Annuario 2012 - US Quercia Rovereto

Annuario 2012 - US Quercia Rovereto Annuario 2012 - US Quercia Rovereto

21.11.2014 Views

U.S. Quercia - Annuario 2012 Riconoscimenti settore assoluto Bruno Morotti Il metalmeccanico Bruno Morotti è giunto alla Quercia sulla scia del fratello Graziano. Così come nel lontano 1975, ancora undicenne, lo aveva seguito cimentandosi nella disciplina della marcia sportiva. Il suo primo periodo da marciatore si conclude nel 1983 dopo aver recepito da pratico bergamasco che i suoi tempi non gli avrebbero permesso di entrare in un gruppo sportivo. Il quieto Bruno si concentra così sul lavoro, sposa la signora Viviana e assieme mettono al mondo tre pargoli: Alice oggi ventenne, Michela (17) e Giordano (12). Quando nel 2008 Michela e Giordano vanno a scuola di marcia alla polisportiva Villese, Bruno, per accompagnarli alle gare del trofeo Frigerio rimette le scarpette e la maglia della Villese. Dapprima scherzando per poi entrare nella sua seconda fase da marciatore. Chiede così di potere approdare nella nostra società e di avere qualche consulenza tecnica. Si mette di impegno, confermando la genetica bergamasca della dedizione per il lavoro, e migliora tutti i suoi primati personali sui 5, 10 e venti chilometri. Gareggiando da senior porta il suo contributo alle competizioni di squadra della nostra società e alcuni titoli master sulla venti. Ma la strada è ancora lunga considerando che ora i figli sono più grandi e che può dedicare più tempo all’allenamento. Insomma la marcia, oltre alla famiglia, è il suo unico amore e intende coltivarla ancora per qualche anno per regalarsi ancora qualche piccola, grande, soddisfazione personale e momenti di relax dal lavoro. Allenatore: Tiaziano Manfredi Personali: marcia 5km: 24’23”31; marcia 10km: 47’52”02; marcia 20km: 1h40’26” Samuele Lazzaro Samuele con i nuovi regolamenti del CdS era stato lasciato libero dalla sua società di cercare una nuova squadra e così ci ha scritto una mail nell’autunno del 2011 perché si ricordava aver corso la serie Under 23 dei 1500m al Palio ed era rimasto favorevolmente colpito dalla bella manifestazione e dalla capacità organizzativa della Quercia. Fin dal primo incontro con il Direttore Tecnico abbiamo capito che si trattava di un atleta serio e fortemente motivato ed i risultati del 2012 c’è lo hanno dimostrato ampiamente grazie ai nuovi primati personali ottenuti sia sugli 800m che sui 1500m – andando sfiorare più volte i record sociali (ma è solo questione di tempo) – e grazie alle due finali corse ai campionati italiani assoluti. Questo premio è un giusto riconoscimento ad un atleta che saprà ricompensarci della fiducia che in lui abbiamo riposto. Claudia Maniero La vita sportiva di Claudia Maniero, atleta friulana, con noi dal 2011, si può dividere in due metà. La prima metà dove è una giovane e promettente quattrocentista ad ostacoli arrivando a vestire anche la maglia azzurra juniores, la seconda metà dove, a causa di un infortunio che gli fa perdere quasi due anni agonistici, si reinventa ottocentista. Io ho avuto il privilegio di allenarla quest’anno (anche se a distanza, ahimè) e grazie alla sua massima disponibilità negli allenamenti ed alla sua determinazione i progressi sono stati importanti: personale portato da 2’10” a 2’08”20, media dei risultati migliore del personale dello scorso anno, sesto posto agli italiani assoluti. Estremamente gioviale, un po’ casinara, di gran compagnia e disponibile verso gli altri, Claudia è una atleta che fa squadra. Quest’anno dovrà finire gli studi e per questo ha chiesto un anno sabatico ma noi ti aspettiamo in forma per la finale in autunno. Grazie Claudia! Allenatore: Dimitri Giordani Personali: 800m 2’08”20; 1500m 4’40”81; 400hs 59”84(2007); 400m 55”99(2004) Valentina Menolli Valentina è una velocista che da sempre ha vestito i colori gialloverdi. Suo primo allenatore è stato Andrea Rosà. Dopo un anno sabatico, dove però a lavorato, si è iscritta all’Università a Verona ed ora con sacrifici riesce a conciliare abbastanza studio ed allenamento. È una ragazza affidabile e che lavora con impegno, supportata da un carattere esplosivo che la rende unica e mai monotona in poche parole è un “peperino”. Forse il suo miglioramento tecnico dovrà passare anche attraverso la ricerca di un maggiore consapevolezza delle sue qualità (che non sono poche) e quindi riuscirle a sfruttarle. Fino ad ora nelle gare importanti ha sempre reagito bene (è un punto importante e sicuro della 4x100) però deve ancora fare un salto di qualità soprattutto nelle gare individuali. Credo molto in lei come persona e nelle sue qualità atletiche e spero di riuscire ad aiutarla ad esprimere ciò che vale, bisognerà avere un pò di pazienza ma ci riuscirò. 8 Allenatore: Giuseppe “Pino” Guarnaccia Personali: 800m: 1’51”18; 1500m: 3’48”72 Allenatore: Andrea Zamboni Personali: 100m 12”61(+0,5); 200m 25”92(+1,2)

U.S. Quercia - Annuario 2012 Esperienza in altura del nostro Peter Lanziner Kenya, una terra di campioni e sorrisi! di Peter Lanziner Peter con un gruppo di bambini keniani Peter Lanziner all’ingresso di Iten, la terra dei campioni Fin da quando ero ragazzino, andare in Kenya, per vedere da vicino i leggendari campioni degli alto piani della Rift Valley era un mio sogno. In tutti questi anni, ho “studiato” l’ambiente del Kenya, attraverso internet, reportage alla TV e sulle riviste specializzate. Aspettavo ormai, solo l’occasione, per andarci di persona! L’occasione è arrivata nell’ottobre 2012 quasi per caso e all’improvviso. Dopo aver “lanciato” una battuta al mio amico e avversario di una vita Paolo Zanatta, in occasione di una telefonata, il “progetto” Kenya, è “decollato” nel giro di un paio di settimane. Dopo aver preso contatti con gli uffici della Rosassociati di Brescia, famosi per aver gestito, e per gestire tuttora, i migliori atleti kenyani, siamo partiti per l’Africa il 26 ottobre. Oltre a me e a Paolo, anche l’amico Simone Gobbo (compagno di allenamento di Zanatta) ci ha seguito in questa “avventura”. Dopo circa 15 ore di volo (compreso lo scalo ad Addis Abeba in Etiopia), siamo finalmente atterrati nella capitale Nairobi. Da li, abbiamo preso un piccolo aereo per l’ultimo volo (50’), che ci avrebbe portati poi ad Eldoret. Ultimo “sforzo” e dopo un’ora di taxi, siamo finalmente arrivati al Camp della Rosassociati. La struttura, che ci ha ospitato, si trovava a 2400mt sopra il livello del mare, all’interno di una zona recintata. Sembrava quasi, di vivere in una fattoria. Nel giardino del camp, due mucche passavano le loro giornate a brucare l’erba e ovviamente, ci fornivano il latte per le nostre colazioni. Oltre a noi tre e ad una quindicina di atleti kenyani, anche una piccola delegazione della nazionale italiana si trovava li al camp. La prima settimana di raduno, non è stata facile. Correre a 2400mt, su percorsi sterrati e interamente nella foresta, hanno messo a dura prova la nostra resistenza. Qualche allenamento, lo abbiamo svolto assieme ai kenyani ed in particolare le “morning run”, le corse del mattino. Sveglia alle 6:00 e alle 6:30 tutti pronti per l’allenamento. 1h/ 1h15 assieme al “plotone” di kenyani, che diligentemente e con grande serietà, correva all’interno della foresta senza distrazioni e senza chiaccherare. Il ritmo era scandito sempre da loro perchè, avevamo notato, che se qualcuno di noi, “osava” mettersi avanti, il ritmo veniva incrementato e per noi, non c’era più nulla da fare, ci staccavano e poi dovevamo arrangiarci a trovare la strada per rientrare… Le giornate, trascorrevano molto tranquille al camp, qualche partita a biliardo e freccette per prenderci delle piccole rivincite nei confronti degli atleti kenyani, dopo le “suonate” che ci infliggevano regolarmente durante le “morning run”. Nei dintorni del camp, diverse piccole fattorie, ospitavano la popolazione locale e quindi, per passarci il tempo, ogni tanto, andavamo a fare un giro per scattare qualche fotografia o portare qualche regalino ai bambini. A proposito di bambini, ogni volta che ci vedevano correre, uscivano dalle loro casette e, scalzi, ci correvano a fianco sorridendoci e salutandoci con il nome di “musungu” (uomo bianco). Capitava spesso, che durante i nostri allenamenti mattutini, incontravamo decine di bambini con le cartelle in spalla che correvano scalzi per andare a scuola. Dopo questi episodi, ho capito veramente come mai, il Kenya e i suoi atleti, sono una “potenza” nelle corse di resistenza. Ogni giorno, corrono dai 6 ai 10 km per andare e tornare da scuola, scalzi e a 2400mt di quota. Questo loro “allenamento” naturale, li porta per ragioni ovvie a diventare dei fenomeni e per noi atleti bianchi, c’è ben poco da fare. Le due settimane che ho passato li, assieme a loro, mi hanno insegnato tante cose. Una in particolare, la tranquillità. I grandi campioni che in quelle settimane ho conosciuto al camp, continuavano a ripeterci, di vivere la corsa con rilassatezza e tranquillità. Se ti sei allenato bene, il risultato arriva. Se ti sei riposato a sufficienza, dopo una intensa seduta di allenamento, il tuo corpo risponderà benissimo ecc. ecc. Insomma, vivono lo sport e affrontano la vita in maniera molto rilassata e in effetti, i risultati poi si vedono. Il 9 novembre, la nostra esperienza in quella terra fantastica è purtroppo giunta al termine, ma le due settimane trascorse li, resteranno per sempre nei miei ricordi e forse, chissà, un giorno potrei anche tornarci!! 9

U.S. <strong>Quercia</strong> - <strong>Annuario</strong> <strong>2012</strong><br />

Esperienza in altura del nostro Peter Lanziner<br />

Kenya, una terra di campioni e sorrisi! di Peter Lanziner<br />

Peter con un gruppo di bambini keniani<br />

Peter Lanziner all’ingresso di Iten, la terra dei campioni<br />

Fin da quando ero ragazzino, andare in Kenya,<br />

per vedere da vicino i leggendari campioni degli<br />

alto piani della Rift Valley era un mio sogno. In<br />

tutti questi anni, ho “studiato” l’ambiente del<br />

Kenya, attraverso internet, reportage alla TV e<br />

sulle riviste specializzate. Aspettavo ormai, solo<br />

l’occasione, per andarci di persona!<br />

L’occasione è arrivata nell’ottobre <strong>2012</strong> quasi<br />

per caso e all’improvviso. Dopo aver “lanciato”<br />

una battuta al mio amico e avversario di una<br />

vita Paolo Zanatta, in occasione di una telefonata,<br />

il “progetto” Kenya, è “decollato” nel giro<br />

di un paio di settimane. Dopo aver preso contatti<br />

con gli uffici della Rosassociati di Brescia,<br />

famosi per aver gestito, e per gestire tuttora, i<br />

migliori atleti kenyani, siamo partiti per l’Africa<br />

il 26 ottobre. Oltre a me e a Paolo, anche l’amico<br />

Simone Gobbo (compagno di allenamento di<br />

Zanatta) ci ha seguito in questa “avventura”.<br />

Dopo circa 15 ore di volo (compreso lo scalo<br />

ad Addis Abeba in Etiopia), siamo finalmente<br />

atterrati nella capitale Nairobi. Da li, abbiamo<br />

preso un piccolo aereo per l’ultimo volo (50’),<br />

che ci avrebbe portati poi ad Eldoret. Ultimo<br />

“sforzo” e dopo un’ora di taxi, siamo finalmente<br />

arrivati al Camp della Rosassociati. La struttura,<br />

che ci ha ospitato, si trovava a 2400mt sopra il<br />

livello del mare, all’interno di una zona recintata.<br />

Sembrava quasi, di vivere in una fattoria.<br />

Nel giardino del camp, due mucche passavano<br />

le loro giornate a brucare l’erba e ovviamente,<br />

ci fornivano il latte per le nostre colazioni.<br />

Oltre a noi tre e ad una quindicina di atleti<br />

kenyani, anche una piccola delegazione della<br />

nazionale italiana si trovava li al camp.<br />

La prima settimana di raduno, non è stata<br />

facile. Correre a 2400mt, su percorsi sterrati<br />

e interamente nella foresta, hanno messo a<br />

dura prova la nostra resistenza. Qualche allenamento,<br />

lo abbiamo svolto assieme ai kenyani<br />

ed in particolare le “morning run”, le corse<br />

del mattino. Sveglia alle 6:00 e alle 6:30 tutti<br />

pronti per l’allenamento. 1h/ 1h15 assieme al<br />

“plotone” di kenyani, che diligentemente e con<br />

grande serietà, correva all’interno della foresta<br />

senza distrazioni e senza chiaccherare. Il ritmo<br />

era scandito sempre da loro perchè, avevamo<br />

notato, che se qualcuno di noi, “osava” mettersi<br />

avanti, il ritmo veniva incrementato e per noi,<br />

non c’era più nulla da fare, ci staccavano e poi<br />

dovevamo arrangiarci a trovare la strada per<br />

rientrare…<br />

Le giornate, trascorrevano molto tranquille<br />

al camp, qualche partita a biliardo e freccette<br />

per prenderci delle piccole rivincite nei confronti<br />

degli atleti kenyani, dopo le “suonate”<br />

che ci infliggevano regolarmente durante le<br />

“morning run”.<br />

Nei dintorni del camp, diverse piccole fattorie,<br />

ospitavano la popolazione locale e quindi, per<br />

passarci il tempo, ogni tanto, andavamo a fare<br />

un giro per scattare qualche fotografia o portare<br />

qualche regalino ai bambini. A proposito di<br />

bambini, ogni volta che ci vedevano correre,<br />

uscivano dalle loro casette e, scalzi, ci correvano<br />

a fianco sorridendoci e salutandoci con il nome<br />

di “musungu” (uomo bianco).<br />

Capitava spesso, che durante i nostri allenamenti<br />

mattutini, incontravamo decine di<br />

bambini con le cartelle in spalla che correvano<br />

scalzi per andare a scuola. Dopo questi episodi,<br />

ho capito veramente come mai, il Kenya e i<br />

suoi atleti, sono una “potenza” nelle corse di<br />

resistenza.<br />

Ogni giorno, corrono dai 6 ai 10 km per andare<br />

e tornare da scuola, scalzi e a 2400mt di quota.<br />

Questo loro “allenamento” naturale, li porta per<br />

ragioni ovvie a diventare dei fenomeni e per noi<br />

atleti bianchi, c’è ben poco da fare.<br />

Le due settimane che ho passato li, assieme a<br />

loro, mi hanno insegnato tante cose. Una in<br />

particolare, la tranquillità. I grandi campioni<br />

che in quelle settimane ho conosciuto al camp,<br />

continuavano a ripeterci, di vivere la corsa con<br />

rilassatezza e tranquillità. Se ti sei allenato<br />

bene, il risultato arriva. Se ti sei riposato a<br />

sufficienza, dopo una intensa seduta di allenamento,<br />

il tuo corpo risponderà benissimo ecc.<br />

ecc. Insomma, vivono lo sport e affrontano la<br />

vita in maniera molto rilassata e in effetti, i<br />

risultati poi si vedono.<br />

Il 9 novembre, la nostra esperienza in quella<br />

terra fantastica è purtroppo giunta al termine,<br />

ma le due settimane trascorse li, resteranno<br />

per sempre nei miei ricordi e forse, chissà, un<br />

giorno potrei anche tornarci!!<br />

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