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Genetica del carcinoma colorettale: implicazioni per la ... - Sied

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<strong>Genetica</strong> <strong>del</strong> <strong>carcinoma</strong><br />

<strong>colorettale</strong>:<br />

<strong>implicazioni</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> diagnosi,<br />

<strong>la</strong> terapia e <strong>la</strong> sorveglianza<br />

Luigi Ricciardiello<br />

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università di Bologna<br />

L’identificazione <strong>del</strong>le anomalie<br />

genetiche al<strong>la</strong> base dei tumori ereditari<br />

colorettali ha reso possibile non solo<br />

l’identificazione <strong>del</strong>le sindromi ma anche<br />

<strong>la</strong> ricostruzione di mo<strong>del</strong>li moleco<strong>la</strong>ri <strong>per</strong><br />

le forme sporadiche. Questo ha portato<br />

progressivamente all’adozione di test<br />

genetici e moleco<strong>la</strong>ri che rivestono un<br />

ruolo chiave nel<strong>la</strong> gestione clinica e<br />

terapeutica dei pazienti portatori di ma<strong>la</strong>ttia.<br />

The identification of the genetic bases of<br />

hereditary colorectal cancers has made<br />

possible to identify the syndromes but also<br />

to generate molecu<strong>la</strong>r mo<strong>del</strong>s relevant<br />

for the sporadic type of cancers. This has<br />

progressively led to the adoption of genetic<br />

and molecu<strong>la</strong>r tests which p<strong>la</strong>y a key role in<br />

the clinical and therapeutic management of<br />

patients with the disease.<br />

Parole chiave: Cancro <strong>colorettale</strong>, poliposi<br />

adenomatosa familiare, sindrome di lynch, cancro<br />

ereditario non poliposico, sindromi ereditarie<br />

Key words: Colorectal cancer, familial<br />

adenomatous polyposis, Lynch syndrome,<br />

hereditary non poliposis colorectal cancer,<br />

hereditary syndromes<br />

INTRODUZIONE<br />

Il 1987 fu l’anno <strong>del</strong><strong>la</strong> sco<strong>per</strong>ta che il gene <strong>del</strong><strong>la</strong> poliposi<br />

adenomatosa familiare (FAP) è localizzato sul cromosoma<br />

5q21 (1) e, nel 1991, Joanna Groden pubblicò i dati<br />

sull’identificazione e clonaggio <strong>del</strong> gene APC quale causa<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> FAP (2).<br />

La prima parte degli anni ’90 ha rappresentato il momento<br />

più importante <strong>per</strong> <strong>la</strong> ricerca sul cancro <strong>colorettale</strong>,<br />

portando al<strong>la</strong> sco<strong>per</strong>ta <strong>del</strong>le basi moleco<strong>la</strong>ri <strong>del</strong>le<br />

sindromi ereditarie, tra cui <strong>la</strong> Hereditary Non Polyposis<br />

Colorectal Cancer (3,4), ed allo sviluppo di mo<strong>del</strong>li moleco<strong>la</strong>ri<br />

che spiegano le varie tappe che, dal<strong>la</strong> mucosa<br />

normale, portano al cancro invasivo attraverso lo sviluppo<br />

di lesioni intermedie, i polipi adenomatosi (5).<br />

All’inizio i dati sono stati considerati finalizzati al<strong>la</strong> ricerca<br />

di base; tuttavia, ora sappiamo che conoscere<br />

le basi moleco<strong>la</strong>ri <strong>del</strong> cancro <strong>colorettale</strong>, sia ereditario<br />

che sporadico, significa poter adottare misure di<br />

screening e sorveglianza più appropriate, ed approcci<br />

terapeutici mirati a migliorare <strong>la</strong> sopravvivenza e<br />

cura dei portatori di tumori maligni.<br />

Cancro <strong>colorettale</strong><br />

“familiare” vs. ereditario<br />

Il cancro <strong>colorettale</strong> è rappresentato <strong>per</strong> circa l’80% da<br />

forme sporadiche che non presentano aggregazioni familiari<br />

o chiari tratti ereditari (Figura 1).<br />

Figura 1: distribuzione <strong>per</strong>centuale dei casi di cancro <strong>colorettale</strong><br />

Giorn Ital End Dig 2013;36:95-100<br />

95


<strong>Genetica</strong> <strong>del</strong> <strong>carcinoma</strong> <strong>colorettale</strong>:<br />

<strong>implicazioni</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> diagnosi, <strong>la</strong> terapia e <strong>la</strong> sorveglianza<br />

Luigi Ricciardiello ><strong>Genetica</strong> <strong>del</strong> <strong>carcinoma</strong> <strong>colorettale</strong><br />

Le forme sporadiche sono dovute ad alterazioni somatiche<br />

<strong>del</strong> DNA (sia genetiche che epigenetiche). Le<br />

alterazioni moleco<strong>la</strong>ri sono di fatto rilevanti sia dal punto<br />

di vista patogenetico, ma anche da quello prognostico-predittivo,<br />

nonché <strong>per</strong> ciò che riguarda possibili<br />

targets terapeutici.<br />

Le forme ereditarie sono dovute a mutazioni costituzionali<br />

che determinano quindi un rischio di manifestazioni<br />

associate (<strong>per</strong> questo sono <strong>del</strong>le vere e<br />

proprie sindromi), e, proprio <strong>per</strong>ché costituzionali,<br />

rappresentano un rischio <strong>per</strong> i familiari: <strong>la</strong> loro identificazione<br />

ne rende possibile una gestione clinica<br />

mirata. Il concetto di familiarità, storicamente, è tra<br />

quelli più studiati tra i fattori di rischio <strong>per</strong> lo sviluppo<br />

di cancro <strong>colorettale</strong>.<br />

Tuttavia è fondamentale distinguere forme ereditarie<br />

da forme cosiddette familiari, poiché il rischio di<br />

sviluppare cancro <strong>colorettale</strong> è notevolmente più<br />

elevato nelle forme ereditarie. I tumori ereditari hanno<br />

<strong>del</strong>le caratteristiche peculiari: sono presenti casi<br />

multipli nel<strong>la</strong> famiglia con più generazioni colpite; ci<br />

sono associazioni di tipi specifici di cancro non solo<br />

nel<strong>la</strong> stessa famiglia ma anche nello stesso individuo;<br />

nello stesso individuo ci può essere lo sviluppo di più<br />

tumori <strong>del</strong>lo stesso tipo non dovuti a diffusione metastatica;<br />

l’età in cui <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia neop<strong>la</strong>stica si sviluppa<br />

è più precoce rispetto alle forme sporadiche; i tumori<br />

sono associati a manifestazioni non neop<strong>la</strong>stiche tipiche<br />

di specifiche condizioni.<br />

Per questo, l’identificazione di casi ereditari è fondamentale<br />

<strong>per</strong> una gestione specifica dovuta al rischio<br />

genetico.<br />

Nelle forme ereditarie, le mutazioni possono quindi<br />

essere ereditate in modo dominante o recessivo e,<br />

in partico<strong>la</strong>re <strong>per</strong> le forme dominanti, <strong>la</strong> ricostruzione<br />

<strong>del</strong>l’albero genealogico identifica patterns di distribuzione<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia che sono alquanto indicativi di<br />

un’alta incidenza di tumori: “cancer runs in the family”<br />

(Figura 1).<br />

Tuttavia è situazione abbastanza frequente quel<strong>la</strong> di<br />

riscontrare che alcuni individui affetti da CRC hanno<br />

un solo parente con CRC diagnosticato in età su<strong>per</strong>iore<br />

ai 50 anni. Il CRC familiare, ma non ereditario,<br />

può essere il risultato di una ereditata suscettibilità,<br />

ancora da definire, in col<strong>la</strong>borazione con l’effetto di<br />

fattori ambientali.<br />

Inoltre è possibile che <strong>la</strong> suscettibilità risulti dal<strong>la</strong> combinazione<br />

di polimorfismi di geni a bassa penetranza<br />

coinvolti nelle sindromi ereditarie o in altre patologie,<br />

o in geni che codificano enzimi coinvolti in altri tipi di<br />

riparazione <strong>del</strong> DNA o nel metabolismo <strong>del</strong>le sostanze<br />

cancerogene.<br />

Identificare le sindromi ereditarie è fondamentale <strong>per</strong><br />

calco<strong>la</strong>re il rischio neop<strong>la</strong>stico ed approntare le misure<br />

diagnostico-terapeutiche anche ai familiari.<br />

La genetica e le analisi<br />

moleco<strong>la</strong>ri nelle sindromi<br />

ereditarie<br />

Sindrome di Lynch (HNPCC)<br />

La HNPCC rappresenta circa il 3% dei casi di cancro <strong>colorettale</strong>.<br />

È ereditata in modo autosomico dominante ed i<br />

tumori insorgono all’età media di 45 anni. La causa <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

ma<strong>la</strong>ttia è <strong>la</strong> mutazione di uno dei geni <strong>del</strong> DNA mismatch<br />

repair con conseguente instabilità dei microsatelliti a carico<br />

<strong>del</strong> DNA. I tumori <strong>del</strong> colon nel<strong>la</strong> HNPCC hanno <strong>del</strong>le<br />

caratteristiche peculiari: tendono a localizzarsi preferibilmente<br />

a destra, sono mucinosi, hanno <strong>del</strong>le caratteristiche<br />

patologiche ad alto grado ma tendono a metastatizzare<br />

di meno. Inoltre non rispondono al<strong>la</strong> terapia con<br />

5-Fluorouracile (5-FU). Per <strong>la</strong> presenza di più geni coinvolti,<br />

sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong> gene mutato, <strong>la</strong> HNPCC è caratterizzata<br />

dallo sviluppo di tumori sincroni o metacroni <strong>del</strong> colon ed<br />

extracolonici, in partico<strong>la</strong>re <strong>del</strong>l’endometrio, uretere, pelvi<br />

renale, stomaco, ovaio, pancreas, vie biliari, SNC. L’approccio<br />

più rapido <strong>per</strong> identificare una potenziale HNPCC<br />

è applicare i criteri di Amsterdam II (6), ovvero identificare<br />

una famiglia nel<strong>la</strong> quale tre parenti hanno un tumore<br />

HNPCC, uno deve essere di primo grado rispetto agli altri<br />

due, due generazioni devono essere colpite, ed un caso<br />

diagnosticato prima dei 50 anni. È comunque fondamentale<br />

escludere l’altra sindrome ereditaria FAP. I criteri di<br />

Amsterdam II non sono <strong>per</strong>fetti, e l’identificazione <strong>del</strong>le<br />

basi moleco<strong>la</strong>ri <strong>del</strong><strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia ha reso possibile l’utilizzo<br />

di criteri clinici <strong>per</strong> indirizzare il caso indice verso l’analisi<br />

moleco<strong>la</strong>re <strong>per</strong> l’instabilità dei microsatelliti/immunoistochimica<br />

da effettuare sul pezzo chirurgico. Questi criteri,<br />

denominati Revised Bethesda Criteria (7), arrivano fino<br />

ad una sensibilità/specificità <strong>del</strong> 95%. L’approccio corretto<br />

consiste nell’applicare i criteri di Bethesda, effettuare<br />

l’analisi moleco<strong>la</strong>re sul tessuto e, con esito positivo, effettuare<br />

il test genetico su sangue <strong>per</strong> <strong>la</strong> mutazione <strong>del</strong><br />

gene <strong>del</strong> DNA MMR che l’immunoistochimica dimostra<br />

essere non espresso. Una volta identificata <strong>la</strong> mutazione,<br />

l’analisi genetica può essere offerta ai familiari. L’identificazione<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> mutazione è fondamentale poiché gli individui<br />

portatori hanno un rischio <strong>del</strong> 35% di sviluppare<br />

tumori metacroni vs. un rischio <strong>del</strong> 5% <strong>per</strong> coloro che<br />

hanno un tumore sporadico. Inoltre le donne portatrici di<br />

mutazioni <strong>del</strong> DNA MMR, sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong> tipo di mutazione,<br />

possono avere fino all’80% <strong>del</strong> rischio di sviluppare<br />

tumori endometriali. È da sottolineare che <strong>per</strong> <strong>la</strong> sindrome<br />

di Lynch studi hanno <strong>del</strong>ineato che vi può essere una<br />

corre<strong>la</strong>zione genotipo-fenotipo: ad esempio mutazioni di<br />

hMSH6 (8) sono associati a sviluppo di tumori <strong>del</strong>l’endometrio,<br />

mentre <strong>la</strong> <strong>del</strong>ezione di EPCAM (che porta ad un<br />

silenziamento <strong>del</strong> gene hMSH2) è associata ad una minor<br />

frequenza di questi tumori (9). L’applicazione di criteri<br />

clinici, anche sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong> rapporto genotipo-fenotipo,<br />

rende possibile predire il tipo di mutazione (10). Le linee<br />

96 1


Figura 2: approccio ai pazienti con poliposi <strong>del</strong> colon (modificato da 14)<br />

Numero di Adenomi<br />

Mo<strong>del</strong>lo ereditario<br />

Altre caratteristiche<br />

> 100 polipi<br />

Ered. autosomica dominante<br />

Caratt. Extra colon. Fap<br />

10-100 polipi<br />

Ered. autosomica recessiva<br />

1-10 polipi<br />

Ered. autosomica dominante<br />

Tumori corre<strong>la</strong>ti a Lynch<br />

Analisi gene APC<br />

Analisi gene MutYH<br />

Negativa<br />

Negativa<br />

Considera sindrome di Lynch<br />

Analisi gene MutYH<br />

Analisi gene APC<br />

guida <strong>per</strong> <strong>la</strong> diagnosi e <strong>la</strong> sorveglianza dei soggetti affetti<br />

da HNPCC consigliano di iniziare lo screening endoscopico<br />

tra i 20 ed i 25 anni con colonscopia totale da<br />

effettuare ogni 1-2 anni (11). Tuttavia, sul<strong>la</strong> base dei dati<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> letteratura, l’effettuazione di <strong>la</strong> colonscopia annuale<br />

può essere necessaria visto il rischio di tumori-intervallo<br />

anche dopo soli 7 mesi dal<strong>la</strong> colonscopia negativa (12).<br />

Nelle donne portatrici di mutazione, lo screening ginecologico<br />

deve essere eseguito ogni 1-2 anni dai 30-35 anni<br />

con visita ginecologica, ecografia transvaginale e biopsia<br />

endometriale. Importante ricordare che i pazienti affetti da<br />

HNPCC hanno un rischio aumentato di sviluppare cancro<br />

<strong>del</strong>lo stomaco. Per questo motivo l’indicazione è di eseguire<br />

EGDS ogni 1-2 anni dai 30-35 anni. Infine, <strong>per</strong> l’alto<br />

rischio di tumori urologici, è indicato l’esame citologico<br />

urinario sempre ogni 1-2 anni dai 30-35 anni.<br />

Poliposi adenomatose<br />

Le poliposi adenomatose comprendono <strong>la</strong> poliposi<br />

adenomatosa familiare (FAP) c<strong>la</strong>ssica, <strong>la</strong> FAP attenuata<br />

(AFAP) e <strong>la</strong> poliposi dovuta a mutazioni <strong>del</strong> gene<br />

MUTYH. Le poliposi adenomatose sono caratterizzate,<br />

sul<strong>la</strong> base <strong>del</strong><strong>la</strong> mutazione, dallo sviluppo di decine<br />

(come <strong>per</strong> <strong>la</strong> AFAP e <strong>la</strong> MUTYH) fino a migliaia (nel<strong>la</strong> forma<br />

c<strong>la</strong>ssica) di polipi adenomatosi.<br />

Quest’ultima può essere diagnosticata in base a:<br />

1) presenza di > 100 polipi adenomatosi<br />

2) < 100 polipi adenomatosi con storia familiare positiva<br />

<strong>per</strong> FAP.<br />

La causa <strong>del</strong><strong>la</strong> sindrome ereditaria è <strong>la</strong> mutazione a carico<br />

<strong>del</strong> gene APC ereditata in modo autosomico dominante.<br />

La FAP può essere associata al<strong>la</strong> presenza di adenomi<br />

duodenali, ed anche osteomi, tumori desmoidi, cisti epidermoidi,<br />

anomalie dentali, i<strong>per</strong>pigmentazione <strong>del</strong>l’epitelio<br />

retinico. Il rischio di sviluppare cancro <strong>colorettale</strong> nel<strong>la</strong><br />

forma c<strong>la</strong>ssica è <strong>del</strong> 100%. La variante attenuata è sempre<br />

dovuta a mutazioni a carico <strong>del</strong> gene APC ma queste<br />

occorrono a livello <strong>del</strong><strong>la</strong> porzioni 5’ o 3’ <strong>del</strong> gene. In questo<br />

caso <strong>la</strong> crescita dei polipi è prevalentemente a livello<br />

<strong>del</strong> colon destro, il numero dei polipi varia da 20 a 100 ed<br />

il rischio di sviluppare cancro arriva all’80%. Per questo,<br />

anche <strong>la</strong> FAP è caratterizzata da un rapporto genotipofenotipo<br />

e lo screening/sorveglianza endoscopica vengono<br />

effettuati diversamente a seconda <strong>del</strong> tipo di diagnosi.<br />

La poliposi dovuta al gene MUTYH (MAP) è ereditata in<br />

modo autosomico recessivo, quindi dopo inattivazione<br />

biallelica. In questo caso due mutazioni <strong>del</strong> gene rappresentano<br />

più <strong>del</strong>l’80% dei casi. La MAP è clinicamente sovrapponibile<br />

al<strong>la</strong> AFAP, condividendone anche i criteri di<br />

sorveglianza endoscopica. Lo screening <strong>per</strong> <strong>la</strong> FAP inizia<br />

in adolescenza con rettosigmoidoscopia ogni 1-2 anni ed<br />

al<strong>la</strong> prima insorgenza dei polipi si passa al<strong>la</strong> colonscopia<br />

totale (13). Per <strong>la</strong> AFAP e <strong>per</strong> <strong>la</strong> MAP, vista l’insorgenza<br />

di polipi prevalentemente a destra, si inizia direttamente<br />

con colonscopia totale a partire dai 18-20 anni eseguita<br />

ogni due anni. La colectomia è l’unico trattamento che<br />

può prevenire il cancro <strong>colorettale</strong> in corso di FAP. Oggi<br />

si tende a gestire i pazienti affetti con polipectomie <strong>per</strong> gli<br />

adenomi di dimensioni significative fino al punto in cui <strong>la</strong><br />

gestione endoscopica non può essere più garantita. Uno<br />

dei problemi principali riguarda l’insorgenza di polipi duodenali<br />

poiché l’eventuale intervento chirurgico è demolitivo<br />

(Whipple) con problematiche importanti <strong>per</strong> i pazienti.<br />

La sorveglianza degli adenomi duodenali avviene attraverso<br />

lo score di Spiegelman, che si basa sul numero,<br />

dimensioni, istologia e disp<strong>la</strong>sia (13). Lo score più basso<br />

indica una sorveglianza ogni 5 anni, quello più alto suggerisce<br />

di sottoporre il paziente ad intervento chirurgico.<br />

Approccio ai pazienti con poliposi<br />

È fondamentale individuare potenziali portatori di sindromi<br />

ereditarie poichè il rischio di sviluppare cancro<br />

è elevatissimo. Per questo motivo <strong>la</strong> gestione di questi<br />

pazienti deve considerare due livelli. Il primo, quello<br />

legato al<strong>la</strong> possibile identificazione ed il secondo,<br />

quello multidisciplinare, che riguarda <strong>la</strong> gestione degli<br />

individui affetti. Il gastroenterologo è fondamentale<br />

poiché rappresenta il ruolo centrale nell’identificazione<br />

LUNEDì Giorn Ital 2 OTTOBRE End Dig 2013;36:95-100<br />

- I SESSIONE<br />

97 15


<strong>Genetica</strong> <strong>del</strong> <strong>carcinoma</strong> <strong>colorettale</strong>:<br />

<strong>implicazioni</strong> <strong>per</strong> <strong>la</strong> diagnosi, <strong>la</strong> terapia e <strong>la</strong> sorveglianza<br />

ma anche colui che dovrà gestire i corretti follow-ups<br />

endoscopici ed extra-gastroenterologici. È da ricordare<br />

che il gastroenterologo deve essere coadiuvato da<br />

uno specialista in genetica medica con l’es<strong>per</strong>tise <strong>del</strong><br />

counseling genetico e capace di indirizzare verso il test<br />

più appropriato. L’identificazione di possibili soggetti<br />

appartenenti ad una sindrome ereditaria deve può<br />

essere facilitata dal<strong>la</strong> considerazione di tre parametri:<br />

numero di adenomi, il tipo di mo<strong>del</strong>lo ereditario ed<br />

eventuali manifestazioni extracoloniche (Figura 2).<br />

Nel caso in cui siano presenti > 100 polipi ed un tipo di<br />

ereditarietà autosomica dominante, dovrà essere presa<br />

in considerazione in prima istanza <strong>la</strong> forma c<strong>la</strong>ssica<br />

di FAP. Nel caso in cui fossero presenti da 10-100 polipi<br />

con familiarità di tipo recessivo o senza ovvi tratti<br />

ereditari è indicata l’analisi <strong>del</strong><strong>la</strong> mutazione MUTYH in<br />

prima battuta. Nel caso in cui fossero presenti fino ad<br />

un massimo di 10 polipi con ereditarietà autosomico<br />

dominante bisogna considerare <strong>la</strong> presenza in famiglia<br />

di tumori extracolonici in modo da indirizzare l’analisi<br />

al<strong>la</strong> sindrome di Lynch. L’approccio al test genetico<br />

<strong>per</strong> <strong>la</strong> sindrome di Lynch è sempre quello di utilizzare<br />

criteri clinici semplici, ovvero quelli di Amsterdam II. Se<br />

positivi, procedere con analisi mutazionale. Se i criteri<br />

di Amsterdam fossero negativi, applicare comunque i<br />

criteri di Bethesda. Una volta individuata <strong>la</strong> mutazione,<br />

con l’ausilio <strong>del</strong>lo specialista in genetica medica,<br />

il test genetico deve essere offerto ai familiari dopo<br />

counseling. Il test genetico è fondamentale poiché si<br />

sollevano i familiari non affetti dall’eseguire tests inutili,<br />

mentre i portatori sono indirizzati verso le sorveglianze<br />

intensive. Di fatto, l’utilizzo di un test genetico <strong>per</strong> una<br />

mutazione nota all’interno <strong>del</strong><strong>la</strong> famiglia è l’approccio<br />

più cost-effective che ci sia.<br />

Le analisi moleco<strong>la</strong>ri<br />

nel cancro sporadico<br />

<strong>per</strong> l’approccio clinico<br />

L’identificazione <strong>del</strong>le basi moleco<strong>la</strong>ri dei tumori ereditari<br />

ha di fatto reso possibile <strong>la</strong> ricostruzione <strong>del</strong>le alterazioni<br />

moleco<strong>la</strong>ri al<strong>la</strong> base dei tumori sporadici. Sappiamo<br />

che esistono almeno tre vie moleco<strong>la</strong>ri, quel<strong>la</strong><br />

<strong>del</strong>l’instabilità cromosomica che prende origine da mutazioni<br />

somatiche <strong>del</strong> gene APC, quel<strong>la</strong> <strong>del</strong>l’instabilità<br />

dei microsatelliti che nel cancro sporadico è dovuta a<br />

Figura 3: vie patogenetiche <strong>del</strong> cancro <strong>colorettale</strong> sporadico<br />

CIN<br />

Mutazione APC<br />

Alterazione WNT<br />

Mutazione KRAS<br />

Perdita 18q<br />

Perdite di p53 e SMAD4<br />

Mutazioni di PIK3CA<br />

Luigi Ricciardiello ><strong>Genetica</strong> <strong>del</strong> <strong>carcinoma</strong> <strong>colorettale</strong><br />

Epitelio normale<br />

Mutazioni MMR<br />

Mutazioni β-cat<br />

I<strong>per</strong>proliferazione<br />

Mutazione KRAS<br />

Early adenoma ><br />

Advanced adenoma Carcinoma Metastasi<br />

Perdita di geni target/oncosoppressori<br />

Epitelio normale<br />

Early adenoma ><br />

I<strong>per</strong>proliferazione<br />

Advanced adenoma<br />

Carcinoma Metastasi<br />

Meti<strong>la</strong>zione di oncosoppressori<br />

Meti<strong>la</strong>zione di hMLH1<br />

Epitelio normale<br />

I<strong>per</strong>proliferazione<br />

Mutazione BRAF<br />

Early (serrated)<br />

adenoma > Advanced<br />

(serrated) adenomas<br />

Meti<strong>la</strong>zione di altri oncosoppressori<br />

Carcinoma<br />

MSI<br />

CIMP<br />

Metastasi<br />

98 1


silenziamento genico <strong>del</strong>l’MMR hMLH1, e quel<strong>la</strong> <strong>del</strong><br />

CpG is<strong>la</strong>nd methy<strong>la</strong>tor phenotype (CIMP) caratterizzata<br />

dall’accumulo di alterazioni epigenetiche, partico<strong>la</strong>rmente<br />

i<strong>per</strong>meti<strong>la</strong>zione dei promotori di geni oncosoppressori<br />

(Figura 3).<br />

La ricerca di alterazioni moleco<strong>la</strong>ri sta diventando sempre<br />

più popo<strong>la</strong>re <strong>per</strong> <strong>la</strong> possibilità di utilizzare questi<br />

marcatori come predittivi di una risposta clinico-terapeutica.<br />

I dati <strong>del</strong><strong>la</strong> letteratura dimostrano chiaramente<br />

che i tumori MSI hanno una sopravvivenza migliore rispetto<br />

ai tumori MSS e questo senza considerare l’effetto<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> chemioterapia (15). Inoltre, i tumori MSI non<br />

rispondono alle chemioterapie che si basano sul<strong>la</strong> somministrazione<br />

<strong>del</strong> 5-FU (16). Di conseguenza, l’identificare<br />

un tumore MSI è fondamentale <strong>per</strong> indirizzare i<br />

pazienti verso regimi appropriati. Un altro marcatore<br />

che riveste un ruolo critico nel<strong>la</strong> scelta chemioterapeutica<br />

è l’oncogene K-RAS che si ritrova downstream <strong>la</strong><br />

cascata legata ad EGFR. La mutazione <strong>del</strong>l’oncogene<br />

K-RAS determina un’attivazione <strong>per</strong>petua <strong>del</strong> segnale<br />

che non è legata all’espressione di EGFR.<br />

Dati recenti <strong>del</strong><strong>la</strong> letteratura dimostrano che i cancri<br />

metastatici, mutati <strong>per</strong> K-RAS, non rispondono al<br />

cetuximab, anticorpo diretto contro EGFR (17). Infine<br />

l’analisi <strong>del</strong> gene B-RAF è utile <strong>per</strong> identificare i casi di<br />

cancro <strong>colorettale</strong> MSI sporadici: infatti i tumori Lynch<br />

MSI non mostrano mai <strong>la</strong> mutazione <strong>per</strong> B-RAF che<br />

è so<strong>la</strong>mente esclusiva dei tumori MSI sporadici. Questo<br />

approccio sembra avere il miglior rapporto costoefficacia<br />

(18).<br />

Marcatori Moleco<strong>la</strong>ri<br />

<strong>per</strong> <strong>la</strong> diagnosi<br />

di cancro <strong>colorettale</strong><br />

Nel 1993 il gruppo diretto da Bert Vogelstein ha <strong>per</strong> <strong>la</strong> prima<br />

volta dimostrato che è possibile identificare mutazioni <strong>del</strong><br />

gene K-RAS nelle feci di pazienti portatori di tumori colorettali<br />

(19). Da allora numerosi studi hanno dimostrato che<br />

è possibile utilizzare più marcatori <strong>per</strong> identificare tumori<br />

colorettali con un’ottima sensibilità e specificità <strong>per</strong> i cancri,<br />

mentre <strong>la</strong> <strong>per</strong>formance si riduce <strong>per</strong> i polipi adenomatosi.<br />

Nel 2012 il gruppo di David Ahlquist ha dimostrato che<br />

l’analisi di 4 marcatori meti<strong>la</strong>ti (NDRG4, BMP3, vimentin,<br />

and TFPI2) e <strong>del</strong><strong>la</strong> mutazione di K-RAS ha una sensibilità e<br />

specificità <strong>del</strong>l’85% e 89% nei cancri, e 63% ed 89% negli<br />

adenomi di dimensioni su<strong>per</strong>iori ad 1 cm (20). Altri marcatori<br />

con potenziale diagnostico sono i microRNA (miRNA),<br />

piccoli RNA non codificanti che rego<strong>la</strong>no l’espressione dei<br />

loro targets. I miRNA, a differenza degli RNA messaggeri,<br />

sono piuttosto stabili e l’espressione può essere valutata<br />

anche nelle feci. Recentemente, è stato dimostrato che i<br />

livelli di espressione di miR-21 e miR-92a corre<strong>la</strong>no con <strong>la</strong><br />

presenza di polipi e cancro <strong>del</strong> colon.<br />

CONCLUSIONI<br />

L’identificazione <strong>del</strong>le alterazioni genetiche al<strong>la</strong> base dei<br />

tumori colorettali renderà possibile l’utilizzo di marcatori<br />

moleco<strong>la</strong>ri <strong>per</strong> <strong>la</strong> diagnosi e gestione di tutti i tumori<br />

colorettali. L’utilizzo dei test genetici ha un impatto<br />

fondamentale sul<strong>la</strong> identificazione, <strong>la</strong> sorveglianza ed il<br />

trattamento dei pazienti con sindromi ereditarie che rappresentano<br />

una quota significativa di casi di CRC.<br />

è possibile prospettare che in futuro nuovi tests non invasivi<br />

potranno essere disponibili <strong>per</strong> identificare accuratamente<br />

i portatori di polipi adenomatosi (in partico<strong>la</strong>re<br />

advanced) e/o cancro <strong>colorettale</strong> in una fase suscettibile<br />

di cura.<br />

Corrispondenza<br />

Luigi Ricciardiello<br />

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche<br />

Università di Bologna<br />

Via Massarenti, 9 - 40138 Bologna<br />

Tel. + 39 051 6363381<br />

e-mail: luigi.ricciardiello@unibo.it<br />

Bibliografia<br />

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adenomatous polyposis on chromosome 5. Nature<br />

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Gelbert L, Albertsen H et al. Identification and characterization<br />

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Luigi Ricciardiello ><strong>Genetica</strong> <strong>del</strong> <strong>carcinoma</strong> <strong>colorettale</strong><br />

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