Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Storia e memoria<br />
33<br />
Stralcio della relazione e del disegno di legge<br />
d’iniziativa di alcuni Senatori di Alleanza Nazionale<br />
[...]Anche a voler considerare i reparti della Repubblica sociale<br />
italiana quali milizie alle dipendenze del tedesco invasore,<br />
egualmente dovrebbe ad essi riconoscersi la qualità di belligeranti,<br />
perché comandati da capi responsabili, portavano segni distintivi<br />
e riconoscibili a distanza, apertamente le armi, e si conformavano,<br />
per quanto era possibile, nei confronti dell’avversario<br />
belligerante, alle leggi e agli usi di guerra (i partigiani non erano<br />
belligeranti, come si vedrà in seguito)[…]<br />
[…] se si può parlare di collaborazionismo e di tradimento nel<br />
senso giuridico, non si può certo affermare che le centinaia di<br />
migliaia di soldati che rimasero al nord a combattere contro gli<br />
alleati e le truppe regie, fossero un’accozzaglia di traditori. Accettare<br />
e consacrare alla storia una tesi simile, significherebbe degradare<br />
la nostra razza, annullare il retaggio di gloria e di valore che<br />
ci lasciarono coloro che nella guerra immolarono la vita, creare al<br />
cospetto delle altre nazioni una leggenda che non torna ad onore<br />
del popolo italiano. […]<br />
DISEGNO DI LEGGE<br />
Art. 1.<br />
1. I soldati, i sottufficiali e gli ufficiali che prestarono servizio<br />
nella Repubblica sociale italiana (RSI) sono considerati a tutti gli<br />
effetti militari belligeranti, equiparati a quanti prestarono servizio<br />
nei diversi eserciti dei Paesi tra loro in conflitto durante la seconda<br />
guerra mondiale. […]<br />
Claudio Pavone: “Una guerra civile.<br />
Saggio storico sulla moralità<br />
della Resistenza”<br />
BOLLATI BORINGHIERI, 1994<br />
Il libro, pubblicato nella prima<br />
edizione nel 1991, si segnala<br />
per la netta presa di posizione<br />
sul fatto che nel periodo 1943-<br />
1945 in Italia c’è stata una<br />
guerra civile. Non è un’indicazione<br />
scontata, per la storiografica<br />
non di destra italiana. Infatti<br />
soltanto a partire dalle<br />
vicende mondiali del 1989, e<br />
dalle conseguenze sul sistema<br />
politico italiano, si è cominciato<br />
ad affrontare il “rimosso” del<br />
tragico periodo 1943-1945:<br />
sconfitta nella guerra voluta<br />
dal fascismo, invasione alleata,<br />
armistizio, occupazione tedesca,<br />
repubblica di Salò.<br />
Pavone individua almeno tre<br />
guerre parallele in quel periodo:<br />
una guerra patriottica, per<br />
liberare l’Italia dall’invasore<br />
tedesco; una guerra civile, tra<br />
fascisti organizzati in forma<br />
di stato, seppure succube ai<br />
Tedeschi, nella repubblica di<br />
Salò, e gli antifascisti, uniti<br />
nella lotta partigiana, ma diversi<br />
nelle prospettive del<br />
dopoguerra; una guerra di classe,<br />
appena accennata forse, ma<br />
presente nell’ideologia dei rinascenti<br />
partiti di sinistra, il<br />
socialista ed il comunista.<br />
<strong>La</strong> violenza di quegli anni<br />
proseguì anche nel dopoguerra,<br />
come spiega recentemente<br />
Giampaolo Pansa nel “Sangue<br />
dei vinti”: Pavone però argomenta<br />
che era diventata strumento<br />
di lotta politica da molto<br />
prima, dallo squadrismo fascista<br />
del primo dopoguerra. È difficile<br />
misurarla con il metro di<br />
oggi. Pavone infine tiene molto<br />
al sottotitolo, perché egli, pur<br />
riconoscendo alcune delle<br />
ragioni di chi ha combattuto per<br />
la Repubblica di Salò, è convinto<br />
che mai come in quel<br />
momento ci fosse chi aveva<br />
ragione e chi aveva torto. E per<br />
lui la Resistenza è stata, ed è<br />
ancora, una scelta etica, una<br />
speranza di rinnovamento del<br />
paese che si è, almeno in parte,<br />
realizzata.<br />
Il libro è reperibile nelle<br />
BIBLIOTECHE.