strong>l New York Times visitò il<br />

palazzo e il suo articolo convinse molti ricchi americani a visitare in inverno la riviera. L’hotel cominciò<br />

ad occupare l’intero palazzo e venne rinominato <strong>Hotel</strong> Caruso Belve<strong>de</strong>re. Durante la ristrutturazione,<br />

sono stati rinvenuti e restaurati alcuni affreschi e dipinti <strong>de</strong>l XVIII° secolo. Di particolare interesse è il<br />

soffitto <strong>de</strong>lla hall, che ha un paio di grifoni l’uno di fronte all’altro, quasi come se facessero la guardia ai<br />

quattro affreschi che riproducono Ravello. C’è anche una cappella che ha un altare di pietra in stile<br />

barocco, dipinto con tempera di marmo e <strong>de</strong>corato con rilievi di stucco. Entrambi i lati <strong>de</strong>lla cappella<br />

sopra l’altare hanno sculture di stucco con l’immagine di santi in preghiera.<br />

Grand <strong>Hotel</strong> Continental<br />

Costruito su ordine di Papa Alessandro 7° nel XVII° secolo per il matrimonio di sua nipote, il Palazzo<br />

Gori Pannilini di Siena si sviluppò nei primi anni <strong>de</strong>l 20° secolo per diventare un hotel chiamato The<br />

Continental e oggi Grand <strong>Hotel</strong> Continental. La facciata maestosa ha un gran<strong>de</strong> portale incoronato con<br />

lo stemma <strong>de</strong>lla famiglia Gori. Nella hall gli ospiti possono ammirare gli alti soffitti affrescati, oggi<br />

illuminati con lampa<strong>de</strong> <strong>de</strong>l XVIII° secolo. Il maestoso salone <strong>de</strong>lle feste è completamente affrescato con<br />

<strong>de</strong>corazioni <strong>de</strong>l XVIII° secolo a tromp l’oeil monocromatiche raffiguranti paesaggi rurali e vedute<br />

architettoniche immaginarie, che culminano sul cimiero <strong>de</strong>lla famiglia Gori Pannilini. Un altro punto di<br />

interesse inclu<strong>de</strong> le due suite San Cristoforo caratterizzate da un dipinto a muro <strong>de</strong>l XV° secolo di<br />

Scuola Senese, che riproduce San Cristoforo e che è stato scoperto e restaurato durante i lavori di<br />

rinnovo. Le cinque camere che si affacciano su Via <strong>de</strong>i Termini hanno soffitti <strong>de</strong>corati dal pittore senese<br />

<strong>de</strong>l XVIII° secolo Giovanni Battista Marchetti.<br />

SULLE COSTE DEL BOSFORO<br />

Ciragan Palace<br />

Il passato vivace <strong>de</strong>l Ciragan Palace ci riporta nel XVII° secolo ai Kazancioglu Gar<strong>de</strong>ns che si<br />

esten<strong>de</strong>vano da Besiktas a Ortakoy. La prima villa sul litorale fu costruita in questi giardini nel 1719 dal<br />

Gran Visir di Nevsehir Ibrahim Pasha per sua moglie Fatma Sultan. Nel 1834 il Sultano Mahmut II<br />

<strong>de</strong>cise di abbattere la villa e sostituirla interamente con un nuovo palazzo. Questa struttura venne<br />

distrutta nel 1857 dal Sultano Abdülmecid in preparazione di un altro nuovo palazzo, ma morì nel 1861<br />

senza aver completato il progetto. Suo fratello, il Sultano Abdülaziz, continuò il sogno di espansione <strong>de</strong>l<br />

fratello e la costruzione <strong>de</strong>l Ciragan Palace che iniziò nel 1863, fu completata nel 1871. Il palazzo<br />

rimase resi<strong>de</strong>nza reale fino ai primi <strong>de</strong>l 1900. Nel 1909 venne selezionato come luogo per un meeting<br />

<strong>de</strong>l Parlamento Turco. Poco tempo dopo la conclusione <strong>de</strong>l meeting nel gennaio 1910, un incendio si<br />

propagò dall’attico e distrusse l’interno <strong>de</strong>l palazzo, incluse anche antiche opere d’arte e libri. Alla fine<br />

<strong>de</strong>lla Prima Guerra Mondiale, durante l’occupazione di Istanbul, le rovine <strong>de</strong>l palazzo furono usate come<br />

quartier generale dai militari francesi. Nel 1987 è iniziato il restauro, così come la costruzione di un hotel<br />

adiacente che aprì nel 1990.<br />

I GIOIELLI DELLA CORONA<br />

Rambagh Palace<br />

Una volta resi<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>l Maharaja Sawai Man Singh II e <strong>de</strong>lla sua bellissima regina, Rajmata Gayatri<br />

Devi, il Rambagh Palace è una vera leggenda sulla storia Rajputana. Costruito nel 1835 in mo<strong>de</strong>sta<br />

scala come da preferenza <strong>de</strong>lla regina e successivamente rimesso a nuovo come albergo reale, il<br />

palazzo venne rinominato Rambagh dopo il regno <strong>de</strong>l Maharaja Sawai Ram Singh II. Suo nipote, il<br />

Principe Sawai Man Singh II, venne allevato qui fino alla sua ascesa al trono nel 1910.<br />

Successivamente si recò in Inghilterra per finire gli studi. Durante il periodo trascorso all’estero ilo<br />

Principe <strong>de</strong>cise di fare <strong>de</strong>l Rambagh la sua resi<strong>de</strong>nza ufficiale. Con il suo ritorno in India iniziò a mettere<br />

in atto il suo sogno e il Rambagh Palace divenne la resi<strong>de</strong>nza ufficiale <strong>de</strong>l Maharaja di Jaipur. Rimase la<br />

resi<strong>de</strong>nza <strong>de</strong>i Signori <strong>de</strong>l Rajasthan fino al 1957 quando per la prima volta fu convertito in un hotel di<br />

lusso, diretto dalla famiglia reale. Nel 1972 la gestione <strong>de</strong>l palazzo fu presa in mano da Taj <strong>Hotel</strong>s<br />

Resort and Palaces. La Suite Suryavanshi faceva parte <strong>de</strong>lle camere personali <strong>de</strong>lla famiglia reale, e la<br />

Suvarna Mahal, l’originale sala banchetti in stile Rinascimento, ora è la bella sala da pranzo <strong>de</strong>ll’hotel.


Umaid Bhawan Palace<br />

Arroccato nella parte alta che domina la capitale di Jodhpur, l’Umaid Bhawan Palace, l’ultimo <strong>de</strong>i più bei<br />

palazzi <strong>de</strong>ll’India, è stato anche uno <strong>de</strong>lle più grandi resi<strong>de</strong>nze reali al mondo quando aprì le sue porte<br />

nel 1943. Costruito interamente in arenaria giallo oro, fu progettato dall’architetto edoardiano Hanry<br />

Vaughan Lanchester. Gli interni sontuosi erano Art Deco come di moda in Europa e America.<br />

Sessant’anni dopo, con le aree pubbliche e le suite reali essenzialmente intatte, il palazzo è consi<strong>de</strong>rato<br />

forse uno <strong>de</strong>i più grandi e meglio conservati esempi di stile Art Deco. Circondato da 26 acri di terreno,<br />

l’Umaid Bhawan Palace fu convertito a hotel nel 1977 e le sue suite conservano ancora gli interni<br />

originali Art Deco. La spettacolare rotonda centrale, la cui cupola arriva a 105 piedi di altezza, la<br />

scalinata <strong>de</strong>lla hall, affiancata dall’imponente sala da ballo e dalla sala banchetti; e la sala <strong>de</strong>l trono, con<br />

il suo squisito murale Ramayana affermano ancora oggi la grandiosità di questo maestoso palazzo.<br />

L’attuale Maharaja di Jodhpur, Maharaja Gaj Singh, e la famiglia reale continuano a risie<strong>de</strong>re all’interno<br />

<strong>de</strong>l palazzo, in quello che prece<strong>de</strong>ntemente era la Zenana, un’ala privata per le donne <strong>de</strong>lla famiglia<br />

reale.<br />

Taj Lake Palace<br />

Costruito nel 1754 dal Maharana Jagat Singh II, il Taj Lake Palace di Udaipur è il suo più notevole<br />

successo. Si racconta che il Maharana si offese al divieto di suo padre di permettergli di fare picnic al<br />

chiaro di luna con le ragazze <strong>de</strong>l suo Zenana (quartiere <strong>de</strong>lle donne) nel confinante palazzo <strong>de</strong>ll’isola,<br />

Jad Mandir. Appena assunse il trono, commissionò la costruzione <strong>de</strong>l Lake Palace, che rimase la<br />

resi<strong>de</strong>nza estiva per duecento anni <strong>de</strong>i sovrani di Mewar. La suite Sajjan Niwas, costruita intorno al<br />

1880 dal Maharana Sajjan Singhji, conserva un fascino vecchio stile con tradizionali ventagli di tessuto,<br />

porte lavorate a specchi e bei mosaici; l’elegante Amrit Sagar Bar invece era una volta la sala <strong>de</strong>lle<br />

udienze private <strong>de</strong>l Maharana. Durante il soggiorno in hotel gli ospiti possono imparare l’antica arte<br />

Rajasthani <strong>de</strong>lla pittura in miniatura oppure pren<strong>de</strong>re lezioni di cucina e partecipare a dimostrazioni<br />

direttamente nella cucina <strong>de</strong>l palazzo.<br />

The Leading <strong>Hotel</strong>s of the World, Ltd. è la più importante organizzazione mondiale di sales & marketing alberghiero<br />

di lusso che riunisce hotel e resort cinque stelle, indipen<strong>de</strong>nti o appartenenti ad altre catene, offrendo loro supporto<br />

nella vendita e nella gestione. Con 25 uffici nel mondo, oggi rappresenta circa 450 alberghi tra i più lussuosi al<br />

mondo, contando oltre 85.000 fra camere e suite, in 80 paesi. In Italia i Leading <strong>Hotel</strong>s sono 53<br />

Dal 1928, anno <strong>de</strong>lla sua fondazione, la reputazione d’eccellenza di Leading <strong>Hotel</strong>s <strong>de</strong>riva dall’alto livello qualitativo<br />

che richie<strong>de</strong> ai suoi associati, i quali <strong>de</strong>vono superare periodicamente rigorose ispezioni anonime in base a 1500<br />

criteri di verifica che riguardano sia il prodotto sia il servizio.<br />

Immagini ad alta <strong>de</strong>finizione e comunicati sui singoli alberghi sono scaricabili dal sito<br />

www.lhw.com/press<br />

Per Prenotazioni e informazioni: Numero Ver<strong>de</strong> per l’Italia: 800 822 005<br />

UFFICIO STAMPA - P&G Relazioni Pubbliche<br />

Contatto: Anna Pellò<br />

C.so Garibaldi 108 – 20121- MI Tel. 02/29 000 444 Fax. 02/ 29 000 235 e-mail:peg@pegrel.it

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